Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

[043] i pipistrelli hanno fame di steve

capitolo quarantatré
i pipistrelli hanno fame di steve





                                     NATHALIE AVEVA SEMPRE AMATO IL MARE, I LAGHI, i fiumi e, in generale, l'acqua. Adorava la sensazione che si provava stando lì sotto, anche se, quando era piccola, aveva rischiato di annegare in una piscina, ma quelli erano dettagli marginali.

Nonostante amasse tutto ciò, non si riteneva propriamente una gran nuotatrice. Certo, sapeva muovere le braccia e spostarsi, ma era difficile andare in profondità, soprattutto quando tutto era avvolto nel buio più totale.

Nathalie non sapeva esattamente dove stesse andando, e riusciva solamente a scorgere carcasse di pesci, scheletri e alghe che le si appiccicavano sulla pelle. Se le scrollò di dosso, sentendo il respiro iniziare quasi a mancarle, eppure non sarebbe mai tornata su senza Steve, che certamente era stato tirato nel Sottosopra da qualcosa.

Improvvisamente, poi, la sua attenzione venne attirata da una grande e luminosa luce rossa, e, senza pensarci due volte, si avvicinò ad essa.

Steve aveva ragione quando diceva che fosse un piccolo formato della Porta originale, ma era comunque grande, e un corpo umano era capace di passarci. Lo guardò per qualche secondo, ripensando a quando era andata nel Sottosopra insieme a Nancy nell'83, e la sensazione che aveva provato era stata davvero orribile, tanto da promettere a se stessa che non sarebbe mai più andata in quel posto raccapricciante. Ciononostante, in quel momento si trovava Steve dall'altra parte, e, senza pensarci due volte, si infilò in quel buco, venendo letteralmente spinta nel Sottosopra.

Quando si rese conto del fatto di non trovarsi più sott'acqua, iniziò a tossicchiare per cercare di riprendere fiato, e si guardò attorno. Ecco, quella sensazione era tornata. Era una sensazione di morte, con un freddo pungente che la colpiva in ogni dove, soprattutto in quel momento in cui era bagnata come un pulcino. Quella era Hawkins, solo buia, tetra, spettrale, e tutto il terreno era ricoperto di rampicanti che Nathalie fece attenzione a non toccare, temendo di attirare, in qualche modo, l'attenzione di Vecna o di qualunque altro mostro ci fosse.

Come se non bastasse, in lontananza c'erano degli orribili e spaventosi tuoni con lampi rossi, gli unici a dare un po' di colore, di tanto in tanto, a tutta quell'oscurità.

Si rimise in piedi, e, aguzzando l'udito, si ritrovò a spalancare gli occhi nel momento in cui sentì delle urla, che era certa appartenessero a Steve. Urlava dolorante, stava soffrendo, e Nathalie iniziò a correre verso la direzione della voce, tenendo ben stretto il coltellino di Eddie e sperando di non trovarsi davanti il corpo morto del suo fidanzato.

Improvvisamente, i suoi occhi caddero sul ragazzo steso a terra. Cercava di divincolarsi mentre continuava ad urlare, e solo in quel momento Nathalie si accorse di quei... pipistrelli che lo stavano attaccando, lacerandogli la pelle mentre uno lo stava strangolando, tenendolo fermo per il collo — era una scena al dir poco raccapricciante, in perfetto stile film horror.

«Steve!» gridò a pieni polmoni, correndo verso di lui.

Senza pensarci due volte, Nathalie colpì i due pipistrelli, intenti a scorticargli l'addome, con il manico della torcia che Steve aveva fatto cadere, usando poi il coltellino per colpire quello che stringeva il suo collo.

Quando Steve riprese a respirare, la Henderson fece per chiedergli come stesse, ma si ritrovò a gemere dolorante nel momento in cui avvertì dei canini infilarsi nel suo braccio sinistro, entrando nella carne con violenza.

«Nathalie!» urlò Steve mentre la vedeva dimenarsi, fin quando, fortunatamente, la ragazza iniziò a colpirlo ripetutamente con il coltellino, facendo volare via ciò che di lui restava.

«Gesù Cristo» mormorò la Henderson, passandosi una mano sul volto sudato e sporco di sangue.

«Stai bene?» le chiese immediatamente, correndo verso di lei e stringendola in un forte abbraccio. «Sei una folle, Nathalie — mormorò — Tu neanche sai nuotare» prese il volto fra le sue mani, guardandola negli occhi.

«Ehi, io so nuotare» lo corresse. «Non potevo lasciarti solo, Steve. Io... io ti

Venne fermata dai gemiti di dolore del ragazzo, che si portò la mano sulla ferita all'addome in basso a destra. A dire la verità, aveva un bel po' di ferite, ma quella... Dio, era sicuramente quella messa peggio: la pelle era stata ferocemente tirata via, e la carne insanguinata era in bella vista.

«Diamine, avevano fame di te» mormorò Nathalie, assumendo un'espressione disgustata.

«Mi hanno portato via un chilo di pelle — disse, guardando le sue ferite — ma, a parte quello... sì, mai stato meglio» accennò un sorriso.

Prima che uno dei due potesse aggiungere altro, in lontananza sentirono degli stridii, ed ecco che apparve uno stormo di pipistrelli pronto ad attaccarli e a renderli il loro pasto.

«Vi serve una mano?»

Voltandosi, si ritrovarono davanti Nancy ed Eddie, che stringevano due remi, e Robin che, invece, stringeva una torcia. La loro vista risollevò Nathalie, anche se era abbastanza certa del fatto che un coltellino, due remi e il manico della torcia non avrebbero potuto fermare quegli schifosi ed enormi mutanti — che poi, chiamarli pipistrelli era anche un'offesa ai veri pipistrelli.

«Eddie Munson nel Sottosopra?» scherzò Nathalie, lanciandogli una veloce occhiata.

«Fuggire ultimamente è diventato ciò che mi riesce meglio — mise su un mezzo sorriso — ma non quando riguarda te, Nathalie Henderson. Non ti avrei lasciata qui da sola».

«Sei pronto a batterti con creature reali?»

«Decisamente no».

Ed ecco che furono attaccati da ogni lato da tutti quei pipistrelli schifosi, il cui unico obiettivo era quello di infilare i denti nelle loro carni per scorticarli.

Era evidente che nessuno dei cinque sapesse combattere, ma, ciononostante, chi con il remo, chi con la torcia, e chi con il coltellino, riuscirono quantomeno a respingerli, aiutandosi a vicenda. Questo ovviamente, non tolse il fatto che anche loro subirono gli attacchi, come Nancy che fu morsa dietro la schiena, salvo poi essere liberata da Robin prima che la ferita diventasse grave.

«Cazzo, cazzo!»

«Maledizione!»

«Dietro di te!»

«Ce l'ho, ce l'ho!»

«Va' all'inferno!»

«Andiamo, figlio di puttana!»

I pipistrelli sembrarono fermarsi dopo che Eddie ne impalò uno con il remo, e l'ultimo rimasto era quello che Steve, tenendolo per la coda, stava violentemente sbattendo per terra, facendolo gemere. Dopodiché, mise il piede sulle sue ali, spezzandolo in due e sputando del sangue con una mossa senza dubbio molto sexy — e Nathalie glielo avrebbe detto se le circostanze fossero state diverse.

«Cristo Santo! Gesù Santo! Cristo!» iniziò a delirare Eddie, che da sempre aveva combattuto creature del genere in D&D, e di certo non si aspettava che un giorno lo avrebbe fatto nella vita reale. Era una follia.

«Spero che questi pipistrelli non abbiano la rabbia. Sul serio» prese parola Nathalie, e tutti si girarono a guardarla.

«Non di nuovo, per favore» quasi la supplicò Steve, ripensando a quando avevano affrontato un discorso del genere prima di essere attaccati dai Demo-cani.

«Lo sai che mi spaventa da morire. Preferisco morire seduta stante che soffrire a causa della rabbia, Steve. E se questi pipistrelli hanno la rabbia, tu soffrirai, poi mi morirai davanti agli occhi, e io non ho intenzione di diventare vedova... anche se non siamo sposati, ma sì, hai capito che intendo» blaterò senza sosta prima di spalancare gli occhi. «Porca puttana — si toccò il braccio, sfiorando il punto in cui uno di quei bastardi l'aveva azzannata per mezzo secondo — Il mio incubo potrebbe diventare realtà» quasi piagnucolò.

Rimasero in silenzio ad osservarla con uno sguardo che sapeva tanto di 'fai sul serio?', e sì se faceva sul serio, cavolo.

D'un tratto, si sentì un tuono in lontananza, seguito da un forte stridio. Si voltarono tutti, spalancando gli occhi alla vista di quelle creature che, squittendo a starnazzando, andavano dritti verso di loro.

I pipistrelli, però, non li attaccarono, ma — che gran bastardi — si misero davanti al Portale, bloccando il passaggio.

«Che figli di puttana» mormorò Nathalie, iniziando a chiedersi come diavolo avrebbero fatto a tornare a casa senza... morire, ecco.

«Va bene. Non sono poi tanti» disse titubante Steve. «Possiamo farcela, giusto?» cercò conferma nei suoi amici.

In risposta, quelle sei bestie di Satana vennero raggiunte da altri pipistrelli, da uno stormo di pipistrelli.

«Cosa dicevi?» ironizzò Robin.

«Già. Credo che... moriremmo se tentassimo di lottare — disse con nonchalance Nathalie prima di girarsi a destra — Ehi, ragazzi! Il bosco. Andiamo!» e corse verso quella direzione, con gli altri al suo seguito.

Per quanto lo odiasse, era l'unico posto in cui cercare di nascondersi fra gli alberi, o almeno lo sperava.

Iniziarono così a correre, facendo slalom fra l'erbacce e cercando di non calpestare quegli schifosi rampicanti, e, a loro seguito, ovviamente c'erano quei mostri che non facevano che stridere.

A dirla tutta, Nathalie quasi sentiva la mancanza del bosco di Hawkins, dato che quello del Sottosopra era certamente più spaventoso. Gli alberi, almeno la maggior parte, erano spogli, e ad accompagnarli in quella corsa verso solo Dio sapeva dove, c'erano anche quei dannati tuoni e quei maledetti lampi rossi.

Nessuno sapeva bene dove stessero andando, e, infatti, si limitarono a seguire Nancy, che era quella che, sicuramente, aveva un miglior senso dell'orientamento, fin quando anche Nathalie capì che stessero correndo lungo la stessa strada che avevano percorso dall'altra parte insieme a Dustin e agli altri.

Dopo quelle che sembrarono delle ore, infatti, arrivarono a Skull Rock, nascondendosi sotto quell'enorme pietra a forma di teschio, che nel Sottosopra ci stava certamente meglio.

«Vedi, Harrington — ansimò Nathalie, lasciandosi andare contro la pietra — anche qui c'è il tuo buco di merda».

Nonostante la situazione, Steve si lasciò andare a un piccolo sorriso prima di stringere gli occhi a causa del dolore all'addome, e un parte di lui sperò davvero che quei pipistrelli non avessero la rabbia.

Rimasero in silenzio per un po', e gli unici rumori erano i loro ansimi mentre cercavano di riprendere fiato. Nessuno dei cinque sapeva esattamente cosa dire, e riuscivano solamente a chiedersi come diavolo avrebbero fatto ad andare via da lì.

Strizzarono gli occhi nel momento in cui avvertirono lo stridio dei pipistrelli, ma, dopo qualche secondo, iniziò ad allontanarsi, segno che, almeno per il momento, non sarebbero morti, ecco.

«Oddio, per un pelo» mormorò Robin, uscendo allo scoperto, seguita da Nance.

«Già. Per un pelo» annuì Eddie, rilasciando un sospiro di sollievo.

Nathalie non rispose, poggiando gli occhi su un dolorante Steve, che faceva di tutto per nascondere che stesse soffrendo come un cane per il fatto che fosse stato brutalmente attaccato da ben tre pipistrelli prima che lei andasse ad aiutarlo. Come se non bastasse, aveva visto la sua ferita, e quei pipistrelli lo avevano scorticato per bene.

«Steve...» lo richiamò.

Fece per avvicinarsi a lui, ma ecco che il ragazzo quasi cadde a terra, motivo per cui si poggiò con la schiena contro la parete dell'enorme pietra, gemendo dolorante.

«Ehi, ehi, ehi!» corse verso di lui, preoccupata.

«Sto bene — mormorò flebilmente — Sto bene».

Lei scosse la testa. «Non dirmi cazzate e non prendermi per il culo, okay? Stai perdendo sangue. Quei bastardi ti stavano mangiando l'addome, quindi smettila di fare l'orgoglioso, siediti e fammi vedere» mise in chiaro, prendendogli poi il volto sudato e sporco fra le mani. «Per favore, Steve» addolcì il tono della voce.

Harrington, stringendo i denti a causa del dolore, spostò la mano della ferita, facendo assumere un'espressione disgustata a Nathalie. Aveva una profonda lacerazione provocata dai morsi dei pipistrelli, che gli avevano strappato la pelle così tanto che era visibile la sua carne, dalla quale fuoriusciva un bel po' di sangue.

«Gesù... okay, senti — prese parola nervosamente mentre si sfilava la giacca a quadri, aiutandosi poi con il coltellino per aprirla in due — Lo stordimento non è un sintomo della rabbia. Lo sono le allucinazione, gli spasmi e la violenza, quindi se ti viene voglia di darmi un pugno, ad esempio, dimmelo, così so di non dover rispondere dato che non sei davvero tu ma è... la rabbia» rise in preda ad una crisi nervosa.

«Nathalie... voglio darti un pugno» disse fra gli ansimi, strappandole un sorriso.

«Bene, almeno non hai perso il tuo umorismo» gli carezzò il volto sudato e bollente, rigirandosi poi la 'benda' fra le mani. «Sei pronto?»

«Sì» si allontanò leggermente dal muro, alzando le braccia in modo che lei potesse fasciarlo.

Nathalie fece un profondo sospiro prima di iniziare a far passare la benda attorno al suo addome rovente mentre lui gemeva dal dolore.

«Scusa, ho quasi finito — mormorò, facendo fare dei giri alla fascia — Trovi che sia stretta?» gli chiese, alzando il capo per poterlo guardare negli occhi.

«No, va bene, va bene» annuì mentre lei faceva un piccolo nodo.

Ci fu qualche secondo di silenzio, e Harrington la guardò mentre, ancora una volta, si prendeva cura di lui. Ebbe una sorta di déjà vu, tornando a quel lurido bagno del Mall, e per un attimo ebbe l'istinto di dirle 'ti amo', pensando che forse fossero destinati a confessarsi i propri sentimenti in situazioni del genere, ma poi lanciò uno sguardo a Eddie, Robin e Nancy, e no, non aveva alcuna voglia di mettere in scena un film romantico.

«Fatto» disse poco dopo Nathalie, lasciandogli poi un tenero bacio sul petto e sorridendogli dolcemente.

«Grazie» mormorò, carezzandole la guancia con delicatezza.

Subito dopo, lo aiutò e rimettersi in piedi.

«Dunque, ehm... — prese parola Eddie, che si trovava in piedi su una pietra a osservare i lampi — Se ricordo bene, questo posto è come Hawkins, ma con mostri e cose schifose?» si girò verso il gruppo, lanciando poi una veloce occhiata a Nathalie, che gli aveva spiegato tutto nei minimi dettagli.

«Più o meno» rispose Nance.

«Ottimo» mormorò Eddie, pronto a scendere.

«Ehi — la Henderson lo fermò, quasi facendolo sobbalzare — Hanno una mente a sciame. Se tocchi i rampicanti, siamo... fottuti».

Inarcò un sopracciglio. «Una cosa? Questa parte devi averla saltata nella descrizione di questo fantastico mondo».

«Tutti questi inquietanti rampicanti è come se fossero una cosa sola. Se ne calpesti uno, calpesti il pipistrello e Vecna» spiegò Steve.

Eddie si guardò attorno, rendendosi conto del fatto che quella pietra fosse piena di rampicanti. Era stato fortunato a non averne calpestato uno mentre saliva.

«Cazzo» disse prima di scendere cautamente.

«Ma ciò che è nel nostro mondo, c'è anche qui, giusto? Persone a parte» prese parola Robin.

«Sì» rispose Nathalie. «Insomma, così dovrebbe essere. C'è anche questo schifo di posto reso famoso nientemeno che da Steve Harrington».

«Quindi, in teoria, potremmo rubare alla stazione di polizia armi e granate per far esplodere i pipistrelli a guardia della Porta» propose.

«Dubito che la polizia di Hawkins abbia delle granate, Robin, ma pistole sì, certo» annuì Steve.

«Non dobbiamo arrivare fino a là per delle armi. Ho delle armi nella mia camera da letto. Un Makarov russo e un revolver — disse Nance prima di guardare la Henderson — Ti ricordi? Quando abbiamo combattuto il Demogorgone e hai puntato la pistola contro Steve».

Eddie, con un salto, guardò Nathalie e Nance. «Non so se... se trovo più assurdo il fatto che Nancy Wheeler abbia delle armi, plurale, nella sua camera da letto, o che la piccola Nathalie Henderson ne abbia puntata una contro Steve Harrington» mise su un mezzo sorriso divertito.

«Sono piene di sorprese, vero?» rise nervosamente Robin.

«Una parte di me ancora pensa che volessi farmi fuori per davvero» mormorò Steve, girandosi verso Nathalie e guardandola dolcemente.

Lei ricambiò, accennando un flebile sorriso. «Avevo solo paura che morissi».

«Già all'epoca» sussurrò.

«Già all'epoca» confermò.

I due si osservarono per qualche secondo, entrambi solo desiderosi di saltarsi addosso. Steve, poi, puntò i suoi occhi sulle labbra di Nathalie, che mai come in quel momento sembravano reclamarlo.

D'un tratto, quel momento venne brutalmente interrotto da Eddie, che lanciò a Steve la sua giacca di jeans, guardandolo poi con un'espressione seria.

«Ehi, un po' di pudore, amico» quasi sembrò bacchettarlo, facendogli ruotare gli occhi al cielo, piuttosto nervoso.

Prima che potesse ribattere, però, ci fu un rombo assordante, e, contemporaneamente, la terra prese a tremare sotto i loro piedi. Steve si affrettò a circondare il busto di Nathalie, portandola con sé sotto l'enorme pietra, e quando tutto smise di tremare, sentirono un ululato in lontananza. Anzi, tanti ululati.

«Sì, le armi mi sembrano davvero un'ottima idea» prese parola Eddie, che si trovava per terra con Nance e Robin.

Quest'ultima annuì. «Sì, pure a me».

«Allora cosa aspettiamo? — Steve accese la sua torcia — Andiamo» e si mosse verso il bosco.

Il resto del gruppo lo seguì silenziosamente.

• • • •

                                   NATHALIE ERA STANCA, ESAUSTA, SFINITA DI CAMMINARE in quel merdoso bosco inquietante. Sul serio. Probabilmente avrebbe iniziato a sognarlo anche di notte — se fosse tornata viva a casa, ovviamente — e, come se non bastasse, le lamentele di Robin non facevano che peggiorare la situazione. L'unica cosa positiva, almeno, era che fossero quasi a casa Wheeler, o così diceva Nance.

Dietro le tre ragazze che chiacchieravano, invece, si trovavano Eddie e Steve. Il primo era leggermente più avanti del secondo, che gli lanciò una veloce occhiata prima di fare un profondo sospiro.

«Eddie? Eddie? — lo richiamò, facendolo fermare e voltare confuso — Ehi, senti, io volevo... volevo dirti grazie per avermi dato la torcia e per avermi salvato le chiappe quando il pipistrello, sai...»

Munson lo guardò per qualche secondo, chiedendosi se davvero Re Steve Harrington lo stesse ringraziando: forse il Sottosopra rincoglioniva anche le persone.

«Cazzo, te le sei salvate da solo, amico. Insomma, hai fatto una vera mossa alla Ozzy» fece un mezzo sorriso.

«Ozzy?» domandò perplesso.

«Quando hai fatto quella cosa con il pipistrello» gli spiegò, trovandosi davanti solo un'espressione confusa. Eddie perse il suo sorriso, quasi ferito per il fatto che Steve sembrasse non conoscere quella che per lui era un'icona. «Ozzy Osbourne? Black Sabbath? Lui ha preso a morsi un pipistrello sul palco. Hai presente?» tentò ancora, trovando oltraggiosa una cosa del genere.

«Io non...»

«No?»

«No».

«Fa niente. Sei stato molto metal. Tutto qua».

«Beh... grazie».

«Sai... gli Henderson mi avevano detto che eri uno duro e uno in gamba. Hanno insistito su questa cosa» lo informò Eddie.

«Hanno detto così?» Steve lo guardò con un sorriso accennato.

«Sì, cazzo. Quei ragazzi... loro ti venerano, direi. Tu non ne hai idea. È un po' irritante sinceramente» gli fece assumere un cipiglio. «Mi sono ingelosito un po', Steve — ammise, lanciandogli una veloce occhiata — Forse perché non potevo accettare il fatto che Steve Harrington, in realtà, è in gamba. Genitori ricchi, popolare, amato dalle ragazze, non stronzo. È troppo, amico. Troppo, insomma. Ah, e per di più sei fidanzato con la fantastica Nathalie Henderson, la persona migliore che abbia mai conosciuto. Tutto questo cozza con qualsiasi legge dell'intero universo e della mia personalissima Munson-dottrina. Sono ancora geloso, comunque. Per questo non sarei mai saltato in quel lago per salvarti il culo se non lo avesse fatto lei, e comunque non... in normali circostanze».

Steve lo guardò per qualche secondo, rendendosi conto di avere finalmente l'opportunità di fargli la fatidica domanda. «Okay amico, senti, ti piace Nathalie? Insomma, l'ho sempre pensato, e ora mi dici che sei geloso...»

«A chi non piace Nathalie?» si strinse nelle spalle.

Ruotò gli occhi al cielo. «Sai cosa intendo».

«Mh mh, se mi piacerebbe infilarle la lingua in gola? La risposta è sì, amico. Non sono di legno, sai? Anche io subisco il fascino delle ragazze, soprattutto se sono intelligenti, colte musicalmente e se ne infischiano delle voci» rispose con nonchalance.

«Ehi, ehi, okay, basta — lo fermò — Ho capito, Gesù. E lei che continuava a dire 'No, Eddie non prova niente'. Pff».

Eddie fece una mezza risata. «È un tantino diverso. Il fatto che io la trovi attraente è una cosa naturale, no? Lei mi piace. Cavolo se mi piace. E ci avrei provato se non fosse stata con te ma... il punto è che siamo... come dire, anime gemelle platoniche, ecco».

«Anime gemelle... platoniche? Tu e la mia ragazza?» lo guardò come se fosse pazzo.

«Esatto! Sai, qualcosa che va oltre» poi sospirò, lanciando un veloce sguardo a Nathalie, che camminava un po' più avanti a loro. «Steve, lei... lei mi ha salvato la vita — ammise, abbassando il tono della voce — Buffo dirlo quando sto, stiamo per rimanerci secchi, ma lei mi ha davvero salvato la vita. Da quando l'ho conosciuta, ho iniziato a pormi degli obiettivi, come finire il Liceo, andare via con la mia cazzo di chitarra. Ha visto qualcosa in me dal primo momento, infischiandosene delle voci che giravano. Forse sì, questo potrebbe spiegare, in maniera riduttiva, il perché mi piaccia... ma è realmente qualcosa che va oltre» cercò di fargli capire.

A quelle parole, Steve accennò un lieve sorriso, rendendosi conto che, accecato dalla sua gelosia, non aveva notato che il loro rapporto fosse come quello suo e di Robin.

Anime gemelle platoniche. Era spesso il termine che anche la Buckley utilizzava per parlare di loro due, e Steve quasi si sentì in colpa per tutte quelle scenate di gelosia: Eddie e Nathalie non condividevano altro che un profondo e immenso bene, un qualcosa che andava oltre all'amicizia e all'amore.

«L'ha fatto anche con te, quindi» capì Steve poco dopo.

«Mh?» lo guardò confuso.

«Darti speranza, farti capire che non sei spacciato» spiegò.

«Oh sì. Fin da subito in realtà, sai? E poi è una vera dittatrice. Le sessioni di studio con lei sono... insomma, hai presente Hitler?» chiese divertito.

«Sì, decisamente» annuì Harrington con una risata.

«Le hai detto che la ami?» gli chiese a bruciapelo, facendolo boccheggiare.

«Cosa?»

«Che la ami. Gliel'hai detto? — ripetette, quasi spalancando gli occhi quando notò la sua espressione — No? Perché ancora non l'hai fatto?»

Steve sospirò. Se al vecchio Steve avessero detto che un giorno si sarebbe ritrovato a parlare di Nathalie Henderson insieme a Eddie Munson, sarebbe certamente scoppiato a ridere. Ma, oramai, dopo tutto quello che stava succedendo, niente più lo meravigliava — e poi quel ragazzo non era così male come credeva, e Nathalie aveva sempre avuto ragione sul suo conto.

«Non so se l'hai notato, ma siamo sempre circondati da mostri schifosi, e poi... non lo so, insomma, se non ricambiasse?» si grattò la nuca imbarazzato.

Munson rimase perplesso davanti a quelle parole per due motivi: Steve Harrington non era il donnaiolo di cui tutti parlavano quando si trattava di Nathalie Henderson, e, inoltre, come diavolo faceva a non vedere l'amore che quella ragazza provava per lui?

Improvvisamente, uno stridio in lontananza li fece  fermare, ma, per fortuna, non c'era alcun pipistrello nei paraggi.

«No. Fuori da D&D non sono un eroe» mormorò Eddie. «Se vedo un pericolo, io giro i tacchi e corro. Almeno è quello che ho imparato di me questa settimana» disse quasi amaramente.

«Non buttarti giù, amico».

Il ragazzo lo prese per le spalle, facendolo fermare e indicando Nathalie, Nancy e Robin. «Vedi? L'unica ragione per cui sono venuto qui è perché le ragazze si sono tuffate subito. Nathalie si è tuffata subito. Sì, non l'avrei mai lasciata sola, ma non volevo neanche fare la figura di quello che resta indietro. Lei non ha perso neanche un secondo. Neanche un secondo. Si è tuffata subito — lo guardò negli occhi attentamente — Sei fortunato ad averla, Steve Harrington. Le persone farebbero carte false per lei. Io avrei fatto carte false se l'avessi conosciuta prima di te. Perché quello è stato il più inequivocabile segno di vero amore che questi cinici occhi abbiano mai visto. Lei ti ama. Tira fuori le palle e diglielo» gli diede una pacca prima di riprendere a camminare.

Steve sospirò, sentendo un piccolo sorriso farsi strada sul suo volto mentre ripensava alle parole di Eddie, e soprattutto al fatto che lei si fosse gettata a salvarlo senza pensarci due volte, nonostante non sapesse nuotare chissà quanto bene. Eppure l'aveva fatto solo per lui, e forse Eddie aveva ragione. Doveva solo tirare fuori le palle e dirle quanto l'amasse.

Improvvisamente, ci fu nuovamente un forte boato e la terra tremò sotto i loro piedi, facendoli traballare.

«Ecco che ci risiamo!» disse a denti stretti Eddie.

Gli occhi di Harrington, invece, andarono a poggiarsi immediatamente sulle tre ragazze per accertarsi che stessero bene. Che lei stesse bene.

Quando finalmente quella scossa terminò, in lontananza videro casa Wheeler.

Ce l'avevano fatta, cazzo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro