16
Cleo Horan
«Per favore, ti prego! Non uccidermi!»
Dio, quest'uomo mi stava rompendo il cazzo e avevo completamente perso la pazienza e avevo mal di testa.
Era stato incredibilmente facile in realtà irrompere nella casa del caro Roger Cunningham, soprattutto visto che era da solo. Lo avevo seguito da quando ero arrivata in questa città, e avevo imparato più o meno quello di cui avevo bisogno dai file che avevo su di lui. Ero anche felice che questo non fosse il fine settimana con i suoi figli.
Roger era divorziato, la sua compagnia stava andando in bancarotta, e dal numero delle bottiglie di vodka che avevo trovato nella sua cucina, si deduceva che fosse in difficoltà.
Non ero una che si faceva domande oppure pensava troppo alle sue vittime, facevo solo quello che dovevo fare e passavo al prossimo. Ma non riuscivo a smettere di sentirmi curiosa o di chiedermi se ci fosse qualcosa che collegasse i miei bersagli ad Harry o a suo padre. Voglio dire, Harry aveva ucciso Mark. Ero così fottutamente confusa.
Sebbene avessi deciso di concentrarmi sul lavoro e semplicemente uccidere Roger e andare avanti, stavo rimuginando. Era legato ad una sedia al momento, proprio al centro del suo salone, e io ero seduta sul suo divano prima che potessi ucciderlo.
Stava piangendo in modo orribile e cercava di allargare la corda doppia attorno ai suoi polsi, ma non c'era modo che potesse slegarsi. Ero abbastanza brava a legare le persone, è sempre stato utile.
La sua casa era una bianca staccionata in uno dei vicinati residenziali a circa 5 minuti di distanza dall'hotel in cui stavo, ed era un posto molto carino per qualcuno che sarebbe diventato molto povero. Se non sarebbe morto, ovviamente.
Le macchine attorno a questo vicinato erano tutte BMW o Mercedes, niente comparate alla Tesla nera che avevo visto parcheggiata fuori al mio Hotel, accanto alla mia moto.
Beh, magari le persone in questa città erano più benestanti di quanto mi aspettassi, o c'era qualcosa che stava succedendo sotto copertura ed era per questo che il nome di Roger era sulla lista. Voglio dire, traffico di droga forse?
Onestamente non lo sapevo, ma ci stavo già mettendo troppo e lo avrei affogato se avesse continuato con questo piagnisteo.
Era stato facile intrufolarmi in casa sua attraverso la porta sul retro, tutte le luci erano spente eccetto per la piccola lampada nel suo salone, stava guardando un documentario sulle balene quando ero arrivata da dietro e tenuto una morsa sul suo collo fino a farlo svenire.
Era un figlio di puttana pesante, ma ero riuscita a legarlo, e ora eccoci lì... non sapevo ancora perché non l'avessi ucciso subito, odiavo sentirmi così confusa e combattuta. Concentrarmi su questo lavoro doveva farmi sentire più calma.
Era colpa di Harry e di quel suo stupido amico, Zayn.
Non riuscivo ancora a credere che era lui il ragazzo di cui June non riusciva a smettere di parlare nell'ultimo mese, e ora che l'avevo visto non mi sarei mai fidata di qualcuno che aveva qualunque tipo di relazione con Harry. Non sapevo quanto amici fossero, ma dovevano essere abbastanza uniti.
Era alla sua festa di compleanno e mi conosceva... mi aveva guardata come se sapesse già tutto, e non poteva essere una cazzo di coincidenza. Ma perché cazzo Harry avrebbe organizzato una cosa del genere?
Zayn sembrava veramente scioccato quando mi aveva vista, e confuso quando lo avevo accusato di usare June. Non aveva alcun senso per me del perché stesse con lei se conosceva i guai in cui si sarebbe cacciato se Harry l'avesse scoperto.
Cazzo, poteva essere pericoloso per June se si fosse trovata in mezzo, ed ero un po' diffidente dal chiederle se sapesse che tipo di persona era davvero Zayn. Non avrebbe portato a niente di buono, quello era un dato di fatto.
Era un po' ingenua qualche volta, era difficile non preoccuparsi per lei quando andava a letto con l'amico del mio nemico. Anche se sapevo che non era quello a seguirmi ieri, sapevo solo che c'era qualcosa che non quadrava.
Il suo SUV aveva targhe normali di un modello diverso, me la cavavo con le macchine... ma preferivo le motociclette.
«Per favore! Ti darò qualunque cosa tu voglia! Perché lo stai facendo?».
Le urla di Roger cominciarono a diventare un po' troppo alte e non andava bene, avrebbe attirato l'attenzione. Ero attenta a non toccare niente che gli apparteneva tranne la sedia e decisi di prendere il coltello infilato nel mio stivale.
Il serpente d'argento sul manico era un po' più piccolo di quello dei miei altri coltelli, ma questo era più affilato e perfetto per quello che avrei fatto.
Mi avvicinai fino a quando non rimasi dietro a Roger, ignorando le sue suppliche quando afferrai rudemente i suoi capelli e tirai indietro la sua testa, tagliandogli la gola con una mossa veloce del coltello e guardando la lama che gli aveva facilmente perforato la pelle.
Il sangue sgorgava dalla ferita e scese lungo il suo corpo, macchiando la sua camicia bianca e le sue mutande e ce n'era un po' anche sulla mia faccia e sulle mani con i guanti. Usai la manica della camicia che stavo indossando per levarmi il sangue dalla faccia e indietreggiai, infilando di nuovo il coltello negli stivali e guardai Roger mentre vomitava e si affogava con il suo stesso sangue.
Sapevo che i coltelli erano così fottutamente disastrosi e lasciavano una scena del crimine meritevole di un film horror, ma mi piacevano. Potevi sentire tutto molto di più.
Beh, Roger era morto ora e significava che potevo tornare al mio hotel e farmi una lunga doccia calda, prima di prendermi un giorno di vacanza domani per studiarmi il prossimo bersaglio e rimuginare un po' di più su Harry.
Harry tutto vestito, ecco.
Quando avevo chiamato mia madre questa mattina e chiesto di Mark, mi aveva detto che l'avevano trovato morto in un club dopo aver litigato con una delle guardie, che aveva affermato che Mark era molto fatto e aggressivo.
Harry li aveva pagati, lo sapevo. Mia madre era solo grata che il mio lavoro era più facile ora con un bersaglio in meno.
Sì, giusto.
Afferrai il piccolo zaino e mi diressi silenziosamente fuori la casa una volta che il corpo di Roger era completamente fiacco e non c'era più pulsazione, e feci attenzione a guardarmi intorno e a coprirmi la testa con il cappuccio prima di avviarmi alla mia motocicletta parcheggiata in fondo alla strada.
Almeno mi sentivo un po' meno ansiosa ora e saltai sulla moto velocemente tornando all'hotel. Non era niente di elegante o troppo economico, ma la stanza aveva una piccola cucina e abbastanza spazio per i prossimi giorni.
Non mi piaceva andare fuori a mangiare ed ero una cuoca abbastanza brava, quindi avevo portato della spesa questa sera e avevo tutto preparato. Avevo sperato che allontanarmi da New a York mi avrebbe aiutata a schiarirmi le idee, ma potevo dedurre che mi ero terribilmente sbagliata.
Essere sola e lontana dalla mia solita merda e dalle solite persone che conoscevo avrebbe dovuto essere piacevole.
Guidai di ritorno all'hotel, parcheggiando la mia moto al posto assegnato che avevo, e la Tesla era ancora lì. Era una bellissima macchina, dovevo ammetterlo. Forse potevo comprarne una dopo che avrei finito e ricevuto il pagamento completo.
Mentre mi avviai di nuovo alla porta del mia stanza, il mio telefono cominciò a suonare e notai il numero di Niall sullo schermo. Fantastico.
Non ero dell'umore di parlare ed era meglio se entravo velocemente nella stanza così potevo nascondere i coltelli e le corde che avevo nello zaino. Sbloccai la porta ed entrai nel salone, accendendo le luci e chiudendo di nuovo la porta.
Lasciai cadere lo zaino sul piccolo divano vicino alla cucina. Questa stanza sembrava uno studio, ma c'era una doppia porta che separava la camera da letto da questo salone e cucina.
Il mio pacco di sigarette mi stava già aspettando quindi ne presi una così che potessi fumare mentre mi avvicinai al frigo, ispezionando la pizza che avevo lasciato prima e contemplando se dovessi prepararmi i maccheroni al formaggio.
Inalai un po' di fumo e mi avvicinai per afferrare il coltello usato dal mio stivale, facendolo cadere nel lavandino e guardando il sangue secco a contrasto con la lama argentata. Finii di fumare la mia sigaretta prima che afferrassi l'orlo della mia camicia per toglierla, sentendo del sollievo quando il collo alto non c'era più.
Fidatevi di me, quando li indossate potrebbero essere carini ma mi soffocavano in malo modo, come se facesse troppo caldo per respirare. Ma non c'era nessuno che potesse chiedermi dei lividi e delle cicatrici, quindi non m'importava. Avrei avuto bisogno di un po' di ghiaccio dopo, comunque.
I miei guanti di pelle furono i prossimi a cadere sul pavimento e mi passai le dita tra i capelli mentre presi un respiro profondo.
Forse avrei dovuto farmi un bagno stasera, e assicurarmi di legarmi le mani se necessario nel caso in cui il mio cervello si fosse permesso di pensare di nuovo ad Harry in qualunque modo.
Dovevo solo lavarmi via un po' di sangue dalla faccia e bere un po' di vino... sembrava un buon piano.
Mi avviai alla camera da letto, aprendo le porte scorrevoli e catapultandomi sul letto per stendermi un po' prima di sedermi, i miei muscoli erano stranamente rigidi.
La cosa divertente era che non ricordavo di aver lasciato la lampada da notte accesa.
Ero sul punto di togliermi il reggiseno quando sentii uno strano rumore provenire dall'angolo della stanza, quasi come una risatina, quindi smisi di fare quello che stavo facendo e girai la testa per guardare istintivamente.
Ed è in quel momento che incontrai un paio d'occhi verdi.
«Boo». La sua voce sembrò più profonda stasera ed ero completamente scioccata, fissandolo e basta.
Harry era seduto sulla poltrona nell'angolo della stanza, i suoi capelli lunghi erano sciolti e stava indossando un paio di pantaloni neri e una camicia bianca casual, mentre le sue unghie nere picchiettavano sul bracciolo.
Cazzo.
Mi fissò di rimando con un sorriso arrogante, e fu in quel momento che ritornai in me e mi allungai per prendere il coltello negli stivali.
«Uh-oh, non penso proprio, piccola» fece scioccare la lingua, ma sentii anche qualcos'altro... e non appena lo guardai, puntò verso di me la sua pistola. «Che bello rivederti».
-
OKAY, dopo questo capitolo AHHH sono troppo gasata. Cosa pensate succederà?
La storia non è mia, i crediti sono riservati ad Ella, l'autrice della storia che in questo momento non ha più Wattpad.
- NiK
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