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CAPITOLO 9

IL COSTO DELLA VERITÀ

C'è un prezzo per un ogni cosa in questo mondo, per vivere devi essere pronto a fare un sacrificio.
Ma a volte quel prezzo è troppo alto, fa troppo male.
Quando Rhea aprì gli occhi sperò di richiuderli immediatamente, così da poter tornare dov'era.
Ma quello era solo un sogno, la sua mente giocava con lei e si divertiva a torturarla. Ella non era il genere di donna che lasciava correre, affondò le mani nelle lenzuola e si voltò.
Per un attimo, non ancora abbastanza sveglia per ragionare, sperò che al suo fianco ci fosse qualcuno ma il lato del letto era vuoto. Come sempre e sentì il suo cuore spezzarsi l'ennesima volta.

<<Stai bene?>>

Rhea balzò sul materasso, con una prontezza che sorprese il proprietario di quella voce. Ella si rilassò solo quando vide Steve Rogers.
Cercò di ignorare i bicipiti messi in mostra grazie alla canottiera bianca o i biondi capelli più scuri dopo averli bagnati.
Lo preferiva così, come un uomo uscito dalla doccia che come super soldato in costume.

<<Tutta intera, pare>>

Era tornata, pensò lui quando udì il suo sarcasmo. Aveva i capelli scompigliati ed era pallida ma tutto sommato era una benedizione. <<Già, impressionante. Ti è caduto un edificio addosso e sei sopravvissuta>>

<<Be', sono una strega>>

Steve sorrise divertito ma non lei, che parve sollevata nel vederlo reagire così.
Si sedette accanto a lei ma nessuno dei due disse altro, almeno per qualche secondo. 

<<Che succede?>>le domandò ad un tratto.<<Per davvero>>

<<Il mio mondo sta crollando, Capitano. Nulla di ché>>fece spallucce<<Pensavo di star facendo la cosa giusta allo SHIELD ma ora mi rendo conto di aver vissuto a metà. Di essere ciò di cui ho sempre avuto paura, sono una terrorista>>

<<Non la vedo così>>

<<È il solo modo di vederla. E poi ti ho mentito>>

Sollevò il mento<<Su cosa?>>

<<Non è l'essere sola ad avermi reso forte, ma il restare sola>>ammise<<Sono cresciuta accerchiata dalla mia famiglia, il mio migliore amico era mio cugino Jason...>>

<<Il proprietario della Mustang>>

<<Sì, e...Dean.>>sussurrò e guardò di nuovo l'altro lato del letto. Lui si accorse che questo era un tasto fatale <<Era il fratello adottivo di Jason.>>

<<Com'è successo?>>

Steve si pentì subito di averlo chiesto, ella strinse le unghie nere nel materasso e fissò la finestra.
Il modo in cui stava reagendo gli era familiare, avrebbe fatto lo stesso se gli avessero chiesto di Peggy.

<<Terroristi>>riuscì a dire<<Il punto è che li ho persi entrambi, ho perso tutto a parte...>>

<<Tuo padre>>

Non era esattamente così che ella avrebbe potuto finire la frase ma scelse di non correggerlo, perché in parte era vero.<<Lui è il mio secondo punto debole>>

<<Perché me lo stai dicendo?>>

Tornò a guardarlo<<Perché stupidamente mi sto fidando di te. Non per quello che hai fatto ma per per quello che ho fatto io>>

<<Ci hai salvati>>

<<È stato il mio primo istinto e di quello mi fido. Quindi forse posso fidarmi di te ma lo sai, è...>>

<<È una cosa reciproca>>finì la sua frase.<<Sei ancora un mistero, Dottoressa Rhea ma salterei di nuovo da quell'ascensore con te>>

<<Onestamente io no, mi è bastata una sola volta>>

Egli rise sonoramente<<Era il mio modo di dire che mi fido di te!>>

<<Ops>>sorrise<<E di Natasha?>>

<<Sono stato troppo duro con lei. Pensava di sapere di chi erano le bugie che raccontava, invece erano un altro kgb. Gli ho chiesto scusa mentre venivamo qui, è tutto a posto>>

<<Non lo so se è tutto a posto, hanno tentato di ucciderci>>gli ricordò<<E io ho creato un'arma che ucciderà un sacco di persone>>

<<Non è stata colpa tua, non potevi saperlo>>

<<Questo non mi assolve. Ho sempre saputo, in ogni caso, che avrei ucciso qualcuno.>>spiegò<<Forse la vera minaccia sono io>>

<<Non dirlo nemmeno, vuoi solo aiutare questo mondo a proteggersi>>

<<No, invece. Il mondo mi ha portato via troppo. I terroristi lo hanno fatto e nessuno li ha fermati>>

Rogers capì le parole di Natasha e scelse di chiederlo una volta per tutte.<<Vuoi vendetta?>>

Si guardarono negli occhi e sotto quella luce quelli di lei sembravano avere meno paura della verità, egli restò abbagliato da tale visione.
Non aveva mai conosciuto qualcuno come lei e più se ne accorgeva più sapeva che qualcosa non quadrava. 

<< Vorrei tornare a casa mia>>ammise<<A Long Island e non uscire mai più. Ma i desideri sono una cosa pericolosa>>

Steve non sapeva se questa poteva considerarsi una vera risposta ma non avrebbe ricevuto altro da lei. Le sorrise e per questo Rhea si sentì confusa, così continuò<<Sembri di buon umore per aver scoperto di essere morto per niente>>

<<È che a me piace sapere contro chi combatto>>

Ella ridacchiò<<Non è che lo sappiamo esattamente, c'è ancora molto da scoprire.>>

<<Ma prima vorrai cambiarti e lavarti>>

Rhea si guardò intorno<<In effetti...dove diavolo siamo?>>

<<Da un mio nuovo amico, si chiama Sam Wilson. Lo conoscerai tra poco, è uscito a prendere la colazione>>

Rogers si alzò ed ella lo mirò mentre si avvicinava ad un armadio, lo indicò per il suo cambio e poi aprì la porta del bagno. <<Come mai il tuo amico ha abiti da donna?>>

<<Sono di sua sorella Sarah>>

Rhea mise i piedi a terra, guardando i suoi poveri vestiti fatti a brandelli. <<Questa Sarah ama il nero>>

<<Oh e il tuo primo punto debole?>>

Sorrise<<Non tirare la corda, Rogers>>

<<In tal caso>>commentò allungandosi verso il comodino e prendendo qualcosa da sopra<<Ti è caduta questa dopo l'esplosione>>

Rhea si alzò, ritrovando la propria forza e le mancò il fiato.  Prese la fotografia con una rapidità che, per un solo istante, Steve crebbe di averla vista volare nella sua mano.
La nascose tra le dita, sopra il petto e lo guardò meglio.
Erano tanto vicini che le loro ginocchia si potevano sfiorare<<Grazie per averla recuperata>>

<<Figurati, ti lascio sola>>

E di una pausa ella ne aveva un disperato bisogno, anche se non avrebbe mai voluto ammetterlo. Lo guardò uscire e chiudere la porta, non aspettò un secondo. Andò sotto l'acqua ancora vestita, la sua mente non riusciva a ragionare con la fermezza che aveva solo pochi giorni prima.
Solo una volta dentro si rese conto del proprio sbaglio e se li tolse lì, lasciandoli cadere ai piedi. Lentamente fece scorrere la schiena al vetro e si sedette, azionando l'acqua verso la temperatura più alta. Il vapore salì e finalmente, di nascosto, sola, scoppiò in lacrime.
Pianse perché aveva paura, perché non riconosceva sé stessa o suo padre, o tutto ciò su cui aveva lavorato.
Pianse perché il suo cuore era a pezzi, una parte se l'era portata via Dean e l'altra era a Long Island. Voleva gridare.
Tutti quei segreti, pensò, la stavano uccidendo lentamente.
Il suo sogno non era un'impulso del suo cervello per torturarla, come credeva, ma una spinta per spronarla ad aprire gli occhi. Li aveva tenuti chiusi troppo a lungo, nella speranza di non vedere altro che oscurità.
Le parole di Zola l'avevano colpita e, forse, affondata.
"Sei infetta", era così che si sentiva da quando tutto quello era cominciato.
Era come se un virus fosse nella sua testa e cercasse di distruggere l'ordine che si era creata, era una voce che le diceva cosa fare o vedere.
Ogni passo che faceva per allontanarsi dal padre e più quella voce la minacciava, combatteva contro sé stessa, una versione terrificante.
Non sapeva come aveva avuto certe idee sul progetto INSIGHT, non sapeva come aveva avuto la chiavetta ma in fondo, chissà dove, aveva capito tutto.
Le visioni, per esempio, avevano uno scopo. E la parte peggiore è che ne era consapevole, sapeva che erano sintomo di qualcosa di sbagliato ma sapere la verità la terrorizzava. 
Quindi si alzò, iniziando a strofinarsi la pelle con foga e insieme fece scivolare via quei dubbi, quelle possibilità.
Adesso, sotto l'acqua, si focalizzò sulla sola cosa che importava: non vendicare Fury ma restare viva.
Doveva vivere, qualcuno la stava aspettando.
Una volta uscita si asciugò i capelli con un asciugamano e fece due alte trecce umide, per comodità. Scegliere dall'armadio della sorella di Sam non fu facile come sperava, era un cambio di stile folle da quello a cui abituata.
Allo SHIELD metteva i tacchi alti e colori chiari, doveva essere elegante.
Ora scelse un body nero, con i lati della vita scoperti e un paio di pantaloni scuri, abbastanza comodi, con una catenella. Di sicuro suo padre non l'avrebbe riconosciuta così.
Prese degli scarponcini alti e li pulì, ma quando si abbassò per metterli vide qualcosa sotto il letto.
Era una scatola di sicurezza, non ci pensò due volte ad aprirla e questo perché poteva immaginare cosa ci potesse esserci.
Una pistola con un caricato pieno, doveva averla. Non le interessò che appartenesse a qualcun altro, riuscì a nasconderla nel gonfiore dei pantaloni.

Rhea uscì dalla stanza solo dopo aver fatto un lungo respiro, quasi facendolo tutto avrebbe riavuto un senso. Ma non era così, nulla sarebbe tornato come prima.
Percorse il corridoio sentendo delle voci e fu allora, guardando la piccola cucina collegata al salottino, che vide i tre.
Rogers la notò per primo, si raddrizzò sulla sedia e sorrise appena. Sapeva che quello non era il suo stile ma non lo dava a vedere, si adattava alla perfezione.
Natasha, che era in piedi, vestita in modo piuttosto simile, le andò vicino.
Mise una mano sulla sua spalle<<Chi non muore si rivede. Come ti senti? >>

<<Sono felice di essere ancora in questo mondo>>

<<Oh, e anche noi>>le sorrise.

Un uomo stava preparando del pane tostate e il profumo fece brontolare lo stomaco della giovane. Era afroamericano, spalle larghe e bicipiti gonfi, la postura dritta la fece capire che era un ex militare.

<<Sam Wilson, deduco>>

Lui annuì, mostrando i denti bianchi e appena separati davanti<<Proprio così, Dottoressa Pierce.>>

<<Oh, chiamami Rhea.>>sorrise<<E grazie per questo riparo, un sacco di cattivoni ci vogliono morti>>

<<Se Captain America chiama io rispondo>>

Rogers spostò una sedia e le fece cenno di accomodarsi al suo fianco, Natasha notò il gesto galante. La mora non se le lo fece ripete e si sedette.<<Dio, che fame>>

<<E' tutto pronto, sempre che tu non ti nutra d'altro>>

<<Scusatemi?>>rise.

<<Be', sei sopravvissuta all'impossibile e non hai neppure un graffio>>le fece notare Natasha<<Sei una specie di super donna>>

<<Direi che è stata fortuna>>

Sam annuì<<Un Trifoglietto>>

Rhea tentò di sembrare rilassata e iniziò a spalmare il burro sul pane, non le importò delle buone maniere, avrebbe mangiato anche il tavolo se avesse voluto. 

<<Allora>>disse Nat dopo un po'<<La domanda è: chi allo SHIELD può lanciare un attacco missilistico?>>

<<Solo quelli del Livello Alpha. Ovvero io, Fury, il Presidente o...>>

<<Tuo padre>>finì la frase Steve.

Ella mandò giù tutta la tazza di caffè latte<<Mio padre non c'entra nulla>>

<<Guardiamo i fatti, Rhea. Lui ti ha spinto a velocizzare il progetto, non hai detto che voleva lanciarlo senza fare alcuna revisione?>>domandò Romanoff.

<<Questo perché lui non capisce nulla di scienza meccanica.>>

Steve fece una smorfia<<Ne capisce abbastanza per farmi apparire come il nemico>>

<<Tecnicamente crede che tu mi abbia rapita>>scrollò le spalle.

<<E i file che voleva?>>chiese la rossa.<<Hai detto che ti aveva mandato qualcosa e che lo cercava disperatamente. Se fosse la chiavetta?>>

<<Nah, avete idee di quante scartoffie io debba riempire per ogni modifica al progetto INSIGHT? Ci ho lavorato due anni, la nostra corrispondenza sono per lo più file segretati>>

<<E allora perché avevi tu la Pen Drive?>>

<<Perché...perché qualcuno vuole incastrarci!>>esclamò<<Per forza. La donna che vi ha fatto il culo, Sinner, è entrata e l'ha nascosta lì.>>

<<È una versione un po' folle>>mormorò Sam.<<Tuo padre può aver fatto un patto coi cattivi, è tanto impossibile?>>

<<Quando sono andato da lui per Fury aveva un'atteggiamento che mi ha fatto insospettire, così ho capito che stava dando l'ordine di catturarmi. Parlava di sporcarsi le mani, di ordine e terroristi>>

<<Non saltiamo alle conclusioni. Mio padre non è Mister Cattivissimo, l'Hydra lo sta minacciando o incastrando.>>

<<E se non fosse così?>>

Mise giù le posate, con fare esasperato<<Non lo è. Forse al momento non sono sicura di molte cose ma so che mio padre mi ama più di ogni cosa. Non avrebbe mai lanciato un missile su di me>>

<<Questo ha senso>>concordò Natasha.

<<Bene, finalmente qualcuno capisce>>si riempì la tazza di nuovo<<Invece di accusare i Pierce, perché non facciamo un passo indietro?>>

Sam inclinò il capo<<Ovvero?>>

<<La Nave dei Peccatori>>capì Steve<<Ora sappiamo che è affiliata al progetto Sinner>>

<<E c'era un solo funzionario dello SHIELD sopra.>>Ricordò l'altra.

<<Oddio, quell'idiota di Sitwell>>alzò gli occhi al cielo Rhea.

<<Non ci dirà mai nulla, lavoro per l'Hydra>>

<<Be', lo rapiamo>>continuò la dottoressa<<Che c'è? E' divertente essere insieme a dei criminali>>

<<Non è così semplice. Come possiamo rapirlo in pieno giorno? E' circondato da uomini>>commentò Rogers.

Wilson avanzò e mise sul tavolo una cartella<<La risposta è: non lo fate voi>>

<<Che cos'è?>>

<<Chiamalo un curriculum>>

<<Eri uno di loro>>mormorò Rhea, ignorando la documentazione<<In effetti mi sembrava di averti già visto>>

<<E' top secret...>>

<<Eri nella 58th Rescue Squadron, un pilota collaudatore per EXO-7 Falcon. E quelle foto sono della missione di Khalid Khandil a Bakhmala>>

Steve notò l'amico di Sam nelle fotografie, si chiama Riley ed era morto, gli ricordò Bucky. Solo che Rhea catturò la sua attenzione come sempre, era sconcertato di quanto ella sapesse a livello nazionale. A volte parlava come se fosse una macchina.

<<Non eri un pilota?>>

<<Non ho mai detto pilota>>gli sorrise.

<<Però vola, il che è figo>>aggiunse Rhea.

Natasha fece una smorfia<<Vola?>>

<<Si, con delle ali. Tipo come un uccello>>

<<Falco, come un falco!>>la corresse l'afroamericano.

<<Non posso chiederti questo, Sam. Adesso ne sei fuori>>disse serio Steve.

<<Se Captain America ha bisogno del mio aiuto non c'è motivo per cui non rientrare>>

Rhea tentò di non essere troppo sarcastica ma fallì<<Non per dire, tutti ammirano Captain Ghiacciolo, ma nella squadra c'è anche la Vedova Nera e be'...io.>>

<<E noi due siamo fantastiche>>la spalleggiò Natasha<<Abbastanza da rubare quelle ali per te>>

<<Bene, mi sento fortunato>>

La mora si alzò<<Non dirlo troppo presto>>

Avevano solo quel pomeriggio per poter prendere Sitwell e la mattinata doveva essere spesa per l'attrezzatura. E' ciò che fecero ma dividendosi.
Rhea pensò alla propria Mustang, che dovette ripulire dalle ceneri della caduta del campo e da dentro bypassò i sistemi della struttura governativa di Washington, dove vi erano le ali.
Ad entrare furono Steve e Natasha, mentre ella restò con Sam. Lui le piaceva, era sincero e meno moralista di Rogers. 
Le cose stavano andando meglio, o almeno credeva quando dalle telecamere vide Nat lottare contro delle guardie.
Un immagine nella propria mente apparve, era una sedia di cuoio circondata da diverse inferriate. 
Era immersa nell'oscurità, e c'erano due braccia meccaniche sopra essa con degli spuntoni.
Il suo cuore martellò finché Wilson non se ne accorse e le toccò un braccio.
Un'altra visione, pensò ma la sua risposta era stata che come genio aveva sempre la testa da qualche parte.
Le aveva creduto.
Poi Rhea si era occupata della seconda parte del piano all'ora di pranzo, a cui aveva pensato Sam comprando degli hot-dog. Ella aveva rintracciato Sitwell grazie alle telecamere stradali e agli impegni sincronizzati nella sua agenda SHIELD.
A quanto pare il funzionario aveva un incontro con un senatore, uno dell'Hydra.
La figlia di Alexander trovò un palazzo con poca sicurezza, nessuna telecamera e restò a giocare col computer mentre aspettava che gli altri facessero il lavoro sporco.
Natasha aveva un fucile con mirino, che usò per mirare su Sitwell in caso non capisse la minaccia.
C'era un solo modo per poter sapere se Pierce c'entrava con l'Hydra ed era usare il suo contatto.
Ovviamente se ne occupò la Dottoressa, clonò il numero di telefono e lo fece squillare al pelato, ma a rispondere fu Wilson. 
Questo perché non era ricercato, quindi poteva mediare la situazione. 
La parte peggiore fu che funzionò, l'uomo fece andare via i suoi uomini per non sentire la conversazione ed era un brutto segno per l'innocenza del padre.
Il dialogo dei due fu breve, Sam si fece notare ad un bar e poi gli diede istruzioni per salire sulla Mustang all'angolo.
Rhea non fu contenta di farla guidare a Rogers.
Steve e Sam portarono l'uomo sul tetto, contro la sua volontà e lo spinsero con un po' di violenza facendolo cadere a terra.
Quando il pelato si rimise gli occhiali vide dei piedi ma alzando gli occhi sbiancò nel vedere Rhea Pierce illuminata dal sole.

<<Dottoressa>>

<<Jasper Noioso Sitwell>>sorrise<<Spero che tu non sia deluso dal sapere che non sono stata rapita o polverizzata da un missile>>

<<Dicci tutto sull'algoritmo di Zola>>mormorò Steve camminando verso di lui, ma l'uomo si alzò e cercò di indietreggiare.

<<Mai sentito>>

<<Che cosa ci facevi sulla Nave dei Peccatori?>>

Indietreggiò fino al parapetto<<Stavo vomitando, soffro il mal di mare>>

<<Chissà se soffri anche l'altezza>>si chiese Natasha.

Rogers prese per il colletto Sitwell, proprio ad un centimetro dal vuoto.<<Non so nulla, a parte che siete terroristi e avete assassinato Fury!>>

<<Sta mentendo>>sbuffò Rhea.

<<No, quello lo sai fare tu, Dottoressa!>>ribatté guardandola<<Loro non sono i tuoi alleati e finirà molto male se non torni da tuo padre>>

<<Grazie ma sono abbastanza grande per poter tornare a casa dopo il coprifuoco>>

Lui rise, forse per disperazione<<Questa è tutta una messinscena>>

<<Te lo fa credere il tetto?>>

<<No. Lo credo perché sei la figlia di tuo padre>>

Lo disse con una serietà che smorzò il suo sarcasmo. Rogers si infastidì per questo, cosa parecchio strana ma lo lasciò andare.<<Lasciala stare>>

Sitwell si sistemò la giacca, credendosi un vincitore e si mise dritto.

<<Sappiamo dell'Hydra e di come ha infettato questo mondo>>mormorò Nat.

<<E' un mondo di peccatori? Sì ma è anche un mondo in cui le persone che ami tendono a morire, vero, Dottoressa?>>

Fece un passo in avanti rispetto agli altri, abbastanza da non poter mostrare il proprio viso ai suoi alleati<<Mi stai minacciando?>>

<<Ti sto avvertendo. I tuoi amici non sanno chi sei davvero, io sì>>mormorò ridendo<<So cosa stai proteggendo a Long Island>>

Qualcosa si accese in ella, una forza, una rabbia che non sapeva da dove venisse. Sitwell si pentì immediatamente delle sue parole quando scorse la vera natura dei suoi occhi, sotto il sole sembravano risplendere di un blu elettrico.
Potevano farle di tutto, persino farle cadere un palazzo addosso, pensò ma nessuno poteva minacciare ciò che amava e passarla liscia.
Rhea allungò una gamba e lo colpì al centro del petto, facendolo cadere all'indietro, giù dal grattacielo mentre gridava.
Steve era sconvolto, corse al parapetto.

<<Perché lo hai fatto?!>>

Alzò il mento<<Perché sono la figlia di mio padre>>

<<Oh mio Dio>>mormorò Sam.

Rhea lo guardò<<Ti abbiamo rubato le ali. Perché non voli?>>

Wilson non perse tempo, si tolse la giacca e mise l'equipaggiamento rubato, che era a terra. Si lanciò nel vuoto ancora prima di essersi messo in sicurezza.

<<Avrei fatto lo stesso onestamente>>rise Natasha.<<Ottima strategia>>

<<Non è divertente>>l'ammonì Steve.

<<E' questo il punto, Steve. Non lo è, e non abbiamo più tempo. Conosco i topi come lui, la paura è la sola cosa che li fa scappare>>

Egli non fece in tempo a rispondere che sopra di loro volò Sam mentre teneva per un braccio Jasper, che ancora tirava gridolini.
Quest'ultimo cadde con tonfo sul tetto e Rhea si affrettò a raggiungerlo, il suo modo determinato fu notato dai tre, non sembrava affatto un ironica dottoressa ma più un soldato della morte.
Quando la vide Sitwell alzò una mano<<Okay! L'algoritmo è un programma di scelta del progetto INSIGHT>>

<<Il mio progetto?>>

<<Non è mai stato tuo, perché ciò che è tuo è nostro. Tu sei una nostra proprietà!>>

<<Non si può possedere una persona, idiota>>mormorò Sam.

<<Oh si che si può. L'algoritmo sceglie i bersagli e li elimina per Sinner>>

Steve era confuso<<Quali bersagli?>>

<<Tu! Un giornalista Tv al Cairo, il presidente degli Stati Uniti, il miglior studente del MIT. Bruce Banner, Stephen Strange, chiunque sia una minaccia per l'Hydra. Ora o in futuro>>

<<In futuro?>>

Domandò Natasha<<Come può saperlo?>>

Rhea si trattenne dal dargli un pugno quando Sitwell iniziò a ridere<<Come non potrebbe! Il 21esimo secolo è un libro digitale, Zola ci ha insegnato a leggerlo>>

<<No, non funziona così. Ho controllato le sim, colpiscono solo i terroristi del presente. Analizza i comportamenti ma solo poco prima che commettano un crimine, me ne sono assicurata>>

<<Loro sono terroristi! Creano il caos, Rhea, loro si prendono tutto solo perché credono di avere ogni diritto!>>urlò.<<So che non puoi ricordare ma è il tuo scopo>>

<<Ma che cazzo stai dicendo?>>

<<Perché credi che sia stata scelta tu per il progetto? Perché anche tu sai leggere il futuro del mondo, te l'ha insegnato lui!>>si alzò<<Le situazioni bancarie, le anamnesi, i modi di votare, l'e-mail, i test degli esami universitari. L'algoritmo di Zola valuta il passato delle persone per prevenire il loro futuro>>

<<E poi che accade?>>chiese Steve.

Ma a questo Sitwell non rispose e continuò a fissare Rhea, che aveva la sguardo sbarrato, sconvolto.<<Diglielo tu, è la tua eredità>>

<<Rhea?>>la chiamò Natasha.

<<Gli helicarrier voleranno e una volta su non potranno più scendere, li ho programmati per un giro sub orbitale continuo. Non gli serve alcun propellente, l'aria stessa li tiene su e anche le centinaia di persone che ci lavoreranno sopra>>spiegò con orrore<<E quando le sim saranno attivate i peccatori verranno eliminati dalla lista>>

<<Quanti?>>

Ella si voltò verso Steve, egli poté vedere il rimpianto di non aver confessato prima<<Decine di milioni alla volta>>

<<Come hai potuto creare tutto questo?!>> esclamò Wilson di scatto.

<<Per vendetta>>disse Rogers<<Volevi vendicarti dei terroristi, vero?>>

Scosse la testa sconvolta<<Non così>>

<<E come?!>>

<<Non poteva saperlo>>la giustificò Sitwell<<Non questa parte di lei>>

<<Cosa?>>si girò ella, le mancò il fiato.

<<L'ha fatto per proteggerti da te stessa>>

<<Chi ha fatto cosa?>>domandò Natasha.

Lui abbassò la testa e lei indietreggiò, il petto le salì e scese<<Se avessi saputo ciò che facevi ti saresti ribellata, dovevi dimenticarlo>>

<<No>>

<<Rhea, di che sta parlando?>>le si avvicinò Steve.

<<Di niente. Lui sta mentendo, vuole solo mettermi contro mio padre ma non ci riuscirà>>

<<Non potrei mai riuscirci e non lo vorrei. Alexander ha dovuto farlo, per proteggerti dalle conseguenze, non dovevi essere il tuo stesso ostacolo>>

<<Rhea!>>la prese per le spalle Rogers<<Che cosa hai dimenticato?>>

Ella scosse la testa e Sitwell rise<<Ha dimenticato tutto, Capitano! Non sapevate dei problemi mentali di Rhea?>>

<<Io non ho problemi mentali!>>urlò, divincolandosi da quella stretta.

<<Hai dei black out, delle visioni e incubi...>>

<<Ora chiudi la bocca prima che te la chiuda io in modo permanente!>>urlò Natasha colpendolo alle ginocchia.

<<Rhea...>>

Diede le spalle a tutti loro, guardò il panorama e il suo cuore cercò di calmarsi. Finalmente capì quel sogno, perché Dean le avesse chiesto di mentire al padre, perché anche lui aveva dei dubbi. Le visioni non erano una tortura, erano un monito.

<<Non sono malata, Steve>>sussurrò con gli occhi lucidi.

<<Lo so>>

<<E' solo un effetto collaterale per il trauma.>>

<<Quale trauma?>>

Prese un bel respiro<<Io e papà abbiamo fatto un incidente stradale, ho battuto la testa così forte da lesionarmi la regione del lobo temporale, ovvero l'ippocampo. Mi causa delle amnesie quando c'è una carica emotiva importante...>>

<<Non hai fatto nessun incidente!>>esclamò Sitwell.

Natasha capiva il suo dolore, era stata condizionata a credere in qualcuno a sua volta.

<<Non è vero, mio padre non è un mostro.>>

<<No infatti, è un salvatore! È la verità e se ora non torni da lui, sarà lui a venire da te. Il tuo futuro appartiene a noi, è così da quando eri bambina>>

Steve non ne poté più e fu per questo che lo raggiunse, lo colpì in pieno viso con abbastanza forza darlo cadere privo di sensi. 
Rhea restò interdetta, una lacrima gli solcò il viso.

<<Mi dispiace tanto>>riuscì a dire Natasha, cercando di catturare la sua attenzione.

Si pulì il viso<<Perché? Il dolore è il costo della verità>>

ANGOLO AUTRICE

Be', abbiamo scoperto un po' di cosine, no?
Rhea ha più segreti di quanti ne ricordi, letteralmente.
Che ne pensate in generale?
La storia vi sta piacendo?
Il prossimo capitolo sarò pieno di azioni!
Commentate, votate e seguitemi sui social.
Un abbraccio!

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