[023] il più coraggioso è il più stupido
capitolo ventitré
il più coraggioso è il più stupido
I TRE COMPLICI ARRIVARONO FINALMENTE alla vecchia discarica dopo quelle che sembrarono ore — in realtà era passato davvero un bel po' di tempo da quando avevano cominciato quel viaggio della speranza — e si fermarono per qualche secondo a osservare il territorio.
«Sembra proprio... una discarica» mormorò Nathalie alla vista di numerose macchine, o meglio, rottami, e di un scuolabus poco distante.
«È una discarica» le fece presente suo fratello.
«Lo so, Dustin. Si fa per dire. Sai, per enfatizzare» sospirò lei.
Steve, che nel frattempo era rimasto in silenzio, annuì. «Oh sì, andrà bene — si sfilò gli occhiali da sole, appendendoli al taschino nella giacca — Qui andrà proprio bene» avanzò indisturbato, lasciandosi altre fette di carne alle spalle.
«Siete sicuri che non ci sia qualche cane con la rabbia qui in giro?» domandò la castana, guardandosi attorno.
«Un animale con la rabbia è peggio del mostro?» le chiese confuso Steve.
Lei lo guardò come se fosse uno sciocco. «Sì, Harrington. Preferisco morire seduta stante piuttosto che soffrire con la rabbia» disse con ovvietà prima di svuotare il resto della carne al centro del campo.
«Gesù, sei strana forte» mormorò lui — e anche terribilmente interessante.
«Lo strano sei tu. Spiegami come la morte può essere peggio della rabbia. Ovviamente si parla di morte morte, del tipo, sai... zac, senza soffrire però. Come quando ti butti giù da un attico. Semplicemente, muori» blaterò sotto lo sguardo al dir poco perplesso di Steve Harrington.
Spesso — soprattutto in casi del genere — si chiedeva come lui, proprio lui, si fosse preso una cotta per una ragazza senza dubbio sexy, ma fin troppo macabra e strana, che parlava di morte e di suicidi come se fosse un normale discorso da affrontare fra amici.
«Credo che Dustin sia quello normale della famiglia» sintetizzò il ragazzo, ricevendo un sorriso allegro e soddisfatto dal piccolo.
«Harrington-»
«Avevo detto cottura media!» prima che Nathalie potesse terminare il suo insulto, una voce li fece fermare.
Lucas, poco lontano, sventolava la mano verso la loro direzione, affiancato da una ragazza con i capelli rossi — o meglio, arancioni.
«Chi è quella?» chiesero all'unisono Steve e Nathalie, lanciandosi un'occhiataccia che sapeva tutta di 'non copiarmi, idiota'.
Dustin però non rispose. Piuttosto, sembrava paralizzato, con la bocca schiusa, mentre guardava la ragazzina raggiungerli insieme a Lucas.
«Oh... è lei» comprese Harrington.
«Ah — mormorò Nathalie — Quantomeno, hai bei gusti» si limitò a dire sua sorella, non staccando gli occhi di dosso a quella che capì essere Max.
Aveva un viso molto familiare, eppure non riusciva a capire dove l'avesse già vista.
«Beh, mettiamoci al lavoro, gente» esordì improvvisamente Steve.
Dopo quasi mezz'ora, però, gli unici a star effettivamente lavorando — cioè recuperare lamine da mettere attorno allo scuolabus, che sarebbe stato il loro nascondiglio — erano solamente la rossa ed Harrington, mentre Lucas e Dustin si erano nascosti dietro un'auto a parlare, e Nathalie era beatamente stesa sul retro di un pick-up a rilassarsi neanche fosse piena estate.
Ciononostante, il sole era caldo e un momento di relax le serviva certamente, soprattutto dopo aver trascorso l'intera mattinata a disseminare carne e a camminare.
Relax che, però, fu brutalmente interrotto da chi se non da Steve Harrington?
«Gesù, sei forse pazzo?» lo guardò lei, riprendendosi dal rumore provocato dalla lamina contro il pick-up.
«Non si dorme, Henderson. Non siamo in spiaggia» le fece presente, guardandola.
«No, è ovvio — mormorò, tornando a chiudere gli occhi — Magari fossimo in spiaggia, Steve. Sole, sandali e tequila. Probabilmente è quello che stanno facendo in Messico in questo momento» sussurrò sognante.
«No, Henderson, non sto scherzando. A lavoro» le disse con serietà, facendo appello a tutte le sue forze per trattenere un sorriso divertito.
Lei gli lanciò un'occhiataccia. «Ehi, dammi tregua. Ho camminato per ore e ho sparso della carne in-»
«Due minuti. Non di più — l'avvertì prima di lanciarle i suoi occhiali sul petto — Dilettante. Non si sta al sole senza questi» borbottò prima di girarsi e, finalmente, sorridere.
Nathalie scosse la testa divertita, infilandosi gli occhi e tornando a rilassarsi mentre sentiva Steve e Max provocare parecchi rumori con tutti gli oggetti di metallo che raccoglievano.
«Ehi, testoni! Mi aiuta solo questa ragazzina stramba? Tra quaranta minuti farà buio! Andiamo. Andiamo, ho detto! — urlò improvvisamente Steve, facendo borbottare Lucas e Dustin — Ce l'ho anche con te, Henderson. Non sei esonerata e non sei storpia. Muovi il culo e aiutaci!»
«Alla faccia dei due minuti» sbuffò la ragazza, abbandonando il suo amato pick-up. «Sei uno schifoso tiranno, Steve Harrington!» borbottò mentre gli passava di fianco.
«Carini gli occhiali» fece un mezzo sorriso.
Dopo avergli regalato un dito medio, Nathalie si mise a lavoro, e trascorsero il restante del tempo a posizionare trappole, a raccogliere ancora altre lamine, a rinforzare lo scuolabus, a versare della benzina fino alle portiere del veicolo, e a posizionare la metà di una scala di legno in modo che potessero controllare il perimetro attraverso il tettuccio apribile senza dover necessariamente stare fuori da quel rottame.
Passarono probabilmente altre ore prima che finissero quel duro lavoro e si rintanassero all'interno dello scuolabus.
«Gesù, rischio davvero che il mio ultimo ricordo sia questo squallido rottame» mormorò improvvisamente Nathalie, seduta davanti con Steve che, al lato del conducente, giocherellava con l'accendino zippo, aprendolo e chiudendolo.
«Ti hanno mai detto che sei tanto, troppo melodrammatica?» il ragazzo le lanciò un'occhiata.
«Vienimelo a dire dopo che saremo tutti morti. Ah, no, scusa, non puoi farlo perché saremo morti!»
«Rilassati, Henderson. Ti salvo la vita una seconda volta se dovesse servire» la rassicurò, posando gli occhi sulla mazza chiodata che lei stringeva fra le mani.
«L'anno scorso era l'adrenalina e la fortuna del principiante. Quest'anno ci rimani secco» lo prese in giro.
Steve ruoto gli occhi al cielo. «Beh, almeno posso dire di essermi divertito».
«Divertito? Tutto questo — gesticolò — ti diverte?»
«A te no?» la guardò.
Lei sospirò. «Mh, sì. Non la parte in cui rischiamo di morire... ma sai, anche se non voglio ammetterlo, non è male una vita movimentata» gli confessò.
Certo, morire non rientrava nella sua lista dei desideri, ma avrebbe mentito se avesse detto che situazioni del genere non innescavano in lei una grande adrenalina. Insomma, fino all'anno prima non succedeva nulla ad Hawkins, e certamente avrebbe preferito che la sua vita diventasse movimentata in un altro modo, e non sicuramente in quello — dato che persone morivano, Will non stava bene e loro rischiavano seriamente di rimetterci le penne — eppure non era male giocare alla banda di Scooby-Doo.
«A volte penso che la mia vita sia fin troppo monotona» ammise lui in un sussurro, osservando un punto a caso con sguardo perso.
«La vita di Steve Harrington è monotona?» chiese interessata, e quasi incredula.
«Sì insomma, sai, le feste e il resto... niente di nuovo. E a casa sono... solo, quindi preferisco rendermi utile qui che annoiarmi nella piscina di casa mia» le disse ancora, continuando a giocherellare con il suo accendino.
Nathalie lo guardò per qualche secondo prima di addolcire lo sguardo. Inizialmente, credeva davvero che Steve fosse un cretino di prima categoria, ma, col tempo, aveva iniziato ad apprezzarlo e aveva anche iniziato a comprendere quanto, sotto quella corazza da stronzo — che oramai si stava distruggendo — ci fosse semplicemente un ragazzo insicuro e anche solo.
Infatti, togliendo Tommy e Carol, con cui aveva litigato, Steve non aveva chissà quanti amici, anche perché quelli della squadra di basket si stavano oramai avvicinando a Billy Hargrove. Insomma, erano senza dubbio delle banderuole, e Harrington non aveva alcuna vera amicizia all'infuori di stupidi ragazzi che si erano avvicinati a lui per la sua popolarità.
Oltretutto, non aveva mai parlato della sua famiglia, e tutto ciò che Nathalie sapeva era che i suoi genitori viaggiassero molto, che suo padre fosse uno stronzo, e che spesso stesse con altre donne. Era quindi evidente che Steve non avesse un buon rapporto con i due — almeno con suo padre —, e che passassero davvero poco tempo insieme a causa del lavoro che loro svolgevano. A dirla tutta, la Henderson non ricordava di averli mai visti in giro, e neanche a scuola a qualche incontro con gli insegnanti.
Buffo come i più popolari della scuola, quelli circondati da persone, alla fine dei giochi fossero i più soli, no?
E solo in quel momento, il pensiero di Nathalie sul fatto che Steve si fosse comportato da stronzo per molto tempo per non essere solo, si palesò ai suoi occhi. Questo non giustificava il suo comportamento, ma almeno riusciva a comprenderlo a sapeva che non fosse cattivo, ma solo... danneggiato.
Prima che la castana potesse rispondere, il suo sguardo cadde improvvisamente sulla rossa, che chiacchierava dietro con Dustin e Lucas, il quale controllava il perimetro dal tettuccio con il suo binocolo.
«Ci sono!» esclamò di getto Nathalie, facendo aggrottare le sopracciglia di Steve, che la guardò confuso.
«Tutto okay, Henderson? Spesso penso davvero che tu sia in grado di drogarti solo respirando l'aria» le disse divertito.
Lei scosse la testa, indicando poi Max con un cenno del capo. «Ora ricordo dove ho già visto Lucy e Io!»
«Lucy e- In TV?» la guardò stralunato, fermamente convinto del fatto che, in qualche modo, facesse uso di stupefacenti.
«In TV?» ripetette.
«Sbaglio o è... una sitcom?» chiese conferma.
«Ah oh sì, ma — fece un profondo sospiro — la ragazzina. Max. È la sorella di Billy. Ecco perché mi sembrava familiare. Una volta l'abbiamo vista uscire dalla sua auto con lo skate, ricordi?»
Harrington mise su un'espressione pensierosa mentre si immergeva nei suoi ricordi; ci volle qualche secondo — forse un minuto — prima che annuisse freneticamente.
«Ora ricordo» mormorò. «E cosa c'entra Lucy e Io?» domandò ancora piuttosto confuso.
«Lucy è rossa» rispose con ovvietà.
«E cosa diavolo- Oh, ora capisco» annuì poco dopo Steve, collegando i puntini.
«Billy l'ha chiamata stronza egoista» ricordò.
«Carino — ironizzò — Quando?» chiese, poi.
«Prima che noi, sì, insomma... prima che-»
«Tutto chiaro, Henderson. Ricevuto» la fermò, mettendo su un falso sorriso.
«Dici che ci uccide se ci trova con la sorella?» gli domandò.
Si strinse nelle spalle. «Ho sempre la mazza» le rispose con nonchalance.
«Mh, giusta osservazione» sussurrò la ragazza prima di sospirare e lasciarsi andare contro il sedile.
Improvvisamente, dei passi attirarono la loro attenzione, e si ritrovarono proprio Max, che li guardava con i suoi occhioni azzurri — e bellissimi, aggiungerebbe Nathalie.
«Sei la sorella di Billy, vero?» le domandò improvvisamente la castana.
La rossa annuì, ancora piuttosto titubante. «Lo conosci?»
«Certo che lo conosce» la schernì — infastidito — Steve, ricevendo un'occhiataccia.
«Ad una festa. Ci siamo incontrati. Spesso ho visto che ti accompagna a scuola» rispose, non entrando nei dettagli.
Max annuì, abbassando lo sguardo e perdendosi nei suoi ricordi. «Siamo fratellastri — precisò — Suo padre sta con mia madre. Sapete... lui è un vero cazzone. Billy, intendo».
«Ma non mi dire» mormorò ironicamente Harrington.
«Non avete un buon rapporto?» indagò ancora Nathalie, rendendosi effettivamente conto di quanto fosse fragile e piccola quella ragazzina che si stringeva nella sua felpa verde. Sembrava quasi che volesse proteggersi.
Sospirò. «Per niente — fece un amaro sorriso — Lui è molto... arrabbiato. Non credo abbia accettato la relazione dei nostri genitori» si limitò a dire, non entrando dei dettagli della loro relazione complicata.
La Henderson la guardò teneramente, pensando, nel frattempo, a Billy. Probabilmente, così come Steve, aveva anche lui un passato doloroso alle spalle che gli aveva portato a costruirsi una corazza, eppure lui era molto più... furioso, forse — e certamente non era giusto che se la prendesse con sua sorella.
Max tirò su col naso prima di cambiare discorso. «Quindi... voi due ne avete già affrontato uno prima?» domandò.
«Già. Mi sono anche tagliata per attirarlo» Nathalie le mostrò la cicatrice ben evidente al centro del palmo della mano — che condivideva con Jonathan e Nancy.
«E io le ho salvato la vita» si vantò Steve.
«Solo perché avevi rubato la mia mazza» chiarì lei.
«Se ti fa dormire bene la notte» si strinse nelle spalle.
Prima che Nathalie potesse ribattere, Max riprese parola. «E siete sicuri al cento per cento che non fosse un orso?»
«Io non credo ci siano orsi in Indiana» le rispose la castana.
«Cavolo, non fare l'idiota, okay? Non era un orso! Se non ci credi perché sei venuta? — si intromise improvvisamente Dustin, attirando l'attenzione dei presenti — Vattene a casa» aggiunse.
«Non ci credo» mormorò Nathalie, lanciando un'occhiataccia a un soddisfatto Steve.
La ragazzina lo guardò come se fosse pazzo prima di scuotere la testa, visibilmente allibita. «Siamo di cattivo umore? Hai dormito male?» gli domandò, raggiungendo poi Lucas sul tettuccio.
«Bene così. Falle vedere che non ti importa» si complimentò il maestro con il suo allievo.
«Smettila. Non seguire i suoi consiglio, per Dio. Non voglio che diventi un piccolo Steve Harrington prima della metamorfosi» scosse subito la testa Nathalie, quasi supplicando suo fratello.
«Ehi, stai dicendo che sto avendo un bel cambiamento?» sghignazzò Harrington.
«Sto dicendo che quella ragazzina odierà a morte mio fratello se segue i tuoi stupidi consigli. Pff, trattare male le ragazze per conquistarle. Ma in che mondo vivete?» borbottò acidamente, incrociando le braccia sotto il seno.
In risposta, Steve, con un sorriso in volto, fece un veloce occhiolino a Dustin.
«Perché fai l'occhiolino? Smettila» gli disse il ragazzino, facendolo stringere nelle spalle.
Improvvisamente, prima che uno dei tre potesse aggiungere altro, un rabbioso ringhio catturò la loro attenzione, facendo spalancare gli occhi ai ragazzi, che si precipitarono alla piccola finestra sbarrata, sbirciando attraverso essa.
Guardarono attentamente il campo buio, avvolto dalla nebbia, che faceva molto film horror. Eppure non videro nulla.
«Lo vedete?» domandò Dustin.
«No» risposero i due all'unisono, e Nathalie aveva seriamente paura che il cuore potesse uscirle dal petto.
«Sai, Harrington, forse la monotonia non è così male in confronto a questo» ironizzò poco dopo.
Prima che il ragazzo potesse darle ragione — perché cavolo se ne aveva — Dustin urlò il nome di Lucas, chiedendogli poi se, da lassù, vedesse qualcosa.
«Lo vedo! Ore dieci! Ore dieci!» gridò in risposta.
I tre guardarono verso quella direzione, e, fra la nebbia fitta, riuscirono a scorgere una figura nera che non faceva altro che ringhiare mentre guardava lo scuolabus.
«Là» mormorò Steve, puntando il dito.
«Che diavolo sta facendo?» domandò Nathalie.
«Non lo so. Sta fermo» notò Harrington. «Non sta mangiando. Perché non mangia?» si agitò.
«Magari non ha fame» suggerì Dustin.
«Io credo che abbia fame — rispose Nathalie — Ma non di manzo. Insomma, perché mangiare quelle fette di carne quando qui ha ben cinque pasti?»
A quelle parole, improvvisamente Steve indietreggiò mentre assumeva un'espressione strana, quasi come se avesse appena capito e realizzato qualcosa. I due fratelli Henderson lo guardarono confusi, in particolare quando si affrettò a recuperare la mazza.
Davanti a quell'azione, Nathalie spalancò gli occhi. «Woah woah woah, Steve! — lo raggiunse — Tu non lo farai, okay? Cosa ti ho detto? I più coraggiosi muoiono!» iniziò a blaterare, mostrando tutta la sua preoccupazione.
Steve si girò verso di lei, lanciandole l'accendino zippo. «Tieniti pronta, Henderson» disse serio.
«Tenermi pronta? No, Steve, non farlo. Non-»
«Sappiamo entrambi che è l'unico modo» la fermò, quasi addolcendo lo sguardo.
Lei scosse la testa. «È da stupidi immolarsi».
Il ragazzo non le rispose e, stringendo con forza la mazza, si avvicinò alle portiere dello scuolabus. Senza pensarci due volte, le aprì e uscì, diventando un facile bersaglio per quel mostro.
Nathalie mandò giù il groppo che aveva in gola, tornando alla finestra insieme a suo fratello dopo aver richiuso le portiere.
«Giuro che se muore, me la prendo col suo cadavere e lo uccido per la seconda volta» disse a denti stretti, non staccando gli occhi di dosso a quell'idiota.
Steve avrebbe mentito se avesse detto di non starsela letteralmente facendo nei pantaloni, ma sentiva anche la responsabilità di proteggere tutti quei marmocchi e Nathalie in particolare. Questo, di conseguenza, lo aveva portato a prendere le redini della situazione. Era ovvio che non volesse per nulla morire, e per questo riponeva tutta la sua fiducia in quella mazza chiodata. Ce l'avrebbe fatta. Dopotutto doveva solo uccidere quel mostriciattolo, no?
Con presunzione, fece oscillare l'arma, stringendola poi forte fra le mani e avanzando. Improvvisamente, prese a fischiare. «Andiamo, bello».
«Che sta facendo?» chiese Max, raggiungendo i fratelli Henderson.
«L'agnello stupido che si immola» borbottò Nathalie con il cuore in gola.
«Sta ampliando il menù» rispose poi Dustin.
«Andiamo, bello. Andiamo, bello» continuava intanto a ripetere Steve, avanzando verso il demo-coso. «È ora di cena. Gli umani sono più buoni dei gatti, te lo assicuro».
«È un pazzo» mormorò la rossa.
«È un fenomeno» la corresse Dustin, sorridendo alla vista di quel ragazzo per cui stava sviluppando un'inaspettata stima — e appena un anno prima credeva che fosse un tremendo idiota.
Harrington riprese a far oscillare la mazza — che gran presuntuoso — riuscendo finalmente a vedere quel mostro senza alcuna nebbia, ed era abbastanza certo del fatto che fosse cresciuto. Non lo aveva visto prima, ma non sembrava per nulla una lucertola, quella.
Strinse con forza l'arma, ignorando la paura e il tremore.
«Steve, sta' attento!» urlò improvvisamente Lucas, che, dall'alto, aveva individuati ben altri due mostri.
«Sono impegnato!» gli rispose il ragazzo, stabilendo quasi un contatto visivo — ma li aveva gli occhi almeno? — con il demo-coso.
«Ore tre! Ore tre!» gridò ancora Sinclair.
A quelle, Nathalie spostò il suo sguardo sulla destra, spalancando gli occhi quando vide altri due piccoli Demogorgoni — non proprio piccoli, a dire la verità.
«Ditemi che è uno scherzo e che non ha invitato gli amici alla festa» quasi rise nervosamente la castana.
Anche Steve si ritrovò a girarsi, e si rese effettivamente conto del fatto che non ce ne fosse solo uno, ma forse quattro o cinque, e che lo stessero pian piano circondando.
Nathalie corse ad aprire le portiere dello scuolabus. «Steve! Steve! Muovi il culo e vieni qui!» urlò a gran voce, non nascondendo la preoccupazione — e neanche gliene importava, in quel momento.
Prima che il ragazzo potesse fare qualsiasi cosa, uno dei mostri ringhiò, mettendo in mostra quell'orribile bocca a forma di pianta carnivora, e, successivamente, corse verso Steve, attaccandolo. Il ragazzo, di riflesso, si gettò sul cofano di un'auto rossa, rotolando su di essa e ritrovandosi, poi, con i piedi ben saldi sul terreno. Venne subito attaccato da un altro demo-coso, e, in risposta, lo colpì con la mazza chiodata.
«Steve, corri, per Dio! Usa quelle dannate gambe e corri!» continuò a urlare Nathalie insieme ai ragazzini.
Steve, resosi conto del fatto di non poter uccidere tutti quei cosi — al massimo, sarebbe stato lui a morire — abbandonò la missione, e fece appello a tutte le sue forze mentre correva verso lo scuolabus. Si gettò letteralmente nel veicolo, e Dustin richiuse con forza le portiere mentre tutti loro iniziarono ad essere sballottati da quei mostri, che avevano l'intenzione di entrare e sbranarli.
«Quanti sono, cavolo!» si lamentò il piccolo Henderson.
«Sono idrofobi quei cosi?» chiese spaventata Max.
«Non riescono ad entrare! Non ci riescono!» ripetette Lucas, cercando di convincere più se stesso che gli altri.
Proprio come aveva detto il ragazzo, ecco che uno di quei cosi riuscì a rompere la porta e ad afferrare la gamba di Steve.
«Se ne usciamo vivi, corri a farti l'antirabbica, Harrington!» ringhiò Nathalie, afferrando una delle lamine e colpendo ripetutamente la testa del mostro, che non faceva che ringhiare e gorgogliare schifosamente, e liberando così Steve.
«Ottimo consiglio. Credo che lo seguirò» le rispose, rimettendosi in piedi.
«C'è qualcuno lì? Mike? Will? Oddio, c'è qualcuno?» iniziò ad urlare Dustin, afferrando il suo walkie-talkie.
Improvvisamente, come se non bastasse, ecco che iniziarono a colpire anche il tettuccio dello scuolabus.
«Cavolo! Siamo alla vecchia discarica e stiamo tutti per morire!» gridò ancora il piccolo Henderson, che, però, non ricevette alcuna risposta.
Si zittirono quando dei tonfi attirarono la loro attenzione. Alzarono lo sguardo, vedendo le rientranze metalliche che si formavano man mano che il demo-coso camminava sulle loro teste.
«Ditemi che è un fottuto scherzo» mormorò Nathalie nel momento in cui si rese conto del fatto che il tettuccio fosse aperto. Grandioso.
Come se non bastasse, quell'apertura era proprio sulla testa di Max, che si ritrovò ad urlare mentre davanti ai suoi occhi apparve quel mostro di cui, pochi minuti prima, negava l'esistenza. Ora che l'aveva visto, non poteva che mostrarsi giustamente spaventata mentre lo osservava.
Nathalie, in risposta, corse verso Max, spingendola dietro verso Lucas e Dustin, e girandosi poi verso il demo-coso, che ringhiò alla sua vista.
«Più piccolo ma sempre orribile» sussurrò fra sé e sé, stufa di trovarsi sempre a faccia a faccia con lui.
«Via da qui! Vattene! — Steve, prendendo la mazza, la fece spostare — Ne vuoi un po'? Vienilo a prendere!» urlò contro il mostro.
D'un tratto, smise di ruggire. Semplicemente, si girò e andò via come se fosse stato attratto da altro, e con lui anche i suoi amici.
Seguirono istanti di silenzio durante i quali i ragazzi, guardandosi, rimasero comunque sull'attenti nel caso fosse sbucato improvvisamente qualche altro mostro. Eppure non successe.
Quiete più totale.
Nathalie fu la prima a muoversi e a camminare in direzione delle portiere — o di ciò che ne rimaneva, almeno — ma prima che potesse aprirle, Steve, con fare protettivo, le si parò davanti. Lentamente, fece capolino fuori, stringendo con forza la mazza e guardandosi attentamente intorno.
«Cos'è... successo?» domandò flebilmente Lucas, ancora parecchio scosso.
«Steve li ha spaventati?» ipotizzò Dustin.
«Non credo che Steve Harrington sia in grado di spaventare un branco di piccoli Demogorgoni» disse Nathalie, inoltrandosi nella fitta nebbia.
«Vanno da qualche parte» annunciò con sicurezza Harrington, poggiandosi la mazza sulla spalla — con una mossa davvero sexy, secondo il parere di Nathalie.
Forse però non era il momento giusto per focalizzarsi sulla bellezza di Steve Harrington.
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