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𝐱𝐢𝐯. - cosa proveresti, alex?

-TUTTI IN PIEDI DORMIGLIONI, SU SU!- urlò il signor Stark, battendo le mani ed entrando con passo spedito nella camera di Peter e Alex.

La ragazza si svegliò di scatto, rizzandosi a sedere.

-Alex ti prego, ancora cinque minuti...- mugugnava Peter, stropicciandosi gli occhi.

Quando realizzò che a parlare era stato il signor Stark, scattò in piedi.

-Non volevi altri cinque minuti?- commentò Tony.

-No signore, sono sveglissimo- rispose Peter, con la voce che gli tremava leggermente.

Alex si lasciò sfuggire una risata.

-Abbiamo individuato il pianeta dove Thanos ha intenzione di andare. Inoltre, Steve, Rhodey e Bruce sono andati nel Wakanda. Credo proprio che ci serva l'aiuto di un re...-

-Tra quando è previsto l'arrivo?- chiese la ragazza.

-Un paio di giorni, non di meno. A quanto dice Quill, è in un sistema stellare completamente diverso dal nostro-

Peter si tolse la felpa che aveva addosso, rimanendo col vecchio costume sotto.

-Hai veramente dormito col costume?- chiese lei, ridendo.

-Beh...si, mi sono scordato- rispose lui, sorridendo.

Si avvicinò a lei, porgendole la felpa.

-Puoi mettere questa, se vuoi. Insomma, è colpa mia se tutti i tuoi vestiti sono rimasti al quartier generale. Meriti tu questa felpa-

Lei la prese, togliendosi rapidamente la sua felpa ormai sudicia.

-E poi, ricordati una cosa- riprese dopo un pò Peter.

-Di solito, qui sulla Terra, i fidanzati prestano molto spesso le proprie felpe alle fidanzate. Quindi potresti abituartici-

Lei scoppiò a ridere. La felpa era bordeaux, non più verde come quella di prima. Le andava veramente larga. La copriva praticamente fino a metà coscia, le maniche le arrivavano fin sotto le dita della mani, ed era almeno tre taglie in più in larghezza rispetto alla sua.

-E' bellissima- disse alla fine, mentre Peter sorrise.

Poi, un rumore catturò l'attenzione della ragazza.

-Lo hai sentito?- chiese a Peter, avvicinandosi alla porta.

-Si, credo che sia Quill- rispose lui.

Presa dalla curiosità, Alex si incamminò verso la fonte del rumore.

Trovò Star Lord seduto al posto del conducente, con delle cuffie arancioni collegate a un walkman poggiate sulle orecchie. Si vedeva dal suo viso che aveva appena smesso di piangere. Presa da un'ondata di commozione, si avvicinò ancora a lui, sedendosi sulla poltrona proprio alla sua sinistra.

Quando lui la vide, si tolse le cuffie, riponendole nella tasca del suo giubbotto.

-Ehi, Alex- disse, a mo di saluto.

-Ciao Quill. C'è qualcosa che non va?- chiese lei.

Lui rimase in silenzio per un pò, a fissare il vuoto dello spazio davanti a lui.

Quel silenzio, per Alex, valse più di mille parole.

-E' per Gamora, non è vero?- riprese, cautamente.

Lui trasalì. La ragazza capì che stava cercando di non piangere.

-Non è un bel momento. Forse dovrei andarmene...-

-No Alex. P-puoi restare qui- la fermò lui, girandosi di scatto.

Seguirono alcuni minuti di perfetto silenzio. Poi, Quill ricominciò a parlare.

-Cosa proveresti, Alex?- disse.

Lei lo guardò interrogativa, invitandolo a continuare.

-Cosa proveresti nel sapere che non potrai rivedere mai più Peter?-

Lei rimase immobile. In effetti, quel pensiero non le era mai passato neanche per l'anticamera del cervello.

-I-io...- iniziò lei.

Ragionò su cosa rispondere. Già era una situazione complicata. Una parola sbagliata avrebbe peggiorato tutto.

-Io...non avrei più un motivo per rimanere qui- disse alla fine.

-Ma ci rimarrei lo stesso, perché sarebbe quello che vorrebbe Peter. Lasciare Midgard, deprimersi a vita, o addirittura togliersi la vita, secondo me non avrebbe senso. Lui non vorrebbe questo. E stessa cosa vale per te. Cosa vorrebbe Gamora?-

Quill la guardò negli occhi.

-Cosa vorrebbe Gamora?- ripetè lei.

-Mi infilzerebbe con il suo pugnale se solo pensassi di fare una stronzata di quelle elencate da te prima- rispose alla fine.

Alex scoppiò a ridere, contagiando anche Quill.

-Wow, Alex. Sei sicura di avere 16 anni?-

-Tecnicamente ne ho 15 fino a domani mattina- rispose lei.

-Perché hai parlato come se fossi mia madre- continuò lui.

-Beh, se mai avessi bisogno di una psicologa personale, io ci sono-

Proprio in quel momento, Peter entrò nella stanza.

-Sarei potuto entrare in qualsiasi momento, ma ho preferito origliare da dietro dal porta- disse, avvicinandosi alla poltrona di Alex.

-Davvero molto gentile, Peter- rispose lei, lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra.

Le chiese di alzarsi dalla poltrona, per poi sedersi al suo posto. Le posò le mani sui fianchi e la tirò verso di sé, facendola sedere sulle sue gambe.

-Siete veramente troppo sdolcinati, ragazzi- commentò Quill, ma infondo infondo stava sorridendo.

-Colpa sua- rispose lei, indicando Peter.

-Intanto è per merito mio che in questo momento non sei insieme a dei ghiaccioli su un pianeta che sembra una palla di ghiaccio-

-Giusta osservazione-

Proprio in quel momento, qualcuno bussò alla porta.

Era il signor Stark.

-Mi dispiace aver interrotto...non so cosa, ma abbiamo ricevuto un messaggio dal Wakanda. Forse dovreste venire a sentire-

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