Mare nero,
nell'oscurità della notte.

Così tu sei, così tu vedi.
Tu sei il mare nero.
Acqua d'ombra che tutti temono.

Mozziconi di sigarette nelle tue onde,
spuma che sa di alcool, amara ti brucia con l'assenzio.

Eppure io l'ho vista
e tu me l'hai mostrata.
La grande luce lì nel mezzo delle acque.

Mi hai permesso di nuotarci incontro,
io la desideravo.
Con il bruciore del buon assenzio in gola,
con l'odore delle sigarette nel naso.
Amavo,
amavo tutto.

Nuotai nel tuo profondo, mare,
tu mi hai permesso di farlo,
tu mi hai mostrato la tua luce.

E mi avvicinavo sempre di più,
mi inondavi della tua luce metre l'ossigeno veniva a mancare
e mi davi nuova aria,
Come io davo a te qualcuno a cui mostrare la luce.

Poi, quando arrivai al centro di quell'etere,
immersa nel tuo calore,
quando raggiunsi la maniera più completa per toccarla, per assaporarla...

la luce si affievolì.

Proprio quando me l'avevi data,
proprio quando l'avevo toccata definitivamente,
la luce si spense per me.

Esisteva ancora, eppure
non brillava più per i miei occhi.

Si spegne,
si spegne,
si spegne,

la luce brillante come il tuo sorriso.

Mare, perché?

Non la vedevo bene,
non la vedo bene.

Così io esco dalle tue gelide acque.
Esco e lascio posto a coloro a cui adesso la mostri.

[Quando l'ho scritta ero piuttosto trascinata dalle sensazioni che provavo. Ho tagliato alcune parti un po' troppo specifiche e personali dato che sarà comunque una poesia pubblica]