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capitolo quattro


Affinity si sentiva divisa in due. Una miriade di pensieri le affollavano la mente mentre stava seduta in silenzio sul pavimento del furgoncino di John B.
A essere onesta, doveva ammettere che tutte le avventure appena passate alla casa in Figure Eight le avevano dato esattamente ciò che stava cercando.

Adrenalina.

Emozione.

Amicizie?

Ma soprattutto...

Una distrazione.

Essenzialmente tutte le cose che nelle estati precedenti non le erano mai mancate. Affinity infatti era una studentessa che dava il meglio di sé nel corso dell'anno scolastico, lavorava duramente per poter ottenere i suoi risultati eccezionali, e per questo l'estate le stava tanto a cuore. Era il periodo dell'anno in cui la ragazza poteva essere completamente libera dagli impegni e dalle preoccupazioni, e in cui poteva finalmente lasciarsi andare.
Quindi forse suo padre aveva ragione, e quei ragazzi erano proprio ciò di cui Affinity aveva bisogno. Ma loro avevano altrettanto bisogno di lei?

"Hey, Affinity!"

La castana si riscosse dai suoi pensieri e si girò verso John B, dato che il richiamo sembrava provenire da lui.

Allora alzò un sopracciglio, quasi sospettosa. "Sì?"

"Sei viva lì dietro? Sto cercando di ottenere la tua attenzione da un po'."

"Colpa mia, immagino sia perché sono una Kook." Rispose Affinity, come per vendicarsi.

"Bella tu sì che sai come rispondere." Disse JJ ridendo. "Hai ufficialmente il mio rispetto."

"Comunque..." continuò John B. "Che ne pensi della vita da Pogue?"

"È, uh- diversa."

"Ah, davvero?" Il ragazzo rallentò l'andatura del furgoncino con l'intenzione di girare l'ultima curva e fermarsi nel vialetto della McCormick.

Pope tirò fuori una penna e un blocco per gli appunti, ridacchiando mentre si fingeva uno psicologo. "Descriveresti questa differenza come una sensazione bella o brutta?"

"Assolutamente bella." Rise la castana.

"Beh in questo caso." Il viso di John B du illuminato da un sorriso che si allargò quando premette più forte sull'acceleratore.

Gli occhi di Affinity rimasero puntati su casa sua che si rimpiccioliva sempre di più, svanendo in lontananza. "John B hai appena superato casa mia."

"Lo so, Kook."

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"E ora ti presento il mio unico e solo vero amore, la mia piccola, la HMS dei Pogue." John B sorrise orgogliosamente mentre saltava sulla piccola imbarcazione legata al molo da una semplice cordicella.

"JB praticamente ci vive su questo affare." Mimò Kiara senza emettere suono ad Affinity.

"Ma questa è tipo una parte dell'iniziazione? Ora mi farete anche bere qualche misterioso liquido da qualche calice antico o simili?" Mimò la castana in risposta.

Kie saltò sulla barca con un sospiro. "Non puoi mai sapere quando si tratta di questi scemi."

Affinity rimase un secondo ferma davanti alla HMS senza sapere cosa fare, ma poi si decise a salirci su non appena vide JJ che slegava il nodo che la teneva attaccata al porto. Poi la castana si lasciò cadere di fianco a Kiara sulla parte posteriore dell'imbarcazione. John B a quel punto accese il motore, fece retromarcia e uscì dal canale. Affinity si distese sul pavimento della barca e chiuse gli occhi, sentendo il calore del sole bruciarle sul viso e la brezza sollevarle leggermente i lunghi capelli biondi.

"Quindi qual'è la tua storia, Kook?" Chiese John B.

La ragazza aprì gli occhi e si sollevò a sedere, appoggiando la testa su una mano. "Siamo tornati a Kook adesso?"

"Okay, okay, Affinity, qual'è la tua storia? Tutti conoscono la tua famiglia e si sa che la vostra agenzia turistica estiva guadagna migliaia e migliaia di dollari ogni giorno, quindi, come diamine ci sei finita nel Cut?"

"Fin non devi rispondere per forza." Disse Kie dolcemente.

"Perché no, Kie? Cosa ci sta nascondendo?" Scherzò JJ.

Affinity invece rimase in silenzio per diversi secondi, lo stomaco che le si contraeva al pensiero di ciò che era successo e che non le sembrava ancora possibile.

"I miei hanno divorziato." Ammise finalmente.

"Quindi?" John B alzò le spalle. "Tuo padre avrebbe dovuto prendersi una giusta metà dei vostri sol-".

"Non è andata così." Lo interruppe la castana. "L'accordo che hanno preso implicava che... che se mio padre avesse tenuto me, come voleva, mia madre si sarebbe tenuta tutti i nostri soldi e la nostra casa a Figure Eight. Mio padre ha dovuto usare i suoi risparmi personali per comprare la casa in cui viviamo, nel Cut, e beh... ora resteremo qui."

John B sentì una stretta al cuore e si pentì immediatamente della sua urgenza di sapere di più sulla ragazza. "Mi- mi dispiace, nessuno dovrebbe affrontare una cosa del genere." Disse brevemente.

"È tutto apposto, davvero. Io e mio padre siamo abbastanza felici qui. Anzi, se dovessi essere completamente onesta, direi che non lo vedevo così felice come lo è in questo periodo da un sacco di tempo."

"Mi tolgo il cappello in tua presenza, bella, la maggior parte dei Pogue al tuo posto sarebbe andato in pezzi." Scherzò Pope.

"Grazie, Pope." Sorrise Affinity in risposta.

"Se può aiutare a farti stare meglio, ora sei più vicina all'essere una vera Pogue." Puntualizzò JJ.

"Cosa intendi?"

"Tutti i Pogue hanno un passato tragico, dolcezza. E ora la storia da Pogue ce l'hai anche tu."

Affinity si distese di nuovo sul bordo dell'imbarcazione. "Io la mia l'ho detta, ma la tua storia qual'è?"

JJ fece un profondo respiro e lo rilasciò subito dopo con uno sbuffo. "Ho lavorato aggiustando motori assieme a mio padre da quando ho imparato a tenere in mano una chiave inglese. Mia madre se n'è andata quando ero molto piccolo e non definirei il rapporto fra me e mio padre di amicizia, ecco."

"Mi dispiace, JJ." Disse Affinity, il tono triste.

Il biondo in risposta si sistemò il cappello, calandoselo un po' di più sulla testa. "Non preoccuparti per me, dolcezza."

La castana allora si girò verso Pope. "E la tua, di storia, quale sarebbe?"

"Mio padre ha un'ottima reputazione qui e si è guadagnato il rispetto di molti..." cominciò il riccio.

"Dannatamente vero." Intervenne JJ. "Heyward può procurarti qualsiasi cosa tu voglia... è una leggenda a parer mio."

"Come stavo dicendo." Continuò Pope, zittendo l'amico. "Mio padre ha costruito dal nulla una cazzo di vita niente male per me e mia madre, ma questo non vuol dire che viviamo senza problemi anzi, a causa del colore della nostra pelle ne abbiamo più di altri."

"Gesù, Pope." Disse Affinity con rabbia. "Quei bastardi che pensano di esserti superiori solo per il loro stupido colore della pelle sono dei totali stronzi, non devi stare mai ad ascoltare quello che dicono."

Un timido sorriso illuminò il volto del riccio. "Grazie, Affinity."

"A disposizione." Disse lei in risposta con un cenno amichevole del capo. "E la tua John B?"

John B però non le rispose, limitandosi a tenere lo sguardo fisso sull'orizzonte e a osservare le nuvole nere che vorticavano e indicavano l'arrivo imminente di una tempesta. Affinity si girò verso Kiara in cerca di un aiuto ma l'amica scosse la testa. La castana allora annuì e tacque, anche se nel profondo voleva ancora conoscere il passato di quell'ermetico ragazzo.

"Agatha sta arrivando, sarebbe meglio se tornassimo al porto ora." Constatò John B, ignorando completamente la domanda di Affinity.

JJ si sollevò gli occhiali da sole. "Quella stronzetta sta venendo a portarci caldo, eh?"

"Sta zitto JJ, JB portarci via da qua." Ordinò Pope, che iniziava a sentirsi a disagio.

John B obbedì afferrando il timone e virando in un'altra direzione con la barca, iniziando così ad allontanarsi dalla tempesta che si avvicinava. Per prima lasciò Kiara a Figure Eight e poi mollò Pope dalla sua famiglia. JJ però rimase e da questo Affinity capì che non aveva una vera e propria casa dove fare ritorno.
Poco dopo, mentre John B rallentava in prossimità del molo vicino casa sua, la castana saltò giù dalla HMS e ringraziò il Pogue per il passaggio.

"Stammi bene, Kook. Attenta che non ci sono i generatori di energia elettrica nel Cut, resterete senza luce." La richiamò prima di andarsene.

Il vento stava già iniziando a far vorticare rami e foglie, a ribaltare le amache appese ai tronchi degli alberi, e ad agitare l'acqua che scorreva nei canali. Affinity si schermò gli occhi con la mano per ripararlo dal vento e corse lungo il vialetto per raggiungere casa sua. Spalancò la porta, entrò e la richiuse dietro di sé con uno scatto fulmineo, facendola sbattere. Il panico che quella piccola e traballante casetta si sarebbe piegata di fronte all'uragano la invase.

"Papà!"

Daniel McCormick arrivò di corsa nel salotto e la abbracciò di slancio.

"Dio ero così preoccupato per te. Stai bene vero?"

Affinity si staccò dall'abbraccio. "Si tranquillo, sto bene e anche gli altri sono riusciti ad arrivare a casa al sicuro."

"Okay, meno male." Sospirò il padre. "Com'è andata l'uscita?"

La castana lo abbracciò una seconda volta. "Grazie per avermi costretto ad andarci oggi."

Daniel ricambiò la stretta. "Di nulla, Fin. Allora immagino che sia andata bene?"

"Bene quanto ci si aspetta da un'uscita di questo tipo."

In quel momento, improvvisamente, una gigantesca folata di vento sbattè contro la casa e ogni pezzo da cui essa era composta sembrò incrinarsi, emettendo un rumore strano. Il suono del vento che fischiava fuori era accompagnato da quello dei rami che sbattevano contro le mura e le finestre.

Affinity disse, con il tono basso e tremante, facendo profondi respiri. "Andrà tutto bene giusto?"

Suo padre le sorrise e la baciò sulla fronte. "Oh andiamo, Finny, siamo sopravvissuti ad anni di convivenza assieme a quella bestia di tua madre. Direi che ormai possiamo sopravvivere a qualunque cosa."























SPAZIO AUTRICE
weee
come state?
scusate se questo capitolo è uscito oggi quando avrei dovuto pubblicarlo mercoledì ma vi prometto che per farmi perdonare provo a pubblicarne un altro domenica;)
detto questo, spero vi sia piaciuto e se è così lasciate una stellina<3

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