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CAPITOLO 5

EROI

Essere eroi cosa significa?
Chi decide quando è il giusto titolo da dare a una persona? Nessuno lo sa.
Qualcuno fa una cosa buona e se viene approvata dal mondo allora diventa l'eroe, a costo che qualcun altro diventi il cattivo.
Rhea stava perdendo ogni certezza, in quasi due giorni tutto sembrava essere irreale. Pensava di sapere chi era diventata, un geniale dottoressa in ingegneria, arruolata dallo SHIELD.
Pensava di essere la mente dietro gli eroi, non dietro i cattivi.
Ma sentiva che era una facciata, il panico la stava assalendo.
I suoi black-out erano spaventosi ma mai aveva creduto di doversi preoccupare anche di quando era sveglia. Non ricordare cosa aveva fatto in una notte era una cosa ma non ricordare il proprio lavoro era peggio.
Per lei la carriera era fondamentale, amava lavorare.
Si sentiva come se si stesse svegliando lentamente da un incubo, era identico al tentare di tenere gli occhi aperti perché sai che devi reagire ma non ci riesci.
Il tuo corpo non se la sente di alzarsi e lottare, così faceva il suo.
Provava a restare lucida, comportarsi in modo calmo per poter arrivare alla soluzione, come le era stato insegnato al college. Ma non aveva un equazione, solo qualche numero, o meglio, solo un ricordo.
Quello che aveva visto in ospedale era stato abbastanza, quasi la stessa mente stesse cercando di aiutarla a riaprire gli occhi.
Una parte di sé tentò di ordinarle di correre da suo padre, per avvisarlo, per fare domande perché di lui si fidava ciecamente.
Ma era convinta che se Fury fosse stato ucciso per quei file, allora anche suo padre poteva diventare un bersaglio.
Doveva proteggerlo.
Corse allo SHIELD sulla sua auto, era una Ford Mustang Shelby GT500 2009.
L'aveva eredita alla morte di suo cugino Jason, vittima dell'attacco di New York.
Era completamente nera, compresi gli interni di pelle, con delle strisce sul cofano di colore blu.
Di sicuro attirava l'attenzione.
Appena arrivata si mise il suo camice, per evitare domande sul suo ritorno in ufficio, venne fermata decine di volte dai suoi collaboratori. Si lamentavano tutti delle revisione anticipata, della fretta di far volare gli helicarrier e lei li avrebbe anche ascoltati se non fosse stata impegnata.
Alla fine si era messa ad urlare dicendo a tutti di lasciarla respirare e di tornare al loro lavoro, per cui erano pagati.
Non voleva essere manesca ma non aveva tempo per essere dispiaciuta.
Era arrivata al proprio laboratorio, il cuore iniziò a scalpitare quando vide il frizer delle fiale. Respirò piano, pregando di non trovarci nulla e si avvicinò.
Aprì l'anta spostò tutto, proprio come aveva visto e chiuse gli occhi quando sentì tra le dita qualcosa di differente.
La forma, il metallo, il logo.
La tirò lentamente fuori ma non guardò ancora, non finché non aprì il pugno e aprì le palpebre.
Crollò in ginocchio, rendendosi conto che le coincidenza non esistevano.

<<Oh cazzo>>sussurrò<<Non dovresti essere qui, oddio, perché sei qui? E perché parlo con una chiavetta?>>

Si rialzò, nel tentativo di smettere di pensare. Per questo pensava tanto, perché il solo modo di controllare ogni suoi pensiero. Ma ora, mentre fissava la chiavette, si rese conto che era per questo che non ricordava: perché non si impegnava a farlo.
Aveva sempre avuto paura di sapere, così aveva lasciato che accadesse.
Pensò alle parole di Steve, al rapporto sulla S.O.S., alla donna che gli aveva rubato le informazioni, alle sue capacità e sentì caldo, tanto da togliersi il camice col blazer e restare in canotta.
Non poteva stare lì, capì, perché era la prossima che avrebbero preso.
Lasciò la borsa, lasciò ogni cosa e iniziò a correre, tenendo tra le mani inconsapevole tutte le prove di ciò che aveva fatto.
Rogers aveva indosso tutto ciò aveva, la sua divisa era la prova del suo passato, del siero nelle sue vene.
A volte odiava chi era diventato, i muscoli, l'altezza, perché dimenticava che un tempo era stato un ragazzino di Brooklyn.
Non pensava ci fosse nulla di peggio che dimenticare.
Si guardò intorno mentre percorreva il corridoio, alla ricerca di un po' di ottimismo ma aveva appena perso un amico e ad ogni passo aveva la percezione di essere nella tana del lupo.
Fu allora che vide Sharon arrivare, l'agente che si era finta sua vicina<<Capitano>>

<<Vicina>>

Ella sembrò a disagio quando lo oltrepassò ma lui non ne fu interessato. Sulla porta, da cui era uscita, apparve Alexander Pierce.
Vedendolo iniziò a ragionare sulla figlia, c'era una somiglianza in effetti.
Nei modi, nella forma degli occhi, nei gesti.

<<Capitano Rogers, ben arrivato>>gli tese una mano.

Lui l'afferrò<<Signore, è un onore>>

<<L'onore è mio. Mio padre era nella 101esima divisione>>spiegò facendolo entrare<<Una volta ti vide in battaglia, almeno così ha raccontato>>

Rogers entrò e si guardò intorno, era un ufficio molto grande ma non asettico come tutti gli altri. C'erano molte foto ed erano divise, a sinistra quelle di famiglie e a destre quelle con incontri politici.
Il suo sguardò restò fisso su quelle dove c'era Rhea, era in ognuna.
Da bambina aveva un aspetto sorprendente, non aveva mai visto nessuna così tanto adorabile ed innocente, stretta a due ragazzini più grandi.

<<La famiglia Pierce>>disse Alexander, notando il suo interesse<<La mia famiglia>>

<<Sembra molto numerosa>>

Sospirò invitandolo ai divanetti grigi, davanti alle fotografie, c'era anche Fury con in braccio Rhea, doveva avere dieci anni con delle lunghe trecce e un vestito bianco.

<<Lo eravamo.>>

Il modo in cui lo disse sorprese Steve, più cose sapeva sul conto di Rhea e più restava spiazzato. I Pierce erano sempre stati potenti, avevano influito sulla storia e il Segretario ne era un esempio, aveva molto potere.
Eppure c'erano molti visi in quelle immagini, sempre con la dottoressa insieme a qualcuno. Abbracciata a due uomini, uno con una neonata in braccio.
Ce n'era una con Rhea seduta sul padre mentre dietro si vedeva una vecchia mustang del 1967 di colore grigio. Sembravano soli, c'erano molte così ed egli capì che la dottoressa non aveva mai avuto una madre.
Lo colpì quella in cui teneva la figlia sulle spalle, lei doveva avere 15 anni.

<<Mi dispiace, signore, che abbiate perso tanto>>

Pierce si sedette<<Non dispiacerti. Ho fatto tutto il possibile per farci sopravvivere ma mio padre ha sempre detto che i Pierce sono maledetti. Non aveva torto. Mia figlia, che hai incontrato, è una vera Pierce, testarda, caotica e molto forte. È lei che ha patito di più>>

<<Di più?>>

Alexander allungò una mano<<Le tragedie familiari ci hanno colpito molto negli ultimi anni. Ho paura che Fury sia la goccia che farà traboccare il vaso>>

<<Era il suo padrino, ne sono a conoscenza>>

<<Voglio raccontarti una storia, Capitano, su Nick e su come è l'ho reso il Direttore dello SHIELD>>mormorò mentre Steve si sedeva<<Anni fa venni assegnato al Dipartimento di Stato a Bogotá, quando un gruppo di membri dell'ELN è riuscito a fare irruzione nell'ambasciata. Ribelli, terroristi senza alcuna moralità. Ricordo il caos, il panico salito quando sono stato scortato fuori in totale sicurezza>>

<<Panico, signore?>>

Annuì, guardando le foto come ipnotizzato<<Avevano preso degli ostaggi. Avevano la mia sola figlia, la mia bambina.>>

<<La Dottoressa Rhea>>

Steve ricordò il discorso fatto due giorni prima, capì cosa ella aveva inteso parlando di bambine di otto anni in pericolo.
Chiuse gli occhi, sentendosi stupido per averla criticata.

<<Sì e così i ribelli potevano avere ogni cosa da me. Per tutto il tempo hanno tenuto Rhea su una sedia, legata, con una pistola sulla fronte. Lei ha fissato la telecamera per ogni secondo, volevano che vedessi la sua paura.>>

<<Deve essere stato terribile>>

<<Molto peggio. Ero terrorizzato, piegato, spezzato da quei terroristi>>raccontò<<Nick era vicecapo del distretto dello SHIELD e venne da me con un piano. Voleva attraversare la rete fognaria per fare irruzione. Io risposi di no>>

<<Perché?>>

<<Perché era un rischio. Se nel momento dell'attacco fosse partito un colpo? Se l'avessero uccisa per sbaglio o per ripicca? No, non potevo perderla. Non posso. Decisi di credere alla libertà, alla democrazia e dissi che avremmo negoziato>>sospirò<<Ma i negoziati non andarono bene. Diedero ordine di ucciderla. Ricordo le urla degli ostaggi, Rhea che chiudeva gli occhi e poi tutto è finito. Le telecamere si sono staccate ed io ho urlato. Inviai tutti i miei uomini per massacrare i ribelli e cosa trovarono nel seminterrato?>>

<<Cosa?>>

<<Nulla, nessuno. Fury aveva ignorato i miei ordini e, seppur non autorizzato, portò a buon fine un'operazione militare internazionale in terra straniera>>sorrise appena<<Salvò la mia bambina. Rhea era tra le sue braccia, non riuscì a staccarsi da lui finché non mi vide. Ho capito ogni cosa della vita in quel momento, Capitano>>

<<Così gli ha dato una promozione>>disse, continuando a dargli del lei.

<<Non ho mai avuto modo di pentirmene. Gli ho sempre dato carta bianca, come per gli Avengers. Io so quanto questo mondo abbia bisogno di sicurezza, stabilità ed è giusto ma siamo già nel caos, Rogers. Siamo in un'epoca in cui la linea tra il bene il male è molto sottile.>>

Steve stava per parlare del progetto INSIGHT quando capì che lui non sapeva che Fury gliene aveva parlato, doveva esserci un motivo.

<<Ora, perché Fury era nel tuo appartamento?>>domandò, dandogli ancora del tu.

Rogers lo guardò meglio ma non colse di nulla di quello che sentiva con Rhea. La medesima era spontanea, persino troppo ma lui no, era categorico, limitato in un modo che gli fece capire che quelle foto erano il passato.
L'uomo davanti a sé non era affatto sconvolto per Nick e perché Rhea lo aveva allontanato all'ospedale?
"Non fidarti di nessuno", questo erano state le ultime parole del Direttore.

<<Non lo so. Non ha avuto tempo per dirmi nulla prima degli spari>>

Annuì, poco convinto<<Sapevi delle cimici?>>

<<Lo sapevo. Me l'aveva detto>>si limitò a dire, senza specificare quando.

<<E anche che era stato lui a metterle?>>

Steve trattenne il respiro e Alexander capì di averlo sorpreso<<In realtà no>>

<<C'è qualcosa che devi vedere, è riservata persino al livello Alpha>>

Steve si girò verso lo schermo mentre l'uomo proiettava delle immagini e riconobbe il video.
Era il pirata della S.O.S, parlava francese.

<<È dal vivo?>>

<<Sì. Sono riusciti a recuperarlo dalla nave che affondava, ha raccontato la sua versione>>

<<Sui morti a bordo?>>

<<Anche.>>disse a fatica<<Sembra che la colpevole sia stata rapida e indolore, non ha causato alcun dubbio negli altri pirati. Era una professionista>>

<<Come chi ha aggredito Nick.>>ricordò<<È un sospettato, per caso? >>

<<È molto più complicato di così>>

Alzò le spalle<<Sua figlia cosa ne pensa della confessione?>>

<<Non l'ho ancora vista. Ma non la metterò al corrente sino a quando non potrò gestire meglio le informazioni. Ha cose più importanti da terminare>>

Ovvero il suo progetto, ma si trattava di suo zio e mentire non aveva senso.<<Non capisco, Signore>>

<<Non so come dirle la verità, non reagisce mai bene. Cosa direbbe se scoprisse che il terrorista è stato assunto in modo anonimo per attaccare la Ship of Sinner? È stato contattato via e-mail e pagato tramite bonifico bancario. E quel denaro è stato fatto passare attraverso 17 conti fittizi. L'ultimo era di una holding>>gli mostrò i documenti<<registrata ad un uomo morto sei anni fa. Il suo indirizzo era il 1435 Elmhurts Drive>>

<<Dovrebbe dirmi qualcosa?>>

<<No, non a te. Quando ho incontrato Nick per la prima volta sua madre viveva nel 1437.>>

Steve risolleva piano il capo<<Signore, sta dicendo che Fury ha assunto quei pirati?>>

<<È una teoria. La motivazione? Il dirottamento era una copertura per l'acquisizione di informazioni classificate di Intelligent.>>

<<Ma erano dati SHIELD, non è così? Non li aveva già?>>

<<No, Capitano. All'interno di quella chiavetta rubata non ci sono solo file su progetti internazionali ma molto di più. Si parla di esperimenti risalenti alla creazione dello SHIELD, persino del siero che hai nelle vene. Ci sono segreti di Stato, ogni nome di ogni agente mai esistito>>

Rogers finalmente capì perché tutti la desideravano e perché avrebbero ucciso per averla. <<Perché Nick doveva volerla?>>

<<Altra teoria del mio team, per venderla. >>

Scosse il capo<<Se conosceva Nick Fury sa che questo non è vero. Non era affatto corrotto, ha sempre lottato per questo mondo e per nascondere i suoi segreti>>

<<Lo so, perché pensi che stiamo parlando?>>si alzò e andò alla propria scrivania<<Io non ho preso il posto nel Consiglio Mondiale perché lo volevo ma perché Nick me lo ha chiesto. Eravamo entrambi realisti.>>

<<Su cosa?>>

<<Sulla diplomazia.>>andò alla finestra<<Vedere mia figlia con una pistola in testa ha cambiato la mia vita. Non potevo più aspettare che fosse qualcuno a fare qualcosa, dovevo farla io. Dovevo salvare io il futuro della mia famiglia, di Rhea. Lei non è mai stata ordinaria, è sempre stata pronta a sacrificarsi per il bene comune. Così anch'io. A volte per costruire un mondo davvero migliore significa dover abbattere quello vecchio e questo crea nemici>>

<<Quali nemici?>>si sollevò dal divano.

<<Tutte le persone che ti chiamano sporco perché hai avuto il coraggio di mettere le mani nel fango per provare a costruire qualcosa di meglio.>>commentò<< Siamo tutti gli eroi della nostra storia, Capitano. Io intendo continuare ad essere quello di mia figlia, per questo l'idea che quelle persone possano festeggiare oggi, mi fa davvero arrabbiare>>

Rogers iniziava a non comprendere il suo ruolo lì, non sembrava un interrogatorio e nemmeno una chiacchierata amichevole. Alexander lo fissò in modo differente<<Signore?>>

<<Capitano, sei stato l'ultimo a vedere Nick vivo. Per me questa non è coincidenza, perché di fatto le coincidenze non esistono. Glielo chiedo di nuovo: perché era lì?>>

Eccolo, pensò Steve. Il suo istinto vide una scintilla nello sguardo di Pierce, il genere che non ammette errori, che prende quello che vuole quando lo vuole.
Sapeva che l'uomo davanti a sé era stimato da tutto il mondo ma il suo istinto aveva la meglio, gli stava urlando di fare retro front, di affidarsi ad un altro Pierce.
Mise le mani sulla cinta<<Mi ha detto di non fidarmi di nessuno>>

<<Mi domande se non riferisse anche a sé stesso>>

<<Mi dispiace, sono state le sue ultime parole>>mormorò<<Con permesso, ora mi congederei>>

Pierce non era soddisfatto di quella conversazione, in realtà di molto altro. La figlia avrebbe dovuto presentarsi la sera precedente ma non era venuta a causa di Nick e questo lo metteva a disagio.
Durante il giorno non poteva in alcun modo prenderla in disparte.
Steve andò verso la porta quando Alexander si schiarì la voce e lo chiamò, facendolo girare.<<Capitano, qualcuno ha ucciso il mio amico e io scoprirò il perché. Chiunque provasse ad intralciarmi se ne pentirà. Chiunque>>

Annuì, con tono più freddo<<Ho capito>>

Mentre usciva sentiva di doversi muovere, si affrettò ad andare in ascensore, cercando il piano in cui c'era l'ufficio di Fury.
Era lì che aveva appuntamento con Rhea, ma c'erano quaranta piani di differenza.
L'elevatore stava per chiudersi quando entrò qualcuno, egli si voltò e riconobbe Rumlow e altri tre uomini della squadra STRIKE. Cosa ci facevano a quel piano?
Si domandò perplesso.

<<Cap>>

<<Rumlow>>lo salutò.

Scesero di cinque piani prima che l'agente parlasse<<La scientifica vuole mostrarci delle fibre che hanno trovato sul tetto. Vuoi che preparo la squadra tattica?>>

<<No, prima vediamo di che si tratta>>

<<D'accordo>>si voltò ancora, sospirando in modo fin troppo amaro.

Le porte si riaprirono e questa volta ne entrarono cinque.
Steve iniziò a guardare ognuno di loro, notò che uno stringeva la pistola nella fondina, gli altri avevano delle valigette molto strane e in poco si ritrovò circondato.

<<Mi dispiace per quello che è successo a Fury. È stata una disgrazia terribile, sarete sconvolti>>

<<Saremo?>>

Brock serrò la mascella, come a maledirsi e fu lì Rogers ricordò la scena in ospedale, quando l'agente lo aveva interrotto<<La Dottoressa Rhea>>

<<La conosci bene?>>

<<Da quando era piccola, lavoro per Pierce da molto tempo>>

Steve iniziò ad ascoltare anche le conversazioni altrui, il loro nervosismo, e collegò quello che egli aveva appena detto. Alexander non era sempre stato il Sottosegretario ma Rumlow si era arruolato per lo SHIELD da ragazzo, ricordò.
Chiuse gli occhi, risentendo le parole di Fury "Lo SHIELD è compromesso". O Brock si sbagliava o gli aveva appena dato prova di essere corrotto.
La porta si aprì ancora, mancavano quindici piani ed entrò Rollins con altri due uomini armati.
Steve aveva un solo obbiettivo ora, arrivare al piano dove Rhea lo aspettava e aveva la sensazione che qualcuno avrebbe cercato di impedirglielo, anzi, tutti.
Improvvisamente tutti si voltarono verso la porta e stettero in silenzio, così decise che era meglio prevenire che curare.
Voleva gestirla a modo suo, perché nessuno lo avrebbe fermato.

<<Prima di cominciare, qualcuno vuole scendere?>>

Il primo ad agire fu Rollins, si voltò con una lancia elettrica e gli altri si buttarono sulle spalle di Cap per tenerlo fermo ma il tentativo fallì. Steve usò le gambe per disamarlo ma venne comunque spinto contro la parete e il proprio scudo finì a terra.
Le valigette era finte, i manici erano magneti e soltanto su un polso riuscirono a infilarglielo.
Rogers reagì, diede ad uno una testata tanto forte da tramortito e usò la propria forza per evitare di restare attaccato al metallo. Ne colpì tre, uno alla gola e gli altri due alla testa.
Cercò di essere preciso, rapido ma era uno spazio piccolo e Rumlow sembrava essere il migliore.
Il medesimo lo colpì alle spalla con l'elettricità e Steve strinse i denti per il dolore, riuscì a liberarsi prendendo il braccio di un altro e tirandolo in avanti. A terra ce n'erano già cinque, ne mancavano tre.
Rollins lo colpì al polso e così finì in trappola, con un braccio alzato.
Egli parò un'altra frusta elettrica ma prese il gomito del nemico per indirizzarlo ad un altro, poi diede un calcio forte a quello che teneva e così gli ruppe una gamba, appena si inginocchiò lo colpì alla testa.
Rumlow era l'ultimo e stava aiutando altri due ad alzarsi, così Steve si appese al muro di metallo ed iniziò a tirare.
Si liberò con una capriola e allungando le gambe mise a K.O. i due di prima.

<<Wo, aspetta>>mormorò Brock senza fiato<<Non te la prendere. Non è personale>>

Detto questo egli attaccò e Rogers lo prese i fianchi, lo sollevò con forza sopra di sé e sbatté con violenza sul soffitto.
Quando tornò giù Rumlow era privo di sensi, lo erano tutti.

<<A me invece sembrava personale>>

Steve riprese fiato e sollevò gli occhi sulla telecamera, si stava muovendo. Non ci pensò neppure, si abbassò, prese lo scudo e lo lanciò distruggendola completamente.
Il destino sembrò volerlo aiutare, almeno per questa volta, così le porte si aprirono al piano di Fury.
Quando accadde, alzando gli occhi, vide esattamente chi cercava.
Rhea era vestita come quella notte, ma senza giacca e fissava gli agenti a terra.
Le labbra erano schiuse, incredule ma anche lui fece la stessa espressione quando riconobbe l'oggetto che teneva in mano.<<Quella è...>>

<<Faccio io le domande!>>si risvegliò<<Ma che diavolo hai fatto?>>

Ella aveva gli occhi sgranati. Lui alzò le spalle<<Sono venuto a prenderti>>

Osservò ogni individuo privo di sensi fino a raggiungere Rumlow<<Preferivo dei fiori>>

Lui stava per chiedere della chiavetta quando si sentirono dei rumori, all'angolo apparvero degli agenti armati fino ai denti. Steve reagì d'istinto, la prese un braccio e la tirò dentro mentre con l'altro allungava lo scudo sul pannello distrutto. Il vibranio tagliò le funi di metallo, finché i freni non si fermarono qualche piano dopo.
Rhea riaprì gli occhi e si divincolò<<Tu sei fuori come un balcone!>>

<<Stavano per spararti!>>

<<No, stavano per sparare a te!>>si attaccò al vetro<<Oh mio Dio! Mio padre impazzirà!>>

Rogers sapeva di non aver avuto scelta ma si sentiva dispiaciuto per averla obbligata ad arrivare in quella situazione.<< Dottoressa, non c'è tempo per questo. Faranno irruzione qui dentro al massimo tra due minuti. Ho bisogno di risposte>>

<<Oh si, anch'io>>si voltò.

<<La chiavetta>>la indicò<<È la stessa della S.O.S, me la ricordo>>

<<Sì, lunga storia>>mormorò prima di metterla in tasca.<<Perché volevano ucciderti?>>

<<Anche questa è una lunga storia.>>

<<Non mi sembra così lunga, eri da mio padre e ti sei mostrato ostile>>

Inclinò la testa e guardò dalla parete di vetro<<Non sono stato ostile ma Nick mi ha detto un'altra cosa e devo affidarmi a quella.>>

<<Ovvero?>>

<<Lo SHILED è compromesso. E questa è la prova, non danno la caccia solo a me ora ma anche a chiunque possieda quella chiavetta>>

Rhea lo sapeva, lo guardò nei suoi occhi azzurri e annuì<<Dobbiamo leggere i file ma non qui. E non possiamo scappare>>

<<Certo che possiamo>>

La donna mirò il suo sguardo e vide il vetro, dopodiché il padiglione dell'entrata. Si parlava di decine di metri<<Oh no! No, sognatelo! Io non mi lancio da un ascensore, sono troppo intelligente per morire in un modo così stupido!>>

<<Non ti farai male. Devi fidarti di me>>gli offrì una mano.

<<Perché?>>

Lui sospirò<<Ti sembra il momento di essere ironica?>>

<<È sempre il momento!>>esclamò<<Sarai anche Captain America ma io non ti conosco!>>

<<Ma conoscevi Fury! Fidati di lui>>

Rhea cambiò espressione, sospirò e guardò giù mordendosi un labbro.
Era una pessima idea, almeno finché non sentì un suono sopra di loro.
Segno che qualcuno stava scendendo nella tromba, non c'era una scelta.
Da chi stava scappando? Forse da suo padre?
Lei gli prese la mano e si avvicinò, poi risollevò gli occhi.

<<Se mi lasci andare, Capitano, ti farò pentire di essere uscito dal tuo iceberg>>

ANGOLO AUTRICE

E l'azione è ufficialmente iniziata!
Finalmente Rhea e Steve sono dalla stessa parte e ne accadranno di cose, vedrete!
La chiavetta è stata trovata, il che è un brutto segno.
Vi ho dato tanti indizi sulla famiglia Pierce, spero che li abbiate colti.
Alexander ama sua figlia, ma quell'amore la salverà dalla verità? E' dura dirlo.
Commentate, votate e seguitemi su tutti i social (The Stories of Hope).
Un abbraccio!

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