𝚅𝙸
Dai desideri più profondi
spesso si origina l'odio più mortale.
Socrate
𝙲𝙰𝙿𝙸𝚃𝙾𝙻𝙾 𝚅𝙸
«E allora? Adesso è una gara?»
«Non capisci.»
«Oh, invece capisco», Jeongguk si acciglia appena, mentre si riabbottona i pantaloni e si allaccia la cintura nera. «Non sono uno sciocco, tesoro», sussurra all'orecchio di Seokjin.
«Uno sciocco?» L'uomo seminudo solleva le sopracciglia. Il suo viso appare ancora più bello del solito, illuminato da una calda lampada rossa, l'unica fonte di luce nell'oscurità della stanza.
«Credi davvero che non me ne sia accorto?» Jeongguk ridacchia e lo spinge leggermente, facendolo sedere sull'ampio letto. «Stai cercando di farlo ingelosire.» Seokjin fa scivolare una mano dietro la schiena di Jeongguk e schiude le labbra, ma il detective ci poggia sopra il pollice. «Shhh, non m'importa.»
«Davvero?» Seokjin gli mordicchia lentamente il dito, a un certo punto lo lecca, facendo sospirare giocosamente Jeongguk.
«Non ti è bastato?» Jeongguk guarda il letto in disordine con un sorriso dispettoso: le lenzuola non sembrano più nemmeno lenzuola. Non sarebbe sorpreso se un giorno lo sfondassero, quel letto.
La sua mano vaga sulla gola del maggiore— è così aggraziata. Gli piacciono le cose aggraziate. E raramente ha visto un uomo aggraziato come Seokjin. Una bellezza eterea, ma anche una bella scopata, se deve essere sincero.
«Non ne avrò mai abbastanza di te.»
«Che adulatore che sei, Seokjin.» Jeongguk gli solleva il mento con l'indice, adornato da un anello d'argento. Gli occhi del sergente sono scintillanti, disposti a dare a Jeongguk qualsiasi cosa, il che lo eccita sempre troppo in fretta. Dannato Seokjin. «Conservalo per Taehyung.»
Seokjin ha l'audacia di ridere a quelle parole. «Chi è quello geloso adesso?»
«Tu.» Il detective fa scivolare la mano verso il basso, sfiorandogli le clavicole. Seokjin cerca di alzarsi, ma Jeongguk lo ferma e lo spinge ancora più giù. Il maggiore ora è sdraiato sul letto, sta quasi ansimando, e i suoi occhi castano scuro fissano Jeongguk. Conosce quello sguardo. Sta urlando dammene ancora.
«Non so cosa sia successo tra voi due, e non me ne frega niente.» Le sue dita scendono lungo il petto nudo di Seokjin, le cui spalle larghe si sollevano ritmicamente, seguendo il suo respiro. «Ma l'ho notato. Sai che sono un tipo attento.»
«Allora nota anche come muoio dalla voglia di sentirti—» Jeongguk copre la bocca di Seokjin con il palmo della mano. Deve andar via, e questo idiota lo sa.
«Sei molto provocante stasera.»
«Puniscimi allora», mormora il maggiore, sollevando leggermente l'angolo destro della bocca.
«Che bastardo.» Jeongguk deve concentrarsi più che può per rimanere calmo e composto. «È l'una di notte, devo andare a casa.»
«Resta a dormire qui», quasi supplica mentre sfiora il braccio di Jeongguk, e accidenti, questo potrebbe quasi bastare per convincerlo. Quasi.
«Penso che tu abbia confuso dormire con scopare.»
«Va bene», la mano di Seokjin si sposta lungo la sua pelle, raggiungendo finalmente la nuca di Jeongguk, che nel frattempo si è abbassato verso di lui. «Scopami di nuovo, allora.»
Jeongguk chiude gli occhi e inspira profondamente. Non sarà in grado di resistere se il maggiore inizia a giocare sporco. Perché è ancora così eccitato? Dannato Seokjin, di nuovo.
«Forse domani.» Dai, sii forte. Domani, non adesso.
Dopo aver tenuto gli occhi chiusi ancora per qualche secondo, Jeongguk riesce a fare un passo indietro. Il suo corpo ha davvero bisogno di riposare, e scopare il semidio che giace proprio di fronte a lui non è esattamente l'attività più rilassante di tutte.
«Peggio per te.» Seokjin stiracchia le braccia ed espira lentamente. «Taehyung non avrebbe rifiutato.»
Jeongguk non può fare a meno di ridere.
«Chiama lui allora.» Mantiene un'espressione ilare, trovando quella frase più divertente di quanto dovrebbe, probabilmente. «Io e te non stiamo insieme.»
«Lo so.» Seokjin si raddrizza un po' per appoggiarsi sui gomiti. «Fa lo stesso.»
«Vuoi che sia geloso o cosa?» Jeongguk ride di nuovo mentre cerca di trovare la sua camicia nera, che è sicuramente da qualche parte sul pavimento.
«Sarebbe una missione impossibile.»
Il detective trova finalmente la sua camicia e la indossa. «Ma sono davvero curioso, Seokjin», dice mentre la abbottona. «Perché mi hai chiamato stamattina?»
Il sergente scrolla le spalle. «Avevo bisogno di te.»
«Avevi Taehyung.»
«Volevo anche la tua opinione.»
Jeongguk scuote la testa. Non è questo il motivo. «Avresti potuto chiedermela dopo. Prima di scopare, per esempio.»
Seokjin alza gli occhi al cielo. «È stata una pessima mossa, ok? L'ho fatto senza riflettere.»
«Oh, ci hai riflettuto eccome», afferma di nuovo il minore, dopo aver infilato i calzini. «Volevi che lui mi vedesse con te. Per dimostrare il potere che hai su di me.» Le scarpe Oxford di Jeongguk fanno capolino nella sua visuale. «Ma non hai alcun potere su di me. Non sei neppure il mio capo.»
Questa volta Seokjin si alza a sedere, sfoggiando uno sguardo più serio. «Non si tratta di potere.»
«Quindi volevi davvero farlo ingelosire?»
«No. Volevo che i due migliori detective di Harrison lavorassero a questo caso assurdo. Ed è quello che voglio anche adesso.»
«Sai che mi odia.» Jeongguk si mette le scarpe. «E lo stesso vale per me. Quel maledetto coglione.»
«Insieme sareste la migliore unità di sempre.»
«Sai una cosa? Lo odio, è vero.» Jeongguk torna da Seokjin, con un sorriso giocoso sulle labbra. «Ma non sono cieco. È un coglione, ma è un bell'uomo.» Finge di contemplare il soffitto. «Me lo scoperei senza pensarci due volte.»
Seokjin scoppia improvvisamente in una risata incontrollabile e per poco non cade all'indietro sul letto. Jeongguk si acciglia un po', perplesso di fronte a tutta quell'ilarità. Sì, si scoperebbe Taehyung, e allora?
«Oh, signore», Seokjin fa del suo meglio per contenere le risate, cosa che a un certo punto riesce a fare. «Sarebbe lui a scopare te.»
Gli occhi di Jeongguk si spalancano per la sorpresa. Lui che si fa scopare da mister lupo solitario? Ma in quale universo?!
«Non hai mai detto una cazzata più grossa di questa.»
«Provare per credere», azzarda Seokjin.
«Poi saresti tu quello geloso.»
«Sta' zitto», dice il maggiore, lanciando un cuscino a Jeongguk e facendolo ridere di nuovo. Il minore si passa una mano tra i capelli lunghi e ondulati per schiarirsi la vista. Al momento li preferisce così, e non è il solo.
«Hai ragione, però. Il caso mi interessa». Jeongguk agguanta la sua giacca e la indossa, rivestendosi completamente. «Ne riparliamo domani.»
«Se voglio.»
«Se non lo fai, domani non vengo da te», lo minaccia Jeongguk.
«Pensi davvero di potermi comprare con il sesso?»
«Certo.»
C'è una breve pausa, interrotta dalla risatina di Seokjin. «Ok. Buonanotte, idiota.» Il maggiore si sdraia sul suo comodo letto e alza il braccio per salutare Jeongguk, senza voltarsi a guardarlo. «Ci vediamo domani.»
Per quanto eccezionale possa sembrare, Jeongguk riesce a salire le scale che portano al suo appartamento, e ne sono parecchie, dato che abita all'ultimo piano dell'edificio. Apre la pesante porta nera ed entra nell'atrio, dove lo attende un'altra porta. Il detective chiude a chiave la prima e poi inserisce il codice sul pannello posto accanto al secondo ingresso. Si sente un breve segnale acustico, e un attimo dopo Jeongguk entra in casa.
Questo profumo...
Tutto è buio, se non fosse per la fioca luce delle stelle che diffonde dalle ampie vetrate della stanza. Malgrado la stanchezza, Jeongguk si prende un momento per ammirare la città attraverso la finestra. Chicago è bellissima stasera, animata da una pletora di grattacieli illuminati, semafori e luci di ogni tipo. Jeongguk non riesce a sentire quasi nulla, ma sa perfettamente cosa sta succedendo lì fuori. È sempre la stessa storia quando si tratta di grandi città, e Chicago non è diversa da New York. Gli piace la Città del Vento e, a dire il vero, non gli manca molto la Grande Mela— soltanto la sua famiglia.
Fortunatamente, ha il suo più caro amico al suo fianco— o meglio, Jeongguk ha deciso di seguirlo quando ha lasciato New York per trasferirsi a Chicago. Il detective aveva bisogno di andarsene, di ampliare i suoi orizzonti. Aveva bisogno di un nuovo inizio, insomma. E volete sapere qual è la cosa divertente? Al tempo Jeongguk aveva scelto Chicago anche a causa di Taehyung. Già, grosso errore.
Adora questa città, è vero. Ma Taehyung è stato un enorme delusione— e lo è tuttora.
Oh, certo, Kim è il grandioso detective sulla bocca di tutti, ma nessuno aveva avvisato Jeongguk del fatto che fosse anche il tipo meno amichevole dell'intero corpo di polizia. Avete presente il tipico detective che brontola sempre mentre fuma un sigaro? Taehyung è anche peggio, e non fuma nemmeno. Dicono che le apparenze ingannano e, accidenti, Jeongguk lo sa bene. L'ha capito la prima volta che ha messo piede nella stazione dell'undicesimo distretto, con Taehyung che lo guardava fisso negli occhi, e l'ha capito ancora meglio quando quest'ultimo si è rifiutato di stringergli la mano. E per quale motivo, poi? Perché Jeongguk era il ragazzo nuovo? Fottuto bastardo.
Scuote la testa, ripensando a quel momento. Non riesce proprio a capire Taehyung, anche se ci ha provato in un primo momento. Ci ha provato sul serio. Adesso invece lo prende in giro ogni volta che può, perché sfotterlo è più facile che sperare di capire i perché e i per-come del suo atteggiamento. Magari, chissà. un giorno li verrà a sapere, ma per adesso Jeongguk vuole solo spegnere il cervello per un paio d'ore. Pensare all'altro detective è solo una perdita di tempo, e ne ha già abbastanza di lui.
Jeongguk si volta e fa un profondo respiro. Quel profumo legnoso aleggia ancora nell'aria. Le sue gambe lo conducono nella stanza degli ospiti, e ciò che trova al suo interno non lo sorprende affatto.
«Sapevo che eri lì.» Mentre sussurra queste parole, Jeongguk non riesce a evitare che un sorriso affettuoso faccia capolino sulle sue labbra. Da sveglio può essere una vera spina nel fianco, ma quando dorme il suo migliore amico è l'uomo più carino sulla faccia della Terra. Letteralmente.
Sta quasi per andar via, quando un borbottio lo interrompe: «Jeongguk?»
«In carne ed ossa.» Il minore si avvicina al letto a due piazze. «Dormi, Yoongi.»
Yoongi borbotta un po', con la testa premuta sul cuscino. «Di nuovo il tuo trombamico?»
Una spina nel fianco, senza ombra di dubbio.
Jeongguk ridacchia, abituato ai modi di fare del suo amico. «Seokjin, sì.»
«Fatti una doccia e vai a dormire, idiota.»
«Capito, re degli idioti.»
Jeongguk ride tra sé e sé e poi esce dalla stanza, prima di dover subire l'ira di Min Yoongi.
Le undici in punto. Jeongguk è più che affamato e il rapporto che sta scrivendo da almeno un'ora non è affatto entusiasmante. A volte insegue i cattivi, a volte è mezzo addormentato davanti al computer. Tuttavia, quest'ultima opzione si verifica piuttosto raramente, e stavolta la colpa è tutta di Kim Seokjin. Bella scusa, no?
Jeongguk si stiracchia e sorride a un collega seduto lì vicino. Naturalmente non conosce tutti i poliziotti di Chicago, ma quelli di Harrison sono simpatici, a parte Taehyung, questo è ovvio.
Ecco, parli del diavolo...
Anche se non dovrebbe essere al lavoro oggi, in stazione fa la sua comparsa il volto imperscrutabile di Taehyung. Come al solito, indossa un cappotto lungo sopra una camicia di seta. Mette sempre lo stesso tipo di camicie, con motivi ridicoli, spesso colorati— non proprio lo stile che ti aspetteresti di vedere su un tipo come Taehyung. La camicia è sempre infilata nei pantaloni e mette in mostra una cintura di pelle, ma anche delle curve mozzafiato.
Jeongguk si morde il labbro inferiore, cercando di trattenere una risata nervosa, anche se Taehyung sembra notarlo, a giudicare dal suo sguardo omicida. Ma almeno è capace di sorridere?
E soprattutto, perché è così sexy?
Sì, d'accordo, Jeongguk non lo sopporta ma, come ha detto a Seokjin la sera prima, non è cieco. Il netto contrasto fra l'atteggiamento di Taehyung e i suoi vestiti è una cosa, ma il modo in cui li indossa ne è un'altra. Quello stronzo è bello da morire oggi, per la gioia (segreta) di Jeongguk.
Si morde di nuovo il labbro, ma per un altro motivo questa volta, prima di cercare di ritrovare la concentrazione. Invano. Ma che gli prende oggi? Dev'essere davvero, davvero stanco per pensare certe cose.
Per quanto curioso, Jeongguk prende la sua tazza, si alza in piedi e inizia a camminare per la stazione, fingendo di andare alla macchinetta del caffè. Da quella postazione riesce a vedere Taehyung, che sta cercando qualcosa nei cassetti della sua scrivania. Non è qui per lavoro, altrimenti avrebbe portato con sé la sua valigetta.
Che c'è? Jeongguk è un tipo attento, tutto qui.
«Ti sei perso, Jeon?» Taehyung lo scruta con sospetto, una volta giunto accanto a lui.
«Io sto lavorando, Kim.» Jeongguk fa una risata nasale. «Tu invece?»
«Vai a cagare.»
Il maggiore lo supera. «Non mi rovinerai la giornata.»
Non era comunque questo l'obiettivo, ma va bene così. Jeongguk lo lascia andare senza aggiungere altro e inizia davvero a farsi un caffè. Com'è possibile che un uomo come Taehyung sia un detective così in gamba? Anzi no, rettifichiamo, Jeongguk conosce già la risposta.
La vera domanda è: perché a un certo punto Seokjin si è innamorato di questo idiota?
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