𝙸𝚛𝚛𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚊𝚕𝚒𝚝𝚊' {𝟝/𝟝}
Ella rimase leggermente interdetta in quanto - non si aspettava tale azione, da parte del cantante che, di canto suo - spavaldo ed eccitato, si protese con il busto in avanti con fare dolce, seducente - passionale.
Le loro labbra si toccarono, mano a mano - sempre di più, ed egli abbozzando un leggero sorriso nel mentre, le chiese l'accesso con la lingua in quanto - volesse dare maggiore spessore, a quel contatto ed essa scivolò, lenta e sinuosa - dentro la bocca della ragazza, a fine che entrambe - si avvinghiassero l'una con l'altra, dando luce ad una lenta e bramosa danza.
Natalie ebbe un fremito lungo tutto il suo fragile corpo ed il moro, la avvolse con entrambe le braccia con il fine di sorreggerla e non lasciarla più andare.
Ella si strinse al suo petto, aumentando la loro aderenza promiscua e - percependo la bocca di lui, percorrere ogni centimetro di pelle calda, del suo collo con baci infuocati, fece un passo indietro - arrossendo sulle gote.
«Sei-sei bellissima» balbettò la celebrità, grattandosi la nuca con la mano destra ed abbassando lo sguardo, per via del forte imbarazzo - ma dopotutto, che colpa aveva? Era pur sempre un uomo, laddove il suo lato istintivo e passionale - prendeva il sopravvento, tralasciando per quel medesimo momento il suo estremo autocontrollo - in quanto, ogni tal volta si trattava di Natalie, esso andava a scomparire.
«Oh, damn - perdonami, non so cosa mia sia preso» continuava, agitando le mani per poi, posarle sulla vita stretta della fanciulla. «Mi dispiace esserti saltato addosso così ma in questi due giorni» e fece una pausa, afferrando il colletto della camicia, come se in quel frangente - gli mancasse il respiro. «Ho desiderato così tanto espormi ancora una volta con te, ma temevo di rovinare tutto» e la strinse a se, con dolcezza.
«Per questo, hai tentato di evitarmi?» gli domandò, leggermente scossa ed interdetta.
«Evitarti, Nat?» e abbozzò una risata sarcastica, mordendosi il labbro inferiore. «Volevo solo proteggerti, io - sono arrabbiato con me stesso perché» e fece una pausa, portando l'indice sul mento. «Perchè mi fa impazzire starti vicino» aggiunse, virando le sue iridi scure, nelle sue. «E anche non starti vicino, mi fa' impazzire!» concluse, rimanendo fermo, nella medesima posizione.
«Ah-Ah» mugolò l'altra, massaggiandosi le tempie con le dita. «Ora sono piuttosto confusa» ammise, abbandonando il suo peso contro la fredda parete - accusando l'ennesimo forte capogiro da alcol.
Michael ridacchiando sommessamente, la sollevò da terra - in modo tale che ella, appoggiasse la testa sul suo torace - per poi posarla delicatamente sul materasso.
Tuttavia - il suo cuore galoppava impetuoso dentro di lui e nel mentre che le accarezzava il viso, scostando da esso i ciuffi ribelli della sua chioma e soffermandosi lungo gli zigomi, le guance, le labbra - la vide accennare un sorriso sghembo, mentre teneva socchiuse le palpebre.
Michael si sedette sul materasso, dandole di spalle e tenendole una mano, nella sua - mentre era intento ad osservare l'ignoto cielo scuro, al di fuori della grande vetrata per poi rimuginare su quanto stava succedendo, in quel momento - dentro di lui, con la ragazza che tanto desiderava, al suo fianco.
Forse - baciarla ancora una volta, così di impeto - non era stata la mossa più giusta, bensí - quella più egoistica ma più sensata e veritiera. Dopotutto - perché doveva reprimere ogni sensazione, positiva e dolce, che quella conoscenza gli stava donando? Perché doveva, ancora una volta, reprimere quel bisogno di sentirsi amato da qualcuna ed al medesimo tempo, di amare in modo incondizionato? Oramai era una uomo adulto, maturo, padre di famiglia, marito e partner di donne - che per quanto gli abbiano regalato dei momenti indimenticabili, nessuna - nessuna fu davvero capace, di farlo sentire così, dannatamente libero.
«È la ragazza giusta» disse, con voce flebile - parlando tra sé e sé. «Dopotutto Frank ha ragione..» continuava, mentre con le dita - sfiorò la pelle calda della fanciulla che, serena e rilassata, dormiva al suo fianco. «Mi ero promesso di non farlo ancora, di non abbandonarmi ad un sentimento così forte..»
«Mi-Michael» lo interruppe, sospirando e mantenendo gli occhi chiusi. «Che stai facendo?» balbettó, afferrando una sua mano.
Egli sospiró, mordendosi il labbro inferiore con i denti - abbozzando un sorriso di conforto, scuotendo il capo.
«Rimani qui, con me?» domandò l'altra, cambiando pozione e roteando con il busto. «Non andartene, ti prego» aggiunse.
Il moro si protese in avanti, sorreggendo il suo peso - con entrambe le braccia ed avvicinando il suo volto a quello della fanciulla, posò le labbra calde e morbide - sulla sua fronte. «Nat - dopo sarà tutto più complicato, se resto qui - insieme a te» le disse successivamente, rimanendo nella medesima posizione. «Mi sono lasciato andare perché - mi piaci così tanto ed in più, mi sei piaciuta fin da subito ma - così facendo, ho solo ascoltato me stesso ed i miei bisogni» e fece una pausa, battendo le palpebre più volte e nel suo volto, si dipinse una smorfia di piano dolore. «Sono un egoista, sono» ed in quel momento la voce venne a cedergli, lasciando sfuggire dalla sua bocca, un piccolo singhiozzo. «Ho così tanto paura, piccola» e si rimise seduto, dandole le spalle in quanto - la sua sensibilità, il suo dolore, i suoi demoni misti alle sue paure, fossero tornati impetuosi - ed egli non sopportando il peso di tale fardello, pianse.
Natalie aprí gli occhi e lo vide così fragile, tenero - bellissimo che non si spiegava il motivo per cui, un uomo come lui - di fama e successo, nascondesse nel suo intimo, tanto dolore e friabilità e così - gattonando sul materasso, lo raggiunse per poi avvolgere le sue ampie spalle, con le braccia.
La celebrità oppose un po' di resistenza dal voltarsi ma quando percepí il suo inebriante profumo, invadergli le narici - si voltò, sprofondando con il volto solcato dalle lacrime, sul petto della ragazza.
Lei lo fece stendere vicino al suo corpo, continuando a cullarlo con delicato movimenti delle mani, tra la sua chioma.
«Mike, è tutto okay» sussurrò, fissando la fioca luce della abat-jour. «Sono qui bambinone, siamo qui - io e te, insieme» continuava, tentando di smorzare quel momento con qualche buffo nomignolo.
«Na-Natalie»
«Mh?»
Michael tirò su con il naso, asciugando il volto - con i palmi delle mani, socchiudendo lo sguardo quando ella - fece lo stesso, sfiorandogli gli zigomi bagnati per poi tornare a massaggiargli il cuoio capelluto.
«Perdonami se ti ho dato l'impressione che volessi evitarti, tenerti lontana - non desiderata» e si strinse al suo corpo, in una disperata ricerca di contatto. «Sono molto impacciato, come hai potuto notare - ed è parecchio tempo che io, non mi approccio..» disse, iniziando a giocare con la manica della maglietta della dama.
Lei rise, prendendo fiato e scompigliandogli la chioma arruffata con una mano e sbadigliando, socchiuse lo sguardo - in quanto era sfinita fa quella giornata e lui - si sistemò meglio, in modo tale da poterla stringere tra le sue braccia.
«Allora rimani?»
«Si, bambina» sospiró. «Peró ora dormi, abbiamo tempo per parlare, domani» la canzonò, tentando di tornare in se.
«Va bene, Jackson» lo prese in giro, ridacchiando sommessamente mentre lui, continuava a fissarla con fare intenerito. «Cosa c'è? Vuoi forse il bacio della buonanotte?» lo sfidò.
«Umh» e schioccò la lingua al palato. «Non mi dispiacerebbe come idea, piccola» ed ella, leggermente interdetta ed intrigata dal suo atteggiamento così dolce e seducente, si alzò con il busto - posando dolcemente le sue labbra sulle sue, schioccando un casto e veloce bacio su di esse. «Buonanotte popstar» concluse.
«Buonanotte, Natalie» e chiuse gli occhi, deciso di godersi quel momento senza pensare, per una volta, all'indomani.
[...]
Neverland Ranch, California
- 3 settembre 1999
«Dannazione, che mal di testa fortissimo!» disse sottovoce la bionda, costretta a socchiudere lo sguardo in quanto, il rantolio persistente che persisteva alle tempie, non le lasciava tregua. «Devo aver proprio esagerato, ieri sera!» aggiunse, virando la sua attenzione all'altro capo del letto, laddove giaceva il cantante, inerme e con una disinvolta espressione rilassata.
In quel preciso istante - egli sembrava davvero un minuto bambino adolescente, che riposava tranquillo nella sua zona confort e per - niente turbato o addolorato come in quelle ore prima.
Ella decise di alzarsi, facendo una leggera pressione sul volto stanco dell'uomo - con una leggera carezza sulla sua guancia ed abbozzando un risolino silenzioso, raggiunse il bagno a passo scaltro per rifugiarsi poi, nella vasca.
Il tepore dell'acqua calda, le fasciava perfettamente il corpo, regalandole una bellissima e confortante sensazione - laddove, riflettendo su ciò che entrambi si erano detti, sentiva il sangue pulsarle sulle tempie in modo incessante ed il cuore - fare mille piroette e capriole quando il suo pensiero, si soffermava su di lui.
Natalie si strinse nelle spalle e prendendo un morbido e candido asciugamano, si avvolse con esso e lentamente, tamponava la sua chioma mossa e bionda.
A piedi scalzi raggiunse la camera, certa che la celebrità stesse ancora riposando, trovando il letto vuoto - ed interdetta, rimase ferma - quando due braccia possenti, la avvolsero per la vita. «Umh, che buon profumo» le disse, con voce bassa e gutturale, sfiorando la pelle calda e leggermente umida del suo collo, con la punta del naso e - staccandosi da lei, si posizionò dinnanzi alla sua figura. «Buongiorno bambina» sospiró, squadrando il suo corpo sinuoso per poi bagnarsi le labbra ed abbozzare un sorriso malizioso.
«Buongiorno, popstar!» e gli diede un buffetto sul braccio, superando la sua presenza - in cerca dei giusti vestiti da indossare, per affrontare la giornata. Aprí il comodino per prendere l'intimo e con nonchalance, assunse un'espressione confusa, turbata - in quanto era solita chiedersi cosa fossero, quale fosse la natura del loro bizzarro rapporto - cosa lui volesse da lei e viceversa e - non sentendosi nettamente capace di sostenere lo sguardo curioso ed accusatorio del cantante, prese i capi e raggiunse nuovamente il bagno, chiudendo la porta alle sue spalle - rimanendo in completo silenzio.
«Nat» la chiamò l'altro, alzando la voce - fissando il legno scuro della porta che li separava. «È tutto okay?» chiese, accortasi del cambio di umore repentino della fanciulla. «Natalie?» continuava, bagnandosi le labbra ancora, segno di un crescente nervosismo, impossessarsi del suo corpo.
«Si, Michael» gli rispose, aprendo la porta e - raccogliendo la chioma ancora bagnata, in uno chignon e stirandosi il vestitino giallo, con le mani. «Non diventare opprimente, insomma è tutto okay - se così non fosse, sarei la prima a parlartene!» aggiunse, con tono tagliente di colei che in realtà - era in cerca di risposte e certezze continue, resasi conto peró - che quando si trattava di Jackson, di certezze - non vi era traccia.
«Umh» mugolò lui, alzando un sopracciglio bruno con fare accusatorio e catturando il labbro inferiore con i denti, la raggiunse a passo scelto. «E questo tono scocciato, improvviso?» domandò, muovendosi con il capo - mentre le girava attorno. «Ieri sera, eri così dolce e ubriaca ed oggi - sei così scorbutica, insomma» e schioccò la lingua al palato. «Vuoi dirmi, cosa ti turba?» e le cinse le spalle con le grandi mani, abbozzando un sorriso - certo che ella fosse stizzita, per via delle sue insicurezze dettate in parte, per colpa sua.
«Mich-»
«Parlamene, Natalie - per favore» la interruppe ancora, inclinando il volto verso destra ed accarezzandole il mento, con il pollice. «Se vogliamo provare a darci una possibilità, abbiamo bisogno di dialogare - e anche molto»
«Una possibilità, per cosa?» gli chiese, sospirando e portando le mani al petto, chiudendosi nelle spalle. «Michael - ieri mi sono lasciata trasportare dal corso degli eventi, perché insomma - mi piaci, mi piaci davvero ma» e fece una pausa, tentando di dare voce ai suoi sentimenti introversi, provocando una leggera risata divertita nel cantante, che sollevato - si protese verso il suo corpo. «Ma insomma - sei sposato, hai una famiglia - e questo» e fece dei cerchi immaginari con le dita.
«Noi» la interruppe. «Nat - sono consapevole di essere sposato ed al medesimo tempo prematuro - fugace ma non posso reprimere quello che sento e la donna che mi manda fuori di senno, sei tu - no mia moglie»
«Lo so, questo» e abbassò lo sguardo, incerta sul da farsi. «Ma non voglio essere una semplice amante per te, la ragazza con cui ti diverti ogni tanto - essere tenuta nell'ombra, e corteggiata quando tua moglie non è in casa» e si sedette sul materasso.
«Sai benissimo che per me, sei molto di più di questo!» e le prese le mani, inginocchiandosi davanti alla sua figura. «Sei così bella, giovane, caparbia - sensuale e piena di vita e tu - semplicemente essendo te stessa, mi stai rendendo un uomo più sereno e felice» e si commosse ancora in quanto temeva che ella, non volesse più avere niente a che fare con lui. «Ti prego non lasciarti coinvolgere dal mio contorno io - sono obbligato a fare così, non posso urlare ai quattro venti, la mia voglia di stare con te finché sono sposato» e fece una pausa. «Ho dei doveri, degli obblighi più grandi anche di me e non riuscirei a sopportare che questo che abbiamo, che questo che sta nascendo tra di noi in modo impetuoso ed avvolgente - venga rovinato dal marcio che c'è là fuori» e le prese il volto, con fare disperato. «Voglio proteggerti, capisci?»
«Da cosa, Mike? - Insomma, penso di meritare una storia d'amore normale, una frequentazione con l'uomo che mi piace - normale, laddove essa - sia fatta di appuntamenti, dichiarazioni - passo dopo passo e tutto fatto con estrema semplicità e tranquillità» e lo interruppe, saettandolo con lo sguardo. «Da quando ti conosco, mi sembra di essere salita su un treno in corsa che viaggia a tutta velocità ma non si sofferma a pensare - perchè te non riesci a capire che in questa storia, siamo in due e che come tale, io richiedo altri tempi, altre cose» e concluse virando la sua attenzione altrove, certa di averlo leggermente ferito nell'orgoglio.
Egli chiuse gli occhi, tentando di trattenere le lacrime al loro interno in quanto percepiva la totale e completa situazione di fallimento, crescere in lui. Era consapevole che ella richiedesse le normali cose, di cui una relazione normale necessitasse - ma appunto, cosa poteva mai darle, di normale? Non era l'uomo della porta accanto e per quanto desiderasse averla per se, temeva di star sbagliando tutto.
«Purtroppo io sono questo, posso darti solamente questo per adesso, finché sono sposato con Debbie - ma dopotutto la mia paura era reale: avrei finito col perderti laddove mi fossi esposto con te, con i miei sentimenti e così..»
«Non mi hai persa, Mike» la interruppe, prendendogli una mano in quanto egli, stesse nuovamente dando di matto. «Non ho detto che non voglio avere a che fare con te..»
«Ma non voglio che tu, ti senta un ripiego - davvero, per me sei molto di più di quello che immagini» rispose balbettando, prendendo posto al suo fianco. «Credimi, per favore»
«Ti credo..»
Egli alzò lo sguardo, intrecciando le sue iridi triste e scure, nelle sue. «Ma non abbastanza, vero?» e sospiró, prendendole ancora il volto, tra le mani. «Non giocherei mai con te, bambina - e ti giuro che quando le cose si sistemeranno, ti darò modo di credermi fino in fondo e poi capiscimi, la mia vita viene distrutta tutti i giorni dai tabloid - dai giornali, dalla mia fama» e fece una pausa. «Tenendoti nascosta, ho modo di averti tutta per me ed al medesimo tempo sono tranquillo perché la tua libertà, non viene intaccata - non verrai pedinata e nessuno potrà mai farti nulla» e la strinse a se, avvolgendola con le grandi braccia, assaporando il suo dolce profumo fresco. «Mi piaci così tanto, sono pazzo di te - e so di sopraffarti, ma non posso farne a meno» ed arrossì velocemente sulle gote, provocando una risata genuina alla fanciulla.
«Come sei romantico, Jackson!» lo prese in giro. «Quindi continuerai a corteggiarmi, come solo tu sai fare?» lo sfidò, mordendosi il labbro con fare provocante.
«Ah-Ah» e le prese il mento, nella mano. «Pensi che ti farei sfuggire, così?» e si protese in avanti, non distogliendo il suo sguardo dal suo. «Dopotutto - far sentire regine, le donne - e la cosa che mi riesce meglio» e si strinse nelle spalle.
«Umh, ma lo sai che non sono interessata al tuo denaro» precisò, indicandolo con l'indice. «E nemmeno ai gioielli, alle macchine costose oppure - a tutto ciò che il tuo mondo, ha da offrire» e con le dite, prese a massage gli zigomi arrossati dell'uomo. «A me piaci tu - la tua anima, il tuo cuore - il tuo sorriso ed il tuo modo di essere, così introverso e sfuggente» e lo fece ridere ed imbarazzare al medesimo tempo. «Ma andiamoci piano, non corriamo perchè entrambi sappiamo che»
«Che correndo, rischiamo di perderci, lo so» la interruppe. «Allora ti consiglio di smettertela di morderti il labbro continuamente, in mia presenza» e sciolse i primi due bottoni, della camicia.
«Perché?» e fece esattamente così, si catturò il labbro inferiore, bagnandolo poi con la lingua - con fare sensuale e provocatorio.
«Oh, damn» ridacchiò il moro, passandosi la mano sul petto. «Sei dispettosa, bambina» e si alzò in piedi.
«Hai molto lavoro oggi?» gli chiese, cambiando velocemente argomento ed appoggiando le braccia sulle sue spalle, si strinse a lui - lasciandosi un po' andare ed iniziando a comportarsi da fanciulla interessata e presa dall'uomo che aveva davanti. Con le mani gli accarezzava il collo e con il petto, sfiorava il suo - in cerca di maggiore contatto con il cantante.
«Devo registrare una nuova canzone, per il mio album» le rispose, posando i palmi lungo i fianchi stretti. «Si chiama» e fece una pausa. «You rock my world» [*1]
«E di cosa parla?»
«Oh» e ridacchiò, arrossendo violentemente sulle gote. «Sicura che vuoi saperlo?»
Ella annuì con fare curioso ed egli, gesticolando - prese parola. «Well» e rise, imbarazzato. «Parla di un uomo che incontra una ragazza ed a tutti i costi, la vuole per se ed inizia a corteggiarla»
«Umh, mi è familiare» lo prese in giro, interrompendolo. «Prego, continua»
«E questo rimane folgorato da lei, dalla sua bellezza e dal suo modo di fare che intona un canto appunto» e ride.
«Ora sono curiosa» disse, iniziando a girargli intorno. «Me ne canti un pezzetto, per favore?» e con le dita, le sfiorò le spalle, la schiena - soffermandosi sul colletto della sua camicia, attirandolo a sè.
«Piccola, lo sai che mi imbarazzi» e bagnandosi le labbra con la lingua, la osservava con scura attenzione e bramante desiderio.
«Dai, fallo per me»
«My life» intonò egli, ridendo - seguendo il suo gioco: e mentre lei camminava per la stanza con fare sinuoso, lui la imitava - con il corpo proteso in sua direzione in quanto entrambi, erano due ballerini dopotutto. «Will never be the same»
I loro occhi erano avvinghiati, l'uno verso l'altra ed ell si muoveva sinuosa e provocatorio, certa che quel testo - egli l'avesse scritto, pensando a lei e alla natura del loro bizzarro rapporto.
Cause girl you came and changed
The way I walk
The way I talk
I cannot explain
E le fece l'occhiolino, mentre le prese le mani e iniziarono a ballare - quel dolce e lento corteggiamento.
These things I feel for you
But Natalie
E rise, cambiando il testo intento a sostenere il suo gioco ed ella arrossendo, fuggí dalla sua presa - correndo per la stanza.
You know it's true
Stay with me
Fulfill my dreams
And I'll be all you need - feels so right
Girl!
La strinse ancora a se, percependo delle scosse - passargli lungo la schiena ed ella, con la schiena appoggiato al petto del moro, percepí la sua mano - sfiorarle il fianco destro e scendere.
Le sfiorò il fondoschiena - desideroso da tempo di farlo senza vergogna e lasciando una scia di baci umidi - nell'incavo di pelle scoperta del suo collo, fece una leggere pressione su di esso.
Come on, girl
You rocked my world
You know you did
Intonava silenziosamente, tra uno schiocco di baci e una stretta ed egli, non pienamente soddisfatto di poter baciare solo il suo collo, la obbligò a voltarsi - a fine che i loro occhi, si intrecciassero ancora.
And everything I own, I give
The rarest love, who'd think I'd find
Someone like you, to call mine
E concluse quella dolce melodia, avvolgendola tra le sue braccia - leggermente interdetto dal suo cuore che impetuoso batteva dentro di se ed ella, commossa da quella dolce dedica - si afferrò alle sue spalle, saltandogli in braccio a mo' di koala.
«Oh Mike, è così bello quando mi dedichi qualcosa» ammise, percependo le mani di lui, sorreggerla dal fondoschiena. «È una cosa talmente intima che rende impossibile - non desiderare di essere tua» sospiró, lasciando un tenero e casto bacio, sulla sua guancia.
«Sono io a dover ringraziare te» le disse, di rimando. «Da quando ti conosco, ogni canzone nasce da se - e l'ispirazione mi avvolge impetuosa ed è talmente forte tutto questo che mi spiazza» e fece una pausa. «Ma per quanto desidero di rimanere rinchiuso in questa stanza, con te» e la fece sedere sulla scrivania. «Il lavoro mi chiama e devo chiederti, riguardo a questo» ed abbozzò un sorriso sghembo. «Ti va di occuparti dei miei bambini? Grace è molto stanca e vorrei darle una giornata di riposo»
«Volentieri»
«Grazie» e si chiuse nelle spalle, facendo un passo indietro. «Dopotutto i miei figli ti amano, forse hanno capito»
«Sono esseri molto scaltri, i pargoli» rise lei, gesticolando con le mani. «Credo di sì e sono entusiasta del rapporto che tu hai con loro» riprese il moro. «Ma questa sera, dopo aver letto loro la fiaba - se per te va bene, vorrei venire da te!»
«Umh, incontro nascosto - suona bene!» lo prese in giro.
«Più un appuntamento» e passò entrambe le mani, sul tessuto della camicia. «Romantico in quanto non voglio viverti solamente dentro questa stanza, dopotutto le persone più vicine a noi, possono sapere»
«Penso che Bonnie e Frank, già ne sono a conoscenza, genio!» ridacchiò ella, con fare innocente. «E sentiamo, che idea hai popstar?» e lo raggiunse, superandolo appena e posando la mano, sul pomello della porta.
«Ah-Ah» e schioccò la lingua al palato. «Vorrei fosse una sorpresa, mia principessa» e le prese il volto tra le mani. «Ma Bill verrà da te, a tempo debito con tutte le istruzioni del caso!»
«Ah si?»
Il moro scosse il capo con fare sbarazzino e scostandole una ciocca di capelli biondi, dietro al lobo del suo orecchio, riprese parola. «Po-posso?» domandò, mentre con desiderio - le osservava la bocca carnosa e rosea.
Ella arrossì ormai certa che egli, volesse baciarla e cosí - con il palmo sinistro posato sul suo addome, si mise in punta di pieni e di risposta, posò le sue labbra sulle sue, coinvolgendole in un dolce e casto bacio caldo. «A dopo, principino!» ed uscì dalla stanza, lasciando il cantante fermo - immobile, con un pesce lesso.
'Dannazione, mi renderà balbuziente!" pensò, grattandosi la nuca con la mano destra e prendendo il suo telefono, chiamò il suo minuto e giovane manager.
«Amico, che fine avevi fatto?» esordí l'altro.
«Puoi immaginare!» rispose ebete il moro - percependo il fanciullo ridacchiare sommessamente. «Dobbiamo lavorare Frank, ricordi?» smorzò l'umore l'altro, nel medesimo stesso. «Dove sei?»
«Mi sto occupando della compagnia come mi avevi chiesto, ma se hai bisogno di me..»
«Si, ho bisogno di te - devi sbrigare un paio di chiamate per me» gli rispose. «Vediamoci in sala di registrazione, Cascio!» concluse con fare lascivo.
«O stai usando questa scusa, fingendo che sia un affare professionale quando invece - in realtà, hai bisogno di un consiglio per stupire la fanciulla?» lo lesse nel pensiero l'altro.
«Frank, diamine!» rise l'uomo, guardandosi intorno. «Anche fosse? Ti devo ricordare che sono il tuo capo e come tale, qualsiasi cosa mi è lecita?»
«Mike, prima di essere il tuo manager - sono un tuo amico» lo incalzò il giovane. «Sarei corso da te, per qualsiasi motivazione - non hai bisogno di fingere con me»
«Lo so, ma»
«Ma nulla, ci vediamo tra dieci minuti» lo interruppe. «E preparati che ho idee molto carine per voi due, piccioncini!» concluse, chiudendo la chiamata con nonchalance.
Continua-
[*1] Singolo: You rock my world - viene scritta da Jackson nell'anno 1999, ma pubblicata successivamente nel suo album: (2001) Invicible ed il videoclip verrà registrato e poi pubblicato, nell'agosto del medesimo anno.
Spazio Autrice:
Ed eccomi mie pupe, dopo una settimana - con questo nuovo capitolo, laddove affronto una tematica per nulla facile, ma fondamentale per lo sviluppo della storia. Finalmente i due, si sono aperti l'un con l'altra - e per lo sviluppo e il tirar fuori le emozioni, devo ringraziare una mia cara amica - che di dolcezza, ne sa molto più di me. (Si, Axlove_writing parlo di te)
(Ovviamente vi amo tutte - Fra_walker01 , FrancescaAssentato , Federica_Depp , I_Love_Ereri_Queen e tutte le altre)
Spero di essere stata all'altezza e di avervi trasmesso qualcosa - se così fosse, fatemelo sapere nei commenti (ci tengo)
Come sempre, vi aspetto qua sotto.
I love u all.
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