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-La Matera ha iniziato altamente a rompere- commenta il mio migliore amico, mentre si siede accanto a me sulla cattedra.
-Voleva che la leggessi a ogni costo?- dico io, come leggendolo nel pensiero.
Lui annuisce, sbuffando.
-Insomma, lei non puรฒ sapere quanto a me diano fastidio certe cose! Crede sempre di avere ragione, crede sempre di poter comandare tutti. Era per questo che io volevo te come rappresentante, e non lei-
-Giรฒ, io non mi ero neanche candidata-
-Avresti dovuto farlo. Tutti avrebbero votato te, puoi starne certa-
Seguono alcuni minuti di silenzio, interrotti solo dal respiro di entrambi.
-Posso leggerla?- gli chiedo poi, indicando la lettera che Giordano tiene stretta ancora tra le dita.
Lui annuisce e me la porge, senza perรฒ fiatare.
Io la apro e inizio a leggerla.
Certo, non รจ perfetta come Giordano l'avrebbe voluta, ma รจ senza ombra di dubbio scritta col cuore.
La poso sulla cattedra, per poi guardare negli occhi il ragazzo. I suoi, noto solo adesso, non sono proprio marroni. Sono piรน color nocciola, molto piรน chiari di come li avessi mai visti.
-Io non sono qui per forzarti. Se vuoi leggerla, vedrai che avrai da ricrederti. E' scritta veramente col cuore. Una volta letta, puoi persino correggerla con la penna rossa, ti do il permesso. A te la scelta-
Detto questo, salto giรน dalla cattedra, avviandomi verso il resto dei miei compagni. Conosco abbastanza bene Giordano, da sapere che รจ meglio lasciarlo solo quando deve riflettere.
Quando arrivo in cortile, noto con sorpresa che lรฌ รจ rimasto solo Davide.
-Dado, dove sono tutti?- gli chiedo, aggrottando la fronte.
-E' per questo che ti ho aspettato. Esa รจ incazzatissima con la Matera. Dovresti venire a vedere-
Iniziamo a correre su per le scale per raggiungere i dormitori.
Entrati in quello femminile, mi ritrovo davanti un' Esa arrabbiata come non mai.
-MA SE LUI NON VUOLE LEGGERE LA LETTERA NON SONO CAZZI TUOI!- urla, rivolta a Giulia Matera.
-Io volevo solo farlo ragionare- risponde lei, ma questo non fa altro che aumentare la rabbia dell'altra ragazza.
-DEVI CAPIRE CHE TU, QUI DENTRO, NON SEI NESSUNO PER FARE IL GIUDICE E COMANDARCI A BACCHETTA! TU NON PUOI CONOSCERE IL RAPPORTO CHE GIORDANO HA CON SUA MADRE! QUINDI, PER UNA BUONA VOLTA, TAPPATI QUELLA FOTTUTA BOCCA!-
Io, vedendo che Esa si sta veramente arrabbiando, corro verso di lei.
-Esa, non hai motivo di sprecare tutta la tua voce per lei. Lasciala nella parte del torto. Lasciala convinta di avere ragione. Non meriti di arrabbiarti cosรฌ-
Lei poggia la testa sulla mia spalla, scoppiando a piangere.
Lancio uno sguardo di fuoco alla Matera, per poi uscire dal dormitorio insieme a Esa.
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Dopo aver fatto tranquillizzare la ragazza e aver convinto Davide a farmi sedere vicino a lei, siamo pronti per la lezione. Siamo tutti particolarmente tristi, poichรฉ questa sarร l'ultima con il professor Raina.
-Oggi, ragazzi, parleremo di confini. E non solo "confini" intesi per i vari Paesi e nazioni. Confini anche nella vita reale-
Detto questo, comincia a spiegarci l'attivitร che faremo oggi. Due di noi, a turno, si dovranno alzare dal posto, porsi ai due lati opposti della stanza e avvicinarci l'uno all'altro, fino ad arrivare alla distanza da noi desiderata.
Le prime due, neanche a farlo apposta, sono proprio Giulia Matera ed Esa.
Le due continuano ad avvicinarsi, fin quando Esa decide di fermarsi. Giulia, che รจ pur sempre una testa di cazzo, continua a diminuire lo spazio che le divide, mentre Esa continua ad allontanarsi.
-Ora scoppia una Civil War- sussurra Luca, seduto al banco davanti al mio.
Anche io, infatti, ho paura che Esa possa mollarle uno schiaffo dritto in faccia.
Quando il loro turno finisce senza spargimenti di sangue, รจ il turno di Sofia e del nostro Onorevole Di Piero.
E' un pรฒ la stessa cosa di prima. Tutti sappiamo quanto Andrea "stressi" Sofia, e tutti sappiamo che lei lo ha friendzonato piรน di una volta.
-Signorina Ferrara, signor Vavalร , volete venire voi?- dice poi il prof.
Noi due ci guardiamo. Lui mi sorride, mentre si alza. Io faccio lo stesso, andandomi a posizionare proprio sotto un cartellone illustrato sui vulcani.
Iniziamo a camminare, e nessuno dei due ha la minima intenzione di fermarsi. Solo quando i nostri corpi sono praticamente l'uno sopra l'altro, decidiamo di piantare i piedi a terra.
-Questa รจ la distanza che voi scegliete. Anche se, beh, distanza non ce n'รจ rimasta affatto- commenta Raina, ridendo.
Anche io e Dado scoppiamo a ridere, poi lui mi lascia un minuscolo bacio prima di allontanarsi.
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La lezione รจ finita, e tutti siamo fuori dall'aula pronti per il buffet. E si, il prof รจ stato cosรฌ gentile da organizzare un buffet prima di lasciarci a un'altra professoressa.
-Madรฒ guagliu, non aspettavo altro- commenta Leonardo, alla mia sinistra.
Tutti iniziamo a prendere piรน cose possibili. Patatine, tramezzini, pizzette.ย
-Non รจ giusto cosรฌ- dice Davide, mentre io mi siedo sulle sue gambe.
-Cosa?- chiedo io, divorando almeno dieci patatine in una volta sola.
-Tu hai tre pizzette, io nemmeno una. Non ho fatto neanche in tempo a prenderne una che erano tutte finite-
Io lo guardo ridendo, per poi spezzare un microscopico pezzo da una delle mie pizze e dandoglielo.
-Ah, รจ cosรฌ? Molto bene, allora puoi rinunciare al tuo posto in prima classe sulle mie gambe-ย
Cosรฌ dicendo, sta per alzarsi, ma io lo blocco.
-E va bene, va bene. Ma solo una-
-Ho trovato il modo di ricattarti, Ferrara- commenta lui, ingoiando in una sola volta tutto il pezzo.
Prima che io possa aggiungere qualcosa, la voce di Andrea Prezioso mi interrompe.
-NO! I CAPELLI!- urla, affacciandosi dalla finestra.
Io mi alzo subito per andare a curiosare.
Proprio nel cortile, lo stesso parrucchiere di tre settimane fa ha giร le forbici in mano, pronto ad accorciare i capelli anche ai gemelli.
-Ma io li ho giร corti!- dice Leonardo, avvicinandosi al fratello.
Vedendoli cosรฌ preoccupati, io scoppio a ridere.
-Volete che vi tenga la manina? Cosรฌ avrete meno paura-ย
-Se Vavalร ce lo permette per me va benissimo- risponde Leonardo.
Io mi giro verso Davide, che scuote la testa come per acconsentire.
-Perfetto, permesso accordato- commento io, ridendo.
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