𝐱𝐯𝐢𝐢. - la bellezza di mille stelle
-CI SONO! SONO SVEGLIO!- disse Peter, raddrizzandosi di scatto sul letto.
Alex si lasciò sfuggire una risata, andandosi a sedere accanto a lui.
-Tranquillo, mancano ancora cinque minuti-
-ANCORA? MA CINQUE MINUTI E' POCHISSIMO!-
-E va bene, va bene. Hai ragione tu-
Il ragazzo si alzò dal letto, per poi rivolgersi alla ragazza.
-Non sei felice di fare sedici anni?-
-Certo che lo sono. Insomma, non festeggio il mio compleanno da quasi tredici anni, ma...-
-COOOSA? No, questo non va bene. Mi dispiace solo di essere nello spazio, altrimenti ti avrei fatto la festa più bella mai vista-
Lei arrossì, sorridendo a Peter.
-A me va bene già essere con te. Non mi serve nient'altro-
Lui rispose al suo sorriso, lasciandole un bacio sulla fronte.
-Ora, signorina, è arrivato il momento-
L'orologio segnava le 23:59.
-Vieni-
Peter le prese la mano, portandola fuori dalla stanza. Arrivarono davanti a un grande vetro trasparente, che occupava gran parte del lato destro della nave.
Da lì, i due ragazzi godevano di una fantastica vista direttamente sulla galassia.
-E'...bellissimo- sussurrò Alex, con occhi sognanti.
Proprio in quel momento, l'orologio di Peter emise un suono.
-Mezzanotte- disse, cingendo i fianchi della ragazza con le mani.
-Buon compleanno, Alex-
Le loro labbra si incontrarono di nuovo. Peter riusciva a sentire il sorriso che Alex aveva sulla bocca.
Non riuscì a non fare lo stesso.
Quando si staccarono, sembrava essere passata un'eternità.
-Ora passiamo ai regali- disse Peter, frugandosi in tasca.
Ne estrasse una scatolina blu, cosa che fece sussultare Alex.
-No, stai tranquilla. Non sto per chiederti di sposarmi. Almeno, non per adesso-
Alex scoppiò a ridere, mentre Peter prendeva un grande respiro.
-Ricordi quel giorno, quando hai rivisto per la prima volta dopo anni la tua vecchia casa?-
Lei annuì.
-Ecco, avevo pensato che...- aprì la scatola, che conteneva un foglio arrotolato.
Lo aprì.
Era un contratto di ristrutturazione.
-...ti avrebbe fatto piacere ritornarci a vivere-
Alex prese il foglio tra le mani, rimanendo a bocca aperta.
Non sapeva cosa dire. Era così felice che avrebbe potuto esplodere da un momento all'altro. Tutto quello che fece, alla fine, fu buttarsi tra le braccia di Peter, che la strinse forte a sé.
-Grazie, Peter- gli disse, affondandogli le mani nei capelli.
-Grazie a te, per avermi cambiato la vita-
Sentirono dei passi che si avvicinavano sempre di più, cosa che li fece allontanare l'uno dall'altro.
-Un uccellino mi ha detto che qualcuno, qui, ha appena compiuto sedici anni- disse Tony, fingendosi sorpreso.
-Beh, quell'uccellino non si è sbagliato- rispose Alex, sorridendo.
-Buon compleanno, Alex- le disse lui, rispondendole al sorriso.
-BUON COMPLEANNOOO!- si aggiunse Quill, che accorse correndo dall'altra stanza, stritolando Alex in un abbraccio.
Doveva ammetterlo, non se lo sarebbe mai aspettata da lui.
-Mi dispiace solo di non essere sulla Terra, in questo momento. Ti avrei fatto preparare una torta da Pepper-
Alex si lasciò sfuggire una risata.
-Va benissimo così, non preoccupatevi-
-E allora? Cosa ti ha regalato questo giovanotto qui?- chiese Quill, indicando Peter.
La ragazza, sorridendo, gli mostrò il contratto, spiegandogli cosa fosse.
-Wow. E' proprio un super regalo! Mi hai sorpreso, ragazzo- disse alla fine, dando una pacca sulla spalla a Peter.
-E con l'esattezza, come pagherai tutto questo?- chiese Tony, studiando il progetto.
-Con tutto quello che avevo, più un piccolo aiuto da zia May- spiegò Peter, sorridendo ad Alex.
Tony annuì, ridando il foglio alla ragazza.
-La pergamena di mia madre!- esclamò lei, correndo nella sua stanza.
Era arrivato il momento.
Le tremavano le mani dall'ansia, ma riuscì comunque a liberare la pergamena dal fiocco di velluto verde che la teneva ferma.
Andò a sedersi sul letto. Lanciò un occhiata alla sua destra, immaginandosi il padre lì accanto a lei.
Sorridendo, e col cuore in gola, iniziò a leggere la lettera.
-"Mia cara Alex, se stai leggendo questa lettera significa che hai appena terminato il tuo quindicesimo giro intorno al mondo, per iniziarne uno nuovo. Inizio col farti gli auguri, anche se, ahimè, non posso essere lì a festeggiare insieme a te. Che fantastica ragazza che sarai diventata! Sono sicura che sarai ancora identica a tuo padre, in tutto e per tutto. Come avrai intuito, grazie alla tua straordinaria intelligenza, c'è una cosa di cui voglio parlarti. Come ben sai, il tuo destino sarebbe quello di regnare su Jotunheim. Beh, io ti sto scrivendo per dirti che non deve essere necessariamente così. C'è un modo per cambiare il tuo destino, anche se molto pericoloso. Dovrai andare nel regno d'origine di tuo padre, ed uccidere il suo sovrano. Solo così potrai far si che sia suo figlio a salire al trono, e non tu. Ma c'è qualcos'altro. Dovrai ucciderlo obbligatoriamente con lo scettro di tuo padre. Ricordi? Era quello illustrato nel libro che ti leggevo da bambina. Sono sicura che quest'informazione ti ritornerà utile. E sai cosa ti dico? Esiste una persona, nell'Universo, che riuscirà a scioglierti il cuore. Lo so per certo. Non so se tu lo abbia già incontrato. Se si, non potrei essere più felice per te. Anzi, per voi. Ancora auguri, amore mio. Ti voglio bene, e te ne vorrò sempre. Non scordarlo mai"-
Alex rilesse più volte la lettera, con le lacrime agli occhi. Erano lacrime di felicità.
Avrebbe potuto cambiare il suo destino. Sarebbe potuta restare con Peter. Avrebbe riavuto la sua casa. Avrebbe avuto una vita vera.
Richiuse la pergamena, richiudendola accuratamente con il nastro.
Qualcuno bussò alla porta.
Un secondo dopo, Peter era entrato nella stanza.
-Allora?- le chiese, indicando la lettera con la testa.
-C'è un modo- rispose lei.
-Un modo per fare cosa?-
-Non dovrò regnare su Jotunheim. Potrò vivere su Midgard. Potrò stare con te -
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