capitolo 12
-io invece ti dico che dovresti lasciarlo perdere!-
era ormai tutto il giorno che Ivy continuava a ripetermelo, e sentivo che la testa sarebbe potuta scoppiarmi da un momento all'altro.
non facevo altro che fare sospiri profondi per non scoppiare a piangere.
-e se avesse solo bisogno di tempo?-
le domandai; mentre lasciavo asciugare lo smalto sulla mano sinistra.
-Se avesse bisogno di tempo non sparirebbe per settimane!
cazzo Sherly, non puoi stargli sotto così.-
ribatté allegramente strappando una striscia di cera dalle sue gambe.
Era ormai sera, e mi aveva obbligata ad andare ad una festa per
"vivere i diciannove anni come non avevo mai fatto", a detta sua.
aveva ragione.
avevo provato svariate volte a scrivergli in quei giorni, ma non aveva nemmeno visto i messaggi.
non rispondeva alle chiamate e a scuola si faceva vedere di rado.
-cosa devo fare?-
puntò le sue iridi color nocciola sulle mie e mi sorrise in modo saggio.
-Due cose, cara. Puoi trovarti un altro, oppure farlo ingelosire trovandoti un altro. E se non ti considera nemmeno in quel modo, l'hai perso.
anzi, è lui che ci perde, ti dirò.-
ci scambiammo uno sguardo complice, mentre pensavamo sicuramente alla stessa cosa.
-non dire niente, ho già capito-
ridacchiò Ivy prendendo il telefono e aprendo l'icona di Instagram.
ricercò il profilo della nostra scuola, cominciando poi a scorrere i post.
-oh questo lo conosco, fa assolutamente al caso tuo-
cinguettò indicando sullo schermo la foto di un ragazzo con i capelli rossi. indossava la tuta da Baseball del nostro college.
Faceva parte della prima divisione ed era molto conosciuto.
però...
scossi la testa.
-Nah, non mi piace, vai avanti.-
scorse ancora soffermandosi su
alcune foto.
passò una mezz'ora in questo modo, e io mi ero ormai arresa.
-Cazzo, Sherly guarda questo!-
Ivy indicò l'ultima persona che avrei voluto.
-Qui dicono che si chiama Connor Bolt. È il capitano della squadra di calcio europeo della scuola.-
lei era più entusiasta che mai, io tutto il contrario.
non le avevo ancora raccontato della quasi-rissa che aveva fatto con Blake, settimane prima.
-No, lui proprio no. C'è un motivo-
-E quale sarebbe questo motivo? non so se l'hai visto bene...-
-Qualche settimana fa ha fatto una rissa con Blake. In casa mia. Nella sala da pranzo.-
la interruppi andando dritta al punto.
lei mi squadrò confusa.
sapevo riconoscere quando alla mia migliore amica le venivano idee di merda. Era diventata la mia specialità riconoscerlo.
E questo era uno di quei momenti.
-Ma, allora è perfetto! chi migliore se non del suo nemico per farlo ingelosire!-
come avevo previsto, iniziò ad agitarsi per tutta la mia camera convinta di aver avuto l'idea del secolo.
non era così.
per niente.
-Ivy, te sei pazza. pazza! non mi metterò a fare gli occhi dolci al nemico di Blake per ripicca.-
-shhhh, adesso gli scrivo.-
una gran cocciuta, questo era la mia migliore amica.
Non sapevo se quando faceva così mi stava antipatica o mi faceva soltanto ridere.
optai sicuramente per la prima.
-fa come vuoi...- dissi arresa.
-Sherly, guarda che questo è il tuo telefono eh...-
Agitò in aria il cellulare che riconobbi come il mio e andai su tutte le furie.
-Ivy! non ci provare!-
provai a strapparle il telefono dalle mani ma si alzò dal letto di scatto, per poi cominciare a scapparmi per tutta la stanza.
provai a raggiungerla, ma scavalcò il letto ridendo come una matta.
inciampai nel tappeto e Ivy colse l'occasione per digitare qualcosa sullo schermo.
-Ivy! ti ho detto di...-
-oh, ha già visualizzato.-
no no no.
mi rialzai di fretta e le strappai il telefono dalle mani leggendo la chat.
S: hey Connor, ti va di vederci? abbiamo cominciato con il piede sbagliato.
C: Sono d'accordo. stasera ci vieni alla festa in piscina dei fratelli Harrynsen?
cazzo. era proprio quella per cui ci stavamo preparando io e Ivy da tutto il pomeriggio.
-Ivy, ti odio!- mi allungai per mollarle uno schiaffetto, ma lei ricominciò soltanto a sghignazzare.
-si sì, intanto più tardi mi ringrazierai per aver fatto strisciare Blake dritto da te! poi è un gran figo, Sher, divertiti un po', si vive una volta sola!.-
alla fine ho cedetti alla testa dura della mia amica e ho optato per un costume rosso, della stessa nuance dei miei capelli.
arrivate alla festa cercammo di non perderci tra la folla.
Infatti, per essere una festa privata in piscina c'era anche troppo casino.
stavo rimpiangendo la scelta di essere venuta prima di entrare in piscina.
a differenza di Ivy, che si era già trovata il ragazzo della serata e stava sguazzando in acqua.
-Ciao, Sherly-
sentii una voce maschile colpirmi dalle spalle, e quando mi voltai si rivelò proprio essere il biondino che aspettavo.
-Ciao Connor!-
i bicchierini di alcool che avevo bevuto mi facevano essere più estroversa del solito. ma era meglio così.
lui ostentò un sorrisetto che mi fece percepire le sue intenzioni tranquille.
-Allora, come mai hai deciso di riscrivermi?-
se fosse stato per me non sarei nemmeno qua...
-Penso che abbiamo cominciato con il piede sbagliato come ti ho già detto. Poi sei... sei molto carino-
-Il tuo fidanzatino geloso non è da queste parti vero? altrimenti vado subito via-
ridacchiò lanciando occhiate intorno a sè.
-lui non è il mio fidanzato, puoi stare tranquillo-
-Bene, meglio così. preparati Sherly-
mi lanciò uno sguardo malizioso,
prima di afferrami per la vita tuffandosi in acqua con me.
il tempo passò veloce e Connor era più simpatico di quanto avrei potuto pensare.
-Sherly, loro sono i proprietari della casa, i fratelli Harrynsen.-
dopo essere usciti dall'acqua mi presentò a due ragazzi della nostra età.
sembravano gemelli.
La ragazza aveva dei lunghi capelli scuri, che le arrivavano fino al solco della schiena.
-Dyana, mentre il deficiente ubriaco al mio fianco è mio fratello Noah.-
aveva sicuramente bevuto troppo alcol, ma sembrava simpatica.
-Ma che cazzo dici, non sono ubriaco!-
le urlò in faccia il fratello.
iniziarono a litigare lasciando me e Connor di nuovo da soli.
-Ti sta bene questo colore.- mi sussurrò all'orecchio, ma non gli risposi perché temevo non riuscisse a sentirmi.
la musica era troppo alta.
-Ora vado al bagno.-
gli comunicai con un cenno della mano.
mi feci spazio tra la folla impazzita.
attraversai tutta la casa e per miracolo arrivare al bagno, che puzzava di fumo, erba o qualsiasi altra cosa illegale.
aprii il rubinetto rinfrescando i polsi e il viso.
-tu... ed il biondo norvegese?-
sentii un bisbiglìo dall'ingresso del bagno, e mi girai lentamente intanto che l'angoscia si faceva strada dentro di me.
-una coppia molto inaspettata...-
Un ragazzo moro dalle iridi come il ghiaccio era appoggiato allo stipite del bagno, osservandomi, come probabilmente aveva fatto tutta la sera.
camminò lento verso di me, trascinandosi dietro la sua ombra che mi inghiottì in un secondo.
-Allora? hai perso l'abilità di parola?- continuò a parlare.
-Io non ti devo spiegazioni-
poi, in un momento di lucidità, mi ritornò in mente Ivy, ed il suo piano aveva effettivamente funzionato.
Blake si era ripresentato dopo settimane,con chissà quale intenzione.
-Già, non me le devi. Ma forse, il giorno in cui "farò cadere la mia maschera", vorrai darmele.-
Fece riferimento a ciò che gli avevo detto nell'ultimo nostro in contro, mimandomi come se fossi stata ridicola so suoi occhi.
lo avete sentito il mio cuore perdere un pezzo?
-Cosa ho sempre sbagliato con te?-
-Cosa hai fatto di sbagliato? Ma ti senti? partiamo dal fatto di come sei andata dal ragazzo con cui ho fatto una rissa per te. Cosa pensavi ottenere?-
i miei occhi diventarono lucidi e Blake se ne accorse. La sua maschera non cadde nemmeno per un secondo.
Capii che non ero abbastanza per toglierla dal suo viso definitivamente.
-hai detto bene... Io e te abbiamo chiuso. il tuo nemico non è più il mio nemico.-
"...ho chiuso con te..."
non pensavo sarebbe arrivato questo giorno.
oltrepassai il suo corpo, camminando al suo fianco in modo più calmo possibile.
All'uscita del bagno incontrai Ivy che mi aspettava con una bottiglia di birra in mano.
-Connor mi ha detto che eri in bagno... tutto bene?-
-si, Ivy... ma devo andare a casa...-
Proprio in quel momento Blake uscì dal bagno degnandoci nemmeno di uno sguardo, e la mia amica capì il perché del mio momento di debolezza.
-Andiamo.-
disse lei prendendomi per mano.
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