《Capitolo 1: From Strangers To Friends》
Desideravo avere un briciolo del tuo carattere.
Quel ragazzo faceva proprio schifo a scuola.
Non prendeva mai una sufficienza e non faceva altro che litigare con i professori, facendo ridere ogni volta i compagni. Recuperava le ore di sonno perse la notte, durante le lezioni a cui non prestava mai un briciolo della sua attenzione e le sgridare che i professori gli dedicavano, gli entravano da un orecchio e gli uscivano dall'altro.
Per gli adulti, non aveva futuro e forse avevano anche ragione.
Al tempo non facevo altro che odiarti. Non che avessi qualche tipo di motivazione seria ... Semplicemente ti odiavo.
Sembrava condannato a fare chissà che lavoro miserabile, ma a lui nemmeno quello interessava. Il suo futuro lo aveva già deciso da tempo assieme ai suoi amici più cari e niente e nessuno lo avrebbe allontanato da quello.
Era così incredibilmente stupido quel ragazzo.
Ti odiavo perché eri l'unico che riuscivo ad ammirare per quello che eri, perché non avevi nulla di ammirabile, ma io non potevo fare a meno di ambire a essere un briciolo di quello che eri tu e seppur non ti conoscessi nemmeno, passavo più tempo di quanto pensassi a guardarti.
Ma per quanti problemi causasse sembrava non cambiare mai. Per quante parole furono sprecate per lui, per quanto tempo i professori provarono a portarlo sulla retta via, per quanto tutti ci provassero,
lui non cambiava mai e questa cosa la faceva sorridere sempre involontariamente.
Ed io volevo divertirmi... proprio come facevi tu. Ma io, al contrario tuo, non trovavo il coraggio di osare.
Lui non aveva paura. Non aveva paura delle conseguenze delle sue azioni. Picchiava qualcuno? Lo faceva senza pensarci. Usciva dalla scuola senza permesso? Lo faceva quando ne aveva voglia e niente e nessuno riusciva a fermarlo. Sembrava un animale fuori controllo, eppure sembrava così dannatamente felice.
Quello che pensavo era convenzionalmente sbagliato. Io e te non avremmo mai dovuto avere a che fare secondo il pensiero altrui. Io a scuola andavano schifosamente bene e tu invece facevi perfettamente schifo. Io non infrangevo mai nessuna delle regole che venivano imposte e tu sembravi avercelo come hobby.
Eravamo su due pianeti completamente diversi, eppure ambivo a quel tuo mondo ribelle.
《Baji Keisuke torna subito qui!!》
Sbraitò ancora una volta il professore all'interno dell'aula, cercando come poteva di far tornare il suo alunno all'interno della classe, ma questo sembrava proprio non udirlo e come spesso faceva se ne andò dalla classe.
E lei lo odiava perché si sentiva presa in giro, ma quella era la sua scusa. Lei era una stupida che rimaneva in classe, mentre lui usciva per andare a divertirsi? E a quel pensiero non ci vide più.
Ero una fifona. Avevo paura di infrangere le regole, avevo paura delle conseguenze, avevo paura delle parole altrui eppure il voler rincorrere la mia ambizione mi diede coraggio, anche se quella mattina ero solamente arrabbiata con te. Mi sentivo presa in giro dal tuo solito comportamento.
Si alzò di scatto dalla sedia del suo banco scolastico e sotto lo sguardo dei compagni e del professore uscì dalla classe seguendo il passaggio di quel teppista dai capelli neri.
Forse qualcuno le parlò anche, ma lei non sentì. Stringeva i pugni e con lo sguardo basso udiva nella sua testa solo il rumore del suo cuore, che come in una bufera scalpitava impazzito. Che cosa stava facendo non lo sapeva nemmeno lei, sarebbe sicuramente stata sgridata per quello che stava facendo, ma per un momento non le importò.
E una volta fuori dall'aula, vide la figura di quel ragazzaccio girato di schiena, che con le mani in tasca si affrettava ad andarsene.
《Chi ti credi di essere ogni volta!》
Forse se me ne fossi stata buona al mio banco, le cose sarebbero state diverse, ma quello che è successo da quel giorno in avanti è soltanto la conseguenza delle mie azioni.
Lui si girò annoiato e la guardò facendo un verso dubbioso.
《Si insomma, esci sempre dall'aula quando ne hai voglia, credi che tutti gli altri siano dei deficenti a confronto tuo?! Perché tu puoi fare quello che ti pare e gli altri no?! Perché io no?!》
Forse stava urlando, forse le sue mani divennero bianche da quanto forti le stava stringendo e il ragazzaccio si avvicinò a lei con un sorrisetto sul volto.
《Eppure adesso sei anche tu fuori dalla classe no?》
Forse saremmo potuti rimanere sconosciuti per sempre. Io non avrei mai sofferto per te e tu non mi avresti mai amato e rimanendo nell'ombra ti avrei sempre ammirato, accontentandomi di ciò che mostrarvi a tutti.
Dopo la sua domanda, rise. Rise facendo risplendere il brutto corridoio deserto da cui erano circondati e senza rendersene conto le sue guance diventarono rosse per l'imbarazzo. Baji aveva ragione.
Forse fu proprio in quel momento che si innamorò di lui.
Le sorrise. Le sorrise con un sorriso che forse non gli si addiceva e tutta la rabbia e l'odio che provava prima sembrarono svanire con quel suo misero gesto. Il mondo era morto per lei, in quel momento c'era solo lui.
Lui le afferrò il polso continuando a ridere e la trascinò dietro di sé.
Forse dovrei maledire il mio coraggio, la mia stupida voglia di seguirti, ma non credo che lo farò mai, perché probabilmente dovresti solo essergli grata.
Iniziò a correre. Corse per quegli spogli corridoi, privi di ogni studente o professore. Sembravano esserci solo loro e lei non vedeva altro che i capelli neri del ragazzo che gli battevano contro la schiena ad ogni passo svelto che faceva, mentre tutto scorreva veloce e senza nemmeno rendersene contro, ormai era già fuori dalla scuola.
《Sei mai salita su una moto?》
Eppure, nonostante tutto, se dovessi tornare indietro credo rifarei tutto. Tu mi hai dato così tanto e non posso fare a meno dei nostri ricordi.
《C-che intenzioni hai?》Domandò lei ancora imbarazzata.
《Per una volta smettila di fare la sapientona e chiuditi quella boccaccia!》
Questa volta ghignava e non lasciando possibilità di decisione alla ragazza, le afferrò la vita e la sollevò facendola sedere sulla sua moto. Le infilò il casco in malo modo, facendo si che tutti i suoi capelli le finissero davanti alla faccia e poi si allacciò il suo al collo, lasciando che gli cadesse sulla schiena.
《Tu non metti il casco?》
So che ha fatto male e un po' lo fa ancora adesso. Quei nostri ricordi ora sono custoditi con cura e gelosia all'interno del mio cuore, ma forse ho dovuto riscattare la mia felicità ad un prezzo troppo severo.
《Ai tipi tosti non serve il casco》
E dopo che la ragazza si strinse al moro, lui partì a cavallo della sua moto, con un ghigno sul volto, verso una meta che la povera fanciulla non conosceva e nel silenzio della sua testa le prese il panico.
Era uscita dalla scuola senza permesso e non aveva nemmeno avvertito i suoi genitori. Era sulla moto di un teppista, che la stava portando chissà dove e aveva paura.
Più che paura di quel ragazzo, aveva paura delle conseguenze e anziché godersi il viaggio, soffocava se stessa sotto quel casco che le proteggeva la testa.
E talmente era presa da sé stessa, che non si era nemmeno resa conto che la moto si era fermata dopo quel breve viaggio. Baji le tolse rudemente il casco e ancora sorridente le chiese:
《Ti piace il Peyoung Yakisoba?》
Ma seppur tutto quello che provavo con te, ormai non esiste più, io sono felice.
Si erano fermati in un'area di sosta affiancata alla strada, poco più distanti da una camioncino che vendeva nient'altro che cibo e Talia, la ragazza dall'aria confusa, non sapeva cosa pensare o cosa dire.
Erano veramente fuggiti da scuola per andare a mangiare cibo in mezzo alla strada?
Lei non gli rispose. Si torturava involontariamente le mani, cercando di far sparire l'ansia che alloggiava dentro di lei e Baji con quel poco di pazienza che gli rimaneva cercò di parlare a quella secchiona rompi palle.
《Hey Nerd, qual è il problema?》
《Non ci sgrideranno per quello che abbiamo fatto?》Gli rispose ancora seduta sulla sua moto.
Il moro inizialmente stupito, iniziò a ridere sonoramente, tanto che iniziò a tenersi la pancia dalle risate che fece.
Quella domanda gli parve quasi come una battuta e ancora una volta la ragazza lo odiò.
Lei che non aveva mai paura dire la sua, in quel momento si imbarazzò di nuovo per la domanda che fece. Si sentiva così stupida. Si sentiva così stupida di fronte al ragazzo peggiore della classe, se non dell'intera scuola.
《Certo che ci sgrideranno, è abbastanza ovvio che lo faranno! Ma infondo che ci interessa? La mia vita è una sola e finché posso divertirmi voglio farlo. Non voglio avere rimpianti e non dovresti volerne avere nemmeno tu. Pensa solo a divertirti, le conseguenze arriveranno dopo》
Non di quella felicità in cui il suo significato è letterale, ma di una felicità parziale, come un puzzle senza l'ultimo blocchetto, quella felicità che ti lascia l'amaro in bocca come del caffè troppo denso per essere digerito e questo da quando tu non sei più al mio fianco.
Le parole che le regalò, le si tatuarono in quell'istante in mente e senza più aspettare, il moro la fece scendere dalla sua moto, trascinandola verso il camioncino dove presero due confezioni di Penyoung Yakisoba.
Si appogiarono alla moto che li aveva accompagnati fin lì e in silenzio mangiarono quel piatto che sembrava stranamente più buono del normale.
《Come fai a fregartene di tutto quanto?》
Ebbe il coraggio di chiedergli.
E seppur la mia vita vada avanti, non potrei mai dimenticarmi di te. Non potrei mai dimenticarmi di colui che mi ha insegnato a vivere senza pensieri.
《Perché non voglio avere rimpianti》
Se la vita era fatta solo da momenti felici, lui voleva che la sua vita fosse formata solo da quei momenti.
《Se tu dovessi morire ora, potresti dire di non avere rimpianti?》
《No, non potrei dirlo》Gli rispose lei.
Ne avrebbe avuti così tanti di rimpianti che le sue dita non sarebbero riuscite a tenerne il conto e tra una bacchettata di Yakisoba e l'altra, parlavano di ciò che pensavano come se si conoscessero da sempre.
《Va bene, ho capito. Allora ti piacerebbe imparare a vivere?》Domandò ghignando.
E forse fu proprio da lì che le cose iniziarono a prendere una piega diversa da come Talia se l'era immaginata.
Quel teppista da cui nessuno si aspettava nulla, le insegnò a vivere.
Ed ora, proprio tu che non volevi avere rimpianti, sei morto con il più grande rimpianto che potessi mai avere: Quello di non essere mai riuscito a sposarmi.
Spazio Autrice
Buongiorno raggi di sole, e vi presento con orgoglio i protagonisti di questa nuova storia su Tokyo Revengers, Baji e Talia :)
Spero che questo primo capitolo sia stato in grado di mettervi quella curiosità necessaria per andare avanti e che ovviamente vi sia piaciuto.
Vi avviso già, che questa storia purtroppo non avrà molti capitoli, ma spero di riuscire a farla piacere in ogni caso.
Fatemi sapere che ne pensate e Zia Ryu si dilegua :) <3
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