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{ il falò }
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"State scherzando" si lamentò Cole, quando ci presentammo fuori la sua auto.
Dovevamo dirigerci al falò, e lui era l'unico modo per arrivarci.

"Ok, chiedo a papà di accompagnarci, sono sicuro che approverà le birre" disse Danny, mentre io insieme ad Alex e Jackie, entravamo in macchina.

"Non avete degli amici?" ironizzò il guidatore.

"Perché avere amici quando abbiamo un fratello dolce come te" sorrise il moro, andando a sedersi al lato passeggero, facendo spostare Isaac, che si era impossessato del suo posto.

"Un giorno sarò il più grande e sarà peggio per voi" si lamentò il ragazzo, raggiungendo i sedili dietro, scavalcando quelli avanti.

"Isaac, non penso funzioni così l'età" commentai ridendo.

"Chiudi il becco"

"Hey!" gli diedi un pugnetto sulla spalla.

"Pensi che verrà?" mi chiese Grace, una volta iniziato la festa.

"Secondo me, sì. Insomma è venuto da New York per parlarle" commentò Skylar.

"Parli del diavolo..." sussurrò la ragazza, grattandosi la fronte.

"Ciao, puoi venire un secondo?" Edward ci raggiunse.

"Certo" sospirai, bevendo un sorso di soda.

Insieme ci allontanammo un po' dal gruppo di ragazzi che stavano ballando e bevendo, in modo da poter parlare tranquillamente.

"Dove vai?" qualcuno mi bloccò, afferrando il mio braccio.

"Non sono affari tuoi" mi divincolai dalla presa e seguii il ragazzo moro, sotto lo sguardo infuriato di Cole.

"Eva..." cominciò.

"Edward, perché sei qui?" mi accigliai.

"Non rispondevi alle mie chiamate, ai miei messaggi-"

"E quindi hai pensato di avere il diritto di presentarti qui, all'improvviso" lo interruppi.

"Eva, mi manchi" mi prese la mano.

"Sei serio in questo momento? Ricordi perché ti ho lasciato? O c'è bisogno che ti rinfreschi la memoria?" ritrassi la mano, alludendo al suo tradimento.

"Ho commesso un errore" si passò una mano fra i capelli.

"Tanti, se per questo" lo corressi.

"Ho sbagliato, a baciare Janette. Mi dispiace, ho capito solo dopo averti persa, l'errore commesso" mi guardò negli occhi.

"Meglio tardi che mai" emisi una risata sarcastica
"Senti, Ed, apprezzo che tu ti sia scusato" alzai lo sguardo verso di lui
"E finalmente, aggiungerei" borbottai.

"New York non è la stessa senza di te, e tu non sei la stessa senza New York. Pensi che non sappia, che ti secca stare qui, mentre rovini le tue preziose scarpe per colpa della sabbia, o del fatto che qui ci sia birra scadente e non lo champagne più costoso di Manhattan?" mi mise una mano sulla guancia
"Perdonami, Eva. Perdonami e ti prometto, che non ti deluderò un'altra volta" sussurrò poggiando la sua fronte, vicino la mia.

Io mi allontanai per osservarlo, e sembrava sincero. Ma nonostante fosse ancora il bel ragazzo che ricordavo: nel suo perfetto completo blu, il cappotto nero, le scarpe sempre lucide, nonostante fossimo in spiaggia; ciò non mi fece dimenticare tutto il dolore provato, per colpa sua.

Si avvicinò, provando a baciarmi, ma voltai il viso, facendo finire le sue labbra, sulla mia guancia.

"Penso che tu abbia perso tempo, venendo qui" indietreggiai, con l'intento di andare via.

"È per quel ragazzo? Quello di prima, non è così?" indicò la folla di ragazzi in lontananza; il tono che stava utilizzando non mi piaceva affatto.

"Cosa? Non sai di cosa stai parlando"risposi
"Cole non c'entra con il tuo essere un citrullo!" gli puntai il dito contro; ero furiosa.

"Eva, ascoltami" unì le mani, sospirando.

"No! Ascoltami tu: l'unica ragione per cui la nostra relazione si è conclusa nei peggiori dei modi, sei tu. E se ora, non riesco neanche a guardarti, la colpa non è certo di Cole, ma solo tua" chiarii, guardandolo dritto negli occhi
"Tornatene a casa, Edward" pronunciai per poi tornare dai miei amici, lasciandolo solo.

Dopo qualche partita a beer pong, e dopo aver raccontato a Jackie e Grace la conversazione avuta con Edward, quel "grande evento" di cui tutti parlavano, iniziava a sembrarmi noioso.

"Sto considerando l'idea di bere questa roba" alzai gli occhi al cielo, indicando una birra.

"Il vento sta cambiando!" ironizzò Grace.

"Tutto bene?" mi chiese Jackie, poggiandomi una mano sulla spalla.

"Sì, J, tranquilla. Figurati se mi lascio influenzare da quel tale" scrollai il capo.

"Menomale, perché ha appena tirato un pugno a... Cole?" disse la nostra amica, stringendo gli occhi per definire le due persone che si stavano azzuffando, poco lontane da noi. Scattai, guardando in quella direzione.

"Oh! Non ci posso credere!" mi lamentai correndo dai due ragazzi, lasciando il bicchiere rosso a Grace.

"Quale è il vostro problema?!" esclamai mettendomi in mezzo fra i due, prima che il biondo sferrasse un secondo pugno al moro.

"Togliti di mezzo, fiocchettino" disse Cole, senza guardarmi; il suo sguardo furioso era rivolto verso Edward
"Cole! Guarda me" e così fece, toccandosi lo zigomo ferito, dalla quale colava sangue
"Non ne vale la pena, chiaro?" continuai a guardarlo, e il ragazzo annuì. Lo afferrai per il braccio e feci per portarlo lontano da lì.

"Già, seguila come un cagnolino. Tanto prima o poi ti mollerà" gridò Edward.
Ormai tutti gli occhi erano puntati su di noi.

Cole sospirò, chiudendo i pugni e a passo svelto tornò indietro, pronto a finire ciò che aveva iniziato. Io accelerai il passo, lo superai arrivando di fronte ad Edward, sferrandogli uno schiaffo.

"Per me, sei morto" sibilai per poi prendere Cole, allontanandolo da lui.

"Ciao! Vi siete divertiti... wow, che è successo?" domandò Katherine, quando tornammo a casa, e vide suo figlio con lo zigomo sanguinante.

"Dovresti vedere l'altro ragazzo" ironizzò Cole, uscendo subito dalla cucina.

"Aspettate. Cosa è successo a vostro fratello?" la donna ci fermò, evitando di farci uscire dalla cucina
"Beh?" ci incitò a parlare, dato che restavamo tutti muti.

"I gemelli non fanno la spia" disse Danny.

"Non parlo neanch'io" si aggiunse Isaac.

"Sul serio? Ditemi qualcosa" continuò Katherine esasperata.

"Ragazzi, ci lasciate soli un attimo?" chiese George entrando nella stanza, e noi presenti a testa bassa, uscimmo dalla cucina.

"Eva, sei stata grande!" disse Jackie, quando entrambe fummo nella nostra cameretta.

"Mi fa male la mano adesso" mi lamentai, buttandomi a peso morto sul letto.

"Chissà perché si sono picchiati" il suo sono era pensieroso.

"Lo scoprirò" mi alzai di scatto
"Dopo aver lavato le mani, però" annunciai per poi dirigermi al piano di sotto, ed entrare nel bagno riservato a noi ragazze della casa.

Quando aprii la porta, trovai Cole, davanti lo specchio, che portò subito lo sguardo su di me attraverso esso; era intento a curare la ferita.

"Scusa. So che è il tuo bagno" si scusò, mettendosi dritto.

"Non ti preoccupare, ci metto un secondo" dissi, avvicinandomi al lavandino, aprendo l'acqua corrente e lavando le mani.

"Non ha senso pulire solo un lato. Dammi, faccio io" dissi, e lui mi passò il dischetto di cotone, girandosi verso di me.

"Stai fermo" gli presi il mento con la mano destra, quando gemette di dolore al contatto con il disinfettante.

"Vuoi dirmi perché vi siete picchiati?" chiesi mentre continuavo a tamponare il dischetto sulla ferita. Lui non rispose, abbassò lo sguardo indurendo la mascella
"Capisco che Edward abbia una faccia da schiaffi, però così mi sembra un po' esagerato..." ironizzai, provandogli un piccolissimo ed impercettibile sorrisetto.

"Cole" sussurrai.

"Evangeline" sussurrò a sua volta, guardandomi.
Ed eccolo, un altro momento infinito dove ci guardavamo intensamente, e dove nessuno proferiva parola.

"Credo di poterci pensare da solo" disse improvvisamente, togliendomi dalla mano, il dischetto bianco. Corrucciai le sopracciglia.

"In realtà credo che ci penserò io" intervenne Katherine, facendo il suo ingresso nel bagno
"Grazie, Eva" mi sorrise.
Diedi un ultimo sguardo al ragazzo, e poi uscì dalla stanza.
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🎄questo è il mio regalo di natale per voi :P
fatemi sapere se vi è piaciuto e cosa ne pensate,
lasciando un commento e una stellina🎅

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