La scatola
"Chiamami quando sarai arrivato a casa, Titus.".
"Contaci, Tawny.".
Erano quasi le cinque di mattina e la festa di compleanno di Tawny era appena terminata. Si erano divertiti parecchio. E avevano bevuto parecchio.
Tawny sentì bussare alla sua porta. Sapeva quanto suo fratello fosse sbadato. Mosse qualche passo verso di essa. Non distava molto dalla cucina, casa sua era piuttosto piccola.
"Cos'hai dimenticato, fratellino?".
Aprì la porta. Davanti a lei solo le case dall'altro lato della strada e, dietro di esse, le prime luci dell'alba.
Fece qualche passo sullo zerbino, sicura di aver sentito bussare. Si mosse incerta, sulle punte dei piedi, come avesse paura di svegliare un piccolo bambino dormiente. Cadde improvvisamente, inciampamdo su qualcosa che non ricordava aver appoggiato sull'uscio della sua porta d'ingresso. Si girò, rivolgendo lo sguardo verso quell'improbabile ostacolo.
Una scatola. Una scatola nera. Schiuse gli occhi per mettere a fuoco e sì, era proprio una scatola, con un biglietto sopra.
"Divertiti, figliola, ma non troppo. Questo è per ricordarti che, prima o poi, tutto torna.".
Tawny ggrottò la fronte, confusa. Quella era la scrittura di suo padre. Ma suo padre era morto sette anni prima.
La aprì, con la mano leggermente tremante. Non appena tolse del tutto il coperchio, chiuse gli occhi, come avesse paura di guardare. Appena li riaprì, un sorriso le dipinse il volto. Ma quello non era un bel sorriso. Era un sorriso sadico, assetato di sangue. Ora più nulla sarebbe riuscito a placarla.
La toccò, la prese in mano, delicatamente, come un fragile vaso di cristallo.
Immaginò la perfezione che essa avrebbe assunto sul suo viso.
Era una maschera, quella maschera. La maschera che suo padre aveva usato per commettere la strage di Wood Street. L'aveva realizzata lui stesso, mettendoci tutto l'amore e l'attenzione possibili. Era nera, nera come il piccolo pezzo rimasto intatto della sua anima. Non aveva nessun foro visibile per gli occhi, possedeva due retine nere che permettevano la visione solo dall'interno. Sotto di esse c'erano piccole gocce rosse. Sangue. Se fosse stato di suo padre o delle innocenti vittime di Wood Street, a Tawny non importava. Voleva indossarla. Sembrava nata per quello. Rivolse un sorriso al cielo, come volesse dire a suo padre quanto fosse fiera di lui.
Tawny era sempre stata dalla parte del fratello e della madre, diceva con apparente convinzione quanto non si aspettasse un tale gesto dal padre. Ma in segreto lo ammirava.
Ammirava come, con il sangue freddo, avesse afferrato un coltello dalla cucina in piena notte. Come avesse suonato il campanello di tutte le case, uccidendo ogni persona, una ad una. Solo loro tre erano stati risparmiati da quegli attimi di follia. Ammirava come, appena sentite le sirene della polizia, si fosse tagliato la gola, sfuggendo alla cattura.
Ma ora quella maschera apparteneva a lei. Era da sempre appartenuta a lei. Suo padre l'aveva già deciso, scrivendo quel biglietto.
La indossò, con la più impensata delicatezza, poi si diresse verso la sua cucina.
Era ora di ripulire quel maledetto posto.
Nota autrice:
WattpadBrividoIT
Parole: 500
Per chiunque stesse leggendo, spero che vi sia piaciuto e ditemi se pensate ci sia qualcosa da modificare!
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