𝐱𝐢𝐢. - eppure cadiamo felici
-Chi è lei, signore?- disse una voce, che Alex non riconobbe.
-Non lo so, so solo che se era su quella nave potrebbe essere una nostra amica come anche una nostra nemica- rispose un' altra.
La ragazza aprì gli occhi di scatto. Era distesa su un mucchio di rovine, con il fiatone e sudata fino al collo. La prima cosa che vide furono due uomini. Sembravano stregoni, da come erano vestiti.
-Chi siete voi?- disse, mettendosi a sedere.
I due si guardarono a vicenda.
-Io sono il dottor Stephen Strange, e lui è il mio...collega, Wong- rispose uno degli uomini, quello più alto e magro.
-Io sono...-
-Alex. La figlia di Loki, lo sappiamo- la interruppe il dottor Strange, porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
Nel sentire il nome di suo padre, Alex non si sentì più la terra sotto i piedi. Si coprì il viso con le mani, trattenendo le lacrime.
-Ragazza, so cos'è successo a tuo padre, e mi dispiace molto...- iniziò Strange, poggiandole una mano sulla spalla.
-...ma, invece di rimanere tutta la vita a piangere, potresti aiutarci a trovare chi lo ha ucciso- continuò.
Alex lo guardò negli occhi, mentre la tristezza cedeva il posto alla sete di vendetta.
-Thanos...- sussurrò, tastandosi la felpa per controllare che la pergamena di sua madre fosse ancora lì.
-Oh, quindi Banner non stava dando di matto- disse una voce, che lei riconobbe subito.
Da dietro una colonna, uscì proprio il signor Stark.
-Pensavamo che fossi morta, Alex- disse, avvicinandosi alla ragazza.
-Non pensavo vi interessasse- rispose lei, sostenendo il suo sguardo.
-Peter ha girato tutta New York ma non ti ha trovato. Si può sapere dov'eri?- le chiese, incrociando le braccia.
Alex si irrigidì nel sentire il nome di Peter. Si sentì la gola come piena di filo spinato, mentre cercava di non scoppiare a piangere o a urlare.
-Pensavo che Peter fosse da Liz. Magari si sarebbe sentito meglio- commentò alla fine, arricciando il naso per la frustazione.
Tony alzò gli occhi al cielo.
-Scusate signori, potete lasciarci da soli per cinque minuti?- chiese a Strange e a Wong.
Loro due annuirono, lasciando la stanza.
-Cosa devi fare, Stark? Non voglio la ramanzina su come mi sono comportata-
-Infatti non sono qui per farti la ramanzina- rispose lui, sistemandosi gli occhiali dalle lenti azzurre.
Prese un grande respiro, poi ricominciò a parlare.
-Alex, so che sei arrabbiata con Peter. E hai tutto il diritto di esserlo...- cominciò, poggiandole una mano sulla spalla.
La ragazza girò la testa di scatto, sorpresa da quel gesto.
-So anche cos'è successo a tuo padre. So che non accetterai mai le mie scuse, ma ho finalmente capito che Loki non era una cattiva persona. Sacrificandosi su quella nave ci ha salvato tutti. Se fosse ancora qui, vorrei dirgli quanto mi sono sbagliato nei suoi confronti. E' stato più coraggioso di tutti noi Avengers messi insieme, e sono felice di avere qui davanti a me sua figlia- continuò, sorprendendola ancora di più.
-Capisco quanto tu sia affranta dalla sua perdita, lo capisco bene. Io ho visto morire entrambi i miei genitori quando ero poco più grande di te, e so che vuoto lascia dentro. Ma abbiamo bisogno del tuo aiuto. Hai delle capacità e dei poteri che nessun altro di noi ha. E ora dimmi...- si fermò, guardando la ragazza negli occhi -vuoi andare ad uccidere quel figlio di put...-
-Si Stark, ho capito- lo interruppe Alex, riuscendo persino a sorridergli per la prima volta.
-Oh, Alex- riprese dopo pochi secondi -Sappi che Peter è innamorato perso di te. Se fossi nei tuoi panni gli correrei tra le braccia, ma a quanto ho capito sei un pò una stronzetta, quindi...-
La ragazza scoppiò a ridere, per poi creare un portale e teletrasportarsi nel quartier generale degli Avengers, per recuperare la sua tenuta da battaglia e i suoi pugnali.
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POV'S PETER
Eravamo sullo scuolabus, e stavamo attraversando il Manhattan Bridge. Proprio in quel momento, notai che i peli sulle mie braccia si erano rizzati all'improvviso.
C'è qualcosa che non va
E fu proprio in quel momento che la notai. Una gigantesca nave spaziale, con la forma di una ciambella.
-Ned, Ned, Ned- dissi sottovoce, schiaffeggiando in viso il mio migliore amico.
-Mi serve un diversivo- continuai, mentre lui si girava per osservare la nave spaziale.
-Santo cielo...MORIREMO TUTTI!- urlò, mentre tutti gli altri miei compagni si alzavano in piedi e gridavano spaventati.
Io caricai i miei spara-ragnatele, aprii il finestrino mettendomi la maschera, e mi slanciai fuori dallo scuolabus.
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POV'S ALEX
-Quello a destra è tuo, quello a sinistra mio e dello stregone- disse Tony, mentre premeva un tasto sul lato degli occhiali e la sua armatura iniziava ad avvolgerlo.
Davanti a loro c'erano due creature. Una alta e grossa e un'altra più magra. Alex sfoderò i suoi pugnali, correndo verso il suo bersaglio. Lo ferì a un braccio, mentre un rivolo di sangue viola le schizzava sull'armatura. L'avversario fece un movimento con la mano, e una serie di mattoni iniziarono a volare mirando alla testa della ragazza. Lei fu abbastanza veloce per abbassarsi. Si concentrò con tutta se stessa. Alla fine, le sue mani iniziarono a congelarsi. Si scagliò contro la creatura, che non fu abbastanza rapido da schivarla. Un getto di ghiaccio lo colpì in pieno petto, facendolo volare contro il muro di un palazzo. Alex continuò ad ingrandire la sua gabbia di ghiaccio, fino a quando lui non riuscì neanche a muovere un muscolo. Intanto, l'altra creatura si stava scagliando su di lei. Quando calò la sua enorme ascia verso la testa della ragazza, lei non c'era più.
-Sono dietro di te, pasticcino- urlò, ridendo.
Lui si girò, rimirando alla sua testa. Anche questa volta, Alex creò un'illusione. In meno di un secondo si ritrovò accanto al signor Stark.
-Bel lavoro, Alex- le disse.
Proprio in quell'attimo di distrazione, lei non si accorse che l'ascia del suo nemico stava volando proprio verso di lei. Quando se ne accorse era troppo tardi. Chiuse gli occhi, preparandosi al peggio. Li riaprì qualche secondo dopo, quando nessun'arma l'aveva tagliata a metà. Infatti, giaceva ai piedi del suo proprietario, avvolta in una rete di...ragnatele.
Alex si guardò intorno. In piedi su un palazzo, col suo costume rosso e blu e gli spara-ragnatele ancora puntati verso la creatura, c'era Peter. Senza neanche pensarci due volte, la ragazza creò un portale per raggiungerlo. Quando arrivò in cima al palazzo, aveva ancora il fiatone per il grande spavento che si era presa pochi attimi prima. E Peter era lì, come se la stesse aspettando da tutta la vita.
-Alex, mi dispiace tanto...- iniziò lui, mentre la ragazza gli si avvicinava.
-Peter- lo interruppe -tu mi hai appena salvato la vita. Credi veramente che mi interessi qualcos'altro?-
Con un rapido movimento della mano, Alex creò un'illusione che li nascondesse da tutti gli altri.
Si avvicinò ancora un pò a Peter, allungando le mani e togliendogli la maschera dal viso. Sotto aveva tutti i capelli scompigliati, ma per lei era comunque bellissimo.
Si alzò in punta di piedi, e un attimo dopo si stavano baciando. Sentì Peter sussultare, come se non si aspettasse che lei facesse una cosa del genere. E, in effetti, neanche lei se lo sarebbe aspettato. Un attimo dopo, le braccia di Peter si chiusero intorno a lei, quasi sollevandola. Le labbra di lui sulle sue erano come elettricità, e le mandavano scosse per tutto il corpo. Riuscì a capire, tra un bacio e l'altro, che Peter stava sorridendo. Le mani di Alex si aggrapparono alle sue braccia, stringendolo più forte a se. Le mani del ragazzo si posarono sulla sua schiena, scendendo pian piano fino ai fianchi. Sentiva il cuore di Peter che batteva oltre la sua armatura e il suo costume. Il cuore di nessun altro batteva come quello di Peter.
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