
▀▄▀▄▀𝕹𝖔𝖙𝖙𝖊 𝖊 𝕾𝖆𝖓𝖌𝖚𝖊 (𝟑/𝟒)▀▄▀▄▀
ATTENZIONE:
In questo capitolo nominerò un paio di volte il vomito e ci sarà la presenza di sangue per tutto il capitolo.
Nel primo caso ci sarà un tw prima della parola.
Buona lettura<3
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Buio
Camminava nel buio
da quanto?
Non lo sapeva.
Sentiva la testa leggera
le ombre erano quasi ipnotiche
Gli giravano attorno e gli entravano nelle orecchie
Arrivavano al cervello e i suoi pensieri diventavano ovattati
Chiuse gli occhi e cadde
Acqua
Ora era in acqua
Non nuotava
Non annegava
Sprofondava lentamente
Lontano dalla superficie
Dalla luce
Luce
Luce calda e forte
Aprì gli occhi e ora era seduto in una stanza oscurata da veli neri
C'era uno scermo bianco davanti a sé
Quando si girò la vide
Una stella
Una luce calda e di un giallo intenso
Che guardava avanti e sorrideva
Indossava una camicia a scacchi
Rosso sangue
E il nero più profondo
"Ma-"
"Shhh, ti perderai lo spettacolo"
La stella non si girò. Non cambiò espressione.
Sì girò anch'egli e nello scermo apparve un'ombra sfocata
Che batteva
E batteva
E batteva
con il pugno alto sullo schermo.
Bum
Bum
Bum
Bum
Bum
Si sentiva nuovamente intontito
Ipnotizzato
Nessun suono
Solo il movimento
Bum
Bum
Bum
Bum
Bum
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Le luci sparirono.
Aster si svegliò di soprassalto, con le coperte pesanti che lo coprivano fino alle labbra.
Non capiva se avesse caldo o freddo.
Realizzò perché quando si mosse leggermente: la schiena era umida e appiccicosa per il sudore.
Aprì gli occhi e fissò il soffitto.
Le stelle brillavano come non mai tutt'intorno a lui.
Prima di andare a dormire, i mono avevano dato a tutti dei pigiami puliti: una camicietta e dei pantaloni larghi alle caviglie (azzurra per i ragazzi, rosa per le ragazze e giallo per chi non aveva un genere binario) e calzini pelosi bianchi.
Quando andò a metterseli in camera era partito un annuncio che aveva risuonato per tutte le stanze:
"Gentili studenti Euvopei!
Come tevzo vobot incavicato di vendeve il vostvo soggiovno un infevno (Jevvy ci sono tvoppe evve! Lo sai che ho pvoblemi di pvonuncia!) qui alla LITAUE, vi ho pvepavato una sovpvesa che vi convincevà a iniziave il killing game! Potete chiamavlo: motive"
La stanza si spense e i muri bianchi privi di ombre divennero schermi nerissimi che proiettavano stelle luminose e variopinte ovunque il pittore voltasse lo sguardo.
Una sinfonia di colori.
Un'armonia di luci.
Un brillare tenue ma virtuoso tutt'intorno.
Aster non poteva credere ai propri occhi.
"Tadà! Questa è una vaccolta delle migliovi viste delle stelle dal mondo estevno! Quello che non potete più vedeve pevché siete chiusi qui dentvo! Ha-ha! Se volete vivedeve quelle veve....dovete pev fovza compieve un omicidio! Buona Notte!"
Aster amava le stelle. Le guardava sempre, ogni notte che poteva.
Erano la cosa che più preferiva al mondo.
Non ne aveva mai viste di così belle prima di allora.
E ora era lì, circondato da stelle, nel bel mezzo della notte, sudato e con la gola secca.
La gola secca.
Aveva realizzato solo ora di quanta sete avesse, di quanto sentisse crespe le labbra. Decise che avrebbe preso il rischio di prendersi un bicchiere d'acqua, si sarebbe segnato i sogni fatti quella sera in cucina(con una luce effettivamente adatta a vedere) e il resto era da vedersi.
Uscì dalla stanza e fu stupito nel vedere il corridoio completamente nero, senza alcuna luce. Le pareti ora erano completamente nere, così come il pavimento e il soffitto. Si sedette sul bordo del passaggio con le gambe a penzoloni.
Le immagini dei sogni che aveva appena fatto erano fisse in testa.
Specialmente la figura luminosa e sorridente.
La stella.
Quello sì che era un sogno particolare.
Uno di quelli che lo ispirava.
Se solo avesse avuto modo di dipingere.
Prese un respiro profondo e camminò il corridoio.
Sentiva i capelli boccolosi afflosciarsi sulle sue guance mentre camminava, quasi barcollando, in quel lungo corridoio buio.
Gli sembrava di essere tornato nel primo sogno, con l'unica differenza che teneva gli occhi spalancati e fissi su una luce rossa che illiminava la porta tra l'atrio e i dormitori.
Quando arrivò alla fine, fu sorpreso di vedere seduta nel mini salotto, un'altra studentessa.
I due si fissarono.
La luce rossa non dava giustizia alle ciocche azzurre come fiumi che incorniciavano il volto della triatleta.
"Noa?"
La voce di aster era un misto tra un bisbiglio e un volume normale.
"Ehi, non riesci a dormire?"
"Circa... Avevo sete più che altro"
"Ah ok"
"Tu invece?"
Noa si prese un secondo di silenzio, ad aster sembrò stesse trattenendo uno sbadiglio.
"Volevo assicurarmi che nessuno facesse cazzate."
Aster le credette.
Noa era sempre sincera.
Non solo con lui, ma anche con gli altri. Diceva solo come stavano le cose e come la pensava.
Un po' come lui, forse è per questo che c'era così tanta sintonia tra di loro.
"Ti va se ti accompagno?"
"Certo!"
I due uscironi di lí, finendo in un atrio ancora piú buio.
Dovettero mantenere il contatto con il muro per capire dove fossero.
Alla fine arrivarono davanti alla porta della cucina, Noa accese la luce e davanti a loro trovarono....
Mohan si bloccò.
Si paralizzò.
Appena vide la luce riempire la cucina si sentì come un cervo in mezzo alla strada. Che sta elaborando la presenza della macchina che gli si avvicina sempre di più.
Si sentiva imbarazzato, no. Peggio. Umiliato.
Colto facendo qualcosa di sbagliato. Il modo esagerato di fare qualcosa. Il "troppo" della sua situazione.
E tutto per lo sguardo infuriato di Noa e quello terrorizzato e pietoso di Aster.
"ACH DU SHEI- Mohan are you ok?!"
Aster non ce la fece a non urlarlo.
Vedeva il volto stanco e distrutto del ballerino impallidito.
Lo sguardo si concentrò sulle labbra ancora sporche di (tw)vomito.
E poi guardò il lavabo.
Non si vedeva nulla per la prospettiva. Ma i polsi erano fini, e tremavano reggendo il corpo che tratteneva un altro (tw)conato.
Noa era corsa e si era avvicinata.
Aster continuava ad osservare Mohan.
Non lo guardava con giudizio. Fissava quel sole di un giallo accecante ora una debole fiammella che non sapeva come alimentare.
Noa prese per la schiena il ragazzo indiano che stava barcollando all'indietro.
"Hai bisogno di sederti?"
Il ragazzo annuì e lei lo aiutò a mettersi per terra con la schiena sulle ante delle credenze.
La triatleta mise davanti al ragazzo un sacchetto per l'immondizia così che non dovesse alzarsi nel caso del bisogno.
Poi prese tre bicchieri e li riempì tutti d'acqua per i presenti.
In tutto ciò rimase il silenzio.
Mohan stava prendendo dei respiri profondi con la testa rivolta verso il soffitto.
Aster osservava le ombre del collo e il pomo d'Adamo vibrare.
"Ti senti meglio?"
Noa si sedette per terra a gambe incrociate tra i due.
Mohan a quella domanda indossò subito il suo bel sorriso gentile e solare.
"Sisi! Scusate se vi ho fatto preoccupare, sto bene!"
"Sicuro? Ti conviene non sforzarti troppo"
"Davvero, sto bene. Devo essere intollerante a qualcosa che abbiamo mangiato"
"Capito. Vuoi qualcosa per riempire lo stomaco?"
"Non me la sento proprio..."
Noa sbadigliò.
"Vado a svegliare Enid così mi dà il cambio di veglia. Sono stanca morta."
Scattò in piedi e andò verso la porta.
"Voi due rimanete qui?"
Mohan annuì e bevette un sorso d'acqua.
"Io volevo abbozzare un paio di disegni, quindi rimango"
Noa mostrò la mano con il pollice in su e uscì chiudendo la porta alle sue spalle.
Aster si mise sul piano della cucina e aprì lo sketchbook, riparato malamente con del nastro adesivo grigio, tirò fuori dalle tasche del pigiama una matita e iniziò ad abbozzare quanti più dettagli possibili.
Cercava di disegnare la figura della stella del sogno, ma non riusciva a darle una faccia, un aspetto preciso.
Era una luce anonima, ma famigliare. Eterea, ma concreta.
Insomma, un casino da rappresentare.
Non riusciva nemmeno a ricordare che cosa, di quella figura luminosa, gli avesse fatto dire che stesse sorridendo.
Si concentrò su tutto il resto: su lui che cadeva nell'acqua, della figura offuscata che batteva i pugni sullo schermo... Se avesse avuto dei colori avrebbe potuto descrivere meglio alcune ombre che non riusciva proprio a-
"Cosa disegni?"
Non si era nemmeno accorto che Mohan si era appoggiato sul piano utilizzando le braccia come cuscino per la testa.
I capelli, lunghi e sciolti, gli incorniciavano il volto.
I suoi occhi dorati, sorridevano con gentilezza.
"Alcune cose che ho sognato...prima..."
Aster sentiva gli zigomi bollire mentre Mohan fissava prima lui poi il quaderno, rimanendo comodo comodo sul ripiano.
Si soffermò poi sui disegni, osservandoli per bene mentre spostava una ciocca ribelle dietro l'orecchio.
"Sono davvero belli, lo sai?"
"Beh sì.... è il mio talento...."
Bofonchiò Aster.
Mohan ridacchiò.
"Giusto, giusto, effettivamente era un po' scontato da notare... Però è vero."
Aster non riusciva a smettere di guardare il ragazzo, nei suoi particolari.
"Te invece sei un ballerino, giusto?"
Aster riprese a disegnare, forzando i suoi occhi allo staccarsi finalmente dall'indiano.
"Hm-hm!"
Annuì Mohan.
"Ultimate Classic Indian Dancer. Ballerino indiano, insomma"
"Non pensavo avrebbero preso come Ultimate qualcuno che viene dall'India... Senza offesa verso di te ovviamente! Solo che in tv facevano molta pressione sulla storia degli Ultimates europei, quindi mi pare strano..."
Aster stava facendo veramente fatica ad esprimersi per bene in inglese. Era tardi, e il suo inglese era già pessimo di suo.
"Ehi, nessun problema. Ho visto anch'io le notizie e molta gente si è lamentata della mia presenza tra gli Ultimate eletti... Però mia madre ed io ci siamo trasferiti in italia per questo. E sono finito qui in ogni caso"
"Beh, sono contento che te alla fine abbia ottenuto il titolo!"
Aster gli sorrise.
"Grazie! Anch'io sono felice per il tuo, sei veramente bravo con i ritratti"
Aster guardò in basso verso il foglio realizzando solo ora che, disegnando e ridisegnando la persona-stella, aveva abbozzato un ritratto di un luminoso e sorridente Mohan.
Aster era sicuro di star arrossendo come un pomodoro in quel momento.
"Oh cazzo, scusa. Mi sono distratto parlando e-"
"No ma tranquillo! Non volevo metterti a disagio. Ero sincero, giuro."
Aster volette rispondere, ma le parole gli morirono in gola dall'imbarazzo.
Dopo un periodo di tempo indeterminato (per qualche strano motivo, i bidelli-robot non avevano appeso alcun orologio), i due uscirono dalla cucina.
I corridoi sembravano ancora più bui, probabilmente perché i loro occhi si erano abituati alla luce forte e artificiale della cucina.
Aster aprì la porta del dormitorio. Questa cigolò così tanto che gli sembrò che si fosse rotto qualcosa.
La luce rossa ridava una forma all'ambiente intorno a loro.
"Buonasera amici!"
I due si ritrovarono davanti Enid che saltava su e giù dalla sedia.
"Enid ma dove le trovi tutte queste energie a quest'ora?"
Chiese divertito Mohan.
Enid si avvicinò ai due e bisbigliò:
"Il mio segreto è continuare a muovermi così da non fermarmi e quindi addormentarmi"
"Buona fortuna con la veglia allora"
Disse Aster allx Stuntman
"Grazie! Ora però andate a dormire voi altri, su su!"
Fu così che Enid spinse i due verso il corridoio davanti alla porta, dove li attendeva il dipinto di un ragazzo disperato la cui presenza era palpabile, nonostante le ombre, e un quadro in cui qualche pennellata non troppo dettagliata formava delle credibilissime e perfette ballerine in tutù in posa.
Mohan aprì la porta-quadro e poi si girò verso gli altri:
"Beh, uhm... Buona notte Enid, buona notte Aster"
"Notte!" Enid si mise sull'attenti
"Buona notte Mohan" disse la sagoma priva di luce di Aster
"Chiamami solo Momo"
"Va bene."
E i due andarono a dormire.
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Era una bella giornata di sole.
Il cielo aveva qualche nuvola bianca in lontananza, le foglie erano tinte di arancioni e gialli sgargianti, e per le strade del paesino, correva un bel gruppetto felice di bambini.
Un momento di goliardia e spensieratezza, che solo a quell'età si può provare con così tanta disinvoltura.
I bambini erano chiassosi, creando discontento tra alcuni anziani che passavano.
Un nome fra tutti veniva decantato più di tutti.
Il nome del campione del gruppo.
Di quello che aveva segnato i gol decisivi alla partita fatta nel campetto.
Un momento di gloria ed euforia, circondato da tutti i suoi amici.
Ma allora... Perché?
Perché continuava ad avere un sapore agrodolce in bocca.
Perché si sentiva così solo nonostante la gloria e tutto quei amici?
"Oi, vieni con noi a comprare le patatine al bar?"
Chiese uno degli amici, quello a cui teneva di più.
"Vorrei un sacco ma mia mamma vuole io torni a casa a studiare"
"Sempre a fare il perfettino tu! Vabbé, ti tengo qualche goleador per domani"
"Va bene!"
I due si salutarono.
E il ragazzino si incamminò lentamente verso casa.
Non aveva poi tutta quella fretta di tornare dai suoi genitori, che l'avrebbero assillato di nuovo con i loro standard altissimi.
Ma non ci voleva nemmeno litigare. Chiaro.
Arrivò nella sua via, davanti alla casa dei vicini c'era loro figlio, seduto per terra con le gambe fra le braccia.
Si avvicinò.
Aveva un segno rosso sulla faccia e uno sguardo confuso.
"Che diamine ti è successo?"
"ho fatto arrabbiare i miei. Non so come."
Fu la fredda risposta dell'altro.
Gli porse la mano in segno d'aiuto.
Fu la prima volta che qualcuno lo guardava così.
Guardandolo.
In maniera umana, anche se inespressiva.
Che carine le amicizie dei bambini. Quelle vere.
Ti danno un po' di speranza verso l'umanità.
Forse sto mettendo troppo spesso le mie osservazioni nella narrativa.
Potrebbero essere confusionarie, fastidiose.
Vi chiederei la vostra opinione, ma sono conscia di non poter riceverla.
Ma torniamo alla nostra cara protagonista, nel nostro caro Killing Game.
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Kyara era già sveglia, ma non osava aprire gli occhi. Era nel suo comodo letto, in camera sua, a casa sua, in Portogallo.
Era tutto normale.
Nonostante la sveglia di quella mattina fosse Waterloo degli Abba.
My my! At Waterloo Napoleon did surrender!
Oh yeah!
Sapeva che non era così, ma magari erano i suoi genitori che stavano festeggiando la domenica con un po' di buona musica.
Magari stavano provando a svegliarla con qualche canzone allegra, visto che non si era alzata dal letto nemmeno con la finestra aperta e la luce in stanza.
Magari fra poco sarebbe arrivata Estrella e scodinzolando si sarebbe sdraiata sopra di lei per leccarle le guance in maniera giocosa.
Magari-
The history book on the shelf
"ULTIMATES EUROPEI!
BUONGIORNO!"
Is always repeating itself
La voce di Jerry fece perdere qualsiasi voglia di mantenere quell'illusione alla Content Creator.
Aprì gli occhi e vide di nuovo il soffitto bianco e luminoso.
"Vi conviene sbrigarvi a venire e- OTTO TI PREGO SMETTILA CON LA MUSICA! DIO SANTO NON RIESCO A FARE L'ANNUNCIO!!"
"Oh-oh Scusa Jevvy..."
La musica si fermò.
"Dicevamo... Vi conviene sbrigarvi a venire nell'atrio, abbiamo una bella notizia da darvi"
Kyara percepì una leggera malizia nelle parole del robot.
Fece un respiro profondo, si alzò, si mise l'uniforme e si sistemò i capelli.
Allo specchio vedeva se stessa, con gli occhi ancora assonnati.
"Forza Kyara"
Disse al suo riflesso.
"Non puoi arrenderti senza averci ancora provato! Andiamo lì fuori e... Beh, cerchiamo di avere un po' di ottimismo!"
Chiuse le ante e si buttò fuori dalla stanza.
"Buongiorno Kyara! Dormito bene? Hai ancora sonno vero? Dici che ci daranno il caffè? Spero di sì, ho bisogno di energie!"
Nicole la stava aspettando alla fine del corridoio.
"Oddio, allora uhm... Sì, forse sì eeee lo spero anch'io!"
Kyara cercò di rispondere a tutte le domande della doppiatrice, replicandone immediatamente l'umore.
Si avviarono verso la porta in legno, Nicole parlava del sogno assurdo che aveva fatto e Kyara ascoltava con interesse.
Quando arrivarono all'atrio, vide quelli che sembravano essere tutti gli Ultimates, radunati davanti alla scala che portava al piano di sopra.
Per terra c'erano pezzi di corpo non identificabile.
Il sangue aveva macchiato le scale.
Oh. Un cadavere.
"Congratulazione studenti, avete appena sbloccato il piano superiore con i bagni!"
"E avete dato ufficialmente via al killing game!"
"Uvvà! Il mio motive delle stelle ha funzionato!"
Kyara non riusciva a distogliere lo sguardo dal cadavere.
Anche quando i robot si piazzarono davanti per parlare ai quindici ultimates, i suoi occhi guardavano oltre.
Verso il sangue.
I vestiti blu lacerati.
Verso il corpo irriconoscibile di uno di loro.
Un corpo privo di identità.
Privo di dignità.
Una morte priva di alcuna umanità.
"Quindi, ecco... Quello che dovreste fare è indagare su chi ha ucciso la vittima, segnarvi le prove, usarle durante le accese discussioni del class trial e beh, cercare di azzeccare il colpevole! Perché se non lo azzeccate... Morirete tutti eccetto il colpevole"
Jerry spiegò con tranquillità il tutto, come se fosse una questione burocratica, e non una questione di vita o di morte. Non di una persona uccisa da un'altra persona.
"Nessuna pressione, ovviamente"
Berto riferì una traduzione per Enea. Che reagì, come da copione, sconcertato, allarmato, spaventato e altri sentimenti che Kyara non sapeva descrivere.
Otto distribuì a tutti un mini quadernino con su scritto "Investigation file 01".
Finito ciò aggiunse.
"Noi tve vi aspettevemo nella stanza del class tvial, quella con il covvidoio lungo. Buon lavovo Ultimates!"
Identità del corpo: informazione riservata
Causa della morte: decapitazione e multipla mutilazione delle parti del corpo
Ora del decesso: 2:05 AM
Buon lavoro! <3
Kyara guardò i suoi compagni.
Nuovamente sconvolti.
Nuovamente spaventati.
Nuovamente quel sentimento orribile e indescrivibile.
Il suo sguardo si concentrò principalmente sulla sua destra, dove c'era Nicole che si teneva lo stomaco con una mano e copriva la bocca con l'altra mentre tratteneva dei (tw)conati di vomito, e Camille scappava verso le camere urlando qualcosa in francese incazzata, la rabbia che nascondeva la paura che provava.
Si concentrò sul aiutare Nicole a distogliere lo sguardo dal cadavere.
La nausea di Nicole sembrava non passare.
"Vuoi che ti accompagno in cucina?"
"Nono, non preoccuparti. Ce la faccio. Ho solo bisogno di sedermi un attimo e... Be', evitare di pensare al cadavere o al s- oh cazzo, meglio andare al lavabo"
Kyara e Nicole andarono quindi in cucina.
Anche Monica era nauseata.
E spaventata e di sicuro non desiderava vedere un cadavere di prima mattina, prima ancora di essersi completamente svegliata.
"Ugh..."
Fece un respiro profondo, inghiottì un groppo alla gola e cercò di dimostrarsi sicura e dire:
"Dovremmo..."
Vai Monica....
Vai Monica non puoi ritirarti adesso...
VAI MONICA FINISCI LA FRASE...
MONICAA
Un colpo di tosse.
"Dovremmo iniziare a investigare... Sì"
Era vero.
Se non avessero iniziato a cercare di capire chi avesse commesso l'omicidio... quello non sarebbe stato l'unico cadavere di quella giornata.
Luis si stiracchiò.
Finalmente poteva fare qualcosa di interessante.
"Buona idea, dolcezza, io mi occupo del cadavere. Figo sapere che qualcuno ha preso seriamente la storia del killing game. E con che velocità poi!"
Il ragazzo camminò deciso verso il cadavere, lo stupì come Camille Stephane stesse fissando il cadavere sedutx a gambe incrociate in silenzio.
"Ehm... Hm-hm... Piccoletto? Potresti spostarti di qualche centimetro?"
Silenzio...
"Stephane?" Provò a chiamarlo.
"Stephane?" Chiesero anche altre persone.
A salvare la situazione fu Enid che prese lx ragazzx e lx sollevò verso l'alto da sotto le braccia.
"Qu'est- EHI! LASCIAMI ANDARE ENID!"
Lx ventriloqux si mise a sgambettare in aria mentre Enid lx teneva con le braccia tese verso l'alto.
"Grazie Enid, i tuoi servizi come babysitter di Gremlins verranno ricordati con onore"
Disse il cacciatore di tesori facendo il saluto militare con la mano.
Luis si inchinò finalmente sui pezzi del cadavere e si scrocchiò le nocche osservando.
"Ok, carx nostrx assassinx, vediamo un po' che hai lasciato per papino...
Speriamo che tu abbia lasciato qualche buon enigma da risolvere, o sarà un'investigazione veramente noiosa.."
Il ragazzo continuava il suo monologo mentre prendeva i pezzi uno ad uno e li riordinava per capire cosa mancava.
"È un'abitudine presa perquisendo mummie quella di essere inquietante, o sei coglione di natura?"
Disse Noa a braccia conserte e leggermente disgustata dalla scena, fissando Luis che nel mentre cercava di capite da che arto provenisse un pezzo di corpo lungo e sottile.
Jack suggerì la collocazione anatomica, ma tutti lo ignorarono perché non era esattamente il momento giusto di fare battute del genere.
"Quello che ti sembra più figo, princessa"
Luis si girò verso Noa solo per farle un occhiolino poi tornò a lavorare borbottando qualcosa in napoletano riguardante un pezzo che (tw gore) stava facendo ciondolare organi.
Jack si appoggiò sulla spalla di Noa aggiungendo:
"Beh, almeno il roleplay in letto fra voi due sarà interess-"
Noa pestò le dita del piede al comico e successivamente gli rigirò il braccio sulla schiena.
Fra un "AHIA" e un "CAZZO IL PIEDE/MERDA IL BRACCIO" Jack implorò perdono scusandosi con un falsetto notevole.
"Hmmm... Questo è interessante"
Luis sorrise divertito.
"Che cosa?"
Chiese con tono monotono Monica, anche se genuinamente interessata e speranzosa.
"Non c'è alcuna traccia della testa del cadavere, il che era già evidente in realtà. Ma controllando bene memmeno di 'sto fiocchetto da culla per neonati, o di altre parti corporee che ci aiutino a capire l'identità il corpo"
Gli ultimate presenti osservarono meglio.
Era vero: i pezzi rimasti erano una mano mozzata, qualche pezzo che componeva il torso da sotto il petto ai fianchi, e un piede con caviglia mal ridotto.
"E dove possono essere mai finiti gli altri pezzi?"
Chiese Enid massaggiandosi il mento con un broncio concentrato mentre camminava avanti e indietro per la stanza.
Camille Stephane era ora sedutx sulle spalle della stuntman e rideva sentendosi un po' come su una giostra per bambini.
"CHI CAZZO HA LANCIATO TUTTA STA MERDA NEL MIO DOMINIO"
Una voce robotica rimbombò dalle profondità dell'altra scala.
"Oh, ecco dove sono mai finiti gli altri pezzi!"
Enid fece per buttarsi giù dalle scale, ma Mohan lo prese in tempo per il colletto.
"NOOOO ENID! Ricordi? I laser"
"AH CAZZO È VERO, I LASER"
Csilla si avvicinò alla rampa di scale.
Il fondo si perdeva tra le ombre.
Si schiarì la gola e cominciò a dire con voce bella alta.
"C'è nessuno lì?"
Un silenzio imbarazzante seguì.
Csilla quasi si spaventò quando la stessa voce di prima le si ritrovò affianco.
Poco più in basso di lei.
"Sì, sto cazzo."
Berto era probabilmente il robot più imperscrutabile e impassibile dei tre, forse perché il suo corpo poteva muoversi solo con le braccia e.... Le ruote.
"Signor Berto? Non per essere scortesi ma... Lei era andato al piano di sotto, giusto?"
"No guarda. Era il cugino di Jerry, Tom che teniamo legato come un salame."
Csilla spalancò leggermente gli occhi per un istante.
"Come scusa?"
"Sarcasmo, ragazzina, era sarcasmo. Sì, ero al piano di sotto, no non vi spiegherò come ci sono andato e tornato senza usare le scale. È contro la mia programmazione."
Camille Stephane sbuffò.
"Però non è divertente così! Ci tenete all'oscuro di tutto!"
Berto ignorò lx ragazzx e tornò nel corridoio della cucina e della mensa.
"Ultimo avviso: non osate mai più buttare la vostra immondizia nel mio seminterrato. Se becco di nuovo qualcuno farlo, incontrerà lo stesso destino di quell'altro che doveva andare a cagare"
E del secondo bidello-robot non vi fu più traccia.
"Gordon Ramsay in confronto è un insegnante di yoga, dico bene?"
Non vi fu risposta alla battuta di Jack.
Franco era rimasto in silenzio per tutto il tempo. Da quando aveva visto il corpo a quando aveva contato tutti gli altri studenti arrivare e vedere il cadavere.
Sperava di averli contati male.
Sperava che il cadavere fosse di qualcuno che in quel momento non riusciva a ricordare perché appena conosciuto.
Sperava che quel cadavere non fosse Salvatore Colombo.
Sperava e sperava.
E rimaneva in silenzio a guardare.
Era lì immobile, che fissava il sangue secco, i pezzi sparsi, la scena del crimine, con gli occhi che si inumidivano dal terrore di non vedere mai il suo migliore amico, Sal, andare lì e risolvere il caso.
La cosa che, a mio parere, era più interessante. È che in quel momento, nonostante gli occhi umidi, guardava la scena con la stessa espressione neutra che fece imbestialire i suoi genitori molto tempo fa.
Debora notò che il ragazzo era abbastanza scosso.
Era occupata con il trovare un modo per spiegare ad Enea cosa stesse succedendo.
Ma aveva tenuto d'occhio l'Ultimate Copycat, perché ovviamente la beneamata Debbylic non poteva non essere pronta a scattare e sollevare il morale a chiunque fosse scosso!
E anche se Franco non era particolarmente timido, aveva notato che il poveretto cercava di emulare l'energia dell'amico, Salvatore.
Evidentemente perché troppo insicuro per mostrare il vero se stesso! Poverino, forza Debby! È il tuo compito aiutarlo.
Mostrò la mano ad Enea, la mano meglio curata, con tutte le dita chiuse a pugno eccetto per l'indice, come per chiedergli di aspettare un secondo.
Infatti successivamente gli disse sorridendo gentile:
"wait a moment, please"
"Ok"
Rispose lui.
Debora quindi si allontanò dal piccolo plant sitter e andò verso il biondo ancora più basso del primo.
Mise gentilmente la mano sulla spalla del ragazzo e chiese affettuosamente:
"Tutto bene angioletto?"
Franco si sentì leggermente a disagio, sentirsi chiamare "angioletto" era strano, ma principalmente inaspettato.
La castana percepì l'esatto momento in cui il ragazzo nascose la sua vera reazione.
"Ho... Ho paura che la vittima sia..."
"Ehi, non ti preoccupare. Capiremo dopo chi è il poveretto. Per adesso abbiamo bisogno di certezze, di investigare la verità per capire cosa è successo."
Lo guardò negli occhi.
Lui aveva un'espressione imperscrutabile.
"Se te la senti, indipendentemente dal fatto che Salvatore sia vivo o morto, noi abbiamo bisogno di un detective. Te la senti di aiutarci? Perché in questo momento tu per noi sei essenziale e importante."
Erano parole oneste, con uno sguardo onesto.
Certo, una verità esagerata, ma tutti sono importanti al mondo, no?
Franco prese un respiro profondo e sorrise alla cantautrice.
"Grazie mille Debby"
"Di nulla angioletto! Ora forza, mettiamoci al lavoro"
Kyara e Nicole erano in cucina.
La doppiatrice sembrava star riprendendo colore.
La nausea non era peggiorata e sembrava stare in forma smagliante come sempre
Kyara prese un bicchiere, lo riempì al lavabo e lo porse all'amica.
L'acqua rinfrescò il palato e la gola della ragazza.
"Ti senti meglio?"
Chiese la content creator.
"Sì, scusa se ti ho fatta preoccupare ma ho veramente una terribile fobia verso il... Beh.. sangue."
"Non preoccuparti, è un piacere aiutare un'amica"
Kyara tirò fuori anche una busta di biscotti da colazione tondi al cacao con una grande stella bianca al centro di una facciata.
"Oddio, le stelle nascenti! Le mie preferite!"
Esclamò contenta Nicole prendendone una manciata dalla busta e mettendoseli in bocca.
Kyara rimase colpita da quanti biscotti potevano rimanere in bocca della ragazza dalle code rosa.
Passò qualche minuto in più del dovuto, lì dentro a mangiare biscotti.
Nessuna delle due voleva veramente tornare in atrio.
Tornare al cadavere.
Tornare al killing game.
A tirare fuori il coraggio fu Kyara:
"Te hai qualche idea per un punto di partenza? Per le indagini intendo"
"Hmmmmmm.... Beh, possiamo intanto osservare quello che hanno trovato gli altri e quindi avere un'idea del quadro generale. Però non avrei minimamente la più pallida idea di chi potrebbe avere commesso l'omicidio!
Forse la più sospetta è stata Camille, effettivamente se n'è andata in camera sua appena ha visto il cadavere, magari è sospetta! Quella francese sa molto più di quello che lasciava intendere..."
Nell'ultima frase Nicole si massaggiò il mento e socchiuse gli occhi pensierosa, come imitando qualche scena di un film noir.
Però effettivamente era vero.
Camille aveva farfugliato qualcosa in francese e se n'era andata in camera di colpo.
Che fosse lei il colpevole o no, bisognava controllare come stesse.
"Andiamo, Detective Nicole!"
"Ooooh, stiamo facendo come Sherlock Holmes e Watson?"
"Pensavo più a Peralta e Santiago di Brooklyn 99"
"Oh ok, ci sta. Molto più originale"
E quindi le due uscirono dalla cucina, motivate a risolvere misteri come i protagonisti di una serie, romantizzando il mistero per non pensare alla paura.
Kyara era pronta ad aiutare quante persone poteva da quel gioco di morte, così che potessero parlare felici come lei e Nicole qualche secondo prima.
"AAAAAAAAHHHHHHHHHHH"
Promemoria: mai spaventare o far sentire in pericolo Jerry. Il suo sistema di autodifesa prevede l'urlare per 10 minuti al massimo volume.
"OKOK ABBIAMO CAPITO! TI PREGO SMETTILA"
"Che sta succedendo?"
Le due ragazze dai capelli rosa chiaro arrivarono al salottino davanti ai dormitori, trovando Debora, Enea, Franco e Monica con le orecchie tappate davanti ad un Jerry molto spaventato e che urlava girando la testa di trecentosessanta gradi ripetutamente.
"Oh ciao angioletti! Nicole, ti senti meglio? Eri molto pallida prima"
"Sisi, sto benissimo Debora! Mi sono ripresa subito senza nessun problema. Comunque che succede? Avete rotto Jerry? Che cosa volevate fare con il passaggio segreto?"
Passaggio segreto?
Kyara si girò verso Jerry che aveva smesso di urlare e stava difendendo una porticina alta poco più di lui.
"Aspetta, te sapevi del passaggio segreto?"
Chiese Monica indicando la compaesana dalle code rosa che annuì sorridente.
"L'abbiamo trovata io ed Enid a caso e quando abbiamo provato ad entrare Otto ci ha riportati indietro perché solo i bidelli possono usufruirne: è praticamente la rampa per le persone con disabilità, ma per i robot- OH, AVETE NOTATO CHE OTTO NON HA LE GINOCCHIA? ECCO PERCHÉ CAMMINA IN MANIERA COSÌ ADORABILE E...."
in sottofondo si sentì un "OOOOTTOOOOOOOOO" furioso da parte di Jerry.
Monica interruppe la Doppiatrice che continuava a parlare di come Otto camminasse come un pinguino.
"Nicole, concentrati. Dove portava il passaggio?"
"Oh giusto! Hmmmmm.... Bè, Otto aveva detto "non potete stave qui su! Jevvy si avvabbievà se lo scopve", quindi davamo per scontato che porta al piano di sopra. Ma l'inclinazione era veramente minima quindi di sicuro il passaggio finisce molto dopo la rampa di scale"
L'imitazione di Otto era perfetta, pensò Kyara.
Ma doveva concentrarsi su tutte quelle informazioni, connettere i punti e trovare l'assassino.
Monica tirò fuori un foglio di carta.
Ci volle un po' per capirlo, ma riconobbero tutti che quella fosse la piantina del primo piano della LITAUE.
"Sapresti dirmi più o meno dove pensi sarebbe potuto finire il passaggio?"
Nicole si massaggiò il mento.
"Hmmmm... Vediamo.... FORSE, ma dico forse siamo finiti al muro più esterno che hai disegnato. Ma mi sembra comunque poco spazio, quindi forse va ancora più avanti. Insomma, le proporzioni non mi tornano, ma il disegno è fantastico!"
"Capisco, grazie lo stesso"
Monica piegò la mappa e fece per rimetterla in tasca:
"Aspetta, le lettere sulla mappa cos'erano?"
Kyara indicò il foglio e Monica lo riaprì.
"Ho cercato di definire anche quale stanza fosse di chi. Per orientarci meglio."
"Wow! Ti sei proprio impegnata per questa mappa lol! Però effettivamente è una cosa stra carina da fare, grazie da parte di tutti."
"Nicole, hai detto lol?"
"Forse?"
La doppiatrice ridacchiò colpevole.
Monica titubò un attimo continuò.
"Non è stato così complicato in realtà... I quadri giocano molto con i talenti di ognuno. Ho avuto dei dubbi per quello di Kazuko, non avendo conferme, ma alla fine era il quadro tagliato a metà. Piuttosto umoristico."
Finito di parlare con Monica, Kyara vide avvicinarsi Csilla, frettolosa ma sempre con il suo portamento impeccabile.
"Kyara avresti un momento?"
"Certo, che succede?"
"Volevo accertarmi che Camille stesse bene, era scappata spaventata e ora si è chiusa in camera sua da sola. Ha detto che uscirà in cambio del tuo aiuto"
"Ok? Per cosa?"
"Non l'ha voluto dire"
"Va bene andiamo"
Arrivarono davanti alla stanza della Match Maker e bussarono.
La ragazza francese aprì uno spiraglio in modo tale da poter vedere ma non far entrare nessuno.
"Csilla, tu rimani lì. Se Kyara è l'assassina, quando urlerò agonizzata voglio che tu corra dentro e cerchi di salvarmi"
"Uhm, va bene"
"Aspetta che-?"
L'influencer, già confusa dalla dichiarazione di Camille, venne trascinata dentro di forza dalle braccette corte della ragazza.
"Piano piano! Guarda che ce la faccio anche da sola!"
SBAM!
La porta quadro si chiuse.
Camille guardò male l'altra, si indicò entrambi gli occhi verde scuro e poi indicò Kyara.
Successivamente, senza dire una parola, andò all'armadio e frugò tra i cassetti.
La stanza era esattamente come la sua, pensò Kyara camminando verso Camille che si girò di colpo imbronciata.
Decise quindi di indietreggiare e mettersi all'angolo della stanza per darle spazio.
Si sedette e fissò la stanza davanti a sé.
Le pareti, il pavimento e il soffitto erano bianchi e luminosi. Facevano quasi sembrare la stanza un limbo infinito.
Quando si era svegliata il giorno prima l'aveva quasi spaventata, pensava di essere morta o qualcosa del genere!
Si rese conto di essere rimasta incantata a fissare i muri per troppo tempo quando la ragazza dai capelli rosa scuro le apparve davanti e le mostrò qualcosa in mano.
Ci mise qualche un secondo per riprendere coscienza di cosa stava succedendo.
Prese l'oggetto che le stava dando Camille: un nastro verde chiaro. Lo stesso che le aveva prestato lo scorso giorno, appena si erano incontrate.
"Insegnami a metterlo."
"Cosa?"
"COME CAZZO L'AVEVI LEGATO IERI? Era tutta la mattina che cercavo di capire ma mi si sfilava subito! Come si fa? Lo leghi sotto i capelli? Sopra metà sei capelli? E il fiocco? MON DIEU IL FIOCCO! Come cazzo l'hai annodato ieri?"
Kyara ridacchiò.
"Se volevi il mio aiuto potevi semplicemente chiedermelo"
"Volevo. Poi però ho visto uno spezzatino umano davanti alle scale!"
"Vero..."
"Forse non era il termine più gentile da utilizzare data la situazione"
"Già..."
Camille se ne andò verso lo specchio dell'armadio e Kyara fece subito per alzarsi e raggiungerla.
Si fermò un secondo, però, incuriosita da una strana forma sotto il letto: una figura all'incirca ovale, grigia e...
"Muoviti!"
"Oh! Scusa!"
"Poi tiri un po' sui lati per stringere il nodo e.... Ecco fatto!"
Camille girò la testa a destra e a sinistra studiando con attenzione il nastro.
"Ottimo, te ne puoi andare"
Scacciò via con la mano la Content Creator che rimase interdetta dalla reazione.
"Ma come, non mi ringrazi neanche?!"
Camille sbuffò infastidita.
"Oui, merci beaucoup. Sei stata molto utile e bla bla bla... Ora ti puoi levare dalle palle"
Kyara volle rispondere, ma fu bloccata da un bussare ripetitivo.
Toc toc toc "Kyara?" Toc toc toc "Kyara?"
Toc toc toc "Kyara?"
A bussare, come confermò Kyara aprendo la porta, non era nient'altri che Nicole.
"Toc to- uh? Kyara!"
"Nicole!"
"Ok allora, Monica ha detto che Mohan ha riportato che Luis e Noa hanno chiesto a Otto e che lui a risposto che-"
La doppiatrice dovette riprendere fiato dopo aver detto tutto in un colpo solo.
Lasciò poi qualche secondo di troppo di silenzio.
"Che?"
"Ho perso il filo. Vabbè! Volevo dire che possiamo salire le scale! Magari ci saranno altri indizi di là!"
"Davvero? Ottimo!"
La portoghese salì sul passaggio tra la stanza e il corridoio, per poi girarsi verso Camille.
"Ti va di darci una mano ad investigare?"
"E uscire con un assassino a piede libero? Manco morta!"
"Ma tanto dovrai uscire lo stesso, al class trial."
"Hmpf..."
"E poi sarai al sicuro, sarai affianco a me e a Nicole: avrai almeno un testimone in ogni caso! Allora? Che dici?"
"Eh? Ci dobbiamo portare in giro la francese?"
"La français a un nom, putain!"
Camille strisciò a fatica fuori dalla stanza. Essendo il ripiano del quadro alto più di mezzo metro, la ragazza faceva fatica a salire per uscire.
"Non voglio che pensi di non potersi fidare di nessuno! Siamo tutti vittime qui e dobbiamo lavorare insieme per salvarci!"
"Sì ma, è francese!"
"E allora?"
"...Non usa il bidet!!"
"PFFFFFF-"
"NON RIDERE SONO SERIA! L'IGIENE KYARA! PENSA ALL'IGIENE!"
la rimproverò Nicole prendendola per le spalle, anche se il sorriso e la risata nella voce non rendeva giustizia al suo tentativo di serietà.
E quindi eccole lì, le tre ragazze dai capelli rosa: la più grande che guardava il soffitto e camminava al lato per evitare l'innominabile liquido rosso che si era seccato sul pavimento, la più bassa che guardava pensierosa la scala, e Kyara, che non sapeva nemmeno da dove iniziare un'investigazione.
La fanno facile nei videogiochi!
Hai tutto il tempo del mondo per interagire con tutto l'interagibile della mappa e solo poi puoi proseguire con il gioco! Anche se muori non importa perche tanto torni al punto di salvataggio!
Ma qui no.
Qui si faceva sul serio.
Qui se non trovava un indizio, un dettaglio, un qualsiasi cosa... Sarebbe morta assieme a tutti quanti.
La paura, l'adrenalina, l'ansia, ogni sentimento era così vero, così tangibile che era quasi surreale. Non riusciva nemmeno a credere che stesse succedendo tutto ciò.
Camille scese alcuni gradini per raggiungere le altre due:
"Il san-"
"HMMMMMM"
Nicole teneva il mento alto, ma abbassò lo sguardo con gli occhi sgranati verso la francese come per dire "non nominarlo ti prego".
Camille sbuffò.
"Il "succo di Melograno" appare a metà scala e scende verso il basso. Quindi o qualcuno è stato lanciato in stile quadernetto... Oppure.... ENID!"
"DICA?"
Enid apparve alla fine della scala, per poco non inciampò su un pezzo di cadavere ma si salvò con una capriola per poi salire le scale verso le scale.
"Mon ami! Hai per caso qualche... Interesse amoroso per cui ti potrebbe servire il mio aiuto?"
Camille mise su il suo migliore sorriso da affari ma non sembrò convincere in alcun modo Enid.
"No grazie, sono apposto"
"Merde! Ok, che vuoi per lanciarti giù dalla rampa di scale a peso morto?"
Kyara rimase allarmata.
"CAMILLE!"
"AH MA QUELLO LO FACCIO PURE GRATIS"
"ENID!"
Non vi fu modo di fermare la stuntman che corse su per le scale mentre Camille trascinava giù le altre per osservare la scena.
Intanto al piano terra c'erano anche Mohan e Camille Stephane incuriositi dalla scena.
Il primo in realtà era più preoccupato, mentre l'altrx stava sgranocciando un saccetto di snack salati come se fossero al cinema.
"Gradisci?"
"No grazie- sono apposto"
Gli sorrise cordialmente il ballerino.
"VADO?"
Lx stuntman biondx si stava stiracchiando dalla cima delle scale.
"VAI VAI"
Lo incitavano entrambe le Camille, mentre Kyara e Mohan gli dicevano in tutti i modi di non farlo.
"ENID NO TI PREGO, POTRESTI FARTI MALE!"
"Enid non farlo!"
"Ok allora, come devo cadere? So yeettarmi, so buttarmi a "rolling girl", so-"
"Cerca di buttarti come se qualcuno ti avesse spinto da dietro!"
Le rispose Camille.
"CAPITO!"
Enid prese le misure, poi incurvò davanti la schiena muovendo le mani ai lati come cercando l'equilibrio e poi scese le scale capitombolo per capitombolo.
Camille Stephane rise divertitx
"ANCORA! ANCORA!".
"Enid tutto bene?"
"STO BENE!"
"CHE CAZZO STATE FACENDO DI QUA?"
Noa corse verso il gruppetto, il viso corrucciato dalla rabbia e dalla preoccupazione.
"Enid si è lanciata giù dalle scale"
"CHE?"
Noa prese un respiro profondo e cercò di calmarsi
"Perché Enid, Perché?"
"Me L'ha chiesto Camille!"
Noa si voltò verso Camille
"E te lo dovrò chiedere di nuovo, ma stavolta cadendo di spalle. Non mi ha convinto molto."
"OK!"
"FEEERMI!"
Noa fu più veloce di Enid e lx prese per il grembiule prima che potesse risalire le scale.
"Nessuno si butta più giù da nessuna parte! Che cazzo volevi fare? Far morire un altro di noi?"
Il suo sguardo si posò freddo e inquisitorio su Camille.
"È UN CAZZO DI STUNTMAN! SAPRÀ CADERE SENZA ROMPERSI LE OSSA, NO? Te sai nuotare senza annegare, lui saprà non spaccarsi il cranio cadendo!"
"MA TI PARE CHE DEVE RISCHIARE PERCHÉ LO DECIDI TU?"
"Era per capire come è caduto il morto! Magari è stato tutto un incidente! E non lo sapremo mai perché Miss Furia ha-AHIA, EHI!"
Noa spinse Camille che, se non fosse stato per Kyara, sarebbe caduta all'indietro.
"Cerchiamo di calmarci!"
Mohan si mise in mezzo.
"Vi prego, nessuna di voi due aveva cattive intenzioni, e la situazione non è delle più serene. È chiaro che siamo tutti stressati per la storia del classtrial, ma bisogna mantenere la calma e collaborare."
"Mohan ha ragione. Forza mettiamoci al lavoro! Abbiamo tutto il tempo del mondo per prepararci quindi un bel respiro e continuiamo!"
Gli altoparlanti si accesero.
Un rumore robotico come di schiarimento di gola rimbombò per la scuola.
"ULTIMATES EUROPEI!
IL VOSTRO TEMPO È SCADUTO! TEMPO DI ANDARE TUTTI ALLA STANZA ALLA FINE DEL LUNGO CORRIDOIO PER IL VOSTRO PRIMO, EMOZIONANTE CLASSTRIAL. SBRIGATEVI, NON VEDO L'ORA DI VEDERVI TUTTI ANNEGARE NEL VOSTRO STESSO SANGUE"
"Tutto il tempo del mondo. Oui Kyara."
Commentò Camille.
Passo dopo passo
Kyara camminò quel lungo corridoio passo dopo passo.
La mente non voleva, ma il corpo si muoveva comunque.
Le prime vetrate ai lati, un tempo bianche e luminose come le stanze, ora mostravano un buio doloroso, offuscante.
Un nero che esprimeva perfettamente ciò che temeva Kyara.
Ciò che non riusciva a descrivere, ma che le stava attanagliando l'animo da quando si era svegliara.
Un nero intrinseco di disperazione.
✩░▒▓▆▅▃▂▁ ▁▂▃▅▆▓▒░✩
BUONGIORNO/BUONASERA GENTE!
E che dire? Piaciuto il nuovo capitolo?
A me molto.
Come sempre devo fare le domande di servizio: quali personaggi vi stanno piacendo di più? Se avete feedback sui vostri non temete a scrivermi
E per come sta andando la storia? Vi sta gasando? Avete già qualche teoria su chi sia l'assassino?
Tutto sarà confermato nel capitolo conclusivo dell'arco!
Bye byeee!
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