{𝑃𝑟𝑢𝑠𝑠𝑖𝑎 𝑃𝑂𝑉}
Confederazione era cresciuto ed aveva fatto 2 anni e nel mentre io avevo fatto amicizia con Impero Russo.
Ci vedevamo spesso e lui mi parlava molto spesso di sé e della sua famiglia. A quanto pare suo fratello maggiore morì di cause misteriose e senza eredi e per questo lui salì al trono. Disse anche che aveva vissuto praticamente tutta la sua infanzia, ed adolescenza, col fratello a prendersi cura di lui, dato che il padre morì quando lui aveva 4 anni. Mi tornò in mente il tempo passato dopo la morte di mio padre. In un certo senso avevamo passato una storia simile.
<Mi dispiace per tuo fratello, così tanto>
<Ah, non ti preoccupare, sto alla grande! È passato così tanto tempo!>
Non sembrava turbato dalla sua morte, per niente, dava quasi l'impressione che non gli sia mai importato di lui. Io gli sorrisi dolcemente, doveva essere particolarmente ottimista e poi l'aveva detto pure lui: era passato tanto tempo. Io non avevo ancora superato la morte di Brandeburgo ma erano passati pochi anni. 

In quel periodo Werner stava molto con Confederazione, quasi sempre. Aveva sempre avuto un debole per i bambini, ma ora che il bambino era suo era completamente innamorato. Un giorno li trovai entrambi che dormivano su un divano. Peter imbraccio a Werner con un filo di bava che gli usciva dalla bocca, doveva dormire profondamente. Mi avvicinai e gli pulì il viso con un fazzoletto. 

Il mio bambino,e che bel bambino. Era tutto il padre, se non per gli occhi.
Speravo che un giorno sarebbe diventato forte e potente.
Come me, d'altro canto.
Ero venutx a sapere che Impero Austriaco aveva avuto una figlia,ma ancora non l'avevo vista,mi era passato di testa.

{𝑇𝑒𝑟𝑧𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎 𝑃𝑂𝑉}

Lombardo Veneto guardava la bambina bere da un biberon grande quanto la sua faccia.
Le guardò gli occhi...
Vacui,bui,bianchi.
Un po' si sentì dispiaciuto del fatto che la bambina fosse cieca.
Dall'altro avrebbe solo voluto poter non fare da babysitter ad una neonata almeno per un giorno.
Impero austriaco gli aveva detto di farlo e di prestarle attenzione.
A volte si chiedeva se era lui il padre o l'austriaco.
A cui la figlia sembrava solo una cimice,eppure Austria-ungheria era una bambina brava.
Piccola,ma brava.
Piangeva poco,era calma e quando voleva qualcosa semplicemente allungava la mano e diceva frasi ibconprensibili e prive di un vero significato,era carina, molto carina. Ma né al padre né alla madre lei interessava. Doveva ancora bere il latte della mamma alla sua età di solito, ma la mamma non voleva e Lombardo Veneto si trovò costrettp a dargli del latte diverso.
I due genitori erano negligenti e irritati dalla figlia.
E Lombardo Veneto,sebbene non voleva altro che poter andare via da quel castello Asburgico dove doveva solo sballottarsi a destra e a sinistra per fare ciò che gli è detto, non voleva che la Bambina fosse abbandonata a sé stessa.
Anzi, aveva incominciato ad affezionarsi.

Quelle guance grandi,i capelli Biondini sul riccio e il corpicino piccolo coperto da un vestitino rosa la faceva sembrare quasi una bambola, ma era davvero graziosa.
Gli Asburgo la aveva schifata quando avevano scoperto la sua cecità,ma gli Asburgo erano l'ultimo dei problemi in quel momento.
Il biberon finì e la bambina se lo tolse dalla bocca e lo agitò sperando che qualcuno lo prendesse.
Lombardo Veneto lo prese.
Lo posò su un tavolino e la guardò.
Jonas entrò nel salotto e li guardò.
<Giovanni vieni,ho bisogno di te> disse scocciato,ma nei mesi si era abituato.
<Mi sto occupando della bambina,chieda a mio cugino Toscana>
Austriaco alzò gli occhi al cielo d se né andò.
"Cretino" pensò l'italiano tornando su Austria-ungheria.

{𝐼𝑚𝑝𝑒𝑟𝑜 𝐴𝑢𝑠𝑡𝑟𝑖𝑎𝑐𝑜 𝑃𝑂𝑉}

Mi girai ed uscì dal salotto.
Che fastidio.
Un enorme fastidio.
Era mia figlia ma mi dava fastidio.
Era come una puntura di zanzara.
Era figlia di me e di Regno d'Ungheria, e non solo è nata da un amore finto, ma era femmina e cieca.
Cosa poteva andare peggio? Sarebbe diventata muta?
Non riuscivo a volerle davvero bene la rabbia era troppa.
E Lombardo Veneto si era avvicinato a lei e le dava attenzioni come un padre quando il padre ero io.
Ero geloso...ma non gli dicevo nulla,dato che sicuramente io l'avrei lasciata da sola.
Ero arrabbiato anche con Prussia,che di punto in bianco era scomparso, Ero innervosito dagli Asburgo, ero arrabbiato con Regno d'Ungheria, con Impero Russo, con Baviera...
Entrai in camera del Toscano,lui già sembrava abbastanza tollerabile, che stava scrivendo una lettera.
<Guten Tag, Toskana> lo salutai.
Lui si girò di scatto e una goccia di inchiostro gli cadde sul foglio.
<Cazzo! Uh- scusi- salve->
Granducato posò la penna e guardò il foglio.
Era un grande scrittore di poesie e le custodiva tutte con cura ed alcune le regalava ai parenti o a chi gli stava simpatico.
Era un uomo d'arte, amante del rinascimento e grande stimatore dei de' Medici.
Aveva una copia della nascita di Venere di Botticelli in camera.
Lui aveva vissuto quei tempi e ne era ancora innamorato.
<Che scrivi?>
<Una poesia...ha bisogno di qualcosa?>
<Si dovrei andare ad una riunione con gli Asburgo oggi, potresti andare dal fioraio qui vicino a comprare dei fiori per mia moglie?>
<Perché io?>
<Perché Lombardo è occupato>
<Ma- non c'era un fioraio->
<Oh! Lui? Era un idiota! Gli chiedevo le viole e mi portava le ginestre!>
Granducato sospirò e si alzò.
<Va bene,lo farò>
<Danke>
L'austriaco se né andò subito.

[Angolo autore]

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