[038] oh sciocco, non sai chi è rick spinello?
capitolo trentotto
oh sciocco, non sai chi è rick spinello?
C'ERA UNA COSA CHE NATHALIE HENDERSON aveva imparato in quei due anni e mezzo di esperienze soprannaturali e paranormali: essere paranoici non era sbagliato e per nulla esagerato. Proprio per quel motivo, mentre faceva colazione, rimase con il cucchiao a mezz'aria e gli occhi spalancati dopo aver sentito le parole della giornalista in TV.
«Siamo al Forest Hills Trailer Park, nella contea di East Roane. Ancora non abbiamo molti dettagli, ma vi confermiamo che questa mattina è stato rinvenuto il corpo di uno studente della Hawkins High. La polizia non ha ancora rivelato il nome della vittima e ora avviserà la famiglia».
Ora, la sua paranoia principale non aveva a che fare con il Sottosopra — la Porta era chiusa e credeva e sperava che tutto fosse finito — ma più con il fatto che il cadavere potesse appartenere a uno dei suoi due amici.
«Dove ha detto che sono?!» scattò improvvisamente, attirando l'attenzione di Claudia e Dustin.
«Forest Hills Trailer Park, tesoro» le rispose la sua madre, che carezzava il pelo di Tews.
«Il campo caravan» specificò suo fratello, che forse non era paranoico come lei o non aveva ancora ben collegato.
Nathalie mandò giù il groppo che aveva in gola, riuscendo a collegare il campo caravan solo a Max e Eddie, due studenti della Hawkins e suoi cari amici, quindi era evidente il motivo per cui fosse preoccupata, e, soprattutto, era giustificata la sua paranoia.
«Il mio cuore non può reggere anche questo» pianse improvvisamente Claudia, spaventata. «Poteva succedere a uno di voi due — si asciugò una lacrima sfuggita al suo controllo — Solo Dio sa quanto avrei sofferto» continuò.
I due fratelli si lanciarono una veloce occhiata, e mentre Dustin si occupò di tranquillizzarla, Nathalie si precipitò ad aprire la porta dopo il suono del campanello.
Davanti si ritrovò Max, il cui volto pareva essere sconvolto, e lei, in generale, era parecchio agitata. Alla sua vista, il cuore di Nathalie si alleggerì, ma sarebbe stata del tutto tranquilla solo quando avrebbe visto anche Eddie Munson.
Ciononostante, la visita della ragazza preoccupò non poco Nathalie, soprattutto perché nell'ultimo periodo non avevano parlato chissà quanto, e lei si era allontanata dal gruppo. Quindi, vederla lì, non era una cosa tanto positiva.
«Devo parlarti».
E così Nathalie capì di non aver sbagliato affatto ad essere paranoica, soprattutto dopo le parole di Maxine, e no, la vittima non era Eddie — per fortuna — ma questo di certo non migliorava la situazione, in particolare perché la ragazzina sosteneva che la vittima fosse Chrissy, e che il suo cadavere si trovasse nella cazzo di roulotte di Eddie, che, tra l'altro, pareva essere sparito.
Ecco, non si metteva comunque bene per Eddie Munson, che se non era la vittima, sicuramente sarebbe stato il carnefice per la polizia, e no, a Nathalie non servivano neanche prove per la sua innocenza. Conosceva Eddie come le sue tasche e non avrebbe mai ucciso qualcuno, tantomeno la dolce Chrissy.
Era l'unica cosa di cui era certa.
«Chrissy Cunningham? Sicura che fosse Chrissy?» a risvegliarla dai suoi pensieri fu la voce di Dustin, che si muoveva freneticamente all'interno della sua stanza.
«Sì, indossava la divisa da cheerleader. La stessa di quando l'ho vista con Eddie» rispose Max, che, invece, non sembrava per nulla convinta dell'innocenza di Eddie.
Insomma, Nathalie non se la sentiva di darle torto. Dopotutto, per chi non lo conosceva poteva sembrare davvero un folle, e lei stessa, se non fosse stata una sua amica, lo avrebbe creduto colpevole dopo che nella sua roulotte era stato ritrovato un cadavere — ma invece, fortunatamente, lo conosceva e non era stato lui.
«Nathalie, ehi! — fu proprio suo fratello a richiamare la sua attenzione — Tu sai qualcosa? Eddie te ne ha parlato?»
«Già, voi siete molto amici. Sai qualcosa?» le chiese anche Max.
Gli occhi di entrambi furono su Nathalie, che prese parola dopo un sospiro profondo. «L'ho visto ieri a pranzo l'ultima volta e non abbiamo più parlato, ma... sì, mi ha detto che avrebbe incontrato Chrissy ieri sera dopo la Campagna — poi si mise in piedi — Ma chiariamo una cosa, lui non l'ha uccisa».
«Esatto!» concordò suo fratello, che non solo voleva bene a Eddie, ma lo considerava una sorta di idolo, un modello di riferimento, e non voleva credere a quella storia.
«Come fai ad esserne sicura?» le domandò Max.
«Perché conosco Eddie, e sì, è po' eccentrico, ma non è pazzo, non è un omicida e non è in grado di uccidere nessuno!» rispose a tono, sicura al cento per cento delle sue parole. «L'hai raccontato alla polizia?» domandò, poi.
«No».
«Perché? Insomma, se lo credi colpevole...»
«Perché — si fermò un attimo, facendo un profondo sospirò — io volevo parlarne prima con te, con voi. So che siete amici e io... questo» ammise. «Ma di sicuro non sono l'unica ad averli visti insieme. Davano nell'occhio» aggiunse poco dopo.
«Beh, sì, Eddie Lo Svitato insieme a Chrissy La Cheerleader. Direi che è come un pugno in un occhio» si agitò Nathalie, certa del fatto che le persone non avrebbero per nulla fatto fatica a crederlo colpevole: era il colpevole perfetto.
Certo, il fatto che fosse scappato via non giocava di certo a suo favore, ma dopotutto lo giustificava. Qualunque cosa fosse successa in quel caravan, era sicuramente orribile se Eddie era scappato e non aveva cercato di contattare nessuno, neanche lei.
«Esatto. Il suo nome non è ancora stato fatto, ma vi assicuro che Eddie è l'indiziato numero uno» disse ancora Maxine.
«Non ha senso. Non è stato Eddie. Non esiste. Non esiste!» Dustin scosse freneticamente la testa
«Ma non possiamo escluderlo!» ribatté ancora la ragazzina.
«E invece lo escludiamo, Maxine — la guardò Nathalie — Come ti ho detto, Eddie non è un omicida. Non so cosa sia successo in quel caravan, ma sono certa che anche lui stia, in qualche modo, soffrendo. Lo conosco da un anno, ormai, e lui è... una brava persona».
«Tu non lo conosci come lo conosciamo noi, okay?» Dustin le diede man forte. «Quando siamo arrivati al Liceo, Lucas ha legato con gli sportivi. E io e Mike? Nessuno è stato gentile con noi. Nessuno a parte Eddie» continuò.
«Okay, beh, insomma, hanno detto le stesse cose su Ted Bundy. 'Sì, è un ragazzo gentilissimo, solo che passa il weekend ammazzando donne a caso'».
«Gesù, stai davvero paragonando Eddie a Ted Bundy?» Nathalie inarcò un sopracciglio.
«Non li paragono, dico solamente che non possiamo fare supposizioni, okay? Ma Eddie è in una brutta posizione!»
A quelle parole, Nathalie si risedette sul letto di Dustin, passandosi una mano fra i capelli. Poi, improvvisamente, una lampadina le si illuminò, e guardò Maxine, che aveva lo sguardo basso.
«Tu non l'hai fatto solo per noi» prese parola.
«Cosa?» chiese lei.
«Ti conosco, e so che se lo avessi creduto colpevole al cento per cento, lo avresti detto agli sbirri perché era la cosa giusta — disse certa — Quindi, qual è il vero motivo? Perché non l'hai detto alla polizia e sei venuta qui a parlarne con noi?»
Max sospirò a quelle parole, consapevole di non poter mentire. Così, dopo qualche secondo, si sedette al loro fianco, pronta a parlare e a dire tutto.
«Dopo che ho visto Eddie e Chrissy entrare nel caravan... — si fermò per qualche secondo, mostrandosi incerta — è successo anche qualcos'altro» li guardò con serietà.
«Cioè?» Nathalie la invitò a continuare.
«Stavo guardando la TV, e... e ci sono state delle interferenze. Le luci andavano e venivano. Sembravano impazzite, e c'era un continuo ronzio elettrico. Poi Eddie ha urlato ed è corso via con il suo van, e tutto è tornato normale improvvisamente» spiegò. «Niente di troppo strano, sia chiaro. Eddie guida sempre come un pazzo e spesso salta la corrente. Là viviamo in un posto di merda, ma... stamattina ci stavo ripensando, e... non lo so. Aveva una faccia così... Era spaventato. Spaventato a morte. Forse ha avuto paura perché... ecco, aveva appena ucciso una persona, e... Oppure perché... io, non lo so, magari...»
«È stato qualcos'altro a ucciderla?» tentò Dustin.
«Qualcosa del Sottosopra?» aggiunse Nathalie, mentre una sensazione alla bocca dello stomaco le diceva 'sì, riguarda proprio il Sottosopra'.
Avevano chiuso già la Porta una volta ma era stata riaperta, quindi non era assurdo pensare che, in qualche modo, ci fosse un altro mostro in giro. E quello avrebbe spiegato anche la scomparsa di Eddie e la sua paura. Avrebbe spiegato ogni cosa.
Nathalie era consapevole di come fosse scioccante trovarsi a faccia a faccia con mostri del Sottosopra, quindi riusciva a comprendere Eddie, e, ancora di più, capiva perché non avesse detto nulla a nessuno dei suoi amici: chi mai avrebbe potuto credergli? Beh, loro certamente sì — e pensare che l'estate scorsa aveva fatto di tutto per non coinvolgerlo; forse se avesse avuto a che fare con i russi e con il Mind Flayer, sarebbe andato da lei, mentre ora non aveva idea di dove fosse.
«Sì» rispose poco dopo Max, visibilmente spaventata e turbata. «Ma è impossibile. Vero?» quasi sembrò supplicarli con lo sguardo: non voleva rivivere tutto quello, soprattutto non dopo ciò che era successo a Billy.
«Non lo so. Dovrebbe esserlo» rispose Dustin.
«Credevamo fosse impossibile già due volte, e invece abbiamo affrontato i Demo-cani e il Mind Flayer, quindi non è impossibile — prese parola Nathalie — Solo una persona conosce la verità, e dobbiamo trovarla».
«Eddie» capì Max, facendola annuire.
«Ne hai parlato con qualcun altro?» chiese Henderson Junior.
«No» scosse la testa. «Non ho trovato nessuno, e Mike è in California».
«Già — la castana si mise in piedi, passandosi una mano fra i capelli — Dobbiamo trovare Eddie prima della polizia».
«Hai il numero di uno degli amici di Eddie?» le chiese suo fratello, facendole scuotere la testa. «Cazzo» mormorò.
«C'è un modo in cui possiamo procurarli?» gli domandò.
Dustin ci mise qualche secondo prima di balzare in piedi. «Andiamo. Nathalie, prendi le chiavi dell'auto».
• • • •
QUANDO NATHALIE FERMÒ IL VEICOLO FUORI AL Family Video, si diresse immediatamente nel negozio, seguita dai due ragazzini. Il suo sguardo cadde su Steve e Robin, che si trovavano dietro al bancone, e corse verso di loro.
«Ehi, non credevo passassi» le sorrise il ragazzo, felice di vederla. «Hai visto? C'è stato un omicidio».
«Quanti telefoni hai?» fu la prima cosa che gli chiese, avvicinandosi al bancone.
«'Ciao anche a te Steve, come stai? Mi sei mancato stanotte. Ah, e il lavoro come sta-»
Le sue parole vennero fermate dalle labbra di Nathalie, che premettono sulle sue, lasciandogli un bacio a stampo.
Quando si staccò, lo guardò negli occhi. «Quanti telefoni hai?» ripetette.
«Due — le rispose finalmente, aggrottando le sopracciglia a causa dello stato di agitazione in cui si trovavano lei, Dustin e Max. Poi guardò Robin in cerca di conferma — Due, vero?»
«Tre se conti quello di Keith sul retro» rispose lei.
«Tre bastano» asserì Max.
«Perfetto» mormorò Dustin prima di scavalcare il bancone e avvicinarsi al PC, facendo cadere numerose videocassette.
«Oh, ma che fai?! Le mie videocassette!» Steve lo guardò come se fosse pazzo.
«Sei scemo?» chiese anche Robin.
Nathalie ruotò gli occhi al cielo prima di raggiungerlo insieme a Max, ma, a differenza sua, superarono il bancone come persone normali.
«Dustin, Gesù, ma che fai? Si può sapere?» continuò a chiedere Steve mentre Robin cercava di rimettere in ordine il macello di Henderson Junior.
«Allestisco qui la base operativa» rispose il ragazzino, smanettando al PC.
«La base operativa?» ripetette Robin, perplessa.
«Ma- Molla il PC!» lo ammonì Harrington.
«Ehi, ci serve. Per favore» Nathalie lo guardò negli occhi, usando la tattica del 'faccino dolce per convincere Steve a fare qualcosa'.
Lui sospirò, passandosi una mano fra i capelli. «A cosa vi serve? Questo posso saperlo, almeno?»
«Per i numeri degli amici di Eddie» disse Dustin.
Steve assunse una smorfia. «Ah, Eddie, quello che ti sembra più fico di me perché gioca al tuo gioco da nerd, e che — guardò Nathalie — corteggia la mia ragazza?» chiese ironicamente.
«Non ho mai detto che è più fico di te».
«Non ci prova con me».
Risposero all'unisono i due fratelli Henderson, facendogli ruotare gli occhi al cielo.
Ovviamente, Steve Harrington ancora non digeriva l'avvicinamento di Nathalie ed Eddie, che, come non bastasse, stava diventando anche l'idolo di Dustin. Forse era da immaturi, ma spesso sentiva come se il suo posto stesse per traballare, pronto ad essere sostituito da lui. Sapeva che non sarebbe mai successo, che Dustin gli volesse bene e che Nathalie lo preferisse a qualsiasi altro ragazzo, ma sfidava chiunque a non ingelosirsi sapendo che la propria fidanzata passasse tanto tempo con un altro, cenasse con lui e suo zio, e trascorressero del tempo in una roulotte a cantare e a suonare la chitarra elettrica.
Ah, ed era certo che ad Eddie Munson piacesse Nathalie. Fortunatamente, non li aveva mai visti interagire, ma una persona che improvvisamente si infilava a casa di una ragazza, sbucando dalla finestra, solo per passare del tempo con lei, non lasciava molti dubbi. Insomma, lui stesso lo aveva fatto.
«Sul serio, non potete starvene qui a giocare. È un giorno affollato, oggi» disse Robin, esasperata.
«Ti capiamo, Rob, ma non possiamo aspettare. Questo non può aspettare» rispose Nathalie mentre Steve, al suo fianco, si passava una mano sul volto.
«Chiamare gli amici di Eddie è un'emergenza?»
«Esattamente».
«Non ti strangolo solo perché ti-» Steve si fermò prima che potesse dire quelle due paroline, e attirò l'attenzione di tutti, che lo guardarono straniti. «ti trovo tanto, tanto bella oggi» si salvò in calcio d'angolo, mettendo su un sorriso nervoso.
Era da un po' che Steve Harrington era certo di amarla. Aveva sempre saputo che non fosse solo una semplice cotta, ma più trascorrevano i mesi e aumentavano i sentimenti, più lui si rendeva conto di quanto l'amasse. Credeva fermamente che fosse la donna della sua vita — no, non esagerava —, colei che avrebbe voluto avere accanto sempre... ma non riusciva mai a trovare il coraggio di dirglielo.
Forse il punto era sempre lo stesso: la paura che lei non provasse le stesse cose — oltre che per il fatto che fosse imbarazzante dirlo davanti a tutti la prima volta.
«Qualcuna di voi due li aggiorna? — Dustin guardò Max e Nathalie — Io ho da fare qui».
«Aggiornarci su cosa?» domandò Robin, e anche Steve parve interessarsi maggiormente a tutta quella strana situazione.
• • • •
NATHALIE ATTORCIGLIAVA NERVOSAMENTE IL FILO della cornetta attorno al suo indice, agitata non solo per il fatto che, attualmente, nessuno degli amici di Eddie che avevano chiamato sapesse dove diavolo si trovasse, ma anche perché era costretta a vedere e a sentire delle squallide ragazze provarci spudoratamente con Steve, facendo stupide domande su Il Dottor Zivago — erano nauseanti, davvero.
«Pronto?» la voce di Jeff la portò con i piedi per terra, e lei smise di prestare attenzione a Steve.
«Ehi, Jeff, sono Nathalie» rispose la ragazza.
«Nathalie? Nathalie Henderson?»
«Conosci altre Nathalie?»
«Beh, mia madre fa le pulizie dalla signora Nathalie, ma la voce sembrava la tua, sì — mormorò — A cosa devo l'onore?»
«Hai sentito Eddie di recente?» andò dritta al punto.
«Eddie, dici? Mh, no. L'ultima volta che l'ho visto è stato alla Campagna. Sai, no? C'era tuo fratello» le rispose.
«Bene. Sai per caso dove possa essere?» chiese ancora.
«Alla sala giochi?» tentò.
«Ti assicuro di no. Altro posto in cui potrebbe essere? Suo zio Wayne non... non lo sa, e io ho bisogno di trovarlo».
Ci fu silenzio per qualche secondo prima che Jeff riprendesse parola. «Senti, questa storia è strana. Insomma, ho sempre saputo che ci fosse un certo... feeling, ma... per caso ve la fate alle spalle del tuo fidanzato?»
«Co- no, Jeff! Voglio solo sapere dove si trova!»
«Okay, beh, forse è da Rick Spinello. Spesso Eddie passa la notte da lui» disse, e a Nathalie si illuminarono gli occhi a quelle parole.
«Rick Spinello? — ripetette — Chi diavolo è?»
Jeff ridacchiò. «Ohh siete così tanto amici, anime gemelle che vivono in simbiosi, e non sai chi è Rick Spinello?» quasi sembrò essere felice per il fatto che lui lo sapesse e lei no.
«Jeff, non rompermi le palle — lo liquidò — Chi è Rick Spinello?» ripetette.
«È il suo fornitore. Sai, no? Eddie spaccia, ma qualcuno gli fornisce la droga. Ecco chi è Rick Spinello» spiegò come se fosse ovvio.
«Conosci il suo cognome o il suo indirizzo? È importante» quasi lo supplicò.
«Mh mh, no — rispose, e lei imprecò sottovoce — Nessuno lo sa. A dirla tutta, neanche lo abbiamo mai visto. Spesso mi chiedo se esista davvero».
«Ottimo» mormorò ironicamente. «Beh, grazie Jeff, sei stato più utile di quanto pensassi».
«Doveva essere una sorta di complimento? Perché a me sembra più un'offesa».
«Come ti pare. Ciao» e abbassò la cornetta prima di richiamare l'attenzione dei suoi amici. «Ehi, forse ho una pista» sorrise.
«Sul serio?» Dustin la guardò, speranzoso tanto quanto Robin e Max.
«Sì. Jeff ha detto che Eddie si procura la droga da un tizio che si chiama Rick Spinello. A volte dorme da lui» spiegò.
«Sembra promettente. E dove abita questo Rick Spinello?» domandò Robin.
«Ecco il piccolo problema — sospirò — Nessuno lo sa. Sapete, sembra una sorta di leggenda metropolitana, a dirla tutta, ma è la nostra unica pista, quindi tentar non nuoce, no?»
«Concordo, ma... cognome?» chiese suo fratello.
«No, non ne ho idea. Jeff non lo sa» disse rammaricata.
«Gli sbirri lo sapranno — si intromise improvvisamente Steve, e tutti si girarono a guardarlo confusi — Insomma, se questo Rick Spinello è veramente uno spacciatore, di sicuro è stato almeno beccato una volta. Perciò è nel sistema».
«Ma noi, amore mio, non possiamo andare dagli sbirri» gli fece presente Nathalie, poggiandosi su l'altro lato del bancone e guardandolo negli occhi.
«Gli sbirri? Sul serio, Steve, è questo che suggerisci?» si intromise anche Dustin, incredulo.
«Voglio dire, a questo punto dovremmo informarli di quello che sappiamo. Di quello che succede» propose.
A quelle parole, Nathalie perse il suo sorriso: aveva pensato che scherzasse o che non avesse ragionato prima di parlare, ma davvero voleva andare dalla polizia e aiutarli a catturare Eddie nonostante gli avessero ripetuto più e più volte che non fosse colpevole?
Insomma, sapeva che non nutrissero molta simpatia l'uno per l'altra, ma addirittura mandarlo un pasto ai lupi? Ma che diavolo?
«Tu credi che Eddie sia colpevole, vero?» la castana inarcò un sopracciglio, guardandolo con attenzione.
«Ehi, ehi, rallenta — la fermò, non intenzionato a litigare con lei, e di certo non per Eddie — Si è innocenti fino a prova contraria. Io credo nelle stronzate costituzionali. Dico solo che non possiamo escluderlo».
«Oh e perché non possiamo escluderlo? Perché fa parte dell'Hellfire? Perché è uno svitato? Steve, ma che diavolo, credevo avessimo superato quella fase!»
«L'abbiamo superata, ma il corpo di quella ragazza era nella sua roulotte, Henderson, quindi perdonami se metto leggermente in dubbio la sua innocenza».
Nathalie sospirò, ruotando gli occhi al cielo.
Le dava fastidio il fatto che lo credesse colpevole, però, come aveva detto per Max, da un lato lo capiva: non conosceva Eddie, che veniva definito come il capo di una setta satanica, e, inoltre, Chrissy era morta nella sua roulotte. C'erano tutte le basi per crederlo colpevole, e lei e Dustin erano certi del contrario solo perché lo conoscevano.
«Noi stiamo cercando di escluderlo, Steve» si intromise Max, fermando quel battibecco.
«E probabilmente avremmo più fortuna se passassi più tempo ad aiutarci invece che a lavorare» disse anche Dustin.
«Pronto? È il mio lavoro. Se Robin lavora con voi, chi pensa ai clienti?» fece presente con ovvietà.
«Sapete? Forse non ci serve il cognome — dice improvvisamente proprio Robin, piazzandosi davanti al computer e andando alla ricerca di tutti i Rick che avevano noleggiato film al Family Video — Ci sono dodici Rick registrati».
«Sono tanti» fece presente Max.
«Beh, restringiamo il campo» disse Nathalie. «Conosco Eddie, e so che non frequenterebbe mai persone che guardano Sixteen Candles».
«Tu hai guardato Sixteen Candles» le fece presente Steve.
«A Eddie non importa» si strinse nelle spalle. Sul serio, avrebbe potuto dire 'i Kiss fanno schifo', e, dopo qualche presa in giro, non sarebbe cambiato nulla.
«Gli ultimi noleggi di Rick Alderman sono Corto Circuito e Dumbo. Che dici?» le chiese Robin.
«Dio, no. Assolutamente no. E poi non credo che un padre di famiglia possa essere uno spacciatore» scosse la testa.
«Rick Conroy. Sixteen Candl- Okay, abbiamo detto di no» ridacchiò la Buckley. «Rick Joiner. Dietro la maschera, Footloose e Grease».
«No. Odia i musical».
«Bene. Rick Lipton. Fuori di testa, Cheech & Chong nuova onda, Cheech & Chong vola alto, e Cheech & Chong andati in fumo!»
«Cultura della droga? Decisamente il nostro uomo» affermò Nathalie.
«2121 Holland Road» lesse Robin.
«Lover's Lake» disse Dustin.
«Oh è dove io e te...» mormorò Steve all'orecchio di Nathalie, facendo riferimento a uno dei tanti convegni a luci rosse che avevano avuto.
«Abbiamo fatto sesso vicino a uno spacciatore».
«È in mezzo al nulla» Max fece un mezzo sorriso.
«Beh, è il posto migliore in cui nascondersi» annuì la Buckley.
«Bene, forza, andiamo. Ho la mia auto» disse Nathalie, abbandonando il bancone.
«Ehi, amo la tua auto — la richiamò Steve — Sì, è spaziosa, nuova, comoda per fare sesso... ma la mia corre. E se vogliamo arrivare prima degli sbirri, prendiamo la BMW».
• • • •
NATHALIE AVEVA VISTO UNA CASA DEL GENERE IN parecchi horror. Sapete, no? Quella casa in mezzo al nulla che pareva disabitata, un buco schifoso di posto che aveva tutto l'aspetto di una catapecchia, una baracca.
Ecco, quella era la casa di Rick Lipton, o meglio Rick Spinello, e se non fosse per le videocassette noleggiate, Nathalie avrebbe di certo pensato che non esistesse, o che, addirittura, fosse morto.
A quanto pareva, però, non sembrava trovarsi a casa, dato che, nonostante suonassero alla porta già da qualche minuto, nessuno era intenzionato ad aprire.
«Okay, beh, abbiamo appurato che non c'è» prese parola Steve alla quindicesima suonata di campanello.
«Eddie! Sono Dustin! C'è anche Nathalie!» urlò ancora il ragazzino, battendo i pugni sul legno.
«Fantastico» mormorò Harrington, non sicuro che urlare alla porta di uno spacciatore fosse la scelta più saggia di tutte.
«Vogliamo solo parlare, Eddie! Niente sbirri, giuro! Ti vogliamo dare una mano! Eddie!»
Mentre Dustin continuava ad urlare, suonare il campanello e battere i pugni contro la porta, le tre ragazze presero a sbirciare all'interno della casa attraverso le tapparelle leggermente aperte, ma sembrava essere vuota — a parte qualche birra sul tavolo.
«Rick Spinello!»
«Non urlare così! Non c'è!»
«Magari è strafatto».
«Gesù, quello è un piede?»
«No, è solo una scarpa».
«Ehi, ragazzi!» li richiamò improvvisamente Max, intenta a guardare un punto ben preciso.
Tutti seguirono la traiettoria del suo sguardo, notando, poco lontano, un capannone dismesso, probabilmente usato come rimessa per le barche e altre cianfrusaglie, e la porta sembrava accostata: forse già era così, o forse qualcuno si era affacciato avendoli visti arrivare.
Dopo una veloce occhiata, camminarono tutti verso quella struttura, illuminando il perimetro con le torce e accertandosi che nessuno sbucasse improvvisamente, squarciando le loro gole — si trovavano pur sempre fuori la casa di uno spacciatore.
«Ehi, entro io per primo» Steve fermò Nathalie, già pronta a spingere la porta per inoltrarsi nel capannone.
Lei fece un mezzo sorriso. «Oh mio eroe, certo, va' tu» sghignazzò.
Ruotò gli occhi al cielo prima di entrare, seguito poi dal resto del gruppo. La rimessa era apparentemente vuota, silenziosa, e forse un po' inquietante a causa del pavimento che cigolava.
«Ehilà, c'è qualcuno in casa?» chiese improvvisamente Robbie.
«Guarda che topaia» mormorò Steve disgustato.
Improvvisamente, il ragazzo afferrò un remo, e colpì con forza il telo che si trovava sulla barca al centro del capannone.
«Che diavolo fai?» Nathalie lo guardò perplessa.
«Magari è qui sotto» rispose con ovvietà.
«Oh e hai pensato che prenderlo a remate fosse una buona idea?» domandò allibita. «Perché non togli semplicemente il telo?»
«Sei così coraggiosa? Toglilo tu!» ribatté, continuando a colpire qualunque cosa si trovasse sotto il telo.
«Gesù, Steve, posa quel dannato remo. Sul serio».
«Ehi, guardate qua» li richiamò Max, illuminando il tavolo pieno di lattine di birra e buste di patatine: qualcuno era stato lì.
«Forse ci ha sentiti, si è spaventato ed è fuggito» ipotizzò Robin.
«Tranquilla Robin, Steve lo fermerà col suo remo» lo prese in giro Dustin.
«Ah, ti credi simpatico? Ma considerando che abbiamo rischiato di morire almeno un centinaio di volte, personalmente non lo trovo divertente».
Improvvisamente, qualcuno si alzò violentemente da sotto il telo, facendo sobbalzare i presenti.
Eddie Munson spinse Steve contro il muro del capannone, tenendolo fermo con il braccio mentre gli puntava un pezzo di vetro al collo.
«Aspetta, aspetta, aspetta! Nathalie, Dustin, datemi una mano, aiuto!»
«Eddie, Eddie! — Nathalie lo raggiunse — Siamo noi, ehi. Siamo noi» richiamò la sua attenzione.
«Eddie, fermati!» disse anche Dustin, preoccupato.
Il ragazzo si girò verso il gruppo, inchiodando poi i suoi occhi a quelli della Henderson, che pareva sollevata nel saperlo vivo — e, soprattutto, era felice che lo avessero trovato prima della polizia.
Ciononostante, Eddie era ancora piuttosto spaventato, motivo per cui continuò a tenere fermo Steve. I suoi occhi erano così terrorizzati che Nathalie si chiese cosa diavolo avesse visto in quella roulotte.
«Steve, metti giù quel remo!» disse a denti stretti Dustin, e il ragazzo così fece. Quell'azione, però, fece scattare Eddie, che lo strinse con più forza. «Ehi, lui è a posto, okay? Steve è a posto!» lo rassicurò.
«Eddie, ehi — Nathalie fece un altro passo verso di lui, consapevole del fatto che, in quel momento, Eddie avesse paura di chiunque, forse per ciò che aveva visto, e che fosse tanto spaventato — Sono io. Guardami, okay? Sono Nathalie. Lui è Dustin. Siamo noi» lo tranquillizzò, poggiandogli delicatamente la mano sul braccio.
In un primo momento, Eddie sobbalzò a causa di quel contatto, ma poi parve rilassarsi.
«Sono a posto, sono a posto» mormorò Steve.
«Che ci fate qui?» chiese Eddie, ancora guardando con serietà Harrington negli occhi.
«Ti stavamo cercando. Per darti una mano» Nathalie gli strinse delicatamente il braccio, accennando un sorriso.
«Eddie, questi sono i nostri amici. Conosci Robin, suona nella banda. Lei è la mia amica Max, quella che non gioca mai a D&D — li presentò Dustin — Eddie, noi siamo dalla tua parte».
«Dalla tua parte, sì» confermarono tutti.
«Dalla mia parte?» chiese Eddie in un sussurro, guardando Nathalie negli occhi.
«Dalla tua cazzo di parte, Eddie Munson» disse con assoluta certezza.
«Lo giuro su mia madre» continuò Henderson Junior.
«Sì, sulla madre di Dustin e Nathalie» confermarono tutti.
«Ehi — li guardò lei — fanculo».
A quelle parole, Eddie parve rendersi effettivamente conto del fatto che davanti avesse i fratelli Henderson, che non ci fosse la polizia, e che, soprattutto, nessun essere soprannaturale gli avrebbe fatto del male.
D'un tratto, liberò Steve e poi si lasciò andare contro il muro, tenendo gli occhi spalancati come se avesse visto un fantasma — o peggio —, come se stesse rivivendo la brutale uccisione di Chrissy.
Era spaventato, terrorizzato; addirittura tremava e aveva lo sguardo perso.
«Ehi» Nathalie si piegò sulle ginocchia, arrivando alla sua altezza. «Sono così felice che tu sia vivo, Eddie Munson» gli prese la mano, stringendogliela delicatamente.
Lui alzò il capo, mettendo in evidenza i suoi occhi lucidi. «È stato... è stato orribile» mormorò con la voce strozzata dal pianto.
«Cosa, Eddie? Cosa?» chiese dolcemente Dustin.
«Vogliamo solo sapere cos'è successo» si intromise Robin.
«Ti va di parlarcene, mh?» Nathalie fece un mezzo sorriso, invitandolo a sfogarsi con loro.
«Non mi... credereste mai» scosse la testa, tirando su con il naso.
«Provaci» rispose Max.
Eddie li guardò uno ad uno, chiedendosi perché diavolo volessero ascoltare la sua versione, perché non si unissero alla polizia e a tutti quelli che lo credevano certamente colpevole. Ma, soprattutto, si chiese perché sembrassero quasi tranquilli, come se avessero familiarità con assurdità del genere. Avrebbe potuto raccontare qualsiasi cosa, e loro gli avrebbero creduto. Ecco cosa sembrava.
Spostò lo sguardo su Nathalie alla ricerca di sicurezza, e quando la vide annuire con occhi sinceri che sapevano di casa, decise di parlare con loro.
«Okay... — mormorò, abbassando lo sguardo. Ci mise un po' prima di parlare, forse per andare alla ricerca delle parole giuste, o forse solo per ripensare alla povera Chrissy. Poi, dopo un profondo sospiro, prese parola — Lei... lei... Eravamo nella roulotte. Mi sono allontanato cinque minuti, lo giuro. E poi, quando sono tornato, era come... paralizzata. Ho cercato di... di svegliarla, ma era assente. E poi il suo corpo si è come sollevato in aria, ed è... È rimasta ferma lì. In aria. E le sue ossa hanno...» chiuse gli occhi e scosse la testa a causa dell'orribile ricordo di ciò a cui aveva assistito. «Una ad una, le sue ossa hanno iniziato a spezzarsi. I suoi occhi, oddio, sembrava che ci fosse qualcosa nella sua testa. Sono implosi. Non sapevo cosa fare, perciò sono... sono scappato via. L'ho lasciata lì» seguirono istanti di silenzio. «Mi credete pazzo, vero?» si passò una mano sul volto, ancora terrorizzato da ciò che aveva visto.
«No. Non ti crediamo pazzo» Dustin scosse la testa.
«Senti, non prendermi per il culo! So che cosa sembra!» gridò Eddie in preda alle lacrime.
«Ehi. Noi non ti prendiamo per il culo» chiarì seria Nathalie, guardandolo negli occhi.
«Noi ti crediamo» confermò Max.
«Assolutamente» annuì anche Robin.
La Henderson guardò tutti i suoi amici prima di fare un profondo sospiro. «Eddie, ascolta — si sedette al suo fianco — Ti fidi di me?»
«Io... sì» annuì immediatamente.
«Bene. Ora dobbiamo parlarti di alcune cose, e tu dovrai... crederci, semplicemente, e so che lo farai» disse ancora, e Eddie la guardò quasi confuso, non riuscendo a comprendere.
«Hai presente la voce secondo cui Hawkins è maledetta? Non è del tutto sbagliata» prese parola Dustin.
«Questa cittadina fa schifo, eh? Quante volte lo abbiamo detto?» ridacchiò Nathalie, dandogli una lieve spallata per smorzare la tensione.
«Già» accennò un sorriso, annuendo.
«Esiste un altro mondo — riprese parola Henderson Junior — Un mondo nascosto sotto Hawkins, e qualche volta sconfina nel nostro».
«Fantasmi, vuoi dire?» chiese in un sussurro.
«Al mondo ci sono... cose peggiori dei fantasmi» gli rispose Max.
«Abbiamo creduto che i mostri di quel mondo se ne fossero andati, ma sono tornati altre volte. Per questo dovevamo trovarti. Se sono di nuovo qui, lo dobbiamo sapere».
«Io non...» Eddie scosse la testa con confusione, guardando Nathalie in cerca d'aiuto.
«Senti... ieri sera hai visto qualcosa? Oscure particelle?» chiese lei.
«No — mormorò — No, non c'era niente da vedere. Né... né da toccare» scosse la testa. «Io ho cercato di svegliarla, lo giuro. Ma non si muoveva. Era come se fosse in una specie di trance».
«O sotto un incantesimo» ci pensò su Dustin.
«Una maledizione» lo guardò Eddie.
Nathalie sospirò. «Non ditemi che state parlando di...»
«La maledizione di Vecna» dissero all'unisono.
«Scusate? — si intromise Steve, che era stato in silenzio fino a quel momento — Chi è Vecna?»
«Una creatura non morta dai... grandi poteri».
«Un incantatore».
«Un mago oscuro».
«Grandioso! — ironizzò Nathalie — Possibile che riescano sempre a tornare nonostante venga chiusa la Porta? E Undici non è neanche qui. È in California ed è senza poteri!»
«Undici? Porta?» Eddie la guardò stralunato.
«Vero, dobbiamo spiegarti tutto ed entrare nei dettagli» comprese lei, facendogli assumere un cipiglio.
«Sentite — si intromise Robin — Non credete sia meglio... sì, insomma, ragionarci a mente lucida domattina?»
«Sì, ma Eddie non può stare qui. Lo abbiamo trovato noi, quindi-»
«È l'unico posto più sicuro che conosca, Nathalie» la fermò Eddie. «E non guardarmi così. Non verrò a mettervi in pericolo a casa Henderson» chiarì.
«È solo una notte — prese parola Max — Ce la fai a resistere una notte?» gli chiese.
«Certo» annuì.
«E domattina presto torniamo qui con notizie e, spero, con un piano» aggiunse Dustin.
«E con qualcosa da mangiare» li guardò Eddie. «Ero così nervoso che ho svuotato il frigo di Rick».
«Io resto qui, se non vi dispiace» prese parola Nathalie.
«Ah-ah, a me dispiace» si intromise Steve, guardandola come se fosse pazza.
«Già, sono stranamente d'accordo con lui. Non puoi restare qui» scosse la testa Eddie, che non voleva metterla in pericolo.
«Sentite — sospirò — Rimarrò qui a spiegare ogni cosa ad Eddie, e, in tutta onestà, non mi va che rimanga da solo» poi allungò la mano verso Steve. «Vieni?» gli chiese.
Lui l'afferrò, seguendola in un posto appartato. «È fuori discussione, Nathalie. Non ti lascio qui con lui. E se venisse la polizia?»
«È per la polizia o per la gelosia, Steve Harrington?» gli allacciò le braccia al collo, sfiorandogli il naso con il suo.
Steve sospirò. «Per... entrambe le cose, okay? — le mise le mani sui fianchi — Non sono tranquillo a saperti qui. Sul serio».
Nathalie lanciò una veloce occhiata ad Eddie, che intanto li guardava. «Ha bisogno di me, Steve. Se Robin si trovasse la suo posto, che faresti?»
«Cazzo — borbottò — Sì, farei lo stesso, ma-»
«Non devi essere geloso, okay? Gesù, Harrington, sono due anni e mezzo che guardo solo te» disse, strappandogli una risatina. «Ma Eddie è un amico e io gli voglio bene» aggiunse.
Harrington la guardò negli occhi, leggendo pura sincerità. Voleva solo aiutare Eddie Munson, un ragazzo a cui voleva bene, e non c'era nient'altro che quello.
«D'accordo — si arrese — Solo che- Ehi, Dustin!» lo richiamò. «Hai un walkie-talkie?» gli chiese.
«Sì».
«Bene. Uno qui e uno a me, e non voglio repliche» mise in chiaro, facendogli ruotare gli occhi al cielo mentre consegnava l'oggetto a Eddie, che se lo rigirò fra le mani.
«Qualsiasi cosa succeda, tu mi contatti. Qualsiasi cosa, Nathalie».
«Anche se un topo mi morde il culo?»
«I topi mordono?»
«Non ne ho idea, ma posso contattarti comunque?»
«Corro immediatamente».
Si guardarono negli occhi prima di lasciarsi un tenero bacio sulle labbra, e nonostante Steve fosse ancora piuttosto titubante, alla fine andò via con la banda, lasciando Eddie e Nathalie da soli.
«Bene — lei batté le mani — Che si fa in questo cesso di posto?»
«Parliamo del fatto che per la prima volta Steve Harrington è stato abbandonato per Eddie Munson. Esilarante».
Almeno non aveva perso il suo umorismo.
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