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23. Devi solo avere speranza

#BarryAllen

Non avevo mai visto nessuno nelle condizioni in cui era Crysty, neanche nei miei incubi peggiori o in qualche film. Eppure avevo una sensazione strana, come se un giorno avrei visto di peggio.
Vedere un essere umano comparire dal nulla accovacciato a terra, con le mani sporche di sangue, gli occhi più rossi che altro e pieni di lacrime, le guance sporche, le labbra che tremavano insieme al corpo esausto, ferita all'addome, e la voce troppo piena di dolore mentre gridava, ecco cosa faceva quella fottuta conseguenza della morte.
Ti imprigionava in una gabbia e appena  facevi qualcosa ti colpiva.
E la cosa peggiore era che la persona in quello stato era la mia Crysty, e la persone che poteva non esserci più era Olvier.
Si sentiva così sola nonostante fosse costantemente accerchiata da persone, come si poteva vivere in quel modo? Come si poteva vedere l'omicidio della persona che ami? E io lo sapevi bene dopo mia madre.
In che mondo vivevamo? Costruito su bugie, su ossa, su armi di tutti i tipi, dalle pistole e a una vita malata, da mostri ed eroi fatti di puzzle dispersi nei ricordi.
Andai ad abbracciarla ma il telefono dei Laboratorio squillò.
Tutti rimasero zitti, io mi avvicinavo a lei che tremava, e Cait rispose.

<<S.T.A.R.  Labs>>rispose<<Vuoi parlare con Barry? Okay>>

Mi passò il telefono, e l'altra mano l'appoggiai sul suo viso, i polpastrelli rimasero colorati ma continuai a guardarla.

<<Barry!>>esclamò Felicity dal telefono con una strana voce<<Percaso c'è lí con te Crystal?>>

<<Si, è davanti a me>>

<<Menomale! Volevamo chiamare prima ma c'è stato un blackout per circa un minuto ed eravamo tutti sconvolti.>>

<<Anche da noi c'è stato prima che arrivasse...>> feci qualche calcolo e mi sentì uno stupido <<È stata lei>>

<<Già, a distrutto tutto qui sotto. Io, Roy, e John partiamo tra cinque minuti...>>

Gli occhi di Crystal erano così stanchi, mi ci persi, non vedevo più quella piccola cosa che rendeva il suo viso luminoso ma percepivo come un abisso infinito di vuoto.

<<Non potreste venire domani? Ha bisogno di riposare molto più di tutti noi, è arrivata qui ferita ed esausta.>>

<<Ferita?!>>esclamò, sentì le urla degli altri due uomini imprecare per sapere cosa fosse successo <<Come?>>

<<Non lo sappiamo ancora. Domani vedremo>>

<<Va bene. Partiamo presto con il treno, magari potrebbe venire a prenderci Cisco con il suo meraviglioso furgoncino?>>chiese sentendo dopo la risposta positiva<<Chiamiamo noi. A domani ragazzi>>

La salutai, chiusi il telefono mettendolo sulla scrivania, presi le sue mani e le scivolò una lacrima.

<<Andiamo a casa>>dissi mentre lei annuiva <<Joe sarà felice di ospitarti>>

<<Non ho niente con me>>

<<Credo che non sia per niente opportuno chiederti di tornare a casa tua per prendere delle cose>>intervení il Dr. Wells con un tono diverso dal solito

<<Non voglio tornare lì... Non posso>>

<<Tranquilla, Iris è andata a vivere con Eddie e ci ha lasciato un bel po
di vestiti da buttare, sono sicurissimo che ti entreranno essendo più minuta di lei>>

<<Va bene>>

Cait e Cisco l'abbracciarono, le dissero di riposare che si sarebbero visti solo la mattina dopo. Wells la guardò e pronunciò solo tre parole, "Mi dispiace tanto".
La presi in braccio stringendola come facevo un tempo e corsi.
La guardiai, non guardava dove andavamo ma fissava le sue mani.
Appena arrivammo trovai Joe sul divano che parlava com Iris, per fortuna lei era in cucina ed era impossibile che la vedesse. Lui rimase immobile a guardarci.

<<Tesoro, ora vado a dormire perché sono stanco, perché non torni da Eddie?>>

<<Sei diventato vecchio! Vai a letto alle 23?! Forse hai ragione, dovrei tornare a casa...mi devo ancora abituare a dirlo>>

Presi per la manica Crystal che era arrossita al suono della sua voce, la portai dietro le scale vedendo Iris mettersi la giacca e salutare suo padre.

<<Barry?Crystal?>>ci chiamò e noi andammo da lui.

Ci disse di sederci sul divano e noi ubbidimmo, lei non osava parlare mentre lui le porgeva una tazza di cioccolata calda. Le misi una coperta sulle spalle e la fissai.

<<Cosa ti è successo?>>sussurrò tristemente

<<Forse non ha voglia di parlarne>>intervenni per lei

Joe mi ignorò e fissò le sue mani, le tolse velocemente la tazza fra le grinfie e le fissò.
Corse in cucina a prendere del ghiaccio e tornò chiedendole di muoverle lentamente.

<<Non ti facevano male?>>lei fece di no con la testa<<Lo shock non ti ha fatto sentire niente>>

<<Qualcosa però mi ha fatto sentire>>sussurrò

<<Barry vai a prendere della garza, dei punti, e il pacco struccante di Iris>>

Sembrava confusa come se pensasse di essere in pubblico e non potesse urlare. Era una sensazione orribile. Me la immaginai tra la gente, doveva essere spaventata.

Corsi e pochi secondi fui lì.
Joe si piegò davanti a lei, le prese le mani mettendoci del ghiaccio, e avvolgendole infine con della garza.
Le disse di struccarsi, usò quattro salviettine per togliere il sangue secco, lo sporco e il trucco, sembrava ancora più vuota senza niente a mascherare quella espressione.
Mise due punti sopra il sopracciglio sinistro e andò di sopra a prendere dei vestiti di Iris.
Scese con una canottiera nera, dei leggins dello stesso colore e delle pantofole.

<<Ti saranno grandi, ma questi sono per dormire. Vai pure a darti una rinfrescata, io preparò qualcosa da farvi mangiare.>>

<<Grazie mille Joe>>

<<Sei una di famiglia.>>rispose lui sorridendole.

Si avviò verso il bagno, e chiuse la porta dietro di sé senza guardare dove andasse.

<<Ragazzo mio, promettimi una cosa.>>io annuí togliendomi la maglia e mettendo quella del bucato vicino alla porta <<Non devi mai lasciarla sola, quando perdi qualcuno...>>

<<Come fai a saperlo?>>

<<L'ho letto dai suoi occhi, non ho mai visto niente della genere, una persone distrutta in quel modo è orribile. Stanotte dormite insieme nella tua camera, si sentirà più al sicuro. Mentre mangiamo parliamo di altro per non farle pesare la situazione, e abbracciala dopo gli incubi. Saranno a dir poco terribili>>

<<Certo, domani mattina ci raggiungeranno Felicity e gli altri... Verrai anche tu?>>

<<Ovviamente. Loro non lo sanno ancora?>>

<<Sono confusi, come tutti d'altronde. Crysty non è sicura che sia morto. L'ha visto ma c'è a qualcosa a farla dubitare..>>

<<Non lo so. Solo qualcuno che ha un motivo superiore all'inferno e a Dio può tornare in vita. E fin'ora non è mai successo>>

<<Io potevo morire>>dissi

<<Sei stato colpito da un fulmine e da un materia oscura che ti ha dato dei poteri, e quella ragazza meravigiosa ti ha fatto tornare da noi>>

<<Già>>

<<Povera ragazza, vedere il ragazzo con cui stai morire fa male, deve essere qualcosa che ti cambia profondamente>>

Mi girai e scoprì che Crystal stava uscendo dal bagno, l'avevo già vista con le gambe seminude ma mi dava sempre un certo effetto.
Si avvicinò con lo sguardo basso e si sedette a tavola.
Joe aveva scaldato dei Pancake che aveva fatto la stessa mattina, e mentre si univa a noi sorseggiava la bevanda calda. Ci fissammo silenziosi finché lui non parlò.

<<Sai Crystal, non ho mai avuto l'occasione di dirti che ti sono grato per aver svegliato Barry dal coma>>

<<Oh, non mi devi ringraziare, è stato lui a voler tornare>>

Avevo paura che perdesse la parola così dissi la prima cosa che mi passò per la testa.

<<L'altro giorno Joe mi stava raccontando di averti conosciuta prima di tutto ciò.>>lei alzò lo sguardo come se lo sapesse ma non volesse dirlo<<Vero?>>

<<Si, beh... Forse tu te ne sei dimenticata ma..>

<<Non mi sono dimenticata ma speravo che tu lo avessi fatto, non volevo che nessuno mi vedesse come la ragazza che stava con un Deejey drogato e pazzo..>>

<<Eri bionda all'epoca>>disse interrompendola<<Capelli lunghi più di adesso e uno sguardo arrabbiato con il mondo intero, ti vestivi sempre di nero... Come dimenticarti?>>

<<Bionda?!>>esclamai provando a immaginarla <<Quando ti sei svelgiata eri mora!>>

<<Non l'ho mai detto a nessuno... La sera dell'accensione avevo litigato con il mio ex, dovevamo lasciarci. Cosí corsi in bagno, mi feci aiutare da una barista che conoscevo e decisi di diventare mora, Kimberly, le diedi il mio coltellino,  lei mi taglio di poco i capelli e poi corsi sù e vidi tutto>>

<<Quindi come hai davvero i capelli?>>

<<Non ho la minima idea di quale sia il mio colore originale, mia madre da bambina mi tinse.. Era pazza>>

La fissammo senza saper cosa dire dopo quella affermazione... Aveva finito di mangiare e una parte di me non voleva l'ora di andare a dormire per guardarla riposare.

<<Grazie Joe, credo che Crysty sia stanca, e un po lo sono anch'io>>

<<Già!>>esclamò lui facendo un sorriso nervoso <<Buonanotte ragazzi>>

Lei annuí e io le indicai le scale, salimmo velocemente sorpassando la camera di Iris e di Joe, per poi arrivare alla mia semplice cameretta blu e bianca.
Chiusi la porta del mio bagno, e le ante degli armadi disordinati perché ero sempre di fretta.
Socchiusi le tendine e accesi la luce mentre lei mi osservava aprendo le coperte del letto a una piazza e mazza.

<<Mettiti pure sotto, io arrivo. Mi cambio velocemente>>

Lei annuí senza fare domande, aveva già capito tutto, prese la spazzola sul comodino e si pettinò con lo stesso sguardo triste.
Entrai in bagno, misi dei pantaloni grigi della Nike, con i miei poteri il freddo non era stato più un problema, e uscì vedendola straiata mentre cercava di chiudere gli occhi.

Mi sistemai di fianco a lei con un pizzico di imbarazzo, era bellissima com quei capelli lisci scuri, con la pelle accaldata.

<<Non riesci a dormire?>>

<<Ci metto sempre tanto, ma nonostante sia più che stanca non riesco ad addormentarmi>>disse tramando

<<Hai freddo?>>

<<Un pochino>>

Mi avvicinai di più toccandole i piedi freddi e l'abbracciai iniziando a vibrare per permettere alla velocità di scaldarci. Lei annuí ma nessuno dei due si staccò.

<<Se vuoi posso cantare una canzoncina per farti addormentare>>

<<Si, va bene, anche perché mi piace come canti>>

<<Okay, allora.... L'amore esiste in ogni cosa, bisogna solo crederci veramente, e dopotutto le ferite si rima è finiranno, farà male e sarà giusto così..>>

<<È strana questa canzone ma continua....l'hai inventata tu?>>annuii<<parecchio sdolcinata>>sorrisi e ubbidì.

<< Ma l'amore sarà la tua cura, la canzone la tua medicina, la mia voce il tuo cuore, e saprai che ogni cosa andrà bene...>>

Mi girai,  la beccai dormire muovendosi e infine appoggiarsi me come una bambina. 

Smisi di cantare, era bello sentirla di nuovo vicina a me, sentirla respirare, vederla così indifesa ma così terrorizzata purtroppo. Chiusi gli occhi sentendo l'oscurità avvicinarsi e sapevo che avrei voluto dormire con lei in altre situazioni, era li perché Olvier non era più presente.

                                    ---

2 ore dopo...

<<No... Olvier... No, no, no!!>>

Crystal aveva iniziato a gridare piangendo, si dimenava ripetendo il suo nome  graffiandosi da sola.
Joe corse in camera e le si mise di fianco, mi alzai mettendomi una maglia bianca, e ritornai da lei.

<<Aiuto! Ti prego! Non puoi farmi questo! Anam aiutami! Perché?!Olvier!>>

<<Crysty..>>le sussurrai accarezzandole i capelli <<È solo un incubo>>

Lei aprì gli occhi rossi, mi abbracciò forte e continuò a piangere stringendo i pugni.

<<Mi dispace Barry.. Mi dispiace così tanto>>

<<Vado a prendere un asciugamano bagnato>>disse Joe sbattendo gli occhi per il sonno, e noi facemmo di si con la testa.

<<So che stai male..>>

<<Ho fatto qualcosa? Ho detto qualcosa di male?>>mi chiese vedendomi con gli occhi lucidi

<<No, solo che vederti così fa male>>

<<Barry..>>

<<Se tu stai male, io sto peggio perché non so come aiutarti>>dissi

<<Abbracciarmi forte>>

Annuí togliendomi la maglietta, tornai sotto le coperte, lei si girò sul fianco e ci sistemammo a cucchiaio. Sussurrò qualcosa come : "Sei il migliore amico che avrei mai potuto chiedere"
Il problema?
Non volevo essere solo il suo migliore amico, ma non glielo aveva mai dimostrato.

Ci addormentando subito non sentendo Joe rientrare a appoggiare l'asciugamano freddo sulla sua fronte.
Chiusi gli occhi sapendo che poche ore dopo lei avrebbe ricominciato a urlare ma io sarei stato al suo fianco.

                              ---

05:08 del mattino...

Aveva ricominciato a muoversi piangendo contro di me, cercai di non farla gridare per non svegliare Joe, e ci volle tanto.

<<Perché?! Perché tutti muoiono intorno a me!? Perché mi lasciano!?>>

Aveva sognato di nuovo la morte di Olvier, anch'io avevo avuto incubi sulla notte dell'omicidio di mia madre.
Questa volta lei non ce l'ha fece e mi disse che non voleva più dormire.
Mi alzai andando in bagno cercando un modo per convincerla, ma quando tornai la vidi abbracciare con il viso malinconico l'orsetto. A me non piaceva parlare dei miei sogni e non doveva piacere anche a lei.

<<Non vuoi più chiudere occhio, vero?>>

<<Già, scendiamo?>>

<<Va bene, preparo due camomille e guardiamo qualche film, okay?>>

Lei annui senza rivolgermi un sorriso, sembrava che non ne fosse più in grado, scese le scale a piedi nudi con la coperta di lana rossa e si mise sul divano dinanzi al caminetto.
Portai le bevande sedendomi di fianco a lei perdendo un pezzo di coperta.
Guardammo "La febbre del sabato sera", entrambi amavamo i Musical e quelli di ballo.
Per ore sembrava di essere usciti da quella vita capitata nelle mani di una persona sbagliata. Sembrava facile poter stare li con lei a pensare come farla sorridere, ma nemmeno alle battute dei film accennava a qualche miglioramento.

<<Stai bene?>>chiesi intorno alle otto.

Lei annuí all'inizio, i suoi occhi erano diventati molto più lucidi, le guance le si arrossarono al movimento di quella bugia, poi iniziò a fare cenno di no alzandosi mentre mi avvicinavo e il suo viso cambiò di nuovo.

<<Questo inferno sembrava un paradiso da fuori... E adesso sono così..io...non ce l'ha faccio>>

<<Crysty..lo so>>

<<No, tu non sai niente. Un momento sento che è vivo, e poi all'improvviso sento che è morto. La sua voce non smette di suonare nelle mie orecchie, appena chiudo gli occhi vedo... Vedo tutto. E scusa se ho il terrore di parlare con Felicity, Thea e gli altri. Perché parlarne vuol dire..>>

<<Accettarlo, farlo diventare reale>>dissi finendo la frase per lei.

<<Le persone di fianco a me si fanno sempre male, o se ne vanno, o... muoiono>>si calmò

<<Ma io sono qui>>

<<Perché me ne sono andata... Perché ho pregato Dio che non ti accadesse niente... E poi come faccio a sapere che domani non potresti morire a causa mia?!>>

<<Non lo puoi sapere, ma morire per te è la morte più onorevole che potrei chiedere.>>

<<Non dire cosi>>

L'abbracciai forte sentendola piangere stringendomi come fanno i bambini con il proprio gioco, le sussurrai che doveva avere fiducia.
Ma sapevo esattamente che era impossibile credere in qualcosa che facesse cosi male, come se tu prendessi un coltello che avvicini sempre più vicino al tuo cuore e speri che il dolore finisca, perché non riesci a controllarlo... Ma ci sono solo due soluzioni. Morire o sopravvive, e l'ultima opzione non vuol dire vivere come prima.
Verso le nove le consigliai di andare a fare una doccia, lei acconsentì dicendo che preferiva fare il bagno.
Socchiuse la porta entrando nel bagno, e io mi appoggiai al muro concedendomi di pensare a Olvier.
Ma appena alzai lo sguardo vidi da un spiraglio del bagno lei che si toglieva il reggiseno nero mentre l'acqua calda riempiva la vasca. Richiuse la porta senza farsi vedere e io chiusi gli occhi.
Passò un ora prima che io riuscì a insospettirmi. La musica stava andando in bagno ma avevo uno strano presentimento.
Bussai almeno una decina di volte, ma nessuna risposta.
Joe mi aveva detto di non lasciarla mai da sola.

<<Hei, adesso entro...copriti.>>

Aprì la porta succhiudendo gli occhi, l'aria era bollente, i vetri appannati, e quando mi avvicinai alla vasca scoprì che era vuota.

<<Dove diavolo sei Crysty?>>sussurrai

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