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𝐋𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐢𝐳𝐢𝐞.

PHYTON'S POV

Un mese è passato, e la neve ha ormai ricoperto ogni cosa. Non vedo l'ora di toccarla: è soffice, candida, leggera... mi ricorda il mio aspetto. Sono le sei del mattino. Era l'ora in cui mi alzavo un tempo, e non intendo cambiare abitudine.

Mi sistemo i capelli con precisione, indosso la mia nuova divisa e mi avvio verso la Sala Grande. Non c'è ancora nessuno, e ne approfitto per girare tra i corridoi. Hogwarts è più maestosa di quanto ricordassi: ogni angolo sembra raccontarmi storie dimenticate. A ogni passo, i ricordi riaffiorano come fiamme.

Cammino con calma, lasciandomi trasportare dai pensieri. Sento ancora le vecchie discussioni con Helena: i nostri litigi su quale sala comune fosse la più bella, le risate, le sfide. Questo posto è casa mia, e lo sarà per sempre.

Tornando nella Sala Grande, vedo Harry seduto insieme a Ron e Hermione. Non li conosco di persona, ma Harry me ne ha parlato così tanto che i loro nomi mi sono familiari. Il loro legame sembra... speciale. Mi avvicino con curiosità, chiedendomi: saranno purosangue? No, devo smettere di pensarci. Qui siamo tutti uguali.

«Buongiorno!» esclamo, cercando di sembrare naturale.

Hermione alza lo sguardo e sorride. «Buongiorno, Miss Serpeverde.» Poi, con un gesto gentile, mi invita a sedermi accanto a lei.

«Chiamami Phyton, o Regius, come preferisci» rispondo, prendendo posto.

«Come hai dormito, Phy?» chiede Harry, osservandomi con interesse.

«Benissimo, grazie! È tutto così comodo qui rispetto ai sotterranei. Sapete, ho riaperto la mia vecchia camera. Non ci entravo da secoli... è incredibile, è ancora intatta!» esclamo con entusiasmo, come una bambina che ha appena trovato un tesoro. «E voi? Avete delle camere personali?»

Ron mi guarda come se avessi detto qualcosa di assurdo. «Una camera personale? Seriamente?»

«Sì, perché?» ribatto, sorpresa.

«Beh, qui condividiamo le stanze con almeno tre persone. Se sei fortunato, trovi compagni decenti. Se no... sono guai.» Harry sorride, cercando di sdrammatizzare.

«Io, per esempio, devo sopportare due ragazze che si divertono a farmi dispetti con delle fatture. Pensano che io non sappia come annullarle...» dice Hermione, abbassando lo sguardo con un velo di tristezza.

Le poso una mano sul braccio. «Hermione, non devi preoccuparti. Sei una strega straordinaria, e loro lo sanno. Sono solo gelose. Lascia che facciano pure i loro giochini: alla fine saranno loro a perdere.»

Harry e Ron annuiscono all'unisono. «Phy ha ragione. Sei la migliore, Hermione» dice Harry con convinzione.

Osservare la loro amicizia mi tocca profondamente. È bello vedere quanto si sostengano a vicenda.

DRACO'S POV

Non ho chiuso occhio. Phyton, quella fastidiosa principessina, mi ha tormentato per tutta la notte. La sua arroganza, il suo atteggiamento... insopportabile. Spero di non incrociarla nei corridoi, o peggio, durante la colazione.

Arrivato nella Sala Grande con Crabbe e Goyle, mi siedo al solito posto. Ma eccola lì. Seduta con Potter, Weasley e Granger. Il loro tavolo sembra un circo, e lei... lei è il centro dello spettacolo.

«Perché sta con loro?» borbotta Goyle, guardandola con aria offesa. «Dovrebbe stare con noi. Anzi, dovrebbe essere un esempio, seduta al capotavola.»

«E che ci importa?» ribatte Crabbe, masticando rumorosamente. «Meno gente qui, più cibo per noi.»

Lo fisso, disgustato. «Pensi solo a mangiare, eh, stupido calzone ripieno?» Poi torno a guardare Phyton.
Lei ride con loro, come se fosse una di loro. «Se le piacciono tanto i Grifondoro, che cambi casa!» esclamo, provocando le risate dei miei compagni.

A fine colazione, li vedo andarsene insieme. La mia rabbia cresce. Li seguo a distanza, nascondendomi tra i corridoi. Quando sento Phyton descrivere la nostra sala comune, la mia pazienza si esaurisce.

«Salve, moschettieri!» esclamo, uscendo allo scoperto. «Che ne dite di una bella punizione raccomandata da mio padre? Preferite un gufo o l'espulsione?»

Phyton si volta verso di me. I suoi occhi mi trafiggono. Per un attimo, quasi mi pento di aver parlato.

«Quanto sei prevedibile, Malfoy» dice, con un sorriso beffardo.

Stringo i pugni. «Non costringermi a raccontare tutto al professor Piton. Sai che posso farlo.»

Lei alza un sopracciglio, apparentemente divertita. «Malfoy, non farmi ridere. Torna dai tuoi scagnozzi e smettila di importunarmi. Se sai chi sono, allora sai anche che mettermi contro di me è una pessima idea. Non farlo, o finirai spiaccicato contro un muro.»

Le sue parole sono taglienti, precise. E, maledizione, mi colpiscono più di quanto vorrei.

«Me la pagherai!» grido, cercando di mascherare il mio imbarazzo con la rabbia.

Lei si allontana con i suoi nuovi amici, lasciandomi lì, umiliato. La sua indifferenza mi irrita... e mi affascina.

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