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[ 05 ]

꒰ chapter five
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❛ Il peggior autobus mai preso in vita mia ❜

Erano passati un po' di giorni da quando Percy fu dichiarato figlio di Poseidone.

Il ragazzo fu spostato alla capanna numero tre, lasciando appunto la casa di Ermes.

Senza di lui si respirava un'aria diversa all'interno della casa, ma in fin dei conti mi sarei dovuta fare l'abitudine.

Ero buttata nel mio sacco a pelo e mi giravo e rigiravo cercando di ri-addormentarmi, ma le continue voci all'interno della capanna non me lo consentirono.

Così decisi di alzarmi, indossai un paio di pantaloncini e la maglietta arancione del campo, poi decisi di andare a trovare Annabeth.

In quel momento la figlia di Atena stava uscendo a passo spedito dalla sua casa e così le andai incontro.

« Annabeth! » urlai. « Annabeth! »

« Oh ciao Lyn, scusami ma vado di fretta »  la ragazza continuava a marciare imperterrita.

« Dove stai andando? » domandai curiosa.

« Alla Casa Grande, Percy ha consultato l'Oracolo » a quell'affermazione spalancai la bocca.

« Vogliono assegnare l'impresa a lui? »

Di che impresa stavo parlando? Beh, in parole povere al solstizio d'inverno qualcuno ha rubato un oggetto di Zeus e nell'ultimo periodo sull'Olimpo sta succedendo un fardello. Quindi qualcuno deve partire per un'impresa a recuperare questo importantissimo oggetto rubato. Almeno così mi ha raccontato Evangeline.

« A quanto pare » fece spallucce Annabeth.

« Di certo non voglio perdere quest'occasione, mi offrirò come volontaria per andare con lui e Grover » continuò.

« Ma non devono essere quattro? » domandai.

« Credo che sceglierà Luke » affermò Annabeth.

Insieme a lei corsi alla Casa Grande dove udimmo la voce di Percy dire: « Cavolo! Chi altro può essere così stupido da offrirsi volontario per un'impresa come questa? »

Annabeth lo fulminò con lo sguardo.

« É da tempo che aspetto un'impresa, Testa d'Alghe » esordì.

« Atena non é un'ammiratrice di Poseidone, ma se hai intenzione di salvare il mondo, io sono la persona giusta per impedirti di rovinare tutto »

« Se lo dici tu » fece spallucce Percy.

« E tu che ci fai qui? » continuò quest'ultimo, riferendosi a me.

« Ero solo curiosa »

« Percy, hai un altro alleato a tua disposizione... Hai Grover, Annabeth... Chi é il quarto? » domandò Chirone.

Percy si guardò attorno, pensò per qualche secondo e subito dopo mi puntò gli occhi addosso.

« Raelynn »

« Cosa!? » i miei occhi fuoriuscirono dalle orbite a causa dello stupore. Mi stava chiedendo davvero di fare l'impresa con lui?

« Vuoi venire a recuperare la folgore insieme a me? » domandò con uno sguardo che sperava dicessi di si.

Ci riflettei per qualche secondo. Se fossi stata impulsiva avrei detto di no. Ero al campo da pochi mesi e ricevere un'impresa del genere mi metteva paura, ma d'altro canto... quando poteva capitarmi una cosa del genere?

« Accetto » dissi appoggiandomi al cornicione della porta.

« Davvero? » sembrava stupito dalla mia risposta, non se l'aspettava, e sinceramente nemmeno io.

Annuì.

« Un quartetto quindi » esordì Percy.
« Funzionerà »

« Ottimo. Si parte nel pomeriggio. Possiamo accompagnarvi fino alla stazione degli autobus di Manhattan. Dopodiché, sarete soli » disse Chirone.

Corsi alla capanna undici dove tutte le ragazze mi stavamo aspettando per il nostro incontro giornaliero.

Nel mentre che facevo i bagagli, raccontai che sarei dovuta partire per l'impresa e le ragazze scattarono in piedi dalla gioia.

« Non ci credo Lyn! » disse Daphne abbracciandomi.

« Che invidia! Aspetto un'impresa da troppo tempo! » esordì Evangeline. « sei forte Lyn, sono sicura che riuscirai a portarla a termine » finì, prima di lasciarmi un bacio sulla guancia.

« Sono fiera di te Raelynn » Esther mi venne incontro, abbracciandomi così forte da togliermi il respiro.

« Mi stai uccidendo così » cercai di dire e così Esther si staccò via ridendo.

« Torna senza far arrabbiare nessuno » disse Luke abbracciandomi.

« Questo non posso prometterlo » risi.

In quel momento mi resi conto di chi avevo accanto. Delle persone che mi accettavano e che mi volevano bene per quella che sono, per i miei innumerevoli difetti e pregi.

Ho un caratteraccio , ma loro riuscivano a far uscire la parte migliore di me.

Non avevo trovato dei semplici amici, ma avevo trovato una faniglia.

Quando finii di salutare tutti, mi ritrovai insieme ai miei compagni d'avventura.

Chirone diede a me, Annabeth e Percy una borraccia di nettare e una busta di tavolette d'ambrosia ciascuno, da usare solo ed esclusivamente per le emergenze.

In pratica ogni singola volta che rischieremo di lasciarci le penne, cosa che capiterà spesso visto la difficoltà di quest'impresa.

Annabeth avrebbe portato con se il suo berretto magico degli Yankees e un libro sui capolavori dell'architettura classica, scritto rigorosamente in greco antic ed infine un lungo coltello di bronzo.

Grover il satiro indossava dei piedi finti per nascondere gli zoccoli e i pantaloni. Portava inoltre un berretto verde per coprire le corna. Diceva che con la pioggia si sarebbero visti maggiormente. Il suo zaino arancione era pieno di rottami di ferro, lattine di Diet Coke vuote e delle mele da sgranocchiare durante il viaggio o quando c'era necessità.

Percy aveva con se solo un cambio di vestiti e uno spazzolino. Il ragazzo viaggiava leggero a quanto pare.

Io invece mi portai qualche cambio di vestiti e cercai in tutti i modi di far entrare la mia spada. Essa non era molto lunga, ma in uno zaino normale non ci sarebbe mai andata, quindi dovetti cambiare zaino e prenderne uno più grande, dove riuscii a metterla senza troppi problemi.

Insieme agli altri ci incamminammo verso la collina mezzosangue e di fronte a noi vi si trovava Argo, il capo della sicurezza del campo.

« Questo é Argo » lo presentò Chirone. « Vi accompagnerà in città e, ehm, terrà gli occhi aperti »

« Senza dubbio » dissi io scrutando l'essere che aveva occhi dappertutto e intendo dire... veramente dappertutto.

Improvvisamente udimmo dei passo alle nostre spalle: Luke stava correndo verso di noi con in mano un paio di scarpe da basket.

« Ehy, menomale che vi ho raggiunti » disse con il fiatone, piegandosi in due.

« Volevo solo augurarti buona fortuna e pensavo che queste ti potessero tornare utili » Luke passò le scarpe a Percy e in quel momento gridò « maia» e sui calcagni spuntarono delle ali d'uccello.

« Ehy! » dissi dando una pacca sulla spalla di Luke. « Regali quelle scarpe a lui e non a tua sorella? Questa me la segno » feci la finta arrabbiata e Luke sorrise.

Percy fu colto alla sprovvista. Lo percepii dal suo sguardo e dal modo in cui gettò a terra le scarpe.

Annabeth nel mentre stava letteralmente sudando. Nell'ultimo periodo, quando c'era Luke nelle vicinanze, diventava rossa in volto e quando parlavamo della cotta di Esther per Luke insieme alle ragazze, lei se ne andava.

« Stai iperventilando » disse Percy una volta che Luke andò via.

« Non é vero »

« Sei una pessima bugiarda Annabeth Chase » mi intromisi io.

« Questa volta concordo con lei » disse Percy.

« Che miracolo del cielo! » scherzai.

Scendemmo dall'altra parte della collina dove un sub bianco ci stava aspettando sul ciglio della strada. 

Nel mentre Percy diede a Grover le sue scarpe volanti, poiché lui non poteva andare in territorio di Zeus se non voleva morire fulminato.

Così Chirone gli diede un altro oggetto magico: una penna che si trasformava in una spada. Decisamente molto più comoda della mia di spada.

Subito dopo Argo ci condusse fuori dalla campagna, nell'area occidentale di Long Island.

Stare di nuovo in auto, in autostrada, rivedere tutto quello che prima era la mia normalità... mi fece provare una strana sensazione, come di nostalgia.

Passammo un bel po' di tempo in auto a causa del traffico che avevamo trovato nel Queens.
Arrivammo a Manhattan che era già il tramonto e per di più aveva pure iniziato a piovere. La fortuna era di certo dalla nostra parte.

Argo ci lasciò alla stazione dell'autobus nell'Upper East Side e, dopo aver scaricato i nostri zaini e controllato se avessimo i biglietti, si guardò intorno con i suoi innumerevoli occhi e andò via.

La pioggia continuò a cadere per un tempo indeterminato. Per passare il tempo iniziammo a giocare a footbag con una mela di grover. Annabeth era formidabile mentre Percy se la cavava abbastanza bene.

Io invece ero una frana.

« Finalmente ho trovato una cosa che non sai fare » mi stuzzicò il ragazzo.

« Stai zitto Peter »

Continuarono a giocare finché con un calcio la mela volò fin troppo vicino alla bocca di Grover e il satiro l'afferrò, mangiandola senza pensarci due volte.

Noi tre scoppiammo a ridere e il satiro nel mentre cercava in tutti i modi possibili di scusarsi.

L'autobus dopo averci fatto aspettare chissà quanto tempo, arrivò.

Grover aveva un'aria strana durante la fila ma quando arrivammo in fondo all'autobus, per cercare di non dare troppo nell'occhio, sembrò calmarsi.

Io ero seduta accanto a Percy mentre Grover era insieme ad Annabeth.

« Percy » disse quest'ultima con voce tremolante.

Mi voltai e un'anziana signora era appena entrata sull'autobus. Indossava un vestito stropicciato, dei guanti di pizzo e un cappello di maglia arancione tutto deformato che le copriva il volto.

Alzò la testa e quando i suoi occhi ci squadrarono un brivido attraversò la mia schiena. Non so perché, ma avevo una brutta sensazione e l'angoscia stava salendo sempre di più.

Guardai immediatamente Percy e lo vidi pallido in volto.

« Chi é? » gli sussurrai all'orecchio.

« La Dodds, la mia vecchia insegnate di matematica » rispose.

Per un secondo l'angoscia sparì ma non appena altre due vecchiette, proprio identiche a lei, salirono sull'autobus, il mio cuore iniziò a battere in maniera incontrollata.

« É una Furia » disse Percy ed io divenni pallida in volto. Le Furie erano tre mostri degli inferi e noi eravamo sedute con loro nello stesso autobus. Stupendo, non é vero?

« Non é rimasta morta a lungo » esordì Percy.
« Ma non avevi detto che si potevano allontanare per una vita intera? »

« Se sei fortunato. E tu evidentemente non lo sei » precisò Annabeth.

« La fortuna é proprio dalla nostra parte » ironizzai.

« Sono tutte e tre » Grover tremava di paura. « Di immortales! »

« Vabene, allora » iniziai io iniziando a scrutare l'ambiente.

« Annabeth, idee? » continuai.

« I finestrini. Usciremo dai finestrini »

« Non si aprono » ribatté Grover.

L'uscita posteriore non c'era e anche se ci fosse stata sarebbe stato anche lì impossibile uscire, ormai avevamo imboccato la strada che avrebbe portato alla galleria.

« Ragazzi forse c'é un'uscita d'emergenza sul tetto » optai.

In quel momento entrammo all'interno della galleria Lincoln e il buio ci investì. Un silenzio inquietante regnava all'interno dell'autobus finché una delle tre Furie parlò.

« Devo andare al gabinetto »

« Anch'io » disse la seconda sorella.
« Anch'io » disse la terza.

Se ci avessero attaccate gli umani non avrebbero visto granché, soltanto quello che riuscivano a vedere attraverso la Foschia.

« Ci sono! » esclamò Annabeth. « Percy, prendi il mio berretto. Vogliono solo te. Diventa invisibile e risali il corridoio. Lasciale passare. Così forse arriverai in cima e potrai scappare »

« Annabeth sei un genio! » esclamai.

« Ma voi... » tentò di dire Percy.

« Forse non ci noteranno. Senti Percy, tu sei il figlio di Uno dei Tre Pezzi Grossi » dissi io.

« Adesso vai prima che arrivino qui e ti trovano » continuai.

« Non posso abbandonarvi così »

« Non ti preoccupare per noi » sorrise Grover.

Percy afferrò il cappello degli Yankees e se lo mise sulla testa, un attimo dopo sparì.

« Perfetto » sussurrai.

Quella che era la Dodds attraversò il corridoio e annusava l'aria in continuazione. Non appena arrivò all'ultima fila Le Furie si trasformarono: il volto restò lo stesso, ma spuntarono delle ali da pipistrello dalla loro schiena e mani e piedi si erano mutati in artigli.
Le borse si trasformarono in fruste infuocate.

« Dov'é? Dove l'avete messo? » sibilarono schioccando le fruste.

Con un balzo andai da Annabeth e Grover. Non avevo la mia spada con me, poiché era nello zaino. Di certo non avrei potuto salire una spada in un'autobus altrimenti mi avrebbero preso per un'assassina o per una pazza.

« Non é qui! » urlò Annabeth. « Se n'é andato! »

Le furie schioccarono nuovamente le fruste. Annabeth estrasse il coltello di bronzo e Grover  afferrò una delle sue lattine pronto per tirarla sulla Dodds.

Come se una lattina potesse fare del male e una furia degli inferi...

Improvvisamente l'autista sterzò così forte che tutti i passeggeri si catapultarono a destra, così come le tre furie.

Qualche secondo per riprenderci che Le Furie trovarono l'equilibrio. Grover iniziò a tirare loro le lattine mentre Annabeth strillava in greco antico e agitava senza sosta il suo coltello.

Io muovevo braccia e gambe -non avendo nemmeno un'arma- alla ricerca di non far avvicinare Le Furie ma in quel momento capii che non era stato l'autista a sterzare, bensì Percy.

Il ragazzo si tolse il berretto e gridò « Ehy »

« Cosa fai Percy! Va' via! » urlai ma una delle Furie schioccò e il suono rimbombò nell'autobus ormai vuoto.

Mi resi conto, appunto, che tutti erano scesi dal veicolo, ma io non ci avevo capito proprio nulla.

« Io non vi lascio qui! » urlò Percy, determinato. In quel momento le Tre Furie avanzarono verso di lui, consentendomi di guardare meglio la situazione.

Percy teneva in una mano il berretto degli Yankees, mentre nell'altro la mia spada.

« Raelynn! Prendila al volo! » Percy fece fare un volo alla mia spada. Con un balzo riuscii a prenderla e le Furie si voltarono a guardarmi.

« Ora si che si ragione! » esclamai.

« Perseus Jackson » disse la Dodds. « Hai offeso gli dei e morirai »

« Mi piaceva di più come prof di matematica » replicò il figlio di Poseidone.

Nel mentre Percy e Grover si muovevano cercando di non far rumore proprio dietro le furie, cercando un varco.

In quel momento Percy tirò fuori Vortice, la penna-spada magica che gli aveva regalato Chirone.

« Arrenditi subito e non patirai il tormento eterno » sibilò la Furia.

Con una scivolata attraversai da sotto le Tre Furie, affiancando Percy.

« Questo ragazzo é testardo, e anche io » esordì.

« Attenti ragazzi! » urlò Annabeth.

La Dodds schioccò la frusta, attorcigliandola attorno alla mano con cui Percy reggeva la spada. Le altre due stavano per buttarsi sul ragazzo.

Immediatamente strinsi l'impugnatura della spada e tirai un fendente a una delle due Furie, quella di destra, ed essa si disintegrò tra urla e grida di rabbia.

Quella a sinistra ringhiò e schioccò la frusta, colpendomi il braccio con cui tenevo la spada.

Essa cadde a terra ed io buttai un urlo di dolore.

« Cavolo! » strinsi i denti. Era come se della lava fusa mi fosse caduta sul braccio, come se stessi per prendere a fuoco.

La Furia stava per colpirmi di nuovo quando svanì nel nulla proprio di fronte ai miei occhi.

« Non c'é di che » disse Percy facendomi l'occhiolino.

Mi scappò un sorriso. Non potei fare nulla per non sorridere. Mi aveva appena salvato la vita.

« Annabeth! » urlai.

La ragazza era addosso alla Dodds, nelle sue spalle esattamente. La bestia si dimenava, tirava calci, sibilava, mordeva ma Annabeth non si scollava di dosso. Grover, nel mentre, aveva legato le sue zampe con la frusta.

« Zeus ti distruggerà! » urlò la Dodds. « Ade avrà il tuo spirito! »

« Braccas meas vescimini!» urlò Percy ed io scoppiai a ridere. In latino significa letteralmente "mangiami le mutande".

Ad un tratto un fulmine colpì l'autobus e Annabeth si scollò dalle spalle della Furia.

« Fuori! Subito! » urlò la figlia di Atena.

Afferrai la mia spada e corremmo verso l'uscita. Fuori vi si trovavano i passeggeri storditi e confusi, tutti che litigavano con l'autista.

« Gli zaini! » urlò Grover.

« Vado io! » riuscii a dire, ma in quel momento i finestrini dell'autobus esplosero e i passeggeri iniziarono a correre e urlare, cercando di trovare riparo.

La Dodds, nel mentre, urlò di rabbia e da questo capimmo che ancora non era morta.

« Scappiamo! » ci incoraggiò Annabeth. « Sta chiamando rinforzi, dobbiamo scappare da qui! »

Corremmo verso il bosco, sotto la pioggia che continuava a cadere dal cielo senza sosta e ci inzuppava completamente.




























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