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CAPITOLO 2

LIBERTÀ E PAURA

La libertà oggi giorno ha una definizione troppo ampia per poter essere racchiusa.
Il suo significato esplode, irrompe con furia e gioia, non può essere incatenato in una cassa toracica.
Steve non sapeva più dire cosa fosse meglio, aveva lottato per i diritti delle persone, per farli sognare e vivere in un mondo migliore ma una volta tornato non aveva trovato qualcosa di migliore ma solo differente, caotico.
E il caos non gli piaceva, lo innervosiva.
Rogers si toccò il viso, riflesso sul vetro dell'ascensore e ancora non credeva alla vista del taglio nascosto dal suo ciuffo.
Non si era mai ferito alla testa, grazie al casco ma soprattutto perché non aveva dato modo ai suoi nemici di farlo.
Neppure gli alieni erano arrivati a metterlo K.O. tante volte, la sua testa non era la sola ad essere ferita ma anche il suo orgoglio.
Di tutte le missioni dello SHIELD, dove lo avevano inviato, mai aveva fallito.
Tentava di ricordare ogni particolare della nave, della donna mascherata ma nemmeno nel rapporto che teneva in mano sembrava abbastanza descrittivo.
Pensò alla scia blu che aveva spostato l'acqua, spostato lui.
Aveva visto già qualcuno con grandi poteri come Loki ma lui era alieno, un dio, non un umano.
Il pensiero di altri umani potenziati lo sconvolgeva dopo Teschio Rosso.
Quando le porte si aprirono egli era ancora sovrappensiero, fissava la sua cartellina e camminò in avanti senza guardare dove andava.
Allo stesso tempo, c'era qualcuno che guardava ed era il destino.
Puoi tentare di desiderare una strada diversa, ma il fato ha già creato quella per tutti noi e sicuramente ne aveva costruita una apposta per Steve Grant Rogers.
Dal nulla egli sbatté contro qualcuno, una pila di fogli volò dalla sua destra e di scatto lasciò il proprio rapporto, allungando una mano.
Afferrò saldamente un braccio e così impedì una probabile caduta.
Si ritrovò affianco ad una donna, i capelli gli nascondevano il viso ma giurò di aver sentito:

<<Oh cazzo>>

Era una voce nitida, piacevole e non rendeva volgare ciò che aveva pronunciato.
La donna si divincolò e si piegò a terra, osservando i fascicoli che aveva sistemato per ore quella mattina.
Rogers restò in piedi guardandosi intorno, i corridoi erano vuoti ma il suo istinto fu da gentiluomo degli anni 40'.
Si accovacciò con la propria divisa blu, dimenticando il caos dei suoi pensieri.

<<Mi dispiace, non l'avevo vista>>

Ella rialzò lo sguardo per un secondo, mentre le mani mischiavano i fogli<<L'avevo notato>>

Forse aveva battuto la testa più forte di quanto aveva inteso perché, quando la guardò, sembrò che il tempo si fosse completamente fermato.
I suoi occhi lo catturarono senza alcuna pietà ma sotto la luce del sole, che arrivava dal vetro dell'ascensore, sembravano di un turchese elettrico e il verde pareva smeraldo.
Erano truccati con un eyeliner sottile e le ciglia erano nere e lunghe.
Le sue guance erano alte ma prive di imperfezioni, piene e dolci.
Le labbra erano carnose e rosate, riusciva appena a vedere i denti dritti, dato che anche ella lo stava fissando con attenzione.
I capelli castani erano mossi ma legati da una cosa molto bassa, solo pochi ciuffi gli cerchiavano i lineamenti gentili.

<<Ci conosciamo?>>sussurrò lui.

Ella abbassò le palpebre sui documenti e fu come se un incantesimo si fosse spezzato. Egli riprese a respirare<<Ne dubito fortemente>>

<<Perché?>>

Ella continuò a raccogliere ma sapeva chi aveva davanti, non era emozionata o sconvolta.
Dopotutto lavorava allo SHIELD e aveva conosciuto molti eroi.

<<Se mi avesse conosciuta se lo ricorderebbe>>rispose ella, dando sempre del lei.

Rogers non riuscì a frenare un sorriso vedendo il suo, era pieno e bianco, le labbra si piegarono maggiormente in modo sarcastico.
In effetti non si poteva dimenticare un viso simile, una bellezza così semplice quanto straordinaria.
Gli ricordò Peggy.
Pensò a Natasha, se fosse stata lì avrebbe esultato per un incontro del genere.
Il modo in cui ella aveva parlato non era arrogante o vanitoso, era una semplice battuta e ne aveva bisogno.

<<Di solito dicono questo di me>>

Ella allungò un fascicolo non suo e glielo consegnò<<Be', è difficile dimenticare qualcuno come Captain America>>

<<Cosa mi ha tradito?>>

La sconosciuta mostrò di nuovo il suo sorriso<<Non saprei, forse la divisa>>

Entrambi si alzarono e solo così Steve poté osservare altro dopo il suo bel viso.
Ella indossava colori perfetti per lo SHIELD, quasi ne fosse la mascotte.
Dei pantaloni grigi, a zampa di elefante, le fasciavano le cosce e la vita magra. Le sue curve erano in mostra ma senza alcuna volgarità.
La stessa cosa per la sua camicia costosa, era bianca e possedeva una profonda scollatura tra i seni, dove era in mostra una collana con un sole.
Ai piedi portava dei tacchi bianchi, non erano affatto rumorosi dato che egli non l'aveva sentita arrivare prima dello schianto.


Steve si rilassò ma i loro sguardi restarono fissi sull'altro, avevano la stessa sensazione di familiarità ed era intrigante.

<<È giusto che mi prende la colpa, prima di uscire avrei dovuto guardare>>

<<Sono d'accordo, Capitano Rogers>>annuì, non sembrava affatto pronta a fare delle scuse.

<<Lei sai il mio nome, ma io non so il suo>>

Il destino, che quel giorno sembrava non avere nient'altro da fare, si intromise con una puntualità grottesca.

<<Rhea!>>

Una porta su era spalancata, poco più in là, e la testa di Nick Fury comparve da quella.
Steve fissò il direttore e poi la giovane, che a sua volta aveva appena alzato gli occhi al cielo.
Fury fece un passo in avanti, nel corridoio e studiò la situazione.
L'uomo aveva la pelle scura ma pareva lucida sotto quelle luci, vestiva sempre di nero e portava una benda su un occhio.
Era il direttore dello SHIELD, persino i suoi segreti avevano altri segreti.

<<Fury, stavo giusto venendo da te a fare rapporto>>

Ella si voltò sui tacchi<<Stessa cosa>>

<<Bene>>annuì<<Entrate entrambi>>

<<Insieme?>>chiese la donna, curvando le sopracciglia.

<<Sì, Rhea. Insieme>>

Fury rientrò, lasciandoli senza parole. Steve era imbarazzato<<Rhea?>>

<<Già, è il mio nome, fin dalla nascita>>ammise ironica, un po' in imbarazzo.

Detto questo Rhea si affrettò a percorrere il corridoio, mentre lui la guardava con aria confusa, divertita e nervosa.
Aveva la sensazione che quella donna gli avrebbe dato filo da torcere ma soprattutto che il suo sarcasmo non aveva limiti.
Entrò nella stanza dopo qualche secondo, richiedendo la porta e ci trovò i due intenti a fissare delle carte.
Fury era seduto alla sua scrivania scura mentre ella era al suo fianco, piegata con dei fascicoli.

<<Continuo a non capire perché non preferisci il lavoro analogico>>sbuffò egli, iniziando a firmare alcune carte.

<<Perché sono affidabili. La tecnologia è una straordinaria arma, vuoi una pistola con un silenziatore puntata alla testa?>>

Lui scrollò le spalle<<Non sarebbe la prima volta, tesoro>>

Steve restò in piedi, a fissare la loro sintonia. Non aveva mai visto Fury tanto rilassato, neppure con Maria Hill ed era la sua spia personale.
Rogers mise il fascicolo sulla cattedra e di sicuro fu una prova che condivideva il pensiero che ella aveva appena annunciato.
Nick, notando il silenzio, sollevò lo sguardo sul soldato in posa militare.

<<Capitano, puoi parlare davanti a Rhea, è del livello 10>>

Rogers ne parve sorpreso dato la giovane età<<Si tratta della missione, Nick. Non credo di poterlo fare con un altro agente presente>>

<<Non sono un agente>>gli puntò gli occhi addosso<<Sono la Dottoressa Rhea Pierce.>>

<<Un medico?>>

Fury scosse il capo<<Hai davanti la più giovane esperta in Ingegneria Aereospaziale, con tre dottorati in scienza quantistica, informatica e biomedica.>>

Rhea osservò l'espressione del Capitano e poi inclinò il viso<<Pensa che ho abbastanza credenziali per sentire Captain America parlare di una nave segreta nell'Oceano Indiano?>>

<<Sai della S.O.S?>>si voltò Fury, sbigottito.

La giovane si voltò<<Chi credi che abbia progettato la Nave dei Peccatori?>>

<<Perché non me l'hai detto?>>

<<Sei il direttore dello SHIELD, non il Grande Capo. E poi inizialmente era solo un disegno su un tovagliolo da McDonald's, peccato abbia fatto la fine del Titanic>>

<<Col Grande Capo intendi Dio? Perché ci sono pericolosamente vicino>>

<<Nah, intendo più un segretario che sta quaranta piani sopra di noi>>gli fece l'occhiolino.

Rogers decise di interromperli<<Cosa nascondeva quella nave? Ho fallito la missione a causa delle mancate informazioni>>

<<Non hai fallito, Capitano. La tua missione erano gli ostaggi e li avete salvati>>gli disse Fury tranquillamente.

<<Anche catturare i pirati vivi. Persino gli ostaggi potevano morire, compreso un tuo funzionario>>

<<Ho inviato il più grande soldato della storia per assicurarmi che non accadesse>>

<<Quello che fa un soldato parte di un esercito è la fiducia. Tu sapevi che la nave era compromessa o non avresti mandato me e Nat. Sapevi che i file erano fondamentali.>>

<<L'ultima volta che mi sono fidato di qualcuno ho perso un occhio>>

Rhea roteò gli occhi, detestava quando Nick usava ciò come scusa<<Hai mentito ai tuoi agenti, usando degli ostaggi come diversivo per scoprire cosa c'era di preziose nel sistema di bordo? Davvero? Non ti sembra un po' esagerato?>>

<<Non ho fatto nulla di tutto questo, Rhea. Non potevo sapere della minaccia che c'era a bordo, non prevedo il futuro>>

<<Dillo alla donna mascherata che ha tentato di staccarmi la testa>>brontolò Rogers.

La dottoressa si incuriosì.
Sapeva che Cap era stato colpito e questo perché conosceva quella nave, era stata informata dell'attacco il giorno precedente<<Era brava?>>

<<Era potente.>>la corresse<<Mi ha sovrastato con precisione, rapidità. E così ha fatto con le sue vittime. La mia forza è difficile da contrastare ed è riuscita a usare i miei punti forti contro di me, per cosa?>>

<<Per dei file dello SHIELD e far affondare una nave>>alzò le spalle Rhea<<O era una domanda retorica?>>

Nick si alzò dalla propria sedia, era piuttosto innervosito dalla situazione. <<L'agente Romanoff mi ha inviato il rapporto stanotte, la donna ha capacità inumane. Può controllare gli elementi, forse>>

<<Era più di questo, Fury. Non ho mai visto nulla di simile>>

<<Non ha importanza cosa sa fare ma cosa ha preso>>rispose la dottoressa<<Devono essere informazioni sensibili sullo SHIELD se qualcuno si è dato tanto da fare>>

I due annuirono ma parvero non avere alcuna idea sul da farsi.
Rhea detestava il silenzio, iniziava a pensare e la sua mente era la vera dimora del caos.
Era stanca ma era anche un'ottima bugiarda, perché sembrava stare bene.
Si appoggiò alla scrivania quando una fitta le colpì la testa, la sua emicrania stava peggiorando da quando si era risvegliata nel proprio ufficio.
Soprattutto dato che non ricordava come ci era arrivata.

<<Ti senti bene?>>le domandò Nick<<Quale vino hai stappato ieri sera?>>

<<Temo di non saperlo. Ma tranquillo, nulla che un aspirina non risolverà, zio.>>

Steve fece cadere le mani dai propri fianchi<<Zio?>>

Rhea aveva fatto un passo falso, cosa le fece fare una smorfia severa a sé stessa.
Odiava far sapere agli altri la propria parentela, la persone la guardavano in modo diverso quando accadeva.

<<È il mio padrino. Oh, e non è stato lui ad assumermi. Di solito me lo chiedono>>

Rogers capì quella complicità e ammise di non aver mai pensato al fatto che Nick potesse avere una famiglia o almeno degli amici. Era un mistero.

<<Ricevuto>>

Annuì<<Okay, forse è meglio che io vada. Ho tanti piccoli e vecchi ingegneri da bacchettare>>fece un grande sorriso<<È stato un piacere...>>

<<Non così in fretta, ho un favore da chiederti.>>

Ella smise di raccogliere i propri fogli<<Sai che novità. Non puoi convocarmi solo perché vuoi vedermi?>>

<<No>>

<<Me lo aspettavo. Cosa vuoi oggi?>>

Fury guardò Rogers e poi lei<<Condividere>>

<<Oh ti prego>>sbuffò<<Non se ne parla>>

<<Di cosa?>>domandò Steve.

Fury si voltò<<Hai detto che non c'è fiducia, Capitano. Ma ti sbagli, condividere è il mio punto debole. Ti mostrerò il progetto più grande a cui lo SHIELD sta lavorando, a cui a capo c'è la Dottoressa Rhea>>

<<Non è una buona idea. Mi dispiace, Capitano ma è del livello 8>>

<<E quindi?>>alzò le spalle Nick.

<<E quindi io ho più credenziali di Captain America>>commentò con un sorrisetto<<Senza offesa>>

<<Nessun offesa>>

<<Lo farai passare temporaneamente al livello 10, è un ordine>>

Fury la superò ed ella fece un'espressione sbalordita, Steve la studiò con interesse e ammise che non pareva affatto il genere di donna dedita all'ingegneria.
Era troppo spontanea, diretta, sarcastica e stranamente la cosa non gli recava fastidio.
Rhea sapeva che ci sarebbero state conseguenze ma sotto gli occhi azzurri del Capitano sentì di potersi fidare, meglio lui che chiunque altro.
Annuì chiudendo le carte nel primo cassetto della scrivania, si sistemò la camicia scollata e attraversò la stanza seguita dall'Avengers.
Quando salirono in ascensore ella restò nel centro del mezzo, la sua postura rivelava un educazione severa e questo lo attirava.
Rhea tirò indietro la coda e obbedì a Fury, parlando con il sistema operativo.

<<Area INSIGHT>>

<<Il Capitano Rogers non ha l'accesso al progetto INSIGHT>>disse una voce meccanica.

<<Ridefinizione: Dottoressa Pierce. Rhea Olivia Pierce, Capo Ingegnere livello 10>>

<<Convalidato>>

L'ascensore partì ed ella iniziò a fissare i numeri che scendevano rapidamente, l'emicrania restava un fastidioso motivo per far uscire il suo lato sarcastico peggiore.

<<Credevo che gli scienziati potessero arrivare solo al livello 5, come Banner.>>parlò Steve.

Nick scelse di condividere, ancora<<In realtà Rhea non è del Livello 10, Capitano, è del livello Alpha>>

<<Il Livello Alpha? Credevo fossi il solo ad averne l'accesso col Segretario della Difesa e il Presidente degli Stati Uniti>>

<<Allora è un bene che io sia un'ottima risorsa per tutti i tre.>>sorrise lei.

Fury annuì<<Rhea ha lavorato per un anno alla Casa Bianca prima dello SHIELD>>

<<E almeno lì hanno la musica negli ascensori>>fece notare.

<<Già, mio nonno ha lavorato su uno di questi affari per quarant'anni. Il vecchietto lavorava in bel edificio, davano ottime mance. La sera tornava a casa con un rotolo di biglietti da un dollaro nel sacchetto del pranzo. Lui diceva buongiorno e tutti rispondevano buongiorno>>iniziò a raccontare Fury.<<Poi col tempo la gente divenne più scontrosa, lui diceva buongiorno e gli rispondevano di chiudere la bocca. E finì che mio nonno iniziò ad avere paura>>

<<È mai stato rapinato?>>domandò Steve.

Il Direttore ridacchiò<<Ogni tanto qualche teppistello gli chiedeva cosa aveva nel sacchetto>>

<<E lui che faceva?>>si voltò Rhea.

<<Glielo mostrava>>divenne più serio<<Un po' di dollari spiegazzati e una 22 Magnum carica. Mio nonno adorava le persone, purtroppo non si fidava molto>>

L'ascensore arrivò sottoterra, e la luce si congelò.
Fu allora che ella si girò completamente verso il Capitano e guardò dietro di lui, inizialmente egli non capì lo sguardo, finché non vide la stessa espressione su Nick.
Si voltò lentamente e fu allora che vide un laboratorio grande quanto un aeroporto dove tre Helicarrier mostravano tutta la loro potenza.
Il Capitano schiuse le labbra, erano mostri rispetto a quello visto a New York.

<<Lo so, i miei bambini sono più grandi di una calibro 22>>disse la dottoressa.

Le porte si riaprirono ed ella scese per prima, sotto lo sguardo smarrito dell'uomo senza tempo.
Fury pensò che ogni volta che scendeva si meravigliava del lavoro della nipote, ancora non capiva come potesse gestire tuto quello come Ingegnere Capo.
Ma Rhea non era sola, credeva solo di esserlo.
All'interno del garage vi si vedevano le portaerei, ovvero le piste dove mezzi più piccoli potevano volare.
C'erano più di una cinquantina di quidjet, una ventina di navi e scialuppe volanti, e ciò spiegava perché vi erano tre centinaia di lavoratori impegnati nell'assembramento del progetto.
Uno scienziato accorse alla giovane e gli consegnò un tablet, sussurrandole il continuo svolgimento dei lavori.
Rogers non lo sentì ma non importò, si sentiva un bambino di fronte alla grandezza di quel lavoro.

<<Benvenuto nel mio regno>>

Lui la guardò mentre prendeva da una parete un camice, era bianco e lungo<<Lei è sempre così ironica, Dottoressa?>>

<<E lei si veste sempre così, Capitano?>>

Nick trattenne a stento una risata ma notò anche un particolare, Rogers non sembrava affatto infastidito da quel sarcasmo, non come faceva con Romanoff.
Gli piaceva sul serio.
I tre iniziarono a camminare tra tutti gli operai, la cosa interessante è che mentre lo facevano Rhea fissava il suo operato e continuava a prendere appunti.

<<Quello che stai vedendo, Steve, è il progetto INSIGHT.>>spiegò Nick<<Tre Helicarrer di nuova generazione, sincronizzati con una rete di satelliti di rivelamento>>

<<E cosa c'entra la Nave dei Peccatori?>> chiese Rogers.

Ella si girò, camminando all'indietro<<È stato il primo progetto che ho avuto, quello di costruire una nave intelligente e segreta. Ci ho lavorato a lungo sopra ed è li che ho partorito questi Helicarrier>>

<<Quindi credete che i file rubati parlassero di questo programma?>>

<<La S.O.S serviva come piattaforma. Io non ho mai inserito le mie nozioni ma qualcuno potrebbe averlo fatto.>>

Steve annuì <<Perché qualcuno dovrebbe voler sapere i particolari di questo progetto, Dottoressa?>>

Ella lanciò un'occhiata a Nick, egli annuì<<Condivi, Rhea>>

La giovane consegnò il tablet ad un altro addetto, dopo aver firmato dei permessi digitali. <<Possiamo darci del tu, Capitano?>>

<<Certo, possiamo>>annuì, non a disagio.

Steve l'affiancò ed ella cambiò sguardo<<Puoi assicurarmi che porterai questo segreto fin dentro la tomba?>>

<<Manterrò segreto il progetto>>

<<Bene!>>fece un sospiro di sollievo<<Dopo il primo Helicarrer di New York c'è stato il bisogno di un salto tecnologico, di potenza e spazio. Ci piace lo spazio, quindi ne abbiamo ideati tre. Ognuno di loro, una volta in aria, non deve più tornare a terra. Volo suborbitale continuo, grazie a questi nuovissimi motori a propulsori>>

<<Come l'armatura di Stark>>

Inclinò poco la testa<<Oh, gli piacerebbe. Il Signor Stark non ha delle tonnellate da sollevare quando vola, ma ha voluto giocare con le mie turbine>>

<<Conosci Tony?>>

<<È venuto a fare un sopraluogo, mi ha aiutato a progettare una sala macchine più efficiente e voleva sapere degli armamenti. È rimasto colpito e così anche il Dottor Banner ma era più interessato alle mie idee sull'energia sostenibile, non mi va di inquinare>>

<<Cosa ha detto Tony degli armamenti?>>domandò.

Nick sospirò<<Gli abbiamo mostrato le mitragliette a lungo raggio, possono eliminare migliaia di nemici al minuto.>>

<<Anche questo l'hai progettato tu, Dottoressa?>>

Ella sembrò in difficoltà a rispondere, perché non lo ricordava<<No, ho suddiviso gli helicarrer. Le armi sono importanti ma non sono laureata a riguardo, ho lasciato il lavoro ad un team di ingegneri militari.>>

<<Devo ammettere...>>mormorò Steve mentre salivano su una balconata<<Che non ha mai visto un lavoro del genere. Se un altro paese avesse questa tecnologia aerospaziale avrebbe molto potere>>

<<Non potrebbe mai accadere>>

<<Perché no?>>

Rhea guardò Nick ma si rifiutò di rispondere, cosa che Steve notò facilmente.<<Non è per la tecnologia di volo, Rogers, che sei qui. Chiunque abbia rubato quella informazioni sa di più di come funzionano le turbine>>

<<Conosce lo scopo dello SHIELD>>aggiunse Rhea e nel suo sguardo non c'era entusiasmo come prima.

<<Nick, che cosa state combinando davvero qui sotto?>>

<<I satelliti collegati a questi giganti possono leggere il DNA di un terrorista ancora prima che esca dalla sua tana>>confessò il Direttore<<Potremmo neutralizzare molte minacce preventivamente>>

Rogers fece una smorfia contraria, guardò entrambi<<Pensavo che la punizione venisse dopo il crimine>>

<<Noi non possiamo permettercelo>>commentò Fury, mettendosi le mani nelle tasche.

<<Noi chi?>>domandò<<Chi ti ha dato questo incarico, Dottoressa?>>

<<Il Consiglio Mondiale di Sicurezza. Lavoravo alla Casa Bianca e mi venne chiesta di creare un programma per l'analisi delle minacce dal Presidente. Non credevo di avvicinarmi ad un successo ma, in qualche modo, ho avuto l'ispirazione e il risultato è stato...>>

<<Straordinario! Rhea aveva capacità troppo grandi per lavorare al tavolo del Gabinetto. Il Consiglio ha scelto lei per un tempo di prova, lo ha passato in una settimana>>

<<E anche lì hai avuto un ispirazione, dico bene?>>

Ella sospirò, incerta <<Sotto pressione do il meglio di me, o il peggio, dipende dai punti di vista>>

<<State puntando un fucile contro la Terra, non direi che è un fatto, non un punto di vista>>

Rhea non sembrò più tanto amichevole, la sua espressione mostrò il proprio disappunto.
Poteva sopportare le critiche ma come ogni genio aveva un ego, un senso di protezione indomito verso le proprie creazioni.
Quei tre Helicarrer erano la sua vita, viveva in quel bunker da anni ormai.
Ella si fece avanti, guardandolo negli occhi e per un secondo Steve ne restò folgorato.

<<Ho letto i file della riserva scientifica strategica, Capitano Rogers.>>commentò con tono più tagliente<<La più grande generazione, quella raccontata nei libri, dovrebbe essere la vostra? Puttanate. La tua generazione ha fatto cose moralmente dubbie>>

<<Sì, abbiamo raggiunto compromessi...>>

<<No. Non li avete mai raggiunti, non avete raggiunto nulla. Lo SHIELD è stato creato con un motto, così come lo stesso che ha forgiato questo paese: Non si negozia coi terroristi>>lo interruppe<<Dimmi, hai negoziato con Johann Shmidt, alias Teschio Rosso? No, avete lottato e il prezzo che avete pagato, per questo, è stato alto.>>

<<Volevamo che la gente fosse libera>>protestò, ora di certo non gli piaceva più parlare con lei.

<<Non si può essere liberi da morti.>>

<<Ma questa non è libertà, Dottoressa. È paura>>le disse<<Parliamo di fermare minacce non sicure>>

<<Lei crea e gli altri usano. Lo SHIELD prende il mondo così com'è, non come vorremmo che fosse>>commentò Fury.<<E dubito che tu potrai non rispettare il programma>>

<<Non ci scommetterei. Le persone possono scegliere di cambiare il proprio futuro, possono essere di più di quello che c'è scritto in un DNA. Possono essere innocenti>>

Rhea incrociò le braccia<<Non esistono persone del tutto innocenti>>

<<È un modo pessimista di vedere la vita>>

<<No, Capitano, è realista. Tutti siamo una minaccia per qualcosa, a volte persino per noi stessi. Io amo volare e non posso farlo se il cielo non è sicuro. >>tentò di convincerlo.<<La mia missione è di proteggere, a qualsiasi costo.>>

<<No, niente dovrebbe essere a qualsiasi costo. Il mio passato dovrebbe avervi insegnato che tentare di fermare una guerra prima che arrivi fa più vittime>>

Ella fece un passo in avanti<<Vuoi parlare di armi puntate? I terroristi uccidono, Capitano. Forse è facile fare il moralista quando ci si può proteggere con uno scudo di vibranio e un super siero nelle vene. Ma quando sei una bambina di otto anni con un fucile alle tempie dubito che tu possa aspettare che sia Captain America a salvarti>>

Rogers capì che i dettagli dati erano il risultato di un esperienza.
Rhea doveva essere stata traumatizzata da un esperienza del passato e questo l'aveva spinta ad accettare il compromesso dato dai suoi superiori.
Non era una persona cattiva o arrabbiata, notò egli, era una donna che tentava di fare del bene per far sì che nessuno potesse rivivere quello che le era accaduto.
Rhea sapeva di essersi esposta e si odiò per questo, così odiò anche l'effetto che Steve le faceva: sentiva di poter parlare con lui.
Non era un bene, i suoi segreti erano più grandi di quei tre Helicarrier.
La bella dottoressa fece un passo indietro e si ricompose, guardando altrove.
Non voleva restare, non poteva.

<<Devo andare ora.>>disse a Nick, gli prese un braccio e gli baciò una guancia<<Cerca di venire giù più spesso, ci si sente soli a governare l'Inferno>>

<<Verrò certamente>>

<<Porta almeno una bottiglia di vino, costosa, me la merito>>

Rogers osservò la dolcezza di quel contatto ma durò poco. Ella lo mirò ancora e gli parve di poter affondare in quei due occhi.

<<Dottoressa>>

<<Capitano>>

Steve guardò la giovane recarsi verso le scale, osservò più che la sua postura ma il suo atteggiamento.
Era rimasto profondamente colpito da Rhea Pierce, era una donna completamente differente da quelle incontrate, persino da Peggy Carter.
La fissò scendere nell'hanger mentre una decina di persone le correvano dietro con tablet o cartelle, chiedendo chissà cosa ma lei camminava in silenzio, bellissima e con i pugni serrati.

<<Lo so>>

Si risvegliò e guardò Nick<<Cosa?>>

<<È una donna che lascia il segno.>>

ANGOLO AUTRICE.

Eccoci nel secondo capitolo!
Spero vi sia piaciuto il primo incontro ufficiale di Rhea e Steve.
Abbiamo avuto un assaggio del caratterino di Rhea, di chi è diventata e di cosa ha creato.
È la prima volta che creo un personaggio Marvel con tale portata professionale e ne sono molto fiera.
I due si sono incontrati, si sono piaciuto e poi hanno discusso. Lo faranno spesso.
Seguitemi qui, su YouTube, Tik Tok e Instagram. (The stories of hope)
Un abbraccio, al prossimo lunedì!

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