𝐈𝐥 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨.
CEDRIC's POV
Non ci posso credere...
Ripeto a me stesso, mentre il mio sguardo è fisso su una delle foto che mi ritrae insieme a Phyton. La tengo stretta tra le mani, quasi come se potesse darmi un po' di chiarezza, un po' di sollievo.
Avevo sempre creduto che fossimo una coppia perfetta, che tra noi non ci fosse nulla che potesse incrinare ciò che avevamo costruito. E invece... invece mi trovo qui, solo, con il cuore in mille pezzi, incapace di trovare una spiegazione razionale per ciò che è successo.
Mi fido di lei, mi fidavo... ora sembra tutto un incubo.
I miei amici, Alaine e Sam, avevano visto quello che io non riuscivo a vedere. Mi avevano avvertito, avevano cercato di farmi aprire gli occhi sulla presenza ossessiva di Draco nella sua vita, sul legame che continuava a tenerla legata a lui. Ma io ero troppo innamorato, troppo cieco per ascoltarli. Avevo pensato che, nonostante tutto, potesse esserci ancora un posto per me nel suo cuore, ma mi sbagliavo. E ora... ora è troppo tardi per tornare indietro.
Mi accorgo che qualcuno sta bussando alla porta, spezzando il mio flusso di pensieri.
"Ced... ehm... sono io, posso entrare?"
La sua voce mi colpisce come un pugno nello stomaco. Non so se è per il suo tono o per il dolore che provo dentro, ma non riesco a rispondere. Mi limito a rimanere lì, fermo, sperando che se non rispondo, magari se non reagisco, tutto questo finirà.
"Cedric?"
La sua voce è più insistente ora, ma non mi muovo.
"Ced, apri la porta, ti prego. So che sei lì."
Il battito del mio cuore accelera, ma non posso... non voglio affrontarla.
Mi chiama ancora. "Cedric, ti prego, devi ascoltarmi. So cosa ti avranno detto i tuoi compagni, ma tu sei sempre andato oltre le apparenze, ricordi? Non puoi giudicare senza sentire la mia versione."
E mentre sento le sue parole, sento anche quella fitta di dolore nel petto. Ma non voglio ascoltarla. Non ora. Non quando il mio cuore è spezzato da ciò che ho visto con i miei occhi, dalle prove che non possono essere ignorate.
"Non voglio sentire nulla!" Urlo, ormai incapace di controllarmi.
"Per favore, Ced," insiste, quasi supplicando.
Quando sento quel "Ced" pronunciato così dolcemente, qualcosa dentro di me si spezza. Non posso credere che stia facendo tutto questo. Non posso credere che lei abbia ancora il coraggio di chiedermi di ascoltarla dopo quello che è successo.
Non ce la faccio. Non riesco più a trattenermi. Con un movimento improvviso, spalanco la porta.
"Hai anche il coraggio di ricordare le parole del ciondolo, Phy?"
Alcuni dei miei compagni di casa Tassorosso escono dalle loro stanze, curiosi, ma io non me ne preoccupo. In questo momento, non c'è nessuno che possa fermarmi.
Phyton mi guarda, ma non dice nulla. Sembra quasi un'ombra, immobile davanti a me.
"Non dire niente, Phyton," le dico, fissandola con uno sguardo che non può nascondere il disprezzo che provo. "Non c'è nulla che tu possa dire per farmi cambiare idea."
Lei cerca di avvicinarsi, ma io faccio un passo indietro. "Ti prego, lasciami, non toccarmi," dico, gelido.
"Questo non sei tu, Cedric," risponde, cercando di avvicinarsi di nuovo. "Non posso credere che tu pensi questo di me. Non è come sembra, io e Draco..."
Le interrompo, incapace di trattenere la rabbia. "Tu e Draco cosa? Avanti, spiegami! Sentiamo!"
"Stavamo solo parlando.." dice, cercando di sembrare tranquilla, ma io non ci credo.
"Dannazione piantala!" le dico con tono più severo. "Non sei stata chiara con me fin dall'inizio. E ora pretendi che io creda a questa storia?"
Mi fissa, ma non riesce a rispondere subito. Poi, con un respiro profondo, mi guarda dritto negli occhi. "Le cose sono più complicate di quanto pensi, Ced."
"Ti prego, basta!" urlo, sentendo un nodo in gola.
Lei cerca di spiegarsi ancora, ma la mia pazienza è finita. "Avrei solo voluto la verità, Phyton! Non sembra di averti chiesto molto!"
Mi fermo, fissando la sua mano che stringe ancora quel ciondolo, e aggiungo: "Come posso credere a una cosa del genere? Non è la prima volta che vi trovo insieme!"
"Non c'è stato nulla, dovevamo solo incontrarci per.." dice, cercando di calmarmi, ma si blocca e riprende pochi istanti dopo "diamine, mi hai visto solo per caso!"
"SMETTILA, PHY!" urlo, la rabbia ormai fuori controllo. "Non voglio più sentire le tue bugie! Quel ciondolo per me è tutto, e tu lo stai calpestando!"
Quando lei cerca di parlare di nuovo, non la lascio finire. "Draco non c'entra, lo sai. Ma tu sì, sei colpevole. Hai tradito la mia fiducia!"
"Non ho mai tradito te, Cedric."
"Già. Te stessa."
La guardo negli occhi e vedo il dolore riflesso nei suoi. "Cedric, smettila..." dice, ma la sua voce è rotta, mentre tenta di allontanarsi.
Non posso più fermarmi.
"Avrei dovuto scegliere Cho. Lei non mi avrebbe mai ferito.."
"Cho?" mi chiede, sorpresa.
"La ragazza con cui mi hanno visto parlare pochi giorni fa. Lei sarebbe dovuta essere la mia accompagnatrice al
ballo, se solo non avessi costretto la mia indole a provarci con la figlia di Salazar!"
"Non è possibile.." dice, mentre il suo volto si fa sempre più triste.
"È la verità!" rispondo, anche se so che sto mentendo a me stesso. "Io... io avrei dovuto scegliere Cho anche come mia compagna di vita."
Ma quando vedo le sue lacrime scivolare sulle sue guance, una parte di me si ferisce. Non so più cosa sia giusto. Non so più cosa fare.
"Beh.. buone notizie per te Diggory. Hai campo libero."
Indietreggia ed è lì che comprendo che forse la nostra relazione non sarà mai più la stessa.
Sento il battito del mio cuore battere forte contro il petto, mentre lei scappa via, lasciandomi solo nella mia stanza.
Il dolore mi travolge, ma so che non posso fare nulla, non ora, non dopo tutto quello che è successo.
***
PHYTON's POV
So cosa ho fatto, e so che meritavo tutto questo, ma è stato umiliante.
Esco dalla sala dei Tassorosso con il cuore in subbuglio, senza una meta precisa. La testa bassa, il passo pesante, finché non mi ritrovo nei sotterranei di Hogwarts. È tutto buio e silenzioso, ma una strana sensazione mi avvolge, come se qualcosa stesse per accadere.
Poi vedo la porta di metallo, fredda e minacciosa. La porta che mi separa dal lago nero e da ciò che custodisco dentro. Se qualcuno dovesse mai scoprirlo... sarebbe la fine.
All'improvviso, sento una voce alle mie spalle.
"Ma dove diavolo eri?"
Draco. La sua voce, calda, ma anche preoccupata, mi fa voltare.
"Draco..." rispondo, cercando di mantenere la calma, anche se dentro di me sento il caos.
"Non dovresti essere qui, è pericoloso. Mio padre mi ha sempre detto di non scendere troppo in basso, dove c'è la porta che ci separa dal lago nero."
"Non preoccuparti," rispondo, cercando di sembrare sicura, ma so che lui sa che qualcosa non va.
Con un gesto, mi prende la mano e mi guida via, lontano da quella porta che contiene tutto ciò che non posso rivelare. Mi porta nella sua sala comune, dove tutto è più familiare, più sicuro. La sua mano nella mia è tutto ciò che desidero in questo momento, anche se il peso del mio cuore è troppo grande per essere ignorato.
Quando entriamo nella sua stanza, mi sento a casa. Ma il suo volto è serio, preoccupato, e questo non fa altro che amplificare la mia insicurezza. Ma non posso tornare indietro, non posso cambiare ciò che ho fatto. Non ora.
"Sei sicura di stare bene?" mi chiede, accarezzandomi il volto.
Non rispondo. Ma dentro di me, una parte di me sa che non c'è ritorno. Non posso più cambiare ciò che ho fatto a Cedric. E nemmeno a me stessa.
In un momento di silenzio, sento il suo respiro più vicino, e quella sensazione di pericolo che mi ha accompagnato fino a quel momento sembra svanire.
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