꧁95꧂
External pov
Y/n avanza il più lentamente possibile verso il vetro, intenta a scovare cosa si stanno dicendo Jun e Marcos con così tanta serietà. Le mani tremanti e le gambe (flaccide) non la stanno aiutando peró. Ad ogni tallone appoggiato sul cemento riesce a percepire nel suo corpo leggeri brividi. Motivo che supera di gran lunga l'avere due perfetti criminali davanti agli occhi: l'inevitabile somiglianza tra Jun e l'investigatore. Se di faccia possono sembrare le persone più simili, se non identiche tra loro,di spirito e carattere non sono che l'uno il completo opposto dell'altro. Lei schiude leggermente le labbra, come se stesse cercando di capire il labiale dei due imitando i movimenti delle loro bocche e arriva al marciapiede opposto. Posando due mani sul muro spoglio e privo di finestre, allunga il collo verso destra per guardarli da più vicino, stando attenta a non farsi vedere. I secondi passano, ma lei continua a non decifrare le fantomatiche parole che stanno pronunciando con così tanto animo e ardore. Non sa che i due stanno semplicemente discutendo su quale tipo di noodles sia il più appagante e su quanto per loro faccia ribrezzo la cucina neozelandese. Nella testa ha solo piani diabolici in fase di programmazione, metodi per tenere imprigionato il padre da qualche parte. Per di più il modo in cui agitano le mani nella discussione, come sbattono i pugni sul tavolo e si scontrano negli sguardi, non fa che spaventare ancora di più la protagonista, che si ritrova ad indietreggiare. Tuttavia, tutto prende una piega diversa nel momento in cui i loro occhi si posano su di lei. I due non si ricordano di chi sia nè del perchè li stia scrutando in quel modo. Fatto sta che sembrando alquanto sospetto il suo trovarsi dietro un muro a spiarli, dopo una rapida occhiata a vicenda si alzano frettolosamente con l'intento di capire cosa stia succedendo e cosa voglia da loro "non dirmi che è una delle troie che ti sei fatto ieri notte" sbotta Marcos fissandola a Jun, il quale dopo averla scrutata per bene accenna ad un no con la testa "se me ne fossi fatta una così me la ricorderei, fidati" aggiunge accompagnato da un disgustoso e perverso sorriso. In quel momento, nell'esatto istante in cui le loro natiche si alzarono pesantemente dalla sedia, uno straziante fremito la attraversa quasi fosse stata colpita da una scarica elettrica e si decide a scappare via. Insospettiti dalla cosa i due incominciano ad inseguirla e ció non fece che ghiacciare le vene della ragazza tremendamente spaventata. "Yah!" urlano provando a raggiungerla. "cazzo, cazzo. Merda, cazzo" farnetica lei correndo il più veloce possibile. Guardando a destra e a sinistra scova una strada che se presa potrebbe aiutarla a seminarli. La imbocca con foga e dopo qualche metro gira la testa, ma purtroppo se li ritrova imperterriti a raggiungerla. Non ha osato neanche chiedersi cosa volessero da lei, essendosi convinta che loro sappiano chi sia e che cosa - o meglio chi - stia cercando.
Fortunatamente il centro è pieno di stradine e vicoli, così y/n si decide a voltare un angolo dopo l'altro in preda alla fuga. Non bada nemmeno a dove la stiano portando, vuole solo riuscire a sfuggire dalle grinfie dei due. Il cuore le sta scoppiando nei timpani e la fatica la sta travolgendo con sopravvento. Non ce la fa più, sarà una decina di minuti che sta correndo con la terra che sente sgretolarsi sotto i suoi piedi dall'ansia. L'idea di fermarsi peró non viene che paragonata alle sabbie mobili. Se si ferma, è finita. Risucchiata da quel giro di criminali che avrebbe segnato la sua vita e quella di suo padre. Gira nuovamente la testa per analizzare la strada dietro di se un centinaio di metri dopo e si accerta che non ci sia più nessuno, quando..
"lasciatemi in pace!" si divincola da una presa, prima di bloccarsi con il batticuore che pulsa in tutto il suo corpo. Davanti a sè Sun a guardarla sconvolto. la stringe forte per le spalle da quando gli è corsa addosso e per poco non rischiava di cadere per terra, cosa che lo ha costretto ad indietreggiare un paio di passi prima di ritrovare l'equilibrio "y/n? che succede!? da chi stavi scappando?"chiede provando a calmarla con delle carezze fuggiasche sul capo. Lei non gli risponde, ma lo stringe forte dopo essersi guardata alle spalle un paio di volte. Lascia che un lungo sospiro esca dalle sue labbra e per poco non scoppia a piangere sulla sua spalla. "L-Li ho visti Sun. Ho visto tuo fratello. E con lui c'era un uomo..c-credo spagnolo" farnetica staccandosi da lui, che le tiene peró strette le mani. "Stavo passeggiando e ho notato un centro benessere da nome Paradise, proprio come" lui la interrompe con sguardo perso "il centro di salute e benessere Paradise ad Incheon" la guarda. Y/n annuisce lentamente e dopo una rapida occhiata attorno a sè lo prega di tornare in Hotel. Ovviamente Sun acconsente e l'accompagna, tenendo bene a portata di mano la pistola. Conosceva bene suo fratello e sapeva di cosa fosse capace. Non si stacca da lei neanche un secondo "forse non dovevo portarti qui" borbotta una volta raggiunto l'ingresso. Y/n gira lo sguardo perplesso su di lui e, piazzandosi di fronte gli dice "no. Dovevo venire e lo sai anche tu. Ho rischiato di finire nei guai, si" sospira "ma almeno ora sappiamo dove sono e come si muovono" continua a scrutarlo, cercando di trovare nei suoi occhi approvazione o accordo. Dopo un po' Sun cede e annuisce "non posso darti torto. Ma guardare com'eri tremante e spaventata mi ha fatto passare la stella cadente, non so se mi spiego."Y/n lo guarda stranita "una stella cadente?"
Mentre i due si avviavano verso la camera di lei, intenta ad ascoltare l'effimera spiegazione sul come per "stella cadente" intendesse un fascio di ripensamento, Marcos e Jun tornano dov'erano.
"dove diamine siete stati voi due?" sbraita Woonu non appena mettono piede nella stanza di prima. E' seduto sul posto di Jun e li sta guardando dalla testa ai piedi con sguardo disprezzante, insipido. "se scopro che siete finiti in qualche rissa o fandonie del genere vedrete le conseguenze". I due si guardarono per un attimo, prima di muovere la mano all'aria con nonchalance "non siamo tipi da queste cose" ride uno, mentre l'altro spiega di y/n. "C'era questa ragazza fuori da qui che ci spiava, così l'abbiamo rincorsa. E cazzo se era veloce, sembrava un fottuto ghepardo. Alla fine abbiamo lasciato perdere". Non appena vengono pronunciate tali parole a Woonu si drizza la schiena. Retto e fremente, non può che chiedere altre informazioni "una ragazza?" non poteva essere lei, pensò. Impossibile, non avrebbe avuto il coraggio di farlo. "E che ragazza. Aveva un corpo da favola, un pensierino ce l'avrei fatto". blatera Marcos scoppiando a ridere, prima di ricevere uno schiaffo in faccia dal capo. "Non fare il fesso! Descrivimela, subito!".
Il bersaglio si prende la guancia con la mano, che strofina leggermente prima di incrociare le braccia e appoggiarsi al tavolo. "Era bella, abbastanza minuta ma i muscoli li aveva. Capelli castani, gambe sode, che dire di più" guarda colui che ha davanti, il quale gli chiede se ci fosse qualche dettaglio in particolare, sperava, pregava per quanto lui pregasse, di non sentire assolutamente parlare di alcuna "cicatrice. Aveva una lunga cicatrice sulla gamba destra, le andava da sotto il ginocchio e arrivava quasi al tallone" risponde Marcos. Jun distoglie incredulo gli occhi dal pavimento e sposta questi lentamente verso Woonu, il quale si prende con rabbia la testa.
"y/n" dicono contemporaneamente.
[....]
Y/n's pov
"grazie per l'aiuto, oggi. Senza di te non saremmo riusciti a identificare tutte le posizioni attive di Woonu" borbotta Sun posandomi una mano nella schiena mentre usciamo dalla caserma. Ormai il sole è tramontato da un pezzo. Dopo essere tornati in hotel abbiamo parlato con le autorità che ci hanno accolto immediatamente in commissariato. Ci credete se vi dico che abbiamo letteralmente passato sei, non sei, sette ore davanti a schermi su schermi impregnati di codici di cui non ci capivo assolutamente niente? L'unica cosa che sono riuscita ad intendere è che dobbiamo agire con calma, considerato il numero esagerato di suoi dipendenti criminali. Ho anche scoperto che guadagnava tutti quei soldi provvedendo alla compravendita di quantità assurde di droga e usava quel denaro per investire in aziende seguite da segugi e spie professioniste e corrompere le autorità. In pratica pagava la gente sotto falso nome per pedinare imprenditori, hackerare i loro profili professionali in fughe di dati che potevano garantirgli informazioni necessarie per un successo economico assicurato. Cosa c'entra con noi dite? Secondo Sun tutto deriva dal successo straordinario che i BTS hanno riscontrato e stanno riscontrando sia in Corea che a livello Internazionale e di come questo abbia garantito loro incassi su incassi, piazzandoli al secondo posto nella classifica nazionale imprenditoriale. Sapeva della loro influenza e del loro potere in continua crescita e non poteva sopportare di provare, seppur infimo, timore concorrenziale. Evidentemente quel lontano giorno, quando lo sfidai davanti alle telecamere e, di conseguenza, di fronte a migliaia di persone, procurandogli quel calo finanziario, ha capito che il suo podio non è più stabile come prima, anzi, sta tremando.
Stando attenta a dove stia mettendo i piedi immersa nei miei pensieri mi limito a ringraziarlo, facendomi scappare un sorriso. "105 centri in tutto il mondo..." sussurro incredula. Ha letteralmente costruito una città criminale sparsa in tutti i continenti. Cina, Stati uniti, Europa: ha comprato in nero una miriade di edifici per miliardi e miliardi di won così da garantirsi la fuga da un paese all'altro. "Non vedo l'ora di poterlo arrestare con le mie stesse mani" aggiunge, facendomi salire sul taxi chiamato. "ma scusa, non funziona la questione del toro?" gli chiedo dopo aver detto al conducente la destinazione. "l-la questione del che?" ride lui. "si insomma, quel detto che dice di tagliare la testa al toro. Finirla subito ecco" lo guardo. "non l'ho mai sentito, comunque non converrebbe. Potresti pensare che arrivando a lui e arrestandolo subito fermeremmo tutto, e in effetti è vero, il problema è che è letteralmente impossibile. Chissà da quante persone è circondato, se andassimo in cento troverebbe il modo di averne mille al suo fianco. E' come un re che può creare un esercito quando vuole". annuisco. "bisogna trovare un modo per isolarlo allora, metterlo in trappola insomma." rispondo sospirando e lasciandomi cadere sullo schienale del sedile. "scusate se vi interrompo..." sentiamo dire improvvisamente dal guidatore. Sia io che Sun ci giriamo di scatto verso di lui "assolutamente" gli sorrido. Ora che lo guardo meglio ha un'aria familiare "per caso lei è quella ragazza dell'ospedale? Quella che mi pagò per farla arrivare all'aeroporto?"
Mi sposto più a destra per guardarlo meglio e poi mi ritorna tutto in testa:
"La supplico, faccia in fretta, ho un aereo importantissimo tra quaranta minuti, le darò cinquanta dollari in più se mi ci fa arrivare. Lui accelera improvvisamente annuendo "stia tranquilla signorina" dice, guidando velocemente ma con prudenza. Metto una mano sulla sua spalla "la ringrazio di cuore, è il mio eroe". Sorride timidamente e continua a guidare finché non arriviamo all'entrata dell'aeroporto. Gli porgo le banconote. Lui le afferra, con lo sguardo perso nel vuoto, per poi restituirmele immediatamente. "Io la conosco, signorina, lei è la danzatrice ufficiale dei bts, vero? Come diavolo ha fatto a saperlo? Annuisco confusa e lui mi sorride "vi ho vista in televisione, scommetto che ha avuto un incidente e deve raggiungere i suoi compagni, ho ragione?" Inizio a lacrimare non appena realizzo quello che dice e annuisco nuovamente. "Allora su, corra se riesce, altrimenti la porto in braccio" Faccio segno di no con la testa "La ringrazio dal più profondo, ma ce la farò"
I miei occhi incominciano a bruciare e le lacrime spingono per uscire e scorrermi sulle guance, ecco dove l'avevo visto. "si! sono io! oh mio dio salve, come sta?" lo guardo sorridendo più che mai. Lui ride genuinamente e di pieno gusto "io sto bene, lei piuttosto, come sta? Ce l'ha fatta a raggiungere i suoi amici?" chiede tirandomi un rapido sguardo prima di ritornare con gli occhi sulla strada "sì, ce l'ho fatta.." appoggio una mano sulla mia spalla "tutto per merito suo". In tutto ciò Sun, su cui sono praticamente addosso, ascolta in silenzio, guardandoci un po' e alternando il tutto alla vista sulla strada illuminata dai lampioni. Io e il signore, che scopro si chiama Michael, chiacchieriamo del più e del meno per tutta la durata del viaggio, prima che lui proponga di passare a casa sua e cenare assieme alla sua famiglia. "Mi sembra una splendida idea! che ne dici Sun?" mi giro verso di lui, che mi tira un'occhiataccia. "Stia tranquillo, non dovrete cenare con un vecchio tutto solo" dice Michael prima che possa rispondere. Non riesco a non arrossire dall'imbarazzo "ho una splendida moglie e tre figlie, sono sicuro che le farebbe piacere vedere gente nuova di tanto in tanto". Annuisco ripetutamente, per poi rigirarmi verso di Sun e costringendolo con gli occhi a dire di sì. Inevitabilmente accetta "una tipica cena neozelandese non si rifiuta mai" dice cordialmente "sempre se non siamo di disturbo, ovviamente" aggiunge. "ma che disturbo e disturbo, è un piacere!" ride a cuore aperto Michael. "andata allora!" e sfrecciamo nelle strade vuote verso casa sua.
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