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♡. Capitolo 1

[sangue scarlatto]

Anni fa, secoli fa, quando il mondo fu creato, tutto viveva secondo una certa armonia che non poteva essere spezzata in alcun modo: il Signore, accompagnato dalla sua numerosa  schiera di angeli, controllava il mondo sotto di lui, le cui forme di vita erano semplici, controllabili e certamente ognuna di loro contribuiva al giusto funzionamento dell'ecosistema. Se una di loro fosse caduta, allora tutta l'armonia si sarebbe andata a rompere, ma di certo non si sarebbe mai spezzata del tutto perché le forme di vita avrebbero saputo evolversi e adattarsi a nuove condizioni, ben prescritte.

La schiera di angeli era formata, anch'essa, seguendo una certa armonia, da angeli, arcangeli e cherubini, ognuno dei quali aveva un determinato ruolo, ognuno dei quali aveva un potere differente e la loro forza sarebbe stata narrata nelle generazioni a venire. La gerarchia degli angeli, vedeva come più forti, o meglio, come coloro a guardia delle porte dell'Eden e del trono di Dio, i cherubini, che avevano una perfetta conoscenza del Signore onnipotente, inferiore solo ai serafini, in quanto molto devoti e forti nel loro amore verso il Creatore. Essi risiedevano nel cielo stellato dello Zodiaco, svolgendo il compito di guardiani della luce e delle stelle, occupando così la prima sfera.
Scendendo giù, lungo la seconda e la terza sfera, si trovavano tutti angeli di ordine minore, differenti per potenza e caratteristiche, fino ad arrivare agli angeli e gli arcangeli, risiedenti nella terza sfera: gli arcangeli, che con il loro influsso giungono fino a Mercurio, appartenevano al secondo ordine della terza sfera. Essi sono riconosciuti per essere i più grandi consiglieri di Dio, coloro che avrebbero fatto da intermediari tra quest'ultimo e l'uomo, qual'ora esso sarebbe comparso sulla terra per mano divina, ma al tempo della creazione, era solamente un progetto molto lontano. Il loro compito infatti sarà quello di proteggere intere nazioni, gruppi etnici.
Gli angeli, a differenza degli arcangeli, saranno portati a proteggere una sola persona o piccoli gruppi, prendendo così il nome di "angeli custodi" : sono anche quelli più vicini al genere umano, dato che risiedono nello spazio più prossimo alla terra, ovvero il cielo della Luna. Essi rappresentano la singola coscienza degli esseri umani e ne costudoscono le memorie.

Tra i cherubini, vi erano sette ragazzi, i quali erano considerati i veri prediletti del Signore, dato che spiccavano per qualità, fascino e conoscenza: invidiati da ogni membro divino delle tre sfere angeliche, c'era uno di loro particolarmente legato al Divino.
Il suo nome era Jimin, un ragazzo dai capelli biondi, gli occhi scuri e brillanti, dai perfetti e dolci lineamenti del viso, insieme a quel suo fisico perfetto, accompagnato dalle sue magnifiche ali bianche, le quali si intonavano perfettamente con la sua pelle pallida, color porcellana. Il ragazzo particolarmente apprezzato e odiato al medesimo modo, non aveva mai accettato quella vita da custode dell'Eden, non aveva mai accettato il suo non poter usare quei grandi e potenti poteri che risiedevano nelle sue mani, poteri che spaventavano lo stesso Dio, dato quel loro essere fuori dal comune, impossibili da contrastare in alcun modo. Più gli anni passavano, più cresceva, più quel suo potere aumentava, difficile da controllare, con quella sua brama che cresceva a dismisura con essi: ogni istinto proebito, i sette peccati capitali proebiti, che intaccavano la purezza degli angeli, stavano prendendo possesso del suo corpo, un corpo che risultava particolarmente seducente, un corpo che stava conducendo molti stessi cherubini e angeli della sua stessa specie a crollare sotto di lui.

Se nessuna forza avesse potuto contrastarlo, se la sua anima non fosse più pura come sarebbe dovuta essere, trascinando con sé anche i suoi amici più cari, che di certo avrebbero rinunciato a quella vita, piuttosto che a quella loro amicizia, allora l'Onnipotente avrebbe dovuto prendere un serio provvedimento e cacciarlo fuori dai nove cieli, fuori dal suo regno divino, senza coinvolgere nessuno se non loro, un coinvolgimento che rischiava di sfociare in una guerra senza eguali.
Così Jimin, macchiato di superbia, sfidò il Signore, che a sua volta, non riuscì a contenere il suo potere, lasciando che quello scontro finisse in parità: il Signore, lo bandì dal suo regno, condannandolo alla luce delle tenebre, ad una perenne sofferenza e ad una dannazione eterna. Ma tutto ciò non bastò per fermare il ragazzo dai biondi capelli: infatti egli giurò vendetta, giurò che un giorno avrebbe scatenato una guerra, una guerra di cui si sarebbe parlato per secoli, una guerra nella quale lui sarebbe stato sopresso e il cielo avrebbe vissuto sotto il dominio dell'Inferno, Inferno che Dio stesso aveva creato.

Jimin e i sei angeli, caddero dal cielo, giungendo sulla terra, popolata solo da organismi viventi come piante e animali, una terra dove regnava la pace e l'amore, dove regnava quell'armonia che non poteva essere piegata. Il terreno, alla vista della figura dannata di Jimin, si ritrasse su se stesso, andando a scavare una buca a forma d'imbuto, nel cui fondo Jimin si sarebbe conficcato: durante quella lunga e disperata discesa, i capelli del ragazzo mutarono colore, diventando di un nero scuro, un nero che assomigliava al colore dell'ebano, un nero che ricordava l'oscurità della notte senza stelle e senza luna. Le sue ali candide, dal folto e morbido piumaggio, si tinsero di nero, diventando più forti, mentre due piccole corna, segno di tradimento, sputarono sulla sua chioma corvina, che lo fecero urlare dal dolore.
Le gocce di sangue, macchiarono i suoi capelli, fino a scendere e schiantarsi contro il terreno: il sangue scarlatto, segnato dal peccato, diede vita, quando la terra si ritirò dietro di lui, ad un roseto, dalle bellissime rose, di colore rosso scuro, dal gambo esile e sottile, con degli spini color pece, affilati e pungenti, rendendo ancora più particolare quella pianta.

Davanti alla caduta dei sette angeli, i cui sei divennero dèmoni, angeli e arcangeli si ribellarono sulla stessa scia, cadendo sulla terra, vivendo come angeli macchiati del peccato, ma che potevano scegliere di vivere secondo la propria condotta: se sarebbero stati buoni, si sarebbero potuti congiungere di nuovo con il paradiso, altrimenti sarebbero sprofondati nelle viscere della terra, a patire le sofferenze, nel mondo infernale.
Ma a Jimin questo non bastava, lui voleva vendetta contro Dio, voleva portare morte e sofferenza nel mondo, voleva portare il Chaos, voleva distruggere ogni suo operato, attaccando così, sotto forma di serpente, i due uomini, Adamo ed Eva, che avrebbero segnato l'inizio della più grande opera del Signore, ovvero: l'umanità.
Tentati dal diavolo, accettarono di mangiare il frutto della conoscenza e nonostante il loro pentimento, sarebbero stati costretti alla dannazione, alla sofferenza, alla mortalità, sulla terra, vivendo come esseri inferiori agli angeli, come esseri vili e senza proprie virtù.

Di fronte a quel gesto di mancanza che il diavolo aveva compiuto, distruggendo qualcosa che Dio aveva più a caro di chiunque altro, lo maledisse «Jimin, non ti condanno alla dannazione eterna, ma a qualcosa di peggiore, che nessun essere umano o divino potrebbe mai sopportare: troverai l'amore, un amore che ti renderà una persona che neanche tu saresti in grado di riconoscere, ma per colpa tua, per colpa della tua tracotanza, ella morirà e tu vivrai nella perenne solitudine, accecato dall'odio e dall'invidia che ti distruggeranno».


N. A.
Spero vi piaccia.

-Ros

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