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[018] babysitter steve non lavora full-time

capitolo diciotto
babysitter steve non lavora full-time





                      HALLOWEEN ERA FINALMENTE ARRIVATO, e Nathalie se n'era resa realmente conto solo quella mattina, quando Dustin era corso nella sua stanza per farsi vedere con il costume di Ray Stantz dei Ghostbusters.

«Allora? È figo, vero?» le domandò suo fratello con quel sorriso che la faceva sciogliere.

Nathalie sorrise guardandolo. «Il costume è bello, Dust... ma siete sicuri di non essere gli unici a vestirsi? Insomma, non credo che gli altri ragazzi indosseranno-»

«Oh lo faranno eccome!» ribatté Dustin con sicurezza, fermando le sue parole.

«D'accordo» la castana alzò le mani a mo' di difesa e si avvicinò al suo armadio per prendere dei vestiti.

«Avresti dovuto travestirti anche tu da qualcosa» suo fratello la guardò indignato, facendola ridere.

«L'ho fatto fino a dieci anni, Dust» gli fece presente. «E non mi sono mai travestita a scuola» aggiunse.

«Beh questo perché quelli della tua generazione sono tremendamente stupidi!» le rispose con nonchalance.

Sua sorella sorrise mentre stringeva una maglia color rosa pallido. «Te ne do atto» confermò. «E comunque, stasera devi stare attento, okay? Stai sempre con gli altri mentre fate dolcetto o scherzetto».

«Sì, sì tranquilla» disse, sedendosi sul letto di sua sorella. «Perché non vieni con Jonathan?»

Nathalie sospirò. «Perché devo andare ad una festa. E perché sono grande, Dust» ammise con sincerità.

Suo fratello la guardò con un cipiglio. «Non si è mai grande per dolcetto o scherzetto!»

«Hai ragione — si sedette al suo fianco — Ma arriva un momento nella vita in cui si devono fare nuove esperienze, adatte alla propria età. E questo non significa che non giocherò più a D&D con voi, solo che non lo farò più come prima. Ma ci sarò sempre».

Il ragazzino la osservò per qualche secondo, analizzando le sue parole. Aveva ragione, dopotutto. L'importante era che non li abbandonasse. «Mi hanno battuto a Dig Dug» disse improvvisamente.

Nathalie aggrottò le sopracciglia. «Chi è che ha osato farlo?»

«Un certo Mad Max. Devo ancora capire chi sia» aveva un tono di voce irritato, tanto da far ridere sua sorella.

«E non puoi chiedere a Keith? Insomma, lavora all'Arcade, no?» gli suggerì.

«Glielo abbiamo chiesto — sospirò — Ma dovevamo dargli qualcosa in cambio» e la guardò.

Nathalie inclinò la testa di lato. «Cosa voleva?»

«Un appuntamento con te» rispose dopo qualche secondo.

La Henderson spalancò gli occhi. «Dustin Henderson dimmi che non hai venduto tua sorella per sapere chi diavolo è Mad Max!»

«No! No! No! — disse immediatamente — Non lo avrei mai fatto! Non voglio di certo prostituire mia sorella... e poi ti avrebbe attaccato quelle bolle orrende!»

Nathalie scoppiò a ridere. «È solo acne... ma hai fatto bene».

Dustin le sorrise prima di essere richiamato da Claudia, che voleva fargli qualche fotografia con il costume dei Ghostbusters.

• • • •

                                    CON UN BICCHIERE ROSSO AL CUI INTERNO c'era della Vodka, Nathalie guardava divertita Billy intento a scolarsi l'intero barile di birra, pronto a superare il record di Steve. Uomini.

Si trovavano nel giardino dell'immensa villa di Tina, dove si stava svolgendo la festa di Halloween, e tutta Hawkins era lì a divertirsi e ad indossare vestiti che con la festa non c'entravano nulla. I maschi, o almeno la maggior parte, avevano semplicemente lasciato il loro petto nudo — così come aveva fatto Hargrove — mentre le ragazze avevano indossato dei vestiti striminziti che mettevano in mostra tutto ciò che di bello c'era da vedere.

La Henderson aveva deciso di vestirsi totalmente di nero — almeno avrebbe potuto spacciarsi per una strega, no? — con un vestitino che le fasciava delicatamente le forme evidenti. Non era affatto volgare. Più sensuale, direbbero i maschietti che di tanto in tanto le lanciavano degli sguardi lascivi.

Tra gli applausi e le grida della folla, Billy riuscì nel suo intento e si allontanò dal barile, urlando vittorioso. «È così che si fa Hawkins! È così che si fa!»

«Abbiamo il nostro nuovo Re del Barile!»

«Billy! Billy! Billy!»

Nathalie ruotò gli occhi al cielo mentre osservava la scena. Assurdo come si entusiasmassero per così poco. Da un lato li comprendeva: dopotutto erano adolescenti e quello per loro era il massimo del divertimento. Allo stesso tempo, però, pensava che ci si potesse divertire facendo altro, qualcosa di più costruttivo anziché essere felici per essersi scolati un intero barile di birra. Ahimè, però, Nathalie non poteva lamentarsi più di tanto dato che il primo a partecipare a queste "sfide" era Steve Harrington. O almeno in passato.

Sospirò. In quel momento si trovava con Nancy all'interno della casa, stretti nei loro costumi a cui avevano lavorato insieme per ore. La Wheeler non sarebbe voluta venire, ma era stato lui a convincerla, dicendo che le avrebbe fatto bene per staccare la spina, soprattutto dopo la cena con i genitori di Barbara, che avevano confessato che avrebbero venduto la casa in modo da pagare un giornalista investigativo, un certo Murray Bauman, che aveva accettato di indagare sulla scomparsa della loro figlia. Aveva fatto male quella confessione, soprattutto perché loro conoscevano la verità ma non potevano parlare. Barbara non era scomparsa. Lei era morta e i genitori meritavano di saperlo. Eppure loro non potevano parlare.

Nathalie scosse la testa nel tentativo di non pensarci, ma prima che potesse fare anche un solo passo, sentì delle labbra premere sulle sue. Spalancò gli occhi sconcertata, pronta a dare un pugno a chiunque fosse, ma le venne da ridere quando, staccandosi, si ritrovò davanti lo sguardo provocatorio di Billy.

Che fosse chiaro, non erano fidanzati e nemmeno si frequentavano — Billy difatti era andato a letto con altre ragazze e Nathalie non era la prima ad essere stata baciata quella sera, e sicuramente non sarebbe stata l'ultima — però c'era un'evidente attrazione tra i due e lui non perdeva tempo a provocarla.

Inoltre, baciarla davanti all'intera scuola era anche un modo per far capire di avere tutto — e poi aveva anche promesso a se stesso che avrebbe preso ogni cosa appartenesse a Steve Harrington, ed era evidente che lui tenesse particolarmente a lei.

«Il Re del Barile, eh?» la castana lo guardò da capo a piedi, indugiando sul petto nudo e abbronzato. Era così dannatamente affascinante — e anche odioso.

Ghignò. «Questo è solo l'inizio, piccola Nathalie» con un gesto sensuale le carezzò il labbro inferiore prima di immergersi nella folla che ancora gridava il suo nome.

Nathalie scosse la testa, divertita da quella situazione. Billy aveva tutto ciò che odiava in un ragazzo: era spocchioso, narcisista, egoista e un'immensa valanga di aggettivi negativi, compensati dal magnifico aspetto fisico. Insomma, era il solito cattivo ragazzo. Però era il ragazzo giusto con cui concedersi dell'innocuo divertimento e con cui staccare la spina per un po'.

«Sbaglio o ti ha appena baciata davanti a tutti? In realtà credo abbia fatto lo stesso anche con altre ragazze. Dopo vi riunirete per una grande orgia?» alla castana non servì nemmeno voltarsi per riconoscere la voce e la parlantina di Robin, che la osservava in attesa di risposte, stretta in quello che dovrebbe essere un vestitino da infermiera sporco di sangue.

Nathalie ridacchiò a quella domanda e scosse la testa. «No Robin, nessun'orgia — mandò giù della Vodka — Semplicemente ci divertiamo... io e Billy intendo» chiarì prima che la sua amica potesse fare qualche altro riferimento a una possibile orgia.

«Beh se fossi etero anch'io mi divertirei con lui» annuì la ragazza, mentre insieme rientravano nella casa strapiena di adolescenti in preda agli ormoni. «Ma non ti dà fastidio il fatto che stia anche con altre? Nemmeno un po'?» indagò.

«No Rob, mi è totalmente indifferente» ammise con sincerità. «Billy non mi piace in quel senso».

Annuì. «Capisco. In realtà, in qualità di amica che ti vuole bene, ammetto che nonostante la sua bellezza, non mi ispira per nulla fiducia. In questo Steve lo batte dieci a zero, ed è assurdo detto da me» era risaputo che Robin non nutrisse molta simpatia per Harrington, soprattutto per il modo spocchioso in cui si comportava lo scorso anno. Probabilmente aveva ragione Nathalie ed era realmente cambiato, ma lei non lo conosceva quindi il suo giudizio restava immutato. Però avrebbe senza dubbio scelto lui come compagno di merende anziché Hargrove.

Nathalie guardò quest'ultimo che, in mezzo alla folla, fumava incurante di chi lo circondava, mentre tra le mani stringeva una bottiglia di alcol. «Nemmeno a me ispira fiducia. Per niente — anzi, le trasmetteva solo sensazioni negative — Per questo c'è l'accordo di 'solo divertimento'. E poi ammetto che ci sa davvero fare».

Robin assunse un'espressione schifata. «Okay non ho intenzione di sapere i dettagli del vostro convegno a luci rosse» la bloccò, facendola ridere. Poco dopo tornò seria. «A proposito, dove sono Steve e Nancy?» le chiese in tono quasi dolce, soprattutto perché sapeva quanto le facesse male la vista di loro due insieme.

Nathalie si strinse nelle spalle. «Forse sono in cucina. L'ultima volta erano lì» disse soltanto.

Aveva incrociato i due fidanzati circa due ore prima quando era andata a prendere da bere, ed era stata la prima e ultima volta che li aveva visti. Li aveva salutati frettolosamente, cercando di non guardare la mano di Steve attorno alla vita di Nancy.

«Proprio dove adesso sta andando il tuo 'divertimento'» le fece notare Robin, e subito la castana guardò: Billy stava raggiungendo la cucina, e Nathalie era ben consapevole del fatto che tra lui e Steve non scorresse buon sangue. Non sapeva per quale motivo, anche perché non era successo niente in particolare. Semplicemente non si sopportavano, ed era evidente dai loro sguardi di sfida e dal fatto che Billy stesse superando tutti i record di Steve, intenzionato a prendere il suo posto.

La castana era indecisa sul da farsi, ma poi alla fine si scusò con Robin e decise di raggiungere la cucina. Non sapeva esattamente per quale motivo. Dopotutto se i due ragazzi avessero mai litigato, lei di sicuro non avrebbe potuto separarli. Eppure era curiosa di vederli nella stessa stanza.

Riuscì con difficoltà a farsi spazio tra quei corpi sudici, entrando nella stanza giusto in tempo per sentire qualcuno dire "Abbiamo un nuovo Re del Barile, Harrington!" proprio al diretto interessato, che si tolse gli occhiali neri e guardò con irritazione Billy, che gli si piazzò davanti divertito.

Nathalie vide Nancy allontanarsi, forse per andare a prendere qualcosa da bere. Fece per seguirla con l'intenzione di parlare un po' con la sua migliore amica, ma venne fermata da un braccio che le circondò le spalle. Ci mise poco a capire che si trattasse di Billy, che la strinse a sé proprio davanti a Harrington, che guardava il loro contatto con un misto di confusione e irritazione.

«Diglielo anche tu quanto sono stato bravo, Henderson» rimarcò il suo cognome, consapevole del fatto che fosse proprio Steve, solitamente, a chiamarla in quel modo.

Difatti il suo sguardo — spaesato, poiché non ci stava capendo nulla — balzò immediatamente su Nathalie, quasi a volerle chiedere spiegazioni. Effettivamente Steve non era a conoscenza del fatto che, solo qualche sera prima, i due avessero fatto sesso e che si fossero baciati anche a quella festa.

Nathalie si irrigidì nel sentirsi chiamare in quel modo, consapevole che Hargrove stesse facendo di tutto per far irritare Steve. La ragazza fece un sorriso falso. «Spettacolare, Billy» disse a denti stretti, prima di strappargli dalle mani la bottiglia d'alcol.

Billy ridacchiò divertito sotto lo sguardo ancora scettico — e incazzato — di Steve, e decise di allontanarsi poiché, almeno per il momento, il suo lavoro era stato fatto: far irritare Harrington per il solo gusto di farlo.

La castana, visibilmente a disagio e nella speranza di non ricevere alcuna domanda da Steve, iniziò a bere il contenuto della bottiglia come se fosse semplice acqua.

«Ehi... Oh, oh, oh! Ehi... oh, oh! Vacci piano! Vacci piano, Nathalie, Nathalie, Nathalie...» preoccupato per lei, le spostò delicatamente il collo della bottiglia dalle labbra, guardandola come se fosse un cane a tre teste. Ma cosa diavolo stava combinando?

Nathalie lo guardò da capo a piedi, rendendosi conto di quanto fosse bello in total black. Niente a che vedere nemmeno con Billy che aveva sfoggiato il suo fisico palestrato. Steve Harrington lo batteva in tutto.

«Lo reggo abbastanza bene l'alcol» riuscì soltanto a dire, non sapendo poi cosa aggiungere.

Lo capiva dal suo sguardo che avrebbe voluto chiederle cosa diavolo fosse accaduto poco prima con Billy, eppure lei non aveva alcuna voglia di dirgli di essere andata a letto con il ragazzo che intendeva sottrargli la leadership scolastica — e non solo.

«Lo so, Nathalie» annuì Harrington, scavando nei ricordi di appena un anno prima, quando la castana si era ubriacata a casa sua.

Probabilmente era stato quello il momento in cui aveva iniziato a guardarla con occhi diversi, quando l'aveva adagiata sul divano e si era reso conto del fatto che fosse davvero bella. Così come in quel momento in cui era stretta in quel vestitino che le stava divinamente. E quelle gambe che-

Immediatamente tornò con i piedi per terra, pronto a chiederle perché Billy l'avesse stretta in quel modo. Prima che ci riuscisse, però, lei prese parola. «Fossi in te mi preoccuperei di Nance. Lei non regge bene» e gli indicò la ragazza che, poco lontano da loro, mandava giù il secondo bicchiere di alcol.

Steve imprecò e, controvoglia, si allontanò da Nathalie per raggiungere la sua ragazza.

La castana guardò i due parlare e lui preoccuparsi per la sua salute. Sospirò desolata e decise di abbandonare quella stanza, la cui aria stava diventando davvero pesante. Il suo obiettivo era quello di ritornare a parlare con Robin ma era dannatamente difficile riuscire a ritrovarla tra tutta quella gente, così si ritrovò a fare slalom tra di loro senza una meta precisa, fin quando il palato le cadde quasi sul pavento alla vista di Jonathan Byers che si guardava attorno stralunato, come se a circondarlo fosse tutto ciò che di più terribile esistesse. Ed effettivamente per lui era così.

Immediatamente Nathalie tentò di raggiungerlo e, quando lo fece, gli afferrò il braccio per farlo voltare. «Non ci credo. Ti prego dammi un pizzicotto per farmi capire che questa è la realtà!» scherzò lei.

Jonathan rilasciò un sospiro di sollievo. «Nathalie» era felice di trovare un volto amico. «È la realtà. Ho deciso di fare qualcosa di nuovo, stasera» le disse. O meglio urlò. Non era abituato al volume della musica così alto. Era da spaccare i timpani.

Lei sorrise. «Sono felice che tu sia qui» ammise. «E Will? Ci è rimasto male?» domandò, poi.

«No, piuttosto sembrava felice di essersi sbarazzato del fratello maggiore — ridacchiò — Volevo tornare a casa ma poi ho trovato il biglietto della festa e ho deciso di fare un salto in questo posto» si guardò attorno. Preferiva di gran lunga il silenzio di casa sua, ma era felice che ci fosse Nathalie.

«Forza, ti porto a fare un giro. Sarò il tuo Cicerone delle feste» rise lei, afferrandogli la mano e facendolo raggelare per un attimo a causa di quel contatto. Subito dopo si rilassò: dopotutto si trattava solo di Nathalie, la sua amica — unica amica. «E comunque, bel costume».

Lui rise dando una veloce occhiata al suo outfit di tutti i giorni. «Sono mascherato da quello che odia le feste».

«Mai costume fu più azzeccato» sorrise mentre insieme raggiungevano la cucina.

Prima che uno dei due potesse parlare, la loro attenzione venne catturata da Steve e Nancy che, al centro della sala, stavano battibeccando. Per la precisione, lui tentava di strapparle l'ennesimo bicchiere di alcol dalle mani, poiché era visibilmente ubriaca. Come risultato, il contenuto del bicchiere venne rovesciato sulla camicetta bianca di Nancy, che guardò Steve arrabbiata mentre tentava di raggiungere il bagno, seguita da lui, annoiato.

«Dovremmo fare qualcosa?» chiese Jonathan alla sua amica, scioccato per ciò che aveva appena visto.

Nathalie scosse la testa. «No. È meglio di no» si limitò a dire prima di tornare a prestare attenzione al giovane Byers, ma sempre con il pensiero rivolto ai due fidanzati.

Questi ultimi, infatti, raggiunsero il bagno e si chiusero all'interno, allontanandosi dal rumore assordante della festa.

Nancy tentò invano di pulirsi l'enorme macchia rossa sotto lo sguardo avvilito del suo fidanzato. «Non viene via, Nance» sospirò esausto.

Aveva proposto lui di andare a quella stupida festa, ma sicuramente non si sarebbe aspettato di fare il babysitter. Allo stesso tempo, però, riusciva a giustificarla: ancora soffriva per la morte di Barb e si sentiva in colpa.

«Si invece» disse lei a denti stretti, sfregando il panno bagnato contro la macchia, ma non fece altro che sporcarsi ancora di più.

«Andiamo, ti riporto a casa, okay? Vieni qui. Dai, ti riaccompagno» tentò di toglierle il panno dalle mani.

«Tu l'hai fatto apposta!» ringhiò tra le lacrime.

«Non l'ho fatto apposta. Ho solo detto 'smetti di bere'» disse con un tono di voce basso, quasi a volerla tranquillizzare.

«Stronzate! Buffonate!» se lo scrollò di dosso.

«No, non sono stronzate. Non sono stronzate, Nancy» ripetette.

«No. Tu. Tu sei un buffone» il tono di voce era cattivo. Non sembrava nemmeno più Nancy, ed effettivamente era l'alcol a parlare — e anche la tanta rabbia e frustrazione che aveva dentro.

Steve schiuse le labbra, guardandola ferito. «Cosa?»

«Tu stai fingendo che tutto sia okay. Come se... come se non avessimo ucciso Barb — pianse — Come... come se andasse alla grande. Siamo innamorati e così festeggiamo. Sì, divertiamoci! Facciamo festa a una festa! Sono solamente... stronzate» concluse.

Steve la guardò. «Anche che ci amiamo?» il tono di voce lo tradì. Nemmeno lui sembrava crederci. Un tempo era sicuro di provare sentimenti forti per la Wheeler, eppure adesso, pur essendo molto legato a lei e volendole bene, proprio non riusciva a trovare nemmeno un rimasuglio di quel sentimento. Semplicemente non c'era più e forse ora era arrivato il momento di affrontare la realtà e ammettere quello che da tempo entrambi nascondevano: non c'era più niente.

Lei lo guardò negli occhi. Era ubriaca ma non così tanto da non dire la verità. E poi com'era il detto? In vino veritas — anche se tutto aveva ingerito fuorché il vino. «È una bella bugia».

«Tu non mi ami?» domandò quindi lui. Sembrava essere la resa dei conti.

Nancy deglutì. «Tu sì?» non voleva che lui rispondesse. Già conosceva la risposta.

Schiuse le labbra, tentando di dire qualcosa. «Nance, io...» eppure le parole gli morirono in gola. Cosa avrebbe potuto dirle? Nance io ti amo? No, non l'amava e lo sapeva.

Finalmente riusciva ad ammetterlo. Riuscivano ad ammetterlo.

«Una bella bugia» ripetette lei.

Harrington annuì. «Una bella bugia» sussurrò prima di aprire la porta del bagno e andare via.

Era stata la serata più brutta della sua vita.

• • • •

IL VENTO LE SFIORAVA LA PELLE ARROSSATA lievemente a causa dell'alcol e faceva svolazzare i suoi capelli castani mentre gli occhi erano puntati sulle poche stelle nel cielo. Nathalie si era allontanata dalla festa non appena aveva iniziato a girarle la testa, e aveva lasciato Jonathan nelle mani di Samantha, una ragazza che sembrava aver trovato parecchio attraente il giovane Byers e il suo costume da odiatore delle feste. Così, una volta messo il ragazzo a suo agio, si era allontanata dalla festa e aveva raggiunto il punto in cui erano state parcheggiate tutte le auto, accomodandosi sul cofano di quella di Jonathan.

Sospirò e si strinse nella giacca nera, raddrizzando la schiena quando sentì dei passi. Si voltò lentamente, rilanciando un sospiro di sollievo non appena riconobbe il ciuffo di Steve. Il ragazzo maneggiava con le chiavi della sua auto e pareva essere parecchio nervoso. Non si era nemmeno reso conto della sua presenza.

Nathalie aggrottò le sopracciglia e decise di palesarsi. «Ehi Harrington, tutto okay?» i loro occhi si incontrarono non appena lei parlò, e la castana trasalì quando vide il suo sguardo triste.
Era successo qualcosa con Nancy e ne era sicura.

«Henderson...» mormorò lui, avvicinandosi lentamente. Al contempo era la prima e l'ultima persona che desiderava vedere. «Io e Nancy abbiamo rotto, credo. O solo litigato. Onestamente non lo so» andò dritto al punto facendola rabbrividire a quelle parole.

Io e Nancy abbiamo rotto. Una parte di lei, quella orribile, aveva rilasciato un sospiro di sollievo, ma allo stesso tempo Nathalie sapeva che non sarebbe potuto succedere mai niente tra di loro, soprattutto perché lui non era interessato e perché lei e Nance erano migliori amiche.

«Oh — non sapeva che dire — Come... insomma, cos'è successo?» chiese realmente interessata. Sperava solo che la sua amica stesse bene, a dirla tutta.

Steve sospirò, passandosi una mano sul volto stanco. «È tutta una bugia. La festa, noi...»

Nathalie, nonostante tutto, non riusciva a vederlo così triste. Solo in quel momento si rese conto del fatto che lui stesse ancora in piedi davanti a lei. «Vuoi sederti?» lo invitò.

Harrington aggrottò le sopracciglia. «È tua? Non sapevo avessi-»

«Non ho la patente. Avrei dovuto prenderla quest'estate, ma ho pensato a divertirmi» mise su un sorriso colpevole. «Jonathan non saprà mai che Steve Harrington si è seduto sulla sua auto, tranquillo» disse poco dopo.

«Ah, è di Byers. Proprio l'auto su cui desidero sedermi» ironizzò.

«Allora?» lo guardò, attendendo una risposta.

Dopo qualche secondo, si sedette sul cofano accanto a lei, puntando lo sguardo verso il cielo. «È stata una serata orribile» mormorò dopo un po'.

Non si riferiva principalmente alla rottura con Nancy quanto al fatto che fosse arrivato, improvvisamente, il momento di fare i conti con i suoi sentimenti e non era sicuro di essere pronto. Anzi, non lo era per niente.

La castana si morse il labbro inferiore, dispiaciuta per il fatto che stesse soffrendo. «Nancy ha bevuto molto. Non credo intendesse davvero quello che diceva. Vedrai che domani ne parlerete e chiarirete» forzò un sorriso.

«Lo intendeva» disse semplicemente. «E va bene così, insomma... Continuavamo solo a rimandare questo momento» la guardò, quasi come se in questo modo potesse leggere la sua mente, capire cosa stesse pensando. Ma era così difficile decifrarla.

La castana si voltò lentamente verso di lui, deglutendo quando si scontrò con i suoi occhi. Sembravano trafiggerla. Mai nessuno aveva avuto un effetto del genere su di lei. Perché diavolo proprio Steve Harrington?

Quest'ultimo la contemplò per un tempo indefinito, facendo attenzione ai capelli che le carezzavano il tenero volto illuminato leggermente dalla luce dell'unico lampione presente. «Posso... posso chiederti una cosa?» domandò dopo un po'.

Lei annuì. «Certo».

«Billy. C'è qualcosa tra di voi?» andò dritto al punto, voglioso di conoscere la verità. Non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di loro due stretti e di lui che la chiamava 'Henderson'. Dio, lo odiava.

Nathalie sospirò. Era inutile dirgli una bugia. «Siamo stati insieme alla festa di Tommy».

Quella confessione lo colpì violentemente. Non era come quando aveva scoperto di Caleb e Trevor. Questa volta era diverso, forse per l'odio che provava nei confronti di Billy, che sembrava davvero intenzione a prendere tutto ciò che era suo — anche se Nathalie non era propriamente sua.

«E ti piace?» chiese ancora, arricciando il naso.

Ridacchiò divertita. «Ti sembro così stupida da prendermi una cotta per lui?»

Nonostante il fastidio, Steve rise. «No, Henderson. Sei fin troppo intelligente» ed era vero. Aveva un'alta opinione di lei. Era troppo astuta per prendere una sbandata per Billy. Per prendere una sbandata per lui. Lei puntava più in alto. Lei meritava altro.

«Semplicemente siamo stati insieme. Nulla di che. Non so perché abbia fatto quella scenata» disse poco dopo.

«Per infastidirmi, ovviamente. Si diverte parecchio. Sai, credo che non abbia hobby oltre 'infastidire Steve Harrington'. Probabilmente sono in cima alla sua lista 'chi infastidiamo oggi?'» borbottò lui, con la sola voglia di rompergli il volto a suon di pugni.

«Come avrebbe potuto infastidirti una scena del genere?» domandò ingenuamente, voltandosi verso di lui.

Steve si immobilizzò, non sapendo cosa risponderle. Le avrebbe voluto dirle di essere infastidito da tutti i ragazzi che le si avvicinavano, ma non aveva il coraggio di farle una confessione del genere, soprattutto non dopo essersi lasciato con la sua migliore amica appena mezz'ora prima.

Si limitò a stringersi nelle spalle. «Ti faccio uno squillo quando lo scopro» poi cambiò discorso. «Tu piuttosto, come torni a casa?»

«O aspetto Jonathan o aspetto l'autobus» disse semplicemente.

La guardò come se fosse pazza. «È fuori discussione, Henderson. Non ti lascerò tornare a casa in autobus da sola» la bacchettò come un padre faceva con le proprie figlie.

«Ma non mi succ-»

«Ehi, no» la fermò. Quando la vide sospirare, propose la sua idea. «Ti accompagno io, forza. Concludo la serata svolgendo il mio nuovo impiego: babysitter per le ragazze ubriache o senza patente. In questo caso entrambe».

«Non sono ubriaca» disse immediatamente la castana.

«Sai, io non credo che il tuo fegato la pensi allo stesso modo» scherzò, notando quanto fosse bello e piacevole scherzare con lei. «Allora, andiamo? Babysitter Steve non lavora full-time».

Scosse la testa divertita. «Non farai tardi a casa?» gli chiese, poi.

Lui ghignò. «Attenzione Henderson, potrei addirittura pensare che ti importi di me» disse, strappandole un mezzo sorriso. Se solo avesse saputo la verità. «Casa tua non è poi così lontana dalla mia. Hawkins è un buco».

«Steve» tentò di opporsi.

«Oh andiamo. Non ti farò tornare a casa in autobus. Pensavo fosse chiarito — fece un mezzo sorriso — Fammi essere un gentiluomo, per una volta» scherzò, poi.

Lei sospirò, arrendendosi. «D'accordo. Tu sei sicuro di non aver bevuto?» scese dal cofano, seguendolo.

«Ero troppo impegnato a fare il babysitter» le ricordò, accomodandosi al lato del guidatore.

Quando Nathalie entrò in auto, proprio come la prima volta, fu travolta dall'acqua di colonia che era solita spruzzarsi il ragazzo. Questo le fece accennare un piccolo sorriso, che si ampliò alla vista della stessa e identica cassetta che le aveva regalato a Natale.

«Ce l'hai anche tu» mormorò, indicandola col cenno del capo.

Steve si grattò la nuca imbarazzato, mettendo su un sorriso. «Già. Mi piace quella canzone, sai...» si limitò a dire — mezza verità: quella canzone gli ricordava lei.

La castana annuì, accennando un sorriso e avvertendo una strana sensazione mentre si rendeva effettivamente conto del fatto che si trovasse con Steve nella sua auto.

«Sai guidare bene, giusto? Non rischiamo di fare nessun incidente?» iniziò a prenderlo in giro.

«Oh senti chi parla. Tu neanche ce l'hai la patente!» le fece presente, divertito.

«Touché» mormorò, sentendosi colpita e affondata per la prima volta.

«Sai — riprese parola — dovresti prenderla. Farti da autista personale non mi dispiace, ma il gentleman Steve Harrington non sarà... onnipresente. Si dice così, giusto?» le lanciò una veloce occhiata.

Nathalie lo guardò per qualche secondo prima di ridacchiare. «Sì» annuì. «E hai ragione. Quest'estate devo prenderla. È una rottura usare la bici e l'autobus» confermò.

«Se hai bisogno di guide, sai a chi chiedere. Dicono che sono Niki Lauda» si vantò.

«Ed io che pensavo fossi Tom Cruise» scosse la testa lei, rendendosi conto di quanto si sentisse a suo agio.

«Beh sì, sono multiforme, sai?»

«Ansiosa di conoscere il tuo prossimo aspetto».

Dopo una risata condivisa, il viaggio in auto fu breve e silenzioso. Nessuno dei due sapeva esattamente cosa dire, e in realtà nemmeno avevano così tanta voglia di dialogare. Eppure quel silenzio era tutto fuorché imbarazzante, anzi entrambi parevano essere a loro agio mentre, di tanto in tanto, si lanciavano qualche occhiata furtiva. Sicuramente quella serata non era stata una delle migliori, in particolare per Steve, ma nel profondo sentiva come se gli si fosse tolto di dosso un peso. È giusto così, si ripeteva. E lo credeva davvero.

Quando arrivarono fuori casa Henderson, Nathalie si voltò verso il ragazzo, indecisa sul da farsi. «Grazie, Steve» disse soltanto, immensamente riconoscente — in fondo, non tutti lo avrebbero fatto.

Sorrise lievemente. «È il minimo».

Lei annuì, lanciando una veloce occhiata alla porta di casa. «Bene, io... io vado» eppure rimase ferma.

«Certo» mormorò lui, continuando ad osservarla.

Rimasero a condividere quegli sguardi per qualche secondo, entrambi con il desiderio di passare altro tempo insieme, ma parvero tornare con i piedi per terra solo quando videro accendersi la luce di una delle stanze di casa Henderson — Nathalie la riconobbe come la camera di Dustin.

Immediatamente, la castana uscì dal veicolo, sussurrando un flebile 'buonanotte' e scappando via da lui e da quelle dannate emozioni.

Steve rimase ad osservarla per assicurarsi che entrasse in casa, e quando lo fece, rilasciò un profondo sospiro. «Buonanotte, Henderson» mormorò, mettendo in moto e andando via.

La ragazza, intanto, si mostrava ancora incredula riguardo a ciò che era successo. Lei da sola in macchina con Steve Harrington. Dio. Era stata una serata davvero assurda.

Si tolse la giacca e lentamente salì al piano superiore per raggiungere la sua stanza, facendo attenzione a non svegliare Claudia. Prima che potesse aprire la porta, però, un rumore la fece sobbalzare, soprattutto perché proveniva dalla camera di Dustin. Subito dopo sentì anche un'imprecazione: 'cazzo!'.

Aggrottò le sopracciglia confusa e si avvicinò alla porta della stanza, battendo lievemente le nocche su di essa. «Dust, tutto okay? Posso entrare?»

Seguirono altri rumori strani, come se Dustin andasse avanti e indietro per la stanza velocemente. Poi parlò. «Sì!» rispose con un tono di voce stridulo.

Nathalie, ancora confusa, entrò nella camera per poi guardarsi attorno furtivamente. A parte il grande caos — sembrava esserci stato un terremoto — non c'era nulla di strano. Forse. «Allora, com'è andata la serata?» chiese interessata.

«I ricchi sono davvero degli spilorci, però ho tante cose buone» sorrise come solo lui sapeva fare, mostrandole una busta piena di caramelle e dolci. «È venuta anche la nostra nuova amica Max».

«Max come Mad Max? È lei che ti ha superato a Dig Dug?» domandò divertita.

Dustin si limitò ad annuire, non mostrando un minimo segno di irritazione rispetto a quella mattina. Era troppo preso da altro. «Penso che Will abbia avuto una delle sue solite visioni».

Nathalie si sentì in pena nell'udire quelle parole e sospirò. Era consapevole del fatto che spesso il ragazzino avesse degli incubi sul Sottosopra e non riusciva neanche ad immaginare quanto male si sentisse. «Promettimi che gli starete accanto, Dust. Will ha bisogno di voi. Ora più che mai».

Il ricciolino la guardò e annuì con veemenza prima di porgerle un cioccolatino. La ragazza sorrise dolcemente e, dopo avergli dato la buonanotte, si rintanò nella sua camera, ma non prima di aver dato una lieve carezza a Mews, il loro dolce gattino, intento a dormire.

Anche per lei era arrivato il momento di riposare.

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