♡. Capitolo 16
[una strana convivenza]
Dopo l'esperienza di quel bacio tu e Jimin non avevate più parlato: tu eri sempre più impegnata tra il lavoro e il completamento del tuo libro, mentre lui era sempre indaffarato tra riunioni di ufficio, tanto che a volte passava le intere nottate nel suo studio a lavorare insieme ai suoi colleghi fidati.
Ovviamente il clima che c'era tra voi era davvero molto teso, una stretta vera a propria intorno a quel gesto che nessuno dei due aveva chiarito, o meglio tu non avevi intenzione di chiarire: quello che aveva dato il bacio era lui non tu. L'unica cosa di cui era certamente certa, oltre al cambiamento di entrambi, era che tu in quegli ultimi giorni ti sentivi più strana tale solito e avevi preso l'abitudine di attribuire quella cosa all'eccessivo stress; probabilmente non volevi ancora affrontare quei sentimenti nascenti e che non eri abituata a conoscere come tutti gli altri. Non era per te facile aprire il tuo cuore, ma quel ragazzo aveva un qualcosa di diverso, che ti aveva colpito così tanto, da rapirti, stregarti, insomma una cosa che non riuscivi ancora ad accettare.
Una mattina, di una comune giornata di lavoro, ti eri appena seduta alla tua solita postazione di lavoro, quando notasti un biglietto, piegato con estrema cura che era poggiato tra i tuoi mille post-it e foglio su quel confusionario tavolo. Lo apristi cauta e lessi quanto riportava quella scrittura semplice e con qualche cancellatura qua e là «Ho qualche minuto libero prima della riunione delle tre, vediamoci davanti all'ascensore del tuo piano verso le 2:50. Devo parlarti» il biglietto non era firmato, ma avevi riconosciuto molto bene la calligrafia del ragazzo, così lo poggiasti all'interno della tua borsa, prima di morderti il labbro nervosamente: il tuo viso sembrava dannatamente rilassato e calmo, ma i tuoi occhi poteva ingannare quel tuo solito aspetto. Avevi una particolare ansia e quel giorno, in cui speravi dentro di te, che tutto quel tempo sarebbe passato in fretta, in realtà il tempo passò così lentamente, che per un attimo credesti che si fosse fermato.
Non avevi mai fatto ritardo nella tua vita, odiavi fare ritardo, così ti presentasti con anticipo davanti all'ascensore, non dando tanto nell'occhio, mentre osservavi continuamente la schermata del tuo telefono e quel minuto che non voleva scattare per alcun motivo.
All'ora prestabilita la porta si aprì, facendo comparire la figura sorridente di Jimin, sempre ben vestita e molto curata,fasciata da quell'elegante smoking che sembrava essere stato fatto proprio su misura per lui, ti invitò ad entrare nell'ascensore; entrasti, con cautela, prima che le porte si chiudero avvolte tra quel teso silenzio tra voi «(T/N) soffri di claustrofobia per caso?» disse con la sua solita voce rauca e profonda «No, ma che domande sono?!» chiedesti confusa «Il semplice "ciao" è fuori moda» «Bene, grazie» disse prima di pigiare uno dei tanti pulsanti dell'ascensore. Ci fu un piccolo boato, prima che quest'ultimo si fermasse invece di salire e le luci dei pulsanti, che indicavano i vari piani, si tinsero di rosso.
«Non ho privacy in questi giorni, ma dovevo per forza parlare con te...ed eccomi qui» «Wow, è così romantico» dicesti con una chiara punta di sarcasmo, mentre sbuffavi sconsolata, incrociando le braccia al petto e appoggiando la tua schiena contro una delle pareti in metallo. «Non ho molto tempo quindi verrò subito al dunque: so che è un po' inusuale, ma volevo chiarire in fretta ed evitare equivoci, prima che fosse troppo tardi,su quel nostro bacio» era chiaramente a disagio, ma la cosa non ti scosse molto dato che anche tu per la prima volta, era come se ti sentissi in un corpo totalmente estraneo al tuo, in preda all'emozioni più basilare.
Ignorasti l'accelerare del tuo battito cardiaco, sempre più forte e persistente, cercando di focalizzare la tua attenzione sul ragazzo davanti a te.
«Beh tu mi piaci davvero, quindi direi che vorrei che iniziassimo a frequentarci regolarmente, come una coppia ecco» disse, balbettando qualche piccola parole, mentre ti guardava e si avvicinava a te «Non qui dentro sia chiaro» «Non so, mi stai dicendo che ti piaccio in un ascensore, bah» dicesti, ridacchiando «Non ho niente in contrario...oh beh...sono solo stupita che tu abbia fatto la prima mossa» «Non volevo essere ignorato da te e poi, ho preso io in mano le redini della cosa quindi» disse, questa volta la sua voce ti apparve molto più sicura, forse perché tu avevi acconsentito alla sua proposta.
«Dato che siamo d'accordo posso anche tornare ai miei doveri, o devo rimanere qui ancora?» dicesti roteando gli occhi «Ho un altra cosa da dirti» disse appoggiando la sua mano alla parete, vicino al tuo viso «Sentiamo»
Non eri di certo la persona che gliel'avrebbe lasciato fare così facilmente, ma volevi anche vedere fino a quel punto quel ragazzo si spingesse: volevi capire meglio, come Jimin intendeva muoversi con te.
Non uscì alcuna parola da quelle sue labbra rosee e carnose, le poggió solamente contro le tue, esercitando una piccola pressione; quel piccolo gesto, divenne sempre più grande, tanto che i tuoi cuscinetti di pelle iniziarono a muoversi con veemenza contro le sue, perdendo ogni tipo di accenno dolce che si poteva cogliere in precedenza. Le vostre labbra avevano iniziato a pulsare, diventavano sempre più calde, mentre le tue mani erano scivolate attorno al suo collo, con le tue dita fini e affusolate che giocavano con le ciocche dei suoi capelli corvini. Al contrario, Jimin aveva poggiato la sua mano, delicatamente, sul tuo fianco, durante quella sfrenata battaglia tra le vostre bocche, con le vostre lingue che erano scivolate l'una contro l'altra, avvolgendosi anche in modo piuttosto violento tra di loro. Il respiro aveva iniziato a mancare e ormai era diventato solamente qualcosa di obsoleto, mentre annaspavate tra quel bacio alla ricerca di aria. Gli schiocchi erano molteplici, mentre l'aria attorno a voi risultava sicuramente più calda e consumata, in quel bacio, dove nessuno dei due riusciva a prevalere, dove entrambi avevate il controllo dell'altro.
I vostri corpi, che erano rimasti più a distanza, in quel momento, mossi da quella passione ardente che nutriva i vostri animi impavidi, si unirono e finalmente riusciste a percepire quel calore che tanto bramavate più di ogni altra cosa.
Non curanti di uno strano rumore che l'ascensore aveva appena emesso, continuaste fino a quando le porte non si aprirono di nuovo e questa volta, chiunque avrebbe potuto vedervi in quella scomoda e imbarazzante posizione: vi staccaste, così, nel modo più brusco che conoscevate, mentre tu sistemavi il tuo abito e Jimin fingeva di sistemarsi la cravatta, scontrandosi contro la parete opposta alla tua. «Tae, io ho come l'impressione che siamo capitati qui nel momento sbagliato» «Puoi dirlo forte» disse il ragazzo dalla folta chioma scura, guardando Hoseok, il quale deglutì rumorosamente. «Fai finta di nulla» sussurrò il più piccolo dei due prima di entrare nella stanza «Taehyung è da pazzi fattelo dire» disse l'altro chiaramente in imbarazzo, mentre si posizionavano al centro dell'ascensore «Ciao (T/N) oggi è una bella giornata non trovi?» in quel momento i tuoi occhi sembravano due piccole ma affilate lame e rivolgesti il tuo sguardo furente ad Hoseok, il quale rise, quasi istericamente.
«Tranquillo non potrebbe andare peggio, siamo già demoni al servizio del diavolo» disse Taehyung mentre Jimin voleva prenderli e sbattere le loro due teste insieme: ogni volta, in cui stava vivendo un momento particolarmente importante, qualcuno lo interrompeva casualmente.
«Jimin non guardarmi in questo modo, è colpa tua se non ti ricordi che il blocco ha una specie di timer» disse il ragazzo di fronte a lui, ma al diavolo sembrò proprio non importare nulla di quelle parole «Voi cosa avete visto?» chiese retoricamente «Niente, tu hai visto qualcosa in particolare Hobi hyung?» «Io?! Vedere qualcosa?! No, ho visto solo che oggi è una giornata più bella del solito» «Se solo, se solo uno di voi va a dire a qualcuno quello che ha visto io vi rispedisco all'inferno, di testa però» sibilò infuriato Jimin mentre si avvicinava lentemente e minacciosamente ai due ragazzi che furono costretti ad indietreggiare fino alla fredda parete metallica, tremando come due foglioline. «Io vi farò ricordare questo giorno e ve ne pentirete fino alla fine» «Scusa Jimin-ssi, sai che siamo bravi e non lo diremo a nessuno. Soprattutto io che sono il tuo migliore amico» disse Taehyung, che lo guardava tremante «Beh io so che siete bravi, ma so anche che siete degli ottimi bugiardi» disse stringendo le sue labbra ai lati della bocca in un piccolo sorrisetto soddisfatto e che di certo non prometteva nulla di buono.
I due non commentarono e Jimin si allontanò in fretta da loro, sistemandosi al suo posto precedente: proprio per questo il breve viaggio verso al piano previsto fu davvero consumato tra il silenzio e un aria di tensione generale che venne rotta solamente quando l'ascensore si fermò, facendo scendere i ragazzi, Jimin compreso.
Tu stavi per premere il tasto per tornare al tuo piano, quando vedendo lo sguardo di Jimin decidesti di mettere un po' di carne a fuoco «Jimin» «Si?» «Hai un po' del mio rossetto li, sul labbro inferiore» dicesti indicando il rispettivo punto sul tuo labbro. Immediatamente il ragazzo passò le sue dita sulle sue labbra cercando di capire meglio, le porte però avevano iniziato a chiudersi e l'ultima cosa che riuscisti a dire fu un ciao chiaramente divertito.
Il ragazzo continuava a tastare le sue labbra per capire meglio, mentre i due al suo fianco di stavano paccando dalle risate, risate fragorose, che fecero loro guadagnare un pessima e brutta occhiata dal loro amico, nonché loro capo, che li fece subito tornare dritti come due soldatini, con una serietà che non era mai stata dipinta sul loro volto.
N.A.
almeno per l'inizio del 2021 dovevo pubblicare qualcosa dopo la mia lunga assenza.
Spero vi piaccia.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro