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𝐱𝐯𝐢. - farete attenzione?

Era notte fonda quando Alex decise di alzarsi dal letto. Erano ore che se ne stava lì sdraiata senza fare assolutamente nulla. Era rimasta ad ascoltare il respiro di Peter che dormiva. Lei, al contrario suo, non riusciva proprio a prendere sonno. Continuava a pensare a quella pergamena, poggiata accanto al loro letto improvvisato. Ora che il momento di leggerla si stava avvicinando sempre di più, l'ansia iniziava a farsi sentire.

Cosa avrebbe trovato scritto? Sarebbe scoppiata a piangere? O avrebbe sorriso?

Questo lo avrebbe saputo tra poche ore.

Peter mormorò qualcosa di incomprensibile nel sonno. Alex, in piedi davanti a lui, non riuscì a non sorridere. Sdraiato in quel modo sul letto, con le braccia strette intorno al cuscino e i ricci dei capelli sconvolti sulla fronte, le ricordava tanto quel bambino che aveva visto nella fotografia nel salotto di zia May.

Pensò a come quel ragazzo le avesse cambiato la vita, stravolgendola completamente e rendendola bellissima. Era convinta che non avrebbe mai conosciuto l'amore, ed ecco che era arrivato lui. Chiusa in quella camera nel palazzo di Asgard, non avrebbe mai pensato di trovarsi così.

Felice, con qualcuno che l'amava. Con il cuore scongelato.

Un'ombra catturò la sua attenzione. Girò la testa di scatto, ritrovandosi davanti agli occhi il signor Stark.

-Non riesci a dormire, Alex?- le chiese, a bassa voce, mentre lei gli si avvicinava.

-Sono troppo agitata. Preferisco rimanere a guardare Peter che dorme e abbraccia un cuscino- rispose lei, mentre Tony sorrise.

-Sai, prima che arrivassi tu era molto diverso. Tu sei convinta che lui abbia cambiato la tua vita, e non ti sbagli. Ma ti assicuro che anche tu hai cambiato la sua-

Alex si voltò verso Peter, che proprio in quel momento si voltò dall'altro lato.

-Riesco a capire quando qualcuno è veramente innamorato di una persona- riprese Tony, rimanendo appoggiato allo stipite della porta.

-Io dieci anni fa ero come te. Ero convinto che non avrei mai trovato l'amore della mia vita. Ero arrivato a considerare l'amore qualcosa di non importante, qualcosa di cui si può fare benissimo a meno. Poi è arrivata Pepper e...ho capito cosa volesse dire amare veramente una persona-

Alex sorrise, allontanandosi dal letto.

-E tu lo ami veramente- concluse Tony.

-Non immagini neanche quanto- rispose lei, mentre seguiva il signor Stark nell'altra stanza.

Su una delle poltrone che spettavano ai piloti, Quill si era addormentato. Aveva ancora le cuffiette alle orecchie, e la musica continuava vagamente a sentirsi.

-Pronta per domani?- chiese Tony, mentre preparava ciò che sembrava una camomilla.

-Diciamo di si. Non ho mai combattuto veramente. Cioè, a parte quella volta all'aeroporto, ma...-

-Oh si, quando ti stavo per uccidere con un laser. Oh, a proposito, non ti ho mai chiesto scusa-

-Per fortuna c'era Peter, che ha guarito le mie ferite- rispose Alex, rivolgendo un sorriso a Tony.

-Senti, Alex- riprese lui dopo un pò, tutto ad un tratto diventato serio.

In mano teneva una tazza con l'orlo spaccato, contenente della camomilla fumante.

-So quanto tieni a Peter, e so ancora meglio quanto lui tiene a te. Siete ancora dei ragazzi...non voglio che corriate dei rischi. E' per questo che vorrei che voi due restiate qui, domani, mentre noi altri andiamo da Thanos e...-

Tony non ebbe neanche il tempo di finire la frase, che Alex lo aveva già interrotto.

-Tony, ti ringrazio per questo tuo interesse, ma sia io che Peter vogliamo combattere. Thanos ha ucciso mio padre. Io più di tutti voi messi insieme vorrei poterlo fare sparire dalla faccia dei Nove Mondi. Ti prego, lasciaci combattere-

Lui rimase a guardarla in silenzio, sorseggiando di tanto in tanto il liquido nella tazza.

-Farete attenzione?- chiese dopo un pò.

-Quill ci controllerà. Quando sarà il momento di andarcene noi...-

-Assolutamente no, Quill non vi controllerà. Al massimo voi dovreste controllare lui-

-Perfetto, allora agiremo da soli. Insomma, me l'ero cavata bene all'aeroporto-

-Questo non è affatto l'aeroporto, Alex- l'interruppe Tony, posando la sua tazza.

Alex restò in silenzio, in attesa che aggiungesse qualcos'altro.

-Vedi Alex, è dal 2012 che con gli Avengers tentiamo di salvare il mondo un giorno si e uno no. Fino ad adesso ce l'abbiamo sempre fatta, ma tutto ha un prezzo. Per mille persone che salviamo, altre mille sono già morte. E non è detto che anche noi usciremo tutti indenni da questa battaglia-

Seguirono alcuni minuti di assoluto silenzio, interrotti solo dal respiro di Peter che ancora si sentiva.

-Io non voglio che tu o Peter moriate- disse alla fine, abbassando lo sguardo.

Eccole. Quelle parole.

Alex aspettava di sentirsele dire fin da quando erano partiti.

Anche lei aveva pensato a cosa sarebbe successo nel caso lei fosse morta.

L'idea in sé non la spaventava più di tanto.

Potrebbe sembrare un pò macabra come cosa, ma se pensava che, morendo, avrebbe rivisto suo padre, non era più così triste.

Anzi, quasi desiderava morire.

D'altra parte, aveva considerato cosa c'era dall'altra parte.

La vita, scoprire cosa volesse dirle sua madre in quella pergamena, Peter...

No, lei avrebbe lottato per restare in vita.

In fondo, suo padre avrebbe voluto questo.

-Non moriremo, Tony- rispose alla fine, guardandolo negli occhi.

Lui annuì, ma il suo sguardo era distante.

-Quanto manca a mezzanotte?- le chiese.

-Circa un'ora-

-Ho ancora il tempo per mostrarti una cosa...-

Tony fece segno ad Alex di seguirlo, e così lei fece.

Si ritrovarono in un'altra stanza, molto più grande delle altre. Lì Tony aveva disposto tutti i suoi apparecchi elettronici, armatura compresa, che chissà come era riuscito a portare fino a lì.

Subito, qualcosa di incredibilmente familiare catturò l'attenzione della ragazza.

Lo scettro di suo padre.

-Come mai non c'è più la gemma?- chiese a Tony, notando l'assenza della solita luce blu.

-La gemma contenuta in quello scettro è in realtà una gemma dell'infinito, e per questo è stata rubata da Thanos. Ora gli manca solo quella del Tempo, custodita dal dottor Strange, e poi potrà schioccare le dita ed eliminare metà dell'Universo- spiegò.

-Ma non è di questo che volevo parlarti- riprese dopo pochi secondi.

Da dietro lo scettro, estrasse i due pugnali di Alex. Ora risplendevano di una luce bluastra, che formava una moltitudine di filamenti per tutta la loro superfice.

-Sono riuscito ad inserire ciò che rimaneva del nucleo della gemma nei tuoi pugnali. In fondo, lo scettro apparteneva a tuo padre, quindi hai tutto il diritto di avere questo "potenziamento"-

Alex prese in mano i pugnali, per poi infilarseli nelle tasche dei pantaloni.

-Grazie, Tony- disse.

Lui sorrise, per poi controllare l'orologio.

-Ora vai nella tua stanza, manca poco a mezzanotte. E non vorrai lasciare Peter da solo-

Alex lo ringraziò ancora, poi si voltò e ritornò nella sua stanza.

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