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Asseculus Anderson

"Accio! Accio! Maledizione, Jacob, non funziona!"

"Prova ad immergere la bacchetta, anche solo un pochino."

Il sole era appena sorto; Queenie e Jacob erano stati i primi a svegliarsi. La sera prima avevano pensato di provare a riprendere con la magia alcuni degli ingredienti per pozioni di Queenie, per riuscire almeno a sopravvivere.

Stavano provando a recuperarli da una ventina di minuti, senza risultati.

Non appena Queenie mise i piedi nell'acqua una figura si palesò alle loro spalle.

"Non credo sia necessario.".

Jacob si girò di scatto mentre Queenie, rallentata dall'acqua e dalla sabbia, ci mise qualche secondo in più.
Dietro di loro videro il Capitano Anderson, vivo e vegeto più che mai.

Rimasero senza parole e Jacob aprì impercettibilmente la bocca, in segno di sorpresa.

"Capitano?", chiese Queenie, incerta.
"Asseculus Anderson in persona, signora.".

Queenie e Jacob si guardarono, accigliati.

"Ma lei... Lei non era...?", chiese Jacob, incredulo.
"Come sua moglie si è messa in salvo sull'isola non vedo perchè non avrei potuto farlo anche io, signor Kowalski.".
"Lei è un mago?", domandò la strega.
"Esattamente.".

Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Asseculus Anderson riprese la parola.
"C'è un porto non molto lontano da qua. Possiamo arrivarci a nuoto: al fondo della grotta ci sono molti ingredienti quali pietre ed erbe magiche, serviranno a fare una pozione per aumentare la forza di ciascuno di noi. Ce ne sono a sufficienza.".

Asseculus era più che diplomatico ma, quando Queenie provò a leggergli la mente, trovò un muro, tremendamente impenetrabile. Non volle dirlo a Jacob, quella strana voce di Tina le intimò di non farne parola.
"Andiamo a vedere, se è così.".

Qualche ora dopo i due maghi erano riusciti a trasfigurare una grande pietra in un calderone, altre più piccole in bicchierini e a trovare tutti gli ingredienti per creare la pozione.
Era stato molto più facile del previsto. Asseculus aveva trovato tutto con una sicurezza e velocità quasi allarmanti ma Tina, ancora una volta, le disse di non parlare.

Tina, Tina, Tina.

Queenie ovviamente sapeva come preparare quella pozione, era tra le prime a venir insegnate ad Ilvermorny.
Asseculus, però, le consigliò di aggiungere in ogni bicchiere una goccia dello strano ingrediente che teneva in mano, del quale non voleva svelare i componenti nè gli effetti.

Aggiungilo, Queenie. Ascolta tua sorella.

La donna ne aggiunse una goccia nel primo bicchiere. 

"Fratelli e sorelle! Amici e amiche..."
Queenie aveva già sentito quelle parole ma la voce di Tina non voleva dirle dove. 
"C'è un solo modo per metterci in salvo: la magia!"

Tutti si misero a ridere, immaginando che Asseculus stesse facendo il comico del gruppo, per smorzare la tensione.
Solo un bambino, di nemmeno  dieci anni, non si unì alle risate. 

Quando però Anderson alzò la bacchetta, facendone illuminare la punta, tutti tacquero.
"Bene. Noi, grazie a questa, possiamo fare qualsiasi cosa! Guardate, guardate!".

Dalla bacchetta uscì del fumo grigio che iniziò a formare nel cielo un strano simbolo, composto da un triangolo, un cerchio ed una linea. 
Queenie aveva già visto quel simbolo, ma non sarebbe riuscita a dire dove. 
Jacob si stava allarmando, così chiese aiuto a Queenie. La strega voleva dirgli cosa stava succedendo, ma una forza dentro di lei le fece rispondere:
"Va tutto bene, Jacob. Non c'è nulla di cui preoccuparsi.".

"Melody Claythorne, vero? Vieni qua, questa pozione ti darà un immediato senso di forza! Potrai anche tu dire ai tuoi compagni quanto la magia possa fare miracoli!".

Melody si avvicinò ad Asseculus; Queenie tentò di fermarla, ma una Forza Superiore le impedì di scollare i piedi dal suolo. 
Bevve la pozione. Si sentì subito rinvigorita: provò anche a comunicarlo al marito Christopher ed alla figlia Diana, senza riuscire ad aprire bocca. 

Iniziò a vedere tutto scuro, la vista annebbiata. In pochi secondi si accasciò a terra, il petto che non si alzava più, il corpo esanime.

Non leggergli la mente, Queenie. Ascolta tua sorella. 

Queenie gli lesse la mente: i Doni della Morte, Grindelwald, l'ingrediente mortale e Père Lachaise; Nurmengard, Credence e il signor Graves; una mappa, la nave ed una rotta sbagliata appositamente.

Asseculus si girò velocemente verso Queenie, con un sorriso stampato in faccia. La sua espressione era veramente inquietante in quel momento: gli occhi grigi come la pietra potevano congelare chiunque, sapevano sprizzare oscurità come lo facessero da sempre. I capelli chiari come la luna erano inspiegabilmente fermi, nonostante le raffiche di vento.

L'ultima cosa che Queenie vide intorno a sè, prima di focalizzarsi su Anderson, fu Diana che piangeva sul corpo della mamma e Jacob che consolava Christopher. 
Seppe in anticipo le mosse dell'avversario.

"Incarceramus!", gridò.
Lui schivò il colpo, incominciando una raffica di incantesimi non verbali. Queenie li parò facilmente. 
Iniziarono ad uscire scie colorate dalle bacchette di entrambi: c'era chi guardava ancora il corpo di Melody, chi guardava stranito la scena che avevano davanti e chi correva dentro la caverna. 
Lo stesso bambino che poco prima non si era unito alle risate stava osservando la tecnica di Asseculus. 

"Crucio!".
Queenie si spostò di lato, interrompendo con un incantesimo non verbale la maledizione. 
I due fecero scaturire dalle bacchette due incantesimi contemporaneamente. Si scontrarono tra loro, dando nascita ad una linea rossa e verde, che il bambino continuò a fissare. 

"La imito bene tua sorella, vero Goldstein?".
Asseculus tentò di distrarre l'abile strega, che non si fece ingannare.
"Come Lewis vuole, Anderson.".

Nonostante Queenie stesse facendo uno sforzo enorme non riusciva a contrastare completamente Asseculus: pochi minuti dopo il fascio verde l'aveva quasi raggiunta.

Stacca e riprendi, Queen. È l'unica tecnica, ricordi?

La voce di sua sorella, quella vera per quella volta, le ripeteva gli insegnamenti di Ilvermorny.
Tina aveva sempre insegnato alla sorella le sue tecniche quasi infallibili.

Queenie interruppe il contatto e, con una mossa secca del braccio, recuperò esattamente sulla punta della bacchetta un filo di quell'energia così affascinante, ma distruttiva più di una catastrofe.

Quando il letale fascio di luce colpì Anderson in pieno petto egli cadde rovinosamente a terra, sotto gli occhi soddisfatti di Queenie e stupiti dei presenti.

L'atmosfera non era delle migliori, in quel momento. 
Christopher e Diana erano ancora chini sul corpo di Melody, Queenie si era seduta a terra, appoggiando una mano al ventre e Jacob non sapeva da che parte girarsi.

Tutti gli altri guardavano meravigliati la donna, senza rendersi conto del dolore fisico che stava provando. Solo Jacob se ne accorse; camminò verso di lei e le si accostò. 

Su quell'isola nessuno capiva più niente: la famiglia Claythorne non voleva capire, Jacob non sapeva come aiutare Queenie, tutti gli altri non riuscivano a comprendere come una persona, la quale ha ucciso una di loro, è stata uccisa a sua volta dalla bella donna raffinata, bionda e con gli occhi azzurri.

Solo due persone avevano chiara la situazione: Queenie e il bambino che aveva osservato tutto quanto.
Si nascose nella grotta, poi più nessuno lo vide. 

New York, 1934

"Sicura di stare bene, Queen?".
"Non preoccuparti Jacob, ho aspettato di rimettermi in sesto prima di smaterializzare tutti quanti.".
Erano riusciti a tornare tutti quanti a New York, grazie a Queenie. Jacob ammirava ogni giorno di più la moglie, ed il suo amore per lei continuava ad ardere come un fuoco acceso.
"Ora dovrai Obliviarli tutti, vero?"
"Sì, non modificherò la memoria solo a Christopher e Diana: devono sapere la vera storia di Melody. Mi hanno giurato di non dire nulla a nessuno.".

Raggiunsero un luogo isolato di New York, perfetto per sfoderare la bacchetta.
"Perfetto! Ci siamo tutti?".
Queenie passò rapida lo sguardo tra tutti i presenti. Assunse un'espressione preoccupata.
"Qualcuno sa come si chiami quel bambino? Non lo vedo tra di voi.".
Si guardarono tutti con aria incredula, ma Diana sembrò ricordare qualcosa:

"Non ne sono sicura, purtroppo. Mi sembra si chiami Tom Riddle, o qualcosa di questo genere.".

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