18
Cleo Horan
«Levati di dosso» spinsi Harry ma non si mosse, sembrava in shock e non avevo tempo per questo perché qualcuno stava bussando alla porta molto disperatamente, e riprendere il mio piano di ucciderlo era un'idea terribile se qualcuno era proprio fuori.
Beh... avevo anche esitato, il che non mi rendeva fiera.
Il momento in cui avevo sentito il suo corpo contro il mio, lo stesso strano formicolio cominciò a diffondersi nel mio corpo e nella mia mente quando essa raggiunse posti che mi ero proibita di pensare. Ma quando lo avevo visto fissarmi le labbra... non potevo perdere l'opportunità.
Gli uomini erano deboli, sapevo che Harry fosse molto distratto dalla nostra prossimità nel momento in cui aveva realizzato solo quanto i nostri corpi si stessero toccando. Odiavo che non fosse stata una brutta sensazione... il mio cuore stava correndo in verità, e non solo a causa della lotta improvvisa.
Dovevo solo disarmarlo, vederlo puntarmi contro la sua pistola aveva fatto crescere pericolosamente la mia ansia e mi ero sentita come se avessi completamente perso il controllo della situazione. Avevo rischiato molto afferrandogli improvvisamente il braccio, il modo in cui aveva sparato al soffitto per riflesso era la prova di quanto avventata fossi stata. Ma forse il manager dell'hotel era proprio fuori a causa del rumore? Harry aveva un silenziatore sulla pistola, il suono non era forte, e giocarci aveva fatto in modo che quel rumore attirasse l'attenzione.
Era venuto preparato, comunque... intrufolarsi nella mia stanza e aspettarmi così che potesse farmi le domande più stupide? Dio, era ottuso. Nessuno poteva essere così attraente ed essere anche intelligente, avrebbe sballato l'universo.
Ma avevo anche sopravvalutato me stessa. Lo avevo baciato per distrarlo e farci arrivare sul letto, dove avevo un coltello sotto il mio cuscino. Lo facevo sempre, era l'unico modo che mi permetteva di farmi addormentare, anche se il mio programma di sonno consisteva solo in riposi corti.
Quindi dovevo solo fare in modo che perdesse il controllo, e sapevo che il dolore lo eccitasse, ecco perché gli avevo morso il labbro inferiore più forte di quanto lo avessi mai fatto con chiunque altro prima.
Potevo ancora percepire il sapore del suo sangue nella mia bocca e avevo avuto ragione di nuovo, era stato sufficiente a fargli distogliere l'attenzione da qualunque cosa che non fosse il bacio.
Non doveva sapere che ero bagnata fradicia nel momento in cui aveva rudemente afferrato la mia mascella e pressato la sua gamba contro il mio centro.
I miei fianchi si erano strusciati da soli, non era parte del piano. Il bastardo era veramente un bravo baciatore... mi aveva veramente distratta dal mio piano, ecco perché mi ci era voluto un po' troppo. Sì, mi era piaciuto baciarlo più di quanto avrebbe dovuto ed era stato meglio di quanto mi immaginassi.
Non che lo avessi immaginato molte volte, era una delle cose proibite a cui non dovevo pensare. Ma cazzo, quando mi aveva afferrato il culo... il modo in cui si era messo velocemente su di me una volta che eravamo sul letto.
Era dominante, va bene. Era un peccato che lo avrei ucciso, e anche un peccato che fosse uno psicopatico narcisista. Almeno non aveva detto stronzate o se n'era uscito con delle teorie di cospirazione mentre ci baciavamo, era un modo utile per farlo stare zitto.
Non sarebbe successo di nuovo, comunque. Ero quasi pronta ad ucciderlo, cazzo, avevo cominciato a tagliargli il collo proprio quando la persona aveva bussato alla porta. Sanguinava un po' ed era gocciolato sul mio petto, e fu in quel momento che mi ricordai di star indossando solo un reggiseno. Uno molto trasparente.
Harry era troppo facile da distrarre, sapevo esattamente come averlo in pugno. E no, non avrebbe mai saputo quanto mi era piaciuto... quanto una parte di me lo aveva baciato perché aveva perso il controllo e stava morendo dalla curiosità di sentire finalmente com'era, data tutta la frustrazione sessuale che mi stava facendo avere dal giorno della lap dance.
Diciamo solo che non aveva deluso le aspettative.
Svegliati cazzo, Cleo. Lo odi, è il tuo nemico.
Dovetti sforzarmi per distogliermi dai miei pensieri e fare un respiro profondo quando Harry finalmente si alzò dal letto, muovendosi più velocemente di quanto mi aspettassi.
Realizzai che il bussare alla porta si era fermato e lo guardai mentre si lisciò la sua camicia bianca, il rigonfiamento sulla parte davanti dei suoi pantaloni era ancora molto visibile e stavo cercando di non pensare a com'era stato sentirla pressata tra le mie gambe, proprio dove stavo pulsando a causa del bacio.
Ma Harry in realtà attraversò la stanza, afferrando la sua pistola e facendomi schiaffeggiare mentale. Che cazzo stavo facendo? Certo che sarebbe andato a prendere la pistola, sembrava infastidito.
La sua mascella nitida era contratta e i suoi occhi verdi sembravano quasi neri per quanto dilatate erano le sue pupille.
«Non vai ad aprire la porta?» chiese semplicemente, infilando la pistola sul giro vita dei suoi pantaloni prima che facesse correre le dita tra i suoi capelli, cercando di sistemare i suoi ricci. E ora sapevo com'era perché gli avevo tirato i capelli in realtà... cazzo, che avevo fatto.
Mi schiarii la gola, mettendo il coltello sanguinante nella tasca dietro e precipitandomi nel salotto, cercando di capire cosa stava succedendo e perché le cose erano così fottutamente imbarazzanti quando stavamo solo cercando di ucciderci a vicenda.
E ci eravamo baciati.
Ero così fottutamente stupida.
Non mi preoccupai nemmeno di pulirmi quando mi allungai a prendere una camicia nera dalla mia borsa, notando che il resto dei miei coltelli mancavano.
Ovviamente li aveva presi, fottutamente fantastico.
Cercai di concentrarmi e di pensare lucidamente, ma sembrava come se qualcuno avesse appena gettato un mattone sulla mia faccia all'improvviso.
Dopo essermi coperta, andai finalmente alla porta e la sbloccai... non c'era nessuno fuori.
Quest'hotel era praticamente un motel, nonostante il nome, ma era tardi e l'unica cosa che potevo vedere fuori erano tre macchine parcheggiate, tranne la mia motocicletta e la Tesla... ero sicura che quella appartenesse ad Harry.
Ero al piano terra, quindi potevo vedere facilmente le strade vuote e il cartellone lampeggiante con il nome della struttura.
«Chi cazzo ha bussato?»
Harry mi spaventò a morte quando arrivò dietro di me, stando troppo vicino quando le nostre spalle si sfiorarono, e dei flash di quello che era appena successo continuarono a ripetersi nella mia testa.
«Non c'è nessuno». Sospirai, girandomi a guardarlo.
Cosa cazzo dovevo fare ora? Aveva la pistola e io non avevo l'elemento a sorpresa... ma onestamente avevo domande da fargli.
Primo, perché pensava che l'avessi incastrato con la stessa lista di obiettivi quando ci odiavamo a vicenda e letteralmente non avevo un motivo per dargli improvvisamente la caccia? E perché poi avevamo la stessa lista?
Quale cliente lo farebbe? E per quale ragione a parte prendersi gioco delle nostre menti e forzarci ad essere nello stesso posto?
Merda, volevo veramente parlargliene, il mio cervello era stranamente calmi ora che l'adrenalina se n'era improvvisamente andata ed ero in grado di pensare come una persona sana. Ogni volta che ero con Harry, era difficile mantenere sotto controllo i miei pensieri.
«Cos'è?» la sua voce profonda mi fece distogliere dai miei pensieri e stavo tenendo ancora la porta aperta, e allungò il braccio per afferrare una grande lettera dal pavimento, proprio sopra il tappeto.
Le sue unghie nere fecero contrasto con la carta bianca e curvò le sopracciglia nella mia direzione, mostrandomi la lettera.
«Non so cos'è» dissi.
«Ovviamente» fece una smorfia con il naso, camminando di nuovo nella stanza come se gli appartenesse.
Dio, ero così confusa.
Chiusi la porta dietro di lui e lo guardai mentre si sedette sul divano, aprendo la lettera.
«Quella è stata inviata a me, smettila-» cominciai a parlare, precipitandomi verso di lui. Ma mi interruppe quando alzò una mano.
«Zitta, piccola. Scoprirò cosa stai pianificando e non mi distrarrai mai più di nuovo che cazzo?» la voce di Harry sembrò improvvisamente estremamente sorpresa mentre guardò qualunque cosa ci fosse nella lettera.
Le sue sopracciglia si aggrottarono e non riuscii a contenermi, mi sedetti di fianco a lui sul divano e rimosse lentamente il contenuto, poggiando la dozzina di foto sul tavolino.
C'erano foto di me che uscivo dal mio appartamento a New York, mentre entravo ad Eroda... facendo il check in all'hotel, e anche mentre ero in moto. E quando mi chinai in avanti per controllare cos'altro ci fosse lì, vidi delle foto di me che mi intrufolavo nella casa di Roger.
Ce n'erano anche alcune mie in cui uscivo... tutte con l'orario.
Ma non erano solo mie, mi accorsi che Harry era completamente scioccato mentre guardava le sue foto. Avevano l'aria da stalker come quelle mie, ce n'era anche una di lui che nuotava a casa sua probabilmente... anche Zayn era in una di quelle.
Che cazzo?
Gli lanciai un'occhiata laterale e mi stava già guardando con un'espressione severa, e speravo fottutamente che non stesse pensando che l'avevo organizzato io. Come potevo incriminarmi da sola in questo modo quando c'erano foto di me dove letteralmente entravo in una scena del crimine?
«Non dirmi che mi darai la colpa» dissi, buttando le foto di nuovo sul tavolo.
«Fermati e rifletti per un secondo, Harry. Abbiamo la stessa lista di persone da uccidere... qualcuno ci ha spiati e ha fatto le foto... e ora siamo nello stesso posto. Insieme».
Cazzo, era per questo che quel SUV mi aveva seguita? Da quanto andava avanti questa storia?
Dovevo chiedere a mia madre se sapesse altro su chi l'avesse contattata per questo lavoro e dovevo stare lontana da Harry. Lui era solo un casino in più da aggiungere alla pila di merda che stava succedendo al momento. «Pensi che qualcuno stia cercando di confonderci di proposito per trovarci insieme? Perché?»
Comunque, la domanda di Harry trovò una risposta quando un vero proiettile arrivò dalla finestra proprio affianco alla porta principale, un'arma con un silenziatore proprio come quella di Harry.
Fui completamente sbalordita e altri colpi vennero lanciati, fino a quando Harry afferrò rudemente il mio braccio e mi costrinse ad abbassarmi sul pavimento con lui.
«Nessuno ti ucciderà se non io, piccola» grugnì, e notai che c'era una piccola pozza di sangue sulla moquette e una macchia sulla sua camicia, perché era stato sparato sulla spalla.
Fottutamente incredibile.
Stavano succedendo un sacco di cose tutte insieme e chiunque stesse sparando alla mia camera d'hotel continuò a farlo, un proiettile dopo l'altro lasciando le pareti e le porte con numerosi buchi durante il processo. Il suono non era abbastanza rumoroso da farmi andare nel panico o lasciar prendere il sopravvento alla mia ansia, ma il mio cervello non era preparato per questo.
«Cazzo» imprecai sottovoce, realizzando che quella era la prima volta che io ed Harry eravamo veramente da soli e questo era successo.
Chiunque ci stesse spiando era proprio fuori e cercava di ucciderci, e capii finalmente che stava succedendo.
Eravamo noi i bersagli.
«Camera da letto» disse Harry mentre i proiettili continuarono ad arrivare, e quel figlio di puttana pazzo letteralmente si alzò e corse verso la stanza da letto, rischiando la sua cazzo di vita.
Beh, lo avrei ucciso stasera, non mi sarei dovuta preoccupare. Ora non avevo idea di cosa stesse succedendo.
E feci un respiro profondo prima di seguirlo, lanciando uno sguardo veloce alla finestra rotta e alla porta completamente distrutta, i poliziotti sarebbero arrivati presto e si sarebbe scatenato l'inferno se non fossi uscita da lì cazzo.
Ma mi ricordai delle foto, e riuscii a rimetterle nella lettera, proprio quando sentii il proiettile graffiarmi la spalla e grugnii quando il dolore pungente s'irradiò nel mio corpo, e mi precipitai nella stanza da letto.
Trovai Harry che stava già saltando fuori dalla finestra, con la pistola nella sua mano come se non fosse stato sparato.
Guardò la lettera nella mia mano e non disse niente, saltando fuori dalla stanza. C'era un altro parcheggio dietro all'hotel che apparteneva ad un piccolo casinò, ancora una volta fui grata per essere al primo piano.
Seguii Harry fuori dalla stanza, guardandomi intorno prima di afferrare il mio coltello dalla tasca per prevenire, ma non c'era nessuno lì.
Harry si precipitò verso una Camaro parcheggiata un paio di metri lontana da noi, ed era un modello vecchio. Non esitò a rompere il finestrino con la pistola, aprendo la macchina ed entrando molto velocemente. Non c'era l'allarme, si era solo seduto al posto del guidatore e forzò la macchina nel modo più veloce che avessi mai visto.
«Muoviti cazzo, entra» scattò contro di me, guardandomi intensamente negli occhi mentre il battito del cuore echeggiò nelle mie orecchie.
Ed entrai.
*****
Ciao. <3
Mi spiace per averci messo tanto per pubblicare la traduzione ma sono molto occupata per un progetto che sto cercando di realizzare, ho un sacco d'ansia.
Spero che la storia vi stia incuriosendo, ci tengo a precisare come sempre che non è mia, io la sto solo traducendo.
In quanti la stanno leggendo?
Ily.
-NiK.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro