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chapter one.


「 a JAMES BEAUFORT fanfiction 」
chapter one
















La Maxton Hall.
Non era una scuola qualsiasi, era una delle migliori: nobili britannici, figlio dell'allenatore del Manchester United, la cugina dell'Emiro di Dubai, erano tutti lì, un microcosmo di miliardari; non a caso i miei genitori avevano deciso di mandarmi proprio in quella scuola. Infondo facevo parte anche io di quel mondo.

Avrei avuto così la strada più spianata di quanto già non fosse, difatti grazie a lei sarei entrata immediatamente e direttamente ad Oxford.

"Hey! attento, Christopher!" dissi al mio autista quando stava per investire una ragazza, proprio all'entrata della scuola.

"Mi perdoni, signorina" si scusò. Scossi il capo e scesi dall'auto, mettendomi in spalla la mia borsa firmata Chanel.

"Mi dispiace davvero tanto" corsi dalla ragazza, osservando i suoi calzettoni bianchi ormai sporchi di fango.

"Parli con me?" inarcò un sopracciglio.

"E con chi sennò?" sorrisi guardandomi intorno.

"Oh certo..." abbassò il capo e strinse i libri che teneva tra le braccia, al petto
"Scusami. Comunque non preoccuparti" tornò a guardarmi e sorrise timidamente.

"Io sono Amaya, sono nuova. È il mio primo giorno" le porsi la mano.
Non avrebbe fatto male una conoscente all'interno della fossa dei leoni.

"Ruby Bell" la strinse titubante. La guardai stranita, stirandomi con una mano la gonnellina celeste dell'uniforme.

"Entriamo insieme, Ruby? Mi servirà una guida se non voglio perdermi in questo posto gigante" inclinai il capo e le sorrisi con fare amichevole.

"Certamente"

"Assurdo. Non ti facevo così simpatica" commentò Lin Wang. La migliore, e a quanto avevo capito, unica amica di Ruby.
Tutte e tre avevamo seguito la lezione di filosofia, ed avevamo tantissime classi in comune, fortunatamente.

"Pensavate fossi la nuova arrivata ricca, maleducata e spocchiosa, come tutti gli alunni di questa scuola?" le due si guardarono e annuirono.
"Viziata sì, ma maleducata mai" ridacchiai.

"Ti va di far parte del comitato degli eventi della scuola?" mi chiese la mora, mentre stavamo uscendo dall'aula di filosofia.

"Lin!" le diede un colpetto l'amica
"Magari non le interessa o ha da fare" sussurrò cercando di non farsi sentire.

"Certo che mi va! Ho un sacco di tempo libero, con i miei genitori a casa impegnati con la loro nuova grande collaborazione del secolo" alzai gli occhi al cielo.

"Perfetto allora!" battette le mani entusiasta Lin
"La prima riunione dell'anno inizia tra poco, vieni con noi?"

"Se mi aspettate qui in cortile, sì! Porto un attimo questi fogli al professor Sutton, prima ho dimenticato di lasciarglieli" dissi e quando mi diedero il loro assenso, ripercorsi la strada che avevo fatto con le due ragazze, al contrario, per arrivare nell'aula del professore interessato.

Quando arrivai a destinazione, stranita dal fatto che non mi fossi persa per il mio scarso senso dell'orientamento, bussai frettolosamente per poi precipitarmi nell'aula, senza aspettare una risposta dall'altro lato.

"Professor Sutton avrei questi-" spalancai la bocca quando vidi l'uomo, intento a baciarsi con una studentessa. Una ragazza dai capelli rossi e occhi azzurri. Frequentante la sua classe: mi ricordavo di lei proprio perché era seduta accanto a me durante la sua lezione.

"Signorina Waldorf, non si agiti" si portò una mano fra i capelli
"È il suo primo giorno, cerchiamo di non-"

"È così che si superano gli esami in questa scuola?" lo interruppi facendo una smorfia di disgusto.
Certe volte odiavo il mondo in cui ero cresciuta.

"Non dica sciocchezze. Le posso spiegare" continuò il professore mentre la studentessa dai capelli rossi mi guardava con aria sconvolta e leggermente arrabbiata.
Sbattei più volte le palpebre per poi girare i tacchi e andare via.

"Neanche un giorno è passato e già voglio tornare a New York" borbottai tra me e me scendendo le infinite scale.

"Come procede la preparazione della festa di benvenuto di dopodomani?" chiese Ruby agli studenti che facevano parte del comitato.

Lei era a capo di quest'ultimo, soprattutto perché le servivano crediti per il curriculum da presentare ad Oxford: lei purtroppo non proveniva da una famiglia agiata come il resto degli studenti, me compresa. Così si era spiegata. Ed effettivamente si notava, se si metteva in evidenza solo lo zaino con la quale veniva a scuola. A differenza delle borse e zaini firmati degli altri studenti, lei ne aveva uno rotto e anonimo. Ma ciò a me non importava, era una ragazza gentile e simpatica. La compagnia sua e di Lin mi piacevano, seppur le conoscessi da meno di un giorno.

"Abbiamo già messo i manifesti" rispose un ragazzo con gli occhiali tondi.

"Hey, tutto bene? Ti vedo assente. Già piena di questa scuola? Ti capisco" sussurrò Lin, picchiettandomi il braccio.

Era da poco iniziata la prima riunione del comitato e io non facevo altro che pensare ai due che avevo appena sorpreso in quell'aula.

"Decisamente sopraffatta" alzai le sopracciglia, portandomi i capelli dietro le spalle.

"Chi si occuperà delle foto della squadra di lacrosse?"

"Me ne occupo io" rispose Lin.

"Varrà la pena guardare il video quest'anno" sentii dire da una ragazza distante da noi.

"James Beaufort sudato, in primo piano" rise un'altra, dando corda alla sua compagna.

"Chi è James Beaufort?" sussurrai alla ragazza dai capelli scuri.

"Lui. E sta proprio venendo qui" chiuse gli occhi in due fessure guardando in direzione della porta
"Verso di te?" chiese interrogativa.

Alzai il capo e ritrovai un paio di occhi azzurri e una chioma dorata davanti la mia faccia.

"Ciao" pronunciò, guardandomi con superiorità
"Posso portarla via un minuto?" chiese poi guardando Ruby, che subito abbassò il capo e annuì.
Guardai Lin, che mimò con le labbra un "vai".

Mi alzai e seguii lo sconosciuto fino ad una stanza non troppo distante da quella in cui eravamo prima.

"Amelia, dico bene?" domandò quando fummo da soli. Lontani da occhi indiscreti.

"Amaya" lo corressi, con una smorfia sul viso.

"Mh sì, lo sapevo" schioccò le dita
"Tu mi conosci?" domandò retoricamente, girandosi verso di me e inchiodandomi con i suoi occhi azzurro ghiaccio.

"Certo" iniziai e vidi la sua espressione quasi soddisfatta
"Che no. Chi diavolo sei e cosa diavolo vuoi?" incrociai le braccia al petto.

"Sono il fratello di Lydia. È nella tua classe di filosofia" e fu allora che collegai i pezzi del puzzle
"Non ti ho mai vista, sei nuova"mi squadrò da capo a piedi, soffermandosi sulla borsa e sugli accessori marcati
"Dubito che tu abbia bisogno di soldi"constatò, toccandosi le tasche della giacca, ed io alzai le sopracciglia.

Voleva davvero offrirmi soldi in cambio del mio silenzio?

"Dove vorresti arrivare? Vuoi seriamente ricattarmi così non che non vada a dire in giro ciò che ho visto? Come se mi importasse qualcosa di quello che fanno in questa scuola" alzai l'angolo destro della bocca.

"Sei sveglia, per essere una ragazzina viziata che non ha voglia di farsi gli affaracci suoi" inclinò il capo, con l'intento di provocarmi.

"Da che pulpito" alzai gli occhi al cielo
"Questa conversazione è al limite dell'assurdo" feci per andarmene ma mi bloccò tenendomi per il braccio. Un brivido mi percorse la spina dorsale, e mi maledissi da sola per quella sensazione così fuori luogo.

"Lasciami subito! Sappi che mi stai rovinando il primo giorno di scuola" lo guardai stringendo gli occhi in due fessure.

"Sai quanto me ne può fregare? Prova ad aprire quella boccaccia e ti farò passare le pene dell'inferno" strinse ancora più saldamente la presa sul mio braccio e si avvicinò
"Diventerò il tuo peggior incubo. Ti farò tornare strisciando dal buco dalla quale sei uscita" al sentire queste parole scoppiai in una fragorosa risata.

"Pensi di farmi paura? Chi ti credi di essere?" con uno strattone lo costrinsi a lasciare la presa
"Guardami, parlami o toccami di nuovo e chi se ne pentirà sarai tu, non io, biondino senza cervello" sibilai guardandolo dritto negli occhi. Notai una scintilla, che gli oltrepassò le iridi azzurre per una frazione di un secondo.

"Io ti ho avvisata" disse lentamente poggiandosi alla finestra, portandosi una mano tra i capelli biondi.

"E io ti ho gentilmente detto che non me ne frega niente, né di te, né delle tue minacce, né di tua sorella" risposi, per poi avviarmi verso l'uscita dell'aula, sentendo il suo sguardo addosso.













ciaoo!
sono tornata con questa nuova storia, sperando sia di vostro gradimento :P
se vi va lasciate una stellina e fatemi sapere cosa ne pensate, non siate lettori silenziosi! <3

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