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𝐱𝐯𝐢𝐢𝐢. - verità

-Ci siamo- disse Tony, uscendo dalla stanza.

-Stiamo atterrando- aggiunse il dottor Strange, mentre il suo mantello lo raggiungeva.

Alex, che fino a quel momento era rimasta a giocherellare con la sua pergamena, si alzò di scatto.

Peter fece lo stesso, per poi incamminarsi verso il signor Stark.

Quest'ultimo si voltò verso i due ragazzi, con sguardo preoccupato.

-Siete assolutamente sicuri di volerlo fare?-

I due annuirono, senza neanche un briciolo di ripensamento.

Alex iniziò a lucidare e ad affilare i suoi pugnali.

Il signor Stark glielo aveva detto. Questo non era l'aeroporto.

Era una battaglia ben più grande, contro un nemico ben più grande.

-Peter...- disse lei, mentre indossava l'armatura.

Il ragazzo corse subito nella stanza.

-C'è qualcosa che non va?- le chiese, preoccupato.

-No no, è solo che...potresti descrivermi questo Thanos?- replicò lei.

Peter annuì, andandosi a sedere accanto a lei sul letto.

-E' un titano, molto potente, che ha con sé un guanto, chiamato Guanto dell'Infinito. In questo guanto sono incastonate sei diverse gemme. La gemma del tempo, dello spazio, della mente, dell'anima, del potere e della realtà -

Queste ultime parole le fecero uno strano effetto, come un senso di acidità infondo allo stomaco.

-Qual è l'ultima gemma?-

-Quella della realtà, di colore rosso-

La ragazza deglutì.

Un ricordo, conservato in un minuscolo angolo messo in disparte nella mente di Alex, si fece avanti.

Una gemma rossa, che Odino teneva incastonata nel suo scettro, quando distrusse la sua casa. Un'immagine del re di Asgard le comparve nella mente.

Nel suo scettro non c'era mai stata quella gemma.

-Un gemma rossa...- ragionò Alex.

Riusciva quasi a sentire il suo cervello che lavorava, in cerca di una risposta.

-Essa ha il potere di cambiare la realtà che si conosce. Se io in questo momento decidessi di usarla, potrei tranquillamente farti credere di essere il signor Stark. Tu mi prenderesti per lui-

Eccolo. L'ultimo pezzo per completare il puzzle.

-Quello non era Odino...- sussurrò Alex.

-Era Thanos! Io ho odiato per così tanto tempo la mia vera famiglia...e non era neanche colpa loro...-

Si prese la testa tra le mani, incapace di credere a tutto quello.

-Chi era Thanos?- chiese Peter.

-Ricordi quando ti ho raccontato di Odino, che era subentrato nella mia vecchia casa e aveva fatto uccidere mia madre?-

Lui annuì.

-Quello non era Odino. Era Thanos. Ora ricordo tutto. Nel suo scettro c'era proprio la gemma della realtà, che lui ha usato per fingersi Odino-

Quando Peter capì ciò che stava dicendo, rimase a bocca aperta.

-O mio Dio...- commentò, coprendosi la bocca con una mano.

-Io li ho odiati...li ho odiati e loro non avevano fatto niente- continuava a ripetere Alex, sforzandosi per non scoppiare a piangere.

Peter la strinse forte, cercando di tranquillizzarla.

-Ehi, stai tranquilla. Non è colpa tua. Non lo sapevi. Hai vissuto tutta la tua vita pensando questo, e Odino è morto troppo presto per poterti raccontare la verità. Non appena tornerai ad Asgard, racconterai tutto a Thor, e vedrai che accetteranno subito le tue scuse-

Alex tirò su col naso, mentre la tristezza cedeva il posto a una rabia incontrollabile.

-Peter- disse, stupendo anche lui col suo tono furioso.

-Andiamo ad uccidere Thanos-

Lui sorrise, sistemandole una ciocca di capelli dietro le orecchie.

-E' tutto tuo. Forza, usciamo di qui-

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-Ci siamo tutti- disse Tony, passando in rassegna la squadra d'attacco.

-Strange- riprese -puoi aprire-

Lui fece un movimento circolare con le mani. Dopodiché, la porta che li chiudeva dentro la nave da giorni, si spalancò.

Alex intravide lo scorcio di un pianeta dal suolo giallastro, simile a quello lunare.

Peter si chiuse nella sua armatura, prima di iniziare a camminare insieme agli altri verso l'uscita.

-Ora o mai più- disse il signor Stark.

Poi fecero il loro primo passo sul pianeta.

Rimasero tutti stupiti, quando notarono che davanti a loro non c'era nessuno.

Il cielo, di un colorito grigiastro, era colmo di nuvoloni neri.

Persino l'aria, su quel pianeta, era colorata, precisamente gialla.

-Non c'è nessuno qui- disse Strange, guardandosi attorno.

-E' una trappola- rispose Tony -ve lo assicuro-

E infatti, proprio in quel momento, apparve Thanos.

Comparve in una nuvola di fumo viola, proprio alle loro spalle.

-Oh, ma guarda. Il resto degli Avengers- disse, con la sua voce profonda.

-Siete pronti a fallire proprio come l'altro gruppo?-

-Diciamo che non rientra nei nostri piani- rispose il signor Stark, calandosi la maschera sulla faccia.

Posò il suo sguardo gelido su Alex, sorridendo beffardo.

-Oh, ma guarda, mi ricordo di te. Sai, eri solo una bambina, la prima volta che ti ho visto...-

-TU HAI UCCISO I MIEI GENITORI!- urlò lei, interrompendolo.

-Un piccolo prezzo da pagare, per una grande causa- commentò, con un ghigno sul volto.

Peter la tenne ferma per un polso, prima che la ragazza potesse partire all'attacco.

-Alex, resta qui- le sussurrò, tentando invano di calmarla.

-Peter, lui ha ucciso i miei genitori! Non merita di aspettare ancora-

Detto questo, si liberò dalla sua stretta, lanciandosi contro il titano.

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-Steve- disse Natasha, correndogli incontro.

Il Capitano era seduto a terra, con lo sguardo perso in lontananza.

Nat notò che aveva gli occhi lucidi, ma che stava facendo di tutto per contenere la sua tristezza.

-Abbiamo perso, Nat- disse, girandosi verso di lei.

Lei gli posò una mano sulla spalla, sedendoglisi accanto.

Si guardò intorno, trovando solamente distruzione.

I corpi senza vita delle creature contro le quali avevano combattuto si stavano già sgretolando, lasciando sul suolo una polvere nerastra.

Distolse lo sguardo.

Notò che Steve stringeva tra le mani il vecchio mitragliatore di Bucky.

Non riusciva neanche a pensare quanto dovesse essere distrutto.

Visione era morto. La sua gemma era nelle mani di Thanos.

La sua stessa fine avevano fatto anche Wanda, Sam, T'Challa, Bucky...

La metà di loro.

Si prese la testa tra le mani.

Loro erano gli Avengers, i Vendicatori.

Non si capacitava all'idea di aver perso.

-Gli altri non lo sanno- disse, senza però rialzare la testa.

-Che Thanos abbia fatto tutto questo. Non sanno niente-

Steve sembrò risvegliarsi da un incubo.

-Oh, no...- commentò, passandosi una mano tra i capelli.

Si alzò di scatto, lasciando cadere l'arma di Bucky.

-Tu resta qui di guardia. Non sappiamo cosa aspettarci. Io cerco di contattare Tony-

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