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Nota dell'autrice: Il testo che la protagonista scriverà all'interno di questo capitolo è tratto da un tema che ho scritto io stessa l'anno scorso. Gli eventi che racconterà sono stati vissuti da me in prima persona. Detto questo, buona lettura ❤️

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I giorni passano in Collegio, e tutti noi siamo sempre più uniti. Simone e Marco non ne vogliono sapere di comportarsi bene, nonostante il preside gli stia dando veramente tante possibilità. E' sabato, e l'ultima lezione che abbiamo prima della fine della settimana è quella con il prof Maggi. 

-Oggi vorrei che tutti voi scriveste un tema, dove parlate di un periodo buio della vostra vita. Pensateci bene, impugnate la penna e liberatevi-

Sentendo pronunciare le parole "periodo buio", mi viene subito in mente cosa raccontare. Raccolgo tutta la forza che ho, e inizio a scrivere.

Passa un'ora, o forse qualcosa di più, e io ho finito il testo.

-Ma quanto hai scritto?- mi chiede Davide, ridendo.

-Beh...abbastanza- rispondo, sistemandomi i capelli.

-Avete finito tutti?- chiede il professore, alzandosi dalla cattedra. Noi annuiamo, sventolando i temi. 

-Signorina Ferrara, vuole iniziare lei?- continua, facendomi segno di alzarmi. 

Ecco, ti pareva che chiamava proprio me

Mi schiarisco la voce, e inizio a leggere.

-"La mia vita adesso è la migliore che io possa desiderare. Una mamma e una sorellina fantastiche, una scuola bellissima e degli amici che mi stanno sempre vicini. Vedendomi adesso potreste dire che non sono mai stata triste, poiché ho praticamente sempre un sorriso stampato in faccia. Ma non è stato sempre così. Tutto peggiorò in terza media, precisamente nel mese di ottobre. Si chiamava Giuseppina, ma era da tutti conosciuta con il nome di Pinuccia. Era come una seconda madre per me, lo era sempre stata. Ormai da più di un mese passava la sua vita coricata sul letto di un ospedale, con delle flebo collegate alle braccia. Nonostante la sua situazione non fosse delle migliori, mia madre continuava a ripetermi che andava tutto bene. Iniziai a capire che c'era qualcosa che non andava quando le chiesi "Posso andare a trovarla?", e lei mi rispose con un decisissimo no. Precisamente il 30 settembre, feci un sogno. Ero proprio in quella camera d'ospedale, davanti al letto di Pinuccia. Lei aveva i capelli bianchi, il viso più magro di come me lo ricordassi e una moltitudine di tubicini che l'aiutavano a respirare. Io avevo le lacrime agli occhi, poiché avevo capito cosa stesse succedendo. Lei mi sorrideva, invitandomi ad avvicinarmi e stringerle la mano. Io lo feci, ma la mia mano trapassò la sua, come se fosse fatta d'aria. "Sii forte Fede" mi disse, mentre la sua immagine cominciava ad affievolirsi. Io continuavo a piangere, incapace di dire una parola. "Quando avrai bisogno d'aiuto o vorrai semplicemente parlarmi, basta che guarderai il cielo e penserai a me. Io sarò sempre qui con te, non sarai mai sola" concluse, toccandosi il cuore con un dito. Proprio in quel momento, un suono sordo e prolungato invase il sogno. Il suo cuore aveva smesso di battere. Quella mattina mi svegliai di soprassalto, sudata e tra le lacrime. Corsi da mia madre, e le raccontai subito il sogno. Poche ore dopo, la notizia arrivò. Fu come se il mondo mi stesse crollando addosso. Piansi come non avevo mai fatto in vita mia. Piansi pensando a tutti i momenti che avevo passato insieme a lei. Alle sere in cui andavo a casa sua per vederci un qualche programma insieme. A tutte le volte che era venuta ai miei compleanni. Pensai anche all'ultima volta in cui l'avevo vista, nel mese di agosto. A quel tempo, era ancora a casa, e aveva solo una flebo al braccio. "Fede" mi aveva detto, stringendomi la mano. "Mi sa che questa volta non ce la faccio" continuava, sconsolata. "Ma no Pinù, tu sei un supereroe" le avevo risposto io, dandole un bacio sulla guancia. Ma quel supereroe, purtroppo, non ce la fece. Dopo quell'episodio, per circa un mese, iniziai a non parlare con nessuno. Non volevo andare a scuola. Mangiavo pochissimo. Avevo attacchi di panico per tutto il giorno e...

Scoppio a piangere, liberando tutte le lacrime che ho trattenuto fino ad adesso. Davide si alza subito, senza neanche chiedere il permesso al professore. Mi stringe tra le sue braccia, dandomi un bacio sulla fronte. Io poso il tema sul banco, incrociandogli le braccia intorno al collo e inzuppandogli la giacca di lacrime.

-Io sono qui, Fede. E lei non vorrebbe vederti piangere- mi sussurra a un orecchio, accarezzandomi i capelli.

-Prof, possiamo uscire per favore?- chiede a Maggi, che sembra acconsentire.

Io, con la vista appannata dalle lacrime, riesco solo a vedere i volti sfumati dei miei compagni, che sembrano in lacrime anche loro. Davide mi guida fuori dalla classe, facendomi sedere su una panchina. Riprende ad abbracciarmi, mentre spiega ad Enzo quello che è successo.

-Noooo, tesoro, non piangere così- dice lui, col suo solito accento.

-Vabbè dai, te la lascio a te Vavalà- continua, capendo la situazione e lasciandoci soli.

Rimango per un pò a piangere, ascoltando il respiro di Davide e i nostri cuori che battono all'unisono. Poi, riesco a rialzare lo sguardo. Lui mi sorride, avvicinandosi e dandomi un bacio.

-Sei un supereroe, Fede- mi dice, alzandosi e tendendomi una mano.

Io l'afferro, riuscendo ad alzarmi. Intanto, tutti i nostri compagni stanno uscendo dall'aula.

-Amooore mio- dice Esa, precipitandosi verso di me e abbracciandomi. A noi si uniscono anche Moska, Usha, Sofia e Ylenia. 

-Ok ok, ora fate spazio- dice Giordano, sovrastando le altre voci.

Io incontro il suo sguardo, che non vedo così preoccupato dai tempi dell'ammissione.

-Mi dispiace tanto cucciola- dice, mentre io lo abbraccio.

-Cucciola? Cos'è tutta questa dolcezza?- rispondo io, alzandomi in punta di piedi e lasciandogli un bacio sulla guancia.

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-Signori collegiali, siamo arrivati alla fine di questa seconda settimana. Tra alti e bassi, alla fine ce l'abbiamo fatta. Sono felice di poter annunciare che i migliori di questa settimana, ancora una volta, sono la signorina Cerio e il signor Di Piero. Complimenti, voi due avete ottenuto i voti più alti-

-E te pareva- sussurra Giordano, seduto affianco a me.

-Ma ovviamente, insieme ai migliori, ci sono anche i peggiori- continua il preside.

-Signorina Mongelli, signor Crivellini, voi due siete stati i peggiori- conclude, mandandoci in cortile a consultare con più precisione la classifica.

-E un'altra volta seconda! Grande Federica!- dico, notando che per solo mezzo voto non ho raggiunto Sofia. 

Ovviamente non sono arrabbiata con lei. E' una mia amica, e non potrei essere più felice.

Quando mi giro per complimentarmi con Davide per il suo quarto posto, mi trovo davanti una scena che fa fare una capriola al mio cuore.

Davide è insieme a Giulia Matera.

E si stanno baciando.

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