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01: Anakin Skywalker (Star Wars)


𝐌𝐀𝐊𝐄 𝐈𝐓 𝐁𝐋𝐄𝐄𝐃
𝐚𝐝𝐯𝐞𝐧𝐭𝐮𝐫𝐞 / 𝐬𝐜𝐢 - 𝐟𝐢


La stanza era completamente vuota. L'unica presenza era un giovane Padawan impegnato a perfezionare le proprie tecniche di combattimento Jedi. La sua tunica nera, molto insolita per un'apprendista Jedi, avvolgeva perfettamente il suo corpo e lo seguiva nei movimenti. I suoi stivali creavano attrito sul lucido pavimento. Nel silenzio si poteva udire il suo respiro affannato dallo sforzo; era imperterrito a perfezionare se stesso: quando errava, si rialzava e aumentava il suo genio. Fin quando non si bloccò di colpo sentendo la presenza di una seconda persona nella stanza.
Non si voltò ma aspettò che quella persona parlasse, sebbene sapesse non fosse in pericolo.
"Anakin! Amico mio! Da quanto tempo!"
Era una voce femminile molto familiare al giovane Padawan, ma lui rimase ugualmente composto con la schiena dritta rispettoso della gerarchia; anche se ormai svanita.
"Buongiorno Maestro, cosa la porta qui?"
La gentilezza e il rispetto nella sua frase fece apparire un dolce sorriso sul volto della donna. Queste pensò a come abbia fatto a diventare tale siccome non meno di qualche mese prima, il giovane Padawan era incorreggibile.
"Obi Wan l'ha messo subito in riga."
Pensò lei.
"Suvvia, Anakin, non chiamarmi Maestro: non faccio più parte del consiglio, ho lasciato la mia vita da Jedi. Obi Wan mi ha detto che potevo trovarti qui, quindi ho pensato di farti un saluto prima di andare via"
Anakin fu sempre un Padawan dedito all'addestramento: non parlò mai tanto con il resto degli apprendisti, non fece mai amicizia. Lui voleva diventare un perfetto Maestro Jedi e le amicizie, così credeva, sarebbero state solo d'intralcio. Gli unici di cui gli importava erano Obi Wan Kenobi, il suo attuale Maestro, e Miser, colei che gli insegnò ogni piccolo segreto della Forza sin dall'inizio. Erano molto uniti finché lei non decise di abbandonare il Consiglio Jedi per un uomo, da quel momento subentrò Obi Wan per addestrare Anakin. Però il forte legame tra il ragazzo e Miser non si spezzò mai e speravano che la lontananza non cambiasse mai le cose.
"Oh..." Anakin temeva il giorno in cui Miser sarebbe venuta per quel motivo. Non era pronto a lasciarla andare sebbene si trovasse bene con il Maestro Obi Wan Kenobi. Comunque si convinse in qualche modo che bisognasse andare avanti, e a convincerlo c'era anche Miser stessa.
"Gli attaccamenti, Anakin, lasciali andare. Ricordatelo" Anakin sorrise dolcemente alla donna davanti a sé e annuì col capo dandole ragione. Sapeva che lei sarebbe venuta a fargli visita qualche vola.
"Comunque ho messo buona parola su di te al Consiglio, dicono che non sei ancora pronto, ma stai imparando in fretta e la Forza è potente dentro di te. Per questo ho insistito ad attribuirti il Maestro Kenobi come mio successore: ti troverai bene e inoltre è molto saggio e sa quello che fa. Ascoltalo attentamente."
A quelle parole la voce di Anakin si alzò di qualche tono e cominciò ad alterarsi un poco.
"Non sono pronto? Come fanno a dirlo? Sono un uomo ormai e non c'è più nient altro da imparare! Sono ben formato sulla Forza!"
Dall'essere composto, Anakin cominciò a gesticolare prepotentemente per esprimere i propri pensieri ed emozioni, finché non si fermò di colpo guardando Miser dritta negli occhi realizzando quanto si stesse scaldando inutilmente. Anakin prese un profondo respiro tornando in se stesso.
"Nessuno mi capisce come te..." Sembrava quasi un sussurro e Miser gli mise dolcemente una mano sulla spalla per consolarlo. Un gesto tranquillo, intimo ma allo stesso tempo educato, non tropo fuori dalle righe.
"Non lasciarti travolgere dai brutti pensieri, sì sempre al sicuro giovane Padawan"
Anakin sorrise al gesto.
"Scusami, mi capita spesso di parlare troppo, dare voce ai miei pensieri e magari finire pure nei guai per questo"
A Miser a primo impatto non sembravano delle scuse sincere, ma in fin dei conti non c'era bisogno di diversi scusare con lei. La sua rabbia era plausibile.
La donna si assicurò che Anakin seguisse passo per passo il Maestro Kenobi: sapeva che con lui sarebbe stato al sicuro e sarebbe diventato un perfetto Jedi. Doveva solo obbedirgli. Alla raccomandazione, Anakin accordò ma lo sguardo triste e nostalgico non riuscì ad abbandonarlo.
"Sei sicura di voler andare via?" Miser annuì. Era felice di cambiare vita: non sarebbe più stata in pericolo, avrebbe vissuto in pace e tranquillità, e inoltre non doveva mai più preoccuparsi di seguire le regole dei Jedi. Poteva amare una persona senza nascondersi da tutti. Anche se una parte di lei voleva rimanere al Consiglio e riprendere Anakin sotto la sua ala.
"Verrai a trovarmi? Starai nei paraggi?"
Lo sguardo terrorizzato di Anakin era visibile agli occhi di Miser, lei capiva cosa stesse provando: aveva paura di perdere un'altra persona importante nella sua vita. Ma non sarebbe successo.
"Anakin, correrò sempre da te quando avrai bisogno; solo... non sarò qui ogni secondo come prima..."
Un momento di silenzio riempì la stanza finché il ragazzo non lo ruppe cercando di cambiare argomento. Magari uno un po' più allegro.
"Dove andrai di bello?" Chiese Anakin sorridendo.
"Su Alderaan. Bail Organa è un mio caro vecchio amico e ha garantito che mi troverò bene laggiù"
"Ah sì! Mi è stato detto che è un posto davvero bello!" Miser osservò lo sguardo sognante di Anakin e capì che qualcosa stava cambiando in lui.
"Beh- spero tu possa stare bene Maestro"
"Non sono più il tuo Maestro, Anakin" Miser quasi non rise per la situazione. Trovava carino il fatto che Anakin la considerasse ancora un Maestro.
Il ragazzo quasi non divenne rosso dall'imbarazzo e subito si corresse.
"H-Hai ragione... è che- mi è difficile non chiamarti Maestro..." Miser continuò a sorridere ad Anakin e decise di concludere la conversazione. Anche perché doveva assolutamente tornare su Alderaan.
I due si strinsero in un grande abbraccio e a Miser quasi non mancò il respiro per quanta forza Anakin ci stesse mettendo.
Ognuno sentì il calore dell'altro e la nostalgia li sopraffece.
"Chiamami se hai bisogno" Raccomandò Miser poco prima di sentire di nuovo quella strana sensazione: sentiva una forza strana avvolgerla in tutto e per tutto e sapeva che proveniva direttamente da Anakin. Non riusciva a capire se fosse buona o cattiva, ma probabilmente era portata dalla tristezza del momento.

...

"Jedi Skywalker!"
Una voce autoritaria rimbombò nel lungo e spazioso corridoio facendo girare il giovane Anakin con uno sguardo confuso ma anche spaventato. Ripercorse mentalmente qualsiasi cosa di sbagliato che potesse aver fatto in quelle ultime ore o giorni. Non arrivò a nessuna soluzione; ma quando si accorse della presenza di Obi Wan, subito un respiro di sollievo lasciò le sue labbra.
Salutò il suo Maestro e l'uomo affianco: il Maestro Windu.
Anakin sentiva che qualcosa non stesse andando per il verso giusto ma non espresse alcun commento: rimase in ascolto.
"Tu e il Maestro Kenobi andrete su Alderaan come protettori per l'ex Maestro Jedi Miser. È sotto minaccia e abbiamo ben pensato di affidarti questo compito dato il vostro trascorso e la vostra confidenza; era il tuo Maestro prima di Kenobi, quindi sarebbe stato carino per te rivederla."
Gli occhi di Anakin strabuzzarono dalla notizia: da una parte era felice di poter rivedere Miser ma dall'altra non voleva di certo rivederla in quelle condizioni.
"È in pericolo?!" Anakin sbiancò per un secondo e quasi non agì d'istinto come suo solito. Fortunatamente il Maestro Kenobi aveva la situazione sotto controllo: con un solo sguardo riuscì a calmare il giovane Padawan.
"Andremo su Alderaan il più presto possibile, Maestro Windu. Ne siamo grati di questo compito."
Windu non era convinto data la reazione di Anakin, ma ormai le decisioni furono prese e non poteva aggiungere altro.

Per tutto il viaggio Obi Wan cercava di tranquillizzare Anakin. Il ragazzo era irrequieto e il più grande lo sentiva nel profondo, e riuscì a sentire anche quanto stesse diminuendo la paura appena la destinazione cominciò ad essere più vicina.
"Sono arrivato!" Urlò Anakin felice di poter rivedere il suo vecchio Maestro. Il Padawan saltò giù dalla navicella e corse ad abbracciarla.
Anche Miser era contenta di rivederlo.
"Sono così felice! Stai bene? È successo qualcosa?"
Anakin ispezionò per bene la donna davanti a sé per paura che potesse essere ferita, e fortunatamente non era così. Sembrava sollevato anche se la preoccupazione non lo abbandonò mai del tutto.
Miser salutò educatamente anche Obi Wan prima di invitarli gentilmente all'interno di casa sua.
La donna cominciò a raccontare l'accaduto e nel suo tono di voce non sembrava affatto spaventata o preoccupata, anzi era molto serena.
Anakin invece continuava ad interromperla e a fare domande su domande. Era inevitabile per lui: la sua testa lavora il doppio quando si sentiva sotto pressione e una persona a lui cara era in pericolo.
Obi Wan cercava di farlo rallentare.
"Volete qualcosa da bere o da mangiare?"
Chiese Miser.
I due Jedi scossero la testa.
"No, siamo a posto" Ribadì Obi Wan.
Miser invitò i due a sedersi sui divanetti posizionati accuratamente al centro del salotto.
Anakin per un momento si perse nell'arredamento e il Maestro Kenobi prese al volo l'occasione per investigare in modo tranquillo e poco affrettato.
"Dove si trova il tuo futuro marito?"
Anakin si concentrò immediatamente sulla conversazione e lasciò perdere le altissime finestre dietro a Miser che davano sulla città.
"È partito stamattina, ma è rimasto con me per tutto il tempo durante l'accaduto"
Miser conosceva bene il protocollo Jedi e voleva già mettere dei paletti attorno al suo promesso: doveva rimanere fuori da quella storia perché niente avrebbe portato ad una sua probabile colpa.
"Chi voleva ucciderti?" Chiese Anakin senza filtri. Una domanda stupida ma legittima dato il suo disagio.
Miser fece segno ad Obi Wan di far calmare Anakin, dato che ormai non era più un suo compito, e il Maestro obbedì agli ordini. Il ragazzo cercò di rilassarsi mentre la donna continuò a rispondere.
"Non so chi fosse, era buio, era notte quindi non potevo vedere un granché. So solo che era un uomo."
Rispose tranquilla Miser con un tono fermo.
Anakin tornò composto e fece un respiro profondo. Continuava a ripetersi di pensare prima di parlare.
"Si è fatto male qualcuno?"
Miser rispose negativamente e aggiunse che anche il suo fidanzato stava bene.
"Ricordi qualcosa? Anche solo un dettaglio che possa tornarci utile"
Anakin riuscì a calmarsi una volta per tutte e Miser, interiormente, riconobbe a se stessa la fierezza che provava nei suoi confronti. Obi Wan sentì lo stesso.
Ma sfortunatamente non c'era niente che colpì Miser a primo impatto. Ci pensò su anche durante l'attesa dell'arrivo dei due Jedi, ma niente le venne in mente. Non sembrava ci fosse qualcosa di singolare in quell'uomo.
Anakin sospirò pesantemente frustrato dalla situazione. Si rivolse a Obi Wan per una conferma su qualsiasi buona teoria sull'accaduto, ma niente di nuovo.
Una domanda apparse nella testa di Anakin. Voleva sprofondare ma doveva chiederlo: bisognava prendere in considerazione qualsiasi scenario.
"Hai mai... - il ragazzo si fermò per un secondo e deglutì rumorosamente con gli occhi fissi su di lui - ... fatto qualcosa al di fuori del Consiglio?"
Non si sarebbe mai perdonato per averlo chiesto al suo ex Maestro più fidato, ma oltretutto c'erano milioni di possibilità e bisognava catturare assolutamente quel furfante.
"O magari è solo un tizio che vuole dei soldi"
Anakin cercò di salvarsi ma senza eccellere. Infatti uno sguardo deluso apparve sul volto di Miser, incredula di poter sentire una cosa del genere. Come poteva fare una domanda così inopportuna?
"Pensi che io possa fare una cosa simile?"
Sussurrò la donna visibilmente preoccupata.
Anakin divenne paonazzo.
"N-No! No! Assolutamente, no!" Scosse la testa per accentuare la risposta.
"Ma il Consiglio potrebbe pensarlo... non bisogna escludere questa teoria..."
Obi Wan si intromise cercando di risolvere la situazione riuscendo nell'intento.
Anakin lo ringraziò con uno sguardo e Miser ammise a se stessa che Obi Wan aveva ragione. Fosse stata nei loro panni avrebbe fatto le stesse identiche domande.
"Hai mai infranto una regola?"
"No, ho lasciato il Consiglio proprio per questo: per non dover infrangere regole o finire nei guai"
Anakin annuì lentamente pensando ad altre domande e altre possibilità.
Ricordava Miser spiegare il motivo per cui volesse lasciare il Consiglio- magari era qualcuno contrario alla sua scelta?
"C'é qualcuno che ti ha seguito fin qui e che ha cercato di farti cambiare idea? Magari il nemico è qualcuno che non accetta il tuo allontanamento dal Consiglio"
La teoria di Anakin era perfetta, aveva senso ed era plausibile data la popolarità e le gesta che Miser compì nella sua carriera da Jedi. Eppure non c'era nessuno che provò a farle cambiare idea.
Voler combattere contro un Maestro Jedi non era da tutti, e soprattutto nessuno aveva un potere tale da riuscire a cavarsela.
Il cervello di Anakin tornò a lavorare il doppio di prima.
"Hai mai incontrato qualcuno di sospetto, o sconfitto qualcuno che possa aver influito poi sul tuo futuro?"
Miser ci pensò su e in effetti qualcuno c'era.
"Ho incontrato un uomo una volta, molto tempo fa. Ero in un bar su Naboo, ero da sola, non ricordo dove fosse Anakin. Abbiamo parlato del più e del meno all'inizio, niente di importante... Il suo nome era..."
La tensione stava torturando il giovane Anakin e lo si poteva vedere dalla gamba, la quale si stava costantemente muovendo su e giù.
Obi Wan mise delicatamente una mano sul suo ginocchio per tranquillizzarlo.
"Mondor! Si chiamava Mondor! Ad una certa ha cominciato a farmi domande sul Codice Jedi, e ricordo che era molto bravo nelle scommesse e a giocare a carte..."
Il nome non disse niente a nessuno dei due Jedi, ma Anakin continuò senza sosta a trovare qualche connessione nella storia.
"Quante volte ti è capitato di vederlo?"
"Solo quella volta, per questo non l'ho mai detto a nessuno; ma... c'era qualcosa in lui di davvero strano. Ho sentito del pericolo ma non è accaduto niente da lì in poi. Era una sensazione davvero insolita, mai provata prima."
Anakin annuì e Obi Wan prese il comando della conversazione.
"Con la persona che ha cercato di ucciderti hai avvertito la stessa sensazione?"
Miser scosse la testa in segno di negazione.
"O almeno non ci ho fatto caso... è avvenuto tutto troppo velocemente per percepire qualcosa. Non sono più familiare alla Forza come prima, ho promesso che non l'avrei più usata dopo essermene andata dal Consiglio"
Obi Wan guardò Anakin negli occhi e disse qualcosa a bassa voce, come se volesse avere un momento di privacy con il suo Padawan ma allo stesso tempo volesse essere sentito da Miser.
"Potrebbe essere sensitivo alla Forza, magari la percepisce e quindi sa esattamente dove si trova"
Anakin era d'accordo con questa teoria e anche Miser non si tirò indietro alla possibilità.
Eppure qualcosa a Miser non quadrava del tutto: cercò nella sue mente e nei suoi ricordi qualcosa che potesse essere colpevole di tutto questo.
Un uomo le apparì davanti agli occhi.
Non ne conosceva il volto o il nome ma c'era sempre lui in ogni battaglia.
"Aspettate!" Esordì Miser proprio appena Obi Wan e Anakin decisero di alzarsi in piedi.
Aveva l'attenzione di entrambi. Curiosi di sapere.
"Ho combattuto un paio di volte contro una persona. È stato molto tempo fa dall'ultima volta quindi non so quanto possa essere effettivamente lui l'origine di tutto questo. Non era un Jedi o un Sith, era solo un guerriero con una pistola laser e molto bravo nel combattimento corpo a corpo.
Non ho mai saputo il suo vero nome ma si definiva come Toruk. Potrebbe essere morto come potrebbe essere ancora vivo."
I due Jedi non mossero un muscolo e rimasero ancora all'ascolto. Non avevano il coraggio di interromperla.
"Se è vero che mi controlla sa dove e come mi sposto. Potrei attrarlo da qualche parte e voi potreste seguirmi da lontano"
Il piano di Miser, per Obi Wan, pareva perfetto. Anakin invece non era affatto convinto. Se fosse stata in pericolo? Se fosse degenerato tutto? Non poteva perdere anche lei.
"Non sarebbe rischioso?"
Il ragazzo cercò di far cambiare idea ad entrambi ma non c'era soluzione se non quella appena detta.
"Vi travestirete con qualcosa che possa coprire il volto così da non essere riconosciuti in giro. Andremo in un luogo affollato: non avrà il coraggio di agire. Se noterete qualcuno seguirmi ovunque io vada, è lui il bersaglio.
Ho ancora la mia Forza nel caso succedesse qualcosa e una pistola laser per difendermi. E poi ci sarete voi due, quindi mi sentirò ancora più al sicuro."
Obi Wan annuì con un leggero sorriso dipinto in volto sapendo già di avere in pugno l'uomo misterioso. Anakin invece si convinse con fatica.
"E dove pensi che potremmo andare?"
"Su Tatooine, in periferia dove è affollato abbastanza da nascondersi e nessuno si fa domande su cosa possa succedere. Andremo domani, io con la mia navicella e voi con la vostra. Dobbiamo essere discreti."

...

Il giorno dopo Miser si preparò per la missione e si accertò un paio di volte di aver portato tutto con sé.
Salì sulla navicella, presse i pulsanti giusti per accenderla per poi indossare l'auricolare con microfono per connettersi alla linea della navicella di Obi Wan e Anakin.
Questi rimasero ancora su Alderaan nel caso il nemico sarebbe stato lì ad assistere alla partenza e non sarebbe riuscito a non seguire Miser per preoccuparsi di loro.
Dopo pochissimo tempo Miser sentì qualcuno fare rumore dall'altra parte della linea.
"Mi ricevi?" Obi Wan fu il primo a parlare seguito poi da Anakin.
"Sei pronta?"
Il tono del ragazzo era l'unico preoccupato e subito Miser rispose in modo tale da tranquillizzarlo.
"Mi manca tutto questo..."
Un momento nostalgico avvolse Miser e con un grande sospiro, aumentò la velocità della navicella pronta a raggiungere Tatooine.
Quando arrivò a destinazione diede un "buona fortuna" ai due Jedi, e quando scesero dalle navicelle si scambiarono un paio di sguardi e Miser gli fece segno di portare avanti il piano.
Obi Wan e Anakin rimasero indietro rispetto a Miser e coprirono i loro volti con il grande cappuccio attaccato alla tunica.
Anakin era teso.
"E se succedesse qualcosa di brutto? Non abbiamo un piano nel caso Toruk si ribellasse?"
Obi Wan continuò a guardare avanti a sé cercando di non dare nell'occhio.
Rispose ad Anakin senza guardarlo negli occhi.
"Fidati di lei, Anakin. Non diffidare e abbi pazienza."
Ormai per Anakin, il Maestro, sembrava un disco rotto: ad ogni domanda o dubbio rispondeva sempre allo stesso modo.
Il giovane Padawan tenne gli occhi fissi su Miser appena notò una figura sospetta seguirla.
Era incappucciato anche lui quindi non si poteva vedere molto.
La donna si accorse del pericolo e girò a sinistra in una via stretta e ambigua senza molta luce.
"Dove sta andando? Non erano così i piani"
Disse Anakin. Non gli andava a genio che Obi Wan potesse essere così tranquillo.
Il Maestro alzò un dito facendogli segno di fare silenzio.
"Pazienza, Anakin."
Il giovane alzò gli occhi al cielo, ma non sapeva che sotto sotto anche Obi Wan era confuso dalla situazione: temeva un attacco improvviso.
Appena Miser cambiò direzione, notò come l'uomo fece lo stesso e un sorriso apparì sul volto della donna. Sapeva che sarebbe andato tutto bene. Sapeva fosse lui.
Si fermò di colpo davanti al punto cieco della via.
"È arrivato il momento" Disse senza girarsi. Mise la sua mano sulla pistola infilata nella cintura pronta per l'azione se il nemico avesse attaccato.
"Lo stavo aspettando" Ribatté l'uomo e Miser si girò con sguardo di sfida.
Notò come anche l'uomo avesse addosso una tunica col cappuccio per nascondere le proprie fattezze, e la mano accuratamente posizionata sulla pistola.
Entrambi stavano aspettando l'altro per attaccare.
Ma Miser non aveva messo in conto la rabbia e l'impulsività di Anakin.
"Quindi tu sei Toruk" Disse il ragazzo a denti stretti. Miser notò uno sguardo diverso nei suoi occhi: le sue iridi divennero più scure man mano la rabbia aumentava. La voce si fece più bassa.
L'uomo si girò verso Anakin accompagnato da Obi Wan.
Miser sapeva che qualcosa sarebbe accaduto da un momento all'altro, e l'alterazione di Anakin non aiutava.
"Stai calmo, Anakin. Ricorda: pazienza"
Il ragazzo sospirò profondamente e cercò di ricomporsi. Non doveva farsi abbindolare dalle emozioni.
Toruk cominciò a ridere all'improvviso.
"Ti sei portata un ragazzino come protezione?"
Miser non rispose, gli sguardi pieni di rabbia non lasciarono la figura di Toruk.
Non finché questi non impugnò la propria pistola e la puntò verso Miser.
La donna sentiva il cuore battere all'impazzata e un pizzico di paura apparì dentro di sé, Anakin voleva agire il prima possibile e farla finita, mentre Obi Wan cercava di non farsi sopraffare dalle emozioni.
Cosa sarebbe successo da lì a poco?
Toruk avrebbe sparato?
Lui e Anakin avrebbero salvato in tempo Miser? O sarebbe stata colpita? Eppure è molto brava a difendersi, non per niente era un Maestro Jedi.
Tutti contemporaneamente tirarono fuori le proprie armi: spade laser e pistole.
Il tempo sembrò fermarsi.
"Butta giù l'arma!" Urlò Anakin con la spada laser tra le mani. Toruk non mosse un muscolo senza paura, Miser invece cercò di far ragione Anakin ma questi non cambiò rotta. Continuò imperterrito a voler difendere Miser.
"Non lo dirò un'altra volta, Toruk"
Il nemico ancora non si mosse e non disse niente. Nella tensione del momento, Miser fece a Toruk una domanda. Non poteva catturarlo senza sapere la verità.
"Cosa vuoi da me?"
La risposta di Toruk fece raggelare il sangue ai due Jedi, mentre la confusione apparì sul volto della donna.
"Sono qui per ucciderti, come tu hai fatto con mio padre"
Anakin si pietrificò sul posto. I Jedi non possono uccidere, va contro le regole e la reazione insolita di Miser fece viaggiare ancora di più la mente di Anakin.
Perché rimanere così calma? Persino Obi Wan era sorpreso dalla notizia.
"Chi era tuo padre?"
"Era un guerriero rispettato! Il suo corpo giaceva su Kashyyyk!"
Un flash travolse Miser. Ricordava la guerra su Kashyyyk e fu una delle più sanguinanti a cui ebbe mai partecipato.
Tra gli Wookie caduti inermi sul terreno, spiccava un uomo armato che cercò di uccidere Miser senza sosta. Lo conosceva, era parte dell'armata amica ma scoprì poi che faceva squadra con il Lato Buono della Forza e dovette interrompere la sua vita. Non era dedito al volere del Lato Oscuro.
"Faceva il doppio gioco! Ho dovuto farlo!"
"Ne ho abbastanza!"
Toruk urlò con tutte le sue forze appena premette il grilletto.
Se non fosse stato per Anakin e Obi Wan che con un salto si misero davanti a Miser per proteggerla, sarebbe stata la fine per lei.
Gli spari continuarono a volare nell'aria e le spade laser fermarono la loro traiettoria.
Miser prese al volo l'occasione per spostarsi da una parte velocemente con una capriola e puntare contro il nemico. Senza esitazioni sparò alla sua gamba così che si ferisse abbastanza da non potersi alzare. Anakin fece un balzo verso Toruk prendendolo dalle braccia e disarmandolo.
La missione era riuscita.
Legarono i suoi polsi con un paio di manette.
"Ti abbiamo preso Toruk, ora pagherai per le tue azioni"
Il prossimo step era quello di portare il nemico alle autorità e ci avrebbero pensato loro al suo futuro imminente.
Tornarono tutti e tre alle navicelle ma Miser fermò i due Jedi prima di lasciarli salire sui veicoli.
"Lasciatelo a me, lo porterò personalmente alle autorità. Devo parlargli"
Anakin e Obi Wan si opposero alla sua decisione.
"Senza offesa, Miser, ma non lasceremo che un probabile killer possa stare da solo con te. Se succedesse qualcosa non ce lo perdoneremmo mai"
Obi Wan aveva ragione ma Miser doveva disperatamente avere Toruk con sé.
Anakin sentiva che la donna stesse tramando qualcosa, ma dopotutto doveva fidarsi. Non ascoltò affatto le sue intuizioni.
Quindi Toruk salì sulla navicella di Miser legato e inoffensivo.
"Ci vediamo su Alderaan" Furono le ultime parole prima di partire.
Miser accese la navicella e volò in direzione di un pianeta deserto su cui nessuno potesse assistere.
Appena arrivata fece scendere l'uomo sul terreno sabbioso.
Non c'era anima viva.
Miser lo spinse a terra e tirò fuori la sua pistola laser puntandogliela dritta in fronte.
Vedeva il terrore nei suoi occhi.
Erano soli e anche se avesse voluto urlare aiuto, nessuno sarebbe venuto a salvarlo.
Si chiese perché non ribellarsi davanti ai Jedi. Avrebbe potuto spiattellare tutta la verità. Ma non si fece altre domande.
Non si dissero niente, perché non c'era niente da dirsi, e con sangue freddo Miser sparò a Toruk.
"Ora non ci sono più prove"
Questo si sdraiò inerme sulla sabbia. Il sangue che fuorusciva dal colpo alla testa. Ebbe un paio di spasmi prima che il cuore si fermò totalmente.
Miser non si guardò indietro e lasciò il corpo in balia a se stesso. "Sicuramente verrà mangiato da qualche animale affamato" Pensò lei salendo sulla navicella pronta a tornare a casa.

...

"È tutto ok?" La voce di Anakin distrasse Miser dai suoi pensieri.
"Si, tutti a posto. L'ho lasciato alle autorità come vi ho detto" Rispose tranquilla la donna.
Anakin sentiva una strana aurea attorno a lei: sapeva fosse successo qualcosa, la sensazione che stesse nascondendo un segreto era ancora più grande di prima.
Miser lo sapeva, lo vedeva attraverso i suoi occhi; così lo tranquillizzò.
"Ha solo imprecato un paio di volte ma l'ho consegnato subito. È sano e salvo nella sua cella.
Il vostro compito qui è concluso. È stato bello rivederti, Anakin"
Miser abbracciò il giovane Padawan e il Maestro Kenobi prima di vederli volare via verso il Consiglio Jedi.


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