CAPITOLO 16
CACCIA AL FANTASMA
Alcuni dicono che i sogni sono la porta per vedere i nostri più profondi e inconsci desideri, come se vedessimo un mondo dove tutto è possibile.
Dove possiamo amare, sfidare la sorte, sopravvivere a tutto.
E sembra così reale perché la nostra mente ci dà esattamente ciò che non abbiamo il coraggio di prendere ad occhi aperti.
È come stare in un universo in cui le cose sono diverse ma a volte migliori, proprio come avremmo voluto che fossero.
Forse è per questo che al risveglio ci sentiamo male, nel posto sbagliato.
Steve stava sognando per l'ennesima volta una realtà che non conosceva ma a cui si sentiva connesso, come se fosse la vita che avrebbe dovuto avere se solo le cose fossero andate diversamente.
Se solo l'avesse salvata.
Rogers camminava nell'Avengers Tower, aveva fatto avanti e indietro per mezz'ora, si era persino cambiato tre volte. Indossava un maglione blu aderente che metteva in risalto gli occhi celesti e dei jeans ben stirati. La sua meta era uno dei laboratori più grandi della struttura, nonché il preferito di Rhea Pierce.
Stava per non entrare tanto era indeciso, almeno finché non sentì una voce<<Oh ma dai, Stark!>>
Entrò d'istinto credendo che l'amico fosse lì ma vide solo una donna, con indosso una tuta grigia molto attillata, aveva una scollatura quadrata e le braccia nude.
Era scalza, ma a terra c'erano un paio di tacchi neri.
<<Che stai facendo?>>
Ella si voltò, aveva i capelli castani raccolti in un groviglio e una matita infilata dentro. Steve pensò che fosse straordinario il modo in cui fosse bella anche quando era tanto caotica.
E nessuno era più caotico di Rhea Pierce.
<<Pensavo di sprecare la mia vita, ti unisci a me?>>mormorò, sedendosi alla scrivania.
Egli si avvicinò, quel posto era immerso nei fogli, c'erano cartine e mappe ovunque.
<<Dovresti prenderti una pausa dal lavoro>>le fece notare.
Ella sorrise appena<<La sto facendo, ho stappato una bottiglia di vino invecchiata cento anni. Ehy, avete quasi la stessa età!>>
<<Cinque punti a Grifondoro>>disse un'altra voce.
Steve guardò il computer acceso, Tony era proprio lì, in un altro laboratorio mentre toccava diversi ologrammi blu<<Ciao, Tony>>
<<Ciao, Ghiacciolo!>>
Si avvicinò allo schermo<<Ma dove sei?>>
<<Otto piani sopra di voi, è la minima distanza necessaria per evitare che Rhea mi uccida>>
<<Non voglio ucciderti>>sbuffò lei versandosi da bere.<<Almeno non tutti i giorni>>
Rogers sapeva bene quanto fosse meglio non mettere i due geni in una stanza insieme, il loro sarcasmo unito mandava tutti gli Avengers al manicomio.
<<Cosa combinate esattamente?>>
<<Tony e io abbiamo fatto una scommessa. E io non perdo mai, Captain Stella>>
Stark rise<<Lo vedremo, Dory>>
Il miliardario la chiamava così, come la compagna di Nemo, che continuava a dimenticare le cose.
Rhea detestava quel soprannome ma in fondo, molto segretamente, la divertiva.
<<Smettila di chiamarmi Dory!>>
<<Quale scommessa?>>li interruppe Steve.
<<Chi progetta meglio la nuova base degli Avengers vince>>gli disse lei.<<Dopo Sokovia abbiamo bisogno di una base lontana dalla città>>
Stark ribatté<<Sì ma il vino non ti aiuterà>>
<<Posso fartelo sapere domani?>>
<<Sempre che tu non dimentichi anche questo>>
Rhea aprì la bocca, fingendo di essere scioccata ma stava già ridendo insieme a Tony<<Sai una cosa, Stark?>>
<<Cosa?>>
La donna allungò un dito e chiuse la chiamata, lasciando l'amico da solo.
Rhea sorrise e si voltò verso Steve, che si appoggiò alla scrivania osservandola con un mezzo sorriso.
<<Ora va meglio>>disse continuando a digitare<<E comunque hai bisogno di qualcosa? Perché sono un po' indaffarata>>
<<Lo sei sempre>>
<<Questo perché cerco di fare qualcosa di buono, devo riscattarmi con l'opinione pubblica. Non voglio essere solo la figlia dell'Hydra che ha creato tre heliccarrier che hanno quasi ucciso 20 milioni di persone>>
Lui inclinò la testa, tentando di studiarla<<Non è ciò che sei, tu sei un Avenger. Ti ricordo che sei stata tu a fermare Ultron facendo esplodere una città>>
<<Steve, senza offesa, ma ti sei appena sentito? Ho fatto esplodere una città!>>esclamò<< Sokovia è a pezzi e quei pezzi hanno ucciso molti innocenti>>
<<Puoi guardarmi?>>
<<Non darmi ordini>>
Cambiò tono<<Rhea>>
<<Va bene, ho capito, ti guardo!>>
Ma quando accadde, quando il loro occhi si incontrarono ella divenne seria, trattenne il respiro. Erano come due mondi in collisione, completamente diversi ma con punti estremamente identitici. Entrambi avevano amato e poi perso.
<<Il mondo stava per essere distrutto e tu hai fatto il tuo dovere. Hai fatto ciò che nessuno di noi era in grado di compiere>>
<<Sì e la gente odia me per questo. Io resterò sempre Sinner, la Peccatrice creata dall'Hydra con poteri che nessuno capisce>>sospirò.
<<Questo lavoro....cerchiamo di salvare più persone possibili, a volte non vuol dire tutti quanti. Se non troviamo un modo per convivere con questo la prossima volta forse nessuno verrà salvato.>>
<<È questo il punto, Stevie. Nessuno vuole essere salvato da me>>
Lui si allungò e spense il computer<<Perché non ti conoscono, non come me. Non puoi rimanere chiusa qui dentro per sempre>>
<<Vuoi vedere? Sono sicura di poterlo fare>>commentò sarcastica.
<<Be', io non lo permetterò, almeno non stasera.>>
<<E che cosa vorresti fare?>>
<<Stare con te>>
Ella inclinò il capo, era colpita dalla semplicità con cui egli l'aveva detto<<Stare con me?>>
<<Potremmo prendere la mia moto, fare un giro per Brooklyn>>alzò le spalle.
<<Le moto sono belle solo in vetrina. Se vuoi prendiamo un Caccia>>
Rhea amava volare, era una pilota audace e lui lo sapeva bene ma non aveva mai ben capito ci glielo avesse insegnato, di certo non l'Hydra.
E le motociclette? Le odiava. Lui a quel punto scelse di scoprire finalmente il perché<<Okay, dimmi perché, una volta per tutte>>
<<Quando avevo diciotto anni mio cugino Jason comprò una moto, lo pregai di farmi fare un giro ma andammo a sbattere. Jason si ruppe un braccio e si inclinò due costole, ma io non mi feci nulla.>>disse<<Perché io non mi faccio mai niente, gli altri sì>>
<<Non puoi sentirti in colpa solo per quello che sei>>
Indicò la bottiglia<<È a questo che serve il vino, annega ciò che sento>>
Steve si sollevò e allungò una mano, ella restò lì a fissarlo per qualche secondo.<<Andiamo, coraggio>>
<<Tu non ti arrendi mai, vero?>>
<<Ho tutto il giorno>>citò<<O la notte>>
Ella scoppiò a ridere e si alzò, finendo parecchio vicino a lui<<Vengo con te, a patto che tu non ripeta questa frase di nuovo>>
<<Non la dico tanto spesso>>
<<La dici sempre>>
Si sorrisero<<Lo prometto, Dottoressa>>
Rhea prese la sua mano, fu come se una scarica calda lo colpisse, perché improvvisamente tutto sparì.
Steve si svegliò sudato, nel proprio letto.
Il materasso era duro, come aveva chiesto per la nuova stanza nella nuova base Avengers fuori New York.
Cercò di mettere a fuoco il posto, la luce era ovunque, allora perché si sentiva avvolto dal buio?
<<Tutto bene?>>
Alla sua sinistra, davanti ad un muro c'era uno dei nuovi Avengers. <<Visione!>>
L'umanoide era lì, vestito con la sua pelle bordeaux e una gemma dorata sulla fronte. Era stato creato da Ultron, eppure era tutto il contrario, gentile, ingenuo e straordinariamente potente.
<<Non volevo spaventarti, mi dimentico sembra della porta>>
<<Sì, ho notato>>si sedette meglio.
Egli era lì e sembrava esserci da un po', in effetti era stato lui a svegliarlo chiamandolo nel sonno.
Non gli fu affatto grato<<Scusa il disturbo, Capitano. La tua energia neurale era al massimo, stavi facendo un bel sogno?>>
Abbassò lo sguardo, tentando di ricordare i dettagli di quel sogno ma ogni secondo sembrava portarsi via una parte di quel mondo in cui era stato.
Sapeva che lì Rhea non era un Avengers e forse sarebbe accaduto se l'avesse portata via da Washington, ma non l'aveva fatto.
<<Sì, lo era>>
Ma Rhea era viva, ne era completamente sicuro.
L'aveva vista a Lagos, era bionda ma era lei, ogni parte del suo corpo l'aveva riconosciuta.
<<Ieri avevi chiesto di essere avvertito se Stark fosse tornato ed è arrivato. E a quanto pare ha portato un ospite, che ci ha convocati tutti>>
<<Di chi si tratta?>>
<<Il segretario di Stato>>
Lo guardò uscire, finalmente dalla porta, ma restò interdetto.
Sapeva di chi stava parlando e sapeva di doversi muovere, perché non era un amico e nemmeno di Natasha.
Corse a cambiarsi e rinfrescarsi, tentando di dimenticare quel sogno tanto bello e di focalizzarsi sul lavoro, su cosa davvero importava perché reale.
Quando scese, in una delle tante sale conferenze, trovò quasi tutta la squadra seduta ad un tavolo. Ovvero Rhodes, Wanda, Visione, Wilson, Nat, Stark.
A mancare all'appello erano Thor, Bruce e Clint.
L'ultimo era andato in pensione mentre gli altri due erano dispersi, scomparsi dopo Sokovia.
Si sedette accanto a Romanoff, che pareva aver passato la notte in bianco e dietro di sé salutò Tony.
Falcon gli mandò un'occhiata e lui gli fece cenno di non fare nulla.
Ed eccolo lì, il Generale Ross.
Natasha, Sam e Steve avevano un bel conto in sospeso con lui.
Dopo Washington ci fu un processo, dove tentarono di accusarli per il disastro ma fu Ross a intervenire dichiarando la Dottoressa Pierce come la vera colpevole per aver costruito armi di sterminio e per aver ucciso tre figure politiche mondiali.
Lui aveva distrutto l'immagine pubblica di Rhea, rendendola la cattiva.
<<Cinque anni fa ho avuto un infarto mentre giocavo a golf. Alla fine è stato il miglior round della mia vita perché, dopo tredici ore sotto i ferri con triplo by-pass, ho scoperto qualcosa che 40 anni nell'esercito non ti insegnano. La prospettiva>>mormorò<<Il mondo è in debito con gli Avengers, un debito impagabile, avete combattuto per noi rischiando la vostra vita. Ma sebbene molti vi definiscano eroi ci sono persone che preferiscono la parola vigilanti.>>
Natasha<<Io so quale parola preferisce lei, vero, Segretario?>>
<<Pericolosi, come definireste dei soggetti residenti in America con abilità sovrumane che ignorano ripetutamente la sovranità, impongono la loro volontà a proprio piacimento e che francamente sembrano indifferenti a ciò che si lasciano alle spalle?>>
Egli si spostò e attivò lo schermo alle sue spalle, delle immagini vennero proiettate e tutti loro si irrigidirono.
New York, le persone scappavano ovunque e non solo per i chitauri ma anche alla vita di Hulk.
Sokovia, video una città in cielo, palazzi che crollavano e migliaia che gridavano in lacrime vedendo la loro casa distrutta.
Lagos, il palazzo esploso e i visi delle vittime.
Si era scoperto che la fiancata esplosa era la sede di un gruppo di wakandiani, lì per ricerche. Ed erano morti, per questo il Re del Wakanda aveva espresso un discorso molto duro contro gli Avengers.
Ross sollevò il mento<<Dimenticavo, Washington D.C.>>
Apparvero i tre helicarrier, il Soldato d'Inverno che uccideva dei piloti e che poi inseguiva una Mustang.
Infine apparve la ripresa di una telecamera all'interno dell'attico del Segretario della Difesa.
Rogers si sporse, sgranando gli occhi.
Era lei, Rhea stretta al cadavere del padre, in lacrime mentre un heliccarrier gli venivano incontro.
Natasha aveva visto quell'immagine mille volte, per convincersi che l'amica era morta ma non Steve.
Lui non ci era mai riuscito, l'idea di vederla morire era troppo dolorosa.
Sentì una fitta al cuore, ci poggiò una mano.
Ora che sapeva che era viva sentì qualcosa di diverso, sentì un diverso tipo di senso di colpa. Immaginò il dolore che ella aveva dovuto provare nel sopravvivere, trascinandosi tra le macerie perché nessuno era andato a cercarla.
L'aveva lasciata sola.
<<Okay, basta così!>>esclamò, sbattendo una mano sul tavolo.
Tutti si voltarono a guardarlo, persino Tony fu sorpreso dal gesto.
Ma non Ross, lui parve capirlo e quasi esserne soddisfatto.<<Potevi rivelare la bomba di Rumlow, ma non lo hai fatto. Tu non sei più obiettivo, Capitano e il mondo inizia a vederlo.>>
<<Ho sempre fatto il mio dovere>>
<<Un tempo forse, finché non hai collaborato col nemico>>
<<Lo SHIELD era corrotto molto prima che noi potessimo saperlo>>rispose Natasha difendendolo.<<E abbiamo collaborato per fermarlo>>
<<No, non intendevo quel nemico>>
Rhea, lei era nemico.
Steve non seppe rispondere, così come nessun altro e Ross poté andare avanti col suo discorso.
<<Negli ultimi quattro anni avete operato senza alcun controllo, questa è una posizione che i governi del mondo non posso più tollerare. Ma credo che abbiamo una soluzione, gli accordi di Sokovia>>
Sul tavolo mise un fascicolo pesante come un mattone, Wanda lo prese e sentì che quello che stava succedendo era sbagliato. Tentò di fare un cenno a Steve ma lui aveva la testa da un'altra parte, quando gli lesse la mente trovò caos, senso di colpa, rabbia, delusione.
Rhodes prese il documento<<Quali accordi?>>
<<Gli Avengers non saranno più un organizzazione privata, lavoreranno per un comitato delle Nazioni Unite, solo quando e se il comitato lo decide.>>
<<Gli Avengers sono stati creati per rendere il mondo più sicuro, e ci abbiamo provato, abbiamo pagato tutti un sacrificio>>commentò Natasha.
<<Mi dica, agente Romanoff, lei sa dov'è Banner o Thor?>>
La rossa fece un sorriso infastidito. Durante la battaglia di Sokovia era accaduto qualcosa tra lei e Bruce, si erano baciati ed ella credeva di aver trovato qualcuno che sapesse cosa significasse sentirsi un mostro. E poi lui se n'era andato, sparito su una navicella.
Era così stanca di essere abbandonata.
<<Non è rilevante>>
<<Se io avessi perso un paio di missili nucleari sarebbe rilevante eccome>>le rispose<<Voi dovete fare dei compromessi, dare rassicurazioni. Così funziona il mondo, credetemi, è un buona accomodamento>>
Rhodes annuì, sembrò l'unico davvero d'accordo<<Allora ci sono delle possibilità>>
<<Esattamente domani tutte le nazioni si incontreranno a Vienna per notificare gli accordi, discutetene>>
<<Abbiamo solo un giorno?>>chiese scioccata Wanda.
<<Tre giorni fa, appena accaduto il fatto a Lagos, sono stati scritti questi accordi. La procedura era di avvisarvi per ultimi>>mormorò lui, andando verso la porta.
Natasha non si arrese<<Se arrivassimo ad una decisione che non vi piacesse?>>
<<Allora andrete in pensione>>disse uscendo.
Restarono tutti in silenzio, per diversi minuti finché non si trasferirono in salotto. Steve aveva tanti problemi a cui pensare e concentrarsi sul trattato, che aveva in mano, era sempre più difficile.
Finì per leggere la stessa frase 20 volte, cercando di reprimere il desiderio di fare a brandelli ogni pagina. Pensò al sogno fatto, avrebbe dato qualsiasi cosa per tornarci perché quello che stava vivendo era un incubo.
Sam e Rhodes iniziarono a discutere vivacemente, i soli in silenzio erano Tony e Rogers.
<<Ross ha una medaglia d'onore dal congresso, una in più delle tue>>
Wilson incrociò le braccia al petto<<L'unica medaglia che ha in più delle mie è quella di essere il peggior stronzo della Terra! Non hai idea delle mostruosità che ha detto dopo Washington, è stato il primo a definirci comuni criminali, ci ha umiliati>>
<<Non si tratta solo di lui, 117 paesi vogliono firmare e tu insisti con "Calma, ragazzi">>
<<Parli tu? Continui a stare con i piedi in due staffe!>>
Visione decise di interromperli prima che i due iniziassero a urlare come folli<<Io ho un equazione>>
<<Oh, finalmente, adesso sì che si fa giorno>>sospirò Sam.
Tutti si voltarono verso l'umanoide<<In questi otto anni, da quando il Signor Stark si è dichiarato come Iron-man, il numero di persone con abilità sovrumane è cresciuto a livello esponenziale. E nello stesso periodo il numero di eventi apocalittici è cresciuto con un tasso commisurato>>
<<Vuoi dire che è colpa nostra?>>domandò Steve.
<<Potrebbe esserci un rapporto causa effetto. La nostra forza può attrarre minacce, le minacce provocano conflitti, i conflitti generano catastrofi. Una sorveglianza è un'idea che non possiamo non considerare>>
Rhodes applaudì<<Boom>>
Natasha guardò Stark, mezzo stravaccato sul divano con una mano sulla fronte<<Tony, sei curiosamente silenzioso e poco logorroico>>
<<Perché ha già deciso come fare>>sibilò Rogers.
<<Oh, mi conosci bene. In realtà lotto contro un'emicrania elettromagnetica. Capito, Capitano? Sono dolorante, sofferente.>>si alzò andando in cucina, poi toccò il proprio telefono. Un ologramma si mostrò con la foto di un giovane afroamericano<<Oh! Lui è Charles Spencer>
<<La mia ricerca visiva dice che è deceduto>>commentò Visione.
<<Sì. Era un giovane in gamba, laureato in ingegneria informatica, media voti altissima, fresco di assunzione. Voleva fare qualcosa di grande in autunno ma la sua anima aveva bisogno di esperienza prima di parcheggiarsi dietro una scrivania. Voleva vedere il mondo, di sentirsi utile. Charlie non voleva andare a Las Vegas, a differenza di me, né a Parigi o Amsterdam, molto divertenti! Ha voluto passare la sua estate a costruire case sostenibili per poveri, dove?! In Sokovia!>>alzò la voce. Wanda chiuse gli occhi<<Lui voleva fare la sofferenza, chi lo sa? Gli è caduto un palazzo addosso mentre noi giocavamo ai salvatori!>>
<<Abbiamo fatto del nostro meglio, Tony>>sussurrò Nat.<<Molti hanno perso la vita affinché altri si salvassero>>
<<Lo so ed è per questo che non c'è nessuna decisione da prendere>>commentò <<Dobbiamo essere messi in riga, in qualunque modo, io ci sto. Se non ci mettono un freno non abbiamo confini e non siamo migliori dei cattivi>>
Steve sospirò con fare passivo<<Le persone che ci chiedono questo hanno degli obiettivi e gli obiettivi cambiano. Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità per le nostre azioni, questo documento sposta solo la colpa. Firmare significa rinunciare alla possibilità di decidere>>
<<Boom!>>esclamò Sam, come frecciatina a Rhodes.
<<Se ci volessero mandare in un posto in cui non vogliamo andare? Se noi volessimo andare in un luogo e ce lo proibissero?>>domandò ancora<<Forse non siamo perfetti ma le mani più sicure rimangono le nostre.>>
Stark non era convinto<<I patti sono inevitabili, si ripresenteranno e in modo peggiore>>
<<Verranno a prendermi?>>chiese Wanda ad un tratto.
<<Ti proteggeremo>>disse Visione, senza alcuna innocenza.
<<Cosa cambierebbe? Rhea Pierce è stata bollata come criminale per i suoi poteri anche dopo essere morta, perché tutti ne erano terrorizzati e anch'io ho delle capacità simili. La gente finirà per odiarmi>>
Sentire il suo nome ad alta voce fu un'altra pugnalata, almeno Ross non l'aveva inteso senza pronunciarlo. Quando egli aveva conosciuto Wanda aveva immediatamente pensato a Rhea, chiedendosi se insieme non si sarebbero aiutate a controllarsi. Sarebbero state buone amiche.
<<Odierà tutti noi>>aggiunse Nat<<Forse Tony non ha tutti i torti. Se abbiamo le mani sul volante possiamo ancora sterzare>>
Steve guardò l'amica come se fosse stordito e Sam fece lo stesso, ma reagì<<Scherzi? Tu non sei quella che ha mandato al paese il Governo?!>>
<<Cerco di valutare. Il giorno della caduta dello SHIELD abbiamo diffuso tutto quello che c'era sulla chiavetta, tutti i nostri errori sono di dominio pubblico. Le persone sanno ciò che abbiamo fatto, che io ho fatto e dobbiamo riguadagnare la loro fiducia>>
Steve tornò al suo sogno, Rhea diceva la stessa cosa, temeva che la gente si sarebbe rivolta contro di loro.
Ma quel pensiero durò poco perché Tony si voltò di scatto<<Aspetta, ho sentito male o mi hai appena dato ragione?>>
<<Oh, posso ritrattare>>
<<No, no, impossibile!>>
Rogers aveva lottato per la libertà ma era anche stato sempre un soldato, prendere ordini era diventata un abitudine, allora perché non cedeva ai patti? Perché gli difficile pensare di tornare a lavorare come parte d'istituzione?
Chiuse gli occhi, per Rhea.
Lei aveva cambiato tutto, così come il ritorno di Bucky. Loro due erano vivi, dispersi nel mondo, da soli.
Ed erano visti come nemici dallo Stato, traditori.
Wilson scosse la testa<<Non ci stanno chiedendo di firmare, ce lo impongono. Questa non è libertà, né gratitudine>>
<<No, questo è pericolosamente arrogante>>disse War Machine<<Voi siete stati arroganti a Washington, anche se non volete parlarne. E tu, Steve, parli di responsabilità ma continui ad inseguire fantasmi>>
Riaprì gli occhi<<Non provocarmi, Rhodes, nemmeno io sono dell'umore.>>
<<Barnes non è un fantasma, ci siamo vicini>>commentò Sam fiducioso.
<<Intendeva un vero fantasma>>si intromise Tony, sedendosi di nuovo<<Vero, Cap?>>
Steve alzò lo sguardo sull'amico e lo fulminò come solo Thor avrebbe potuto fare col suo martello<<Non parlare di lei così>>
<<Posso farlo. L'ho conosciuta e ammiravo il suo genio. Era brillante, di una bellezza disarmante!>>continuò con fare sarcastico<<Ma quella era una sola parte di lei. E quella parte ci ha portato proprio qui>>
<<Mi sono persa>>commentò Wanda.
Visione annuì<<Parlano della Dottoressa Rhea Olivia Pierce, l'arma di distruzione creata dall'Hydra chiamata Sinner.>>
<<Non era un'arma di distruzione>>ribatté Sam.
La giovane sospirò<<Ross parlava di lei prima, quando ha inteso che sei compromesso>>
<<Non lo sono>>si giustificò Rogers<<E quando l'ho conosciuta non era Sinner.>>
Natasha sorrise appena<<Era l'ingegnere Capo del progetto più grande dello SHIELD a soli 28 anni. Lei ha salvato tutti i dati che hanno portato alla distruzione dell'Hydra>>
<<Era una tosta e aveva buone intenzioni>>commentò Sam, con un altro sorriso amaro.
Wilson e Romanoff ne parlavano al passato perché da Lagos, quando Steve aveva dichiarato di averla vista, non avevano trovato prove della sua sopravvivenza.
Non ci credevano più e non volevano illudersi.
Ma non Rogers, il suo cuore sapeva la verità.
Rhodes scosse il capo<<Le buone intenzioni non hanno importanza dato i risultati>>
Natasha sollevò un sopracciglio<<Certo che ha importanza! Rhea non era la cattiva, non aveva idea di cosa facesse per l'Hydra. Non si è arruolata, senza offesa Wanda>>
<<No, lo capisco.>>sussurrò a disagio.
<<Rhea aveva dei difetti ma non era un'ipocrita fingendo di non averne! Non si è mai arresa e ha lottato per quello in cui credeva e amava. Si è sacrificata per 20 milioni di persone>>
<<Ma è stata lei a metterle in pericolo>>ribatté Rhodes.
<<Non è andata così!>>esclamò Steve, non l'avevano mai visto perdere la calma due volte di seguito.<<E lei...lei non è un fantasma.>>
Rogers si alzò lasciando il fascicolo sul tavolo, lo guardarono andare verso le scale con le mani in tasca, la testa bassa. Tony capì che il suo amico aveva superato il limite e per questo gli fece una smorfia, che Rhodes ignorò. Romanoff non ci pensò due volte, si sollevò e gli corse dietro, cosa che anche Sam avrebbe voluto fare.
Natasha lo trovò in fondo ai gradini, guardava fuori dalla vetrata. <<Ehy, da quando scappi da uno scontro?>>
<<Quello non era uno scontro, ma un esecuzione>>spiegò<<Tutti loro sono pronti ad arrendersi, persino tu. Ma non possiamo farlo proprio ora, devo trovarli>>
Ella si mise al suo fianco<<Steve, ne abbiamo già parlato. Rhea è morta>>
<<Quanto ne sei sicura?>>
<<Hai visto il video>>
Sospirò<<Sì, ho visto solo quello che ci si aspetta di vedere>>
Nat sapeva che non era da lui tutta quell'agitazione, era arrabbiato e non sapeva nemmeno più a chi dare colpa.
Non si trattava solo di Rhea e Bucky.
<<C'è qualcos'altro che non va, ti conosco>>
Si girò a guardarla<<Peggy, lei è...lei...>>
<<Oh mio Dio, Steve, mi dispiace>>
Lui prese un bel respiro e annuì<<Uscito dal ghiaccio credevo che tutti quelli che conoscevo fossero morti. Poi ho scoperto che lei era viva, l'avevo ritrovata e invece domani ci saranno i funerali a Londra.>>
<<Ma domani dobbiamo essere a Vienna>>
Si staccò dalla ringhiera<<Non verrò.>>
<<Capisco che dopo questa perdita tu abbia bisogno di speranza e capisco che tu voglia che Rhea che sia viva. È normale>>
<<No, non lo è. Peggy è morta e io stanotte...>>si fermò.
<<Cos'è successo?>>
<<Non faccio che sognare Rhea.>>Ammise<<Peggy è morta e io non faccio che pensare a Rhea>>
Natasha sapeva che Peggy era la prima donna che Steve avesse mai amato, lui gli aveva raccontato ogni cosa ma aveva sempre creduto che fosse un amore mai vissuto.
Non avevano avuto una relazione duratura, seria, piena di momenti a cui aggrapparsi e per cui sentirsi in colpa.
Non come Rhea e Dean.
Era stato solo un addestramento, delle missioni e poi un bacio.
Ella non gli avrebbe mai detto questo, sapeva che si sarebbe infuriato ma visto dall'esterno non credeva che Carter fosse davvero la persona giusta per Steve.
Non lo era mai stata.
<<Sono solo sogni, non stai tradendo ciò che provavi per Peggy>>
<<No, non è così. Ross ha ragione, non sono più obiettivo da quando Rhea è entrata nella mia vita>>spiegò<<Nei miei sogni sembra tutto reale, come in un altro mondo ma quando mi sveglio mi sembra di vivere in un incubo>>
<<Possiamo affrontarlo insieme>>
<<No, perché firmerai e non potrò unirmi a questo>>
Ella ne fu amareggiata<<Soltanto perché è la scelta più facile da prendere non significa che sia quella sbagliata. Stare insieme è più importante di come stiamo insieme>>
<<Mi dispiace, Nat. Non posso più sacrificare altro>>
<<Lo so>>disse un tratto.
<<E allora perché mi hai seguito?>>
Lei sorrise dolcemente<<Non volevo che stessi solo>>
IL GIORNO DOPO
Sam non smetteva di parlare, e Steve ne era sollevato. Aveva bisogno di caos, perché nel silenzio avrebbe iniziato a pensare e non sapeva dove sarebbe finito.
Il funerale fu deprimente, portò la cassa ma fu anche una sorpresa perché scoprì che la sue ex vicina di casa Sharon era una Carter. Nonché nipote di Peggy.
Ella sembrò incuriosita dal vederlo, quando avrebbe dovuto essere a Vienna.
E forse la sua mente era lì da un pezzo, si sentiva un po' tradito dal fatto che la metà dei suoi amici avesse deciso di arrendersi.
Ma non Sam, che continuava a criticare Rhodes guardando il telegiornale.
Videro persino Natasha accomodarsi dopo aver parlato con il principe del Wakanda, anche se Steve non prestò molta attenzione ai dettagli della diretta televisiva.
Gli intervistatori continuavano a blaterare su come pesasse la mancanza di Captain America, ricordando che aveva distrutto lo SHIELD e necessitava di ricostruire la sua immagine.
Ma chiedere scusa era diventata un abitudine umiliante.
<<Ma che diavolo?!>>
Rogers alzò lo sguardo di scatto quando sentì Wilson gridare e ne capì il motivo.
Sullo schermo apparvero immagini aeree di un enorme esplosione, il boato interruppe ogni altro tipo di collegamento televisivo dall'interno.
Captain America prese il telefono e iniziò a chiamare Natasha, ma non ricevette risposta.
<<Mio Dio>>sussurrò Rogers.
Wilson sussultò<<Il Re del Wakanda è morto, con lui altri sette. Ci sono 70 feriti>>
<<Dobbiamo andare, raggiungiamo Nat.>>
Stavano per farlo, iniziarono a preparare tutto nella loro stanza quando qualcuno bussò alla porta.
Era passa solo mezz'ora dell'esplosione e Wilson andò ad aprire di fretta.
<<Agente Carter>>
Steve pensò a Peggy e corse a vedere, ma non trovò la sua ex. Trovò la spia bionda, che entrò nella camera fino al salottino.
<<Sharon, che ci fai qui?>>
<<Sono stata incaricata del caso, andrò a Berlino per la Task Force e dovete sapere che hanno identificato l'attentatore>>
<<Chi è stato?>>
Ella prese il tuo cellulare e riuscì a connetterlo al televisore<<Dovete vedere questo>>
Steve e Sam si guardarono per un secondo, un po' smarriti, prima che la tv mandasse in onda una notizia dell'ultima minuto.
Fu il secondo a mettere una mano sulla fronte, restando sconvolto di fronte alla verità.
<<Non può essere>>
La foto del sospettato era di una donna e sotto apparve il suo nome, tutto il mondo lo vide.
Era lei, in un parcheggio.
Steve smise di respirare di fronte a quella prova.
<<Rhea>>
ANGOLO AUTRICE
Ed eccoci qui, anche oggi abbiamo qualche colpo di scena.
Mi piaceva l'idea di iniziare ad inserire i sogni multidimensionali, avrà tutto presto un senso. A quanto pare qualcosa è cambiato, come il fatto che è Rhea che viene accusata.
Spero che vi stia piacendo la storia!
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Un abbraccio!
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