𝙴𝚌𝚕𝚒𝚜𝚜𝚒 {𝟝/𝟝}
Los Angeles - 28 Agosto 1999
«Sei sicura che per te, è okay?» domandò ad Amanda, con voce flebile - dopotutto non voleva mancarle di rispetto.
«Tesoro mio, ovvio - che è tutto okay» le rispose premurosa la donna, accarezzandole il dolce viso paffuto, leggermente arrossato. «Meriti di essere felice, fà ciò che sentì! Qua ci penserò io!» concluse, virando la sua attenzione altrove, verso l'ignoto di quella grande stanza.
«Anche qui sono felice - mi hai dato una grande opportunità!» mormorò la bionda, sorridendo. «Grazie di tutto Amanda!» e la strinse forte al suo petto, in segno della forte ammirazione e sentimento - che provava per quella donna, che era per lei, una sua seconda madre.
«Salutami il sign. Jackson!» scherzò infine, congedandola con un dolce sorriso stampato sul viso.
Natalie percorse il tragitto verso casa, a passo sostenuto - fermandosi di tanto in tanto, lungo i vari negozi per comperare ciò che le sarebbe servito per il suo soggiorno a Neverland.
«Mmh - fammi prendere qualche nuovo vestito!» disse tra sé e sé, entrando su uno di essi - per rifocillarsi di alcuni nuovi capi discreti e di facile vestibilità, adatti a tutti i giorni.
Tuttavia prese anche un nuovo abito, leggermente nero ed attillato - con una normale scollatura, non troppo esagerata - perfetto in caso si fosse tenuta una piccola festa il giorno seguente, per festeggiare il cantante.
Non aveva pensato ancora, a quanti giorni sarebbe rimasta nel grande e maestoso ranch dell'uomo - che mai aveva visto ed era solo frutto della sua fantasia o di qualche sprazzo di racconto della sua amica Bonnie.
Una volta rientrata, fece la valigia - portando entrambe le mani sulle tempie, temendo di non portare con se tutto ciò che veramente le serviva - o peggio - di dimenticare, anche la più banale delle cose.
«Posso?» le chiese Carl, facendo capolino dalla porta della sua stanza, come era solito fare.
«Certo, entra» gli rispose, dandogli ancora le spalle - mentre fissava la valigia con acuta attenzione e soggezione.
«Paura di dimenticarti qualcosa?» rise l'uomo, abbracciandola da dietro con fare dolce e paterno.
«Si» rise sommessamente. «Ma ho un dubbio che mi perseguita: ovvero» e fece una pausa. «Domani è il suo compleanno» iniziò a spiegarsi, alludendo al cantante. «E non so cosa regalargli - insomma, cosa compri ad un uomo che ha già tutto?» concluse, sedendosi sul materasso, sospirando appena.
«Oh beh, a parer mio - gli basterà averti lí» le rispose sinceramente l'uomo, prendendo posto vicino alla figlia, mentre gesticolava con le mani. «Ma anche un pensiero semplice, pensa a ciò gli piace di più - anche una sciocchezza.» continuava. «Basta che sia fatta con il cuore e sicuramente lo renderai felice!» concluse, ridendo sommessamente.
«Da quando sei così romantico papà?»
«Dopo anni con tua madre» mormorò, virando lo sguardo altrove. «Ci fai il callo ad essere romantico e un ottimo amante!»
La ragazza rise di gusto abbracciando il padre cercando conforto nelle sue possenti braccia - ed egli, le diede un dolce bacio sulla fronte prima di congedarla con un dolce cenno di capo.
❀ ❀
«Và tesoro, ci sentiremo al tuo arrivo!» la strinse la madre, appoggiandosi poi al petto del marito - entrambi entusiasti che la figlia fosse così felice e finalmente dopo parecchio tempo di confusione e preoccupazioni, serena.
«Amica mia!» disse Bonnie, scendendo dal mezzo nero, correndo verso di lei. «Mi sei mancata tanto!» concluse, dandole un bacio sulla guancia e presentandosi poi ai suoi genitori.
«Biondina!» la prese in giro Frank, facendola un cenno di capo. «Sei pronta?»
«Si, finalmente si!» gli rispose, abbracciando un ultima volta la sua famiglia, prima di salire nella grande macchina - insieme ai suoi amici.
I due non erano cambiati: Bonnie era sempre bellissima, dalla carnagione omogenea e la folta chioma bruna e corvina - mentre il piccolo Cascio, ben vestito e dall'aspetto giovanile quale egli era - nonostante assumesse responsabilità molto più grandi di lui - era sereno e rilassato, mentre guidava verso la meravigliosa e maestosa Neverland.
«Allora Nat, sei pronta a vedere la sua casa?» le domandò, non distogliendo mai l'attenzione dalla strada - mentre Bonnie leggeva una rivista di moda, nonostante fosse la sua copilota.
«Si Frank, ma sono un po' agitata!» mormorò l'altra, seduta nei sedili posteriori, con entrambe le mani intrecciate tra di loro ed appoggiate sul suo ventre.
«Oh amica, và tranquilla - ti piacerà Neverland» si intromise la bruna, ridendo sommessamente.
«E non solo Neverland» rise l'altro, prendendosi una gomitata dalla ragazza. «Quanto sei stupido, Cascio!» gli disse poi, virando la sua attenzione suoi confronti.
«Perché, che ho detto?» si difese lui. «Ormai sappiamo che i due muoiono dalla voglia di rivedersi!» aggiunse, ridendo sommessamente - provocando un leggero imbarazzo nella bionda, che nel frattempo aveva assistito - divertita, il battibecco tra la dolce e bizzarra, neo-coppia.
«Ah - ah, simpatico il galoppino!» prese parola poi, alzando gli occhi al cielo. «Piuttosto, come sta?»
«Bene, è tornato poco fa da un mini viaggio di lavoro - ma sicuramente appena ti vedrà, sarà entusiasta di questa sorpresa!» le rispose il fanciullo.
«Perchè non sà - del mio arrivo?»
«No, diciamo che» le rispose la bruna, agitando una mano in aria. «Che è una sorpresa, ecco.»
Natalie si mosse un poco sul posto, iniziando a sentirsi strana, nervosa - le labbra erano serrate in una linea dura e con le mani - si aggiustava spesso la chioma bionda, segno di essere particolarmente agitata e un po' preoccupata di una possibile reazione negativa da parte del cantante in quanto i due, non si sentivano da qualche giorno a causa appunto, dei suoi impegni di lavoro.
«Ma stà tranquilla biondina» le disse Cascio, rompendo il silenzio che si era venuto a creare. «Dopotutto non vede l'ora di vederti e sicuramente - sarà un bellissimo regalo di compleanno - che appunto, il signorino domani invecchierà di un altro anno» aggiunse.
«Beh? Rimane sempre un bellissimo uomo» lo sfidò Bonnie, voltandosi e ammiccando un occhiolino alla sua amica.
«Ehy, devo essere geloso forse?» rispose stizzito il fanciullo. «Devo forse preoccuparmi? Preferisci la popstar a me?» continuava, sostenendo quel gioco di battute bizzarro.
«Ah no» gli rispose. «Jackson è di Nat» si corresse l'altra, provocando una risata genuina al suo ragazzo e alla protagonista stessa, che imbarazzata - diede un leggero schiaffo, sulla spalla della bruna.
I tre si fermarono a mangiare un pasto caldo, prima di intraprendere l'ultima ora di strada- che rimaneva prima di arrivare al grande e meraviglioso ranch e Jackson, ignaro di ogni cosa - fece uno squillo al suo manager, il quale - virando la sua attenzione verso le due ragazze, mentí dicendo che era impegnato e non poteva parlare più di tanto.
«Ma Frank, dove sei - ho bisogno del tuo aiuto per alcune pratiche?» lo canzonò il cantante, tenendo serrata la cornetta nella mano destra.
«Posso essere lì solamente tra un'ora» rispose vago l'altro, trattenendo un leggero risolino.
«Perché? Che devi fare?» gli rispose sbuffando la star.
«Cose»
«Cose?»
«Già, cose»
«Frank, muovi il culo - ti pago per lavorare no per stare con la tua ragazza!» ringhiò il moro, prima di riattaccare violentemente la chiamata.
«Ah-ah» sospirò il fanciullo, ridendo. «Giornata difficile per il nostro festeggiato!» concluse, ridendo sommessamente, prima di tornare presto - alla guida.
[...]
Prince gli aveva dato del filo da torcere quella sera, ma aveva la fortuna di avere Grace, che era rimasta fino a tardi, per dargli una mano con entrambi i bambini - Michael era rientrato solamente da qualche ora dal suo viaggio, ed era esausto.
«Hanno mangiato e sono a letto» prese parola la tata, con sguardo gentile. «Ho letto loro una storia e il piccolo è crollato velocemente tra le mie braccia» continuava, agitando un poco le mani. «Ha fatto davvero il diavolo a quattro, oggi» gli confidò, accennando un sorriso.
«Grazie Grace, davvero - hai il resto della serata libera» le rispose dolcemente, massaggiandosi la tempia, con le dita.
«Ma sicuro signore? Potrei rimanere -»
«Sono sicuro!» la interruppe con fare brusco, cambiando velocemente umore. «Te lo meriti, vai tranquilla»
La donna gli fece un cenno di capo a mo' di consenso, per poi voltarsi e uscire dalla stanza. «Grace, aspetta!» la richiamò.
«Si?»
«Hai visto Frank?»
«Umh, è fuori con la signorina Gote, credo»
L'uomo sospirò, ringraziando ancora e lasciando andare la sua tata, portando poi - entrambe le mani alla tempia, riflettendo su dove poteva essere il fanciullo - stava anche per perdere la pazienza, dato che l'ora era ben passata da mpo'.
Nel frattempo i tre erano appena arrivati, con un filo di ritardo non programmato nella tabella di marcia e mancava davvero poco allo scoccare della mezzanotte, che avrebbe così segnato - il compleanno del cantante ormai alle porte. Natalie appena ebbe modo di intravedere i maestosi e grandi cancelli del ranch, schiuse le labbra a mo' di smorfia colma di stupore - portando entrambe le mani su di essa, intenda a trattenere il forte entusiasmo - che galoppava impetuoso dentro di lei.
Si sentiva una bambina - e mai in tutta la sua vita si aspettava di poter vedere un luogo bello e magnifico - come quello che, una volta varcati quei cancelli - si celasse al loro interno.
Bonnie la prese sottobraccio, scortandolo dentro al grande prato ed ella, intravide nuovamente Bill - il quale leggermente sorpreso di vederla lí, la raggiunse a passo scaltro.
«È un piacere averla qui, signorina Miller» le disse poi, prendendole una mano tra le sue.
«Oh, Bill» disse lei entusiasta, abbracciando quell'uomo così dolce e premuroso. «Sono felice di rivederti. Come stai?» chiese nell'istante solo, con un'espressione davvero interessata.
«Bene, davvero - sà» e fece una pausa, accusando un sorriso. «Erano giorni che mi domandavo quando saresti venuta a vedere la casa del sign. Jackson» ammise, sorridendo.
Cascio sospiró, mentre chiamava il cantante al telefono con insistenza in quanto egli, non dava segni di vita. Bonnie lo raggiunse abbracciandolo da dietro. «È davvero esasperante per quanto è permaloso» le disse quest'ultimo, grattandosi la fronte con le dita. «L'ho mandato a chiamare - dato che è arrabbiato perché molto probabilmente non mi ha trovato al suo ritorno..»
«Frank, guardami» gli disse dolcemente la bruna, sfiorando una sua guancia paffuta, con i polpastrelli. «L'hai fatto solo per vederlo felice» e virò il suo sguardo dietro al ragazzo. «E poi guarda dietro di te, stà arrivando»
Cascio fece come gli era stato dolcemente ordinato da quella bellissima donna, sbiancando nel medesimo stesso - che i suoi occhi, incrociarono quelli infiammati del suo capo - il quale lo stava raggiungendo a passo sostenuto, mano nella mano con una sua governante - o meglio, con la sua amica Emily.
«Oh, cazzo» sussurrò - talmente piano che solo Bonnie riuscì ad udirlo, la quale preoccupata si voltò verso la sua amica, ancora impegnata a parlare con la grande guardia del corpo.
«Si può sapere dove eri finito?» iniziò il cantante, ancora ignaro di tutto, mentre Emily lo fissava di sottecchi - leggermente allarmata. «Invece di lavorare, sei andato a farti una dannata fuga d'amore?»
«Mike, amico» gli disse l'altro di risposta, portando una mano sul petto - sperando che la giovane appena arrivata, non si accorgesse della presenza del moro in quanto sicuramente non si era immaginato ancora, di quella sorpresa. «Sei proprio imbecille, perdonami» aggiunse, a bassa voce.
«Cosa?» mormorò il moro, interdetto.
Bonnie esasperata raggiunse Natalie, la quale - ebbe un fremito al solo percepire quella dolce voce che tanto le era mancata e che il telefono non poteva colmare, non veramente.
Si voltò - mordendosi il labbro inferiore, quando intravide l'uomo che molto bene ricordava, in piedi a parlare con il fanciullo - con una smorfia tutt'altro che entusiasta.
Era bellissimo e ben curato: dai classici e monotoni mocassini lucidi, al pantalone nero e morbido che fasciava alla perfezione le sue gambe toniche - alla larga e rossa camicia che gli regalava un aspetto semplice e casalingo.
Bonnie le prese un braccio, quando la sua amica emise un sospiro - alla vista del cantante mano nella mano con una donna, di cui era totalmente ignara ma consapevole che non si trattasse della moglie o madre dei suoi figli.
Che si fosse avvicinato a qualcuna durante la loro distanza? Plausibile, dopotutto era pur sempre un uomo con determinati bisogno fisici e mentali - pur rimanendo legato al fatto che lei, per quanto ne potesse sapere lui - era ancora fidanzata ed in aggiunta - non erano niente, il nulla.
Percepì per una leggera scossa di malumore, simile ad un fastidio nel vedere lui - così in intimità con qualcuna che non fosse lei ed al medesimo tempo, nemmeno si era voltato nella sua direzione - pur sapendo che fosse ignaro della sua visita improvvisa.
«Mike, dannazione» gli disse il fanciullo, voltandosi verso Natalie - chiudendosi nelle spalle a mo' di scuse. Era a conoscenza che quella governante fosse solo una grande amica per Jackson ma temeva di ciò che poteva pensare la bionda a quella vista, inaspettata e poco carina.
«Ma co...» tentò di ribattere Michael, imitando il fanciullo - schiudendo le labbra nel medesimo stesso i suoi occhi - incrociarono quelli di lei, della sua lei.
«Natalie?» pronunciò poi, con voce flebile e per niente udibile, lasciando la mano di Emily - ed iniziando ad accusare il cuore uscirgli dal petto. «No, non è possibile» continuava a dire, guardando Frank che nel frattempo gli sorrideva come un ebete. «Per questo mi sono assentato, io e Bon siamo andati a prenderla» prese parola, appoggiando una mano sulla sua spalla. «Se solo mi avessi fatto finire di parlare o avessi risposto al telefono..» concluse, ridendo sommessamente.
Emily sorrise intenerita a quella scena, avvicinandosi al cantante, che nel frattempo era rimasto nella medesima posizione. «Avanti che stai aspettando? Và da lei!» gli disse, veramente felice.
Natalie leggermente scossa, mandò giù il groppo che le si era formato in gola e prese a camminare verso il cantante.
«Ciao popstar» mormorò, una volta davanti a lui, alzando di poco il viso a causa del fatto che egli, fosse parecchio più alto di lei.
Michael inspirò, virando le sue iridi scure e sorprese in quelle dolci e calde di lei, mordendosi il labbro inferiore - sfiorando con le dita affusolate, una sua guancia andare in fiamme. Aveva bisogno di un contatto, anche minimo per credere che tutto quello, fosse vero - per realizzare che lei, fosse davvero lì per lui.
«Sei davvero qui? Sei davvero tu?» le sussurrò.
«Si, ho saputo che tra pochi minuti sarà il compleanno di qualcuno e quindi, eccomi qui.»
«Oh, damn.» mormorò l'uomo, ridendo appena - mentre con i palmi della mano, si stirava la camicia con movimenti lenti e lascivi, a causa della forte agitazione. «Nat» disse poi, avvolgendola in un dolce abbraccio. «Oh, bambina» concluse, stringendola al suo corpo - sentendosi beato quando percepì la sua dolce fragranza inebriare le sue narici ed i suoi palmi, tastare il tessuto della sua maglietta.
Lei posò il volto sul suo petto, pregustando quella dolce sensazione che tanto le era mancata e che finalmente, poteva rivivere - realizzando che i due, avevano molto da raccontarsi, da dirsi.
«Sei stanca?» le domandò, accarezzandole una guancia mentre protese il suo volto molto vicino al suo.
«Beh, un po' ma non esageratamente»
«Allora ti mostro un pezzo della casa, se ti va» le propose, trovando una scusa per passare del tempo solo con lei.
«D'accordo» gli sorrise, prima di voltarsi verso Bonnie e raggiungerla.
Emily congedò il cantante, augurandogli di stare bene e che poi - voleva sapere i particolari e che faceva il tifo per lui, mentre Frank lo prese per un secondo in disparte dal resto delle persone presenti.
«Lasciami dire che sei un cretino!» lo canzonò, gesticolando con l'indice destro. «Ti porto Natalie qui e ti presenti con Emily, mano nella mano Mike? Ma sei serio?»
«Frank, non sapevo nulla io..»
«Tu niente, sei un imbecille!» continuava, con le mani sul viso. «È rimasta immobile quando ti ha visto in quello stato, insomma - proprio un bel benvenuto!»
«Dici che se ne è accorta?»
«Secondo te, genio?» gli disse il fanciullo, stizzito.
«Potevi avvisarmi Cascio, cazzo!»
«Beh, hai presente il concetto di "sorpresa?» mormorò, gesticolando con le mani. «Comunque ormai è andata - cerca di evitare altre figura di merda prossimamente, te ne sarei grato!» concluse, sorridendo nel medesimo dopo.
Michael si grattò il mento, rimanendo immobile vicino al suo amico, abbassando il capo. «E quindi cosa - cosa dovrei fare?»
Frank alzò gli occhi al cielo, divertito ed esasperato dal comportamento impacciato e fanciullesco del cantante. «Magari andare da lei» e fece una pausa. «E - parlarle?»
«Ah-Ah» si chiuse nelle spalle l'altro, incrociando le braccia al petto.
«Mike non stare qui a rimuginare» lo canzonò ancora una volta, il manager. «Và da lei e rendimi fiero!» concluse. «Ah è mezzanotte»
«Pardon?» chiese, con un'espressione di confusione dipinta sul volto - mentre si mangiucchiava un'unghia del dito anulare.
«Qualcuno diventa un anno più vecchio!» lo strinse a se, abbracciandolo. «Auguri, piccolo rimorchio!»
«Ah-Ah, simpatico!» gli fece la linguaccia, scoppiando a ridere. «Ricorda che il rimorchio - ha ancora qualcosa da raccontare!»
«Lo so, maestro!» lo congedò, con una pacca sulla spalla.
❀ ❀
Michael le mostro l'intera casa, dalle stanze per gli ospiti, alla moderna e comoda cucina - al grande salone, alle foto che lo raffiguravano con i grandi artisti del momento o che avevano fatto la storia.
«È meravigliosa Mike» gli disse, guardandosi intorno. «Sembra davvero un luogo delle favole e poi - adoro le statue Disney, e i tuoi bambini..» aggiunse, prendendo una foto dal grande davanzale di legno scuro. «Sono bellissimi - ora dormono?»
Il moro sorrise, prendendole una mano nella sua. «Si, domani mattina gli farò conoscere la bella persona che sei e sicuramente saranno entusiasti di vederti - Prince non vede l'ora!»
«Gli hai parlato di me?»
«Già, normalmente quando parlavamo a telefono, loro erano tra le mie braccia!» le spiegó, mentre si fece strada in una grande camera matrimoniale - laddove i muri erano dipinti da una tinta molto tenue all'occhio e il tutto, aveva l'aspetto di un'ambientazione fiabesca.
Lei prese posto sul materasso, sentendo quando esso fosse comodo - percependo il corpo del cantante, affiancarsi al suo.
«Nat?»
«Mh?»
«Quella donna..» prese parola, alludendo alla sua governante, sentendosi in dovere di darle spiegazioni.
«Non mi devi spiegazioni Mike, davvero» gli rispose, cercando di non lasciar trapelare la sensazione di sconforto che aveva provato in quel momento. «Anzi, è molto graziosa»
«Lo è»
Natalie abbassò lo sguardo, intrecciando le dita tra di loro - fingendo totale nonchalance e virando lo sguardo altrove, si accorse che era passata la mezzanotte.
«Ma è solo un'amica per me» riprese a parlare lui, gesticolando. «E non ero a conoscenza del tuo arrivo, davvero - se solo lo avessi saputo prima, ti avrei dato un benvenuto nettamente migliore!»
Lei sorrise, percependo il suo cuore andare ad un ritmo risoluto - dopotutto era lì, insieme a lui, dopo due mesi che non si vedevano.
Finalmente avevano la possibilità di conoscersi, di viversi e trovava la timidezza del cantante, tenera e buffa - che protese le braccia verso di lui, appoggiando i gomiti sulle sue spalle.
«Tanti auguri, nonnino!» lo prese in giro, appoggiando poi la sua fronte su quella di lui.
«Ehy!» la canzonò, dandole un pizzicotto su un fianco per farla sussultare. «Non infierire - » si finse offeso, mettendo il broncio.
Era così felice di averla li, al suo fianco - che strinse le mani intorno alla sua vita stretta, ed i suoi occhi - scrutavano con acuta attenzione quelle labbra - protagoniste dei suoi sogni più nascosti.
«Sono felice di vederti!» gli confidò.
«Sono felice che alla fine tu - ti sia convinta a venire!» le rispose, passandosi la lingua sul labbro inferiore per inumidirlo un poco e reprimere così, i suoi bisogni languidi e tumultuosi.
«Umh, ho un regalo per te!» mormorò la ragazza, annullando quel dolce contatto che si era venuto a creare, per poi alzarsi e dirigersi verso la sua borsa.
«Un regalo?»
«Ah-Ah»
«Ma bambina - non dovevi!» le disse in tono dolce, mentre teneva lo sguardo fisso su di lei, che smanettava alla ricerca di un qualcosa all'interno della sua sacca.
«Ma è una sciocchezza» si affrettò a rispondergli. «Non potevo presentarmi, la notte del tuo compleanno - senza un regalo per la mia popstar preferita?» lo prese in giro.
«Umh» mugolò lui. «Sono davvero la tua popstar preferita?» chiese, con un leggero tono speranzoso nella voce.
«Vediamo - preferisco Prince - ma..» rise, mentre l'uomo dinnanzi a lei, serrò le labbra in una linea dura, assumendo poi - un'espressione torva. «Prince?»
Natalie continuava a ridere divertita, portando le mani sulla pancia - mentre era intenta a piegarsi in due. «Vedessi la tua faccia adesso, Mike» disse, con poco fiato. «Per caso, ho ferito il tuo ego?» aggiunse, con tono di sfida - mentre egli, la raggiunse a passo svelto, cingendo nuovamente la sua vita con le mani ed avvicinando in maniera pericolosa, il suo viso al suo.
«Ti diverti a sfidarmi eh?» le soffiò sulle labbra, mettendo per un momento da parte, la sua timidezza.
Lei gli sorrise. «Sei buffo, non sai quanto!» e prese tre enormi sacchetti di caramelle gommose, contenenti tutti i gusti possibili ed immaginari, consapevole del fatto che il cantante ne andasse matto. «Ma adorabile e per questo - » fece una pausa. «Buon compleanno, ecco a te» concluse, porgendogli le gustose leccornie.
Il moro rimase meravigliato ed entusiasta aprí il primo sacchetto. «Questo è in assoluto - il miglior regalo che potessi farmi!» disse, portando alla bocca - il primo orsetto gommoso. «Vado matto per le caramelle!» aggiunse, masticando con gusto e - con nonchalance, ne mise una in bocca anche alla giovane.
«Ti piace?» le domandò, mentre ne prese un'altra.
«Molto» gli rispose, cercando di rubarne ancora.
«Ehy» la canzonò, stringendo il sacco al suo petto. «È il mio regalo» ed alzò un sopracciglio. «Queste sono le mie caramelle!» continuava, tentando di non scoppiare a ridere.
Lei stette al gioco, fingendosi offesa - dopotutto non aveva di fronte un uomo, o meglio - era un uomo solo anagraficamente altrimenti, era un vero e proprio fanciullo.
Michael continuava a mangiare e di tanto in tanto si divertiva ad imboccare la ragazza o a tirarle addosso le caramelle. Quest'ultima ridendo prese un cuscino pulito e morbido - ed una volta che egli si fosse voltato nella direzione opposta alla sua, lo colpí - cogliendolo di sorpresa.
«Che dispettosa questa ballerina» scherzò lui, rubandole il cuscino dalle mani. «Ed ora, come la mettiamo?» la minacciò, intimorendola con il suo stesso gioco.
«No Mike, ti prego» disse a mo' di preghiera, iniziando a scappare per tutta la stanza.
«Sono un asso in questo gioco!» mormorò il moro, mentre la inseguiva e rideva al medesimo tempo. «Hai sfidato la persona sbagliata! Io - non perdo mai!» concluse, sferrando un colpo - per poi prenderla in pieno.
I due andarono avanti in quel modo per un bel po', divertendosi come due bambini e l'uomo - in quell'istante, era felice - veramente felice. Respirava l'aria che tanto aveva bramato di poter respirare.
Ancora con il fiato corto, Natalie protese una mano in sua direzione a mo' di resa - pregandolo di smettere quel gioco divertente ma al medesimo tempo sfiancante.
«Va bene, va bene» disse. «Hai vinto tu!» per poi abbandonarsi al comodo e morbido letto, raggomitolandosi come una bambina - portando le ginocchia al petto.
«Che vuoi fare?» chiese poi al cantante, che nel frattempo era rimasto a fissarla, leggermente imbambolato per la sua bellezza - e l'essere così se stessa in sua presenza.
«Umh - ti va di guardare un cartone?» propose, aspettando che ella gli disse di prendere posto vicino a lei.
«Peter Pan, questa volta» rispose, lasciandosi cullare dalle braccia dell'uomo che tanto le erano mancato, intrecciando le sue gambe con quelle toniche e lunghe di lui.
«D'accordo - principessa» le sussurrò all'orecchio, provocandole dolci brividi lungo tutto il corpo - mentre le sue grandi mani, stringevano quelle minute di lei - come per tenerla sempre lì, vicino a lui - in modo tale che ella non potesse mai più scappare.
La fanciulla mano a mano che il cartone andava avanti, sentiva le palpebre divenire sempre più pesanti - ma aveva anche il timore, che addormentandosi - al suo risveglio, non trovasse il moro lì con lei, a stringerla forte.
«Riposa dolce Nat, mi troverai qui al tuo risveglio» la precedette lui, mentre le accarezzava i capelli biondi e ondulati che le coprivano il collo. «Non ti lascio sola, ci sarò sempre» concluse, stampando un dolce e casto bacio tra la sua chioma - per poi cullarla dolcemente come se avesse con se, un essere raro e prezioso.
I due si addormentarono insieme, stretti in una dolce morsa di calore - finalmente sereni di aver dato ascolto al richiamo del loro destino, che scalpitante e beffardo - li aveva fatto ritrovare ancora.
Continua-
Spazio Autrice:
Sorpresa! Ecco a voi un nuovo capitolo da diabete ma okay, mi sentivo dolce e morivo dalla voglia di farli rincontrare e di scrivere di loro FINALMENTE INSIEME!
Come sempre vi aspetto qua sotto nei commenti, speranzosa di avervi trasmesso positività.
Fatemi sapere,
I love u all girls.
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