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Sodium runs deep inside her nose
She filled her void with fashion and cocaine
🌸.•°🍒°•.🎀
Ha sempre odiato le serate rumorose, ancira di più se erano serate rumorose e in discoteca.
Hyunjin amava la comodità, un film sul divano e qualche schifezza da mangiare, un incontro con qualche amico intimo e un bicchiere di vino rosso.
Ma il suo capo gli aveva chiesto di uscire con lui e dei suoi amici e dare una risposta negativa sarebbe stato come un suicidio.
Era davanti alla porta interrata con un'insegna a led blu e rosa rappresentando il locale con una rosa senza spine.
Tra le sue mani il telefono gli illuminava il viso, il messaggio diceva "salta la fila" e un'altro scritto qualche minuto dopo "sono Jeongin cmq :)" e ancora si chiedeva come avesse avuto il suo numero.
Si, si erano messi d'accordo sul tempo e sul luogo, ma si erano dimenticati dello scambio di numeri.
Mandò lo sticker di un gatto con il pollice in su, cercando di non apparire troppo infantile.
Alzò la cordicella rossa per uscire dalla fila e avvicinandosi sempre di più all'entrata.
Venne fermato prima di poter varcare la porta da un bodyguard in giacca e gravatta, decisamente basso, ma pur sempre intimidatorio.
"Hey, torna in fila non sei autorizzato" disse mantenendo le distanze.
"Conosco Yang Jeongin, è... è il mio capo" constatò cercando di non farsi sbattere fuori ancora prima di entrare.
Lo guardò da capo a piedi inclinando gli occhiali da sole, che onestamente avevano poco senso per lui in quanto sera.
"La parola d'ordine" indico il suo orecchio in modo da non far sentire pure alle persone intorno a lui quale sarebbe stata la sua risposta.
Parola d'ordine? Lui non sapeva nessuna parola d'ordine, ma istantaneamente il suo telefono vibrò e un messaggio da Jeongin apparve sulla schermata blocco.
"Beauty in death" disse al suo orecchio sottovoce.
Gli aprì la porta lasciando entrare lui e due ragazze che stavano aspettando da più tempo.
Non ha mai visto nulla del genere in vita sua.
Le luci lo accecavano, il mix di profumi della gente mischiati con il sudore ondeggiava tra una rilassante e una nauseante sensazione.
"Sei sopravvissuto a Changbin, solitamente chi non ha il permesso lo prende di peso e lo sbatte in fondo alla coda" la voce familiare proveniva dalle sue spalle.
Si girò e quel ragazzino viziato di stamattina, vestito elegante, sembrava un drogato scappato di casa, anche se vestito con abiti di marche famose e costose.
"Gli occhiali sono AlexanderMQueen?" Chiese indicando il paio che aveva addosso decorati con la scritta "TOO LATE" fatta con un UniPosca bianco.
"Si, ne ho decine così" gli sorrise compiaciuto.
Lo prese per il braccia portandolo con sé verso il bar posizionato ad uno dei lati della stanza infinita.
Si sentiva fuoriposto seduto su quello sgabello, coperto da un cuscinetto in pelle, mentre Jeongin era completamente a suo agio.
Conversava con il barista e ridevano, lui con un bicchiere di Monte in mano, e l'unica cosa che Hyunjin sapeva che gli sarebbe piaciuto era uno shottino di sambuca, forse ne bevve due o tre, ma era troppo immerso nel viso di quel ragazzo per ricordarsene.
Si girò verso di lui, ora con il bicchiere pieno a metà iniziando una normale conversazione del perché Hyunjin fosse venuto proprio lì, proprio a New York.
Esattamente anche lui non sapeva perché fosse lì, magari per i suoi amici, magari per la richiesta di lavoro, forse per cambiare aria.
E questo portò a "Perchè fai il modello per l'azienda di tuo padre?" Chiese.
Jeongin girò il ghiaccio all'interno del bicchiere con la cannuccia mentre pensava a comporre una frase.
"Lo faccio da quando sono piccolo, un motivo preciso non c'è, ma mi piace ed è questo che conta"
Jeongin si alzò sistemandosi i pantaloni strappati tastando alla ricerca di qualcosa nelle tasche.
"Fumi?" Chiese e i suoi occhi si diressero verso una porta sul retro.
"Non proprio, ma se vuoi ti faccio compagnia"
Il cortile era piccolo e angusto sinceramente, i sacchi della spazzatura sbattuti intorno senza una logica e mozziconi di sigaretta nell'area camminabile.
"Sembri una persona a posto, non dirlo a nessuno" Hyunjin annuì non capendo a cosa, però, si rifersse.
Tirò fuori da un'astuccetto di metallo una canna preparata in precedenza lunga qualche centimetro.
Tenne tra le labbra una delle due estremità, accendendo l'altra.
Espirò e ispirò qualche secondo dopo, fece altri due tiri e gliela passò.
"Fumala bene, non va sprecata"
Lo copiò, sapendo già come fare, e ripassandogliela dopo il terzo.
Era da tanto che non fumava, circa due anni. Aveva smesso quando aveva iniziato a prendersi seriamente cura del suo corpo, abolendo fumo, iniziando una dieta e andando in palestra.
"È da 0.8, spero vada bene, se stai male ci sono io" disse facendogli l'occhiolino e ridendo dal naso.
Hyunjin rise con lui mentre faceva l'ultimo tiro e buttando il mozzicone a terra calpestandolo.
"Non inspirare" disse, si avvicinò mettendosi di fronte a lui, i loro nasi che si toccavano e i loro occhi che non si lasciavano mai.
Mise le mani hai lati delle loro labbra sulle guance aprendo la bocca.
Buttò fuori il fumo, rimasto troppo nei suoi polmoni, condividendolo con lui.
Era così bello esser così vicino a lui.
"Mi gira la testa" disse euforico e divertito mentre si allontanava di poco, ma prendendolo per un braccio.
Jeongin rise sistemandogli una ciocca di capelli castana dietro l'orecchio.
"Starai meglio dopo, mi accompagni da un'altra parte?" Chiese sorridendo e i suoi occhi si chiusero in due mezze lune bellissime.
Annuì e lo seguì tornando dento nel locale.
Il viggio fino al bagno fu una divertente avventura tra spintonamenti e mettere tutte le proprie forze per rimanere in piedi attaccato al suo capo.
Lo vide salutare due ragazzi e istantaneamente i staccò da lui cercando di apparire il più normale possibile e presentandosi.
Jeongin lo guardò esitante quando iniziò a tenere più le distanze.
Lo fece avvicinare di più non facendolo sentire escluso.
"Ragazzi lui è Hyunjin, il mio fotografo" disse e lui si inchinò per rispetto.
"Adesso hai pure un fotografo personale?" Il ragazzo girò gli occhi al cielo.
"Geloso Chan?"
"Decisamente, soprattutto perché è carino"
Hyunjin arrossì al complimento, il suo visto stava andando a fuoco e cercava con tutte le sue forze di non sorridere come un ebete.
"Vecchio ricordati che hai un ragazzo, e poi non siamo qui per fare conoscenza stasera, magari un'altro giorno" disse il secondo ragazzo nella stanza.
"Seungmin sei proprio impaziente" disse Jeongin mentre tirava fuori un sacchettino con della polvere bianca.
Gli occhi di Hyunjin si ingrandirono più di quanto pensasse fosse in grado di fare. Sentiva le goccioline di sudore sulla schiena e le mani tremare mentre li guardava fare.
"Non hai mai visto della cocaina?" chiese Seungmin mentre ne faceva cadere un po' sul piano del lavandino. Prese la carta di credito preparandola e dividendola di quattro strisce.
"No, mai" non aveva motivo di mentire, non sarebbe successo nulla, ne mentendo, ne dicendo la verità.
"Vuoi provare?" Questa volta lo chiese Jeongin, una mano era sulla parte della sua schiena vicino al fianco e avrebbe voluto non si staccasse mai.
"Magari per un'altra volta" disse e Jeongin si staccò avvicinandosi al lavandino.
Tappò la narice sinistra inspirando da quella destra e la sua faccia si accartocciò per il bruciore fastidioso.
Notò solo ora i suoi occhi rossi, lo guardava divertito mentre si avvicinava per portarlo con sé fuori da quel bagno sudicio e dal cattivo odore, lasciando Chan e Seungmin da soli.
In mezzo alla pista il suo corpo si muoveva senza una logica. Mani di sconosciuti sfioravano ovunque, la musica rimbombava nel suo petto e il suo cuore a ritmo con essa.
Jeongin non era da meno.
I tocchi di persone a caso diminuirono quando il più piccolo lo iniziò a tenere per i fianchi, non troppo vicino a lui per soffocarlo, non troppo lontano da non sentire il suo corpo.
Faccia a faccia ballavano seguendo la gente intorno a loro, pupille dilatate, occhi rossi e sorrisi involontari.
Jeongin era così bello ai suoi occhi, ma cosa ne stava facendo della sua vita?
Sta riempiendo il suo vuoto con moda e cocaina, solo per non sentirsi solo, per aver il brivido dell'ecitazione.
Poteva riportarlo sulla retta via, poteva aiutarlo a disintossicarsi e poteva soprattutto poteva aiutarlo a cambiare il modo di riempire il suo vuoto infinito nel petto.
Ci sarebbe riuscito.
🌸.•°🍒°•.🎀
Quando si svegliò non trovò di fianco a sè Minho, ne trovò Felix o uno dei loro gatti.
Il sole che penetrava dalle finestre era forte, tanto da dargli fastidio alla testa... oppure quello era solo il risultato di una sbronza con un semi-sconisciuto.
Si mise a sedere, ancora con i vestiti della sera prima, la parete esterna completamente in vetro con ai lati due grandi tende, abbastanza da poter coprire tutta la superficie.
Si trovava nel quartiere dell'Highline, lo adorava, così lussuoso e moderno allo stesso tempo, case enormi e meravigliose.
Jeongin lo sorprendeva ogni momento sempre di più.
Il suo telefono era posto sul comodino di fianco a lui, sotto carica e pieno di messaggi dai suoi coinquilini.
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CHE GAY🦆🦖🦦
🦖
Deficiente dove cristo sei?
Giuro che se torni dopo le 5 ti
frantumo in mille pezzettini
🦦
Sei esagerato
🦖
Felix torna a giocare a fortinite
🦦
🏃♂️
🦖
Dicevo
Rispondi sono preoccupato
🦦
@🦆
Sei vivo?
🦖
Ok le 5 sono passate
Spero che tu lo abbia scopato sennò
non saprei ancora darmi una
motivazione del tuo ritardo
🦦
POI DICCI TUTTO
Vogliamo i dettagli, proprio tutto
TUTTO
🦖
Vedi prima di farlo resuscitare
🦦
🙄😔
🦆
Esisto ancora
Sono a casa sua
Devo dire molto bella
🦖
ORA TI SVEGLI RITARDATO?
SONO LE 11
Tranquillo, sarò a casa prima delle 5
...
...
Del pomeriggio
🦦
Hai scopato?
🦆
No
🦖
Ritieniti ufficialmente un babbo
Belìn figa dovevi segiure il mio piano
Vai da lui non ti voglio più sentire fino alle 5
🦆
🤨
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"Sei sveglio" il ragazzo più piccolo entrò in stanza, in mano un bicchiere d'acqua e una tachipiriba per il mal di testa.
"Non so ingoiare le pastiglie" disse mentre si alzava cercando di stare in piedi.
"Ti ricordi come si cammina?"
"Finché non mi hai tagliato le gambe sì"
Si diresse verso la cucina dove trovò l'intero ripiano coperto sa taglieri coltelli e frutta tagliata messa in una ciotola.
"O prendi la pastiglia o ti rimane il mal di testa"
Hyunjin lo guardò titubante, i suoi occhi passavano dal suo viso alle sue mani, decidendosi.
"Caffè?"
Jeongin alzò gli occhi al cielo posizionando ciò che aveva in mano sul tavolo e andando a cercare una caffettiera nei mobiletti
"Comunque, finché io non sono a lavoro tu non vai in azienda, se io ci sono, ci sei pure tu, questo vale anche per il contrario"
"Quindi lavoro esclusivamente per te?"
"Esattamente, per questo sto cercando di essere più amichevole, sarò l'unica persona che vedrai durante il lavoro"
Il castano annuì mentre prendeva dei pezzettini di mela dalla ciotola.
"Posso farti una domanda?" chiese Hyunjin seduto sullo sgabello dell'isola.
"L'hai appena fatta" fece un sorso del suo the nascondendo un sorriso beffardo.
"Dicevo, perché... perché ti riduci a queste esperienze?"
Lo vide diventare più serio e cercò di spiegarsi meglio.
"Intendo, perché fai uso di droghe?"
"Come hai detto tu sono esperienze" fece una pausa sospirando.
"Conosco quei due ragazzi da quando ho iniziato il liceo, e crescendo ho conosciuto anche altri loro amici. Molti di loro durante delle feste si facevano di droghe, pesanti o leggere che siano, e io li seguii"
Hyunjin rimase ad ascoltarlo, triste per l'adolescenza rovinata di una persona così meravigliosa.
Poteva meritarsi di meglio, invece...
"Sono in questo gira da circa 3 anni, ho iniziato a 16"
"Mi dispiace, non hai provato a smettere?"
"No, ma penso che questi non siano affari tuoi" la sua voce si irrigidì e il suo sguardo cambiò da vivace a un cupo sentimento.
Avrebbe dovuto tacere.
Dio era così dispiaciuto per lui senza nemmeno sapere cosa avesse passato in quegli anni.
Chissà quante persone conosceva e ora non c'erano più. Quanto avrà speso per questo?
Perché sta rovinando così la sua vita?
Avrebbe pututo chiedere, ma l'idea migliore in quel momento sarebbe stata salutarlo e scappare a casa sua.
Decisamente, voleva tornare a casa.
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