[009] shit, abbiamo pianto per niente?
capitolo nove
shit, abbiamo pianto per niente?
BASTÒ CHE DUSTIN DICESSE A SUA SORELLA che Mike aveva delle notizie su Will per farla alzare dal letto e correre verso casa Wheeler insieme a lui e a Lucas.
Nathalie aveva l'umore a pezzi dopo l'interrogatorio della polizia, eppure quelle parole riuscirono, almeno in parte, a farla stare meglio.
Non sapeva cosa significasse la frase "Mike ha delle notizie su Will", ma in lei si era riaccesa la speranza, forse stupida, che fosse vivo. Sì, era una cosa assurda — soprattutto perché aveva visto con i suoi occhi il corpo privo di vita del ragazzino e l'autopsia pareva confermare che si trattasse di lui — ma ancora non voleva crederci. Non poteva accettare che fosse morto.
La ragazza, che si mordicchiava ansiosamente il labbro inferiore, era adesso seduta accanto ai tre ragazzini. Tutti loro guardavano Undici che, con un walkie-talkie tra le mani, scorreva tra le diverse frequenze alla ricerca di quella giusta. Erano ormai cinque minuti che fuoriusciva solo un rumore fastidioso, ma poi, improvvisamente, si udì il lamento di qualcuno, e Mike sosteneva che appartenesse a Will.
«Perdiamo il segnale, ma l'avete sentito, vero?» Wheeler guardò i suoi amici.
«Sì. Ho sentito un bebè» Lucas lo guardò annoiato.
Mike aggrottò le sopracciglia. «Cosa?»
«Mike, probabilmente hai intercettato il monitor di un bebè. Quello dei Blackburns qui accanto» spiegò Sinclair.
«Quello secondo te era il verso di un bebè?» Mike si rivolse a Nathalie, che era sicuramente la più obiettiva e razionale tra di loro.
Lei sospirò. «Il segnale fa schifo, ragazzi. Gesù, fa davvero pena, e sembrava un gatto in agonia. Ma non penso che Undici ci stia prendendo in giro. Sta usando i suoi poteri».
«Esattamente! — esclamò il corvino — Quello era Will!»
Lucas sospirò. «Mike-»
«Lucas, tu non capisci! Ieri sera Will ha parlato!» lo fermò il ragazzino. «Cantava quella canzone che ama».
«Should I Stay or Should I Go — annuì Nathalie con un sorriso — Lui e Jonathan la cantavano spesso insieme» disse nostalgica, ricordando quando, ritrovandosi in auto con i due, non avevano fatto altro che canticchiare quella canzone e sorridersi.
«Sì» annuì Mike. «E l'ha sentito anche Undi!»
«Certo, se l'ha sentito anche la stramba, allora...» borbottò Lucas, facendo alzare gli occhi al cielo a Nathalie. Proprio non riusciva a capirlo. Non era mai stato così 'privo di sentimenti' nei confronti delle persone; certo, era sicuramente diffidente, ma adesso stava proprio esagerando.
«Sei sul canale giusto?» domandò Dustin, che fino a quel momento era stato in silenzio.
«Non si tratta di questo. Credo che lei, in qualche modo, riesca a sintonizzarsi con lui» ammise Mike.
«Come il Professor X» mormorò Henderson.
«Sì» annuì.
«Voi credete a queste stupidaggini?» Lucas li guardò perplesso.
«Non lo so, insomma... — sospirò Dustin — Ricordi quando Will è caduto dalla bici e si è rotto il dito? Ha fatto gli stessi versi».
«In effetti. Will si lamenta come un bebè» mormorò Nathalie, pensandoci.
Lucas guardò i tre come se fossero pazzi. «Ma non avete visto quello che ho visto io?! Hanno tirato fuori dall'acqua il corpo di Will! È morto!» alzò il tono della voce — non lo diceva con cattiveria, ma era la realtà dei fatti. Anche lui soffriva molto, eppure prima lo accettavano, meglio era.
Dustin sospirò. «Forse è il suo fantasma e vuole darci la caccia».
«Non è un fantasma» disse Mike categorico.
«Come fai a saperlo?» Lucas lo sfidò.
«Forse perché i fantasmi non esistono?» domandò Nathalie retoricamente. «Anche se non me ne meraviglierei dopo tutta questa merda. Ah-ah sembra un fottuto film. Uno di quelli che finisce con la morte di tutti i protagonisti, però» ammise con una risata nervosa.
Sinclair sospirò. «Allora cos'era nell'acqua?» li guardò.
«Non lo so — rispose Mike — Tutto quel che so è che Will è vivo! Sì, Will è vivo! È là fuori da qualche parte. Noi dobbiamo solo trovarlo».
Tutti si zittirono nel sentire il ragazzino urlare. Non lo avevano mai visto cosi, eppure come potevano giudicarlo? Voleva solo che il suo migliore amico fosse vivo.
Nathalie guardò Undici e sospirò. «Sentite, così non va. Ha bisogno di una radio più potente».
Dustin sorrise furbo. «Il ricetrasmettitore Heathkit del signor Clarke».
«Sì» annuì Mike.
Nathalie aggrottò le sopracciglia. Non sapeva di cosa diavolo stessero parlando, ma decise di non fare alcuna domanda.
«Ma è nella scuola» fece presente Lucas. «Non possiamo fare entrare la stramba a scuola senza che nessuno la noti. Insomma... guardatela».
Tutti si voltarono verso Undici, che a sua volta li guardò. In fondo Lucas aveva ragione: la ragazzina indossava i vestiti di Mike e non aveva i capelli. Sarebbe sicuramente stata scoperta.
«Okay — Nathalie si mise in piedi — Dobbiamo camuffarla. Inizia l'Operazione Restauro».
«Come?» i ragazzi la guardarono confusi.
«Trucco, vestiti e parrucca».
• • • •
NATHALIE ERA ANDATA A CASA SUA dopo aver "preparato" Undici per la missione. L'aveva truccata leggermente con dei trucchi di Nancy — per fortuna non era a casa —, aveva preso un suo vecchio vestito rosa pallido e una parrucca bionda.
Undici si era lasciata far tutto senza ribattere, chiedendo di tanto in tanto come si chiamassero i trucchi che venivano utilizzati su di lei. Nathalie le rispondeva con un sorriso in volto, aiutandola a pronunciare bene le parole. Era davvero una ragazzina dolce.
La Henderson, poi, aveva deciso di ritirarsi a casa sua e di non accompagnarli per non destare sospetti. Insomma, sarebbe stato davvero strano se i professori di Will, Mike e Lucas l'avessero vista lì alla scuola media e girovagare per i corridoi.
Così Nathalie aveva potuto distendersi sul letto per più di mezz'ora senza essere disturbata, per poi mangiare qualcosa. Stavano succedendo così tante cose che, ultimamente, si era persino dimenticata di mettere qualcosa sotto i denti.
Eppure aveva parlato troppo presto perché, proprio in quel momento, qualcuno suonò il campanello.
«Non ci credo. Volete prendermi in giro? Un panino. Un solo dannato panino» mormorò tra sé e sé.
Sembrava davvero che non volessero farla rilassare.
Posò il panino sul tavolo e si diresse ad aprire la porta. Quando vide chi aveva davanti, si ritrovò a spalancare gli occhi sorpresa. «Okay, questo è uno scherzo? Sto forse sognando?» chiese divertita.
Jonathan Byers e Nancy Wheeler erano insieme.
«Nathalie — mormorò la sua amica — Dobbiamo farti vedere una cosa» disse con serietà.
«Dobbiamo? Voi due? Da quando lavorate insieme?» domandò accigliata.
Jonathan e Nancy si guardarono prima di rispondere all'unisono. «Da oggi».
«Oh bene... credo» sussurrò ancora confusa. «Che dovete farmi vedere?» chiese, poi.
«C'è Claudia in casa?» Nancy rispose con un'altra domanda, facendola preoccupare.
Nathalie scosse la testa. «No, è a lavoro. Ora potete dirmi che succede?»
«Prima possiamo entrare? È una cosa seria» prese parola Jonathan, lasciandola di stucco. Di cosa stavano parlando? Una cosa seria? E se se la facessero insieme alle spalle di Steve?
La castana decise di non dire nulla e si limitò ad annuire, invitando i due ad entrare. I tre ragazzi si accomodarono sul divano e Nathalie aspettò che parlassero.
Jonathan aprì il suo zaino alla ricerca di qualcosa, così la Henderson si rivolse alla sua amica. «Mi dici almeno che succede, Nance? Siete inquietanti. Molto inquietanti».
«Riguarda Barb... e quella cosa» le rispose, ed immediatamente Nathalie capì a cosa si stesse riferendo.
«Ecco» Byers tirò fuori due foto, passandogliene solo una.
Nathalie l'afferrò e la riconobbe come la stessa foto che Nancy le aveva fatto vedere: Barb seduta sul trampolino della piscina di Steve. La differenza era che, questa volta, tutti i pezzetti della fotografia erano stati messi insieme con dello scotch.
Nathalie sospirò. «Okay... e cosa-» si fermò improvvisamente quando notò qualcosa.
In alto a destra, proprio dietro Barb, c'era qualcosa di strano. Una figura sbiadita che, però, Nathalie non riusciva a vedere chiaramente.
«Questa è la foto ingrandita» Jonathan le porse l'altra.
Nathalie si ritrovò a sobbalzare spaventata quando la vide. Quella non era una solo una figura sbiadita. Ora la vedeva in modo molto più chiaro e nitido. Dietro Barb, in alto, c'era lo stesso mostro che lei e Nancy avevano visto a casa di Steve.
Non c'erano dubbi: quella cosa aveva sicuramente a che fare con la scomparsa di Barb, e forse anche con quella di Will.
«È lo stesso mostro che abbiamo visto da Harrington. Senza faccia» mormorò, tracciando il profilo della figura con le dita. «Dio, che brutto».
Quell'essere sembrava essere alto circa tre metri, con un corpo antropomorfo... e la testa, beh, quella era davvero strana, e Nathalie non riusciva a distinguerla con chiarezza.
Jonathan sospirò. «Credevo... credevo che mia madre stesse impazzendo».
«Cosa? Anche Joyce l'ha visto?» domandò allibita. Allora non erano pazze. Era tutto vero. Quel mostro esisteva.
«Sì. Ha detto che è uscito... dalla parete — spiegò con il suo solito tono di voce basso — E che il corpo ritrovato non è di Will. Dice che è vivo e si sta nascondendo».
Nathalie lo guardò. «E se Will è vivo...»
«Allora forse lo è anche Barb» annuì Nancy, quasi sollevata. Era come se si fosse tolta di dosso un gran macigno.
La Henderson sospirò. Se Will era vivo e si stava nascondendo da quella cosa, di chi era quel corpo in acqua?
Bastarono pochi secondi e capì. «Allora è tutto falso» mormorò.
«Cosa?» chiesero Jonathan e Nancy all'unisono.
«La morte di Will. Insomma, quello ritrovato era il corpo di un ragazzo e l'autopsia conferma che si tratti di Will... ma se invece fosse stata tutta una farsa? Se la sua morte fosse-»
«Stata inscenata» capì Jonathan, facendo annuire Nathalie.
«Ma perché lo avrebbero fatto? È solo un ragazzino» chiese Nancy confusa.
Era proprio questa la domanda: perché?
«Io ho fatto delle ricerche» li informò Nathalie. «Sono sicura che tutto sia in qualche modo collegato a quel buco di posto anche chiamato Laboratorio di Hawkins. Credo che quei mentecatti abbiamo a che fare con la scomparsa di Will e di Barb... e con quella cosa».
«E adesso cosa dovremmo fare? Avvertire la polizia?» domandò la Wheeler.
Nathalie scosse la testa. «No — disse — Andremo al funerale di Will. Faremo finta di credere alle loro frottole, piangeremo, soffrire e staremo al loro gioco. Se hanno inscenato la sua morte, probabilmente ci stanno anche spiando in qualche modo, non credete?»
«Dobbiamo comportarci come se fosse davvero morto» capì Jonathan.
«Esatto».
• • • •
IL FUNERALE DI WILL, ALMENO PER CHI conosceva la verità, era una grande sciocchezza. Era assurdo il fatto che avessero inscenato la morte di un ragazzino. Era disumano. Ma, in fondo, cosa ci si poteva aspettare da quelle persone che faceva perfino degli esperimenti sugli esseri umani? Su dei bambini, per essere precisi.
Quello, però, non aveva alcuna importanza ora come ora. Ciò che davvero era degno di nota, era il fatto che Will fosse vivo, e ormai Nathalie ne era certa.
Dustin, infatti, le aveva raccontato che, grazie alla radio a scuola, fossero riusciti a sentire Will che, con voce spaventata, chiedeva aiuto a sua madre, la quale, in tutta risposta, piangeva e diceva che lo avrebbe salvato. Will aveva detto frasi del tipo "sta arrivando", "è come casa, ma è molto buio qua; è vuoto e fa freddo".
Grazie alle sue parole — e a Undici ovviamente — erano riusciti a giungere alla soluzione: Will si trovava nel Sottosopra, una specie di Valle delle Ombre, cioè l'oscuro riflesso del mondo reale. Il Sottosopra, in termini più "scientifici", era un piano di esistenza parallelo e sovrapposto al mondo materiale, motivo per cui Will aveva detto di essere in un posto simile a casa sua, solo che era buio e freddo. Inoltre, questo era anche il motivo per cui Undici aveva condotto i ragazzi a casa Byers quando fu ritrovato il cadavere nella cava: Will era davvero lì, solo che loro non potevano vederlo. E questo perché si trovava nel Sottosopra.
Ma come diavolo ci era finito?
Nathalie non aveva mai creduto nell'esistenza di dimensioni parallele. In realtà erano poche le cose in cui credeva. In quel periodo, però, le sue certezze erano state distrutte: tutto ciò che credeva assurdo, in realtà esisteva.
La castana scosse la testa per reprimere quei pensieri e concentrarsi sulle parole del parroco. Si trovava al funerale — finto — di Will insieme a tutti i ragazzi. Era in piedi di fianco a Nancy, mentre davanti a loro c'erano i tre marmocchi che, consapevoli del fatto che il loro amico fosse vivo, si concedevano qualche risatina.
Improvvisamente Dustin, divertito, richiamò i suoi due amici e indicò una ragazzina dai capelli biondi intenta a piangere. «Vedrai quando diremo a Will che Jennifer Hayes piangeva al suo funerale».
Nathalie si morse il labbro inferiore per non ridere, mentre invece Karen disse ai ragazzi di fare silenzio.
Dopo che finalmente quella farsa ebbe fine, la Henderson raggiunse Joyce, che aveva appena ringraziato una signora per le condoglianze.
Nathalie era parecchio affezionata alla signora Byers. Era una donna estremamente dolce che amava i suoi figli più di ogni altra cosa al mondo. Era proprio per quel motivo, per il legame forte che aveva con Will, che non riusciva ad accettare la sua morte. Lei lo sapeva, lo sentiva: suo figlio era ancora vivo e lo avrebbe salvato.
«Joyce... — la richiamò Nathalie, mettendo fine ai suoi pensieri — Volevo dirti che mi dispiace davvero tanto... per tutto. Sai, voglio molto bene a Will, e tutto questo è davvero assurdo».
La donna le sorrise dolcemente. «Lo so» le strinse delicatamente la spalla. «E anche lui ti vuole molto bene. Mi parla spesso di te e del fatto che non fai altro che comprargli dolci».
Nathalie sorrise lievemente al ricordo. «Sì. So che non dovrei viziarli troppo, ma quando mi guardano in quel modo-»
«È impossibile dirgli di no. Lo so» concluse per lei Joyce, con un dolce sorriso in volto. Le faceva così piacere che anche Nathalie parlasse al presente. Perché Will era vivo e lei lo sapeva.
Nathalie rise. «Prometto, però, che li vizierò di meno».
La donna la guardò. «Anche tu credi che sia vivo?»
«Non lo credo» disse. «Ne sono sicura».
«Tutti pensano che io sia pazza, ma-»
«Joyce — la fermò Nathalie — Non sei affatto pazza, credimi. Will ritornerà presto a casa» e, senza darle il tempo di rispondere, si allontanò alla ricerca dei suoi amici.
Probabilmente aveva sbagliato a dirle quelle cose, ma non riusciva più a vederla così distrutta. Doveva aiutarla in qualche modo, e aveva fatto sì che la sua speranza di ritrovare Will divenisse più forte. Perché loro lo avrebbero ritrovato. E lo avrebbero ritrovato vivo.
Così, mentre i tre ragazzini andarono alla ricerca del signor Clarke per chiedergli informazioni circa le dimensioni parallele, Nathalie raggiunse Nancy e Jonathan, che si erano allontanati dal funerale.
«L'hai portata?» chiese Byers a Nathalie, la quale annuì.
La castana, frugando all'interno della sua borsetta nera, tirò fuori una cartina di Hawkins presa in prestito da Dustin. «Eccola» gliela porse.
Jonathan, che stringeva un pennarello rosso tra le mani, fece tre X sul foglio. «Sappiamo con certezza che quell'essere è stato qui».
«E questa è...» sussurrò Nancy, indicando una crocetta.
«La casa di Steve Coglione Harrington» concluse Nathalie, ricevendo un'occhiataccia da lei. «Scusa».
Jonathan ne indicò un'altra. «E questo è il bosco dove hanno trovato la bici di Will. Questa invece è casa mia».
«È tutto così vicino» notò Nancy.
Il ragazzo annuì. «Sì, esatto. È tutto nel raggio di circa un miglio».
«Quindi, qualunque cosa sia quell'essere schifoso, non va molto lontano» disse Nathalie prima di guardare Jonathan. «E la tua espressione urla 'voglio andare là'» capì.
«Potremmo non trovare niente» rispose il ragazzo.
«Noi abbiamo trovato qualcosa» gli ricordò Nancy, facendolo annuire. La ragazza poi sospirò. «E se dovessimo vederlo? Che facciamo?»
Nathalie smise di torturarsi nervosamente le mani. «Lo uccidiamo, credo. Si può uccidere quella cosa?»
«Ma con cosa? Non sappiamo neanche cosa sia» le fece presente la sua amica.
La castana ricordò quel piccolo particolare e sbuffò. «Non so... — mormorò — Con una pistola? Dovrebbe morire, no?» almeno lo sperava.
«Anche se dovesse morire con una colpo di pisola, da dove la prendiamo?» le domandò ancora la Wheeler.
Prima che Nathalie potesse rispondere, Jonathan prese parole. «Ho trovato» le guardò. «Venite con me».
Le due ragazze si lanciarono una veloce occhiata prima di seguire Byers alla macchina di Lonnie, cioè suo padre. Jonathan, velocemente, si infilò all'interno, iniziando a maneggiare un coltellino per aprire il vano portaoggetti.
«Che cosa fai?» domandò Nancy con ansia, guardandosi attorno nella speranza che nessuno li vedesse.
«Dammi un secondo» mormorò il ragazzo.
Dopo pochi istanti, Jonathan tirò fuori una pistola carica, infilandosela velocemente nella giacca.
«Ecco risolto il nostro problema!» esclamò Nathalie, consapevole del fatto che probabilmente non sarebbe bastata solo una pistola. Dovevano per forza portare altro.
«Fate sul serio? Pensavo scherzassi!» Nancy guardò la sua amica come se fosse un cane a tre teste.
«Beh, ma una pistola è meglio che andare lì senza niente come agnelli sacrificali — le disse la Henderson — Sai, non credo ci offrirà the e biscotti. Al massimo... ci squarta, ecco».
«Questa è una pessima idea» disse la Wheeler, osservandoli.
«Sì, ma è l'unica che abbiamo — le fece notare il ragazzo — E poi, anche se lo dicessimo a qualcuno, nessuno ci crederebbe».
«Già. Al massimo ci rinchiuderebbero in manicomio, e, non so te, ma quel posto mi mette un tantino i brividi con tutto quel bianco, i malati di mente, i farmaci e i sedativi. Disgustoso» concordò Nathalie.
«Tua madre ci crederebbe!» esclamò Nancy.
«Ha già sofferto abbastanza» ribatté Jonathan.
«Ha diritto di saperlo!»
«Sì. Glielo dirò dopo che... quello sarà morto».
«Divertente il fatto che tu dia per scontato che sarà lui a morire e non noi» si intromise Nathalie, ricevendo un'occhiataccia. «Okay, scusate» alzò le mani a mo' di difesa.
In che diavolo si stavano cacciando?
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