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𝘪𝘯 𝘢𝘭𝘭 𝘵𝘩𝘦 𝘰𝘭𝘥 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘭𝘪𝘢𝘳 𝘱𝘭𝘢𝘤𝘦𝘴

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˗ˏˋ ♡ ˎˊ˗
𝘪𝘯 𝘢𝘭𝘭 𝘵𝘩𝘦 𝘰𝘭𝘥 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘭𝘪𝘢𝘳 𝘱𝘭𝘢𝘤𝘦𝘴




«Jungkook», ansima Taehyung, «rallenta, non riesco... vai più piano...»

«Ci siamo quasi, piccolo», lo esorta Jungkook. «Ci siamo quasi, dai.»

«No, no, io–»

Taehyung si interrompe con un sussulto, con il viso arrossato di quel bellissimo, perfetto rosa che Jungkook non si stancherà mai di vedere.

«Dai», ripete Jungkook. «Dai, ancora un po'.»

Taehyung inspira e poi lancia un'occhiata a Jungkook. «Sto per svenire.»

Jungkook indietreggia di un paio di passi per potersi girare e dare un colpetto sulla guancia di Taehyung, che immediatamente ringhia e cerca di mordergli il dito.

«Vaffanculo», dice, ancora senza fiato. «Come fai a– oddio... come fai ad essere così bravo a correre?»

«Un sacco di pratica», lo prende in giro Jungkook, che ora corre all'indietro.

Taehyung sembra nel bel mezzo di una maratona, sudato, stanco e decisamente affaticato, ma continua ad avanzare e Jungkook lo prende come un buon segno. Jungkook lancia un'occhiata alle sue spalle per vedere l'ingresso del parco a pochi metri di distanza.

«È vicinissimo», dice, allungando la mano e afferrando quella di Taehyung. «Dai, fino in fondo, puoi farcela!»

«Non voglio farcela», ansima Taehyung, incespicando mentre Jungkook accelera il passo.

«Sì che vuoi», lo incoraggia Jungkook, stringendogli la mano. «Dai, piccolo, dai.»

Jungkook praticamente trascina Taehyung oltre il proverbiale traguardo, ma è arrivato comunque fino alla fine, così Jungkook gli fa un applauso.

«Kim Taehyung, oggi non ti sei fermato neanche una volta! Ottimo lavoro, amore, sei stato davvero– Hey, no, no, no, non fare così, non ti fa bene.»

Taehyung si è appena accasciato sull'erba lì vicino, con le braccia e le gambe divaricate, il petto che si alza e si abbassa a un ritmo frenetico e lo sguardo fisso sul grigio cielo invernale.

«Lasciami morire», geme. «Così non dovrò più sentirmi le gambe.»

«Dai», dice Jungkook, alzando gli occhi al cielo e avvicinandosi per tirare il braccio di Taehyung. «Devi camminare per far passare il bruciore, ricordi?»

«Perché ho accettato tutto questo?» bofonchia Taehyung, che non lo aiuta minimamente mentre Jungkook lo solleva di nuovo in piedi.

«Perché», grugnisce Jungkook, mentre Taehyung si affloscia contro il suo petto come uno spaghetto scotto, «hai detto che non volevi che vedere le tue guance di pane nelle foto del matrimonio.»

«Ma non pensavo che sarebbe stato così difficile», piagnucola Taehyung, seppellendo il viso nel collo di Jungkook. «Preferisco rimanere paffutello.»

«Ok», dice Jungkook, e Taehyung piagnucola di nuovo.

«Dovresti essere il mio allenatore, Jungkook, non il mio complice.»

«Ma mi piacciono le tue guanciotte», protesta Jungkook. «Non voglio che spariscano.»

Taehyung si limita ad annuire, tenendo il viso appoggiato al collo di Jungkook ancora per un momento, prima di fare un passo indietro.

«Grazie per essere venuto», dice. «So che non è quello a cui sei abituato.»

Jungkook sorride. Una leggera corsetta al parco non è il suo solito modo di allenarsi, è vero, ma Taehyung sembra allergico alle palestre e la promessa di un po' di tempo al sole è l'unica cosa che lo motiva davvero ad allenarsi. Quello e la presenza di Jungkook.

Così Jungkook ha spostato la palestra al pomeriggio e la mattina fa jogging con Taehyung. È dura – nessuno dei due è un tipo mattiniero – ma a Jungkook piacciono il caffè e i bagel che immancabilmente comprano dopo, prima di farsi la doccia insieme a casa.

È bello stare con qualcuno che ha i suoi stessi orari flessibili, perché possono organizzarsi il lavoro in funzione del tempo che passano insieme, non il contrario. L'arte di Jungkook sta andando bene, non quanto il gruppo musicale di Taehyung, ma abbastanza bene. Il Trio Kim va ancora forte; il loro ultimo album ha scalato le classifiche jazz e Taehyung ha in programma un'altra tournée, la seconda nei tre anni in cui sono stati insieme. Ma a differenza della prima, si svolgerà nell'arco di dieci settimane.

E a differenza della prima, Jungkook andrà con lui.

Doveva iniziare tre mesi fa, ma un piccolo cambio di programma ha fatto slittare il tutto di mezzo anno.

Per la precisione, il matrimonio di Jungkook e Taehyung.

Non era qualcosa che Jungkook si aspettava, e Taehyung gli aveva confessato che nemmeno lui se l'aspettava, in realtà, era solo il momento giusto.

Jungkook ricorda ancora quel pomeriggio, di ormai sette mesi fa, quando erano stravaccati sul divano a morire per il caldo appiccicoso di luglio. Jungkook aveva la testa di Taehyung in grembo e lo osservava tracciare i tatuaggi sul suo braccio. Quando Taehyung era arrivato al nontiscordardimé, si era fermato, aveva guardato Jungkook e poi aveva detto:

«Diventa mio marito.»

E Jungkook aveva risposto:

«Ok.»

Taehyung in seguito si è scusato per non aver organizzato qualcosa di più romantico, ma non poteva più aspettare. Jungkook gli ha risposto che valeva lo stesso per lui.

Mancano ancora cinque settimane al fatidico giorno, ma Jungkook non si sente poi così stressato. Praticamente tutto è già stato organizzato dalla quasi totalità delle persone che fanno parte della loro vita, e a nessuno dei due dispiace. Taehyung è tanto disinvolto quanto Jungkook è sprovveduto, e confidano nelle loro famiglie e nei loro amici che tutto andrà bene.

Jungkook ha una sola richiesta: che tutto sia tassativamente tappezzato di nontiscordardimé.

E Taehyung, ovviamente, è stato interpellato per la scelta della torta.

Hanno anche gli anelli; per il momento li custodisce Yoongi, in qualità di testimone di Jungkook. Jungkook e Taehyung li hanno scelti insieme, quindi non sarà una sorpresa il giorno della cerimonia, ma in seguito Jungkook è tornato in gioielleria per aggiungervi un'incisione. Entrambe recitano "the nearness of you".

In breve, va tutto alla perfezione e la sola cosa che Jungkook deve fare è trascinare il suo fidanzato giù dal letto ogni mattina alle sei per andare a correre in tempo per l'alba. Taehyung gli ha testardamente detto che avrebbe perso peso per il matrimonio, senza troppi giri di parole, e Jungkook ha dovuto dire addio alle sue guance di pane per un po'.

Poi sono andati a correre per la prima volta insieme e per poco Taehyung non ha pianto per quanto l'ha odiato. Ma nell'ultimo mese ha perseverato e finalmente sta iniziando a prendere un bel ritmo. Jungkook deve insistere un bel po', ma a lui non dispiace. Più Taehyung corre, più arrossisce e più la giornata di Jungkook diventa bella.

«Jungkook», dice Taehyung con il broncio, «mi porti in braccio?»

Tende le braccia in avanti, e Jungkook non è nient'altro che un uomo debole, molto, molto debole.

Così si china in avanti e si carica Taehyung sulla schiena prima di raddrizzarsi di nuovo, spostandosi leggermente per permettere a Taehyung di sistemarsi.

«Grazie», cantilena Taehyung, picchiettando le dita contro il petto di Jungkook. «Ti amo.»

«Uno dei tuoi favori», dice Jungkook, uscendo dal parco e scendendo lungo il marciapiede verso la loro caffetteria preferita.

«A che numero siamo adesso?»

Jungkook finge di pensarci su per un attimo. «Seicentocinquantatré.»

Taehyung mormora in assenso, con le gambe lunghe che oscillano nell'aria, mentre Jungkook guarda in entrambe le direzioni prima di attraversare la strada.

«È da un po' che siamo a seicentocinquantatré, credo.»

«Davvero?» chiede Jungkook. «Avrei giurato che proprio ieri fossimo a trecentoventi.»

È un giochino che fanno sempre; i cinquemila favori di Taehyung vengono chiamati in causa quando, inevitabilmente, Jungkook fa qualcosa di carino per lui. Non può fare a meno di viziare Taehyung, e Taehyung non può fare a meno di accettare tutte le sue attenzioni.

Così Jungkook porta Taehyung in braccio fino alla caffetteria, e a Taehyung non dispiace affatto.

E quando Taehyung finisce il suo bagel in circa cinque secondi e inizia a fissare affamato quello di Jungkook, quest'ultimo glielo porge con un sorriso e dice: «Seicentocinquantaquattro.»

Taehyung cerca di protestare dicendo che non lo vuole più, ma sanno entrambi che non è vero.

Jungkook sta comunque facendo i suoi interessi, perché gli mancano le guanciotte di Taehyung molto più di quanto pensasse inizialmente. Forse perché vede il Taehyung con un po' più di carne addosso come un Taehyung felice, perché il cibo rende davvero felice Taehyung, indipendentemente da tutto.

E magari è perché gli ricorda sua nonna, ma comunque sia, Jungkook vive per il sorriso timido e il rossore compiaciuto del suo fidanzato ogni volta che Jungkook gli lascia il dessert che hanno ordinato soltanto per lui.

Inoltre, riflette Jungkook, quando sono a casa e condividono la doccia, adesso c'è meno Taehyung a cui aggrapparsi. Gli manca avere qualcosa da stringere tra le mani, gli manca tracciare i fianchi di Taehyung nel modo perfetto per farlo tremare tra le sue braccia.

Non che a Jungkook non piaccia questa versione di Taehyung. Perché questo Taehyung è fottutamente sexy, con i suoi zigomi pronunciati e le sue gambe lunghe un chilometro. Semplicemente a Jungkook piacciono le guance morbide di Taehyung, gli piace il modo in cui contornano le sue labbra imbronciate quando è seduto a cavalcioni sulle cosce di Jungkook e si china per baciarlo.

Ogni volta che lo dice a Taehyung, ovviamente, lui diventa timido e impacciato, e Jungkook deve domandarsi come cazzo abbia fatto a essere così fortunato da avere accanto una persona così dolce che vuole stare con lui per tutta la vita.

Per non parlare delle stelle che gli fa vedere sotto le palpebre quando fa quella cosa con la lingua che sta facendo proprio adesso...

«Piccolo», geme Jungkook, lasciando ricadere la testa contro la parete della doccia. «Porca puttana.»

Taehyung non risponde, probabilmente perché non può, ma stringe il fianco di Jungkook e lo fa imprecare di nuovo sottovoce. Chiude gli occhi per i minuti successivi, sussultando di tanto in tanto e lasciando che le sue mani si aggroviglino tra i capelli di Taehyung sotto il getto dell'acqua.

«Sei incredibile», sospira Jungkook quando ha finito.

Taehyung appoggia la fronte sulla coscia di Jungkook e Jungkook lo sente sorridere.

«Grazie.»

Jungkook mantiene una presa salda sul gomito di Taehyung mentre si alza, assicurandosi che non scivoli. Passano per lo shampoo e il balsamo, prima che Jungkook avvolga le braccia intorno alla vita di Taehyung.

«Ok», grugnisce all'orecchio di Taehyung. «È il mio turno.»

Taehyung emette un gridolino quando Jungkook lo solleva e lo blocca contro la parete della doccia, baciandogli il collo. Taehyung è già in preda ai brividi solo per quella mossa e Jungkook ringrazia qualunque dio del cielo abbia dato al suo fidanzato un muscle kink potente quanto un meteorite.

Non è mai difficile far eccitare Taehyung, e Jungkook sarebbe lusingato all'idea di essere così irresistibilmente sexy, ma è più probabile che Taehyung sia semplicemente molto arrapato. Jungkook non si capacita di come una persona così angelica abbia una mente così sporca. Sa solo che Taehyung non può guardare i programmi di ristrutturazioni domestiche perché i muratori lo fanno scaldare un po' troppo.

È carino. Qualsiasi cosa riguardi Taehyung è carina.

Anche i suoni che emette in questo momento sono carini, sebbene facciano sempre un certo effetto su Jungkook. Taehyung è un mix assurdo tra l'adorabile e il sexy, e Jungkook pensa che potrebbe avere un infarto da un momento all'altro per colpa sua.

Si tira indietro quel tanto che basta per vedere Taehyung arrossire, con le palpebre che tremano e il labbro inferiore stretto tra i denti.

«Tesoro», ansima.

Tesoro. È una cosa nuova. Una cosa che Jungkook ama e che lo ha fatto piangere la prima volta che l'ha sentita. Ha fatto piangere anche Taehyung, perché non si era nemmeno accorto di averlo detto.

Jungkook ricorda perfettamente quella notte. Era passata una settimana da quando avevano deciso di sposarsi e Taehyung era sotto di lui, il soft jazz che girava sul giradischi e loro due aggrovigliati tra lenzuola lisce come la seta. È una scena ormai familiare, ma ogni volta Jungkook si sente come in un sogno.

Tutto il corpo di Taehyung era arrossato e Jungkook per poco non aveva dimenticato quello che stavano facendo, tanto era bello. Ma poi aveva nascosto il viso nell'incavo del collo di Jungkook e aveva sospirato nel suo orecchio, come fa sempre quando sta per raggiungere l'apice del piacere.

E quando è successo, il nome di Jungkook era sulle sue labbra. Solo dopo, con quello sguardo annebbiato, intenso e pieno d'amore che lo contraddistingue, ha incorniciato il viso di Jungkook con le mani e gli ha sussurrato: tesoro.

«L'hai detto davvero?» aveva chiesto Jungkook, dopo un minuto.

Taehyung era finalmente riemerso dal suo oblio, con gli occhi lucidi e il respiro regolare. «Detto cosa?»

«Mi hai chiamato tesoro.»

«Davvero?»

Jungkook aveva annuito, e lui e Taehyung avevano cominciato a piangere nello stesso momento. Perché entrambi sapevano cosa significasse. Tesoro.

La nonna di Taehyung lo chiamava così e lui era la persona più importante della sua vita. E Jungkook sapeva che non si trattava di una cosa superficiale, di un nomignolo che Taehyung aveva voglia di provare. Non chiama mai Jungkook con un nome diverso dal suo, nemmeno "piccolo" come fa lui.

Piccolo, sostiene, è il suo soprannome speciale.

Perciò, nel sentirlo, Jungkook aveva intuito che o era la foga del momento o qualcosa di profondo che si era acceso in Taehyung, inducendolo a pronunciare quella parola.

Taehyung si era asciugato gli occhi e aveva seppellito il viso nel petto di Jungkook prima di rispondere finalmente.

«Se l'ho detto, lo penso davvero.»

Quindi ora Jungkook è ancora Jungkook, ma ogni tanto è anche Tesoro.

Lo fa rabbrividire ogni volta, essere amato così tanto. E comunque Taehyung lo sorprende ogni giorno, perché ogni giorno è ancora più dolce, migliore del precedente. Anche quando hanno delle giornate non proprio splendide, quando Taehyung è troppo silenzioso e Jungkook è troppo arrabbiato, finiscono sempre allo stesso modo: con Taehyung che sussurra "buonanotte" e la mano calda di Jungkook che si infila sotto la sua maglietta.

Se Jungkook dovesse individuare il peggior difetto di Taehyung (non che abbia dei difetti), è che è troppo gentile. Troppo clemente, troppo fiducioso, e questo fa sentire Jungkook uno stronzo ogni volta che se ne approfitta. Ed è qualcosa in cui Taehyung è migliorato, ma solo con le altre persone.

Jungkook incoraggia Taehyung a farsi valere, e sorride ancora d'orgoglio quando pensa al messaggio che ha ricevuto da Namjoon due settimane fa, che gli chiedeva cosa diavolo fosse successo a Taehyung. A quanto pare, il manager di una delle sedi del tour li aveva messi in difficoltà e aveva detto all'ultimo minuto che voleva una percentuale più alta sulla vendita dei biglietti, altrimenti non avrebbero potuto esibirsi.

Hobi e Namjoon si erano appartati in un angolo a discutere su come gestire al meglio la situazione, ma poi Taehyung – il dolce e sensibile Kim Taehyung – aveva preso il telefono e aveva iniziato a spiegare con una calma terrificante quanto fosse insensata quella minaccia. Namjoon gli ha riferito che lui e Hobi sono rimasti a guardare sbigottiti Taehyung che esponeva la pura e semplice realtà dei fatti, dicendo, senza tanti giri di parole, che questo tizio aveva bisogno dell'esibizione del loro gruppo molto più di quanto loro avessero bisogno di lui.

Così il problema si è risolto, e Jungkook ha baciato Taehyung così tanto che la mattina dopo le sue labbra erano livide.

Ma quando si tratta di Jungkook, è il primo ad ammettere che Taehyung è troppo dolce con lui.

Detto ciò, ogni tanto a Jungkook piace fare leva su questo aspetto, purché sia una cosa innocua. Così, quando finalmente finiscono di farsi la doccia e si cambiano in camera da letto, Jungkook mette in atto il suo piano. Ci sta pensando da quando si sono svegliati questa mattina, quando Taehyung era incredibilmente tenero con i suoi pantaloni del pigiama a cuori e la felpa del college di Jungkook addosso.

«Piccolo», esordisce, «restiamo a casa oggi.»

Accanto all'armadio, Taehyung si acciglia e si infila un paio di jeans. Belli, ma non quanto i pantaloni del pigiama.

«Ma dobbiamo andare a pranzo da tuo padre.»

«Possiamo disdire», dice Jungkook con nonchalance. «A lui non importerà.»

Il cipiglio di Taehyung diventa più profondo. «E poi stasera dovremmo andare a bere qualcosa con Chim.»

«Non importerà neanche a lui.»

«Mhmm.»

Taehyung continua a indossare abiti che decisamente non sono quelli per stare in casa tutto il giorno, e Jungkook comincia a innervosirsi.

«Taehyung, dai», lo supplica. «Sarà divertente. Quando è stata l'ultima volta che abbiamo avuto una giornata tutta per noi, soltanto noi due?»

«La settimana scorsa», dice Taehyung, incrociando le braccia.

Jungkook alza gli occhi al cielo. «Sì, ma quel giorno abbiamo fatto delle cose. Abbiamo fatto un sacco di cose ultimamente: i preparativi per il matrimonio, il compleanno di tua sorella, il compleanno di tua madre, il compleanno di tuo padre–»

«Non è colpa mia se sono tutti nella stessa settimana», dice Taehyung, sorridendo. «E ti sei divertito.»

Jungkook spinge la lingua contro l'interno della guancia, cercando di non sorridere e dimostrare che Taehyung abbia ragione. Taehyung era un concentrato di energia due settimane fa: adora i compleanni, i regali e tutto ciò che ha a che fare con le feste. Lui e suo fratello minore hanno sempre fatto di tutto per la loro famiglia, e quest'anno è toccato anche a Jungkook.

Non vuole vedere neppure un solo coriandolo per un bel po' di tempo, ma è stato divertente. Crescendo da solo con suo padre, non hanno mai organizzato granché per i compleanni, solo due fette di torta comprate al supermercato e regali che il più delle volte erano fatti in casa. Jungkook ricorda di avergli regalato molti coupon per abbracci gratis, che alla fine si sono trasformati in lavoretti gratis in casa.

Ormai ogni anno, per il compleanno di suo padre, lava la facciata e le grondaie con l'idropulitrice.

Gli ultimi tre compleanni trascorsi con Taehyung nella sua vita sono pieni di bei ricordi, in cui la torta è fatta in casa e i regali sono comprati in negozio, ma sono comunque tenerissimi, perché Taehyung inizia con qualche mese di anticipo a pensare al regalo perfetto.

Jungkook è ancora alle prese con la questione dei regali e non trova giusto che il compleanno di Taehyung venga subito dopo Natale, per cui deve praticamente farsi venire due idee in una volta sola. Il primo anno ha regalato a Taehyung una pianta, che sarebbe anche stata carina, se non fosse che Taehyung l'ha fatta morire nel giro di due settimane. Non è stato d'aiuto il fatto che Jungkook continuasse a sottolineare che si trattava di una pianta dell'amore, una di quelle idee sdolcinate che ha visto su Internet secondo cui le persone lasciano che la crescita di una pianta simboleggi il fiorire del loro amore.

Quindi, quando è morta, è stato un po' un pugno nello stomaco per entrambi, e ora Jungkook preferisce cose come calzini e maglioni.

A proposito di calzini, Jungkook sente uno strattone al suo e abbassa lo sguardo per vedere Yeontan che gli morde il piede con un ringhio basso.

Jungkook si è sbagliato prima. Se dovesse individuare il peggior difetto di Taehyung, sarebbe questo maledetto cane.

«Tannie», lo rimprovera con dolcezza Taehyung, accucciandosi. «Non mordere papà.»

«Non credo che voglia essere mio figlio», brontola Jungkook. «Questo cane è un cazzo di pericolo pubblico.»

Taehyung si limita a mormorare qualcosa e si siede sul pavimento a gambe incrociate. Batte le mani una volta, e Yeontan si alza di scatto al suono, prima di lasciar andare il calzino di Jungkook e saltare in grembo a Taehyung.

«Vuole solo un po' di attenzioni», dice diplomaticamente Taehyung, grattando Yeontan dietro le orecchie.

«Vuole uccidermi», si lamenta Jungkook. «È malvagio.»

Taehyung storce il naso. «E ti chiedi perché non gli piaci.»

Jungkook sospira e si lascia cadere a terra accanto a Taehyung. Allunga una mano verso Yeontan, che finalmente lo asseconda e lascia che Jungkook lo accarezzi.

Nonostante le loro differenze, i due vanno abbastanza d'accordo, soprattutto quando non c'è Taehyung. In quei momenti si comportano bene, perché entrambi sentono la mancanza di Taehyung, cosa che li rende particolarmente avviliti. Taehyung ha una fotografia sul suo cellulare di Jungkook steso sul letto con Yeontan rannicchiato sul petto, il risultato di quando Taehyung è stato tutto il giorno fuori con suo fratello.

Quando Taehyung è a casa, però, è una lotta continua per il suo affetto. Una lotta che, purtroppo, di solito viene vinta da Yeontan.

«Allora», tenta Jungkook, «per oggi–»

Taehyung sospira, ma Jungkook può vedere dalla curva delle sue labbra che sta già cedendo.

«Non possiamo dar buca a tuo padre.»

«E se lo chiamassi? Taehyung, a lui non importerà. Siamo stati lì due giorni fa.»

«Sì, ma era per le cose del matrimonio», si lamenta Taehyung. «Mi sembra di non riuscire a sedermi a parlare con lui da un bel po' di tempo.»

«Puoi sederti e parlare con me», dice Jungkook, facendo scorrere una mano sulla caviglia di Taehyung. «Sono suo figlio, è praticamente la stessa cosa.»

«E che mi dici dell'aperitivo?»

«Uh– beh, ho pensato che mentre io chiamo mio padre–»

Taehyung scuote la testa con un sorriso. «Sei proprio un vigliacco del cavolo.»

Jungkook sorride a sua volta. «Quindi è un sì?»

Taehyung socchiude gli occhi. «Vuoi davvero rimanere a casa?»

«Ti voglio tutto per me oggi.»

Jungkook sente il naso arricciarsi mentre il rossore di Taehyung sopraggiunge puntuale.

«Bene», sospira Taehyung. «Bene, ok, lo dirò io a Chim.»

«Sei», dice Jungkook, avvicinandosi di più, «perfetto, adorabile–»

Si interrompe per iniziare a baciare il collo di Taehyung, che inspira bruscamente, e questo basta a far scattare Yeontan con i suoi soliti latrati, infastidito dal fatto che qualcuno stia tormentando il suo papà. Jungkook lo ignora, perché... beh, è pur sempre un bel tormento.

«–meraviglioso, dolcissimo–»

«Ti hanno mai detto che sei proprio ruffiano?»

«–il fidanzato migliore del pianeta.»

Taehyung alza gli occhi al cielo quando Jungkook si ritrae, soddisfatto di vedere un segno che si sta scurendo appena sopra la clavicola di Taehyung. Avrà tempo di aggiungerne altri, ora che stanno a casa.

«Sai, quando ti ho conosciuto non pensavo che fossi così sdolcinato», si lamenta Taehyung.

«Ah, sì?» chiede Jungkook, con un sorriso. «E cosa pensavi?»

«Che mi avresti scopato fino all'oblio e non mi avresti più richiamato.»

Jungkook si strozza con la saliva. «Cosa?»

Taehyung scrolla le spalle senza alcuna vergogna. «Voglio dire, guardati.»

Jungkook scuote la testa sorridendo. «Ok, sai cosa ho pensato io? Quando ci siamo conosciuti?»

«Cosa?»

Jungkook si china, premendo un bacio sull'orecchio di Taehyung e facendolo contorcere.

«Che avevo appena visto un angelo.»

«Oh mio Dio», geme Taehyung. «Vai a chiamare tuo padre.»

Si alza, con Yeontan ancora in braccio, e si dirige verso la cucina. Cerca di sembrare infastidito, ma le guance rosa lo tradiscono e Jungkook non può fare a meno di inseguirlo per lasciargli un altro succhiotto alla base della gola.

Questa volta Yeontan lo interrompe con un guaito di disappunto e un nasino umido premuto contro il petto ancora nudo di Jungkook.

Jungkook impreca e si allontana, ringhiando a Yeontan. «Non dovrebbe morire a breve?»

Taehyung lo guarda esterrefatto e coccola Yeontan, stringendolo a sé. «Ha solo sei anni!»

«Sì, ma è insopportabile», dice Jungkook petulante. «Guarda, Taehyung, mi ha sbavato addosso.»

«Povero te», risponde Taehyung, troppo occupato con Yeontan per degnarlo di uno sguardo. «Non dargli retta, Tannie. Papà non diceva sul serio.»

Jungkook giurerebbe che Yeontan gli abbia appena sorriso per dispetto, ma si accontenta di alzare gli occhi al cielo e di accarezzarlo dietro le orecchie, solo per far contento Taehyung.

Taehyung si è battuto con coraggio negli ultimi tre anni per fare in modo che si piacessero l'un l'altro ed è convinto che la soluzione sia la co-genitorialità. Non è così, perché l'unico motivo per cui Yeontan e Jungkook si tollerano è la reciproca necessità di sopravvivere. Nessuno dei due può permettersi di perdere Taehyung, per cui si mettono in riga quel tanto che basta perché Taehyung non debba scegliere tra loro due.

Così Yeontan ha smesso di cercare di rosicchiare i capelli di Jungkook nel cuore della notte e Jungkook si lascia chiamare papà. Anche se tutti i suoi istinti paterni si azzerano in presenza di quello stupido cane, Taehyung sembra sempre felice quando lo dice.

È carino. Del resto, tutto ciò che riguarda Taehyung è carino.

Jungkook si costringe a smettere di cercare di baciare Taehyung e torna in camera da letto per mettersi una maglietta. Un'altra cosa che deve forzarsi a fare, perché è infinitamente più facile far eccitare Taehyung quando ha i muscoli in bella mostra. C'è un motivo per cui va così tanto in palestra e se lo ricorda ogni volta che Taehyung arrossisce e incespica nelle parole.

Tuttavia, avranno tempo per tutto questo tra pochi minuti, ora Jungkook deve dire a suo padre che non andranno a casa sua. Così tira fuori il telefono e si butta sul letto sfatto, componendo il numero di suo padre.

«Hey, Jungkookie.»

«Ciao, papà. Uhm... dobbiamo disdire il pranzo di oggi.»

«Oh, che peccato», dice suo padre. «Cosa è successo?»

«Taehyung ha mal di testa.»

È la prima bugia plausibile che gli viene in mente. Suo padre sospira dall'altra parte e Jungkook si sente un pochino in colpa. Ma poi vede i pantaloni del pigiama con i cuoricini di Taehyung appallottolati vicino all'armadio e ci ripensa. Taehyung è così fottutamente carino.

«Mi dispiace», dice suo padre. «Digli che spero si senta meglio.»

«Ok, sì, lo farò. Dice che gli manchi.»

«Ah, manca anche a me. E Jungkookie, cerchiamo di fissare un altro incontro al più presto, ok?»

«Potremmo fare domani», propone Jungkook.

Suo padre ride. «Sì, tesoro, non credo che domani sia una buona idea. Che ne dici di martedì sera? Potete venire a cena.»

Jungkook vuole chiedere cosa farà suo padre domani. È domenica, non deve mica lavorare. Ma poi Taehyung chiama il suo nome dalla cucina e Jungkook deve sbrigarsi.

«Ok, martedì, sì, si può fare.»

«D'accordo, bene. Volevo parlarti di una cosa.»

«Che–»

Taehyung appare sulla soglia, con il telefono all'orecchio e un sopracciglio alzato.

«Ok. Ora devo andare, papà. Ti voglio bene.»

«Ti voglio bene, Jungkookie. Ciao.»

Jungkook riattacca e mette da parte ogni pensiero che riguardi suo padre.

«Cosa c'è?»

Taehyung gli porge il telefono. «Chim vuole parlare con te.»

Jungkook rotola sul letto e geme contro il cuscino. Sente il telefono di Taehyung atterrare dolcemente sul retro della sua coscia e lo cerca a tentoni per un secondo prima di portarlo all'orecchio.

«Cosa?»

«Se non venite a bere qualcosa stasera», dice Jimin rabbioso, «giuro che ti ammazzo.»

«Che? Chim, Dio mio, usciamo sempre insieme–»

«Per una volta nella tua vita asociale», lo interrompe Jimin, «smettila di costringere il tuo fidanzato a rintanarsi nel vostro appartamento ogni sabato sera.»

«Non è ogni sabato–»

«Non sto scherzando, Jeon Jungkook. Stasera dovete venire.»

«Perché?»

Jimin fa un profondo sospiro. «Diciamo che se ami davvero Taehyung, stasera verrete anche voi.»

«E questo cosa vorrebbe dire?» chiede Jungkook, mettendosi a sedere. «Cosa sai che io non so?»

Riesce praticamente a sentire Jimin che alza gli occhi al cielo dall'altra parte. «So un sacco di cose che tu non sai, Kook. Ma sul serio, venite e basta. Per Taehyungie.»

»Va bene», brontola Jungkook. «Ci saremo.»

Almeno avranno il pomeriggio tutto per loro, ora che il pranzo non è più in programma. Riattacca prima che Jimin possa assillarlo per qualsiasi altra ragione e si volta verso Taehyung con un sorriso.

«Torniamo a letto?»

Taehyung è vestito per la giornata, ma Jungkook lo rivuole con quei pantaloni del pigiama. E la felpa di Jungkook, perché vedere Taehyung con i suoi vestiti addosso è sempre una cosa che rende il suo culo iper-possessivo molto, molto felice.

Taehyung scuote la testa. «Devo portare fuori Yeontan.»

Sul serio, fanculo a quel cane.

Jungkook si alza dal letto con un sospiro stanco e va in salotto a cercare le scarpe. Il sorriso di Taehyung gli impedisce di essere troppo deluso: tecnicamente non è obbligato ad accompagnare Taehyung, ma Taehyung è contento lo stesso.

«Oh, a proposito, hai mal di testa», esclama Jungkook, mentre Taehyung si accovaccia davanti alla porta d'ingresso per mettere il guinzaglio a Yeontan.

«Io cosa?»

«Ho detto a mio padre che hai mal di testa e per questo abbiamo disdetto.»

Taehyung sospira. «Quindi adesso sono complice delle tue bugie?»

Jungkook sorride. «Mi farò perdonare, piccolo. Te lo prometto.»

«Sarà meglio.»

Jungkook pensa di aver mantenuto la parola, perché balla con Taehyung non per uno ma per ben quattro dischi jazz, e non dice una parola sul fatto che Yeontan gli abbia tirato i pantaloni della tuta per la metà del tempo. Il pomeriggio trascorre serenamente e si conclude con loro che si accoccolano sul divano e guardano la TV, parlando di tutto e di niente.

A qualcun altro potrebbe sembrare una cosa sciocca dare buca agli amici e alla famiglia per starsene a poltrire in casa, ma per Jungkook è tutto. Perché nessun altro lo fa sentire come Taehyung, nessun altro riesce a rendere i momenti più semplici così speciali.

L'altro motivo, che Taehyung spesso non vede e che Jungkook sovente ignora, è che Jeon Jungkook è incredibilmente egoista. Taehyung è così amato da tutti quelli che incontra che ogni suo nuovo amico è solo un'altra persona che vuole portarlo via da Jungkook. O almeno, l'istinto di Jungkook la vede così: guarda Taehyung e pensa soltanto "mio, mio, mio", finché la parte razionale del suo cervello non prende il sopravvento e gli dice di darsi una calmata.

Ma a lui piace avere Taehyung tutto per sé, e a volte non riesce a sopportare di condividerlo con qualcun altro.

Per questo, quando stanno per uscire quella sera, Jungkook lo tira a sé in un bacio appassionato davanti alla porta. Quando Jungkook si stacca, Taehyung è arrossato e ansimante, con le pupille dilatate e le labbra arrossate.

«Oh...», sospira. «Cos'era quello?»

Jungkook fa spallucce e intreccia le loro dita. «Solo un modo per dirti che ti amo.»

«Anch'io ti amo», dice Taehyung, ancora un po' stordito.

Jungkook gli fa un sorriso e si sporge in avanti per baciarlo di nuovo, ma Taehyung sbatte le palpebre e lo spinge leggermente indietro.

«No, no, smettila di distrarmi! Dobbiamo andare, l'abbiamo promesso.»

«Tecnicamente, non dobbiamo», sottolinea Jungkook. «Potremmo sempre dire che abbiamo perso la cognizione del tempo.»

«Non ti ascolto», dice Taehyung, scavalcandolo per raggiungere la porta. «Smettila di tentarmi.»

Jungkook accetta la sconfitta solo quando Taehyung è fuori dall'appartamento e lo aspetta in ascensore. Poi chiude la porta a chiave con un sospiro, perché presume che stasera vadano davvero a bere qualcosa. Jungkook non capisce perché non possano farsi un paio di birre e restare a casa, ma Jimin sembra piuttosto determinato a vederli.

Eppure, quando sono a circa due minuti dalla loro destinazione, Jungkook inizia ad essere piuttosto confuso.

«Sei sicuro che stiamo andando nella direzione giusta?»

Taehyung annuisce, guardando la strada mentre svolta a sinistra. «Questo è l'indirizzo che mi ha mandato Chim.»

«Non mi sembra che stiamo andando in un bar.»

«No, non sembra», concorda Taehyung.

Un attimo dopo scoprono di avere ragione, quando Taehyung svolta nel parcheggio di un complesso di appartamenti.

«Ma che cazzo?», borbotta, e Jungkook tira fuori il telefono.

«Gli sto mandando un messaggio. Forse è sbagliato.»

Taehyung si ferma e spegne il motore, mentre Jungkook chiede a Jimin se abbia fatto un errore di battitura o che altro. Il suo telefono vibra quando arriva un nuovo messaggio e Jungkook aggrotta le sopracciglia.

«Cosa?» chiede Taehyung.

«Ha detto: "Venite all'8A e non spaventatevi".»

«Perché dovremmo spaventarci?»

Jungkook scrolla le spalle. «Non chiederlo a me.»

Taehyung si gira improvvisamente verso di lui dopo che sono entrati, con un'espressione che è un misto di preoccupazione e confusione.

«Oh mio Dio, e se questa fosse una delle sue feste orgiastiche?»

Jungkook esita, fissando Taehyung. «Feste orgiastiche?»

«Tipo quelle del college.»

«Jimin andava alle orge

Taehyung annuisce mentre salgono in ascensore. «Sì, un paio.»

Jungkook si prende un secondo per metabolizzare la cosa, prima di decidere che semplicemente non può farlo.

«Tu– tu sei andato a qualche orgia?»

Taehyung scuote la testa, arrossendo immediatamente. Jungkook gli urta la spalla con un sorriso.

«Puoi dirmelo, sai. Scommetto che l'hai fatto, pervertito.»

Taehyung scuote di nuovo la testa. »No, giuro che non l'ho fatto. Non sono mai stato invitato.»

«Ok, come è possibile

Taehyung fa spallucce, guardando i numeri che salgono verso l'ottavo piano. «Perché ero un tipo strano? E frequentavo il club di jazz?»

«Oh, no, scommetto che eri adorabile», dice Jungkook, stringendolo in un abbraccio. «Io ti inviterei a tutte le mie feste orgiastiche.»

«Accipicchia, mio eroe.»

Le porte dell'ascensore si aprono e Taehyung gli prende la mano mentre si incamminano lungo il corridoio. Si fermano davanti all'8A, e Jungkook mentirebbe se dicesse di non essere un po' nervoso. Cerca di scervellarsi per capire se sia mai stato qui prima d'ora, ma non gli viene in mente nulla. Anche Taehyung sembra un po' ansioso, ma poi scopre che è per un motivo completamente diverso, quando gli stringe la mano di Jungkook e lo guarda negli occhi.

«Se è un'orgia, per favore non baciare nessun altro.»

Taehyung è così dannatamente carino.

«Non lo farei mai», lo rassicura Jungkook, bussando alla porta.

Aspettano un attimo e poi Jungkook bussa di nuovo. Dopo un'attesa ancora più lunga, si guardano l'un l'altro, confusi.

«È– è l'8A, giusto?» chiede Jungkook.

Taehyung fa spallucce e allunga la mano verso la maniglia della porta. Il suo sopracciglio si solleva quando questa gira con facilità. La porta non è chiusa a chiave.

«Beh, credo che possiamo–»

Jungkook gli tira il braccio. «Aspetta, amore. Non mi piace. Ho una strana sensazione.»

Taehyung alza gli occhi al cielo. «Probabilmente Chim si è distratto, tutto qui. Dai, è aperta... dovremmo entrare.»

«Ma– e se fosse una trappola?»

«Una trappola per cosa?»

«Non so, tipo un serial killer o qualcosa del genere.»

Taehyung punzecchia la guancia di Jungkook. «Guardi troppa TV. Andrà tutto bene, dai.»

Jungkook sospira. Questa cosa è così fottutamente strana. Ne dirà quattro a Jimin non appena si vedranno. Fanculo a lui per essere sempre così criptico.

«Ok, ok, però– resta dietro di me, ok?»

Taehyung alza gli occhi al cielo, ma asseconda la richiesta di Jungkook. È un po' ridicolo, ma Jungkook ha partecipato alla sua buona dose di scazzottate e, per quanto ne sappia, Taehyung non ha mai nemmeno dato uno spintone a qualcuno.

Jungkook raddrizza le spalle e apre la porta, mentre le dita di Taehyung si infilano nei passanti dei suoi pantaloni. L'appartamento è completamente buio, e allunga una mano dietro di sé per afferrare il polso di Taehyung.

«Va tutto bene», sussurra Taehyung, e Jungkook varca la soglia.

«SORPRESA!»

Jungkook strizza gli occhi davanti alle luci abbaglianti che si accendono sopra la sua testa e sobbalza al brusco rumore. Taehyung si appoggia alla sua schiena e ride dolcemente nel suo orecchio.

«Oh mio Dio», sussurra. «È fantastico.»

Sono una cinquantina degli amici più intimi di Jungkook e Taehyung, tutti ammassati in un appartamento di lusso con le pareti e le finestre decorate con palloncini e festoni, tappezzate di foto di loro due.

«Benvenuti alla vostra festa di fidanzamento!»

Jimin esce a razzo da dietro il divano del salotto e si avvicina con un enorme sorriso sul volto.

«Siete sorpresi?»

Taehyung si stacca da Jungkook per salutare Jimin con un abbraccio. «Sì, porca miseria. Chim, è bellissimo, non dovevate...»

«Sì, invece», lo interrompe Jimin. «Vi siete fidanzati ufficialmente ed è stata una cosa così riservata che ci siamo completamente dimenticati di festeggiarla.»

«Non è vero», si lamenta Jungkook.

Jimin lascia andare Taehyung e alza un sopracciglio in risposta a Jungkook. «Ok, mangiare una pizza a casa di tuo padre e bere vino in scatola non conta. Ciao, comunque. E no, non era la trappola di un serial killer.»

Jungkook storce il naso. Devono aver parlato più forte di quanto pensasse.

«Taehyung pensava che fosse una delle tue feste orgiastiche», sbotta.

Taehyung si volta verso di lui con un sobbalzo. «Io– Jungkook!»

«Ah, i bei vecchi tempi», dice Jimin con un sorriso complice. Jungkook solleva le sopracciglia, mentre Jimin si china e dà una gomitata a Taehyung. «Te li ricordi, Taehyungie, erano divertenti.»

«Aspetta, Taehyung, avevi detto–»

«Vado a salutare gli altri», dice in fretta e furia Taehyung. «Ciao!»

«Amore!» lo chiama Jungkook, ma Taehyung sta già scomparendo nella folla che c'è in cucina.

Ci sono una cinquantina di persone, è vero, ma quarantotto di loro in realtà sono amici di Taehyung. Jungkook ha Jimin, ovviamente, e vede anche Yoongi in un angolino nei pressi del tavolo con le bevande. Si dirige verso di lui, con Jimin alle calcagna.

«Capisci perché non potevi darci buca stasera?» chiede, e Jungkook annuisce.

«Sì. È davvero un bel gesto da parte tua, Chim. Sarà felicissimo.»

«È anche la tua festa», dice Jimin. «Ricordatelo.»

«Ed è per questo che», interviene Yoongi quando lo raggiungono, «si nasconderà in un angolino con me e ci ubriacheremo.»

Mette in mano a Jungkook un bicchiere di qualcosa che ha l'aspetto e l'odore del whisky e Jungkook ne beve un sorso con gratitudine. Jimin gli dà un rapido abbraccio e un bacio sulla guancia prima che Jungkook possa divincolarsi dalla sua presa, e poi si dirige di nuovo tra la folla, senza dubbio alla ricerca di Taehyung. Jungkook vede Hobi e Namjoon dall'altra parte del salotto e solleva il bicchiere verso di loro in un rapido brindisi.

Hobi lo saluta vivacemente e Namjoon gli fa un cenno, per poi scrutare la stanza. Jungkook suppone che stia cercando Jin. Ok, quindi solo quarantacinque su cinquanta sono esclusivamente amici di Taehyung.

Si libera del cappotto, già sudato per la mole di persone presenti nella stanza, e lo porge a Yoongi, che lo infila prontamente dietro il tavolo delle bevande con un'alzata di spalle. Jungkook scuote la testa, perché avrebbe fatto la stessa identica cosa.

«Congratulazioni.»

Jungkook sorride. «Credo che tu, più di chiunque altro, l'abbia già detto. Ma grazie.»

Quando Jungkook ha chiesto a Yoongi di fargli da testimone e gli ha regalato una bella bottiglia di single-malt, è rimasto sorpreso e un po' spiazzato di vederlo in lacrime. Ha detto di sì, ma poi hanno avuto una conversazione alquanto diretta sulla vita, sulle loro vite e su come Yoongi lo vedesse come un fratello minore, anche se non erano davvero parenti.

Jungkook si era angosciato per settimane sull'eventualità di chiederlo a Yoongi o a Junghyun, ma alla fine è stato il tempo ad avere la meglio: Yoongi gli è stato vicino più di chiunque altro, più a lungo di chiunque altro.

«Parla con le persone», aggiunge Yoongi. «So che questa è più una cosa da Taehyung, ma Chim ha lavorato tanto per organizzarla. Per entrambi.»

Jungkook sente il petto stringersi nel vedere Yoongi amare così tanto il suo migliore amico. Ci ha messo un po' ad abituarsi e gli fa ancora schifo quando si baciano davanti a lui, ma ormai Jungkook deve solo conviverci.

Conviverci per sempre, perché si sono sposati lo scorso maggio, e a dirla tutta non è stata una sorpresa per nessuno, tanto meno loro stessi. Litigavano come una coppia sposata fin dal liceo, quindi non è stato un grande cambiamento.

Jungkook ci è rimasto male quando non ha fatto da testimone né a Yoongi né a Jimin; Yoongi ha scelto suo fratello maggiore e Jimin ha scelto suo padre. Ma ha potuto frequentare un corso online per diventare temporaneamente "giudice di pace", o forse sarebbe meglio dire celebrante di nozze. È stato parecchio snervante officiare la cerimonia, ma non ha sbagliato nemmeno una volta e Taehyung era a soli tre metri di distanza, come testimone di Jimin, e gli ha sorriso per tutto il tempo.

Le vite di Yoongi e Jimin sono rimaste pressoché invariate: entrambi vivono ancora nella loro città natale, solo che ora hanno una casa tutta loro e Jimin ha la possibilità di condurre il programma radiofonico di metà mattina, la fascia migliore dell'emittente.

«Prometto che socializzerò», dice Jungkook. «Prima fammi finire il drink.»

«Coraggio liquido.»

Jungkook annuisce e beve un altro sorso. Yoongi si appoggia al muro, con gli occhi fissi su Jimin in cucina, che ride di qualcosa. Jungkook lo prende in giro per l'espressione sdolcinata che ha sul viso, ma sa che ha la stessa espressione quando si tratta di Taehyung.

«Allora, cosa fate domani?» chiede Yoongi, voltandosi verso di lui.

Jungkook fa spallucce. «Dormiamo fino a tardi, credo. È domenica.»

Yoongi sospira e si passa una mano sul viso. «Te ne sei dimenticato, vero?»

«Dimenticato cosa?»

«Domani è San Valentino, Kook.»

Merda.

«Lo sapevo.»

«No, non lo sapevi.»

«No», sospira Jungkook, «non lo sapevo.»

Questo spiega il commento di suo padre riguardo al fatto di non pranzare insieme domani.

«Io e Chim andiamo a un corso di salsa.»

Jungkook si strozza con il whisky. «Cosa?»

«Che c'è?» Yoongi scrolla le spalle. «È un ottimo ballerino. Ed è divertente.»

«Non riesco a immaginarti mentre impari a ballare la salsa», dice sinceramente Jungkook.

«Nemmeno io», risponde Yoongi. «Ma è per Chim, quindi...»

«Giusto.»

Jungkook guarda verso il punto in cui si trova Taehyung, che ha un sorriso smagliante sul volto mentre parla con Hobi e Namjoon.

«Merda, Yoongs, cosa devo fare?»

«Beh, faresti meglio a darti una mossa», dice Yoongi. «Jimin mi ha detto che Taehyung ha organizzato qualcosa.»

«Cazzo!»

Yoongi alza gli occhi al cielo. «Già, che cosa terribile che tu abbia un fidanzato premuroso.»

Jungkook beve un sorso di whisky e decide di ignorare il commento di Yoongi.

Lui ha un fidanzato premuroso, ed è questo il problema. Perché sa che Taehyung si è impegnato moltissimo per qualsiasi cosa abbia in programma di fare domani, e che probabilmente sarà una cosa dolcissima e romantica, per non dire perfetta, e l'unica cosa che a Jungkook viene in mente di fargli è un bel pompino.

Yoongi deve leggergli nel pensiero, perché dà un colpetto sulla spalla di Jungkook e scuote la testa.

«Smettila di agitarti, andrà tutto bene. Puoi sempre dirgli che te ne sei dimenticato.»

«Certo, perché questo non gli spezzerà il cuore.»

Taehyung adora San Valentino. Adora tutte le feste, per lo stesso motivo per cui ama i compleanni. È un'occasione per celebrare la vita e Taehyung è, come disse una volta sua nonna, "l'essenza assoluta della vita".

Quindi Jungkook non può semplicemente decidere di non fare niente, anche se sa che Taehyung non si arrabbierebbe se dicesse in tutta sincerità di essersene dimenticato. Però ora si rende conto che i pantaloni del pigiama di Taehyung avrebbero dovuto essere un buon indizio. E di recente si è vestito molto di rosa.

«Potresti anche», aggiunge Yoongi, seccato dall'ostinazione di Jungkook, «fare qualcosa di carino che non sia un regalo elaborato. Scrivigli qualcosa, compragli dei fiori.»

Jungkook storce il naso. «È così banale, Yoongs.»

Yoongi alza le mani. «Sto cercando di aiutarti, Kook. Senti, Taehyung ha stampato e appeso al frigorifero lo screenshot del primo messaggio che gli hai mandato. Credo che apprezzerà qualsiasi cosa tu faccia per lui.»

In effetti, ce l'hanno davvero sul frigo. È un quadratino di carta plastificata con un messaggio di "Jungkook Ragazzo dei Profumi" che recita, in modo molto eloquente, 'hey'.

Ok, non è stato il momento più alto della vita di Jungkook, ma come poteva sapere che Taehyung l'avrebbe stampato per il loro primo anniversario, quando ha regalato a Jungkook una scatola piena di "prime volte" insieme. I primi messaggi fanno sempre schifo. Ma non per Taehyung: lui ama tutto, con suo quel cuore puro, e Jungkook non dovrà sforzarsi troppo per impressionarlo domani. Purché ci provi, sarà sufficiente.

Jungkook aggrotta le sopracciglia. «Va bene, va bene, ok. Pensi che ci siano ancora dei bigliettini al negozio?»

«Oh, certo.»

Yoongi guarda Jungkook come se fosse la persona più stupida del mondo, e forse lo è, per essersi dimenticato di San Valentino, ma questo è quanto. Non è la prima volta che si dimentica di una cosa del genere e non sarà l'ultima.

Cerca di rimediare in altri modi, nella quotidianità, tipo svegliando Taehyung con dolci baci e tenere carezze, in modo che possa iniziare la giornata con qualcosa di bello. Oppure lo accompagna alle prove del gruppo, in modo che non debba passare quella mezz'ora in macchina da solo.

A volte fa anche cose più importanti, tipo chiedere a Taehyung di trasferirsi da lui o farsi tatuare sul braccio il fiore preferito di sua nonna.

Taehyung sa che Jungkook lo ama, lo adora, e dice sempre a Jungkook che tutti i fiori e il cioccolato del mondo non potranno mai competere.

Tuttavia, un'idea si accende nella testolina di Jungkook, il quale finalmente si rilassa un po', con la consapevolezza che domani potrà regalare qualcosa a Taehyung. E magari cercherà anche di essere gentile con Yeontan.

Con questa crisi incombente in parte risolta, Jungkook inizia a chiedere a Yoongi del lavoro, curioso di sapere come stia andando il loro gioco più recente. Ogni tanto realizza ancora qualche progetto per loro, ma ormai si sono spostati decisamente sul versante creativo. Jungkook non scrive codici da quasi un anno, ma non gli dispiace affatto. Preferisce di gran lunga le parti più divertenti, come il design dei personaggi e gli schizzi di background elaborati. Yoongi gli ha parlato di un impiego come "designer interno", ma Jungkook è indeciso.

Non è per quello che è successo in passato – il suo capo che fa irruzione nell'azienda – ma più che altro perché si è talmente abituato a lavorare nel suo tempo libero che non vuole tornare a lavorare dalle 9 alle 5. Dalle 9 alle 5 significa otto ore senza Taehyung, e Jungkook preferirebbe ingurgitare veleno. O essere gentile con Yeontan.

Lui e Yoongi parlano ancora un po', finché una mano gli stringe la spalla e si volta per vedere Jin che lo guarda, accigliato. Jungkook gli schiaffeggia l'altra mano, quella che sta tirando la gamba di Jungkook.

«Comprati. Dei nuovi. Pantaloni.»

Jungkook incrocia le braccia al petto. «Questi vanno benissimo.»

«Se mi tocca vederli un'altra volta, dovrò cavarmi gli occhi», dice Jin. «Sono passati tre anni, Jungkook. Buttali.»

Jungkook sorride. «Ma sono i miei pantaloni per le occasioni speciali.»

«Almeno non ha più il giubbotto», gli fa notare Yoongi. «Quello era peggio, dai.»

Jin concorda, anche se Jungkook incrocia le braccia con aria imbronciata. Amava quell'orribile giubbotto giallo e si è sinceramente arrabbiato quando ha scoperto che Taehyung l'aveva donato insieme ad altri loro vestiti lo scorso inverno. Certo, ora ha un cappotto molto più bello e alla moda, ma Jungkook ci teneva a quel ricordo.

Quindi sì, ha ancora i pantaloni dell'ultimo anno di università, i suoi famigerati pantaloni da appuntamento, e li indossa spesso. In tutta onestà, è anche abbastanza fiero di sé, perché gli calzano ancora a pennello. Anche se crede di dover ringraziare il muscle kink di Taehyung per questo.

«Comunque sia», dice Jin. «Congratulazioni.»

Tira le punte dei capelli di Jungkook e gli rivolge un sorriso sincero che Jungkook si ritrova a ricambiare. Jin è praticamente uno di famiglia ormai, e Jungkook potrebbe giurare che sia proprio Jin il figlio preferito di suo padre. Vanno ancora a pesca un fine settimana sì e uno no, e Jin fa da babysitter a Junghyun quando i nonni sono impegnati. La casa di Jungkook e Taehyung non è proprio adatta ai bambini, dal momento che ci sono parecchie vernici tossiche in giro e superfici bagnate con tutto il materiale artistico di Jungkook, in più Taehyung fa continuamente casino, sia con il sassofono che con la bocca. È una persona rumorosa per natura.

Jungkook è felice che vivano da soli all'ultimo piano del loro palazzo, perché questo significa che Taehyung può fare tutto il casino che vuole, anche in camera da letto.

«A proposito, dove cazzo siamo?»

Jungkook annuisce alla domanda di Jin. Yoongi sospira, prendendo un bel sorso del suo bourbon.

«Il capo di Jimin vive qui.»

«E vi ha permesso di organizzare una festa?»

Yoongi lancia alle sue scarpe un'occhiata contrariata. «Ha permesso a Chim di organizzare una festa.»

Jin e Jungkook si scambiano un'occhiata, cogliendo il senso delle parole di Yoongi. Jungkook è grato per la mano di supporto che Jin gli poggia sulla schiena.

«È tipo... un pervertito?» chiede Jin.

«Ovviamente io penso di sì», si lamenta Yoongi. «Ma voglio dire, non lo so con certezza. Chim dice che è solo gentile. E credo di dovermi fidare.»

Jungkook giocherella con il suo bicchiere dopo esserselo scolato tutto d'un fiato. Lui ne sa qualcosa del capo "gentile", quello che ti fa i favori e si comporta in modo carino. E una parte di lui sa che la sua paranoia è solo una proiezione, ma l'altra parte vorrebbe trascinare Jimin fuori da questo appartamento per un orecchio e fargli una ramanzina sui pericoli legati a chiunque in una posizione di potere si comporti in modo eccessivamente gentile con te.

Ma questa dovrebbe essere una festa e lui non ha altre informazioni su cui basarsi, quindi si limita ad appoggiarsi alla mano di Jin, sperando che Yoongi non si accorga che questo argomento lo mette a disagio.

«Kookie!»

Jungkook si gira e vede Junghyun camminare verso di lui.

«Hyun, ciao, che ci fai qui?»

Jungkook lo abbraccia quando li raggiunge, poggiando il bicchiere vuoto sul tavolo.

«Che c'è, non posso venire a stare tra i giovani?»

Jungkook alza gli occhi al cielo. Junghyun ha la stessa età di tutti i presenti, ma dato che ha una moglie e una figlia di tre o quasi quattro anni, gli piace fingere di essere vecchio.

«È solo che– pensavo che dovessi lavorare.»

«Mi sono preso la giornata libera», dice Junghyun. «Ari ti saluta, comunque. Voleva venire, ma non siamo riusciti a trovare una baby-sitter.»

«Papà non poteva?»

Junghyun scrolla le spalle. «Quando gli ho mandato un messaggio mi ha detto che era occupato. Forse sta facendo delle cose con i suoi amici contabili.»

«Oddio, sì. Un gruppetto fighissimo.»

«Hey, a me piacciono quei tipi», interviene Jin.

Non solo va a pesca con il padre di Jungkook, ma ora è un ospite fisso alle serate di poker che organizzano lui e i suoi amici. Jungkook sarebbe seriamente preoccupato che Jin stia cercando di sedurre suo padre, se non fosse così innamorato di Namjoon. Jungkook ne capisce il fascino. Namjoon è davvero, davvero figo, e se Jungkook non avesse la fortuna di avere Taehyung probabilmente si prenderebbe una cotta davvero vergognosa per lui.

«Sì, perché sono della tua stessa razza», borbotta Yoongi dentro il suo bicchiere. «Ragioniere, dentista, è la stessa cosa. Che palle!»

«Perché, voi invece siete tutti fighissimi?» si lamenta Jin.

Yoongi sorride, contando sulle dita. «Vediamo... artista: figo.»

Jungkook saluta.

«Ideatore di videogiochi: figo.»

«Gruppo jazz: ok, un po' da sfigati, ma–»

«Bada a come parli», borbotta Jungkook, e Jin fa cenno di concordare con lui.

«E va bene. Figo. DJ radiofonico: figo stellare.»

Jungkook e Jin alzano gli occhi al cielo in contemporanea. Yoongi indica Junghyun, il quale alza un sopracciglio.

«Il barista che mi dà da bere gratis: il più figo di tutti.»

Junghyun scuote la testa, sorridendo. «A proposito...»

Gira intorno a Jungkook, prende il whisky per riempire il suo bicchiere e ne versa un altro per Jungkook.

Jungkook lo prende volentieri. «Stai cercando di farmi ubriacare? Questo non è l'addio al celibato, lo sai?»

«Oh, lo so», dice Junghyun. «Credimi.»

Jungkook e Taehyung organizzeranno feste separate, anche se è sicuro che faranno la stessa cosa: bere. Solo che Taehyung passerà la sua con il fratello, la sorella e i componenti della band, mentre Jungkook andrà con Yoongi e Jin a bere gratis nel bar di Junghyun. Jimin è ancora indeciso su dove andare.

Junghyun lancia un'occhiata a Yoongi e Jin, poi di nuovo a Jungkook.

«Hey, Kookie, posso parlarti un attimo?»

Jungkook inarca le sopracciglia. «Tutto bene?»

«Tutto bene, sì. Voglio solo parlare con il mio fratellino.»

Jungkook cerca di mantenere un'espressione neutrale, anche se un'ondata di calore si diffonde nel suo petto. Lui e Junghyun hanno fatto tanta strada; sono più legati adesso di quanto non lo fossero da bambini. Jungkook è felice di aver dato a Junghyun una possibilità quando è tornato da lui, perché ha davvero passato gli ultimi anni a recuperare il tempo perduto. Ora Jungkook gli manda messaggi quando ha un problema, lo chiama quando ha bisogno di un consiglio e fa tutto ciò per cui un fratello maggiore dovrebbe essere d'aiuto.

Pensava che sarebbe stato strano, visto che prima faceva tutto questo con Yoongi, ma sono comunque molto uniti e lui è in ogni caso impegnato con Jimin per la gran parte del tempo. Jungkook pensa sempre a quello che gli ha detto una volta la sua terapeuta, cioè che avere nella propria vita persone che ricoprono lo stesso ruolo non è una cosa negativa, significa solo che sei stato abbastanza fortunato da avere tanti amici che si preoccupano per te.

Inoltre, Yoongi e Junghyun hanno prospettive totalmente diverse sulle cose, sebbene possano essere simili. Entrambi hanno quell'aria da papà brontolone ed entrambi amano la birra. Jungkook ricorda ancora la festa del suo venticinquesimo compleanno: Yoongi e Junghyun hanno bevuto il doppio dell'alcol di tutti i presenti, reggendolo molto meglio.

«Vado a parlare con Chim», dice Yoongi, intuendo saggiamente che Junghyun voglia un po' di privacy.

«E io vado a cercare Joon», aggiunge Jin.

Junghyun rivolge loro un cenno di gratitudine mentre si allontanano. Jungkook si rende conto che se anche Junghyun fosse rimasto con il padre, lui e Yoongi sarebbero potuti diventare grandi amici.

«Allora, che succede?» chiede Jungkook.

«Volevo dirti una cosa, ma è una notizia importante e non... uhm, Kookie, è la tua festa di fidanzamento e non voglio mettere in secondo piano nulla, ma...»

«Ma cosa?» chiede Jungkook. «Hyun, parla e basta.»

Sta iniziando a preoccuparsi un po'. Junghyun si sfrega la nuca, lanciando a Jungkook uno sguardo cauto mentre espira.

«Ari è incinta.»

«Cosa?»

«Sì.» Junghyun sorride. «Diventerai di nuovo zio.»

«Oh mio Dio. Oh mio Dio, porca miseria, Hyun! Hyun, è fantastico», esclama Jungkook.

Sì, ok, ha un braccio tatuato, ma ama alla follia la sua nipotina e ora sta per averne un'altra.

O magari un nipote.

«Cosa- come- quando l'hai scoperto? Quando nascerà? È una cosa fantastica, cazzo», dice, arricciando il naso mentre sorride.

Junghyun scuote la testa e tocca con affetto le punte dei capelli di Jungkook.

«Rilassati, campione. Sembra che sia tu quello che sta per avere un figlio.»

«In pratica lo sono», dice Jungkook sulla difensiva. «Yuna è per metà figlia mia, a questo punto.»

«Forse dovrai vedertela con papà al riguardo», risponde Junghyun. «E con la mamma di Ari. E Ari. E me.»

Jungkook alza gli occhi al cielo e alla fine abbraccia Junghyun.

«Sono davvero felice», sussurra. «Di poter assistere a tutto questo.»

Junghyun sembra capire cosa intende e ricambia l'abbraccio per un po'. »Anch'io sono felice, Kookie.»

Dopo essersi allontanati e aver fatto finta di non guardarsi l'un l'altro mentre si asciugano furtivamente gli occhi, Junghyun gli fornisce qualche dettaglio in più.

«È ancora presto, solo sei settimane. Vogliamo aspettare ancora un po' prima di dirlo ai nonni, solo perché- ecco, se ci dovessero essere complicazioni e cose del genere, non si sa mai.»

Jungkook annuisce.

«Ma», aggiunge Junghyun, «dovevo dirlo a qualcuno. E volevo davvero dirlo a te.»

«Posso dirlo a Taehyung?» chiede Jungkook.

Gli va bene mantenere il segreto se necessario, ma condividere le cose con il suo fidanzato è sempre infinitamente meglio che tenerle per sé.

Junghyun scuote la testa con un sorriso. «Sapevo che me lo avresti chiesto.»

«Quindi è un sì?»

«Ti dico mai di no?»

«Sempre, cazzo», si lamenta Jungkook.

«Sì, puoi dirglielo», dice Junghyun. «Solo... teniamolo tra noi per ora, ok?»

«Certo, Hyun, sì. Merda, congratulazioni. Un altro bambino.»

«Grazie, Kookie. E chi lo sa? Forse tu e Taehyung tra qualche anno...»

Jungkook alza gli occhi al cielo. «Fateci arrivare prima all'altare, ok? Comunque, cin cin. È una bellissima notizia.»

«Sì, cin cin.»

Junghyun fa tintinnare il suo bicchiere contro quello di Jungkook e ne beve un sorso. Jungkook fa lo stesso, battendo forte le palpebre per evitare che gli occhi si inumidiscano.

Alla fine, riesce a non piangere e a non dire a tutti quelli con cui parla per il resto della serata che diventerà di nuovo zio. Lo dice a Taehyung, sussurrandoglielo all'orecchio dopo aver bevuto qualche whisky di troppo. È un po' crudele da parte sua, perché poi è Taehyung a non poter avere alcuna reazione alla notizia, anche se probabilmente muore dalla voglia di abbracciare Junghyun e di fare un brindisi molto sentito al suo bambino non ancora nato.

Invece, Jungkook si incolla al fianco di Taehyung per il resto della serata, perché se proprio deve socializzare, tanto vale farlo con la mano di Taehyung stretta nella sua.

È Taehyung a guidare, quindi Jungkook non si trattiene con i drink. È comunque tutta colpa di Yoongi e Junghyun, che hanno una pessima influenza su di lui.

Così, quando la festa si conclude, verso le due del mattino, Jungkook farfuglia e incespica fino alla macchina. Taehyung non sembra farci caso; si limita a tenere saldamente la mano di Jungkook e lo allontana dolcemente da un Jimin altrettanto ubriaco, che ha deciso di mettersi a piangere per il ritorno a casa dei suoi amici.

Le cose poi si fanno un po' confuse, ma ricorda di aver cercato di infilare la mano nei pantaloni di Taehyung nell'ascensore del loro condominio e di essere svenuto sul letto dopo che Taehyung lo ha trascinato in bagno e lo ha costretto a lavarsi i denti.

Considerando che sono amici di un dentista, prendono molto sul serio l'igiene orale.

Jungkook si sveglia la mattina dopo, o meglio qualche ora più tardi, quando qualcosa di freddo e umido gli si conficca in un occhio.

Geme e si gira di lato, per poi sentire un guaito stridulo e qualcosa di peloso che si agita sotto di lui. Apre gli occhi e vede Yeontan che lo fissa, con l'aria assassina che può avere un piccolo cane peloso.

«Merda», brontola. «Scusa, Tan.»

Yeontan si limita a scuotere la coda con stizza e a leccare la mano di Jungkook, prima di zampettare sul letto e saltare giù sul pavimento. Jungkook decide di fare altrettanto, malgrado il mal di testa che gli sta venendo. Taehyung non è a letto, per cui non ha senso restarci.

Jungkook si dirige lentamente in soggiorno, incespicando e maledicendo il dolore alle ginocchia. Continua a dimenticare di avere ventisei anni e di non poter più bere come ai tempi dell'università.

Taehyung è in cucina e dà le spalle a Jungkook mentre armeggia con qualcosa sul bancone. Jungkook si accascia sul divano e appoggia il mento sulla mano, osservando Taehyung. Sta canticchiando una canzone che Jungkook non riconosce, ma che pensa possa essere una nuova canzone a cui sta lavorando. Yeontan si avvicina a lui e si struscia contro la sua gamba nuda, implorando di essere preso in braccio.

Jungkook è un po' deluso che Taehyung non indossi il pigiama con i cuoricini, ma i boxer vanno bene lo stesso. Gli sono sempre piaciute le gambe di Taehyung.

Quando Taehyung si china per prendere Yeontan, vede Jungkook sul divano e spalanca gli occhi.

«Non guardare! Non- non- chiudi gli occhi!»

Jungkook sorride. «Li chiudo o non li chiudo?»

«Non- smettila di guardare da questa parte!» si lamenta Taehyung, e Jungkook lo accontenta.

Sente Taehyung trafficare ancora per qualche secondo e poi entrare in salotto. Qualcosa tintinna contro il tavolino e poco dopo percepisce Taehyung che si sistema accanto a lui sul divano, facendo scivolare le gambe sulle ginocchia di Jungkook.

«Ok, aprili.»

Jungkook scuote la testa e sorride guardando i pancake sul piatto di fronte a lui, guarniti con un cuore di panna montata e confettini rossi e rosa. È così felice che Yoongi glielo abbia ricordato ieri sera, perché questo sarebbe stato un momento terribile per ricordarsi che oggi è un giorno speciale.

«Buon San Valentino!» dice Taehyung, pungolando Jungkook con il piede. «Ti amo.»

«Ti amo anch'io», risponde Jungkook. «Grazie, amore, sono bellissimi.»

Taehyung non è ancora un granché come cuoco – ormai cucina quasi sempre Jungkook – ma sa fare un paio di cose. I pancake, dato che sa che piacciono tanto a Jungkook, sono stati la prima cosa che ha imparato a fare alla perfezione.

Jungkook fa scorrere una mano sulla gamba di Taehyung, lungo il ginocchio fino alla pelle sensibile dell'interno coscia. Taehyung rabbrividisce all'istante.

«Mangia. Li ho fatti per te.»

«Dove sono i tuoi?»

«Li ho già mangiati», confessa Taehyung. «Mi è venuta fame.»

«Prendi un po' dei miei», propone subito Jungkook, ma Taehyung scuote la testa.

«No, sono tuoi.»

Jungkook fa spallucce e inizia a mangiare, ascoltando Taehyung che riepiloga gli eventi di ieri sera e tutte le conversazioni che ha avuto con persone di cui Jungkook non ricorda né i nomi né i volti. Ma è sempre bello sentir parlare Taehyung, così Jungkook si limita a mangiare i suoi pancake e a dare a Taehyung qualche forchettata di tanto in tanto.

Taehyung si accorge di quello che sta facendo dopo il quinto morso e si acciglia.

«Basta; non dovrei mangiarne altri.»

«Cosa?» chiede Jungkook. «E chi lo dice?»

«Lo dico io», dichiara Taehyung, incrociando le braccia. «Voglio essere in forma per il matrimonio.»

«Ma tu sei sempre in forma», dice sinceramente Jungkook.

Taehyung arrossisce e gli fa un sorriso dolce. Tira via dalle mani di Jungkook il piatto, praticamente finito, e lo rimette sul tavolo per salire in braccio a Jungkook.

«Non mi sono lavato i denti», lo avverte Jungkook, ma Taehyung si china lo stesso verso di lui.

«Non mi interessa.»

Jungkook fa un verso di assenso, lasciando scivolare le mani sotto la felpa di Taehyung e facendole risalire lungo la sua schiena. È sempre così morbido e caldo al mattino, e Jungkook adora il fatto che sia ancora un po' gonfio intorno agli occhi e alle labbra, non ancora del tutto sveglio.

Taehyung si tira indietro troppo presto, storcendo il naso.

«Ok, forse mi interessa un po'.»

Jungkook si finge offeso e dà un lieve pizzicotto sul fianco di Taehyung. «Cattivo.»

«Cattivo», ripete Taehyung, sottraendosi alla mano di Jungkook.

Jungkook si limita a lasciare un bacio sul collo di Taehyung prima di stringerlo a sé. Poi si alza con un grugnito e Taehyung strilla un po' quando lo tira su insieme a lui. Jungkook cambia posizione, caricandosi Taehyung su una spalla, malgrado le proteste poco convinte di Taehyung.

«Jungkook, mettimi giù», si lamenta, ma Jungkook sorride e si avvia verso la camera da letto.

«Ti piace, piccolo. Posso letteralmente percepirlo.»

Taehyung seppellisce il viso tra le scapole di Jungkook e Jungkook pensa, forse per la milionesima volta, che Taehyung è davvero troppo carino.

Jungkook non lo mette giù finché non arrivano in bagno, dove fa sedere Taehyung sul bancone, e poi agguanta il suo spazzolino da denti.

Taehyung si prende la sua rivincita mentre Jungkook è impegnato a lavarsi i denti, facendo scivolare una mano sul davanti dei pantaloni della tuta di Jungkook mentre l'altra si infila sotto il colletto della sua maglietta. I punti deboli di Jungkook sono insoliti, come le clavicole e la linea a V appena sopra i fianchi, ma Taehyung li conosce e li sfrutta tutti. Un altro motivo per cui Jungkook lo ama così tanto.

Jungkook cerca di non strozzarsi con lo spazzolino da denti e il sorriso di Taehyung è in egual misura soddisfatto e subdolo.

«Ho un sacco di cose in programma per oggi», dice Taehyung, mentre Jungkook si sciacqua la bocca. «Spero che per te vada bene.»

«Sì, va bene», lo rassicura Jungkook. «Io ne ho solo una.»

«Oh, non dovevi», dice Taehyung, con gli occhi spalancati pieni di sincerità. «Tutto quello che voglio è passare del tempo con te.»

«Sai», riflette Jungkook, avvolgendo le braccia intorno alla vita di Taehyung, «anch'io voglio solo questo da te. Non c'è sempre bisogno di strafare per questo tipo di cose.»

Sul volto di Taehyung balena qualcosa di simile al panico. «Ma ho già organizzato-»

«Lo so, lo so», lo interrompe Jungkook. «E non vedo l'ora di fare qualsiasi cosa sia. Dico per dire, amore. Fai sempre così tanto per me.»

Taehyung annuisce, con un'espressione seria. «Sei importante per me.»

Jungkook sorride e si china a baciare il naso di Taehyung. «Anche tu sei importante per me.»

Qualcuno bussa alla porta d'ingresso, facendoli uscire dalla loro piccola bolla, e Jungkook decide che chiunque abbia appena rovinato il suo momento con Taehyung sta per essere ucciso. Taehyung lo guarda con aria interrogativa.

«Aspettiamo qualcuno?»

«Non che io sappia.»

Taehyung scivola giù dal bancone proprio quando altri due colpi seguono il primo. «Puoi andare tu ad aprire? Devo mettermi i pantaloni.»

«Solo se indossi quelli con i cuoricini», ribatte Jungkook.

Taehyung inclina la testa. «Cosa?»

«Quelli con i cuori sopra. Sono... davvero carini, cazzo», borbotta Jungkook, fissandosi i piedi e cercando di non arrossire.

Braccio tatuato, Jeon. Cristo santo.

Taehyung, però, lo guarda raggiante, quindi vale la pena fare la figura dell'idiota. Stringe il fianco di Jungkook mentre lo supera e si dirige verso la camera da letto, mentre a Jungkook non resta che andare ad aprire la porta.

Si sistema i capelli come meglio può e si spazzola via dalla camicia le briciole di pancake rimaste. Non è esattamente presentabile, visto che si è svegliato solo mezz'ora fa, ma dovrà accontentarsi. Probabilmente si tratta solo di Jimin, venuto a restituire qualcosa che hanno lasciato alla festa di ieri sera. Jungkook si strofina gli occhi con uno sbadiglio e grugnisce quando si sente un altro colpo, forte e insistente.

«Arrivo!»

Jungkook apre la porta.

E si dimentica di respirare.

«Ciao, coniglietto.»

Jungkook cerca di deglutire, ma la sua bocca è completamente arida. Sbatte le palpebre un paio di volte, incapace di elaborare ciò che sta vedendo.

«Accidenti, ma guardati. Sei cresciuto.»

La mano di Jungkook si stringe sulla maniglia.

«Che ci-» Si schiarisce la gola. «Che cazzo ci fai qui?»

«Beh, non è questo il modo di parlare-»

«Jungkook?» lo chiama Taehyung, la cui voce arriva dalla camera da letto. «Chi è?»

Prima che Jungkook possa rispondere, Taehyung entra in soggiorno e l'unica cosa che mantiene Jungkook sano di mente in questo momento è che indossa i pantaloni del pigiama con i cuoricini.

«Oh, tuo padre aveva ragione: è adorabile.»

Jungkook distoglie lo sguardo da Taehyung e la fissa incredulo.

«Hai parlato con papà?»

Prima di ottenere una risposta, sente la mano di Taehyung avvolgergli il bicipite e l'altro braccio cingere la vita di Jungkook, mentre si appoggia alla schiena di quest'ultimo.

«Salve, io sono Taehyung. Mi spiace, non credo che ci siamo mai incontrati prima.»

«No, purtroppo no. Jungkook, non ci presenti?»

Jungkook stringe la mascella per un attimo. Taehyung deve essere in grado di percepire la tensione che gli vibra nel corpo in questo momento, perché fa scorrere una mano su e giù per il fianco di Jungkook e, di nascosto, gli dà un bacio sulla nuca.

«Questo è Taehyung, il mio fidanzato.»

Taehyung fa un cenno di saluto, ma non è quello allegro che fa di solito. Questo fa sentire Jungkook un po' meglio, e si costringe a lasciare la maniglia per trovare la mano di Taehyung e intrecciare le loro dita.

«E Taehyung...»

Jungkook sospira.

«Questa è mia madre.»

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