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13

Cleo Horan

Non avevo dormito per più di ventiquattro ore, da quando ero corsa fuori da quella stanza privata, ed era probabilmente una pessima idea continuare così. Ma il mio cervello non voleva spegnersi, cazzo.

Ero stata molto fortunata quando non mi ero imbattuta in nessuno mentre mi dirigevo fuori da quel corridoio, fermandomi solo per ringraziare Alice e far finta che fosse tutto sotto controllo mentre speravo che Harry stesse morendo dissanguato in quella stanza.

Alice ora così ignara di cosa stesse realmente succedendo, mi sorrise solo e mi disse che sarebbe stata felice di aiutarmi ogni volta che ne avessi avuto bisogno.

Beh, non l'avrebbe pensata così una volta che avrebbe scoperto il corpo morto che mi ero lasciata alle spalle, anche se non ero responsabile per questa morte.

Sapeva che fossi lì per incontrare Mark ma non c'era una coincidenza per la quale lui morisse, ma era già parte del mio piano. Tristemente, nessuno l'avrebbe creduta o tantomeno ascoltata, perché Alice era quella che mi aveva fatta entrare. Quindi non c'era il pericolo che lei potesse dire ai suoi capi di me senza farsi licenziare o uccidere. Non conoscevano il mio nome o qualunque cosa che mi riguardava.

Sì, di solito pianificavo le cose attentamente... a meno che un certo figlio di puttana dagli occhi verdi decidesse di interferire. Ero già preparata, ecco perché ero riuscita a uscirne viva quella notte... ma sapevo che ci saremmo incontrati di nuovo e la prossima volta non sarebbe stato per caso.

Harry era troppo arrogante per lasciar perdere e, beh, l'avevo fottutamente pugnalato. Sarei incazzata se mi avesse pugnalata e la prenderei come una motivazione. Il taglio fresco sulla mia gola, unito ai lividi viola che stavano scomparendo sul mio collo, erano un promemoria costante che mi aveva quasi uccisa.

Ma di nuovo, avevo vinto. Harry sembrava esitante intorno a me, nonostante la tensione soffocante e l'adrenalina che ci consumava ogni qualvolta che fossimo soli. Era debole e stupido, come ogni altro uomo.

Non abbastanza stupido da provare a fare qualunque cosa che potesse infrangere la tregua tra le nostre famiglie, specialmente ora che aveva letteralmente ucciso Mark. Ancora non sapevo perché aveva continuato a chiedermi qual era il mio lavoro o perché gli avesse rotto il collo senza pensarci due volte... qualcosa non mi tornava in tutta questa situazione.

Due anni senza vedere Harry e ora avevamo già provato ad ucciderci due volte? Stavano accadendo così tante coincidenze, e questa volta lo stavo facendo avvicinare abbastanza per imparare cose sul suo conto che non avrei mai pensato di imparare.

Il bastardo era forte, non era un segreto ma era lento e praticamente inutile senza un'arma da fuoco. Infatti, sarei stata fottuta se Harry avesse avuto veramente un'arma entrambe le volte che l'avevo visto.

Mi avrebbe cercata ora? Mi avrebbe seguita?

Non ne avevo la più pallida idea, sapevo solo che avrei continuato a fare quello che dovevo fare perché non avrebbe più influenzato la mia vita fino a quando non avrei finito di uccidere gli ultimi tre obbiettivi. E poi Harry sarebbe stato il prossimo sulla lista... seguito da suo padre.

Cazzo, non riuscivo a smettere di pensare alla nostra rissa o a come mi avesse sorpresa in quella stanza... vederlo nel locale mi aveva scioccata molto, mi aveva rovinato l'intera serata.

Letteralmente.

Mi giravo e rigiravo nel letto, l'oscurità attorno a me era la benvenuta e decisi di fermarmi ad Eroda un po' per poter parlare con mia madre e chiederle se le persone stessero parlando di Mark o roba del genere.

Non rispondeva al telefono e quando l'avevo chiesto a Niall circa un'ora fa, mi aveva detto che era in riunione. E dato che non riuscivo a dormire, avrei potuto fare anche qualcosa di utile. Giusto? Se rimanevo sola con i miei pensieri, poi il mio cervello mi avrebbe noiosamente ricordato di una certa lap dance che avrei dovuto rifiutare.

Mi ricordai della morsa eccitante allo stomaco che mi aveva assalita quando avevo sentito quanto potere avevo su di lui in quel modo. Era molto meglio che pugnalarlo, quello era sicuro. Non sarebbe dovuto essere così bello fare qualcosa di così pericoloso.

Soprattutto perché era vulnerabile... i nostri corpi erano stranamente sincronizzati insieme e scommetto che non aveva nemmeno notato quanto continuasse a scivolare sotto di me con ogni movimento dei miei fianchi. Si era eccitato più velocemente di quanto imaginassi, ero sicura che se avessi toccato accidentalmente il cavallo dei suoi pantaloni durante una lotta sarebbe stata una causa persa. E anche una morta.

E ora stavo pensando al suo pene.

Davo la colpa alle tre settimane che erano passate senza essere scopata. Era così difficile trovare ragazzi che riuscissero a farmi venire per bene o a prendere il controllo. Spesso dovevo dominare io durante il sesso perché gli uomini non erano abbastanza capaci da capire quello che volevo, ma non mi piaceva così.

Beh, ero più il tipo da sottomessa quando si parlava di sesso... e sapevo solo che Harry fosse un dominatore, lo potevo dedurre dal modo in cui mi aveva afferrata.

Al diavolo.

Allungai la mano per raggiungere l'orlo della mia maglia e la sfilai rapidamente prima di stendermi di nuovo sul mio letto, abbassando lungo il mio stomaco la mia mano lentamente, oltre il piercing fino a quando raggiunsi la molla delle mie mutande.

«Cazzo» imprecai sottovoce nel momento in cui pressai le mie dita sul clitoride, avevo completamente perso il controllo del mio cervello e stavo lasciando prendere il sopravvento al mio corpo, non avendo idea che avessi così tanta frustrazione repressa in me.

Realizzavo solo ora quanto fosse teso il mio corpo mentre schiusi le gambe, facendo scorrere le dita alla mia entrata per verificare quanto fossi bagnata mentre continuai a pensare alla lap dance... come sarebbe stato se fossimo stati da soli e senza vestiti.

Mi avrebbe afferrato i capelli e guardata mentre lo cavalcavo o mi avrebbe spinta via da lui e legata alla sedia? Sapevo che gli piacesse il dolore, era facile da dedurre dopo che avevo provato a farlo male premendo le dita sulla sua ferita... nel profondo sapeva che mi piaceva tanto quanto a lui.

Sarebbe sicuramente quello che mi strangolerebbe fino a farmi boccheggiare il suo nome e sentire quella pressione pericolosa nella gola. E il suo pene.

Ero incapace di controllare il gemito improvviso che sfuggì dalla mia bocca e usai la mano libera per afferrare le lenzuola, l'oscurità attorno a me stava solo rendendo tutto questo più intenso mentre creavo dei giri sul mio clitoride con le dita.

Ero già fradicia, abbastanza per spingere due dita dentro di me mentre la mia schiena si arcuò dal letto in risposta. Continuai ad immaginarmi le sue dita... le sue dita smaltate di nero che affondavano nelle mie cosce mentre avvicinava la sua bocca al mio centro.

La mia vagina palpitava solo al pensiero, ogni singola cellula del mio corpo si sentì elettrificata e questo fu l'orgasmo più veloce che avevo mai avuto.
Pensai alla sua lingua, che scivolava dentro così che potesse scoparmi con quella mentre afferravo i suoi capelli.

Stavo respirando troppo pesantemente e la mia bocca era già asciutta, e applicai più pressione con le dita sul clitoride e le mossi ancora più velocemente, abbastanza da scatenare un orgasmo improvviso dal fondo della mia pancia. I miei gemiti ansimanti crebbero quando arricciai le dita dei piedi, e rallentai il ritmo delle dita così che l'orgasmo durasse di più.

Cosa cazzo c'era che non andava in me, oh mio dio.

Allontanai velocemente la mia mano dalle mie gambe, alzandomi dal letto e accendendo le luci.

Questo non era mai successo.

Cazzo no, mi sentii disgustata.

Mi precipitai verso l'armadio nonostante sentissi deboli le gambe, e mi rifiutai di guardarmi allo specchio. Mi infilai i jeans skinny neri, il reggiseno, e un dolcevita così da nascondere i lividi, fermandomi nel bagno per lavarmi le mani e la faccia, anche per pulire il casino in mezzo alle mie gambe. Quasi corsi fuori dalla stanza prima che potessi affrontarmi di nuovo dopo quello che avevo appena fatto.

Mi ero veramente appena masturbata pensando ad Harry Styles?

Lo odiavo così fottutamente tanto, e non avevo idea di come avesse fatto a penetrarmi sotto la pelle in questo modo. Era colpa mia... avrei incolpato la mancanza di sonno e la troppa caffeina.

Non sarebbe successo di nuovo, lo avrei ucciso prima che sarebbe potuto ricapitare.

Afferrai il mio telefono per metterlo nella tasca e poi la mia giacca di pelle nera, prima di prendere il mio casco e dirigermi fuori l'appartamento.
Lavoro... dovevo focalizzarmi sul lavoro.

Ma il mio cuore proprio non voleva smetterla di martellarmi nel petto.

Dopo essere andata nel garage per prendere la mia motocicletta, non ci pensai due volte prima di andare ad Eroda, prendendo la via più lunga così che potessi schiarirmi le idee e assicurarmi di poter cancellare l'ultima ora dalla mia testa.

Ma anche se era tarda notte e non c'erano molte macchine, qualcosa catturò la mia attenzione quando ero a cinque minuti dallo strip club.

C'era una macchina che mi seguiva.

Non ero stupida, sapevo che doveva essere così perché il SUV si stava avvicinando troppo a me e tutti i finestrini erano oscurati... e la targa aveva un paio di numeri raschiati via. Quindi per assicurarmi di avere ragione, svoltai improvvisamente.

E la macchina mi seguì.

Non ero ingenua, ci ero già passata prima e la scarica di adrenalina che mi colpì scatenò uno stimolo più che sufficiente a farmi andare anche più veloce.

E se Harry mi stava seguendo?

Ad ogni modo, conoscevo abbastanza queste strade per prendere le curve necessarie fino a che persi la macchina... e mi diressi al club il più velocemente possibile.

Doveva essere Harry... stava cercando di spaventarmi? Non sarei stata sorpresa se avesse pagato qualcuno per scoprire dove vivessi, ma non si sarebbe schiantato contro di me e non mi avrebbe uccisa da lontano. No, Harry voleva farlo in modo personale e da vicino.

E se chiunque mi stesse seguendo sapeva di Mark?

Che cazzo di serata terribile.

Parcheggiai la moto fuori dal club e il cartello rosa neon stava lampeggiando luminoso come sempre. Non c'erano molte macchine parcheggiate fuori quindi dedussi che non fosse una serata affollata, c'erano solo tre uomini che fumavano fuori e parlavano delle ballerine.
La sicurezza stava già aprendo la porta per me ancor prima che mi avvicinassi, e annuii solo mentre mi diressi dentro.

Ero circondata da luci rosa e una musica rock lenta, questa volta non guardai nemmeno i palchi o qualunque altra cosa perché mi focalizzai sul raggiungere il bar così che potessi trovare mia madre, cercando di capire come dirle quello che stava succedendo senza coinvolgere il nome di Harry.

Dio, volevo colpire la testa contro il muro fino a dimenticarmi cosa cazzo avevo fatto quella sera.

«Cleo, hey». June mi colse di sorpresa nel momento in cui raggiunsi il bancone e feci finta che non mi avesse appena spaventata a morte. «Non credevo di vederti qui stasera... Niall se n'è andato prima e nemmeno tua madre è qui».

Cazzo.

Avrei dovuto chiamare Niall o scriverli di nuovo prima di farmi tutta la strada fino a qui per niente e solo per alimentare la mia ansia.

Ma potevate capire che fossi un po' disperata di scappare fuori dal mio appartamento. Non potevo aspettare per viaggiare domani, anche se questa città era a sole cinque ore lontana. Sarebbe stata una pausa molto meritata prima che perdessi la mia cazzo di testa e potessi concentrarmi sul fare il mio lavoro.

«Merda... non lo sapevo». Mi schiarii la gola, guardando nei suoi occhi marroni. «Non sarò qui domani, vorrà dire che dovrò chiamarla allora».

«Beh, io sto per andarmene. Posso accompagnarti fuori. Ti chiederei un passaggio se Z non mi venisse a prendere stasera». Il suo sorriso fu larghissimo e mi sforzai di sorriderle, chiedendomi se avessi il tempo per rubare un po' di droga dall'ufficio di mia madre così sarei stata finalmente capace di dormire.

Cazzo, ero un disastro.

«Certo, andiamo. La chiamerò quando arrivo a casa» dissi a June, guardandola mentre afferrò il suo cappotto leopardato dallo sgabello, salutando con la mano le ragazze che stavano ancora ballando prima che afferrasse il mio gomito per trascinarmi fuori.

Feci scivolare il casco nell'altra mano, permettendo a June di farmi strada mentre cercai di mantenere ordinati i miei pensieri.

Continuai a chiedermi cosa sarebbe successo se non avessi lasciato il mio appartamento stasera... mi avrebbe seguita domani questa persona? Mi stavo immaginando tutto questo? Avrei chiamato Niall non appena tornata a casa.

«Oh, è lì!» June mi trascinò con lei. «Sono eccitata all'idea che tu lo conosca, sei come un radar per i cattivi ragazzi quindi fammi sapere se è okay».

Li attraevo, più che altro.

«Certo» mi schiarii la gola, individuando una macchina parcheggiata a un paio di posti lontana dalla mia moto, e poi c'era un uomo appoggiato contro il cofano con una sigaretta tra le labbra.

E poi si girò per guardarci nel momento in cui June pronunciò il suo nome.

«Zayn!» ridacchiò, lasciando andare il mio braccio per precipitarsi verso di lui e io rimasi lì in piedi e basta, fissandolo.

E i suoi occhi grandi e la sua espressione scioccata erano probabilmente uguali alla mia... perché questo Zayn che era a un paio di passi lontano da me era l'amico di Harry del locale.


*     *     *

Ciao !
Zan zannnn.
Che bello sono in vacanza per Natale e torniamo a scuola il 10 gennaio.
Che strano è già il 2022 e dovrò fare 18 anni non sono pronta.

Fatemi sapere cosa ne pensate ily.

| La storia non è mia, tutti i crediti vanno e sono
riservati all'autrice della storia, Ella.
@windowsella, mi pare si chiamasse❗️ |

-NiK.

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