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𝙸𝚛𝚛𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚊𝚕𝚒𝚝𝚊' {𝟛/𝟝}

Il sole, leggermente coperto dalla coltre di nuvole presenti nella grande e ignota distesa blue - stava per congedare il mondo dalla sua calorosa presenza e dare spazio così, ad un meraviglioso e lucente tramonto.
La giovane passeggiava sola, in attesa del moro - in prossimità del grande zoo del ranch, mentre osservava gli animali presenti, soffermandosi poi lungo la grande recinzione che ospitava la specie dei lama, trovandoli estremamente buffi e divertenti.
Uno di questi, di medie dimensioni e ricoperto da una grande moltitudine di pelo - fece dei passi nella sua direzione, mentre masticava ripetutamente dell'erba appena brucata.
«Ciao piccolino» disse la ragazza, allungando una mano verso l'animale, per poi sfiorare la sua folta pelliccia scura. «Sei proprio carino» continuava.

«Lei è Ginger» le disse Bill, comparendo all'improvviso da dietro la recinzione. «È nata qualche mese fa» le spiegó, accarezzando anch'egli, l'animale. «E lei è Brooke» mormorò, indicando un altro esemplare, leggermente più grande e peloso. «La mamma di Ginger» e virò la sua attenzione, verso la ragazza.

«Beh» rispose quest'ultima, abbozzando un sorriso sghembo. «Sei una lei allora» aggiunse - ridacchiano. «Sono bellissimi, Bill» e roteò il busto verso l'uomo alto e possente.
«Si - e pensa che il sign. Jackson molto spesso, un tempo - portava il suo fedele lama Louie, negli studi di registrazione» [*1] confidò, ridacchiando sommessamente, con una mano appoggiata sul suo addome.

«Penso che la vita di Michael, sia colma di stranezze» precisó la giovane, accarezzando un'ultima volta la piccola Ginger che di risposta, le diede una leccata sulla mano.
«Beh è un personaggio» prese parola l'uomo, iniziando a passeggiare al fianco della fanciulla. «E come tale, ha diritto a cambiare se stesso e» schioccò la lingua al palato, con l'intento di spiegarsi. «Di essere strano, particolare agli occhi degli altri» concluse, abbozzando un sorriso.

Natalie si chiuse nelle spalle, intrappolando il suo labbro inferiore, tra i denti. «Penso di sì» mormorò, soffermandosi di colpo, sul posto. «Sai Bill» e fece una pausa, virando le sue iridi chiare in quelle scure della guardia del corpo. «Penso di non essere capace di capire a pieno, la sua esistenza»

«E chi davvero lo è, Natalie?» le chiese in risposta, appoggiando una sua grande mano, sulla sua spalla minuta. «Lavoro per Michael da moltissimi anni eppure non sono in grado di comprendere quanto sia complicato essere nel suo corpo» e ridacchiò sommessamente, in modo triste e sconfortato. «Le persone davanti a lui mutano, cambiano - solo per cercare di entrare nelle sue grazie o avere qualche favore in cambio. Eppure lui non ha mai battuto ciglio e tenta sempre di rendere il mondo un posto migliore» passò la lingua sul labbro inferiore, abbassando lo sguardo. «Ma ha sofferto molto e credimi - nonostante questo, cerca sempre di andare avanti, sopratutto per i suoi bambini»
La giovane gli prese una mano nelle sue, accennando un sorriso sincero. «Ma lui con te è diverso, brilla di una luce potente, nuova e colma di gioia e questo» continuava Bray, entusiasta. «E questo Natalie è bellissimo da vedere ed io, che gli sono vicino da quando era solo un ragazzo immerso nella fama - te ne sono grato.»

«Ma io non sto facendo niente, io..» tentò di controbattere la ragazza, schiudendo le labbra a mo' di sorpresa.
«Stai facendo più di quanto pensi e ti chiedo solamente di seguire sempre il tuo cuore e le tue sensazioni» mormorò, interrompendola. «Sarà il destino a darti le giuste risposte a riguardo!» concluse poi, aprendo le braccia - con fare dolce, pronta ad accogliere quella minuta e giovane ragazza e stringerla con affetto a sè.
Si strinse al suo corpo paffuto, godendosi quella calda sensazione - percependo il battito veloce di quell'uomo, così buono ed educato fin dal primo momento.

«Emh, disturbo?» domandò poi il moro, in piedi - con le braccia lungo i fianchi e le labbra serrate in una linea dura. La chioma non esageratamente cotonata e corvina, racchiusa in una delicata coda - con addosso i suoi fedeli occhiali da sole, che gli oscuravano lo sguardo confuso dettato dal momento.

«Signore» disse l'uomo, sciogliendo nel medesimo stesso, il contatto dalla fanciulla ed accennando un movimento delicato con il capo.
«Bill» rispose Michael, portando le mani sulla montatura dei Ray-Ban. «Natalie» aggiunse, sfilando quest'ultimi e posandoli sul collo a V, della sua maglietta. 
«Michael» abbozzò un sorriso, accusando un leggero colorito pervadere le sue gote.
«Ho mostrato i suoi fedeli lama, alla signorina Miller - trovando parecchio buffa, la piccola Ginger» si spiegò l'uomo, con tono professionale. «E così ho illustrato la loro storia, ma ora è giusto che torni a lavoro» aggiunse, schiarendosi la voce con un colpo di tosse. «Con permesso!» concluse, prima di dileguarsi a passo svelto.

«È vero?» le chiese il moro, avvicinandosi alla ragazza, una volta rimasti soli.
Ella virò lo sguardo nelle sue iridi scure, leggermente confuse - trovandolo molto ben vestito, con indosso: una bellissima camicia nera, leggermente aperta ed i dei pantaloni del medesimo colore, che fasciavano perfettamente le sue gambe toniche. «Riguardo Ginger» aggiunse egli, deglutendo.

«Si, è buffa e molto amichevole» gli sorrise poi, posando entrambe le braccia sulle sue spalle, per cercare un leggero contatto con il cantante - il quale imbarazzato e teso, posò le sue labbra calde e morbide, sulla sua fronte.
La giovane battè le palpebre più volte - percependo in lui uno strano atteggiamento, più distaccato e fermo - laddove in ricordo alla serata precedente, non si spiegava il motivo.
«Mike» lo richiamò, sfiorando il suo volto con i polpastrelli. «Facciamo un gioco?»
«Umh, tipo?»

Ella rise, prendendo le distanza dal suo corpo. «Vediamo quanto sei veloce, popstar» e prese a correre, immergendosi nella grande distesa verde. «Prendimi, andiamo!» concluse, alzando la voce - iniziando a correre.
La celebrità schiuse le labbra a mo' di stupore e divertito, imitò la giovane - cercando di raggiungerla ed essendo molto più veloce, le stava facilmente alle calcagna.
«Sei lento, Jackson!»
«Miller, fermati!» ridacchiò l'altro, avvolgendo la vita della ragazza, con le braccia. «Presa!» sospirò infine, divertito dal comportamento bizzarro e fanciullesco della giovane che - intenda a riprendere fiato, non smetteva di ridere.
«Chi era lento?» ed alzò un sopracciglio bruno.
«Non vale, sei più alto e agile» scherzò l'altra, posando ancora una volta le braccia sulle sue spalle, tornando così alla posizione di poco prima.

«Non puoi sfidare il maestro!»
«Oh si che posso - semmai tu, non devi sfidare me!» e gli puntò l'indice contro, sfiorando il suo addome. Egli rise, roteando gli occhi al cielo - scansando qualche ciocca dei capelli biondi, dietro al lobo del suo orecchio e posare così, un casto e tenero bacio sulla pelle calda del suo collo.
«Vieni con me» sussurrò, con voce roca - prendendole una mano per accompagnarla davanti ad un possente albero.
«Perché mi hai portato qui?» gli domandò con tono sorpreso.
«Dobbiamo salire» e si chiuse nelle spalle, abbozzando un sorriso sghembo.
«Mike, ma sei matto?»

Egli posò l'indice sopra le sue labbra carnose, ammiccando un occhiolino - prima di arrampicarsi, sul tronco. «Ti fidi di me?» domandò, allungandole un mano.
«Sinceramente non molto, ora..» rispose, titubante e sbarrando gli occhi chiari, prima di afferrare le sue dita ed imitare così i suoi passi - fino in cima ad un ramo largo e ben resistente. «Vieni spesso qui?» gli chiese, tenendo salde le sue mani.
«Si» rispose secco, virando lo sguardo altrove. «Questo è il mio Givin Tree [*2]» aggiunse, gesticolando un poco. «É in assoluto il mio albero preferito di questo ranch, mi aiuta a pensare - a riflettere» e prese respiro. «Mi aiuta a trovare la giusta ispirazione per le mie canzoni»

«Oh e come mai, hai voluto portarmi qui?» domandò, in modo innocente ed imbarazzato, portando una ciocca bionda e ribelle, dietro al suo orecchio.

«Perché è un posto intimo, a cui sono molto legato e poi» rispose, porgendo due dita sotto al mento della giovane, in modo tale che essa si voltò alla sua sinistra. «Il tramonto quassù, é mozzafiato!» concluse.
Natalie rimase per qualche minuto in silenzio, completamente rapita dalla bellezza di quei colori accesi, genuini - lucenti che con estrema maestria e poca vergogna, dipingevano il cielo.
«Piace?»

«Oh Mike» sospiró, non virando lo sguardo nei suoi confronti ma prendendo una sua mano, nelle sue. «È bellissimo, io..» e si morse il labbro. «Io non avevo mai avuto modo di vedere uno spettacolo così..» concluse, saettandolo poi - con le sue iridi chiare. «Grazie, davvero - è stato un gesto dolcissimo, da parte tua»

L'uomo abbozzò un sorriso, visibilmente soddisfatto. «È come se riuscissi a leggerti dentro, a capire davvero la tua essenza» prese ancora parola la giovane, tornando con lo sguardo fermo verso l'orizzonte. «È come se in questo momento io - io ti conoscessi da tutta la vita, come se i nostri destini..»

«I nostri destini siano stati legati - in una morsa stretta, permanente» concluse lui, abbassando lo sguardo e giocherellando con le dita della mano della ragazza.
«Esatto» mormorò l'altra, sorridendo. «Ti sono così grata di quello che stai facendo per me, di come tu - mi stia sempre intorno - di come tu voglia conoscermi e nel medesimo tempo, farti conoscere» continuava, intravedendo nell'uomo dinnanzi a lei, le gote arrossire.
«Faccio solo ciò che sento, Nat e» balbettò. «Sono abituato a corteggiare diversamente, sai - con i gioielli - macchine costose, vestiti..»
«Hai avuto sempre donne differenti, presumo» lo interruppe, parlando con voce flebile.
«Si, Lisa era» e fece una pausa, sorridendo al ricordo della sua precedente moglie. «Era una donna di spettacolo, figlia di un grande musicista e come me - priva di una vera e propria infanzia» spiegò. «Lei capiva il mio mondo senza che io dovessi spiegarle nulla e mi accettava, senza tentare di modificarmi» continuava, prendendo respiro. «Sai, molti hanno speculato sul nostro matrimonio, credendo fosse una falsa, una menzogna - che lei volesse solo fama derivata dal mio nome ma in realtà» e ridacchiò, battendo un palmo della mano sulla coscia. «In realtà lei era già famosa e di certo non le serviva il mio nome per essere conosciuta ed in più - ha lasciato il suo precedente marito, padre dei suoi due bambini - solo per sposare ed amare me»

«Beh» lo interruppe lei, un po' interdetta dal quel racconto - così profondo e colmo di sentimento nei confronti di quella donna. «Sembra che ancora tu - tenga molto a lei» e abbassò lo sguardo.
«Oh è così - ci siamo amati perdutamente ma poi, il contorno delle nostre vite ci ha diviso amaramente.» rispose, captando però - tristezza e confusione nella fanciulla dinnanzi a lui, così riprese parola con la speranza di riuscire a spiegarsi. «Ma io non la amo più, Nat» aggiunse, prendendo nella sua mano, il mento di lei. «Le voglio bene perché è stata una figura fondamentale per me ma ora, sento il bisogno di andare avanti - sono pronto a» e prese respiro, incerto se rivelare le intenzioni che veramente aveva con quella dama o se continuare a reprimere ogni cosa.
«Sei pronto a?» lo incalzò.

«A sentirmi nuovamente amato da qualcuna, che magari è capace di leggermi dentro e comprendermi senza» e schioccò la lingua al palato. «Senza avere il mio stesso e canzonatorio stile di vita, ecco» e fece spallucce, abbozzando un sorriso.

«Hai tante persone che ti amano, Mike» precisò Natalie, guardando altrove - incapace di sostenere il suo sguardo in quel preciso istante.
«Umh non posso dire che non sia vero, ma»
«Ma?»
«Ma anche molte persone - che preferiscono vedermi morto» rispose in un sospiro triste. «È l'altra parte della medaglia questa, essere me»
«Essere te, è complicato» terminò la sua frase.

L'uomo non rispose, semplicemente si morse il labbro inferiore, sfiorando con i polpastrelli una guancia della ragazza - disegnando dei piccoli cerchi immaginari sulla sua pelle calda e morbida al tatto.
Ella sorrise, imbarazzata ma lo lasciò fare - nascondendo la sua smorfia divertita sotto la mano.
«Quindi tu e Bill..» prese ancora parola il cantante, iniziando a farle un leggero solletico lungo tutto il corpo.
«Cosa?» chiese di rimando, iniziando a sghignazzare per il forte fastidio - e divertita cercava di allontanarlo con le braccia.
«Eravate abbracciati» continuava lui, ridacchiando quando ella si contorceva negando ogni suo pensiero strano ma buffo.
Percepiva il vuoto sotto di lei ed ormai il sole era calato - e nel buio, stava per perdere totalmente l'equilibrio e spaventata, prese il colletto della camicia del moro, tra le mani.
Si strinse a lui, avvicinando il suo petto al suo addome seguito dai loro visi - assumendo una smorfia di pieno terrore.
Michael schiuse le labbra quando ella sfioró la punta del suo naso, guardando dietro di lei - con il cuore che andava ad un ritmo risoluto - iniziando così a tremare.
«Sta-stavo per cadere» balbettò, con un'espressione terrorizzata - incrociando le iridi scure e profonde di lui, che fissavano attentamente il suo volto, soffermandosi sulle sue labbra.
La fanciulla manteneva quella dolce vicinanza, non diminuendo la presa dal tessuto scuro di lui - il quale, le cinse la vita con entrambe le mani.

In quel preciso istante, la mente di Michael venne pervasa da così tanti pensieri, che temeva di perdere il senno - in quanto il desiderio di baciarla si fosse nuovamente presentato - in maniera folle, continua - e questa, sovrastava di gran lunga la sua razionalità nel compiere determinati azioni e che quindi, dava libero spazio al suo egoismo e bisogno.
Era completamente confuso sul dar farsi, dopotutto aveva sprecato così tante occasioni per possedere quella ragazza e darle modo di capire il suo reale coinvolgimento nei suoi confronti, che si sentiva un totale fallito, incapace - per niente maschio ai suoi occhi e che - era stanco di far vincere la sua timidezza.
«Vorrei tanto farlo» mormorò poi, con voce flebile - alludendo al fatto di baciarla e Natalie - immersa nel buio della notte, schiuse le palpebre e abbozzò un sorriso sghembo, imbarazzato ma captando a pieno le intenzioni del cantante.
«Allora fallo!» gli disse ancora, per l'ennesima volta - pervasa dal desidero arduamente anche ella.
Michael si protese in avanti con il volto, socchiudendo lo sguardo e battendo ripetutamente le ciglia, sfiorando la sua guancia con la punta del naso ed appoggiando poi la sua fronte a quella di lei.
Il respiro era veloce e la tentazione era tanta, ma temeva il peggio dopo quel gesto così intimo e caldo che - l'unica cosa che voleva succedesse, era di perderla per sempre.
Natalie gli prese le mani a mo' di incoraggiamento, tentando di trasmettergli tutto il suo conforto e consenso e che mai - mai si sarebbe pentita di un qualcosa tra i due, laddove fosse avvenuto.
«Fallo» lo incitò ancora, abbassando lo sguardo quando egli, prendendogli il volto tra le mani - la guardò negli occhi in cerca ancora - di un plausibile consenso e quando lo lesse dal suo sguardo dolce, prese coraggio e con estrema delicatezza, posò le labbra burrose e calde sulle sue piene e rosee.
Le diede un dolce e casto bacio, compiendo una leggera pressione - ed accusando così, una meravigliosa sensazione di benessere, sfociare all'interno del suo corpo.
Natalie si strinse al suo addome, con entrambe le mani posate su di esso - avvertendo un eccelso calore, irradiarsi lungo ogni suo muscolo che da rigido e fermo - divenire fragile e cedevole nell'istante stesso.
Tuttavia era desiderosa che quel momento non terminasse mai, bensí sfociasse in qualcosa di più intenso, smielato - intimo ma egli, incerto di ciò che stava facendo, terminò il loro contatto - con uno schiocco sonoro.

L'uomo aveva le gote arrossate e mordendosi il labbro inferiore per via del forte imbarazzo, accarezzò più volte il mento della fanciulla con il pollice.
«Mike» mormorò l'altra, leggermente scossa e delusa dal loro allontanamento così repentino e fugace, tentando però di abbozzare un sorriso per stemperare il suo nervosismo riguardo la situazione che si era venuta a creare.
«Si è fatto buio» balbettó l'altro, prendendole una mano con dolcezza. «Rientriamo, d'accordo?» chiese, prima di accompagnarla nella discesa dal grande tronco, non proferendo parola su ciò che era appena avvenuto tra i due.
«Oh, okay» gli disse Natalie, leggermente torva e delusa dal fatto che egli, non le parlasse delle sue reali sensazioni a riguardo, bensí - preferisse far finta che nulla fosse accaduto.  
Una volta arrivato a terra, Michael rimase in silenzio - appoggiando la schiena al tronco rigido, virando lo sguardo verso l'ignoto - tentando di riflettere su quello che era appena successo, non pienamente soddisfatto di come le cose - fossero realmente andate e dispiaciuto che ella fosse rimasta così delusa e triste.
Quest'ultima prese posto vicino alla sua figura, con entrambe le braccia tese lungo i fianchi in attesa di una parola, un gesto - un'azione da parte del cantante che di risposta, emise solo un respiro pesante e colmo di agitazione e silenzio.

«Natalie, io» pronunciò poi, schioccando la lingua al palato e sfiorandole una guancia con le nocche.
«Tu?»
Egli ridacchiò, posizionandosi davanti alla sua gracile e sinuosa figura, che tanto lo mandava fuori di senno - incastrando il corpo, tra il suo addome e la ruvida corteccia dell'albero.
«Sono impacciato e..» emise in un sospiro, virando le timide e fugaci iridi scure, in quelle chiare e confuse della fanciulla. Il moro rimase in silenzio ancora, captando nel suo sguardo - una dolcissima intesa che lo fece trasalire dal suo stato di trans ed agitazione e posando la mano destra sul suo collo, inclinò il volto di lato - avvicinando esso a quello della ragazza, a fine che i loro nasi si sfiorassero ancora.
Ella alzò di poco il capo, battendo ripetutamente le ciglia e pregustando il fresco e piacevole profumo di menta, che emanava il suo alito - ridacchiò sommessamente in quanto trovava buffo il suo atteggiamento - le sembrava che si fosse preparato per quel momento e quindi - fosse da tutto il giorno che desiderasse baciarla e avesse timore peró, di farsi avanti.
Tuttavia erano a pochi centimetri di distanza e sarebbe bastato poco, un soffio per annullare anche quella misera distanza che poco prima era stata violata e Natalie iniziava a percepire tutto il peso di quella prolissa attesa, trovandola straziante al medesimo tempo.
Michael passò il pollice - lungo tutto il perimetro della mascella, dello zigomo destro ed infine - della bocca carnosa della dama che aveva di fronte, rimanendo immobile e sorridendo come un ebete nel mentre.
Il suo cuore martellava impetuoso dentro al suo petto ed era stanco, straziato di attendere ancora e di reprimere quel bisogno che non era stato soddisfatto dal breve e delicato contatto di qualche minuto prima e così - si protese in avanti, annullando ancora una volta - la fervida distanza tra i loro volti.
Ella rimase immobile per qualche secondo, sbarrando lo sguardo quando il moro, schiuse le labbra - alla ricerca di una connessione maggiore, più intima della precedente, dando inizio ad un vero e proprio bacio.
Michael teneva salde le mani sul suo collo, pregustando la dolce sensazione che gli emanava quel caldo rapporto che - dopo aver giocato un po' con le sue labbra, decise di spingersi ancora più nel profondo - chiedendole l'accesso con la lingua.
Ella sorrise del mentre, soddisfatta del fatto che quel bacio, mano a mano stesse diventando più bramoso e passionale - ed intrecciando le sue mani nella chioma arruffata del cantante, fu lieta di darle il consenso a fine che le loro lingue, si intrecciassero tra di loro - in una lenta ballata romantica.
La timidezza, che fino a quel momento aveva posseduto il corpo della celebrità, venne gettata totalmente alle sue spalle ed il suo posto, venne occupato dal desiderio passionale e dolce di fare sue, le labbra della fanciulla e - non prendendo respiro, la baciò ancora e ancora - in mondo lento, caldo - mordendo di tanto in tanto il suo labbro inferiore.
Lo catturò tra i denti, abbozzandole un sorriso furbo e divertito per poi perdere la sua totale razionalità quando ella - lo spinse verso di se, petto contro petto per dare via, all'ennesimo bacio.
«Nat» balbettó mentre le sue grandi mani, scesero lungo la sua vita stretta - prendendo posto al di sopra del suo fondoschiena, timoroso di risultare esagerato e inopportuno - e percependo, il cavallo dei suoi pantaloni divenire stretto a causa della sua forte eccitazione - emise un roco mugolio, imbarazzato - percependo le gote arrossarsi.

Ella ridacchiò, finalmente felice che entrambi stessero ascoltando il loro cuori, i loro pensieri, i loro desideri - ma sopratutto, i loro sentimenti che persistenti e letali, non erano timidi di presentarsi e sbocciare in quello che era, il normale corso degli eventi.
Michael concluse l'ultimo bacio con uno schiocco, percependo i suoi occhi, colmarsi di tante lacrime per via della forte emozione provata ed appoggiando la fronte su quella della ragazza, sorrise.
«Era così tanto che desideravo farlo» mormorò, ancora con il fiato corto e tirando su con il naso, mentre qualche goccia salata, gli solcò le guance.
Natalie gli accarezzava il viso con le mani, catturando tra le dita ogni lacrima dell'uomo che aveva davanti mentre quest'ultimo, le avvolse in braccio intorno alla vita per stringerla ancora di più a se - timoroso di perderla, che qualcuno prima o poi li avesse scoperti e quindi costretti a separarsi - ricordando ancora le parole della moglie, laddove lo descrivevano come un problema, un danno - un errore e che prima o poi, anche quella fanciulla - scoprendo la sua vera natura e la difficoltà di sopravvivere con il suo contorno e la sua disastrosa vita caotica - fosse fuggita - abbandonandolo al suo misero destino, alla sua dolente solitudine.
Si commosse e serrando le palpebre, si lasciò ad un pianto sommesso - sulla spalla della ragazza, vergognandosi nell'istante stesso.
«Mike, è tutto okay» tentava di rassicurarlo, ma l'uomo singhiozzava e non mollava la presa dal suo corpo, come se fosse terrorizzato da ogni cosa possibile e la dama - ricordando le parole della sua guardia del corpo, si limitò ad accarezzargli la schiena con dolcezza e tanta premura.
«Dimmi che è reale» balbettava, sconvolto.
«Lo è, Michael»

«Ma alle conseguenze, ci hai pensato?» le domandò, alzando il volto completamente arrossato. «Ti porteranno via da me appena scopriranno questo ed io» tirò su con il naso. «Sono stato un completo egoista, rovinando l'unica cosa bella che la vita ha deciso di regalarmi dopo i miei figli» aggiunse, singhiozzando.
Ella lo strinse a sè, captando che la realtà di quell'uomo fosse completamente diversa dalla sua e che - dopo un'intera esistenza di dolore, non era in grado di comprendere ciò che stava provando e percepiva il suo gran bisogno di ottenere certezze, laddove di certezze, non ne aveva mai avute.
«Perdonami bambina» continuava, tentando di tornare in sè. «Io - ho solo bisogno di» e schioccò la lingua al palato. «Oh damn, non pensavo fosse così bello, io» e si strinse ancora a lei, alla ricerca nuovamente delle sua labbra e quando queste si trovarono, si unirono in un altro dolce bacio bisognoso di sicurezza e gioia.
Natalie annullò il contatto tra di loro e ridacchiando gli prese una mano tra le sue, baciandogli il dorso. «È tutto okay popstar, davvero»
«Grazie» mormorò l'altro, tutto rosso in viso - nonostante la sua età, sembrava davvero un adolescente alla prese con la sua prima cotta.

«Di cosa?»
«Di questo - di» e le baciò la punta del naso. «Di comprendermi»
Natalie alzò gli occhi al cielo, stringendosi nelle spalle a causa del forte vento che aveva iniziato a tirare e con indosso solo una sempre maglietta bianca, accusava di sentire freddo.
«Oh, che stupido che sono» si affrettò a dirle, stringendola al suo petto. «Vieni, torniamo dentro» concluse, dirigendosi a passo svelto nella grande dimora - entrambi impacciati ma entusiasti di quell'atto, che segretamente e nascosti agli occhi del restante delle persone presenti nella casa - avevano appena consumato.

La accompagnò nella sua camera, congedandola con un leggero bacio casto sulla fronte - per poi raggiungere, i suoi bambini ed il suo cuore - allegro, pimpante, vigoroso ma al medesimo tempo - spaventato e confuso, non cessava di battere impetuoso.
Ora però era spaventato, completamente - perché era cosciente che il suo nome, la sua fama - non sarebbero stati poi così clementi, con lui.

Continua-

[*1] Il lama Louie: era il lama di Mike e spesso lo portava con se, quando registrava e si dice che fu la causa del suo litigio con Freddie in quanto egli non voleva registrare con l'animale libero lungo lo studio.
[*2] Givin Tree: l'albero preferito di Michael, laddove si divertiva ad arrampicarsi per riflettere e cercare la giusta ispirazione per le sue canzoni.

Spazio Autrice:

Ed eccomi tornata, dopo quasi una settimana di assenza e finalmente sono riuscita a scrivere un capitolo colmo di sentimento e di svolta.
Spero di essere riuscita a comunicarvi qualcosa - a farvi un minimo emozionare e vedere Michael, sotto il mio modesto punto di vista.
Come sempre vi aspetto qua sotto, nei commenti e entusiasta di leggervi con la speranza sempre, che sia di vostro gradimento.

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