Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

𝐋𝐚 𝐝𝐮𝐫𝐚 𝐯𝐞𝐫𝐢𝐭à.

La neve cadeva, fitta e implacabile, avvolgendo il campo di Quidditch in un manto bianco e gelido, che sembrava soffocare ogni suono. Il vento sferzava i nostri volti, portando con sé il freddo mordente della mezzanotte, mentre l'oscurità si faceva sempre più densa. Avevo cercato di andarmene, di fuggire da quell'angolo di desolazione, ma Blaise, come un incantesimo a cui non riuscivo a sottrarmi, aveva deciso che quella notte, proprio in mezzo a quella tormenta, sarebbe stata quella giusta per svelarmi la verità.

"Allora," iniziò, la sua voce tagliente come il vento, "le mie parole non contano nulla, vero?"

Mi strinsi nel mio cappotto, tremando più per la fatica che per il freddo. "Ti sorprenderesti se ti dicessi 'no'?"

"Non credo," rispose, ma il suo tono tradiva una sottile speranza che stava per infrangersi. "Ma sarebbe bello essere sorpreso, una volta, per favore."

"Come vuoi, Blaise?" Lo guardai con occhi penetranti, la stanchezza mi schiacciava. "Il fatto che io sia ancora qui, congelato fino all'osso, sotto questo inferno di neve, non ti sorprende?"

Mi fissò, sospirando, ma non si fermò. "Vieni, biondino, non fare il gioco delle parole. Sai benissimo cosa intendo."

Un silenzio pesante si fece strada tra di noi. Non rispondevo mai senza riflettere, ma quella volta non ero certo di cosa pensare. Lui, stanco di aspettare, mi sfidò.

"So a chi stai pensando. E se me lo confermi, forse potremmo lasciare questo dannato campo. Sto congelando, cazzo."

"E perché me lo chiedi?" La domanda scivolò fuori dalle mie labbra senza preavviso, le parole ghiacciate nel buio di quella notte. "Non ti è chiaro?"

Lui non rispose subito. I suoi occhi si abbassarono, come se avesse paura di vedere qualcosa che non voleva affrontare. Poi, con un filo di voce che sembrava un sussurro, mormorò: "Sì, lo so. E ti ringrazio per avermelo detto. Ma come ti ho già detto, devi lasciarla andare. Devi farlo, Draco."

Feci un passo indietro, sbattendo i denti contro il freddo. La sua voce, che prima era così sicura, ora suonava come una condanna. "Perché?" Gli chiesi, guardando il paesaggio che si estendeva davanti a me, tutto avvolto nell'oscurità, solo i fiocchi di neve a brillare come piccole stelle in lontananza. Mi sentivo come il campo stesso: spoglio, inospitale, eppure illuminato da un solo, debole fascio di luce. Quella luce, la sola cosa che riusciva a riscaldarmi, era Phyton.

"Perché è ciò che il nostro padrone ha voluto." La sua voce era bassa, quasi a voler nascondere il significato delle sue parole, ma il peso di ciò che disse si stagliò netto nell'aria.

Lo guardai, le labbra serrate. "Cosa hai detto?"

"Sì?" rispose lui, fingendo noncuranza, ma c'era una tensione palpabile nel suo sguardo.

"Il 'nostro' padrone?" Ripetei, la sorpresa che si mescolava alla rabbia.

Lui distolse lo sguardo, i suoi occhi fuggirono nel vuoto. Il suo imbarazzo era evidente, ma non quanto la vergogna che nascondeva. Non aveva avuto il coraggio di dirmelo prima. Non aveva avuto il coraggio di svelarmi che anche lui era caduto nella nostra orbita, che anche lui stava per diventare un Mangiamorte "puro". E ora, proprio lì, nel buio e nel gelo, mi stava dicendo che era pronto a prendere parte alle riunioni segrete che avrebbero segnato il destino di Silente.

"Quando pensavi di dirmelo?" La mia voce era come un coltello che squarciava l'aria.

"Non è stato facile, Draco," rispose, il suo sguardo abbassato. "Non lo è mai stato."

"Quindi, se non fosse stato per questa conversazione, avrei scoperto tutto nella mia sala da pranzo?"

Un silenzio pesante. Poi, con un sospiro che diceva più di mille parole, fece un passo indietro.

"Grazie," dissi, e le parole uscirono più fredde di quanto avessi voluto.

"Non fare così," disse lui, cercando di avvicinarsi. "Draco, non è stato facile."

"No," replicai, il sarcasmo bruciava come una ferita aperta. "Grazie per avermi mentito tutto questo tempo."

"Mi avresti mentito?" Il suo viso si strinse in una smorfia di dolore. "E tu? Cos'è che hai fatto, Draco? Ti sei portato a letto lei."

La parola mi colpì come un pugno. "Cosa stai dicendo?"

"Phyton, Draco. Te la sei portata a letto."

La rabbia esplose in me. Spingemmo e ci affrontammo, il rancore che aleggiava tra noi come un fantasma in quella notte implacabile. Le parole che non avevamo mai detto si trasformarono in accuse, in giudizi, in un conflitto che nessuno dei due era pronto ad affrontare. La realtà di ciò che eravamo diventati ci colpiva come una frustata. Sapevamo che nulla sarebbe più stato lo stesso. E ora, anche lui stava per diventare parte di quel circolo di ombre che avrebbero condotto alla morte di Silente.

"Okay, basta," disse infine, fermandosi. "Basta. Devo dirtelo."

Ci fermammo, le mani che ancora tremavano dalla tensione. Come due bambini che si erano appena rivelati, ci sedemmo vicini, cercando di trovare un minimo di comprensione in mezzo alla tempesta che avevamo creato. Le parole che seguirono avrebbero cambiato tutto.

"Cos'è che devi dirmi?" chiesi, la voce roca, mentre la paura si faceva strada nel mio petto.

"Una verità difficile da digerire, amico mio."

Il nodo che si era formato nella mia gola sembrava insopportabile, ma gli feci cenno di continuare.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro