♡. Capitolo 5
[primo scontro?]
Qualche giorno dopo, arrivasti in ufficio con particolare anticipo: odiavi fare ritardo, di qualunque tipo, soprattutto non volevi fare ritardo dopo neanche 3 giorni di assunzione e di pieno lavoro in quella grande agenzia, dove pensavi di poter ottenere un lavoro prolifero. Appena arrivata, avevi trovato Taehyung, ed altre persone che lavoravano nel tuo stesso reparto, parecchio agitati che continuavano a guardarsi intorno, come a scrutare che non ci fosse nessuno di particolare nelle vicinanze. Ti sedesti tranquillamente in una di quelle poltroncine comode della hall, mentre sorseggiavi il tuo caffè caldo, facendo finta di non averli visti e di certo non eri intenzionata a spiarli o a immischiarti nei loro stessi affari che non ti riguardavano personalmente, almeno fino a quel momento.
Continuavi a degustare quel caldo liquido scuro, che possedeva una consistenza nettamente diversa da quella a cui eri sempre stata abituata in Italia, con il tuo sguardo che scrutava le varie riviste che erano state poggiate su quel tavolino, pronte ad intrattenere gli ospiti o i vari visitatori; ad un tratto, notasti una rivista che era stata lasciata nascosta dal cumolo, una vecchia edizione probabilmente che aveva proprio in quella copertina il proprietario di quella grande casa editrice. Rimanesti esterrefatta nel notare che un ragazzo del genere, da quella grande portata di fascino, si fosse solamente dedicato a quella agenzia, quando aveva tutta la staffa per poter fare il modello e avere una bellissima carriera; al di sopra di quella copertina vi era una scritta davvero curiosa, che emergeva tra tutte le altre non strettamente legata all'ambito della scrittura.
«Park Jimin, un uomo dal fascino letale»
Quella scritta, davvero insolita, per un articolo che lo presentava come il più grande magnate dell'industria, nel campo dell'editoria, di tutta l'Asia, presentando ogni anno una vastissima gamma di libri e di giovani autori, che avevano raggiunto l'apice del successo in un batter d'occhio e avevano fatto, per certo, schizzare le vendite e le azioni dell'agenzia a livelli stellari, quasi da capogiro. Da come veniva descritto sembrava una persona dedita al suo lavoro, ai suoi amici che lo avevano appoggiato in quell'impresa: dal 2013 infatti, con il suo debutto nel settore editoriale, aveva avuto una serie di successi, che però nell'ultimo periodo avevano reso il meno della metà, con lanci posticipati e di poco impatto sulla popolazione coreana. Ti eri così persa nella lettura e nella visione di quell'articolo, tanto da sentire solo poi, la voce profonda e calda di Taehyung che ti richiamò all'attenzione « (T/N)!» esclamò venendo verso di te, sorridendo notando come tutte le persone che prima lo circondavano si fossero dileguate senza dire nulla «Sei qui da molto?» «Qualche minuto» dissi tranquilla, continuando a sorseggiare quelle poche gocce di caffè rimaste all'interno del bicchiere: durante quei tre giorni del tuo nuovo lavoro, ti capitava spesso di interagire con lui e si era sempre dimostrato molto disponibile nei tuo confronti, dato che eri l'unica ragazza all'interno del suo gruppo in grado di seguire correttamente le mansioni senza fare casino o evitare di combinare macelli, come le altre incapaci, che in soli 3 giorni avevano rischiato di essere fulminate dallo sguardo iracondo del castano, che di certo, per quanto apprezzasse le presenze femminili, non amava le persone dannatamente superficiali.
«Hai fatto bene a venire in anticipo, posso vedere cosa hai scelto per il tema dell'incontro di oggi?» chiese gentilmente, grattandosi la nuca, mentre il tuo sguardo dalla rivista si spostava verso la tua borsa. «Ho cercato delle trame leggere, ma anche piuttosto intriganti» affermasti mentre porgevi le varie scartoffie, riposte ordinatamente in un raccoglitore. Il ragazzo dalla chioma riccioluta osservò attentamente ogni foglio, con un espressione seria e concentrata, mordendo di tanto in tanto il labbro inferiore, con quei suoi occhi scuri che passavano sopra ogni riga con la più estrema cura «Taehyung oppa!» storcesti il naso di fronte a quel nomignolo che era stato rivolto al ragazzo, mentre lo osservavi tentare di mantenere la calma, mentre si girava sorridente «E anche il tuo quarto giorno, lo inizi nel peggiore dei modi Mina» disse, mentre la ragazza indietreggiava notando lo sguardo infastidito di Taehyung puntato su di lei; ti porse il raccoglitore «Hai fatto un ottimo lavoro, come sempre» disse rivolgendoti un piccolo sorriso «Ora, è mio dovere da superiore cercare di far rispettare le regole ai miei subordinati» disse prima di congedarsi e tu facesti un piccolo inchino in segno di ringraziamento, anche se le parole da lui rivolte di certo giovavano gratuitamente al tuo ego.
E così, dopo tutto ciò che era accaduto nei primi minuti della tua giornata lavorativa, vi recaste, accompagnate da un veterano all'interno della sala nella quale avreste tenuto la riunione con il vostro capo: avevi visto anche la ragazza che precedentemente era stata sgridata da Taehyung, ma del ragazzo nessuna traccia, se non voi, matricole, con i vostri lavori poggiati sul tavolo. Il tuo viso era poggiato sulla tua mano, con il gomito fermo sulla superficie in vetro del supporto, mentre i tuoi occhi (c/o) erano puntati verso la grande vetrata dell'edificio, dalla quale entravano i caldi e flebili raggi di sole mattutini; continuavi a sentire le voce fastidiose delle ragazze che si lamentavano di ogni cosa e quel pigiare insistente sulla tastiera del telefono, appartenente al ragazzo affianco a te, sembrava quasi che nessuno di loro stesse lavorando.
Sbuffasti, ben consapevole che avresti dovuto passare parecchio tempo con quei ragazzi sfaticati e certamente raccomandati, in quel reparto: ma in fondo, se volevi fare la gavetta ti toccava anche stare con persone fastidiose, l'importante era il non provocati e tu saresti stata tranquilla nel tuo. Non che ti importasse davvero di loro.
La porta si aprì bruscamente, tanto da far spaventare quasi tutti i presenti, i quali lanciarono anche qualche urla per lo spavento, mentre tu roteavi gli occhi infastidita «Tch» fu l' unico suono che la tua bocca emise, nell'osservare gli altri, mentre sistemava la tua chioma (c/c): Jimin entrò nella stanza, con passo svelto, seguito da una ragazza, che non avevi mai visto prima e certamente vostra coetanea, Taehyung e altri 5.
Ti soffermasti un attimo à scrutarlo, notando come fosse vestito in modo impeccabile: indossava una camicia scura, che fasciava in modo impeccabile il suo corpo, leggermente aperta nella zona della clavicola, mostrando così la sua pelle particolarmente pallida, mentre la sua mano si muoveva tra i suoi capelli scuri, precedentemente sistemati. Le sue gambe, slanciate e particolarmente muscolose erano fasciate da dei pantaloni neri, piuttosto stretti, rendendo così visibile la forma dei suoi quadricipiti e gemelli particolarmente sviluppati. Il suo sguardo scuro passava su ognuno di voi, quasi volesse guardare dentro i vostri animi, azzittendo così quelle quattro galline, che non avevano fatto altro che sussurrare qualche parola di troppo davanti all'aspetto dei ragazzi, che di certo non erano niente male.
«Credo che noi siamo qui per parlare di libri, non per fare qualche commento sulle nostre forme fisiche o sulle nostre facce» il suo tono di voce era cupo e potevi notare come il suo pomo d'adamo vibrasse nel pronunciare quella parole, che uscirono acide dalla sua bocca.
Sbattè un palmo sul tavolo, senza che ci impiegasse troppa forza o troppa irruenza eppure, eri sicura che quel povero tavolo si fosse scheggiato un minimo in quel punto; tutti scattarono dritti sulle loro serie, mentre lo sguardo del ragazzo si era fatto furente, probabilmente era così dedito al suo lavoro che non apprezzava nessun commento riguardo a sé stesso quando si trattava di occasioni importanti.
«Oggi, io e la mia crew testeremo le vostre capacità e certamente questo potrà garantirvi una buona parola con Taehyung che potrà darvi una promozione e farvi svolgere altri compiti all'interno del vostro campo» Taehyung annuì prima di lanciare un occhiata verso di te e anche se l'aveva nascosto un po' male a tua detta, sapevi che di certo, dopo l'ennesima prova quella mattinata, puntava sul tuo talento. Così dopo che il ragazzo che controllava il tuo settore, vi presentò a tutti gli altri membri della crew di Jimin, iniziò quello che doveva essere il vostro lavoro «Bene direi di iniziare con la presentazione del libro scelto da chi prima si è permmesso di fare battute saccenti e inopportune» disse Jimin, con un piccolo sorrisino sadito tirato a lato del viso, mentre porgeva la mano verso la ragazza, la quale titubante e sottopressione, a causa di quello sguardo tagliente puntato su di lei, tirò avanti il manoscritto, facendo sì che Jimin lo prendesse. Lo sfogliò, piuttosto velocemente, senza dare una certa occhiata a quella che erano i capitoli, si limitò piuttosto a comprenderne la trama «Di cosa parla?» chiese il ragazzo pungente, prima di sfogliare un altra pagina «Umh...beh ecco è un thriller signor Park » affermò con voce flebile, mentre continuava a deglutire, torturandosi le dita «Non ti ho chiesto il genere, ti ho chiesto di cosa tratta» continuò a punzecchiarla, senza togliere neanche per un istante il suo sguardo da quel tomo.
Aspettò qualche minuto, mentre continuava a leggerlo, prima di posarlo sul tavolo «Fammi indovinare, non lo hai letto vero?» disse puntato i suoi occhi contro di lei la quale abbassò lo sguardo e annuì debolmente «No signore» sussurrò prima che Jimin potesse schioccare la lingua contro il suo palato, infastidito da quel gesto «Voglio ricordarti, mia cara, che siamo dentro una casa editrice, non in un luogo dove si ozia» si fermò un attimo «E soprattutto se vuoi che qualcuno di noi ti degni di uno sguardo, devi prima impegnarti e poi potrai magari parlare di noi. Non in nostra presenza sia chiaro, i commenti dalle persone ignoranti e sfaticate non li voglio affatto» disse prima di allungare il libro alla ragazza «Ros, cestinalo. È troppo pesante e articolato: se vogliamo lanciare qualcosa di buono ci serve una trama intrigante e scorrevole» la ragazza aprì la bocca per controbattere, prima che un ragazzo, dalla chioma scura e gli occhi grandi non la precedette «Credo che il mio team di redazione possa fare qualcosa» «No Jungkook, non scomodarti tanto. Non ne vale la pena» affermò sicuro, prima di prendere un altro libro, proveniente sempre da una di quel gruppetto «Sarò rapido, lo hai letto?» «Ad essere sincera, l'ho scelto a caso» «A maggior ragione va scartato» concluse, prima di continuare con tutto il resto.
Come ben si era potuto notare, purtroppo i libri scelti dai vari ragazzi non attirarono l'attenzione e la maggior parte fu cestinata, portando così il capo ad arrivare spazientito quando si presentò il tuo turno: porgesti il tuo raccoglitore a Jimin, che fu sorpreso nel notare la sicurezza con il quale lo guardavi e il suo sguardo, macchiato di quella pericolosa luce, non poteva scalfirti «Le consiglio il secondo libro che ho scelto» dicesti tranquilla, attirando così l'attenzione di tutti e l'aria incuriosita del ragazzo «Di cosa parla?» chiese Jimin, prima di sfilarlo dalla foderina e leggendo così la piccola introduzione, andando avanti fino all'inizio del primo capitolo «È la storia di una ragazza, che si ritrova immischiata nell'uccisione dei suoi genitori e non trovando prove in casa, viene indagata e arrestata, mentre lei, conoscente della sua innocenza, cerca vendetta» «Continua...» «No, dovrebberlo leggere lei, sono sicura che le piacerà» dicesti soddisfatta, guardandolo dritto negli occhi, mentre lui accennava ad un piccolo sorriso, sorpreso forse dalla tua intraprendenza, mentre gli altri ti rivolgevano uno sguardo incuriosito «Se posso dire una cosa Jimin, la trama sembra piuttosto banale, ma da come si presenta e da come la ragazza l'ha presentata, potrebbe rivelarsi davvero intrigante. Io personalmente, come capo redattore, lo pubblicherei» disse uno dei ragazzi, dalle spalle larghe appoggiato vivamente da Taehyung e da un ragazzo mingherino, che sembrava chiamarsi Yoongi, dato il nome sulla sua targhetta «Sono d'accordo con SeokJin hyung. È una lettura adatta all'estate perché rimane leggera e scorrevole, attira il lettore e soprattutto è da tanto che cerchiamo di rilanciare qualcosa di nuovo» «Quante copie pensi di mettere sul mercato Namjoon?» «Umh non saprei, partirei con 10 000: è il numero più basso con cui siamo sempre partiti e avendo un numero limitato di copie, farebbe scoppiare le richieste. Gli azionisti vanno pazzi per queste cose» disse lui ridacchiando, facendo comparire due tenere fossette ai lati delle sue guance « Come Co-CEO, approvo a pieno le tesi dello Hyung e di Namjoon» aggiunse Yoongi « Hoseok e Jungkook, voi che ne pensate?» chiese Jimin, mentre il ragazzo dalla chioma scarlatta annuiva tempestivamente «Lo porterò in revisione e poi vedremo come giostrare il tutto» disse sorridente.
Jimin si morse il labbro, sussurrando qualcosa alla ragazza, la quale gli lanciò un occhiataccia prima di fargli un espressione ovvia «Interessante» sussurò, sorridendo, quasi non fosti riuscita a sentirlo per quanto aveva parlato a bassa voce, maledicendolo mentalmente: non poteva semplicemente dire qualcosa di meglio? Il ragazzo si alzò congedandosi, senza esprimere un parere decente sul tuo lavoro, lasciando la stanza insieme a Taehyung, anche lui piuttosto perplesso da quel suo strano comportamento, che di certo non era anomalo: ormai tutti li dentro avevano imparato a conoscere quel ragazzo, chi più, chi meno.
I ragazzi uscirono dopo di voi, mentre tu tornavi piuttosto scocciata alla tua postazione anche se eri più che certa che il libro da te scelto, lo aveva colpito particolarmente. Sbuffasti infastidita, prima di accorgerti che mancava il tuo telefono ed eri più sicura di averlo messo in tasca. Controllasti la tua scrivania, particolarmente ordinata, osservando come non fosse lì e la cosa ti fece leggermente preoccupare: non solo era fondamentale per il tuo lavoro, ma era anche l'unico mezzo con cui eri potuta rimanere in contatto con le tue care amiche, che in quel momento di trovavano dall'altra parte del mondo. Tornasti indietro, eri sicura che se non era lì, era di sicuro nella sala riunioni, anzi più che sicura che fosse lì; ti ritrovasti delle occhiatacce da parte di coloro che purtroppo avevano ricevuto solo sdegno e parole cattive no loro confronti dal CEO dell'azienda, tanto da non dargli peso, insomma era risaputo che il non fare nulla non avrebbe portato risultati e che l'invidia era davvero tremenda. Entrasti nella stanza, dato che la porta era stata lasciata aperta e notasti che al suo interno c'erano ancora il capo redattore e la ragazza, che probabilmente era l'assistente di Jimin «Scusate» dicesti mentre lei diventava paonazza in volto, afferrando così una parte di quelle pesanti scartoffie, mentre lui cercava di aiutarla «Se cerchi il telefono te l'ho poggiato lì, sul quel tavolino» disse gentilmente lei «I miei complimenti per oggi, hai fatto un buon lavoro» la ringraziasti con un piccolo inchino prima che lei, seguita dal ragazzo, che ti sorrise, un po' imbarazzato a sua volta, uscissero da quella stanza. Una volta preso il telefono tra le mani, notasti uno strano messaggio dalla tua strana amica e in quel momento strabuzzasti gli occhi.
N. A.
giuro che non mi ero scordata di questa storia e vorrei scusarmi per la mia assenza ma ho avuto alcune complicazioni.
Sono propensa ad aggiornare anche questo fine settimana, salvo imprevisti.
Spero vi piaccia.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro