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26. Sei come me

#CrystalWatson

Era stato troppo, già solo pronunciare quelle parole mi aveva ferita, era come se per la prima volta accettassi la probabilità della sua morte. 
Del mio Olvier.
Uscì correndo dai S.T.A.R. Labs e sentì Barry urlare il mio nome ma non mi fermai finché sentì l'aria fredda investirmi.
Sapevo che alla fine avrebbero deciso di cercarmi ma io non avevo voglia di vederli, e di parlare di quello che sentivo o vedevo.
Decisi di andare in centro verso mezzogiorno, avevo fame così andai a mangiare un panino al Mac, avevo bisogno di stare da sola in quel momento. Di pensare, almeno finché non mi avrebbero trovata scegliendo di usarmi per degli esami... Volevo sentirmi capita e non in quel modo.
Sembrava che a tutti interessasse Olvier, e lo capivo, ma io?
Verso le due tornai davanti alla discoteca dove avevo conosciuto Luke, ripensai alla sera dell'acceleratore di particelle, era sempre stato un posto che già da fuori ti invitava ad entrare, facciata nera a specchio, luci che ti inseguivano, musica che si sentiva già dalla porta...
Stava per piovere e io alzai la testa al cielo, era scuro ormai per via delle nuvole piene di pioggia.
E in pochi instanti ero già fradicia mentre gli altri correvano per ripararsi, non mi spostai di un centimetro sentendo i capelli bagnati attaccati al mio viso, era una bella sensazione e da una parte non mi sentiva l'unica a piangere, il cielo lo stava facendo insieme a me.
Le gocce rumorose cadevano sull'asfalto su cui ero passata mille volte, ero lì sola in quel momento di certezze e di dubbi. Niente aveva il potere di farmi male.

All'improvviso sentì un rumore dietro di me, in un vicolo coperto, qualcosa mi spinse lì... Ne ero attratta.
I miei occhi si illuminarono di un bianco acceso, quando arrivai sulla soglia vidi un ragazzo moro bagnato che agitava le mani su un muro di mattoni, esso prendeva fuoco.
La luce si spense dentro di me, ma sentivo le gambe che si muovevano verso di lui, lo avevo già visto, ma non sapevo dove.
Il ragazzo si girò, vidi una scintilla simile alla mia nei suoi occhi, mi studiò e fece una smorfia contenta spegnendo i suoi poteri.

<<Crystal Watson?>>fu la  sua voce maschile a svelarmi un nuovo indizio sulla sua identità <<Mi chiamo Ben Walker, non ti ricordi di me?>>

<<Ben.. Ben Walker!>>esclamai <<Sei il ragazzo che voleva lavorare per Thomas solo se anch'io partecipavo allo spettacolo>>

<<Già. Ne è passato di tempo, alla fine tu sei scomparsa e io non ho avuto quel lavoro, non ancora almeno>>

<<Mi dispiace, dopo l'accensione sono cambiate...>>

<<Tante cose>>fini la frase per me<<mi hai visto, vero?>>

<<Non sei un meta-umano>>dissi.

<<Neanche tu, cosa siamo quindi?>>

<<Non c'è un nome per definirci. Almeno così credo, ma pensavo di essere l'unica.>>

<<Anch'io, hai voglia di un caffè?>>io annui e lui mi si avvicinò mostrando i suoi denti bianchi<<Abito in un loft qui dietro, se vuoi posso preparare qualcosa, siamo fradici!>>

<<Non lo so, Ben>>

<<Ti prego, dai! Non ho mai conosciuto parlato con qualcuno che ora sa come ci si sente a essere me, e poi ci conosciamo già>>

<<Ben>>sorrisi goffamente

<<Sei come me>>

<<Okay, vengo!>>mi arresi comunque, non sapevo che ci fossero altri identici a me in vita. Anam si sbagliava.

Mi sorrise di nuovo, prese l'ombrello rosso, mi tenne vicino a lui e corremmo fuori dal vicolo, ci vollero due minuti per arrivare, gli chiesi perché non avevamo usato i poteri ma mi aveva risposto che la forza che abbiamo è rintracciabile sul territorio, e poi non era così lontano.
Appena entrammo trovai delle pareti piene di foglie, reti di metallo, piante finte, e una scala di legno su cui ci era seduto un ragazzo biondo con gli occhi azzurri. Una casa d'arte.

<<Hei Kevin!>>esclamò Ben ridendo, l'amico lo salutò e poi mi fissò sorridendo timidamente. <<Lei è Crystal>>

<<Piacere>>rispose stringendomi la mano <<stavo aspettando Ben per fargli compagnia ma vedo che ha già qualcuno>>

<<Oh, no. Tranquillo, stavamo solo salendo per bere un caffè e conoscerci meglio>>

<<Lui lo sa>>intervenne Ben<<è il mio migliore amico, come potevo non dirgli dei miei poteri?>>

<<Già, allora visto che sei qui perché non ti unisci a noi?>>

<<Io sono umano, ma tu no, non è vero?>>disse mentre salivano le scale<<O magari mi sbaglio>>

<<A dire il vero io sono come Ben, so padroneggiare qualsiasi cosa>>

<<Pensavo che lui fosse l'unico!>>

<<Come l'hai capito?>>domandai.

<<Dai tuoi occhi, solo Ben ha quella strana luce dentro ma la tua sembra più intensa>>

<<Hai qualche pensiero che ti assilla da domandarmi? Sui i miei poteri intendo>>

<<Ehm..è difficile controllarli?>>

<<Non ne hai idea>>

Quando aprì il portone di legno scuro, rimasi a bocca aperta. Il pavimento di parquet era lucido, i mobili avevano tutti qualcosa di stravagante e di originale, ad esempio c'era un comò rosso, con sorta di accessori blu, con scritto "Regina cattiva". Poi erano presenti tre divani di pelle, ogni muro era diverso, su uno c'era un bellissimo disegno di Ben, uno era bianco, e uno con Kevin. Perfino gli attaccapanni erano colorati e a forma di persone.  La cucina era bianca con degli schizzi colorati dappertutto, le luci erano tutte diverse, e poi c'erano due stanze, divise solo da muri di bancali bianchi, davanti a essi c'era un pezzo vuoto, a parte degli stereo verniciati enormi con un televisore.

<<Wow, è stupendo!>>

<<Si, beh... Ci abbiamo messo un anno per farla, abbiamo comprato cose già usate come i bancali, poi la vernice... E io ho colorato i muri>>disse Kevin. <<Dobbiamo solo finire uno spazio, ma non sappiamo cosa metterci>>

<<Sei un artista>>notai sorridendo.

<<Crystal, il tuo caffè è pronto!>>fu Ben a chiamarmi mentre Kevin prendeva la mia borsa appoggiandola sul divano, non mi ero resa conto che stava usando la macchinetta Nespresso.  Era buonissimo.

<<Allora, chi altro sa dei tuoi poteri?>>chiesi<<È un bel segreto da mantenere>>

<<Nessuno, tu l'hai detto a qualcuno dall'esplosione?>>

Ci pensai, ma potevo fidarmi, anche perché vidi che con un gesto della mano si materializzò in camera sua e in un secondo era di nuovo davanti a me con un pettine.

<<Si, l'ho detto a un po di persone>>

<<E allora perché ti ho trovata sola?>>domandò <<Tu mi sembri la ragazza che tutti vorrebbero>>

<<No, non è così. Certo tutti mi stanno cercando per usarmi come mezzo. Posso fidarmi, giusto?>>

<<Certo, siamo simili, e poi a chi vuoi che vada a dire qualcosa?!>>

Aveva ragione e così mi sedetti per dirgli la verità, cioè che ero stata in coma e che avevo conosciuto Flash, non avrei detto il suo nome e neanche quello di Arrow, ma naturalmente aspettavo solo che accendesse io riscaldamento, che fece subito.
All'improvviso mi squillò il telefono come aveva fatto 324 volte prima, era Felicity.

<<Non rispondi?>>domandò<<meglio farlo, fidati>>e io annuí

<<Crystal!>>esclamò lei, sentivo di essere in vivavoce, sentivo gli altri sussurrare qualcosa <<ascoltami, perché non torni qui? So che sei stanca ma ci aiuteresti a trovare Oliver..>>

Sentì una voce, era Cisco, aveva detto qualcosa del tipo "Parla ancora dobbiamo rintracciarla"

<<Lui è morto>>dissi girandomi e chiusi la telefonata .

<<Forse non dovevi rispondere>>disse dopo

<<Già, mi dispiace Ben>>

<<Mi vuoi dire chi era?>>io annuí mentre Kevin  si avvicinava a bere

<<Vi dirò tutto, ma voi dovrete fare la stessa cosa se vogliamo essere uniti>>mi sorrisero e ci sedemmo sul divano mentre il ragazzo moro mi copriva con una coperta di lana viola.

Gli raccontai di tutto, della discoteca,  del coma, di aver svegliato Flash, di essere diventati molto amici, dei laboratori S.T.A.R, dell'essere trascurata, di come conobbi Arrow.. Ben sembrava nervoso quando gli dissi che ci innamorammo, poi entrambi rimasero a bocca aperta quando gli raccontai di cosa vidi sulla montagna, la morte del mio ragazzo, delle urla, delle ferite...

<<Aspetta un attimo, tu quando ti ferisci da sola non guarisci subito?>>

Mostrai le mani, sapevo perché mi usciva sangue quando ero davanti agli altri, ero talmente agitata che le mie unghie si erano conficcate con profondità nella pelle, Ben se ne occupò subito, c'era qualcosa in lui che lo rendeva diverso da chiunque.

<<Succede anche a me, ma ci mette più del normale a guarire>>

<<Sei sicura che Arrow sia morto?>>

<<No, ma ho visto quello che è successo, chi riuscirebbe a sopravvivere?>>nessuno dei due rispose<<E ora mi stanno cercando, hanno paura che io possa farmi della male, ma perlopiù vogliono scoprire di più su di lui>>

<<E tu non vuoi?>>

<<Certo, ma non sono brava a risolvere le cose... Cambiamo argomento, ti va se usciamo noi tre?>>sorrisero e annuirono<<ha smesso di piovere>>

Andai in bagno, mi cambiai con i vestiti nella borsa, optai per dei jeans blu strappati, delle adidas, e una maglia viola con sopra la mia giacca di pelle che non mettevo da così tanto tempo. Mi sembrava di essere tornata una normalissima persona.
Mi pettinai e uscì seguita da loro, non avevano idea di dove li portassi, durante il breve tragitto mi raccontarono la loro vita che non era stata una passeggiata. La madre di Kevin era appena morta, e Ben era orfano ma era stato adottato dal suo amico, erano come fratelli. Il biondino aveva vinto per anni delle corse per pagare le spese della casa, mentre l'altro aveva lavorato in discoteca, in negozi vari, ma lui aveva sempre voluto lavorare a Wonderland, come tutti i ragazzi che volevano essere qualcuno nello spettacolo. Ed era per quello che li portai lì, Thomas mi voleva con sé da anni per via dalla mia voce, e sapevo anche ballare.

<<Cristallo?!>>gridò l'uomo che mi aveva trattato come una figlia.

Era sempre lo stesso, barba corta, capelli scuri ricciolini, occhi marroni, voce dolce, in giacca e cravatta per i provini, e quelle mani morbide con il suo profumo di cioccolato, su quella sedia vecchia su cui dondolavano.

<<Crystal! Non Cristallo!>>

<<No, tu sei un bellissimo cristallo! Mi sei mancata! Ho iniziato a pensare che fossi morta, ma sei sempre qui bellissima!>>mi prese per mano ignorando i miei due nuovi amici e corse a prendere un foglio<<È un nuvo spettacolo! Saresti perfetta per fare la protagonista!>>

<<A una condizione!>>gli sorrisi e lui incrociò le braccia toccandosi il mento <<loro due devo avere un lavoro qui, e non una cagata.>>

Li fissò mentre loro si avvicinavano silenziosi ma speranzosi, chiese a Ben cosa sapeva fare, lui rispose ballare, cantare e recitare. Kevin disse di essere un artista, poteva allestire le scene. Si girò verso di me sorridendo e toccandomi i capelli.

<<Va bene, visto che sei tu! Il ragazzo castano farà al parte del principe che diventerà re, il biondino sarà il capo scenografo. E tu, Cristallo, sarai la protagonista.Non è facile, i tuoi capelli diventeranno viola, e userai il tuo talento per rendere questa città luminosa come era un tempo!>>

<<Nono, io non me li tingo i capelli di viola, ricordi? Basso profilo!>>

<<E chi ha detto che devi tingerli? Io parlavo di una parrucca>>

<<Non è brutta idea>>intervení Kevin arrossendo<<il viola ti dona>>

Ben era rimasto zitto, mi fissava in modo strano, ticchettava in continuazione le dita sull'altra mano, e quando notò che lo osservavo fece un sorriso imbarazzato.
C'era qualcosa che non andava.
Mi avvicinai e lui uscì correndo.
Non aspettai che gli altri due rimasero fermi a dire qualcosa, almeno finché Kevin non mi prese per il polso.

<<Non essere troppo dura con lui, non ci succedono mai cose belle>>

To be continued...

Ciaoo..
Il nuovo punto di vista che leggerete sarà quello di Ben.
Mi piace molto come personaggio, sa essere buono e dolce quando paranoico e arrogante. Kevin invece sarà solo un personaggio come gli altri, ci ho messo un bel po per scrivere questo capitolo perché non sapevo esattamente quale versione mettere... Ne avevo talmente tante. Alla fine ho optato per questa.
Commentate per dirmi se vi piace, e lasciate una stellina se volete!
Un bacione
La vostra autrice💕

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