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《Capitolo 5》

Arrotolata nel suo futon anche d'estate, si agitava a ritmi incostanti e lui la guardava facendo silenzio, come se stesse osservando un dipinto esposto in un museo. I suoi capelli arruffati e la ciocca rossa che stranamente non era raccolta nella solita treccia che portava, mentre il suo volto era accerchiato dal buio che creavano le serrande in quella stanza monotona.

L'unico suono udibile nella stanza era il suo respiro a tratti regolari altri meno... chissà che cosa le passava per la mente, si chiedeva. Le appoggiò una mano sulla testa, sperando di calmare quella ragazza che da sveglia prendeva il posto del sole.

《Ti senti sola anche tu eh Ira?》

Era una cosa che Mikey conosceva bene. L'assenza di suo fratello lo faceva spesso sentire solo, ma in fondo sapeva di non esserlo. Si era in qualche modo circondato di persone che lo rispettavano e gli volevano bene, lui aveva trovato negli amici, la famiglia che aveva perduto da tempo. 

Forse Ira era più comprensibile quando dormiva. La felicità che sprizzava ogni giorno, era così genuina da far credere avesse una bella vita, una famiglia che l'amava e degli amici fantastici... eppure casa sua era deserta, il frigo era quasi vuoto e la sua camera disordinata.

La mano che Mikey aveva appoggiato sulla testa di Ira sembrava esserle stata d'aiuto, dato che come lui sperava era riuscita a calmarla, ma gli venne poco dopo spostata da li. Trascinata da quella di Ira a stringersi con la sua e la portò talmente tanto vicino al petto che Mikey riusciva a sentire il calmo battito del suo cuore.

《Tranquilla, non me ne vado》

Non riusciva a smettere di guardarla, aveva paura che smettendo di farlo, avrebbe tralasciato qualche dettaglio.
Più passava il tempo con quella ragazza e più gli veniva voglia di saperne di più su di lei e fra i suoi pensieri si addormentò affianco a Ira.

Al risveglio della ragazza, qualche ora dopo, ci pensarono i raggi del sole che filtravano dalle fessure delle serrande. I suoi occhi si aprirono svogliatamente, uno dopo l'altro trovandosi di fronte un 15enne a capo di un gruppo di delinquenti. Sarebbe stato mentire dire che non si era spaventata, ma fortunatamente non fece svegliare il ragazzo con cui si stava tenendo per mano.
Non sapeva come lui fosse arrivato in casa sua e non sapeva nemmeno come la sua mano fosse fra la sua, ma decise di non fare nulla e godersi il silenzio del mattino ancora un po'.

Le sembrò di aver usato un po' troppo il cuscino, notando Mikey che dormiva senza da non sapeva nemmeno lei quante ore e così cercò di metterglielo delicatamente sotto la testa, senza lasciargli la mano calda che teneva salda la sua. Con la mano libera, gli spostò le ciocche di capelli biondi che gli cadevano sul viso, dietro l'orecchio e continuò ad osservare in silenzio quel faccino dormiente.

Era così tranquillo, mentre il suo respiro calmo cercava di coprire il rumore delle macchine che passavano in lontananza e l'unico pensiero che le passava per la testa in quel momento, era quello di conoscere quel ragazzo dalle mille sfaccettature, che venne svegliato tempo dopo da un forte odore di dolce.

Affianco a lui la ragazza non c'era più e sotto il suo collo si trovò un morbido cuscino che sapeva di lei. La tentazione per il cibo lo fece correre come correva per pochi e si fiondò in cucina, vedendo una Ira intenta a lavare la padella.

《Buongiorno, ho preparato la colazione》

 Un piatto pieno di crêpes e due bicchieri pieni fino al bordo, lo tentavano con richiamo quasi assordante, mentre i suoi occhi si aprirono improvvisamente appena videro quel tavolo preparato dalla ragazza, che sorrideva come sempre in sua direzione.

《Ho pensato potesse piacerti il latte così te l'ho messo nel bicchiere, se non ti piace-》
《È tutto perfetto》

Forse erano più le volte in cui saltava i pasti come la colazione, che quelle in cui qualcuno gliela preparava e così si sedette senza dire nulla...  E come un bambino a Natale sorrise, iniziando a mangiare ciò che si trovava davanti.

《Quindi... come hai fatto ad entrare senza le chiavi?》
《Io e Ken-chin non volevamo svegliarti, così abbiamo sfondato la porta e pensa non si è nemmeno rotta! Incredibile vero?!》
《Ma non avreste potuto semplicemente scassinarla?》
《Sarebbe stato noioso!!》
《Ovviamente come ho fatto a non pensarci prima, ma a proposito, dov'è Draken?》
《Lui oggi aveva da fare. È andato ad indagare su una gang che a quanto pare sta cercando rogne con noi ed è anche per questo se sono venuto qui》
《Anche?》
《Si perché oggi sarei stato da solo e mi sarei annoiato!》

Disse per poi sdraiarsi sul resto della tavola vuota fissando l'ultima delle crêpes rimaste. Poi guardò Ira, che aveva mangiato solo 2 dei dolci che lei stessa aveva preparato, con aria di sfida.

《Mangiatela pure, io solitamente non mangio tanto》
《Peggio per te!》

E senza aspettare più nessun invito, finì in brevissimo tempo quel dolce, che come tutti gli altri del resto, amava.

《Si fanno chiamare Dice*, ma sono dei falliti》
《Falliti?》
《Non mi preoccupano affatto quelli, è Draken che ha insistito per saperne di più》
《Non so la ragione per cui li definisci falliti, ma secondo me Draken ha fatto bene, non è consigliabile sottovalutare qualcuno di cui non si conosce la reale forza, non credi?》
《Ho visto due di loro, qualche tempo fa, che tentavano di scippare una vecchia! Ma ti pare?! Questa è solo una mossa che dei falliti potrebbero fare! Quelli non si possono nemmeno definire delinquenti! Non ne hanno il diritto, stanno solo infangando il nostro nome》

Ira ammirava quello strano concetto che Mikey aveva dei delinquenti. Per quanto questo termine indicasse qualcosa di negativo, lui voleva lo stesso partire da quello per cambiare radicalmente il suo significato. Mikey voleva essere colui che avrebbe cambiato tutti i delinquenti di Tokyo per poi cambiare tutti quelli del Giappone e per quanto infantile poteva essere qualche volta, era così ambizioso che certe volte si distruggeva da solo.

《Secondo me non è necessario che tu te la prenda per della gente così, poi sono sicura che tu sarai in grado di cambiare le cose Mikey! E diventerai il capo di tutti quelli che sarai fiero di definire delinquenti》
《Sei sicura perché sarà così che andranno le cose! Fin quando ci sarò io non permetterò a nessuno di battermi》

Era pieno di timori, di dubbi e di paure... ma era normale che fosse così e in quel momento lui stava cercando di rassicurare più se stesso che Ira. Ciò di cui si stava facendo carico Mikey, era qualcosa mille volte più grosso di lui, e infondo lui era ancora un ragazzo delle medie.

《Ricordati solo che prima del capo della Toman, sei Mikey》

Mikey ci mise un po' prima di rispondere, e dopo il silenzio parlò.

《Il mio vero nome è Manjiro Sano》

A quella risposta Ira non sapeva cosa rispondere... Che cosa avrebbe dovuto dirgli il suo vero nome? Reiko Hoshi non era il suo nome, era il nome di una ragazza morta. Non era ne lei, ne nessun'altro, eppure a stare zitta di fronte al ragazzo che attendeva risposta, le sembrava quasi un torto verso di lui... Ma non voleva far sapere ciò che era.

《Mentirei dicendo che non mi interessa sapere il tuo, ma se non vuoi dirmelo-》
《Reiko Hoshi. Questo è il nome di una ragazza morta, lei non esiste più》

Il suo sguardo era basso e l'alone di felicità che emanava ogni volta, sembrava essersi interrotto completamente. In quel momento Mikey ebbe paura, non l'aveva mai vista così e per quanto cercasse di capire cose le passasse per la testa, l'unica cosa che riusciva a cogliere in lei uno spaventoso senso di repulsione. E seppur non stesse facendo nulla, sembrava così strana da fare quasi paura e come se non fosse successo nulla alzò lo sguardo e sorrise.

《Scusa, so che non era tua intenzione. Andiamo a fare un giro?》

Faceva paura... Con quel cambio radicale di comportamento sembrava quasi volesse soffocare qualunque cosa ci fosse all'interno del suo cuore, eppure Mikey per quando potesse immaginare  quali fossero le sue ragioni, quello che non riusciva a capire proprio era il modo in cui tentava di apparire felice e spensierata di fronte a tutti.

《Va bene. Seguimi》

Solitamente Mikey avrebbe lasciato stare, se non voleva parlare quelli non erano fatti suoi ed erano sue scelte personali eppure sapeva che se qualcuno non avesse mai tirato fuori con la forza, qualunque cosa Ira stesse cercando di soffocare, quel qualcosa sarebbe morto insieme a una parte di Ira.

Ma prima Mikey doveva farsi perdonare in qualche modo e così prese la sua moto e ci fece salire sopra anche Ira, ignara della destinazione del viaggio che avrebbero intrapreso. I caschi in quel momento erano solo un opzione fra le tante, ed Ira prima di quel momento non era mai salita su una moto, ed il vento quasi soffocante, la teneva troppo impegnata per farle pensare a tutte le preoccupazioni che le passavano per la testa, mentre le macchine scorrevano veloci al suo fianco, che quasi faticava a vederle.

Non riusciva a parlare e Mikey silenzioso proseguiva il suo viaggio superando più macchine possibili, mentre il motore della sua moto si faceva riconoscere in tutte le strade di Shibuya... E poi dopo forse ore, Ira lo vide.

Così immenso e limpido, che rifletteva come uno specchio i raggi del Sole che sembravano riuscissero a farlo brillare, mentre con la sua vasta presenza faceva sparire come per magia, la linea dell'orizzonte che lo separava dal cielo, facendoli fondere insieme. Era il mare...

In quel momento Ira era esattamente una bambina di 7 anni che dopo un lungo viaggio in macchina, si spiaccicava contro il finestrino chiuso per ammirare in lontananza lo splendore del mare che lasciava mille stupori.

《Mikey! Il mare!》

Urlò indicando quella distesa d'acqua, come se nessun'altro oltre lei riuscisse a vederlo. Ma  forse, loro erano solo dei bambini, bambini obbligati a crescere troppo in fretta da un mondo che non accettava il loro essere infantili. 

Il mare quasi si specchiava negli occhi di quella ragazza che in quel momento ebbe il bisogno di fare la bambina di fronte ad uno spettacolo che aveva visto solo in foto.

Mikey posò la moto, ed aiutò Ira a scendere, mentre sembrava incantata da chissà quale magia e senza dire nulla si appoggiò a quel parapetto in acciaio che la separava dalla spiaggia.

《Non ero mai venuta al Mare》

Disse non distogliendo lo sguardo dall'acqua che sembrava chiamarla, mentre lo sguardo del ragazzo era più concentrato sulla ragazza, che sul panorama a cui faceva ogni tanto visita.

《Mio fratello mi portava di nascosto delle boccette di vetro piene di sabbia e di acqua di mare. Quello era l'unico modo che in quel momento aveva per portarmi via ed io stavo ore e ore a fissare quelle boccette come se potessero parlarmi》

Il suo sguardo non cambiò direzione, ma sembrava le fosse venuto spontaneo parlare di quella breve storiella e la vicenda di quella mattina sembrava ormai essersi cancellata.

《Allora cosa aspetti, scendi e vai nel mare no?》

Il suo sorriso in quel momento sembrava più luminoso del solito... Quel petalo scappato dall'albero alla ricerca dell'inverno per poter cambiare, prese la mano al leader della Toman trascinandolo giù dalle ripide scalinate che l'avrebbero condotta sulla spiaggia.

Si tolse le scarpe e le lascio attentamente affianco alle scalinate e poi corse. La sabbia bruciava sotto il sole che saliva piano piano alto nel cielo, mentre i granuli di sabbia saltavano per aria ad ogni passo che lei faceva e seppur la sabbia fosse calda a lei non importava e affondò i suoi piedi al suo interno, fermandosi di fronte alla distesa di sabbia bagnata.

Il ragazzo dai capelli biondi a passo calmo si avvicinò lei, che seppur ammirasse quella distesa d'acqua il timore di entrare poco poco la toccava.

《So che può far paura, ma pensa di entrare in un enorme vasca da bagno, in fondo e la stessa cosa no?!》

Affermò Mikey afferrandole la mano, come per darle il coraggio che in qualche modo anche lei gli passava.

Forse la Dice non li preoccupava così tanto, forse non era nemmeno qualcosa per cui dovevano preoccuparsi eppure la sensazione che presto sarebbe arrivata una tempesta sopra di loro, ancora non li aveva colpiti, mentre Mikey stranamente felice, guardava dalla spiaggia, Ira che saltava e lanciava acqua per aria come una bambina.

Spazio Autrice
Dice* : Il nome di questo gruppo non è Dice, in Italiano voce del verbo dire ma è dall'Inglese, Dado :3<3

Visto che ci sono ne approfitto per ringraziarvi nuovamente per aver letto tutti e 5 questi capitoli fino all'ultima parola e anche per tutte le letture e i commenti che abbiamo raggiunto <3

Grazie mille e spero che come gli altri questo capitolo vi sia piaciuto, alla prossima <3

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