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-Sei consapevole che sono una pessima ballerina, vero?- dico io, rivolta a Davide, che intanto deve fare di tutto per non ridere.

-Io sono messo ancora peggio di te, Ferrara. Non sarà un problema- risponde lui.

Io lancio uno sguardo nel cortile, dove si sono formate anche le altre coppie.

Cerco subito Giordano, per poi notare ridendo che è capitato insieme a Giulia Scarano.

Mi rivolge uno sguardo quasi sconsolato, ma in realtà so che è felice di essere capitato con lei.

Almeno ha affianco qualcuno ancora peggio di lui. 

-Non avevi detto che per un pò avevi fatto hip-hop?- mi chiede Davide, aggrottando la fronte.

-L'ho detto, si. Infatti è vero. Peccato che l'ho fatto quando avevo quattro anni-

-Ah, allora si spiega tutto- risponde lui.

Scoppiamo entrambi a ridere, mentre da una cassa posata a terra parte la musica.

-Ferrara e Vavalà, parlerete dopo! Ora vi conviene iniziare a provare a ballare, se volete avere una minima possibilità di vincere la gara!- interviene il prof, e così noi obbediamo immediatamente ai suoi ordini.

Dopo solo poco tempo, ci accorgiamo di non essere così terribili.

-Wow, non sapevo di saper ballare!- esclamo io, realmente stupita.

-E' solo che non avevi ancora trovato il compagno giusto- risponde Davide.

-Quanta sdolcinatezza, Vavalà!- rispondo io, imitando la voce autoritaria della sorvegliante.

-Oh, intanto mi pare che sia tu quella che è appena arrossita, non io-

Ed effettivamente, non posso negarlo, le mie guance hanno assunto un colorito rossastro.

Vedo un mezzo sorriso che compare sul suo volto.

-Non ti passerà mai, vero?- mi chiede, mentre continuiamo a ballare insieme.

-No, non credo proprio- rispondo io, ridendo.

-Siete veramente carini- dice Esa, che compare da dietro di me, facendomi prendere uno spavento.

-Veramente smielati, vorresti dire- aggiunge Giordano, che si è appena allontanato da Giulia Scarano.

-Potrei dire la stessa cosa di te e Giulia. Siete proprio fatti per ballare insieme- rispondo io, mentre Esa deve trattenersi dallo scoppiare al ridere.

-Non me ne parlare. Già non avevo possibilità di vincere questa gara prima, magari se fossi capitato con qualcun altro si. Guarda te e Vavalà! Siete praticamente perfetti!- continua Giordano.

-PERFETTI!? MA HAI VISTO QUANTE VOLTE LE HO PESTATO I PIEDI? Non so ancora perché non mi abbia lasciato- lo interrompe Davide.

-In effetti ho le dita dei piedi distrutte. Non vi consiglio di ballare con questo qui- concludo, indicando il mio ragazzo.

-Tanto lo so che in realtà mi ami- replica lui, facendomi un occhiolino.

Io gli lascio un piccolo bacio sulle labbra, come per risposta.

-ANDATE A FARE QUELLO CHE DOVETE FARE DA QUALCHE ALTRA PARTE, PER ODINO. I MIEI POVERI OCCHI- grida Giordano, coprendosi gli occhi. 

-Hai seriamente detto "per Odino"?- dico io mentre tutti scoppiamo a ridere. 

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-E questo è Foscolo. Sicura di aver capito tutto quanto?- chiedo io, rivolgendomi a Valentina.

Sono almeno due ore che siamo chiuse da sole in camerata, a studiare, mentre tutti gli altri sono in sala ricreativa. 

Lei finalmente alza gli occhi dal libro di italiano, chiudendo il suo evidenziatore e annuendo.

-Si, credo di si. Non mi resta che imparato a memoria qualche poesia e italiano dovrebbe essere fatto-

-Poi arriverà la parte difficile: MATEMATICA. Per quella devo chiedere assolutamente aiuto a Davide, sono più che sicura che all'esame copierò tutto da lui-

Lei sorride, annuendo di nuovo.

-Va bene, grazie mille Fede. Sicura che non ti pesa tutto ciò, vero?-

-Assolutamente no, tranquilla. Certo, sarebbe bello stare con gli altri nella sala relax, ma aiutarti è più importante. Ci tengo che tutti passino l'esame, a qualunque costo-

-Ti devo un favore enorme, Fede. Se passerò l'esame sarà solamente merito tuo-

-Avete finito, voi due?- dice ad un tratto una voce, che proviene dall'entrata della stanza.

Mi giro dal lato opposto, scontrandomi con gli occhi di Davide.

-Per oggi si, ma c'è ancora tanto da fare. E' l'ultima settimana, la resa dei conti. Dobbiamo mettercela tutta- rispondo, rimettendo a posto i vari libri e quaderni aperti sul letto.

-Beh, ci penserete domani. Stasera trasmettono il festival di Sanremo, non vorrete mica perdervelo...-

-ODDEI FINALMENTE QUALCOSA CHE NON SIA SECCANTE- lo interrompo io, affrettandomi a infilarmi le ciabatte.

Vedo Valentina andare verso Leonardo, e poi sparire insieme dietro la porta, molto probabilmente verso la sala relax.

-Andiamo anche noi?- mi chiede Davide, porgendomi la mano, che io stringo forte.

-Andiamo anche noi- rispondo io, per poi correre insieme verso gli altri compagni.

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-Ce ne avete messo di tempo!- esclama Esa, non appena io e Davide entriamo nella stanza.

Noi alziamo gli occhi al cielo, ma sorridendo.

-E vedo che voi siete stati così gentili da lasciarci una singola poltrona da condividere in due. Grazie mille, vi voglio bene- commento io, ridendo.

-OHHHH E NON TI LAMENTARE! STAI COL TUO VAVALA' E NON OSARE DIRE NIENTE- urla Giordano, scatenando le risate di tutti.

E io infatti neanche rispondo, unendomi alle altre risate.

Poso la testa sul petto di Davide, che mi circonda le spalle con un braccio e mi lascia un delicato bacio sulla fronte.

E quella solita sensazione si fa strada nel mio cuore.

La sensazione di essere a casa, al sicuro, di non aver bisogno di nient'altro per essere felice.

Ma questa sensazione viene stroncata da una nuova.

Il pensiero che, tra appena sette giorni, tutto questo finirà.

Il pensiero che, a dividere me e Davide, ci saranno quasi 800 chilometri di distanza. 

Il pensiero che non lo avrò ogni giorno con me, accanto a me in classe e in sala relax e davanti a me a pranzo e cena.

Il pensiero che non vedrò ogni giorno i suoi occhi color nocciola che sono perfetti insieme ai miei azzurri.

-Tutto bene, Fede?- mi chiede proprio Davide, abbassando lo sguardo per guardarmi negli occhi. 

Io annuisco, sforzandomi di sorridere.

Non posso scaricare su di lui tutti i miei pensieri, non oggi, non a pochissimo tempo dagli esami. 

Non voglio che lui stia male a causa mia.

-Sto bene- rispondo alla fine, per poi stringermi più forte a lui. 

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