[028] la bocca batterica di steve harrington
capitolo ventotto
la bocca batterica di steve harrington
NATHALIE NON AVEVA MAI PARTICOLARMENTE amato l'estate. Che fosse chiaro, le piaceva l'idea di non andare a scuola e di non vedere le facce da culo degli insegnanti per tre lunghi — e veloci — mesi, ma odiava il caldo, la pelle appiccicosa, i morsi delle zanzare e il loro fastidioso ronzio che ti svegliava nel cuore della notte. E, ovviamente, quando ti svegliavi, eri zuppo di sudore.
Come se non bastasse, l'estate ad Hawkins era una noia mortale. I giorni si susseguivano lenti e monotoni, e non succedeva davvero nulla — l'ultima volta che Nathalie l'aveva detto, però, si erano trovati ad affrontare un Demogorgone, quindi forse era meglio tacere.
Probabilmente, se avesse trascorso quei tre mesi altrove, sarebbe anche stata la sua stagione preferita, ma non potevi amare l'estate se vivevi ad Hawkins, e, addirittura, per un attimo Nathalie aveva desiderato essere al campo estivo con suo fratello, che sembrava starsi divertendo molto.
Poi ricordava che sarebbe stata immersa da ragazzini se fosse andata — non che ad Hawkins fosse diverso, comunque — e, come se non bastasse, avrebbe anche dovuto assistere agli scambi di saliva fra Dustin e questa fantomatica Suzie dello Utah, che lui sosteneva essere la sua fidanzata.
La realizzazione che suo fratello stesse effettivamente crescendo, l'aveva resa leggermente triste, ma, ciononostante, sapeva che sarebbe rimasto sempre il suo piccolo Dustin. In ogni caso, era ovvio che, da sorella protettiva quale era, la notizia del suo fidanzamento le aveva fatto storcere il naso, ma, alla fine, non poteva che accettare.
Un po' si imbarazzava se pensava che suo fratello fosse fidanzato, Undici e Mike fossero fidanzati, Lucas e Max fossero fidanzati, mentre lei invece era single dall'inizio dei tempi, e spesso si ritrovava a fare il terzo incomodo tra Nancy e Jonathan, che, nonostante non fossero tipi da gesti affettuosi in pubblico, erano comunque in grado di farla imbarazzare a causa degli sguardi e dei sorrisi che si scambiavano — ma, tutto sommato, poteva dire di essere innamorata di tutte le coppie che si erano formate.
In ogni caso, Claudia non era d'accordo sul fatto che sua figlia trascorresse l'ennesima estate a poltrire sul divano, motivo per cui aveva avuto la brillante — oh, notate l'ironia, vi prego — di mandarla a lavorare in uno dei tanti negozi dello Starcourt Mall, un enorme centro commerciale che aveva aperto da sole poche settimane e che era diventato rapidamente un faro per le imprese commerciali.
Per quanto odiasse l'idea di lavorare in estate, odiava ancor di più non fare nulla dalla mattina alla sera, e aveva osservato la situazione da un'altra prospettiva: il tempo sarebbe trascorso più velocemente.
Sbagliato. Infatti lavorare alla Waldenbooks era una noia mortale, eppure c'erano ben due ma positivi: la paga non era male, e almeno, da amante dei libri quale era, poteva leggere gratis qualunque cosa volesse.
Una parte di Nathalie avrebbe voluto accettare la proposta di Nance di lavorare con lei e Jonathan alla sede del giornale locale, l'Hawkins Post, ma non era molto portata per il giornalismo, a differenza della sua amica, e, inoltre, ne aveva fin sopra i capelli di essere la terza — e poi non aveva la pazienza di Nance, che, a causa del suo essere una donna, veniva usata come 'schiavetta', ritrovandosi a servire caffè e a portare il pranzo.
Quindi non le rimaneva che lavorare in quella libreria, stare dietro al bancone, aspettare che qualcuno volesse comprare qualcosa, e sfogliare libri su libri.
La fortuna — e sì, era una grande fortuna — era che almeno godesse della compagnia non di uno, non di due, ma di ben tre persone che aveva a cuore.
Eddie Lo Svitato, con cui oramai aveva un buon rapporto, lavorava da Tape World, un negozietto di musica che vendeva vinili, strumenti e tutto ciò che lui amava. Ciononostante, Eddie non era proprio un gran lavoratore, motivo per cui se ne stava semplicemente seduto dietro il bancone con il walkman mentre il suo collega svolgeva tutto da solo. Munson si limitava ad aspettare la pausa pranzo e la fine del lavoro.
Oltre Eddie, lì lavoravano anche Robin e Steve, e, rullo di tamburi, erano colleghi allo Scoops Ahoy, una gelateria. Tra i due, però, non scorreva buon sangue: Robin continuava a pensare che Steve fosse un idiota di prima categoria, e Steve che Robin fosse una rompiscatole di prima categoria, oltre che per il fatto che facesse parte della banda della scuola e che lui ancora fosse legato a quelle inutili etichette nonostante avesse salutato il Liceo con la manina dopo essersi diplomato.
Ebbene sì, Re Steve Harrington era riuscito a diplomarsi con dei voti medi dopo intense, ma tanto intense, sessioni di studio. Si era impegnato davvero molto, tirando fuori i libri in qualunque posto in cui lui e Nathalie andassero: fast food, gelateria, serate in auto, al parco e perfino al cinema.
La biblioteca della scuola era diventato il suo posto preferito, e molto spesso aveva studiato anche nella umile camera di Nathalie, e Claudia lo ospitava di buon grado, facendolo cenare lì con grande gioia di Dustin. Un po' imbarazzante a detta della Henderson, soprattutto quando sua madre aveva tirato fuori — che cliché — l'album delle foto di una piccola Nathalie.
Steve spesso ancora la prendeva in giro.
Era ovvio che questo li avesse portati a legare non poco. Potevano considerarsi a tutti gli effetti amici, forse anche migliori amici, ma, ovviamente, tutto quel tempo insieme non aveva fatto che altro che aumentare i sentimenti di entrambi.
Nonostante questo, erano felici di star ingranando.
Col tempo avevano iniziato ad apprezzarsi, e ora certamente si volevano bene, soprattutto dopo essersi aiutati in ogni circostanza. Era ovvio che entrambi desiderassero che nascesse altro, ma erano ancora convinti di non essere corrisposti, o semplicemente avevano troppa paura.
A dirla tutta, Nathalie per un attimo aveva creduto che Steve provasse qualcosa per lei nel momento in cui, durante la sera del Ballo d'Inverno, dopo aver mangiato un enorme cheeseburger al parco, il ragazzo aveva fatto partire Stand By Me, invitandola a ballare e sostenendo che quello fosse il loro Ballo d'Inverno.
Eppure Steve non aveva provato a fare letteralmente nulla. Nonostante si fossero trovati vicini spesso, lui non aveva mai provato ad azzerare le distanze, e questo aveva fatto convincere Nathalie del fatto che i sentimenti non fossero corrisposti.
Harrington, a dirla tutta, non riusciva proprio a spiegarselo e si odiava terribilmente per questo. Sapeva di aver sprecato tanto, troppe occasioni per la semplice paura di rovinare tutto con un bacio, ma aveva davvero il timore che, con quell'azione avventata, potesse perdere l'unica cosa bella che avesse.
Perché sì, Nathalie Henderson era davvero l'unica cosa bella della sua vita.
Ancora non riusciva bene a comprendere come e quando tutto fosse cambiato, ma era così profondamente grato per il fatto che si fossero avvicinati. Indipendentemente da tutto, aveva bisogno di una persona che credesse in lui, che lo stimasse e che non lo considerasse un idiota, e lei gli aveva certamente migliorato la vita, dandogli speranza.
Se non l'avesse conosciuta, probabilmente si sarebbe diplomato con il minimo dei voti — o forse non si sarebbe proprio diplomato — e, senza di lei, non avrebbe fatto domanda per nessun College. Ebbene sì, Steve aveva fatto qualche domanda, ma, purtroppo, non aveva ricevuto nessun esito positivo, motivo per il quale, in quel momento, si ritrovava a lavorare in una stupida gelateria con un'irritante collega, e tutto perché, se non lo avesse fatto, suo padre gli avrebbe tolto la macchina e non lo avrebbe mantenuto.
In ogni caso, non voleva rovinare tutto quello con un bacio — insomma, con lei voleva avere la certezza che, azzerando le distanze, le cose non si rovinassero — ma, allo stesso tempo, aveva paura di aver temporeggiato e di averle dato il tempo di avvicinarsi ad Eddie Lo Svitato.
Nathalie parlava spesso di lui, sembrava tenerci molto e ogni martedì andava a sentire la sua band suonare al The Hideout.
Steve non sapeva cosa ci vedesse in una persona folle che passava il suo tempo a spacciare droga, a sballarsi e a giocare a un gioco per ragazzini. Per quel motivo, anche a distanza di sei mesi, continuava a farle numerosi raccomandazioni e a ricordarle che non condividesse affatto quell'avvicinamento.
Purtroppo, Steve rimaneva molto legato all'etichette liceali, e credeva fermamente che Eddie fosse un folle, ma non era propriamente qualcosa di personale.
I due ragazzi, infatti, rappresentavano praticamente i poli opposti ed erano agli antipodi. Non avevano mai veramente litigato, e probabilmente neanche avevano mai parlato, ma era quasi una sorta di legge non scritta proprio per il fatto che uno fosse stato il capo dei fighi, e l'altro fosse ancora il capo dei nerd.
Eppure non si trattava solo di quello.
Steve, ovviamente, era schifosamente geloso, soprattutto perché Nathalie teneva davvero ad Eddie, e sembravano stranamente legati. Ridevano, scherzavano, uscivano insieme, ascoltavano stupida musica, e lui non riusciva a comprendere se a lei piacesse oppure no, e a dirla tutto neanche era sicuro di voler conoscere la risposta.
Come una sorta di conseguenza, Steve si ritrovava a flirtare con numerose ragazze in gelateria, ma falliva miseramente. Quello lo irritava, soprattutto perché, un tempo, Re Steve Harrington ci sarebbe riuscito al primo colpo, eppure le ragazze non sembravano voler stare con una persona senza alcun progetto futuro che lavorava in una gelateria, anche se Steve dava la colpa al cappello da marinaio, non volendo accettare la verità — quello era anche uno dei motivi per cui Robin lo prendeva in giro, e addirittura teneva il conto dei suoi flirt falliti.
Erano certamente due stupidi: per paura non si dichiaravano; lui era geloso di lei ed Eddie, e lei era gelosa di lui e tutte quelle ragazze con cui flirtava.
Un gran caos che solo due imbecilli potevano creare.
In ogni caso, era da poco scoccata l'ora di pranzo, e Nathalie aveva ben due ore di riposo — niente male per essere un lavoro di merda — prima di tornare dietro al bancone fino alle venti circa.
Si ritrovava a camminare frettolosamente per l'enorme centro commerciale, stringendo un sacchetto di Burger King e facendo slalom fra le tante, troppe persone presenti.
Quando la canzone dei The Knack, My Sharona, iniziò ad entrarle nelle orecchie, sorrise in modo spontaneo, sbucando poi nel piccolo negozio e attirando l'attenzione dei pochi presenti.
«Oh proprio la ragazza che stavo aspettando» disse Eddie, felice di vederla. «Dimmi che hai il mio panino» quasi la pregò.
Lei gli indicò il sacchetto, avanzando verso di lui. «Carina la canzone. Chi l'ha scelta?» chiese.
«Sicuramente non lui» con un cenno del capo, indicò il suo collega, che, intento a mettere a posto uno scaffale, lanciava numerose occhiatacce ai due.
«Gesù, quello ci odia» rise lei.
Eddie annuì. «Sai perché ci odia? Perché io e te non seguiamo le regole. Stupido conformista» mormorò, aprendo il sacchetto e mettendo su un'espressione sognante alla vista del panino e delle patatine. «Sei un angelo, Nathalie Henderson».
In risposta, gli scompigliò i capelli prima di sedersi sul bancone per raggiungerlo dietro. «Che hai per me oggi?» gli chiese.
«Aspetta — disse con la bocca piena. Dopodiché, mandò giù il boccone e iniziò a rovistare all'interno del suo zaino. Tirò poi fuori una cassetta, passandogliela — Le migliori canzoni heavy metal. Ozzy Osbourne, Black Sabbath. Martedì ne cantiamo alcune. Non puoi mancare» le fece un veloce occhiolino.
«Sono sei mesi che ogni martedì occupo uno schifoso sgabello di quel sudicio bar per ascoltarvi insieme a quattro ubriaconi» fece presente.
«Cinque — la corresse — Sono abbastanza certo che siano cinque ubriaconi» aggiunse, strappandole una risata.
«Beh, bisogna pur cominciare, giusto?» chiese lei. «Immagina la folla ai tuoi piedi. 'Eddie, Eddie, Eddie!'» stuzzicò la sua immaginazione.
A quelle parole, lui assunse un'espressione sognante. «Sai, credo che a settembre inizierà il mio anno» le disse con sicurezza. «Mi diplomerò e sfonderò come chitarrista» annuì, battendo con forza le mani sul bancone.
«Devi diplomarti. Sei stato bocciato due volte. Alla terza ti cacciano» fece presente lei.
«Mi farebbe comodo qualche sessione di studio» sghignazzò, prendendola in giro.
Lei gli diede uno schiaffo alla spalla. «Ehi! Hai la concentrazione di un bambino di quattro anni. Con te le sessioni di studio non funzionano».
«Vero — confermò divertito — ma, davvero, neanche un bacio? Niente di niente?»
«No, Eddie. Neanche mezzo sfioramento» rispose lei.
«Mi permetti di criticarlo e rendere nota la sua... immensa stupidità?» chiese teatralmente.
Nathalie ridacchiò, ruotando gli occhi al cielo. «Semplicemente non gli piaccio. Va bene così. Non puoi obbligare qualcuno a provare qualcosa per te?»
«A meno che quel qualcuno non venga minacciato. Non mi dispiacerebbe minacciare Steve Harrington. Secondo te chi vincerebbe uno scontro fra noi due?» le domandò incuriosito.
Lei assunse un'espressione pensierosa. «Lui sa picchiare meglio, eppure non ricordo di averlo mai visto vincere un combattimento... Tu sei più ben piazzato, quindi-»
«Ehi, stai dicendo che ho dei bei muscoli, mh?» le mostrò il bicipite, facendola ridere.
«Sono più che certa che sia merito della masturbazione» schioccò la lingua sotto il palato, facendogli assumere una smorfia. «E non minacceremo nessuno» chiarì.
«Peccato. Ci ho provato — sospirò con un'espressione fintamente triste. Poi le strinse la mano — Solo uno stupido non starebbe con te, fantastica Nathalie Henderson» disse con serietà, guardandola negli occhi.
Eddie non sapeva come fosse successo tutto quello. Quando l'aveva fermata alla scuola media, non si aspettava che diventassero amici, e, a dirla tutta, neanche si aspettava che gli parlasse, ma che, anzi, scappasse a gambe levate.
Invece lo aveva sorpreso, e continuava a sorprenderlo ogni giorno.
Nathalie Henderson era l'unica persona — all'infuori dei suoi amici dell'Hellfire — del mondo reale che fosse in grado di digerire, e le voleva davvero bene. Mai una volta lo aveva giudicato con i suoi occhioni, e, anzi, assecondava le sue stranezze, ridevano insieme e lo faceva sentire normale, lui che non si era mai sentito tale, circondato da persone giudicanti pronte a puntare il dito solo perché sceglievi di non essere come loro. E allora, bang, ecco che diventavi il capo di una setta, il Diavolo in persona, e se lo pensavano, Eddie li avrebbe assecondati.
Ma lei non era un membro dell'Hellfire Club e non era un membro della sua band. Non faceva parte di quei gruppi di persone con cui lui si allontanava dalla realtà, rifugiandosi in un mondo immaginario o nella musica per sfuggire dal resto.
Nathalie rappresentava la realtà, e lui, per la prima volta, si sentiva grato di aver fatto la conoscenza di una persona che lo tenesse con i piedi ben saldi al mondo vero. E nonostante lo avesse sempre odiato, con quella ragazza diventava più sopportabile.
Lei sorrise dolcemente, lasciandogli una veloce carezza al volto. «E menomale che Eddie Munson era brutto e cattivo, eh?» ridacchiò.
«Perché, non è così?» quasi si offese.
«Per nulla. Sei un folle, ma sei schifosamente dolce e buono» si strinse nelle spalle.
«Che la gente pensi ciò che vuole, Nathalie Henderson» allargò le braccia.
La ragazza annuì prima di lanciare un veloce sguardo all'orologio. «Devo correre da Steve per la sua pausa pranzo» disse agitata, tornando di nuovo dall'altro lato del bancone.
«Colpo al cuore. Abbandonato per Steve Harrington» assunse una finta espressione triste.
Nathalie sorrise. «Ci vediamo domani. Se torno viva dalla guida».
«Ehi, se ti serve un'auto, sono bravo con i fili» le ricordò.
«Non vogliamo che tu diventi come tuo padre, vero?» rise lei — già, il padre di Eddie si trovava in carcere a causa di numerosi crimini, e, anziché insegnargli a pescare o a giocare a pallone, gli aveva insegnato ad accendere i motori dei veicoli smanettando con i cavi.
«Vero, sì, giusto. Quindi non rubiamo le auto» disse sicuro, facendola annuire. «Beh, divertiti con il tuo amico!»
Nathalie sorrise in risposta, sventolando la mano nella sua direzione prima di correre verso la gelateria — e, correndo, si ritrovò a dare numerose spallate a così tante persone, che ricevette anche qualche 'ehi, stronza' in risposta.
Quando finalmente arrivò a destinazione, si fermò a causa del respiro corto e si piegò sulle ginocchia, regolarizzando il battito accelerato.
«Stai... bene?» Robin, dietro al bancone, le lanciò un'occhiata stranita.
Nathalie annuì, avanzando verso di lei e sorridendole. «Ciao. Assaggio?»
In risposta, la ragazza afferrò un cucchiaino, prese un po' di cioccolato, e glielo infilò in bocca.
«Mh, ti adoro Robin Buckley» mormorò la castana.
«Il capo mi ucciderebbe se lo sapesse» le fece presente.
«Ma lui non lo scoprirà» sorrise sorniona.
«Certo» scosse la testa, divertita.
«Steve dov'è?» le domandò, poi.
«Oh l'idiota è dentro. Ha passato tutto il tempo a flirtare con stupide ragazze. Giuro che non lo sopporto Nath- Cazzo, oh Dio, scusa. Avevo dimenticato» si portò la mano alla bocca, maledicendosi mentalmente.
«Ehi, sta' tranquilla. Sul serio» forzò un sorriso. «Piuttosto, me lo chia-»
«Sono qui, Henderson» Steve fece la sua comparsa con due grandi coppe di gelato al cioccolato, nocciola e tanta, tanta panna.
«Dio, Harrington» sorrise lei alla vista di quella prelibatezza, andandosi ad accomodare in uno dei posti vuoti.
Steve si girò verso Robin. «Ehi, stramba, non disturbarci per la prossima mezz'ora».
«Gesù, neanche morta mi avvicinerei a te» gli rispose a tono, tornando poi a lavorare.
«Sai — prese parola Nathalie quando Steve le si sedette di fronte — dovresti smetterla di insultarti con Robin. È una tipa in gamba, ed è simpatica» gli disse prima di infilarsi del gelato in bocca.
Lui sospirò esasperato. «Fa parte della-»
«Banda, sì, lo so — rise — E tu devi seriamente smetterla con le etichette. Sei un nuovo Steve Harrington ormai, no?» gli ricordò.
«Ma è insopportabile, e mi sta sempre col fiato sul collo» rispose con la bocca piena.
«Forse perché usi la gelateria come il tuo posto per rimorchiare? — chiese retoricamente — Credo sia una cosa piuttosto fastidiosa».
«La gelateria è una miniera d'oro, ma questo stupido cappello vanifica tutto il mio fascino» si lamentò, sfilandoselo e rigirandoselo fra le mani.
«Perché le ragazze non vedono il risultato dei quattro spruzzi di Farrah Fawcett?» scherzò lei.
«Esatto! — esclamò — I capelli sono il mio punto forte, e-»
«Non eri tu quello che diceva che non c'entrano niente i capelli?» gli fece presente.
A dirla tutta, nonostante la sua parte 'cattiva' rilasciasse un sospiro di sollievo nel momento in cui si rendeva conto che Steve non uscisse con nessuna, le dispiaceva il fatto che ricevesse numerosi no, soprattutto da ragazze che un tempo sarebbero uscite con lui, ma che ora rifiutavano solo perché era un gelataio. Inoltre, sapeva quanto Steve, nel profondo, odiasse quella situazione, vedendola un po' come la caduta di Re Steve Harrington.
Steve, desideroso di cambiare discorso, poggiò lo sguardo sulla cassetta che Nathalie aveva precedentemente poggiato sul tavolo. «Che roba è?» le chiese curioso.
«Eddie. Canzoni heavy metal» rispose.
Steve ruotò gli occhi al cielo. «Posso esprimere tutta la mia preoccupazione per il fatto che a te piaccia passare del tempo con uno svitato che spaccia droga?» ripetette per la milionesima volta.
«Steve! — disse con esasperazione — È un bravo ragazzo. Te l'ho detto, basta e-»
«Non si tratta di etichette» la fermò. «Si tratta del fatto che spaccia droga. Come puoi sentirti sicura in sua compagnia?» le domandò scettico — ah, e si trattava anche di gelosia, ovviamente.
«Non lo so, è simpatico» si limitò a dire.
Capiva la preoccupazione di Steve. Insomma, chi mai sarebbe diventata amica di uno spacciatore? Eppure Eddie era davvero una brava persona. Non sapeva perché spacciasse, probabilmente per soldi, anche perché gliene servivano, ma non aveva provato neanche mezza volta a offrirle della droga, e anzi, quando lei, mesi addietro, gli aveva chiesto di passarle lo spinello che stava fumando, lui le aveva permesso solo un piccolo e veloce tiro. 'Non rovinarti, piccola Henderson', aveva detto, e come poteva avere 'paura' di lui? — certo, se Steve avesse saputo di quell'unico tiro di spinello, si sarebbe senza dubbio arrabbiato.
Ma non si trattava solo di quello.
Col tempo stava imparando a conoscerlo ed Eddie Munson era una persona fragile. Eddie non solo non conosceva amore, ma il resto del mondo lo etichettava come 'lo strambo' soltanto perché era diverso da loro e non voleva seguirli come una pecora. Ma Eddie non era uno svitato. Eddie era solo vittima di una serie di pregiudizi sociali e pettegolezzi infondati. Ma di quei pregiudizi, lui se ne infischiava come se non fosse mai successo nulla — come se fosse tutto un gioco in cui porsi sempre con il sorriso per guardare al di là del guado.
Per quanto le riguardava, Eddie Munson era un mito.
«Le persone che frequenti sono molto discutibili. Eddie, Robi-»
«Tu».
«Oh, andiamo. Dimmi qualcosa di negativo sul mio conto. Che sono, che so, noioso, o poco raccomandabile — la sfidò, ma lei rimase in silenzio, anche perché l'attuale Steve sembrava davvero perfetto — Ecco, vedi. Non ho difetti».
«Ehi, vacci piano, presuntuoso» lo fermò Nathalie. «Sei troppo legato alle etichette liceali. Va bene questo?» domandò.
«Okay, sfatiamo questo mito: non sono legato alle etichette liceali. Sì, Robin fa parte della banda, ma è davvero fastidiosa» si giustificò. «Oh, e come potrei tenere a stupide etichette dopo che giro con dei bambini da sette mesi, mh?» disse ancora.
«Effettivamente» mormorò lei.
«Come? Non sento» ghignò, consapevole di avere ragione.
«Ho detto che sei un coglione, Harrington» disse divertita.
«E tu non accetti la sconfitta, Henderson. Dovresti imparare a farlo, sai?»
«Cos'avrei perso?»
«La discussione».
«Oh fottiti! Non è vero!» si imbronciò, concentrandosi sul suo gelato e continuando a mangiare.
Steve rise prima di riprendere parola. «Hargrove ha ottenuto un lavoro come bagnino alla piscina — la informò — Le mamme di tutta Hawkins impazziscono».
«Le mamme di tutta Hawkins hanno ragione» gli rispose, ricevendo un calcio. «Ahia! Ma che diavolo?!» si lamentò.
«Cos'abbiamo detto su Hargrove?»
«Ho solo detto che è bello! Non per questo gli infilerei la lingua in gola! — disse con ovvietà — Beh, insomma, se non ti avesse picch-» ed ecco che un altro calcio la fece zittire. «Al prossimo calcio, ti strappo la lingua e la do in pasto ai gatti».
«Ew, credi la mangerebbero?»
«Sai, credo che si rifiuterebbero dato che l'hai infilata in gola a chissà quante ragazze durante il periodo scolastico. Dio, per quanto se no, potresti avere la mononucleosi».
«Mono-che?»
«La mononucleosi. È una malattia virale».
«Gesù, perché dovrei averla?»
«Perché sei uno schifoso che ha infilato la lingua ovunque. Ci manca solo che ci pulisci il gabinetto».
«Le donne amano questa lingua. Dicono che è magica».
«Farò finta che tu non l'abbia detto. Mi limiterò ad ignorare, a fare finta che una frase del genere non sia mai uscita dalla tua bocca batterica».
Steve non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata, alla quale, ben presto, si unì anche lei, che gli lanciò contro un tovagliolo accartocciato.
«Tu sei fuori, Henderson».
«Tu sei fuori, Harrington».
«Siete entrambi degli schizzati» sentirono dire da Robin, che si trovava dietro il bancone — e anche se odiava quel pallone gonfiato e credeva che Nathalie meritasse di meglio, almeno era felice che fossero così vicini.
«Oh, detto da te è un complimento» le rispose a tono Steve.
«Okay, okay, okay! Siamo tutti degli svitati» li fermò Nathalie, che voleva evitare un battibecco. «Dio, rivedo i te e me di un anno e mezzo fa in te e Robin».
Steve la guardò come se avesse appena sentito la più grandi delle bestemmie. «Henderson, ti prego, ti scongiuro, non paragonare il nostro rapporto a quello» quasi la supplicò.
Lei in risposta alzò le mani a mo' di difesa. Poi fece un mezzo sorriso divertito. «Billy bagnino — ci ripensò — Secondo te se fossimo noi ad annegare, ci aiuterebbe?» gli chiese.
«Ci lascerebbe affogare e poi ci darebbe in pasto ai lupi» disse con ovvietà.
«Già» mormorò divertita. «Domani a che ora stacchi?» riprese parola poco dopo.
«Pomeriggio libero. Lavoro la mattina» le rispose.
«Fantastico!» esultò felice.
«Perché?» domanda curioso.
«Io, te, spiaggia, domani. Che ne dici?» alzò le sopracciglia, cercando di convincerlo.
«Smettila con quelle sopracciglia» scosse la testa.
«Mi fai perdere sempre l'entusiasmo» si lamentò.
«Riacquistalo perché domani il sole sarà tutto nostro, Henderson».
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