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𝐢𝐯. - lei non è cattiva

All'improvviso, ad Alex venne in mente una cosa.

-Dov'è mio padre?- chiese a Peter, all'improvviso preoccupata.

-C'ERA ANCHE TUO PADRE?!- disse il ragazzo, che sembrava sul punto di svenire.

-DOV'E' MIO PADRE- ripetè Alex, alzando il tono di voce.

-Non ne ho idea, non l'ho neanche visto- rispose lui.

La ragazza lo fissò per un pò. Sembrava essere sincero.

-Non mi hai detto ancora dove sono- continuò, mettendosi lentamente a sedere sul letto.

-Oh, beh...al quartier generale degli Avengers- rispose Peter.

Alex sentì un'ondata di rabbia travolgerla. Si alzò di scatto dal letto, prendendo al volo uno dei suoi pugnali dal comodino e puntandolo verso Peter. Lui si mise in piedi, sorpreso.

-Senti Alex, so che odierai sicuramente gli Avengers, per via di quello che stavano per fare a tuo padre e tutto il resto. Ma loro non sono cattive persone. E neanche tu lo sei- disse, con voce molto calma che tradiva la sua espressione tesa. Posò un dito sulla lama del pugnale, abbassandolo.

-Tu non sai niente di me- sbottò Alex, mentre le mani le iniziavano a diventare azzurre.

-Alex...-

Ad un tratto, la porta della stanza si aprì. Sulla soglia c'era un uomo non troppo alto, con i capelli marroni, gli occhi protetti da un paio di occhiali dalle lenti azzurre e un pizzetto che tendeva al bianco. Alex riuscì a riconoscerlo grazie alla sua mano, che conservava ancora un pezzo dell'armatura.

Iron Man

La rabbia di Alex continuò a salire, e il suo corpo si fece sempre più azzurro.

-Peter, cosa sta succedendo?- chiese l'uomo, avvicinandosi al ragazzo.

-Oh, signor Stark! Ehm...lei è Alex...- balbettò lui, senza guardare negli occhi Iron Man.

-E perché ha la pelle azzurra?- continuò Stark, avvicinandosi ad Alex.

-Vi ricorderete di mio padre, signor Stark- disse lei, con un ghigno in volto.

-Loki- sussultò lui, indietreggiando un pò.

-Oh, vedo che è preparato- continuò Alex, mentre dalle mani le iniziavano a scendere fiocchi di ghiaccio.

Proprio in quel momento, però, la scottatura che gli aveva procurato proprio Iron Man, iniziò a bruciarle terribilmente. Cadde a terra, prendendosi la testa tra le mani per il dolore. E, per la seconda volta quel giorno, tutto intorno a lei si fece scuro.

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-Signor Stark, le dico che non è come suo padre, se solo...-

-PETER!! HAI VISTO ANCHE TU IL GHIACCIO CHE USCIVA DALLE SUE MANI! PENSI CHE POSSA LASCIARLA QUI DENTRO?-

-Signore ma...lei non è cattiva. Si è lasciata curare da me senza opporre resistenza e...-

-Peter, è ovvio che si lasci curare...-

-MI ASCOLTI! Lasciamola qui per una settimana. Se in questa settimana lei farà qualcosa di...sbagliato...chiameremo Thor e la faremo riportare ad Asgard-

-Sono io che decido cosa fare qui, Peter. Suo padre è già stato scortato ad Asgard, e lei dovrebbe raggiungerlo-

-Signore la prego! Diamole una possibilità! Potrebbe essere una buona risorsa per la squadra...-

-Uffff...una settimana ragazzo, non un giorno di più-

Alex riaprì gli occhi, ritrovandosi questa volta in un'altra camera. Era completamente spoglia, esclusi un letto, un comodino e un armadio in legno bianco. Anche questa volta non era sola. Ma, a differenza di prima, non c'era più Peter. Al suo posto c'era una donna, alta e formosa. Una cascata di capelli rossi le ricadevano sulle spalle. I suoi occhi verdi la stavano scrutando. Stranamente, in volto, aveva un sorriso.

-Ben svegliata- esordì, avvicinandosi un pò al letto.

Alex abbassò lo sguardo sulla coperta.

-Non voglio farti del male, anzi. Faccio parte di quelli di noi che vogliono che tu rimanga qui- continuò.

La sua voce le trasmetteva un senso di calma. In un modo o nell'altro, Alex capì che quella donna voleva solo il suo bene.

-Sono Natasha Romanoff, piacere di conoscerti- le disse, tendendole la mano.

Alex la strinse, riuscendo persino ad accennare un sorriso.

-Io sono Alex- disse, lasciando andare la mano di Natasha.

-Si, lo so- rispose lei, allargando il suo sorriso.

-Sai Alex, tu mi ricordi tanto me, quando avevo la tua età. E' questo il motivo principale che mi ha spinto a prendere le tue difese- continuò, sedendosi sul letto a sinistra della ragazza.

-Io sono convinta che tu non sia una cattiva persona. So che sei una persona buona, a cui magari sono successe cose cattive-

Alex restò a fissarla per un pò. Nessuno mai le aveva detto una cosa del genere. Si sentì riconoscente verso di lei, che era riuscita a capire in così poco tempo così tante cose.

-Allora, ti va di raccontarmi la tua storia?- continuò lei, dopo una breve pausa.

Alex annuì. Poi iniziò a raccontare a Natasha tutta la sua storia. Partì da quando era nata, figlia di un dio e di una mortale. Le raccontò dell'attacco da parte di Odino e degli Asgardiani. Raccontò di come la sua vita fosse felice prima, e di come fosse diventata il contrario in solo un giorno. Natasha la stava ad ascoltare in silenzio, annuendo a volte. Dopo dieci minuti circa, Alex ebbe finito la sua storia.

-Vedi, era come dicevo io. Ti sono successe tante, troppe, cose brutte. Capisco il perché del tuo odio contro di noi ma, ecco, vedrai che ti sbagliavi. Noi siamo tutte buone persone. Si è vero, a volte commettiamo degli sbagli ma...imparerai a sopportarci- concluse, facendo ad Alex l'occhiolino.

Lei si fece sfuggire una piccola risata. Natasha si alzò dal letto rivolgendole un ultimo sorriso prima di sparire dietro la porta.


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Ehiiii🖤 Che ne dite di questo nuovo capitolo? Lo so, è un po più corto degli altri, ma avevo in mente di scriverne un altro oggi pomeriggio 👊🏻 Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti e lasciate una stellina se vi è piaciuto! ⭐️ Grazie a tutti, e a pomeriggio!

-greta🦋

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